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Citazioni riguardanti l'opera

Aroldo

Angiol di dio, custode mio

Libretto in quattro atti.
Libretto di Francesco Maria PIAVE.
Musica di Giuseppe VERDI.
Prima esecuzione: 16 agosto 1857, Rimini.




Citazioni riguardanti l'opera

Aroldo

Angiol di dio, custode mio

Libretto in quattro atti.
Libretto di Francesco Maria PIAVE.
Musica di Giuseppe VERDI.
Prima esecuzione: 16 agosto 1857, Rimini.




Genesi

⚫ L’opera è il rifacimento di Stiffelio, del quale conserva in buona parte la trama ma non l’attualità e la scottante vicenda. […] Piave si era rivolto al romanzo di Walter Scott, The Betrothed e, per quasi tutti i nomi dei personaggi, all’Harold, the Last of the Saxon Kings di Bulwer-Lytton. Il rifacimento occupò Verdi più del previsto (dalla primavera del 1856 agli inizi dell’estate dell’anno successivo).

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Prima rappresentazione

⚫ La prima rappresentazione inaugurò il Teatro Nuovo Comunale di Rimini e si risolse in un pieno successo, grazie anche a interpreti di valore come Marcella Lotti nei panni della protagonista ed Emilio Pancani in quelli di Aroldo.

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Sostanziali modifiche

⚫ La principale causa della debolezza di Aroldo risiede proprio nelle sostanziali modifiche apportate al soggetto: retrodatazione della vicenda e mutato status del protagonista. Infatti, alcuni motivi, scabrosi ma plausibili nell’intreccio originario (per tutti, quello del dissidio interiore tra il dovere evangelico del perdono e il desiderio di vendetta), risultano incomprensibili o addirittura grotteschi nel nuovo canovaccio steso da Piave: in Stiffelio, al culmine della tensione, Lina si rivolgeva «Non allo sposo […] ma all’uom del Vangelo» e chiedeva di essere confessata; in Aroldo la distinzione risulta improponibile perché il protagonista è un laico.

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Profondità psicologica

⚫ Se Stiffelio appare più compatto e logico, Aroldo è però opera più matura nel linguaggio musicale e nella profondità psicologica dei personaggi. Poiché alla prima rappresentazione dirigeva Angelo Mariani, uno dei più validi direttori della seconda metà dell’Ottocento, Verdi sapeva di poter contare su un collaboratore preparato e scrupoloso. Per questo, compose musica di insolita complessità, come l’episodio corale introduttivo (peraltro più convenzionale del recitativo di Jorg che inizia lo Stiffelio) e il canone “Angiol di Dio”, giovandosi anche del fatto che entrambi gli episodi, prevedendo un coro fuori scena, non dovevano essere eseguiti necessariamente a memoria ma leggendo dalla parte. Anche la tempesta sul lago nell’atto finale rappresenta, sotto il profilo della strumentazione e dell’accurato descrittivismo musicale, una delle pagine più ambiziose concepite da Verdi fino a quel momento.

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Rigore compositivo

⚫ […] l’impiego di temi ricorrenti (per tutti, il donizettiano tema della tromba nel preludio, che ricompare nell’aria di Aroldo “Sotto il ciel di Siria”) è il segno di un rigore compositivo che nello Stiffelio resta solo accennato (in Aroldo, Verdi utilizza tutti e cinque i motivi presenti nel preludio contro i tre impiegati nello Stiffelio).

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Suggestiva pregnanza

⚫ Alcune delle pagine comuni a [Stiffelio e Aroldo] non furono riproposte tali e quali ma, come nel caso del finale primo, sviluppate e non solo da un punto di vista musicale. Il profilo della protagonista femminile divenne ad esempio più maturo e meglio delineato: la sofferta consapevolezza dell’adulterio non è più, come in Stiffelio, intuita nel corso di alcuni brani di assieme ma espressa con suggestiva pregnanza nel corso di un monologo, all’inizio dell’opera e nel già citato dialogo con Aroldo nel terzo atto.

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Versioni

1a Trieste, Teatro Grande 16 novembre 1850 con titolo Stiffelio
2a Rimini, Teatro Nuovo 16 agosto 1857 profonda revisione, soprattutto per motivi di censura, del libretto precedente; partitura con modifiche

DEUMM, AA. VV. (UTET, 1999)

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