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Citazioni riguardanti l'opera

L'amore artigiano

Fino ai cento, se non più

Dramma giocoso per musica.
Libretto di Carlo GOLDONI.
Musica di Gaetano LATILLA.
Prima esecuzione: 27 dicembre 1760, Venezia.






Un giudizio

⚫ Un giudizio di Gaspare Gozzi sull'Amore artigiano, dramma giocoso in tre atti di Polisseno Fegeio Pastor Arcade (Goldoni), musica del Latilla, […] può valer come importante testimonianza d'un gusto volto alla ricerca, nell'opera in musica, dell'«imitazione dei caratteri» e della «verità». Gozzi loda infatti il compositore per aver qui ritrovato «con l'ingegno suo tutte le possibili imitazioni de' caratteri» e per averle «espresse con tutta quella verità, che richiede l'arte sua ben intesa». D'altra parte, rileva ancora il Gozzi, visto che per la parte librettistica questo dramma giocoso è opera di Goldoni, «non è da maravigliarsi che sia ripieno di tutti que' movimenti focosi e vivaci, che richiede la scena; e principalmente nelle due chiuse dell'atto primo e secondo». Nella sua rapidità giornalistica, il giudizio di Gaspare Gozzi, giustamente definito da Ortolani «primo e sagacissimo cronista di teatro», appare ancor oggi calzante nella sostanza. L'amore artigiano ci presenta un caso di stretta dipendenza da parte dell'invenzione musicale nei confronti del libretto. Gli spunti più vitali di quest'ultimo sono quelli da cui la partitura trae il maggior impulso ai propri movimenti.

Storia dell'opera, diretta da Alberto Basso; volume primo L'opera in Italia, Torino, 1977, UTET

Le concezioni goldoniane

⚫ Ci siamo soffermati su questa parte iniziale dell'Amore artigiano per la ricchezza di esempi che essa offre intorno alle tendenze «rappresentative» assunte dalla musica nel campo dell'opera comica, sugli impulsi istituiti dalle concezioni librettistiche goldoniane. Sul piano stilistico […] tali tendenze portano ad un superamento delle forme a taglio unitario e ad espressione monovalente, da parte di forme composite, articolate e suddivise in «sequenze» (nel moderno senso cinematografico).

Storia dell'opera, diretta da Alberto Basso; volume primo L'opera in Italia, Torino, 1977, UTET

Le canzoni popolari

⚫ Per ciò che riguarda la qualità melodica, prevale in quest'opera lo stile popolaresco-borghese largamente influenzato dai caratteri delle arie di danza, e ciò segnatamente in quanto attiene alle parti delle due giovani donne, Angiolina e Rosina. Sulla possibile infiltrazione di elementi testualmente popolari nelle arie e canzoni affidate a questi personaggi non ci è possibile documentarci con sicurezza. Si sa che l'elevazione del canto popolare a oggetto di ricerca e trascrizione a livello «dotto» è fenomeno di derivazione romantica, pressoché privo di precedenti. Qualche eccezione ci offre il Settecento veneziano. Alla Biblioteca Marciana è conservato un volumetto elegantemnente rilegato contenente una raccolta di Canzoni da battello, scelte e trascritte da anonima mano. Un altro interessante documento ci offre il volume, sempre manoscritto e sempre dell'epoca, giacente, col titolo di Canzonette veneziane del sec. XVIII, nella Biblioteca Querini Stampalia.

Storia dell'opera, diretta da Alberto Basso; volume primo L'opera in Italia, Torino, 1977, UTET

La musicalità veneziana

⚫ Nell'Amore artigiano il barese-napoletano Latilla […] si trova fra l'altro a dover mettere in musica due canzoni in dialetto inserite da Goldoni nel testo, canzoni, naturalmente, d'impronta popolare e non sappiamo se originali o di riporto. Entrambe di pertinenza del personaggio di Rosina, si trovano a breve distanza l'una dall'altra, nella parte iniziale del'atto II, conferendo vivaci tocchi di colore alle scene che vedono la vivace sartina, resa un po' nervosetta dalle pene d'amore, tiranneggiare le proprie aiutanti e cercare frattanto sfogo nel canto. Più che mai qui si tratta di «inserti», di pezzi, cioè, estranei al dialogo e immaginati come facenti parte del «patrimonio musicale» del personaggio. Espressioni melodiche, l'aura tipicamente veneziana delle quali è facilmente avvertibile nella morbidezza lusingante della prima, nello slancio danzante e popolano della seconda. Se si tratti, anche sul piano musicale, di canzoni prese oppure solo imitate dal «vero», è, naturalmente, impossibile stabilire. Ma, limitatamente alla prima di esse, tratti indicativi della parentela con quella che dovette essere la musicalità popolare veneziana del tempo ci può offrire il confronto dei motivi d'avvio della prima e, soprattutto, della seconda parte con quelli corrispondenti d'una delle Canzoni da battello.

Storia dell'opera, diretta da Alberto Basso; volume primo L'opera in Italia, Torino, 1977, UTET

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