Citazioni riguardanti l'opera ====== L'ultimo giorno di Pompei ====== {{ http://www.librettidopera.it/ulgiopo/ss_01_08_1280.jpg?250|Più brillante di questo, che cade}}\\ \\ Dramma per musica.\\ Libretto di Andrea Leone TOTTOLA.\\ Musica di Giovanni PACINI.\\ Prima esecuzione: 19 novembre 1825, Napoli.\\ \\ \\ \\ \\ ===== Soggetto anteriore ===== ⚫ //L’ultimo giorno di Pompei// è anteriore al romanzo //The Last Days of Pompeii// di Edward Bulwer-Lytton (Londra 1834, poi ridotto in libretto da Peruzzini e musicato nel 1858 da Petrella come //Jone//), con cui condivide solo l’ambientazione pompeiana, alla vigilia della tremenda eruzione del Vesuvio che distrusse la città nel 79 d.C. ► //Dizionario del teatro//, [[http://www.operamanager.it/cgi-bin/process.cgi?azione=ricerca&tipo=OP&id=10644|Vedi]]\\ \\ ===== Estroso e spregiudicato ===== ⚫ Più estroso e spregiudicato di Mercadante, Pacini seppe adeguarsi ai mutamenti del gusto operistico. Senza nostalgie per i neonapoletani, aderì al nuovo corso impresso da Rossini all’opera buffa, evidenziandovi una predilezione per il bizzarro, l’esotico e il popolaresco; ma anche sul versante serio seppe coniugare tradizione e novità. ► //Dizionario del teatro//, [[http://www.operamanager.it/cgi-bin/process.cgi?azione=ricerca&tipo=OP&id=10644|Vedi]]\\ \\ ===== Grandi eventi scenici ===== ⚫ //L’ultimo giorno di Pompei// mutuò da Niccolini, direttore della Reale scuola di scenografia partenopea, il gusto per i grandi eventi scenici catastrofici, divenuto poi tipico della drammaturgia del //grand-opéra//. La presenza di tre ‘quadri imponenti’, di fatto slegati dallo svolgimento dell’azione (Introduzione, Trionfo, Finale), fu l’aspetto che maggiormente colpì i critici coevi. ► //Dizionario del teatro//, [[http://www.operamanager.it/cgi-bin/process.cgi?azione=ricerca&tipo=OP&id=10644|Vedi]]\\ \\ ===== Modelli rossiniani ===== ⚫ La partitura, come quella di //Amazilia//, aderisce pienamente ai modelli rossiniani (si vedano la separazione netta tra recitativi e arie, viste come il centro dell’espressione affettiva, o l’adozione dello stile fiorito, specie nei movimenti lenti), ma esibisce una nervosità drammatica e un pathos del tutto nuovi (in particolare nei lunghi episodi solistici aperti, come l’esemplare duetto di Ottavia e Sallustio "Ah, sposo mio"), che fanno presagire il linguaggio che sarà anche del Donizetti della piena maturità. ► //Dizionario del teatro//, [[http://www.operamanager.it/cgi-bin/process.cgi?azione=ricerca&tipo=OP&id=10644|Vedi]]\\ \\ ===== Effetti scenografici ===== ⚫ Il macrofilone storico/spettacolare, in cui la Storia veniva riletta come serbatoio per situazioni concitate ed effetti scenografici tali da incantare il pubblico era [...] in auge da decenni. Non è un caso che a partire dalla fine degli anni Venti dell’Ottocento nei giornali teatrali si cominci a citare il nome degli attrezzisti e dei macchinisti responsabili degli artifici scenici. Il capolavoro del genere potrebbe essere individuato ne //L’ultimo giorno di Pompei// di Giovanni Pacini (Tottola, Napoli 1825), che con l’eruzione in scena del Vesuvio, atterriva e nel contempo affascinava gli spettatori. ► //Storia e Mito nei libretti italiani d'opera seria tra il 1825 e il 1850//, Paola Ciarlantini. Da: //Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia//, XL - XLI 2007 - 2008, Edizioni università di Macerata, 2011\\ \\ ===== Segnala una citazione ===== ▒ Se volete contribuire segnalando una citazione o una fonte riguardante quest'opera, mandateci una //e-mail// a [[mailto:contributo@librettidopera.it?subject=Fonte per opera L'ultimo giorno di Pompei|questo indirizzo]].\\ \\