Citazioni riguardanti l'opera
====== La Gioconda ======
{{ http://www.librettidopera.it/gioconda/ss_04_02_1280.jpg?250|Suicidio!... In questi}}\\
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Melodramma in quattro atti.\\
Libretto di Arrigo BOITO.\\
Musica di Amilcare PONCHIELLI.\\
Prima esecuzione: 8 aprile 1876, Milano.\\
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===== Genesi =====
⚫ La composizione dell’opera occupò il musicista dall’autunno del 1874 all’aprile 1876, ma gran parte del tempo fu in realtà dedicato ad alcuni lavori di circostanza [...]. Oltre a ciò, il lavoro procedeva a rilento per via delle perplessità del musicista nei confronti della drammaturgia di Boito, incline a privilegiare il realismo drammatico a scapito di quella concezione lirica, di stampo donizettiano, nella quale tutto sommato Ponchielli si riconosceva ancora.
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===== Prima rappresentazione =====
⚫ La prima rappresentazione fu un successo, ma Ponchielli decise di apportare alcune modifiche alla partitura (tagli, specie nel secondo atto, vistose modifiche al finale primo e al terzo atto, l’aggiunta della ‘furlana’ ecc.), illudendosi così di emendare definitivamente difetti dovuti a una gestazione tormentata e allo scarso tempo a disposizione. La nuova versione fu poi data alla Fenice di Venezia, nell’autunno dello stesso anno, e a Roma l’anno successivo; ma Ponchielli, grazie anche alla collaborazione del librettista Angelo Zanardini, si risolse a revisionare ancora una volta la partitura, riscrivendo in pratica gran parte del terzo atto.
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===== Periodo inquieto =====
⚫ //La Gioconda// è senz’altro il progetto più ambizioso ancorché tormentato di Ponchielli, ossessionato -oltre che dalla consapevolezza di un’affermazione professionale tarda e dalla preoccupazione di confermare le aspettative sorte nel pubblico dopo //I promessi sposi// (1872) e //I Lituani// (1874)- dall’incertezza di un periodo inquieto, nel quale il successo di un’opera dipendeva da fattori imponderabili, spesso sapientemente mediati tra l’ossequio per la tradizione e una generica esigenza di rinnovamento. Il risultato riflette in pieno le aspettative dell’italiano medio nella seconda metà dell’Ottocento, teso com’è a ribadire un rassicurante legame con la tradizione (di Donizetti soprattutto) e con le tendenze drammatiche del melodramma italiano contemporaneo espresse da Verdi, e a lusingare i più esigenti richiamandosi eloquentemente al melodramma straniero, segnatamente francese; il tutto confezionato con una scrittura musicale che, a dispetto di molti giudizi della critica di un tempo, non appare certo più sprovveduta -né dal punto di vista dell’orchestrazione, né da quello della concezione compositiva (si pensi alla ‘Danza delle ore’, certamente uno dei più raffinati ed elaborati esempi di musica coreutica prodotti al tempo)- di molte creazioni coeve.
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===== Validità delle formule =====
⚫ Convinto assertore della validità delle formule melodrammatiche, sia pure adattate al gusto internazionale di fine Ottocento, Ponchielli, morto prematuramente, non partecipò che in minima parte al rinnovamento attuato da Verdi nelle sue ultime opere; tuttavia, //Gioconda// possiede alcune pagine nelle quali la compresenza di due piani distinti, uno lirico-contemplativo e l’altro drammatico, anticipa alcune soluzioni dell’//Otello// verdiano (il dialogo Gioconda-Laura con la ‘serenata interna’ nel terzo atto, il concertato del primo atto e il finale del terzo).
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===== Punto di riferimento =====
⚫ Più del Verdi del //Falstaff// [...], troppo radicale per costituire un esempio da seguire, il modello di romanza offerto da Ponchielli, inteso ora come puro sfoggio lirico avulso dal contesto della scena ("Cielo e mar"), ora come monologo drammatico, animato da passioni più ostentate che intimamente avvertite e caratterizzato da una vocalità intensa e di grande coinvolgimento emotivo ("Suicidio!"), costituì un punto di riferimento irrinunciabile per gli operisti della ‘giovane scuola’.
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===== Versioni =====
| 1a | Parigi, Comédie | 28 aprile 1835 |
| 2a | Milano, Teatro alla Scala | 12 febbraio 1880 |
► //DEUMM//, AA. VV. (UTET, 1999)\\
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