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La testa di bronzo

LA TESTA DI BRONZO

Melodramma eroicomico.

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Libretto di Felice ROMANI.
Musica di Carlo Evasio SOLIVA.

Prima esecuzione: 3 settembre 1816, Milano.


Attori:

ADOLFO principe di Presburgo, ed amante di

baritono

FLORESCA contessa Polacca, segreta sposa di

soprano

FEDERICO capitano

tenore

ERMANNO consigliere di Adolfo

baritono

RICCARDO ufficiale delle guardie

tenore

TOLLO servo di corte

basso

ANNA zia di Tollo, paesana di Heilsbrunn

soprano


Cori e comparse di Giardinieri, Paesani, Montanari, e di Soldati.

La scena è parte nel palazzo di Adolfo in Presburgo, parte nelle vicinanze di Heilsbrunn in riva al Danubio.

Atto primo
Scena prima

Sala nel palazzo di Adolfo che mette a diversi appartanti; di fronte gran porta, da cui si vedono i giardini della corte; lateralmente grandi busti di bronzo.
Coro di Giardinieri, e Giardiniere che stanno addobbando la sala con ghirlande, festoni, e vasi di fiori; indi Tollo.

CORO

Su, compagni, non v'incresca

la fatica di brev'ora.

Per l'amabile Floresca

volontieri si lavora;

quanto è buona, e generosa

abbastanza ognun lo sa:

or che al Principe si sposa

più cortese ancor sarà.

TOLLO

(esce, ed esaminando l'apparato corre malcontento di qua, e là)

Asinacci, animalacci!

Infingardi! mascalzoni!

Sono sporchi quei visacci,

pendon troppo quei festoni,

la ghirlanda va più sciolta,

questi vasi un po' più in là...

Me meschino! questa volta

la mia gloria se ne va.

CORO

Meno foco... a poco a poco

tutto bene si farà.

TOLLO

Piano, piano. Il complimento

s'è studiato?

CORO

Signor sì.

TOLLO

Replicatelo un momento.

CORO

Sì signore: egli è così.

(si dispongono tutti in atto di sottomissione, e s'imbrogliano)

Oh! del sole ardente stella

bella, bella...

TOLLO

(arrabbiato)

Come? che?

CORO

Oh! d'amore...

TOLLO

Bestie!

CORO

(più imbrogliato)

Ardore.

TOLLO

No: bestiacce... attenti a me.

O sola al par del sole,

o stella infra le stelle,

prole di nobil prole,

bella dell'altre belle,

che l'amoroso amore

arde d'ardente ardore,

or che lo sposo sposi

splende splendore a te.

Bestie, è questo il complimento,

ripetetelo qual è.

(suono di tromba)

Insieme

CORO

Ma già s'aprono le porte

del maggiore appartamento.

Ecco il principe che sorte,

ritorniamo a lavorar.

E pensiamo al complimento

che alla sposa si ha da far.

TOLLO

Ma già s'aprono le porte

del maggiore appartamento.

Ecco il principe che sorte,

ritorniamo a lavorar.

E pensate al complimento

che alla sposa si ha da far.

(Tollo parte col Coro verso i giardini)

Scena seconda

Adolfo seguitato da Ermanno, e Guardie.

ADOLFO

Non mi parlar d'Elisa,

levati a me d'intorno;

io non l'amai che un giorno,

e ne ho vergogna ancor.

ERMANNO

Quell'infelice io porto

sempre nel cor scolpita.

Io la mirai tradita,

morir per voi d'amor.

ADOLFO

Libero dunque io sono.

ERMANNO

Se avesse un figlio avuto...

ADOLFO

Mai non avria saputo

qual era il genitor.

Insieme

ERMANNO

O mio segreto antico

stammi sepolto in cor.

ADOLFO

Pensier d'affetto antico

non funestarmi il cor.

ADOLFO

Sol di Floresca parlami,

del tenero amor mio.

ERMANNO

Negò la destra porgervi:

che altro dir poss'io?

ADOLFO

Or non sa più resistere:

oggi la man mi dà.

Insieme

ERMANNO

Divido il giubilo

che avete in seno:

possa risplendervi

giorno sereno.

(Ah! per quel misero

non vi è speranza;

la mia costanza

mancando va.)

ADOLFO

Dividi il giubilo

ch'io sento in seno:

alfin risplendemi

giorno sereno.

Amor che all'anima

mi diè costanza

la mia speranza

coronerà.

(Adolfo parte co' le guardie)

Scena terza

Ermanno e Riccardo.

RICCARDO

Sempre sì mesto Ermanno?

ERMANNO

Io gemo, amico,

del mio buon Federico

sul crudele destin.

RICCARDO

Pietà ne sento,

somma pietade anch'io: ma qual potea

speme nutrir che rispondesse un giorno

Floresca al suo desir?

ERMANNO

Anzi Floresca

l'ama, o Riccardo, del più vivo amore.

RICCARDO

Ma sposa al suo tutore

oggi pure ne andrà.

ERMANNO

Compite ancora

non son le nozze sue: molto dal tempo

resta a sperar.

RICCARDO

Che speri mai?

ERMANNO

Perdona.

Dirlo non posso: il saprai forse un giorno.

Allor del tuo soccorso

d'uopo avrà l'amistà!

RICCARDO

Mostrarti io bramo

se amico io sono.

ERMANNO

E n'avrai campo: andiamo.

(partono)

Scena quarta

Floresca, indi Tollo, e Coro di Giardinieri.

FLORESCA

Tutto è già pronto: oggi la destra istessa

che a Federico io diedi

porger mi è forza al mio tutor tiranno:

pur mi consiglia Ermanno

a fingere, e a sperar. Dolente, e sola

mi abbandona frattanto, e il tempo vola.

Ah! non credere al consiglio

che la speme, o cor, ti dà;

ci addormenta sul periglio,

e più miseri ci fa.

(siede pensosa, e col capo appoggiato: intanto esce Tollo col Coro)

TOLLO

Piano, piano: è addormentata;

voi di qua... voi altri là...

FLORESCA

(Federico!)

CORO

È già svegliata.

FLORESCA

(Gli importuni son già qua.

Si nasconda il turbamento,

e si finga ilarità.)

TOLLO

Avanzate, e il complimento

recitate come va.

(il Coro la circonda, e le presenta de' mazzi di fiori, intanto si recita il complimento. Tollo gira dall'uno all'altro suggerendo)

CORO

O fra le stelle...

TOLLO

No: prima il sole.

CORO

O fra le belle...

TOLLO

Prima la prole.

CORO

Ardente ardore...

TOLLO

Bestie! l'amore.

CORO

O sposa amabile

risplenda a te.

TOLLO

Dite spropositi

a tre a tre.

FLORESCA

A così tenere ~ prove d'amore,

come rispondere ~ non sa il mio core;

solo il mio giubilo ~ ne faccia fé.

(Amor che tacita ~ coll'alma imploro,

pietoso guidami ~ a lui che adoro:

compi la speme ~ d'un cor che geme,

la tua promessa ~ mantieni a me.)

(il Coro e Tollo replicano le medesime parole di sopra)

Scena quinta

Ermanno, e detta.

ERMANNO

Contessa!

FLORESCA

Ermanno! ebben?

ERMANNO

(a Tollo, e al Coro)

Tornate amici,

ai vostri usati uffici,

qui non vi trovi il principe che viene.

(il Coro, e Tollo partono)

Eccoci soli.

FLORESCA

Ebbene

che facesti per me?

ERMANNO

Tutto ho disposto

onde fuggir securi

appena il dì s'oscuri.

FLORESCA

E dello sposo

qual mi rechi novella?

ERMANNO

I giorni suoi

sono in periglio: egli è vicino a voi.

Appena udì che sposa

oggi al principe andreste

le insegne abbandonando a me qui venne;

potete immaginar com'io tremai.

FLORESCA

E che facesti allor?

ERMANNO

Io lo celai.

FLORESCA

Dove?

ERMANNO

Sotterra.

FLORESCA

A lui mi guida.

ERMANNO

Estrema

prudenza usar conviene: un sol momento

seco restar.

FLORESCA

Sì, lo prometto: andiamo.

ERMANNO

Fermate: non abbiamo

quindi ad uscir.

FLORESCA

Come?

ERMANNO

Silenzio! è questa

l'unica ascosa via.

(corre ad una testa di bronzo: le pone in bocca una chiave, la gira, apre un trabocchello, e n'esce Federico:

il tutto si deve fare rapidamente)

Scena sesta

Federico, e detti.

FEDERICO

Floresca!

FLORESCA

Federico!

FEDERICO

Oh sposa mia!

Pur ti abbraccio!

FLORESCA

Pur ti vedo!

FEDERICO

Oh! contento!

FLORESCA

Appena il credo!

Insieme

FLORESCA E FEDERICO

Ah! compensa un sol diletto

mille giorni di martir.

ERMANNO

Moderate il vostro affetto;

non vi fate, oh dio sentir.

FLORESCA

(con somma premura, e sotto voce)

Appena il fosco velo

spieghi la notte in cielo,

la preparata fuga

da noi si compirà.

FEDERICO

Prima che spunti il giorno,

il rustico soggiorno

della nutrice mia

asilo a noi darà!

ERMANNO

Domani, al nuovo lume,

pronti varchiamo il fiume,

tosto siam fuor di stato,

e respiriam colà!

FLORESCA, FEDERICO E ERMANNO

Più dell'usato affrettati

o notte, per pietà!

(suono di trombe)

ERMANNO

Oh! déi! qual periglio!

Finito è il consiglio.

FEDERICO

Lasciarci conviene.

FLORESCA

Deh! fuggi mio bene

ti torna a celar.

Insieme

FLORESCA E FEDERICO

Addio! ti consola!

coraggio! speranza!

Per poco ci avanza

ancora a penar.

ERMANNO

Nasconditi, vola;

prudenza! costanza!

Per poco ci avanza

ancora a penar.

(Floresca si ritira: Ermanno spinge frettoloso Federico sotterra;

rinchiude il trabocchello, e mentre vuol ritirare la chiave dalla testa di bronzo esce Tollo.

Ermanno parte sollecitamente)

Scena settima

Tollo, indi Federico.

TOLLO

Come il signor Ermanno

parte di qua ingrugnato!

Forse non ha trovato

addobbata la stanza a suo piacere.

Tollo, Tollo, fa tosto il tuo dovere.

Oh! guardate per bacco

mi scordai di spazzar quelle testacce.

Sbrighiamoci... Oh! che facce!

Mai non mi accosto a lor senza paura,

(alla statua del trabocchello)

massime a te, bruttissima figura.

(accostandosi alla medesima si accorge della chiave lasciata da Ermanno)

Ma, che veder mi tocca?

Porta una chiave in bocca,

ed io buffone, non me n'era accorto!

(volge la chiave, si apre il trabocchello, e n'esce come prima Federico)

FEDERICO

Ermanno!

(si accorge di Tollo)

Ah! son perduto.

TOLLO

(vedendo uscir di terra Federico trema ecc.)

Ahimè! son morto.

(correndo a lui che vorrebbe gridare, e fuggire)

FEDERICO

Ferma, taci: o ch'io t'ammazzo;

(impugna una pistola)

non ti movere di là.

TOLLO

Son dieci anni che vi spazzo,

statua mia, pietà, pietà.

FEDERICO

(Ha paura: approfittarne

opportuno a me sarà.)

TOLLO

(Qual paura! il bronzo in carne

s'è cambiato in verità.)

FEDERICO

Dimmi: ove vai?

chi sei? che fai?

TOLLO

Pe' i fatti miei

andar vorrei.

FEDERICO

Vanne.

TOLLO

Son presto.

FEDERICO

Fermati.

TOLLO

Resto.

FEDERICO

Vieni.

TOLLO

Son qua.

Insieme

FEDERICO

(Costui m'impaccia:

quel ch'io ne faccia

il mio pensiero

trovar non sa.)

TOLLO

(Che brutta faccia!

come minaccia!

sudar davvero,

gelar mi fa.)

FEDERICO

Gente arriva: scoperto son io.

TOLLO

Vi coprite di bronzo di nuovo.

FEDERICO

(Ho deciso: altra strada non trovo.)

TOLLO

(Pensa al modo che m'ha da scampar.)

FEDERICO

Il tuo manto mi dona, e il cappello.

TOLLO

Tutto quello ~ signor che vi par.

Insieme

FEDERICO

Non mi scappi; venire déi meco:

non aver, se mi segui, spavento.

Se resisti, se gridi un momento,

le cervella ti faccio saltar.

TOLLO

Io non scappo: ombra grande son teco;

di seguirti son proprio contento.

Solo il tempo di far testamento

io ti prego a volermi accordar.

(Federico vestito col mantello ecc. di Tollo, chiude questi a forza nel trabocchello, e fugge via per la gran porta rapidamente)

Scena ottava

Adolfo, Floresca, Ermanno con gran Séguito, e Coro.

CORO

Viva, viva il nostro principe

nostra gloria, e nostro amor:

come il presente

giorno ridente

mille giorni a lui risplendano,

e a colei cui dona il cor.

ADOLFO

Questo, amabil Floresca,

è il fortunato istante in cui promessa

la bella man m'avete:

spero che al par di me lieta sarete.

FLORESCA

(E fingere dovrò?)

ADOLFO

Voi non parlate?

I begli occhi abbassate?

Ah! quel pudor che in voi ravviso, e quella

modestia sì gentil vi fa più bella.

Scena nona

Riccardo, e detti.

RICCARDO

Altezza; questo foglio

ha recato un corrier, e a quanto appare

novella annunzia a voi di sommo affare.

ADOLFO

Leggiamo...

(legge, e si turba)

Ermanno; mira:

il giovine guerrier che proteggevi,

e che avrebbe, dicevi,

stima, ed amor da tutti noi mertato;

Federico...

FLORESCA

(Infelice!)

ADOLFO

Ha disertato.

ERMANNO

Forse colpevol meno

di quel che sembra ei fia, forse...

ADOLFO

Che dici?

Nulla scusar potria sì grave errore.

FLORESCA

(Come mi trema il cor.)

(si sentono due colpi sotto il pavimento)

ADOLFO

(sorpreso)

Ma, qual rumore?

(ripetono i colpi)

FLORESCA

(Incauto sposo.)

ERMANNO

(Ei si è tradito.)

ADOLFO

(insospettito)

Ermanno,

voi sol la chiave di quel loco avete...

tosto a veder correte...

ERMANNO

(indeciso)

Ah!... signor...

FLORESCA

Per pietà, fermate, udite...

ADOLFO

Qual sospetto!

ERMANNO

(È perduto!)

ADOLFO

Andate; aprite.

Si apre il trabocchello, e n'esce Tollo spaventato; sorpresa generale.

Insieme

FLORESCA E ERMANNO

Ah! respiro: non è lui,

è fuggito si è salvato;

grazie, o ciel, che l'hai guidato,

lo accompagni il tuo favor.

RICCARDO E CORO

Chi mai vedo? qui costui?

Come mai là dentro è andato?

Gran sospetto è in lui destato,

e mi par che cresca ognor.

ADOLFO

Chi mai vedo? qui costui?

Come mai là dentro è andato?

Il sospetto in me destato

s'incomincia a far maggior.

TOLLO

Dove sono? ov'è colui?

Son davver risuscitato?

Non ho voce, non ho fiato,

d'esser morto io temo ancor.

ADOLFO

Parla: audace!

TOLLO

Sì signore.

ADOLFO

Chi ti fece entrar colà?

TOLLO

Uno spettro.

ADOLFO

Mentitore!

TOLLO

Un fantasma in verità.

FLORESCA E ERMANNO

(Ah! nel sen mi trema il core

ogni cosa scoprirà.)

ADOLFO

Parla, o trema...

TOLLO

Sì signore,

ecco il fatto come sta.

Io spazzava le teste di bronzo

quando in bocca alla testa più grave

spuntar vidi, e girarsi una chiave,

e repente apparire qui su...

FLORESCA

Taci, taci...

ADOLFO

Chi venne?

TOLLO

Un gigante.

ADOLFO

Con qual veste?

TOLLO

Era simile a questa.

ADOLFO

E che fece?

TOLLO

Mi prese pe 'l collo

come un pollo ~ e mi spinse là giù.

ADOLFO

Basta: intesi; conosco l'inganno:

so ch'Ermanno ~ l'autore ne fu.

Insieme

TOLLO

Ermanno! e fia possibile!

Un uom di tanto merto!

Bravo! commercio aperto

tiene coll'ombre ancor.

FLORESCA E ERMANNO

Ah! che non giova il fingere

è tutto ormai scoperto:

mi accusa il core incerto,

mi scopre il mio timor.

ADOLFO

Tace confuso il perfido,

è di pallor coperto:

il tradimento è certo,

me 'l dice il suo terror.

ADOLFO

Fellone! a me palesa

gli empi disegni tuoi.

ERMANNO

Altro disegno, altezza

non ho che il ben di voi.

ADOLFO

Quel disertore?

ERMANNO

È un misero.

ADOLFO

In mio poter cadrà.

Olà, soldati, inseguasi.

FLORESCA

Deh! per pietà, fermate.

ERMANNO

(Non vi tradite, e a fingere,

contessa seguitate.)

ADOLFO

De' miei nemici complice

Floresca ancor si fa?

FLORESCA

Se aver pietà dei miseri

colpa da voi si appella,

(nobilmente, e coraggiosa)

son rea, né so pentirmene,

di colpa così bella,

e chi ripon suo vanto

in crudeltà soltanto

odio da me si merita

e in odio a me sarà.

ADOLFO

Tutte io so ben le trame...

FLORESCA

Norma da lor prendete.

ADOLFO

So che d'amore infame...

FLORESCA

Signor, non mi offendete.

ADOLFO

Tremate omai...

FLORESCA

(con forza)

Tremar!

I vostri schiavi tremino;

tal non son io finora:

libera posso ancora

gli oltraggi vendicar.

ADOLFO

Sì, tremerai: correte.

Si arresti il disertore:

questa fatal struggete

pompa d'infausto amore.

Armata solo or mostrisi

l'offesa maestà.

FLORESCA

Ah! fermate.

ADOLFO

No; volate.

FLORESCA

Deh! sentite.

ADOLFO

Offeso io sono.

Insieme

ADOLFO

No: non merita perdono

chi ribelle a me si fa.

FLORESCA

Sventurata appieno io sono,

vano è chiedere pietà.

TUTTI

Questo giorno di sciagura

promettea brillar sereno:

d'improvviso il sol s'oscura,

di tempeste il cielo è pieno:

e di lagrime cagione,

non di gioia a noi sarà.

Atto secondo
Scena prima

Vasta Campagna. In fondo alla scena s'innalza una gran rupe scoscesa che s'avanza sul Danubio, il quale scorre in prospetto. Da un lato un grande albero, e un avanzo di rovine, dall'altro una capanna.
È sera.
Scendono da dirupi i Giardinieri armati, Tollo li conduce.

CORO

Già la notte si avvicina;

si fa il cielo tenebroso;

un momento di riposo

qui si prenda, e poi si andrà.

TOLLO

Dite bene: si riposi;

grondo tutto di sudore.

Maledetto disertore!

Come correre ci fa!

Ma il promesso pagamento

ogni stento addolcirà!

TUTTI

Di cent'ungheri la somma

a chi 'l prende o vivo, o morto,

un bonissimo conforto

certamente apporterà.

Scena seconda

Tollo, indi Anna.

TOLLO

Giacché son capitato alla capanna

della buona mia zia

con un bicchiere voglio ristorarmi;

meglio così darò di piglio all'armi.

Anna! Anna!

ANNA

(dall'uscio)

Chi chiama?

TOLLO

Son io, mia cara zia.

ANNA

Tu qui!

TOLLO

Pur troppo.

Correre di galoppo

per un buon paio d'ore

ci ha fatto un disgraziato disertore.

Ma guai! già in traccia d'esso

corre il principe istesso.

ANNA

Un qualche grande

certo sarà.

TOLLO

Sì: un grande... È un malandrino,

un ladro, un assassino,

un che faceva il morto, ed era vivo,

per rubarmi il vestito,

e per farmi morir dalla paura:

se lo trovo lo ammazzo a dirittura.

ANNA

Ma come? io non t'intendo.

TOLLO

Ah! m'intendo ben io.

ANNA

Narrami almeno.

TOLLO

Udite, e al mio periglio

inarcherete per sorpresa il ciglio.

Figuratevi una festa,

una sala prodigiosa...

Una chiave ad una testa

grossa, brutta, e rugginosa...

Me che ardito più dell'uso,

sto guardando quel gran muso,

e quel muso guarda me.

Quando a un tratto ~ di soppiatto

lunga, lunga, e ritta in piè

si presenta, e co' le braccia

mi minaccia...

(colpi di tuono: Tollo è spaventato)

Ahimè! ahimè!

ANNA

Non è niente: è stato un tuono.

CORO E TOLLO

Ci mancava la tempesta.

ANNA E CORO

Segui, segui.

TOLLO

Mentre io sono

con quell'ombra a testa a testa;

una spada, una pistola...

(colpo di tuono)

ahi!... mi manca la parola...

(altro colpo)

ahi!... non posso seguitar...

(principia la burrasca)

TOLLO

Ah! mia zia, per quel ch'io sento

di spavento ~ ho da crepar.

TUTTI

Via fuggiamo, via lasciamo

la tempesta terminar.

Si disperdono per gli scogli ecc. Tollo, Anna, e molti altri entrano nella capanna. La burrasca è al colmo. Comparisce dalla rupe Federico smarrito. Notte oscurissima.

Scena terza

Federico solo dalla rupe.

Ove mi aggiro? ove son io? Natura

contro di me congiura;

avversi ho gli elementi, e all'aer bruno

non discerno sentier, né asilo alcuno.

Ah! serbami a Floresca,

serbami all'idol mio, cielo pietoso:

sono infelice, sono amante, e sposo.

Cessate, oh dio! cessate

smanie che m'agitate,

lasciate, che respiri

almen per poco il cor.

Ridotto presso a morte

m'opprimono i martiri,

ma contro irata sorte

mi darà forza amor.

(la tempesta va scemando)

Che veggo! oh speme amica!

(guarda intorno, e ravvisa il luogo)

Il nembo terminò.

Nella capanna antica

in salvo alfin sarò.

Cara valle solitaria

ove al giorno apersi i rai,

ti conosco ai dolci palpiti,

che destando in cor mi vai,

sento l'aura pura, e placida,

che mi venne ognor da te.

Breve istante di conforto,

dolce porto ~ accorda a me.

Aperto è l'uscio... entriam... odo rumore.

Che sento?... disertore!

Più voci han proferito il nome mio.

Ah! perduto son io se qui mi arresto.

Calpestío di cavalli

sembrami udir vicino, e fragor d'armi.

Ah sì, qualcun si appressa: ove celarmi?

(si nasconde dietro le rovine)

Scena quarta

Tollo con séguito di Montanari esce dalla capanna, e detto in disparte.

TOLLO

Sì, sì, lo troveremo.

Voi lungo il fiume andate, e voi per l'erto.

Attenzione, e silenzio: il colpo è certo.

FEDERICO

(Cielo! costui chi fia?)

(i montanari si disperdono)

TOLLO

Ha ragione mia zia.

Cosa mi ha fatto mai quell'infelice?

Sento che il cor mi dice

che merita pietà: se qui venisse

ben volontier gli accorderei perdono.

FEDERICO

Salvami dunque: in tuo potere io sono.

TOLLO

(gridando forte)

Aiuto, amici, aiuto!

FEDERICO

Taci... pietà...

TOLLO

Compagni, abbasso, abbasso;

il disertore è in nostra man caduto.

Scena quinta

Mentre Tollo si allontana per chiamare i Compagni esce Floresca con degli Amici travestiti da soldati: essa pure è in abito militare.

FLORESCA

(vede Federico)

Fermati... arresta. (È desso.)

FEDERICO

(si abbandona su d'un sasso)

Io son perduto.

FLORESCA

Compagni a voi consegno

il disertor: tosto in prigion sia tratto;

tu vanne, e narra il fatto: omai bisogno

non vi è dell'opra tua.

TOLLO

(Mi sembra un sogno.)

FLORESCA

(Si allontani costui.)

TOLLO

Ma la mercede...

FLORESCA

L'avrai.

TOLLO

Mi fido a voi.

FLORESCA

Vanne in malora.

TOLLO

Vado... una cosa ancora.

Chi siete?

FLORESCA

Delle guardie capitano.

TOLLO

Va bene: ungheri belli io v'ho già in mano...

(parte)

Appena Tollo è partito Floresca e i compagni vanno spiando alcun poco d'intorno. Tutto è tranquillo.

Floresca corre a Federico che è sempre rimasto appoggiato sul sasso, e afflittissimo.

FLORESCA

Federico! mi ravvisa...

FEDERICO

Tu, Floresca! o gioia estrema.

FLORESCA E FEDERICO

Lascia, oh dio! che al sen ti prema,

incomincio a respirar.

FLORESCA

Sarem fra poco

fuor di periglio:

pronto è il naviglio,

non può tardar.

FEDERICO

La tua presenza

mi dà valore:

soltanto amore

mi può salvar.

(il battello si appressa)

FLORESCA

Ecco il naviglio.

FEDERICO

Coraggio andiamo.

FLORESCA E FEDERICO

Mio ben consolati,

in salvo siamo.

Più non ci resta

da palpitar.

Floresca e Federico si avvicinano al battello, donde scende Ermanno.

ERMANNO

(sotto voce)

Floresca...

FLORESCA

Ermanno amico...

ERMANNO

Son io... ma Federico?...

FLORESCA

È questi presso a me.

ERMANNO

Oh fortunato istante!

Oh ben premiato zelo!

Deh tu corona, oh cielo,

l'opra della mia fé.

Nell'atto che Floresca, Federico ed Ermanno si dispongono a montar sul battello si veggono coprir le rupi da' Soldati, e Montanari guidati da Riccardo.

RICCARDO E CORO

Arrestate ~ invan tentate,

traditori, di fuggir.

FLORESCA, ERMANNO E FEDERICO

Ci abbandona il ciel tiranno,

ci tradisce avversa sorte.

Si combatta almen da forte:

pria che cedere, morir.

CORO

Arrestate ~ invan tentate,

traditori, di fuggir.

Scendono i Soldati ecc., si sviano combattendo.

Scena sesta

Adolfo, e Riccardo con Séguito, indi Tollo.

RICCARDO

Non vi esponete, altezza, un disperato

potria tutto tentar.

ADOLFO

Di rabbia io fremo.

RICCARDO

Tosto in poter l'avremo,

custodito è da' nostri ogni contorno,

né può tardar a comparire il giorno.

Quella capanna intanto

di ritiro vi serva, e di riposo.

ADOLFO

Inquïeto, smanioso

è talmente il mio core,

che ogni riposo mi verria conteso.

TOLLO

(accorrendo)

Altezza... il disertore...

ADOLFO

(con premura)

È preso?

TOLLO

È preso.

ADOLFO

Vanne, vola, Riccardo; al mio cospetto

il fellone conduci.

(Riccardo parte)

ADOLFO

Alfin vendetta

piena io farò di così rea baldanza.

TOLLO

(Ora sì che sta fresco.)

ADOLFO

Egli si avanza.

Scena settima

Adolfo, indi Floresca.

ADOLFO

(a Floresca da lui creduto Federico)

Avvicinati.

FLORESCA

(che si tiene coperta)

(Ardir: fuor di periglio

a quest'ora è lo sposo.)

ADOLFO

Alzarmi in fronte

tu non osi lo sguardo! Or via ti appressa,

e del tuo fallo enorme

ragion mi rendi: chi a tradir ti spinse

principe, patria, onore?

Perfido, parla; qual cagione?

FLORESCA

(scoprendosi)

Amore.

ADOLFO

(sommamente sorpreso)

Voi, contessa! in quelle spoglie

come osate a me mostrarvi?

Trema il labbro in domandarvi

perché mai vi trovo qua.

FLORESCA

Io non tremo: amor di moglie

mi sostenne, e ardir mi porse:

il mio sposo in salvo corse,

più timore il cor non ha.

ADOLFO

Moglie voi!

FLORESCA

Di Federico

la consorte in me vedete.

ADOLFO

Traditrice! più no 'l siete;

i suoi giorni io troncherò.

FLORESCA

Non potete: il fatto amico

in sicuro lo guidò.

Scena ottava

Riccardo, e Federico in mezzo a' Soldati, e detti.

RICCARDO

V'ingannate: Federico

prigioniero alfin restò.

(appena esce Federico Floresca si precipita nelle sue braccia)

Insieme

FEDERICO

Sposa! tentammo invano

sottrarci all'empia sorte:

dolce mi fia la morte

se moro in seno a te.

FLORESCA

Sposo! tentammo invano

sottrarci all'empia sorte:

no, non potrà la morte

dividermi da te.

ADOLFO

Fuggir tentasti invano

alla tua giusta sorte:

fra poco avrai la morte

lieve supplizio a te.

ADOLFO

Il consiglio sia tosto raccolto:

voi serbate in catene l'indegno.

FEDERICO

Pria ch'io mora, signor...

ADOLFO

Non ti ascolto.

FLORESCA

Il mio pianto...

ADOLFO

Più accende il mio sdegno.

FLORESCA

Trema o barbaro: un giorno vendetta

del suo sangue tremenda farò.

ADOLFO

Dividete, soldati, costoro.

FLORESCA E FEDERICO

Deh! fermatevi: ancora un amplesso.

FEDERICO

Ti rammenta, che sol per te moro.

FLORESCA

Ah! mi sia di seguirti concesso.

FLORESCA E FEDERICO

Dove forza i crudeli non hanno

più felice, ben mio, ti vedrò.

Non è vero che uccida l'affanno,

se pur tanto soffrire si può.

ADOLFO

Sento in cor, che pietade mi fanno,

ma servire alla legge saprò.

(partono da parti opposte in mezzo ai soldati)

Scena nona

Tollo, indi Anna.

TOLLO

In casa nostra il principe!

E mia zia non si trova?

ANNA

Ah! Tollo, Tollo!... che cattiva nuova!

TOLLO

Come! Che avvenne mai?

ANNA

Meschina me! non sai...

Quel disertor...

TOLLO

Ebben?...

ANNA

Quel poveretto...

Io lo vidi, è Giorgetto,

il misero orfanello

ch'io nutrii col mio latte...

TOLLO

È quello?

ANNA

È quello.

Vieni, corriamo, andiamo

ai piedi del sovrano.

TOLLO

A che far?

ANNA

Lo vedrai, seguimi... Oh! dio!...

Perdo il cervello.

TOLLO

Ei se n'andrà col mio.

(partono)

Scena decima

Interno della casa di Anna: la porta d'ingresso, e due grandi finestre aperte lasciano vedere la campagna. Tanto il grand'uscio, quanto le porte laterali che mettono ad altre stanze sono circondate dalle Sentinelle.
Riccardo, poi Anna, indi Tollo.

RICCARDO

Fra poco il gran consiglio

decide del destin di Federico,

né pensa Ermanno di salvar l'amico?

A palesar l'arcano,

onde la vita d'ambedue dipende,

qual maggior uopo il neghittoso attende?

ANNA

Ah! Signor uffiziale,

ditemi per pietà dov'è il sovrano?

RICCARDO

Voi tentereste invano

di favellargli. Ordine abbiam che niuno

ardisca di venire in sua presenza.

(parte)

TOLLO

Ah! mia zia, proferita è la sentenza.

Scena undicesima

Floresca trattenuta da Adolfo, e detti.

FLORESCA

Lasciatemi.

ADOLFO

Fermate.

FLORESCA

Io voglio il fato

udir del mio consorte.

TOLLO

È condannato.

(tutti s'inginocchiano a' piedi di Adolfo)

FLORESCA, ANNA E TOLLO

Così barbara sentenza

non lasciate oh! dio compir.

ADOLFO

Non mi è dato ~ usar clemenza.

È segnato ~ il suo morir.

FLORESCA

Non vi lascio.

ADOLFO

Invan pregate.

TOLLO

Perdonate.

ADOLFO

Far no 'l posso.

FLORESCA E TOLLO

In non ho più sangue addosso,

io mi sento oh dio! mancar.

ADOLFO

Da quel pianto io son commosso,

né mi lice perdonar.

Scena dodicesima

Ermanno frettoloso ed agitato, e detti.

ERMANNO

Altezza, a voi mi prostro,

salvate il figlio vostro.

Del condannato giovine

voi siete il genitor.

ADOLFO

Come? che sento?

FLORESCA

Oh! gioia.

ADOLFO

Spiegati.

ERMANNO

La tradita

Elisa a lui diè vita,

e a me lo consegnò.

ADOLFO

Oh Elisa! o figlio mio!

Presto, volate, oh! dio!

(si ode una scarica di moschetti)

ERMANNO

Non è più tempo.

FLORESCA

(sviene)

Io moro.

ADOLFO

(con tutto il dolore)

Il figlio mio spirò!

TUTTI

Giorno orrendo! iniqua sorte!

chi mi regge? chi mi aita?

Mi circonda orror di morte,

trema l'anima smarrita.

Quanto io miro, quanto io sento

mi ricolma di terror.

TOLLO

Anche questa come il morto

par che voglia uscir di vita.

Manca il polso, il viso è smorto,

è già lesta, è già spedita.

Ah! signori, in un momento

ella è morta di dolor.

(Adolfo, Ermanno partono disperati; Anna, e Tollo rimangono in aiuto di Floresca)

Scena tredicesima

Tollo, Anna, Floresca, indi Coro di soldati, e giardinieri.

ANNA

Infelice signora!

TOLLO

È certo andata

a raggiunger lo sposo all'altro mondo.

ANNA

Taci, taci, respira.

TOLLO

Move i labbri, si gira.

FLORESCA

Ah! sventurata!

ANNA

In sé ritorna.

TOLLO

Ell'è risuscitata.

FLORESCA

Dove sono? vivo ancora?

Voi chi siete? che ascoltai?

L'ho perduto, oppur sognai?

Dite, oh dio! la verità!

ANNA

Deh! calmatevi, signora.

TOLLO

Forse anch'ei risorgerà!

FLORESCA

Ah! tacete: il vero intesi.

Sono al colmo i mali miei...

Ah! che piangere vorrei,

e più lagrime non ho.

Dolor sì barbaro

del pianto mio

la fonte, oh dio!

già consumò.

CORO

(di dentro)

Viva! viva!

FLORESCA

Oh! ciel! quai grida!

CORO

(di dentro)

Viva il padre, il figlio viva.

TOLLO

Vado, e torno.

(parte)

ANNA

Gente arriva.

CORO

(in scena)

Non è morto, si salvò.

FLORESCA

E fia vero? oh! gioia estrema!

ANNA

Deh! parlate, come andò?

TOLLO

(che ritorna frettoloso, e informa rapidamente)

Che Giorgetto era figlio del principe

informato Riccardo da Ermanno;

si servì di un bellissimo inganno,

dai moschetti le palle levò.

CORO

Ed il principe lieto, e contento

sul momento ~ gran festa ordinò.

FLORESCA

Al petto stringerlo!...

Uniti vivere!

Chi può il mio giubilo

immaginar.

Se ai lunghi pianti

dei veri amanti

Amor concede

egual mercede,

lieta è quest'anima

del suo penar.

CORO

Salvo lo sposo

alfin vedrai:

più non avrai

da palpitar.

(Floresca parte accompagnata da Anna, e dal coro)

Scena quattordicesima

Campagna amenissima: in fondo un filare di alberi intrecciati di ghirlande di fiori.
Gran folla di Villani, e Soldati.
Tutti i personaggi.

Coro generale.

CORO

Di lieti suonino

canti le sponde,

e li ripetano

le aurette, e l'onde

di questa terra

sacra ad Amor.

ADOLFO

Copra un eterno oblio

ogni passato affanno;

come gioisce il mio,

gioisca il vostro cor.

FEDERICO

Padre, consorte, amici,

vi abbraccio, al sen vi premo:

al par di me felici

sempre vi renda amor.

FLORESCA

Fra tanti cari oggetti

quest'anima divisa

è in preda a mille affetti,

che esprimere non sa.

CORO E ERMANNO

Gli esprime il tuo bel ciglio,

e il tuo gentil sembiante,

in cui dell'alma amante

dipinta è la bontà.

FLORESCA E FEDERICO

Oh! padre!

ADOLFO

Oh! figli!

Insieme

FLORESCA

Oh! sposo!

oh! amici! oh! lieto giorno!

FEDERICO

Oh! sposa!

oh! amici! oh! lieto giorno!

TUTTI

Tutto festeggi intorno

la mia felicità.

E la memoria tenera

di così dolci istanti,

fra padri, amici, e figli,

in cor di sposi, e amanti,

faranno eterni vivere

l'amore, e l'amistà.

Fine del libretto.

Generazione pagina: 14/01/2016
Pagina: ridotto, rid
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Locandina Atto primo Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Atto secondo Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima Scena tredicesima Scena quattordicesima