LA SCALA DI SETA
Farsa comica.
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Libretto di Giuseppe Maria FOPPA.
Musica di Gioachino ROSSINI.
Prima esecuzione: 9 maggio 1812, Venezia.
Attori:
DORMONT tutore |
tenore |
GIULIA pupilla |
soprano |
LUCILLA cugina di Giulia |
mezzosoprano |
DORVIL |
tenore |
BLANSAC |
basso |
GERMANO servitore di Dormont |
basso |
Un Servitore.
La scena segue in una campagna nelle vicinanze di Parigi, in casa di Dormont.
[Sinfonia]
Il teatro rappresenta l'appartamento di Giulia. Una porta nel fondo e due gabinetti ai lati. Sul davanti, una porta vetrata che conduce ad un poggiuolo. Dirimpetto, una porta a griglia che guida ad una stanza. Queste due porte debbone essere situale faccia a faccia dello spettatore.
Una tavola coperta da un tappeto, un burò, sedie.
Giulia, e Germano, poi Lucilla.
[N. 1 - Introduzione]
GIULIA
(inquieta)
Va' sciocco, non seccarmi,
qui sola vo' restar.
GERMANO
(con flemma)
Pazienza un pochettino,
lasciatemi parlar.
GIULIA
Da te non voglio nulla.
M'hai tu ben ben capito?
GERMANO
(con riso sciocco e malizioso)
Capisco che vicina
a prendere marito
avete, o padroncina,
un po' di convulsione.
Un'ottima lezione
perciò vi voglio dar.
GIULIA
(inquietandosi sempre più e passeggiando)
Non voglio sentir niente!
GERMANO
(andandole dietro)
Un savio colla barba...
GIULIA
Diventi impertinente!
GERMANO
ha detto già mill'anni...
Insieme
GERMANO
Che ognun che si marita
va a caccia di malanni!...
Non vo' che andiate in collera;
saprò poi terminar.
GIULIA
Che dica ch'abbia detto
a me non preme un zero.
Non farmi andar in collera,
va' via, non mi seccar.
(Germano parte.)
GIULIA
Son pur sola, alfin respiro.
S'allontani il caro oggetto.
Deh corona un dolce affetto
se pur senti amor pietà.
(s'avvia al gabinetto alla destra. Alla voce di Lucilla, che sorte, retrocede precipitosamente)
LUCILLA
Cugina, cugina!...
GIULIA
Un altro malanno!...
LUCILLA
Vi dice il tutore,
che in sala venghiate.
GIULIA
Verrò, ma frattanto
voi prima n'andate.
(Germano esce correndo)
GERMANO
Padrona, padrona...
GIULIA
Qui ancora scioccone!...
GERMANO
Mi manda il padrone...
GIULIA
Ho inteso, son lesta...
Insieme
GIULIA
Ma prima un affare
compir vo' alla presta.
Andate voi altri;
verrò, non capite!
Uscite, finite,
mi fate inquietar.
(O cielo quest'alma
mi fan palpitar.)
GERMANO E LUCILLA
Lasciate l'affare,
di poi finirete.
Andiamoci insieme,
gran cose saprete.
Via via colle buone,
non serve gridar.
(Quei detti quel foco
mi fan sospettar.)
(partono dalla porta del fondo, che vien chiusa da Giulia)
Giulia, e Dorvil.
(Giulia, chiusa la porta, apre il burò e ne trae una scala di seta, indi passa al gabinetto, e n'esce Dorvil)
GIULIA
Siamo sicuri. Uscite;
caro Dorvil sollecito partite.
DORVIL
O cielo! così presto?
GIULIA
Un giorno intero
vi par poco?
DORVIL
Un momento.
GIULIA
Eh al solito poggiuolo
questa scala attaccate, che vi serve
(gli dà la scala di seta, e poi va ad aprire la porta vetrata)
per venirmi a trovar, e tosto andate.
DORVIL
Ah! con quanto martir!
GIULIA
Perché?
DORVIL
A momenti
dée venir quel Blansac
destinatovi in sposo dal tutore.
GIULIA
Essendo vostra moglie
ei non mi può sposar.
DORVIL
Ma quando penso
alle espression d'amante
ch'egli sarà per farvi...
GIULIA
E che? geloso
siete tuttora? e mai
scaccerete da voi questa mania?
Non basta ch'io mi sia dinanzi all'ara
fatta segretamente a voi consorte?
Verrà la buona zia col cui consenso
v'ho sposata in segreto. Del tutore
per opra sua lo sdegno cederà.
E tutto allora in bene finirà.
DORVIL
E intanto?
GIULIA
A mezza notte
con il solito mezzo della scala
a trovar mi verrete,
e allo spuntar del giorno partirete.
Tutt'oggi, con periglio
che il tutor se ne accorga,
meco vi tenni. Egli or mi chiama: dunque
senz'altro indugio andate,
ed alla mezza notte ritornate.
DORVIL
Ubbidisco, ma ancora
non son le sei...
GIULIA
(vivamente)
Ogni cosa
vuoi rovinar?
DORVIL
No, no. Vado mia sposa.
(va al poggiuolo, attacca per di fuori la scala e scende)
Giulia, poi Dormont, e Lucilla
(Giulia dopo aver ritirato dal poggiuolo e rimessa nel burò la scala di seta, e chiusa la porta serrata)
GIULIA
Egli è sceso... respiro! Apriam la porta.
(va ad aprire)
A tempo egli è partito. Ecco il tutore.
(escono Dormont e Lucilla)
DORMONT
(un po' risentito)
Per bacco! tutto il giorno
perché chiusa nel vostro appartamento?
Pensate che a momenti
ritorna qui Blansac
destinatovi in sposo.
LUCILLA
(vivacemente)
O com'è bello,
amabile, elegante, allegro!...
DORMONT
Eh basta,
or non marito voi.
LUCILLA
(mortificata)
Lo so, pur troppo!
GIULIA
Vi supplico signore... troppo presto
concluso avete.
DORMONT
Anzi sia fatto, e lesto.
Detti, Germano frettoloso dal fondo.
GERMANO
Signor padron, signor padron...
DORMONT
Ch'è stato?
GERMANO
C'è il signor di... come diavol si chiama?...
Aspettate che vada a domandargli
il suo nome...
(per andare)
DORMONT
(trattenendolo)
È Blansac sicuramente.
GERMANO
Signor, sì, un nome in ac... Blansac!...
DORMONT
Stordito!
LUCILLA
(Che gioia!)
GIULIA
(Che imbarazzo!)
DORMONT
(a Giulia)
Vo ad incontrarlo. Voi pensate al modo
di ricever lo sposo degnamente.
(parte)
LUCILLA
Voglio andarlo a vedere destramente.
(parte)
GERMANO
Vado anch'io, servo suo...
GIULIA
Ferma... senti...
(imbrogliata a Germano e come per parlargli, ma s'astrae e parla seco medesima fantasticando)
GERMANO
Son qua.
GIULIA
(passeggiando e Germano le va dietro osservandola)
(Per liberarmi
da questo sposo qual util progetto
mi passa per la testa!)
GERMANO
Onde, signora?...
GIULIA
(Capisco che a Lucilla mia cugina
piace molto Blansac.)
GERMANO
Non ho capito
neppure una parola...
GIULIA
(guardando Germano)
(Se impegnarlo potessi
a sposarla in mia vece... la sciocchezza
di costui può giovarmi.)
GERMANO
Ma parlate
con me o col muro?
GIULIA
(artificiosamente)
Caro il mio Germano!
GERMANO
(con riso sciocco)
Caro!... oh perdono alla sua gran bontà!...
Cosicché... se si può...
GIULIA
Sentimi qua.
[N. 2 - Duetto]
GIULIA
Io so ch'hai buon core,
che m'ami davvero;
e un pegno d'amore
or bramo di te.
GERMANO
Ah cara padrona
se amor mi chiedete,
oh quanto volete
ne avrete da me.
GIULIA
(Per altro ci vuole
giudizio e prudenza!)
GERMANO
(Non trova parole,
cotanto è in ardenza!)
Insieme
GIULIA
(Se a lei si fa sposo,
che sorte per me!)
GERMANO
(Se dice davvero
che sorte per me!)
GERMANO
(vivamente)
Via chiaro spiegate...
GIULIA
(con artificiosa riserva)
Mi manca il coraggio...
GERMANO
(incalorendosi sempre più)
Son qui, comandate...
GIULIA
Sei pronto?
GERMANO
Prontissimo.
GIULIA
Disposto?
GERMANO
Ardentissimo.
GIULIA
(lo piglia a sé, e gli parla in aria del più grande segreto)
Attento ti bramo
all'ospite ognora:
e se mia cugina
con esso talora
fa un poco le carte
saper vo' da te.
GERMANO
(mortificato)
Io!...
GIULIA
Tu caro mio...
GERMANO
Io... grazie... pulito!...
Volete?... ho capito...
(Credea la braciola
d'avere sul piatto,
ma ohimè venne il gatto,
e via la sgraffiò.)
(affettando vivacità)
Oh in somma, poiché
son uomo di spirito,
andrò... sentirò...
e tutto dirò.
Insieme
GIULIA
Oh quanto son grata
a tanto buon core!
Gran prove d'amore
t'attendi da me.
GERMANO
O quanto son grato
a tanto buon core!
(ironico)
Gran prove d'amore
son queste per me!
(Giulia entra in un gabinetto, e Germano parte dal fondo)
Blansac, Dormont, Dorvil, un Servitore.
BLANSAC
Oh senza cerimonie... di buon core...
grazie... ma ov'è la sposa?
DORMONT
Giulia e certo allo specchio, ma a momenti
verrà qui.
BLANSAC
Alla campagna
non servon tante smorfie. Or finché viene,
conoscete Dorvil in questo amico
che vi presento.
DORMONT
Il nome suo m'è noto.
(civiltà con Dorvil che vi corrisponde, ecc.)
BLANSAC
Lo incontrai qui dappresso, e testimonio
lo vo' del mio contratto.
DORVIL
(Buono!)
BLANSAC
Doman sia fatto.
DORMONT
E doman si farà. Vo a dar degli ordini
e Giulia ad affrettar.
BLANSAC
(affettatamente)
Ve ne scongiuro.
DORMONT
Tutto compito fia, state sicuro.
(parte col servitore)
Blansac, e Dorvil.
DORVIL
(Distoglierlo tentiam da queste nozze.)
E che? tu ti mariti?
BLANSAC
Qual sorpresa!
DORVIL
So che il tuo core è instabil tanto.
BLANSAC
(in aria romanzesca)
Voglio
fissarlo divenendo il più fedele,
il più tenero sposo.
DORVIL
Odi in segreto.
Fai la più gran pazzia sposando Giulia.
BLANSAC
Perché?
DORVIL
(marcatamente)
Ho le mie ragion.
BLANSAC
Qual tuono mai
misterioso è questo?
DORVIL
(in aria di gran confidenza)
Per Parigi
si dice già che Giulia si fa sposa
solo per obbedire al suo tutore,
ma non perché ti stimi o porti amore.
BLANSAC
Ah cospetto! son punto. Ella non m'ama?
(vivissimamente)
Io non saprò piacere a lei? tu stesso
giudicar ne dovrai. All'entusiasmo
io sono già d'averti ritrovato.
DORVIL
Perché?
BLANSAC
Per riparare la mia gloria
qui presente ti vo' di mia vittoria.
(pensa)
DORVIL
(Quest'è proprio superbia!)
BLANSAC
Ma potrebbe
Giulia in presenza tua
avere dei riguardi... e allor... ci vuole
un ripiego... osserviamo...
(apre la porta con griglia)
DORVIL
(con rabbia segreta)
(Il mio espediente
proprio è in bene riuscito!)
BLANSAC
Ottimamente!
Asconditi qui dietro e osserva tutto
per doverne stupir.
DORVIL
Tu vuoi?...
BLANSAC
Va' lesto.
Vedrai, godrai...
DORVIL
Eh lascia...
BLANSAC
Quai riserve?
DORVIL
(Sì, conosciamo il cor di Giulia a fondo.)
BLANSAC
Ebben, che dici?
DORVIL
Il tuo desir secondo.
[N. 3 - Aria]
Vedrò qual sommo incanto
di femmina nel petto
rechi un novello affetto,
o un lusinghiero ardor.
(Bramo l'istante e il temo.)
Curioso è l'accidente...
(Ah che in pensarvi io fremo...)
Ti credo assai possente:
del tuo trionfo io stesso
sarò qui ammirator.
(Ah se per te m'accendo,
deh non tradirmi ancor.)
(entra nella porta a griglia e si chiude)
Dorvil nascosto. Blansac, poi Germano, indi Giulia.
BLANSAC
Io non so conquistar un cor di donna?
Un Blansac! impossibile!
(esce Germano, e non veduto, si ferma indietro in osservazione presso un gabinetto)
GERMANO
(Eccolo qui, osserviamo,
e a servir la padrona incominciamo.)
(entra nel gabinetto e si fa vedere a suo tempo)
BLANSAC
Son punto, e la vedremo.
(esce Giulia, concentrata in sé stessa)
GIULIA
(Sì, voglio che Blansac sposi Lucilla,
e in tal guisa allontano il mio periglio.)
DORVIL
(aprendo un poco, a Blansac, che se gli trova vicino)
Mi sembra assai pensosa.
BLANSAC
Taci.
GERMANO
(osservando Dorvil)
(Oh bella!
un altro lì in gabbiotto!)
GIULIA
(Ma conosciamo in prima s'egli è tale
da renderla felice.)
BLANSAC
(scoprendosi)
Ah bella Giulia
posso offrirvi una volta i voti miei!
N'è rapita quest'alma!
Deh! perché mai celarvi a chi v'adora?
GIULIA
Voi supponete d'essere un amante
tenero!
BLANSAC
Tenerissimo.
GIULIA
Con vostra buona grazia non vi credo.
BLANSAC
Quest'è un ingiusto oltraggio.
GIULIA
Voi volete
piacere a tutte, e, s'ho da dirvi il vero,
non mi sapete interessar.
DORVIL
(Va bene!)
GERMANO
(Ma perché mai quell'altro fa bao bao?)
BLANSAC
Signora!...
GIULIA
Ognun vi taccia di leggero.
BLANSAC
Ah che più non lo sono. È l'incostanza
dell'età mia il difetto, ma i suoi dritti
su me ragion riprende.
Finché libero io fui correr potei
di bella in bella, ma se d'esser fido
ad una degna sposa io giurerò
lei sola eternamente adorerò.
GIULIA
Dite davvero! voi
così parlando m'incantate.
DORVIL
(Ohimè!
che vuol dir questo?)
GERMANO
(Oh bella! si rimescola!)
GIULIA
(Egli mi par sincero, e di Lucilla
può far la sorte.)
BLANSAC
(Ella di già s'accende.)
GIULIA
E voi certo?...
BLANSAC
Ah qual dubbio! egli m'offende!
[N. 4 - Quartetto]
Sì che unito a cara sposa
io sarò fedele ognor.
DORVIL
(A qual barbaro cimento
or si trova questo cor!)
GIULIA
Ah ch'io temo che sincero
non sia il voto dell'amor.
GERMANO
(Qui v'è sotto qualche imbroglio,
qui v'è troppo mal umor.)
BLANSAC
Sì che a lei sarò costante.
GIULIA
Sempre fido!
BLANSAC
Sempre amante...
di tutti i sposi sarò il miglior.
Insieme
GIULIA E BLANSAC
I voti unanimi, la tenerezza,
gioie, desiri, piaceri, ebbrezza!
ah quest'è un'anima felicitar.
DORVIL
(Bravi si servano, vadano avanti;
godano pure de' loro incanti,
ma tutto in aria farò volar.)
GERMANO
(Quel si rimescola, quello riscaldasi...
ah qui di certo v'è uno sconcerto...
voglio la storia deciferar.)
GERMANO
(accostandosi a Giulia ed accennando ov'è Dorvil)
Padrona, è lì...
GIULIA
(fissando Blansac)
Lo vedo.
GERMANO
(incalzando il lazzo)
No no ch'è lì...
GIULIA
Sei matto!
GERMANO
È lì dico!...
GIULIA
Ma chi?
(Blansac apre la porta e n'esce Dorvil. Sorpresa, ecc.)
BLANSAC
(a Dorvil in aria di trionfo)
Sei già scoperto. Avanti.
Dimmi, chi porta i vanti?
DORVIL
(ironico)
Con lei me ne consolo
amabile signora.
Quei dolci affetti teneri
si goda lieta ognora.
Esempio è suo bel core
di vera fedeltà.
GIULIA
Che ardire! che imprudenza!...
(Freniamci.)
(a Blansac)
Ei come qua?
BLANSAC
(come sopra)
Io stesso l'ho condotto
e il volli testimonio
di mia felicità.
DORVIL
Insolente e chi t'ha detto
(ognuno tirando a sé Germano che si mostra imbarazzatissimo)
ch'io colà mi stava ascoso?
GERMANO
Compatite mio signore,
per istinto io son curioso.
BLANSAC
Dimmi un po' chi t'ha ordinato
metter man ne' fatti miei?
GERMANO
V'assicuro che l'ho fatto
sol per dare gusto a lei.
GIULIA
Io che c'entro se ciascuno
qui di te si chiama offeso?
GERMANO
Padroncina, perdonate
v'avrò forse mal inteso.
Insieme
BLANSAC E GIULIA
(a Germano)
Tu sei causa bestia matta!...
(a Dorvil)
Pria si sente, pria s'intende...
(a Germano)
Per te ognuno è in convulsione...
sempre ben non si comprende...
(a Dorvil)
Ah la testa in confusione
traballare or qui mi fa!
DORVIL
(a Germano)
Tu sei causa bestia matta!...
(a Giulia e Blansac)
Tutto chiaro ho ben sentito...
(a Germano)
Per te ognuno è in convulsione...
pienamente ho già capito...
(a Giulia)
Ah la testa in confusione
traballare or qui mi fa!
GERMANO
Ma pazienza miei signori...
veh che caso indiavolato!...
Vi dirò la mia ragione...
bella mancia che ho pigliato!...
Ah la testa in confusione
traballare or qui mi fa!
(Giulia e Germano partono)
Blansac e Dorvil.
BLANSAC
(vivamente)
Va' là presto, va' là! del mio trionfo
riempi tutta Parigi.
DORVIL
Io!...
BLANSAC
Te ne spiace?
DORVIL
Anzi ne godo, e corro sul momento
a darti lode. (O gelosia, o tormento!)
(parte dal fondo)
Blansac e Lucilla.
BLANSAC
Or andiam dal tutor...
(esce Lucilla)
Bella Lucilla,
voi qui?
LUCILLA
Credea trovarvi mia cugina...
io vado...
BLANSAC
Deh! un istante. Mi sembrate
molto più bella.
LUCILLA
Oh adesso mi burlate!
BLANSAC
Parlo da senno.
LUCILLA
E mia cugina?
BLANSAC
E come
vicino a voi d'altra beltà si puote
rammentar o parlar?
LUCILLA
Che dite mai?
forse che mia cugina?...
BLANSAC
Essa è adorabile,
ma non è sola in cui beltà s'accolga.
V'è qualch'altra...
LUCILLA
Signore,
arrossir voi mi fate.
BLANSAC
Ebben, più cara
vi rende quel rossor.
LUCILLA
Cara! a chi mai?
Priva di merti, io temo che la vostra
eccedente bontà a riguardo mio
ingannare vi possa.
BLANSAC
O quanto mai
felice si saria
arrivando a piacervi!
LUCILLA
Veramente
non ho crudele il core,
né mi duole goder l'altrui favore.
[N. 5 - Aria]
Sento talor nell'anima
un dolce movimento,
che lusinghiero e tenero
mi va parlando in sen.
Allor se un caro sposo
avessi al fianco mio,
quanto nel cor desio
saria compito appien.
(parte)
Blansac poi Germano, con lume.
BLANSAC
Bellissima! il casetto e proprio nuovo!
Cerco una bella, e due qui ne ritrovo.
(esce Germano)
GERMANO
Signore.
(posa il lume sul burò)
BLANSAC
Cosa vuoi?
GERMANO
La compagnia
è già rientrata nel salone.
BLANSAC
Han detto
che ad avvertir mi venga?
GERMANO
Signor no.
Ma non importa. Allor che si sta solo
si prova noia... ma... oh sì sì... vicino
(con riso sciocco)
alla signora Giulia... mi capite...
è vero?... si sta bene, anzi benone.
BLANSAC
Ah bravo! hai dello spirito. Vedete
come si vanno calunniando gli uomini!
Dicono che sei sciocco!
GERMANO
(in aria di goffo complimento)
Oh signor mio!...
grazie... voi siete buono...
BLANSAC
(ridendo)
Addio, addio.
(parte dal fondo)
Germano solo.
E ognun mi dice sciocco! E anche Tognetta
se fo all'amor con lei... me ne dispiace...
io so che ho dello spirito...
oh finiamo le ciarle. Si fa notte.
Chiudiam porte e finestre...
(sbadiglia)
veramente
ho bevuto un pochetto...
Cominciamo da questo gabinetto.
(entra nel gabinetto alla sinistra, lasciando il lume sul burò)
Giulia, poi Germano.
GIULIA
Sollecitiam perché Blansac si sposi
domani a mia cugina. ~ E quel Dorvil
qui trattenersi? Ah perché un sol momento,
almeno alla sfuggita,
non potei favellargli!
Ma appieno il torto suo conoscerà,
e per forza perdon mi chiederà.
GERMANO
(uscendo, trattenendosi in disparte, parlando da sé, non veduto da Giulia, che parla sempre astratta)
(Qui ancor la padroncina...)
GIULIA
Ma no 'l potrà ottenere
se non a mezza notte...
Or sotto il mio balcon forse m'attende.
GERMANO
(Sotto il balcon!)
GIULIA
Sarei
troppo crudel, se a lui
negassi il randevu.
GERMANO
(Il randevu! picciole bagatelle!)
GIULIA
Esso è geloso, è vero,
ma d'un amor sincero
quest'è prova fedele... ormai vicina
è già la mezza notte.
GERMANO
(La mezza notte!)
GIULIA
Al punto
egli è già di venir. Dunque attacchiamo
la nostra scala sul balcone e andiamo.
(s'incammina al burò poi si ferma con riflessione)
E il povero Blansac!
GERMANO
Blansac!... ah! intendo.
È l'amico aspettato...
ora capisco tutto.
GIULIA
Ma se mai,
ora che il mio tutore
è in si gran movimento
o sospetta o discopre... Ah! qual cimento!
[N. 6 - Recitativo e Aria]
Il mio ben sospiro e chiamo
vita e speme a questo core;
ma fra l'ombre del timore
son costretta a palpitar.
Ah si vada... qui che fai?
(accorgendosi di Germano che fa vista d'entrare nell'altro gabinetto)
Vai a chiuder?... Ti dispenso...
Vien qualcun... Chi sarà mai?...
(osservando verso la porta del fondo)
È il tutor sicuramente!...
Gli dirai... (Cresce l'imbroglio...)
tu va pur... (Confusa incerta
io mi sento vacillar.)
(Quanto pena un'alma amante!
Quanto costa un vero amar!)
(entra nel gabinetto a sinistra e si chiude)
Germano, poi Blansac.
GERMANO
Brava! vada, si serva...
che grand'uom che son io! Scoperto ho il tutto.
È chiaro, è indubitabile, è sicuro.
Qui il signor di Blansac
deve venire a mezza notte! buono!
un randevu! va bene.
Vengano adesso a dirmi che son sciocco!
È un randevu al signor Blansac, sì sì.
E la causa di questo...
(pensa un poco)
Bravo Germano! ho ben capito il resto.
[N. 7 - Aria]
Amore dolcemente
tu prima accendi il core;
poi crescer fai l'ardore,
e a delirar si va.
Perciò la padroncina...
(sbadiglia e siede a canto alla tavola)
che sonno!... stamattina...
volea... pensiamo un poco...
che io... facessi... il gioco...
se... l'altro... che... si sa!...
(mezzo s'addormenta; esce Blansac)
BLANSAC
(fermandosi un poco indietro)
Giulia dov'è?... oh colui
seduto lì che fa?
GERMANO
(mezzo stordito dal sonno)
Sì... la signora Giulia...
BLANSAC
(interessandosi ad ascoltare senza muoversi)
Che?
GERMANO
Ha dato... il randevu...
BLANSAC
Il randevu!...
GERMANO
A Blansac...
BLANSAC
A me!...
GERMANO
Stanotte...
BLANSAC
E che?
sogna? è finzion? sappiamo.
Germano!...
(lo scuote)
GERMANO
Chi va la!...
(s'alza impetuosamente ed impaurito)
BLANSAC
Che dici in tua malora!
GERMANO
(ridendo e rassicurato)
Eh nulla... sono un sciocco...
BLANSAC
Su parla allocco!...
GERMANO
(puntigliato)
Io allocco!...
Attento e ve la spiffero
tale quale la sarà.
(Blansac è stupito assai)
Quando suona mezza notte
voi dovete venir qua;
e una scala la padrona
per salir vi calerà!
(accennandogli la porta vetrata)
Voi entrato che sarete
poi direte, poi farete...
io non cerco i fatti altrui,
e sarà quel che sarà!
Su via ditemi bravissimo,
argutissimo, acutissimo!
Della vostra bella sorte
mi consolo in verità.
(parte dal fondo)
Blansac, poi Dormont, Lucilla, e Germano.
BLANSAC
Cosa? come? a me Giulia un randevu?
E non me 'l dice?... ora capisco!... brava!
Che donnesca finezza!
Perché n'ha certo un poco di rossore
me 'l fa sapere dal suo servitore.
Ma che vorrà mai dirmi?
Ah che certo le è nato
qualche grande accidente...
Vien mezzanotte! Io sono impaziente.
(escono i suddetti)
DORMONT
Perché spariste? Già s'è ritirato
Dorvil l'amico vostro. Un poco troppo
perseguitate Giulia.
LUCILLA
E questo è vero.
BLANSAC
Io l'ho cercata invano.
DORMONT
Eh, eh, la troveremo,
e il contratto doman soscriveremo.
Ritiriamoci tutti.
LUCILLA
Immantinente.
BLANSAC
Bella Lucilla addio.
(Vien mezza notte! o qual ardore è il mio!)
(parte dal fondo)
DORMONT
Tu seguimi, o Germano.
(segue Blansac)
GERMANO
Servo. Gran novità!
LUCILLA
Cos'è successo?
GERMANO
Vostra sorella in questo appartamento
ha dato a mezza notte un randevu...
LUCILLA
A chi?
GERMANO
Eh!... al signor Blansac.
LUCILLA
Come!
GERMANO
Ma zitto!
Fate com'io, tacete, o nascerà
qualche diavol...
DORMONT
(di dentro)
Germano!...
GERMANO
Sono qua.
(via correndo)
LUCILLA
Qui per Giulia, Blansac! Sentir potessi!...
Faccio per imparare...
ho una smania... vien gente...
ascondiamci lì dentro prestamente.
(entra nella porta a griglia, e si chiude)
Germano solo.
Buono! non c'è persona. Un randevu
e s'io piglio Tognetta per la mano
mi regala per solito un schiaffone?
Eh il signor di Blansac mi può insegnare
il mestiere, e da lui voglio imparare.
Qui bisogna nascondersi... ma dove?
gnaffe! sotto la tavola.
Che gusto sarà il mio!
Imparerò, e doman vo' che Tognetta
trovi caro carino il suo Germano...
apron la porta... a noi. Sotto, pian piano.
(si nasconde sotto la tavola)
Detti nascosti. Giulia dal suo gabinetto, poi Dorvil, indi Blansac. Giulia va a chiudere la porta del fondo.
[N. 8 - Finale]
GIULIA
Dorme ognuno in queste soglie,
ma qualcun veglia in giardino.
Il momento è omai vicino
e la scala io vo' calar.
(trae dal burò la scala, e va ad attaccarla al poggiuolo)
GERMANO
(Si comincia per mia fé.)
(facendosi vedere a suo tempo dietro la tavola)
GIULIA
(al poggiuolo)
Perché attendere si fa?...
Zitto... è desso... zi zi zi...
(chiamando sottovoce)
Siete voi?
DORVIL
(dal di fuori)
Son io...
GERMANO
(Ci siamo.
Or a scuola ce ne andiamo.)
(Dorvil comparisce e scende)
DORVIL
Posso alfine...
GIULIA
In pria chiudete.
(Dorvil chiude la porta vetrata)
GERMANO
(Come! qui il signor Dorvil!
Oh veh veh! due randevu!)
DORVIL
Di vedervi io tutto ardea...
GIULIA
Uomo ingrato, e core aveste
di suppor ch'io fossi rea!
DORVIL
Ma se intesi...
GIULIA
E che intendeste?
Finsi allor... ciel!...
(si batte alla porta vetrata, poi di fuori)
DORVIL
Fu battuto!
(si volgono tutti due ed ascoltano)
GERMANO
(Va benon! vien l'altro amico.)
GIULIA E DORVIL
Ascoltiam... Si batte ancora!...
(si replica la battuta)
DORVIL
(torbido assai)
Che vuol dir?...
GIULIA
(agitatissima)
Che brutto intrico!
GERMANO
(Incalzando va l'affar.)
BLANSAC
(dal di fuori)
È mezza notte!...
Oggetto amabile,
deh vien quest'anima
a consolar.
È mezza notte!...
DORVIL
(avviandosi incollerito alla vetrata)
È Blansac!
GIULIA
Quale imprudenza!
DORVIL
Vo' punir la su insolenza!
GIULIA
(accennandogli il gabinetto all sinistra)
Qui celatevi un istante...
DORVIL
Voi volete!...
GIULIA
(ve lo costringe)
Lo dovete,
o si va a precipitar.
BLANSAC
(come sopra)
È mezza notte!...
Oggetto amabile,
è mezza notte!...
DORVIL
E mi posso o ciel frenar!...
(entra per forza nel gabinetto)
GIULIA
Può sentirlo il mio tutore,
che vicina ha qui la stanza...
ah ci vuole ardire e core;
convien tutto cimentar.
(apre la porta vetrata che resta aperta; Blansac scende ed entra)
GERMANO
(Quanto vado ad imparar!)
BLANSAC
(con brio)
Che fortuna imprevveduta!
Tant'osato io non avrei...
GIULIA
(risentita assai)
Qual ragion v'ha qui guidato!
io saperlo or ben vorrei!
BLANSAC
Resto assai meravigliato!
GIULIA
Su parlate.
BLANSAC
Io...
GIULIA
Vi spiegate.
BLANSAC
Io ne vengo al randevu.
GIULIA
Chi ve 'l diede!
BLANSAC
Bella! voi.
GERMANO
(O pur io.)
GIULIA
Farneticate!
BLANSAC
Per la voce di Germano...
GERMANO
(Ahi!)
GIULIA
Germano!
BLANSAC
Vi calmate,
e quel tenero pudore...
GIULIA
Oh finiamola signore!
Chi vi rese sì insolente?
BLANSAC
Chi? la scala ivi pendente.
GIULIA
(Ah! levarla m'ho scordato!)
Insieme
BLANSAC
Deh poiché fui qui chiamato,
oltraggiarmi è crudeltà.
GIULIA
Qui nessuno v'ha chiamato,
del destin è crudeltà.
DORVIL
(Qui nessuno l'ha chiamato,
del destino è crudeltà.)
GERMANO
(Ah quell'altro era chiamato!
Ho sbagliato come va.)
Detti. Dormont, che comparisce in berretta da notte un po' alla volta dal di fuori del poggiuolo, poi scende.
GIULIA
Finir convien la scena,
sbrigatevi, scendete...
DORMONT
Oh lode al ciel: ci sono!...
GIULIA
(al sommo della paura alla voce di Dormont)
Ah!...
BLANSAC
Zitto e non temete.
(si nasconde nell'altro gabinetto)
GIULIA
Oh cielo!
DORMONT
(con riso sardonico)
Ah ah! stupite?
Non era atteso, è vero?
GIULIA
Signor...
DORMONT
Non serve fingere.
La scala e il canterino
scoperta han già ogni cosa.
(in gran collera apre la porta a griglia ov'è rinchiusa Lucilla)
Fuori costui!
LUCILLA
(correndo fuori timidamente)
Son qui...
GIULIA, DORMONT, GERMANO
Oh bella! chi può intenderla?
DORMONT
Estrema è la mia collera!
Altri ci debbon essere...
vediamo un po'...
(apre la porta del gabinetto e n'esce Blansac)
BLANSAC
Son qui...
DORMONT
(a Lucilla)
E che garbuglio è questo?
LUCILLA
Io seppi da Germano,
che quivi a mezza notte
seguiva un randevu,
e venni ad imparar.
GERMANO
(Ahi, ahi! che sono fritto!)
DORMONT
(a Giulia risolutamente)
Un randevu! benissimo!
Ora sposarlo subito
vorrete voi medesima.
Tiriamo innanzi il tavolo...
(tira in qua la tavola e si scopre Germano che resta in ginocchio e mal coperto dal tappeto che gli cade a ridosso)
GERMANO
Ahi che ci son!...
TUTTI
(eccetto Lucilla)
Germano!
DORMONT
Un altro! Lì che fai!
(Germano si leva)
GERMANO
(timidamente)
Sapea che qui dovea
seguire un randevu.
E venni ad imparar.
(rimette il tappeto)
DORMONT
(minaccioso a Germano e Lucilla)
I conti avremo a fare!
Frattanto soscriviamo.
(cava una carta e la mette sul tavolino)
GIULIA
(Or qui convien parlare.)
Signor...
DORMONT
(risolutissimo a Lucilla)
Vostro marito
senza ritardo...
DORVIL
(esce animosamente e si mette a canto di Giulia)
È qui...
DORMONT
Un altro! in quanti siamo!
BLANSAC
Ah ah! quest'è un portento!
Un randevu in duecento!
DORMONT
(a Dorvil incollerito)
Spiegatevi.
DORVIL
(con nobile fermezza)
Di Giulia
sono il marito...
DORMONT
Voi!...
GIULIA
Perdono o mio tutore,
causa di tutto è amore.
(cava una lettera e la dà a Dormont che la scorre e se la ritiene)
La buona zia per lettera
il nodo ci ha permesso.
Sposar chi non amava
non erami concesso.
Voi troppo fiero... ah voi
dovete perdonar.
DORMONT
L'ardir eccede...
(accennando Blansac)
E lui?...
BLANSAC
(con molto brio)
Lucilla io sposerò,
e tutto aggiusterò.
DORMONT
Lucilla.
LUCILLA
(raccomandandosi)
Ah sì!
BLANSAC
(a Dormont accennandogli Lucilla)
Vedete?
TUTTI
Perdon!
DORMONT
Quel che volete;
non serve più parlar.
TUTTI
Quando amor si fa sentire
troppo egli è nei cor possente.
Si contrasta inutilmente.
Vince ognora il suo poter.
Fine del libretto.
Generazione pagina: 14/01/2016
Pagina: ridotto, rid
Versione H: 3.00.40
(W)