RODELINDA
Dramma per musica.
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Libretto di Nicola Francesco HAYM.
Musica di Georg Friedrich HÄNDEL.
Prima esecuzione: 13 febbraio 1725, Londra.
Personaggi:
RODELINDA regina de' Longobardi |
soprano |
BERTARIDO re dei Longobardi |
contralto |
GRIMOALDO usurpatore del trono di Bertarido e duca di Benevento |
tenore |
GARIBALDO consigliere di Grimoaldo e duca di Torino |
basso |
EDUIGE sorella di Bertarido |
contralto |
UNULFO amico e confidente di Bertarido |
contralto |
FLAVIO figlio di Rodelinda e Bertarido |
mezzosoprano |
[Ouverture]
Appartamenti di Rodelinda. Si vede Rodelinda a sedere piangente; e poi Grimoaldo, e Garibaldo con Guardie.
Minuetto
[N. 1 - Aria]
RODELINDA
Ho perduto il caro sposo,
e qui sola alle sventure
vie più cresce il mio penar.
Recitativo
GRIMOALDO
Regina!
RODELINDA
Grimoaldo, nel mio presente stato
ingiurioso m'è il nome di regina da te,
che m'involasti e regno e sposo.
GRIMOALDO
E sposo e regno appunto a renderti
vengh'io.
RODELINDA
(si leva da sedere)
Come?
GRIMOALDO
Fin tanto che visse Bertarido, il tuo consorte,
ti celai, Rodelinda, il foco mio;
or, che la di lui morte giustificò le mie speranze,
aperte vedi le fiamme mie.
RODELINDA
Che sento? A te non basta, regno e sposo involarmi,
insidi ancora, perfido, la mia gloria?
No, Grimoaldo, io già rifiuto il dono;
lasciami la mia gloria, e tienti il trono.
[N. 2 - Aria]
L'empio rigor del fato
vile non potrà farmi,
se misera mi fé.
E tu, crudo tiranno,
in van tenti placarmi,
se m'hai legato il piè.
(parte)
Grimoaldo e Garibaldo.
Recitativo
GRIMOALDO
Duca, vedesti mai più bel disprezzo?
GARIBALDO
Io della tua non vidi, oh mio signore,
sofferenza maggiore.
GRIMOALDO
Temo irritarla; la pace del mio seno
Eduige combatte, e Rodelinda;
questa con l'odio e quella con l'amore.
GARIBALDO
L'una e l'altra domar puoi col rigore.
GRIMOALDO
Come?
GARIBALDO
Il noioso affetto disprezza d'Eduige;
e Rodelinda ti paventi e ti adori
a suo dispetto.
GRIMOALDO
Io non ho tanto core.
GARIBALDO
A me l'impresa ne lascia,
e in breve spera
di vederla men fiera.
GRIMOALDO
Ecco Eduige.
GARIBALDO
Da lei comincia intanto
a porre in opra il mio consiglio.
Eduige e detti.
EDUIGE
E tanto da che sei re, sei divenuto altero,
infido Grimoaldo?
GRIMOALDO
Da che son re,
son divenuto infido per esser giusto.
T'offersi la mia mano, e la sdegnasti;
m'offri adesso la destra,
e la rifiuto: ora soffrilo in pace!
Al trono io vo' chiamar, chi più mi piace.
[N. 3 - Aria]
Io già t'amai, ritrosa,
sdegnasti esser mia sposa
sempre dicesti no.
Or ch'io son re, non voglio
compagna nel mio soglio,
aver chi mi sprezzò.
(parte)
Eduige e Garibaldo.
Recitativo
EDUIGE
E tu dici d'amarmi? Hai core, hai brando,
e intanto odi, e sopporti i miei scherni,
i miei torti?
GARIBALDO
Signora, in questo istante
io volo ad ubbidirti,
e la vendetta col teschio del fellon...
(vuol partire)
EDUIGE
No, ferma! Aspetta: supplichevole in atto
a me davanti chieda il perdon, e non l'ottenga mai.
GARIBALDO
E pensi di poterlo: e lo farai?
[N. 4 - Aria]
EDUIGE
Lo farò, dirò spietato,
porta altrove un cor
sì ingrato
sì spergiuro e traditor.
Ed a te rivolta poi
ti dirò su gli occhi suoi:
tu sei 'l core del mio cor.
(parte)
Garibaldo solo.
Recitativo
Eduige, t'inganni;
io della tua corona amante sono,
e sol con le tue nozze
cerco un pretesto per salire al trono.
[N. 5 - Aria]
Di Cupido impiego i vanni
per salire al regal soglio,
mentre ei solo alletta il cor.
Copro amor d'ascosti inganni
perché a me sarebbe scoglio
ogni affetto adulator.
(parte)
Bosco di cipressi in cui si vedono i sepolcri de' re de' Longobardi, e tra essi ultimamente eretta l'urna di Bertarido.
Bertarido vestito all'ungara, e poi Unulfo.
[N. 6 - Sinfonia e Recitativo accompagnato]
BERTARIDO
Pompe vane di morte! Menzogne di dolor,
che riserbate il mio volto e 'l mio nome,
ed adulate del vincitor superbo
il genio altero:
voi dite, ch'io son morto;
ma risponde il mio duol, che non è vero.
(legge l'iscrizione)
«Bertarido fu re; da Grimoaldo vinto fuggì,
presso degli Unni giace. Abbia l'alma riposo,
e 'l cener pace.» Pace al cener mio? Astri tiranni!
Dunque fin ch'avrò vita,
guerra avrò con gli stenti, e con gli affanni.
[N. 7 - Aria]
Dove sei, amato bene?
Vieni, l'alma a consolar!
Sono oppresso da' tormenti
ed i crudeli miei lamenti
sol con te posso bear.
Recitativo
BERTARIDO
Ma giunge Unulfo; oh dio!
(vuol abbracciarlo)
Deh! Mio fedel, consenti,
che queste braccia avventi...
UNULFO
(non lo permette)
Ah, mio signore! Se del fato il rigore a te
rapì lo scettro, a me non tolse quel rispetto,
che deve un suddito fedele al suo sovrano;
ferma e sol mi concedi, che pegno del mio ossequio
in questa mano un umil bacio imprima,
(gli bacia la mano)
e l'antica mia fede
e 'l mio nuovo servaggio in esso esprima.
BERTARIDO
Se un sì fedele amico trovo tra le sventure,
l'istesse mie sciagure io benedico.
Ma dimmi! La mia sposa Rodelinda, che fa?
Che fa il mio figlio?
UNULFO
Ciò che sorte sdegnosa non poté mai,
poté del suo bel ciglio trar due rivi di pianto
il falso avviso di tua morte.
BERTARIDO
Oh dio! Né le scopristi,
Unulfo, il viver mio?
UNULFO
Io vo' che 'l suo dolore accrediti l'inganno,
e a te conviene celarti ancora.
BERTARIDO
Amante cor, che pene! ma che veggio?
Unulfo, ecco la sposa e 'l figlio mio!
Lascia amico, ch'io stringa...
UNULFO
Oh dio! Signore, non voler ch'il tuo
amore tradisca la tua sorte.
BERTARIDO
Ah! Lascia almeno dopo sì lungo esiglio,
lascia, che a questo seno stringa la sposa,
e porga un bacio al figlio.
UNULFO
Per goderti un momento,
vuoi perderti per sempre?
BERTARIDO
Ah! Che tormento!
UNULFO
Ritirati mio re!
BERTARIDO
Tu vuoi, ch'io mora.
UNULFO
No, ti nascondi, e soffri un poco ancora.
(si ritirano dietro l'urna)
Rodelinda, che tiene per mano Flavio, e detti in disparte.
[N. 8 - Aria]
RODELINDA
Ombre, piante, urne funeste!
voi sareste
le delizie del mio sen.
Se trovassi in voi raccolto,
come il volto
anco il cener del mio ben.
[N. 9 - Recitativo accompagnato]
RODELINDA
Ombra del mio bel sol,
che più d'intorno all'immagine sua
forse t'aggiri
della sposa e del figlio,
mira il pianto fedel, odi i sospiri...
BERTARIDO
Più resister non so.
UNULFO
Frena l'amore!
RODELINDA
Raccogli i nostri baci.
(bacia l'urna e la fa baciare al figlio)
BERTARIDO
Deh, lascia!
UNULFO
No, signor, osserva, e taci.
Detti, e Garibaldo con parte delle Guardie.
Recitativo
GARIBALDO
Baci inutili e vani porgi alle tombe,
oh Rodelinda, e pure tu puoi con essi
ricomprarti il regno.
BERTARIDO
Garibaldo, il fellon!
UNULFO
Frena lo sdegno!
RODELINDA
Hai delle mie sventure, perfido,
tanto ardir favellarmi?
GARIBALDO
Grimoaldo ti chiede pronta obbedienza,
e non contrasto; oh stringi
con le sue nozze il crine alla tua sorte,
o ti prepara...
RODELINDA
A che? Forse la morte?
Non ho più che temer, n'è che sperare.
GARIBALDO
Non hai più che temer? Lascia quel figlio!
(le toglie il fanciullo)
BERTARIDO
Ah scellerato!...
UNULFO
Ferma!
GARIBALDO
E 'l suo periglio
ti renda men superba, e più prudente.
Grimoaldo consente di riporre
in tua mano or la tua sorte;
pensa ed in breve eleggi
o 'l trono pe 'l tuo figlio, o pur la morte.
RODELINDA
Perfido, sì t'intendo:
questo è sol tuo consiglio;
or via rendimi il figlio.
(si ripiglia il fanciullo)
Ritorna al tuo signor, dì,
ch'io mi rendo, e ch'io
con le sue nozze accetto il soglio.
BERTARIDO
(Misero, ohimè! Son morto.)
UNULFO
(Oh ciel, che sento!)
RODELINDA
Ma tu per lo spavento trema,
vil consiglier, ministro indegno!
Me delle colpe tue giudice avrai;
io regnerò fellon, ma tu morrai!
[N. 10 - Aria]
Morrai sì, l'empia tua testa
già m'appresta
un gradin per gire il trono.
Che del mio sposo novello,
né più bel dono
so bramar.
(parte)
Bertarido e Unulfo, nascosti; Garibaldo, Grimoaldo, e Guardie.
Recitativo
GRIMOALDO
E ben, duca, poss'io all'ardor del cor mio
sperar dall'opra tua qualche conforto?
GARIBALDO
Sì, Rodelinda è tua.
GRIMOALDO
Mi narri il vero?
GARIBALDO
Tu sei felice, ed io, signor, son morto.
GRIMOALDO
Morto? Perché?
GARIBALDO
S'ella racquista il regno, giurò,
tutto il suo sdegno scagliar contro di me.
GRIMOALDO
Scaccia il timore, che questo lauro mio
sarà in difesa tua, contro il più crudo fulmine
del suo sdegno, un forte scudo.
[N. 11 - Aria]
Se per te giungo a godere,
puoi temer
di chi? di che?
Io d'Astrea do moto al brando,
io commando,
io son re.
(parte con Garibaldo)
Bertarido ed Unulfo.
Recitativo
BERTARIDO
Unulfo, oh dio! Quella è costanza? E vivo?
Misero! e quella è fede? Alle prime minacce,
al primo assalto ella si rende, e cede?
UNULFO
Converrà farle noto, signor, che vivo sei.
BERTARIDO
No, no.
UNULFO
Dunque vuoi tu?...
BERTARIDO
No, che costanza in lei è allor necessita,
non è virtù.
UNULFO
Ah signor, ti confesso
ch'io son fuor di me stesso:
spera conforto! E intanto lascia,
ch'io vada così mesto,
e solo a procurar conforto
al tuo gran duolo.
[N. 12 - Aria]
Sono i colpi della sorte
per un'alma invitta e forte
aspri, sì, ma non mortali.
Ma se poi gli avventa amore,
quanto è più nobile il core,
più le piaghe son fatali.
(parte)
Bertarido solo.
[N. 13 - Recitativo accompagnato]
Sì, l'infida consorte,
mi creda estinto ancora;
porga al novello sposo la fé,
che a me serbò, lieve qual fronda,
e sappia allor ch'io vivo, e si confonda.
[N. 14 - Aria]
Confusa si miri
l'infida consorte,
che in faccia di morte
così mi deride.
Con finti sospiri
e s'agita, e s'ange,
e morto mi piange,
e vivo m'uccide.
Sala.
Eduige e Garibaldo.
Recitativo
GARIBALDO
Già perdesti, oh signora, il nome di regina,
e quel di sposa.
EDUIGE
Non più, che il mio cordoglio
troppo s'avanza, oh dio!
Ma tu per me che fai? Che pensi?
GARIBALDO
Eduige, assicura le mie speranze, e l'amor mio
ti giura di sostener le tue ragioni al soglio.
EDUIGE
Prometto d'esser tua.
GARIBALDO
A me la fede porgi di sposa, e?
EDUIGE
Come? Dunque pria di servir, vuoi la mercede?
GARIBALDO
Con titolo sì bello perdo di traditore,
e di ribello l'infame traccia; or via risolvi?
EDUIGE
Oh dio! Se vedessi il cuor mio...
GARIBALDO
Lo vedo, ingrata,
ami chi ti tradì, alma spietata.
(parte)
Eduige, Rodelinda e Flavio.
EDUIGE
Rodelinda, sì mesta ritorni a posseder
talamo e trono?
RODELINDA
O mesta, o lieta,
io sono tua regina se 'l voglio.
EDUIGE
E credi a Grimoaldo? E credi
a quello che spergiuro,
e rubello mancò di fede a Gundeberto, e a me?
[N. 15 - Aria]
De' miei scherni per far vendette
il mio amore in furor cangerò.
Ed accesi gli sguardi in saette
fiero scempio dell'empio farò.
(parte)
Rodelinda e Flavio, Grimoaldo, Unulfo, Garibaldo e Guardie.
Recitativo
GRIMOALDO
Rodelinda, è pur ver?...
RODELINDA
Sì, Grimoaldo, sì ch'io mi rendo.
UNULFO
(Oh ciel!)
RODELINDA
Tu pria m'osserva un patto solo,
e poi sarò qual più mi vuoi, o sposa, o serva.
GARIBALDO
(a Grimoaldo)
Ella vuol la mia testa.
GRIMOALDO
Il tutto chiedi, fuor che la morte di...
RODELINDA
Di Garibaldo?
GRIMOALDO
Appunto.
RODELINDA
Alma sì vile
del mio nobile sdegno in van paventa.
GRIMOALDO
Compisci dunque, oh cara, i miei contenti!
Giuro tutto eseguir.
RODELINDA
Vo' che tu prenda, nome di scellerato,
ed inumano; che sveni di tua mano
sugli occhi miei questo mio figlio;
e resti sepolta in un delitto tutta la gloria tua.
UNULFO
(Che ascolto!)
GRIMOALDO
E questi?...
RODELINDA
Sì, questi sono i sentimenti miei.
GRIMOALDO
Tu scherzi!
RODELINDA
No, non scherzo, e non t'inganno;
io non potrei essere madre in un tempo
del legittimo re, moglie al tiranno,
e a questo sen pudico stringere insieme
il figlio, e 'l suo nemico.
GRIMOALDO
Ah! duca, in questa guisa divien mia Rodelinda?
RODELINDA
A questo patto io t'offro la mia man;
pensaci, e vedi, ch'essendo tu mio sposo,
io tua consorte, io sposo la vendetta, e tu la morte.
UNULFO
(Quanto accorta, e fedel oggi è costei.)
GARIBALDO
(Quanto s'oppone a' gran disegni miei.)
[N. 16 - Aria]
RODELINDA
Spietati, io vi giurai,
se al mio figlio il cor donai
di serbarvi e duolo e affanno.
Non potrebbe la mia mano
stringer mai quel'inumano
ch'è cagion d'ogni mio danno.
(parte)
Grimoaldo, Unulfo, Garibaldo e Guardie.
Recitativo
GRIMOALDO
Unulfo, Garibaldo, in questo seno
muor la speranza, ch'alimenta amore,
e seco amor non muore, e non vien meno.
UNULFO
In difesa del core deh richiama,
signor, la tua virtude!
GRIMOALDO
Ah! La gran fedeltà, che in lei risplende,
più m'innamora, Unulfo, e più m'accende.
UNULFO
Ama dunque in colei dell'alma la beltà,
non del sembiante!
GRIMOALDO
Che far di più poss'io?
GARIBALDO
Non ti stupire d'una vana apparenza;
accetta il patto, e la vedrai disdire!
UNULFO
E col sangue reale d'un fanciullo innocente
macchiar vorrai?
GRIMOALDO
Non più! Le voci di virtù
non cura amante cor, o pur non sente.
[N. 17 - Aria]
Prigioniera ho l'alma in pena,
ma si bella è la catena,
che non cerca libertà.
Mesto, infermo, il cor se n' giace,
ma il suo mal così gli piace,
che bramar pace non sa.
(parte)
Recitativo
UNULFO
Vorrai?
GARIBALDO
Sì, che spergiuro tradisca la sua fé.
UNULFO
Vorrai?
GARIBALDO
Che impuro insidi l'onestà.
UNULFO
Vorrai?
GARIBALDO
Che crudo con massime spietate,
ingiuste ed empie...
UNULFO
Sparga il sangue reale?
GARIBALDO
Così d'usurpatore il nome adempie.
[N. 18 - Aria]
Tirannia gli diede il regno,
gliel conservi crudeltà.
Del regnar base e sostegno
è il rigor, non la pietà.
(parte)
Recitativo
UNULFO
Sì, sì fellon, t'intendo, e non m'inganno;
come al tuo vero re fosti rubello,
così cerchi tradire anche il tiranno.
Perché consoli intanto l'afflitto il mio signor
l'anima amante, intenda quanto sia fida
la sposa sua, quanto costante.
[N. 19 - Aria]
Fra tempeste funeste a quest'alma
foriera di calma già spunta una stella.
E disgombra ogn'ombra di pene
la fé del suo bene, che splende più bella.
Luogo delizioso.
Bertarido, poi Eduige e poi Unulfo.
[N. 20 - Aria e Recitativo]
BERTARIDO
Con rauco mormorio
piangono al pianto mio ruscelli e fonti.
E in tronchi e mesti accenti
fann'eco a miei lamenti; e gli antri e monti.
EDUIGE
Dell'estinto germano
mi sembrano gli accenti,
se 'l desio non m'inganna.
BERTARIDO
Con rauco...
Recitativo
EDUIGE
Ah, no; che non m'inganna
la voce e 'l volto.
Oh ciel! Vive il fratello
sotto spoglie straniere,
ed esso è quello.
BERTARIDO
Son scoperto!
EDUIGE
Germano! Oh dio! Che miro? Tu vivi?
BERTARIDO
E la mia vita già ti costa un sospiro?
Ma no, non sospirar, quello non sono:
Bertarido ebbe il trono, ebbe amici, e vassalli;
ebbe congiunti, ebbe una sposa... Oh dio!
Idea di fedeltade e di costanza;
e a me di tutto ciò rimasta è sola,
per giunta del mio duol, la rimembranza.
EDUIGE
Accidentale sdegno rallentar può,
ma non disciorre i nodi,
che tenaci formò natura in noi;
pur s'io ti tolsi il regno,
vendicò Rodelinda i tuoi danni.
BERTARIDO
Non è, sorella, il regno l'oggetto
di mie brame, e del mio inganno;
mi finsi estinto, e fu sol mio disegno
d'involare al tiranno
i pegni a me più cari,
e sposa e figlio, e delle mie sventure
condurli a parte in un penoso esilio.
UNULFO
(Pur lo trovai... ma che veggio?
Tradito è già l'arcano, egli è scoperto.)
BERTARIDO
E pur ancor questo contento
mi niega invida sorte;
misero io torno, e sento,
che l'infida consorte tradisce la mia fé.
UNULFO
Questo è un inganno, Rodelinda è fedel.
BERTARIDO
Che dici Unulfo, mi narri il ver?
EDUIGE
(Respira anima amante.)
UNULFO
No, che bramar non puoi di lei
più fida sposa e più costante.
EDUIGE
Liberar Rodelinda, e Flavio seco, dunque
è l'unico tuo giusto desio?
BERTARIDO
Non altro.
EDUIGE
Or io m'impegno di rendere al tuo cor la pace,
e al mio.
(parte)
UNULFO
Vieni, signor, non è più tempo adesso di celar,
che tu vivi, alla fedel tua sposa.
BERTARIDO
Vengo; che in te questo mio cor riposa.
(parte Unulfo)
Sfoga gli sdegni tuoi,
toglimi, irato ciel, vassalli e trono!
Rendi a miei casti affetti
Rodelinda fedele, e ti perdono.
[N. 21 - Aria]
Scacciata dal suo nido
se n' vola in altro lido,
né sparge mai querelle, la rondinella.
Del fato non si lagna,
se ha seco la compagna
chi gli è sempre fedele, e sempre è bella.
Galleria nell'appartamento di Rodelinda.
Rodelinda e Unulfo.
Recitativo
RODELINDA
Vive il mio sposo?
UNULFO
Sì, vive, oh regina,
ansioso d'abbracciarti.
RODELINDA
A tanta sorte per la gioia
dovria mancarmi il core;
e pure, Unulfo, io sento...
UNULFO
Importuno timore invidia al tuo bel sen...
RODELINDA
Deh! Non tardare a miei sguardi il contento,
ed al cor mio; venga a me Bertarido!
UNULFO
Or te l'invio.
(parte)
RODELINDA
Con quai risalti, oh dio!
Dentro del petto mio palpita il core!
Non so, se per la gioia, o pe 'l dolore.
[N. 22 - Aria]
Ritorna oh caro e dolce mio tesoro,
a dar conforto e speme a questo cor!
Tu renderai al seno mio la calma,
se refrigerio sei d'ogni dolor.
Rodelinda, poi Bertarido, e poi Grimoaldo con Guardie.
Recitativo
RODELINDA
Ah! Sì, ecco lo sposo. Ah caro pegno!
Mio tesoro! Mio ben!...
(va per abbracciarlo)
BERTARIDO
(l'arresta)
Ferma, che degno de' tuoi pudichi amplessi
ancor non sono, se potei dubitar della tua fede.
(si inginocchia)
Lascia pria ch'al tuo piede
de' falsi miei sospetti umil perdono
io ti domandi almeno;
m'assolvi, oh cara, e poi mi stringi al seno.
RODELINDA
De' nostri affetti a intepidir
l'ardore di fredda gelosia,
il gel non basta; se l'alma mia tu sei...
(l'abbraccia)
GRIMOALDO
Che vedete, occhi miei! Questa è la casta...
BERTARIDO
(Oh cieli!)
RODELINDA
(Oh ingiusta sorte!)
GRIMOALDO
Questa è la fé costante,
che all'estinto consorte tu serbi,
oh Rodelinda? E un rege amante,
che t'offre col suo cor la destra e 'l regno,
orgogliosa disprezzi, e prendi a sdegno?
RODELINDA
(Non sa, che sia lo sposo; oh amore, aita!
Si salvi la tua vita, e a torto
l'onesta rimanga offesa.)
GRIMOALDO
Impudica, non parli?
E qual difesa e qual scusa
rivolgi entro al pensiero?
Porgi a drudo straniero,
forse ignobile e vile
ciò che ricusi ad una monaca?
RODELINDA
È vero.
BERTARIDO
(E soffrirò, che per timor servile
resti offeso il candore
di sua bella onestà? Ah no, si muora,
pur che viva l'onore.)
No Grimoaldo, a torto si taccia
d'impudico un cor sì fido;
casti fur quegli amplessi,
il consorte abbracciò, son Bertarido.
GRIMOALDO
Bertarido?
RODELINDA
È mendace.
GRIMOALDO
Bertarido morì.
RODELINDA
Per salvar l'onor mio finge così.
BERTARIDO
Per prova che non fingo, e che son io,
vedi, come a lei preme più dell'onestà propria
il viver mio!
GRIMOALDO
Costui si custodisca; e tu m'ascolta;
o tuo drudo, o tuo sposo, anco una volta
lo stringi al sen, te lo consento anch'io;
sien legittimi o no,
gli dian gli amplessi tuoi l'ultimo addio.
[N. 23 - Aria]
(a Rodelinda)
Tuo drudo è mio rivale,
tuo sposo è mio nemico, e morte avrà.
(a Bertarido)
L'amplesso tuo fatale,
legittimo o impudico, or reo ti fa.
(parte)
Recitativo
RODELINDA
Non ti bastò, consorte,
trafiggermi da lungi
con l'avviso crudel della tua morte;
se per dar al mio sen pena maggiore
non ti guidava amore a morir su' miei lumi?
BERTARIDO
Ah! Sposa, e pur son
tra mie sventure or sì contento,
che dal destin tradito
mi giunge anche gradito il tradimento.
[N. 24 - Duetto]
RODELINDA E BERTARIDO
Io t'abbraccio,
e più che morte, aspro e forte,
è pe 'l cor mio questo addio,
che il tuo sen dal mio divide.
Ah mia vita,
ah mio tesoro, se non moro,
è più tiranno quell'affanno,
che dà morte, e non uccide.
Galleria.
Eduige ed Unulfo.
Recitativo
EDUIGE
Del german nel periglio
ritorna a naufragar ogni mia speme;
sangue, amor, gelosia, cieli, consiglio!
UNULFO
L'ostinato furor di Grimoaldo
condanna Bertarido, e vuol, ch'ei mora.
EDUIGE
Al suo fato involarlo, e alle ritorte,
non sa il tuo zelo?
UNULFO
E come?
EDUIGE
Alla tua fede è il prigionier commesso.
UNULFO
Libero Grimoaldo a me concede
nel carcere l'ingresso,
è vero; ma a che pro?
EDUIGE
(gli dà una chiave)
Questa è la chiave,
che nel carcer disserta la via,
che per sotterra guida nascosta
entro al real giardino;
là ne verrò con Rodelinda anch'io;
per quel cieco cammino quivi lo scorgeremo,
e fia mia cura che trovi aperto il varco,
per libero sortir fuor delle mura.
[N. 25 - Aria]
UNULFO
Un zeffiro spirò
che serenò quest'alma,
e calma vi portò.
S'io salvo il mio il mio signore
altro non brama il core,
e pace allor avrò.
(parte)
Recitativo
EDUIGE
Con opra giusta io cancellar disegno
l'enormità del fallo,
a cui mi spinse cieco amor di regno;
e di salvar confido Rodelinda,
il suo figlio, e Bertarido.
[N. 26 - Aria]
Quanto più fiera tempesta freme,
tanto più speme
prendendo io vo.
Già lusinghiera, per mio conforto,
dice che in porto
io giungerò.
(parte)
Grimoaldo, Garibaldo e Guardie.
Recitativo
GARIBALDO
O falso è Bertarido,
o fu mendace del re degli Unni il foglio;
chiede la morte sua la gelosia del soglio.
GRIMOALDO
Agitato è il cor mio; muove il pensiero
or sospetto, or amore,
or speranza, or timore,
or bella gloria, or gelosia d'impero.
GARIBALDO
Questa ad ogn'altro affetto,
questa prevaglia; o siasi finto, o vero,
uccidi in Bertarido il tuo sospetto!
GRIMOALDO
Ma sia vero, o mendace, se Bertarido uccido,
e come spero d'ottener mai da Rodelinda pace?
GARIBALDO
E come averla puoi, vivo il consorte,
o sia mendace, o vero?
GRIMOALDO
Oh dio!
GARIBALDO
Sospiri? E degli scherni tuoi
pur ancor non t'avvedi?
Rodelinda, Eduige, uniscono
a' tuoi danni il loro sdegno;
o dai morte al fellone, o perdi un regno.
(parte)
[N. 27 - Aria]
GRIMOALDO
Tra sospetti, affetti, e timori
sento il seno ripieno d'affanni.
Or mi rendo, or m'accendo in furori
or mi pento, or pavento d'inganni.
(parte)
Carcere oscurissima.
Bertarido, e poi Unulfo.
[N. 28 - Arioso]
BERTARIDO
Chi di voi fu più infedele,
cieco amor, sorte crudele?
Chi di voi più m'ingannò?
Mi scacciò spietata sorte
pria dal soglio, e alle ritorte,
crudo amor, poi mi guidò.
(cade nella prigione una spada gettatavi da Eduige)
[N. 29 - Recitativo accompagnato]
Ma non so che, dal remoto balcon,
mi cade al piè. Qui l'aere oscuro e fosco
vieta ogni oggetto al guardo.
(cerca col tatto per terra)
Pur lo trovai... da mano amica
certo mi viene il ferro, e par che dica:
son teco in ogni impresa,
stringimi in tua difesa,
d'ogni incontro funesto ti sottrarrò se vuoi,
lascia agli amici tuoi
cura del resto!
(snuda la spada)
Dunque ti stringo
oh caro, d'amico più fedel, fedele acciaro.
Ma già s'apron le porte
del carcere fatale, ecco di morte
il ministro di crudel;
giusti furori già m'accendono il sen.
Perfido, mori!
(tira un colpo, e ferisce Unulfo, che era appunto entrato)
UNULFO
Bertarido, mio re!
BERTARIDO
Che feci? Unulfo? Ohimè!
UNULFO
Ben poco il sen t'accende
desio di libertade,
oh mio signore, se ferisci la man,
che a te la rende.
BERTARIDO
Ah destra scellerata!
Ah insano core! Ah caro amico!
Ah Bertarido ingrato!
Ciechi orrori e funesti!
E tu, ferro mal nato,
in mal punto spietato a me giungesti.
UNULFO
Non più, questi momenti troppo, ah!
Troppo son cari per spenderli in lamenti;
più della mia ferita preme
la tua salvezza, e la tua vita.
Queste già note spoglie abbandona, signor,
(gli fa lasciar la sopraveste)
e a miglior'uopo ripiglia il brando, ah!
(gli ripone la spada in mano)
Molto esserci può fatale ogni dimora,
andiamo!
BERTARIDO
Amico, allora che più son reo,
mi vuoi da lacci sciolto?
UNULFO
Oh dio! Parmi udir gente, ah! Partiam,
pria che il geloso custode s'accorga
della frode.
BERTARIDO
Ohimè! Che tanto è spietato
il mio piè quanto fu contro te la man;
se questa il tuo sangue versò,
quello il calpesta.
(partono per una via segreta della prigione)
Eduige, che guida per la mano Rodelinda e Flavio.
Recitativo
EDUIGE
Non temere signore! Germano!
Alcun non sento; oscuro è il luogo.
RODELINDA
Ah! Che a ragion pavento.
EDUIGE
(sorte della prigione)
Prendo una luce!
RODELINDA
Oh dio! Bertarido, cor mio,
tu non rispondi? Dormi forse?
Dove sei? Dove t'ascondi?
EDUIGE
(torna con una luce)
Germano!
RODELINDA
Ah! Fui presaga; ecco le spoglie,
ecco di fresco sangue asperso il suolo!
Che più cerco, infelice? Questo sangue m'adira,
e questo manto, che il caro sposo mio... ah!
Che più dir non mi consente il pianto!
(piange)
EDUIGE
Ah, Rodelinda! Oh dio!
E qual conforto può darti il mio dolor?
RODELINDA
Eduige, è morto il tuo german;
(s'inginocchia ed abbraccia il figlio)
è morto, orfano figlio, il re tuo genitore,
il mio consorte.
EDUIGE
Ah! Tarda mia pietà, che in van
d'acciaro provvedesti sua mano!
RODELINDA
(si leva)
Or chi mi rende il freddo busto almeno,
onde in quel caro seno un bacio imprima,
e sul corpore adorato,
prevenendo il mio fato, il duol m'opprima!
[N. 30 - Aria]
Se 'l mio duol non è si forte,
chi trafigge, oh dio!
Chi svena per pietà questo mio cor?
Ah! Che un duol peggior di morte
involare a un sen
che pena, e pietà, non è rigor.
(partono)
Giardino reale.
Bertarido e Unulfo.
Recitativo
BERTARIDO
Amico, ah, che a me duole
più che la tua ferita!
UNULFO
Signor, la destra solo
fu scopo al tuo valor:
lieve è la piaga.
BERTARIDO
Lascia che man pietosa
chiuda al sangue la strada.
UNULFO
Mio re confuso io sono.
Ormai convien ch'io vada
in traccia di tua sposa
e del tuo figlio.
Là, tra quelli virgulti
célati fin ch'io torni al tuo periglio.
BERTARIDO
Mi celerò; ma questo cor
non teme più d'un tiranno
il perfido comando.
Giacché pietoso il ciel
sciolto mi rende altro
più non domando;
ché dal mio braccio
il fato dipende.
[N. 31 - Aria]
Se fiera belva ha cinto
fra le catene il piede
col fremito richiede
la tolta libertà.
Ma poi da lacci sciolta
in fuga ognun rivolta
che, offesa, tosto apprende
a non usar pietà.
(parte)
Grimoaldo solo.
[N. 32 - Recitativo accompagnato]
Fatto inferno è il mio petto;
di più flagelli armate
ho dentro il core tre furie:
gelosia, sdegno ed amore;
e da più gole io sento,
quasi mastin crudele,
il rimorso latrar per mio tormento,
chiamandomi infedele,
spergiuro, usurpator, empio e tiranno.
Ma pur voi lusingate
le stanche mie pupille
ad un breve riposo, aure tranquille!
Sì, dormi Grimoaldo,
e se ritrovi pace tra i fonti e l'erbe,
delle regie superbe le mal sicure soglie
in abbandono lascia;
che prezioso è dell'alma
riposo al par del trono.
[N. 33 - Aria]
Pastorello d'un povero armento
pur dorme contento,
sotto l'ombra d'un faggio o d'alloro.
Io, d'un regno monarca fastoso,
non trovo riposo,
sotto l'ombra di porpora e d'oro.
(seguitando la sinfonia, si addormenta)
Grimoaldo che dorme, e Garibaldo.
Recitativo
GARIBALDO
Che miro? Amica sorte
seconda i miei disegni.
Con la propria sua spada,
per questa istessa mano
che già lo coronò, per questa or cada.
(toglie a Grimoaldo la spada del fianco, e Grimoaldo svegliandosi dice)
GRIMOALDO
Quali insidie?
GARIBALDO
(Si desta.)
GRIMOALDO
E quale inganno...
Chi 'l ferro m'involò?
GARIBALDO
Muori tiranno!
Grimoaldo, Garibaldo, Bertarido, poi Guardie, e poi Rodelinda con Flavio per la mano.
BERTARIDO
Tu morrai, traditor! Muori, rubello.
(incalzando Garibaldo nella scena)
GRIMOALDO
Oh ciel! Soldati, o là!... chi mi difese? Oh dio!
Chi mai fu quello? Fu Bertarido?
(vengono le guardie)
RODELINDA
Sì, fu Bertarido, colui che tu svenasti,
oh core indegno!
BERTARIDO
(torna)
Grimoaldo ecco il ferro!
(getta la spada a piè di Grimoaldo)
RODELINDA
Oh ciel! Che miro? Veglio? Sogno, o deliro?
BERTARIDO
Miralo, egli è macchiato del sangue
d'un tuo caro; cadde trafitto, esangue,
chi a te fu traditore, a me rubello;
vendica il sangue suo pur col mio sangue!
[N. 34 - Aria]
Vivi tiranno! Io t'ho scampato,
svenami, ingrato, sfoga il furor.
Volli salvarti sol per mostrarti
ch'ho di mia sorte più grande cor.
Recitativo
GRIMOALDO
Dunque sei Bertarido?
RODELINDA
E qual maggiore prova ne vuoi
di quell'invitto core?
GRIMOALDO
Ma chi dalle ritorte ti sciolse il piede?
Unulfo, e poi Eduige.
UNULFO
Eccoti innanzi il reo.
EDUIGE
Rimirar senz'orrore anch'io non seppi
languire il mio german così tra ceppi.
GRIMOALDO
Se amici siete a Bertarido,
anch'io per amici vi accolgo,
che a lui deggio la vita,
Eduige mia sposa, al sen ti stringo;
e di Pavia sul trono a te dovuto regnando,
ogn'altro regno ormai rifiuto.
(prendendo Bertarido per mano)
Milano
ecco il tuo re, rendigli omaggi
al tuo primo signor.
BERTARIDO
No, Grimoaldo, altro da te non voglio...
GRIMOALDO
Prendi il figlio, la sposa, e prendi il soglio!
BERTARIDO
Cara, fuori siam di periglio.
RODELINDA
Sposo, ti stringo al sen; abbraccia al figlio!
[N. 34 - Aria]
Mio caro bene!
Non ho più affanni
e pene al cor.
Vedendoti contento,
nel seno mio già sento,
che sol vi alberga amor.
Recitativo
BERTARIDO
Sposa, figlio, sorella, amici, oh dio!
Vi stringo al seno; oh quanto a tutti,
a tutti voi deve il cor mio!
Si festeggi fra tanto di
questo regno in ogni parte, e sia al passato
martire in sì felice dì, di pari il gioire!
[N. 35 - Coro]
CORO
(tutti senza Garibaldo)
Dopo la notte oscura
più lucido, più chiaro,
più amabile, più caro
ne spunta il sol quaggiù.
Tal dopo ria sventura,
figlio d'un bel soffrire,
più stabile gioire
nasce dalla virtù.
Fine del libretto.
Generazione pagina: 14/01/2016
Pagina: ridotto, rid
Versione H: 3.00.40
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