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I profughi fiamminghi

I PROFUGHI FIAMMINGHI

Melodramma in tre atti.

Versione sintetica a cura di www.librettidopera.it.

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Libretto di Emilio PRAGA.
Musica di Franco FACCIO.

Prima esecuzione: 11 novembre 1863, Milano.


Personaggi:

Fiamminghi

Il conte di BERGH

baritono

ILDA

soprano

MARGHERITA

soprano

MARTA

soprano

Il cavaliere di NUA

basso

Spagnuoli

VELASCO

basso

RUGGERO

tenore

DIEGO

tenore


Dame, Congiurati e Popolo di Anversa, Ancelle di Margherita, Soldati e Cortigiani spagnuoli.

La scena si svolge in Anversa, sullo scorcio del secolo decimosesto.

Atto primo
Scena prima

Sotterraneo di una antica chiesa abbandonata; lunga scala in rovina che mette alla porta - da una parte un piccolo uscio che conduce a un vestibolo abitato da Marta.
Qualche immagine sbiadita e lampade qua e là sulle pareti.
Da un'ampia fessura della volta appare una striscia di cielo.
Il Cavaliere di Nua fra uno stuolo di Armati.

CORO

Pei taciti boschi che il volgo paventa

la schiera dei forti qui giunge al convegno.

Chi siete?

VOCI

dall'alto

Fratelli! ~

I PRIMI

D'Anversa? ~

GLI ALTRI

(scendendo)

Redenta! ~

I PRIMI

Salute!

GLI ALTRI

Ed il conte?

I PRIMI

Verrà; ne diè pegno! ~

TUTTI

La luna si cinge di nubi veliere,

il vento rimugge dal nordico mar:

son cieche, son sorde le scolte straniere,

possiam della patria securi parlar!

E sordi noi pure saremo al timore,

e cieca la fede dei forti sarà;

copriam di mistero l'inulto furore,

più orrendo ai tiranni l'eccidio farà!

Scena seconda

Il conte di Bergh, Marta e detti.

NUA

È desso!

CORO

Il Conte!

BERGH

(a Marta)

O donna,

strega il volgo ti chiama, e lo spagnuolo

per questo nome solo

alza in nome di dio roghi e capestri:

temi i domenicani,

donna, e cangia mestier. - Cauta alla porta

bada frattanto. ~

(le dà una borsa)

Amici!

CORO

Nobil conte,

ecco i tuoi fidi!

BERGH

Io vagheggiai l'istante

del mio ritorno alla città nativa,

come all'amplesso di una sposa! Amici,

e figlia, e immenso della patria amore

m'erano sprone alle congiure ~ È giunto,

è giunto alfine il dì della vendetta! ~

D'Orangia il sir fu assunto

dei fuorusciti al comando, e non lungi

d'Anversa il dì della rivolta aspetta.

CORO

Se attende per muovere

le nobili schiere

che in sangue si tingano

le nostre bandiere.

Che l'onda precipiti

dal nostro canale,

che Anversa incendiandosi

si faccia segnale -...

O conte, a redimere

la sua libertà

qui tutto sacrifica

l'altera città!

BERGH

Oh Anversa!... alza la fronte e fuggiranno! ~

No, la patria, la patria, o maledetti,

non nacque ai ceppi, e dei frati l'impero

qui non alligna! ~ Abbiam ceneri care,

e spose, e figli, o barbari, noi pure

cui le tombe e le culle e i dolci altari

all'ombra santa dei nostri vessilli

posar giurammo -e manterremo il giuro!-

Le antiche guerre delle Fiandre molti

orfani han fatto, ed io tra voi ne veggo:

veggo mariti cui le donne amate

contano a sera col rossor sul viso

del soldato stranier l'empie lusinghe;

e veggo padri, e padre è anch'esso il mesto

conte di Bergh che qui vi parla... padre

che abbandonò l'unica figlia, lunge

contro i nemici congiurando... ~ Ah trema...

trema scettrato ladrone di Spagna!

Questa rabbia è fatal, cupa, tremenda

come il fragor dei nostri mari!...

NUA

Amico,

sai tu che di novelle onte foriera

ogni aurora che spunta è per gli schiavi?

BERGH

Questo è sprone di dio!

NUA

Tra pochi giorni

uno spagnuolo (io fremo a dirlo!) innanzi

all'are sposa una fiamminga...

BERGH

Oh infamia!...

chi è costei?... chi è costei?... forse... - o crudele

dubbio dal cor mi fuggi... - il nome, il nome

voi mi celate?... - se mia figlia fosse

io di sdegno morrei...

NUA

Non è tua figlia.

CORO

Signor, che temi? ~ Non è tua figlia

colei che l'empie nozze giurò:

Ilda è una buona che ti somiglia,

da te dei barbari l'odio imparò.

BERGH

Ebben, quell'ara ignobile

campo per noi sarà;

quando le nozze compiansi,

prima che il ciel ne frema,

della battaglia estrema

il sangue scorrerà!

CORO

Ebben, quell'ara ignobile

campo per noi sarà;

quando le nozze compiansi

prima che il ciel ne frema

della battaglia estrema

il sangue scorrerà!

TUTTI

Il ciel delle Fiandre, masnade spagnuole,

congiura, e vi grida ~ lo strazio finì! ~

di Murcia e d'Asturia tornatene al sole,

d'atroci vendette qui spuntano i dì!

(alcuni congiurati si sono accostati alla porta - rumoreggia il tuono)

Sparita è la luna ~ là in fondo lampeggia,

amici, già albeggia ~ lasciarci dobbiam...

là verso la diga ~ il tuon rumoreggia,

ma il cielo biancheggia ~ sommessi partiam.

(la scena a poco a poco si sgombra)

Scena terza

Marta scende dalla porta superiore che si rinchiude; indi Ilda.

MARTA

Ecco un altro uccellino

che nella rete cade ~ ecco la rete,

innocente apparecchio,

che mi guadagna il pane,

(traendo un libro nero da una nicchia)

vieni, fanciulla, è la mia casa...

ILDA

Orrendi

sono i campi qui intorno, e una feroce

canzone uscia da queste mura...

MARTA

È il coro

degli spirti che a me svelan gli arcani.

Non tremare... or siam sole...

ILDA

Ecco dell'oro,

ma ti affretta...

MARTA

E tu svela il tuo dolore,

bella fanciulla...

ILDA

Amor, te 'l dissi, amore

tutta mi strugge; il giovinetto mio

tornar giurommi e non ritorna!... ahi lassa,

lo giurava... io l'aspetto, e il tempo passa!

ILDA

Del mio diletto errante

deh mi racconta il fato.

Dimmi se bello e amante

ritornerammi allato;

o s'è avvizzito il fiore

ch'io gli educai nel core,

se ad altra ne fe' dono

se tutta mi obliò!...

E allora il suo perdono

ad implorar morrò! ~

MARTA

Giovinetta, or guata e aspetta;

qui la sorte a me si detta.

(per entrare nel vestibolo)

ILDA

Ma... quest'arte è maledetta.

Donna... no... non vo'... t'affretta...

(s'odono replicati colpi alla porta)

MARTA

Chi bussò?

ILDA

Chi è là?...

MARTA

La scolta!

ILDA

Sfondan l'uscio...

MARTA

Orsù... fuggiamo!

Scena quarta

Diego, Soldati spagnuoli e dette.

SOLDATI

No. ~ Prigioni...

ILDA

O dio, m'ascolta!

DIEGO

Dio lo vuol!

MARTA

(Sul rogo siamo.)

DIEGO

(ai suoi)

Or frugate...

SOLDATI

Il malefizio

qui il demonio finirà,

e dinanzi al santo uffizio,

l'unghie invano arroterà!

ILDA

(con tutta l'effusione del dolore)

O mio Ruggero, immemore

perché lontan ti aggiri?

Così per noi finiscono

le lagrime, i sospiri...

vieni, è fallito il premio

che mi giurasti allora;

vieni, che t'amo ancora

morendo io ti dirò!

MARTA

Ahi, vecchierella misera

così morir dovrò!

SOLDATI

O streghe, il vostro demone

a noi vi abbandonò!

(partono, strascinando con loro le donne)

Scena quinta

Sala dei Capitani spagnuoli.
Duci e Soldati spagnuoli, Velasco, Ruggero e Diego.

VELASCO

Son giunte a noi

dei fuorusciti congiuranti ai danni

di Spagna nuove certe;

s'è fatto Orangia alla ciurmaglia capo,

e dal confin ci guata!

Baldanza sconsigliata

di avventurier venduto...

CORO

La punirem!

VELASCO

Ora, gentil Ruggero,

parliam di nozze...

RUGGERO

O padre!

VELASCO

In breve il giorno

ne fisseremo.

RUGGERO

Ed io la mia fortuna

benedirò, padre, col tuo crin bianco!

DIEGO

(inoltrandosi)

E della strega, o mio signor, qual vostro

comando?

VELASCO

A me sia tratta.

Scena sesta

Marta e detti.

VELASCO

O fattucchiera,

a udir menzogne io non son uso ~ il vero

parlami dunque ~ dell'inferno amica

dimmi che patti col demon stringesti.

MARTA

Il vero io vi dirò, signor soldato;

io mai non ho parlato,

no, co' gli angeli mai, né col demonio...

VELASCO

Tu fosti côlta ammalïando...

MARTA

Io sono

una mendica, povera vecchietta,

e vo', per fame, i creduli ingannando;

predico sposi alle fanciulle, a tutti

io prometto fortuna, e mai, ve 'l giuro,

mai non seppi di cabale parola!

VELASCO

Ma di scaltrita scuola,

perfida, sono le tue scuse ~ A noi

si tragga or l'altra che con lei fu presa.

Scena settima

Ilda e detti.

DIEGO

Eccola.

ILDA

(vedendo Ruggero)

(O ciel!)

VELASCO

T'appressa.

RUGGERO

(Ahimè!)

ILDA

(Ruggero!)

RUGGERO

(È dessa.)

VELASCO

(a Ruggero)

Che fu?

RUGGERO

Non so... ~ L'amore,

sai, fa pietoso il core...

pensavo... così giovane

e triste...

VELASCO

È vero!

CORO

È ver!

ILDA

(È desso!... - oh ciel!... la pallida

faccia del mio Rugger!)

RUGGERO

(L'amante giovinetta

che rïamar non seppi,

la povera reietta

riveggo adesso, e in ceppi!

Al tenebroso patto

chi l'infelice ha tratto?

O dio! perché di brividi

ho freddo il cor così?)

ILDA

(È desso, è desso il fervido

mio bruno andalusino,

ecco lo sguardo languido

che avvolse il mio destino,

ecco... e mi bacia il core

come del primo amore,

come dei primi gaudi

nel benedetto dì!)

VELASCO

Fiamminga giovinetta

non vidi mai più bella,

e il ciel l'ha maledetta,

e di satano è ancella!

Come in un fior vezzoso

velen di morte ascoso,

sotto le spoglie d'angelo

una reietta è qui!

MARTA

Costei sì bella e bianca

non la trarranno a morte;

per me vecchietta stanca

segnata è già la sorte!

Di povere canute

chi pensa alla salute?

Cenci d'amor per gli uomini

così finiamo i di!

DIEGO E CORO

O piazze di Granata

contrade di Sevilla

questa non v'è serbata

spoglia di una sibilla;

ma a voi, benché lontani,

offriamo, o santi ispani,

il rogo della vecchia

che al vostro amor fallì!

VELASCO

Di questa vecchia lurida

nell'arti proibite

come cadesti, o povera

fanciulla?

ILDA

Ebben, m'udite!

Poc'anzi ancora in placido

asil vivea felice;

venne, parlommi un perfido

(guardando Ruggero)

che qui nomar non lice:

giurò d'amarmi e credula

il cor gli abbandonai;

io fido ho il cor... dimentico

non fu... non sarà mai! ~

Egli partì!... lasciavami

innamorata e mesta;

chi consolar potevami,

chi nella mia foresta?

Inaridir le lagrime,

si fe' di gelo il cor...

alla veggente vecchia

trassi, sperando, allor!

RUGGERO

(Oh sconsigliata!)

VELASCO

Misera,

che festi!

RUGGERO

(Io piango adesso!)

CORO

Perdono all'empie cabale

non fia da noi concesso!

VELASCO

Ma fu costei che a satana

(additando Marta)

vendea sì vago fior!

VELASCO, DIEGO E CORO

Strega infame! il tuo peccato

santi frati han condannato,

ma più vil dei tuo delitto

mai l'uffizio non ha scritto!

Questa bella, o maledetta,

grida in ciel la sua vendetta,

e degli angeli la schiera

già tremenda la cantò!

ILDA

(Oh potessi un sol momento

riparlar col mio diletto,

e narrargli il mio tormento

e ridirgli il lungo affetto!...

e, se piange l'abbandono,

dargli un bacio e il mio perdono!

Dalle fiamme al paradiso

volerei beata ancor!)

RUGGERO

(Quella faccia desolata

che terror mi stampa in core!

Ah, quel dì ch'io l'ho scontrata

fu castigo del signore!

Più non l'amo, eppur vorrei

veder libera costei...

questo amor che ho calpestato

m'avvelena il nuovo amor!)

MARTA

(Perché mai del fuso antico

la mercede ho disprezzata!

Nel mio vicolo mendico

sarei morta intemerata!

Ora... un rogo è il cimitero,

la bestemmia è il drappo nero

che prepara all'infelice

questo barbaro furor!)

VELASCO, DIEGO E CORO

Strega infame! il tuo peccato

santi frati han condannato,

ma più vil del tuo delitto

mai l'uffizio non ha scritto!

Questa bella, o maledetta

grida in ciel la sua vendetta,

e degli angeli la schiera

già tremenda la cantò!

(le donne vengono strascinate alle prigioni)

Atto secondo
Scena prima

Giardino nella casa di Margherita.
Margherita e Ancelle aggruppate per le aiuole; indi Ruggero.

CORO DELLE ANCELLE

Margherita, i bianchi fiori

che si nomano da te,

tra le rose e i sicomori

oggi in copia il sol ci diè:

noi sfogliammo i fiorellini,

Margherita, e han detto il ver:

«L'ama» han detto gli indovini,

«Molto» molto ~ il suo Rugger!

(entra Ruggero)

(movendogli incontro)

MARGHERITA

Vieni, e rispondi alle fanciulle e ai fiori:

Ruggero, è ver che m'ami, e m'ami assai?

RUGGERO

Guardami in volto...

(baciandola in fronte)

MARGHERITA

È vero... ei parla...

RUGGERO

E dice?

MARGHERITA

Che mi adori!

RUGGERO

E null'altro? e non vi leggi

una gioia celeste? il padre, il padre

l'assenso ha dato, e all'alba, o Margherita,

udran l'are il tuo sì...

MARGHERITA

Quale da labbro

di sposa non uscì mai più beato!

Ma dimmi... il rogo?

RUGGERO

Accanto al gioir nostro

non strideran le fiamme... ~ Tutto è pronto

alla fuga d'entrambe:

nelle prigioni adesso

a liberarle correr deggio io stesso.

MARGHERITA

O ben mio, nessun più dica

ch'io vo sposa a uno stranier,

né il fiammingo maledica

all'amica ~ di Rugger!

Fra i tuoi fidi e i miei fratelli

canti pace il nostro amor,

e i due nomi amor cancelli

di ribelli ~ e d'oppressor!

RUGGERO

O mia fanciulla, perché non ti vidi

appena vidi il tuo cielo, il tuo mare?

MARGHERITA

Ma tu, rispondi, perché non sorridi?

Qual triste nube ti venne a turbare?

RUGGERO

Pensavo ai giorni di gioia perduti...

MARGHERITA

Oh molti ancora ne serba il signor!

RUGGERO

O mia fanciulla, o mia sposa, o amor mio,

ella è pur lenta a spuntar quest'aurora!

MARGHERITA

Forse, commossa del nostro desïo,

più dell'usato oggi s'orna e s'infiora!

RUGGERO

Bell'alba spunta, serena, pietosa...

MARGHERITA

Spunta bell'alba, foriera d'amor!

(Ruggero parte)

Scena seconda

Margherita e Ancelle.

CORO DELLE ANCELLE

Vedi? i vaghi fiorellini

non sussurrano che il ver!

«L'ama» han detto i fiorellini

«Molto» molto il suo Rugger!

MARGHERITA

Vo' che dimentichi

la Spagna, il brando

queste mie trecce

accarezzando:

e patria, e gloria

gli sia la sposa

e i dì gli volino

color di rosa!

CORO DELLE ANCELLE

Le stelle sfumano,

spunta l'albore...

giorno di gaudio,

giorno d'amore!

L'ara preparano,

trema la sposa...

oh i dì le volino

color di rosa!

Scena terza

Prigione.
Ilda giacente sul terreno, appoggiato il capo ad un rozzo sgabello.

Che silenzio... che tenebre!... la strega

non piange più! le sue lunghe querele

il mio dolor cullavano; sul rogo

ella è già forse... ~ Ed io fra poco... or vieni

immagin santa del mio genitore:

esser sola tu déi l'ultimo amore!

Scena quarta

Ruggero e detta.

ILDA

Egli!

RUGGERO

Ilda...

(avanzandosi titubante)

ILDA

Rugger!

RUGGERO

Vieni, infelice...

schiuso è un varco alla tua fuga...

ILDA

Infelice

perché chiamarmi se fuggir possiamo?...

(movendogli incontro)

RUGGERO

Ilda, se un dì m'amasti,

Ilda, se m'ami ancora,

sola fuggir ti basti,

e il mio destino ignora!

Oblia, fanciulla, oblia

chi di pietà si strugge...

Fuggi... già il rogo innalzano...

la plebe attende e mugge...

Fuggi... non sai che orribile

è il mio rimorso già?

ILDA

Oggi pietà ti ispiro,

altro era un dì l'affetto!...

L'ultimo tuo sospiro

io l'ho raccolto in petto...

era un sospir d'amore,

una promessa, un pegno...

Va'! se non altro in core

hai che pietade, o indegno;

ma parla ancor, ma salvami

se è amor la tua pietà!

RUGGERO

Sciagurata... è questa l'ora.

Vuoi ch'io preghi al suol prostrato?

ILDA

Oh, quel dì rammento ancora

che ti vidi inginocchiato!...

Ora un solo, un sol sorriso

dio! non vidi sul tuo viso!

RUGGERO

Fuggi...

(movendosi a passi concitati dalla porta alla fanciulla)

ILDA

Ascolta! ~ Hanno i morenti

sguardo acuto, e nel tuo cor

(afferrandogli la mano)

questo sguardo che paventi,

vile! ha letto un altro amor!

RUGGERO

Pensa al padre, o giovinetta...

ILDA

(supplichevole)

Di' che folle è il mio terror!

RUGGERO

Pensa all'onta che l'aspetta,

al suo pianto, al mio terror!

RUGGERO

(aggirandosi per la scena, disperato)

(O spenta od ingannata... è il suo destino!

Spergiuro od assassino...

ecco il mio... mi perdoni ora l'eterno!)

(prende la mano di Ilda e baciandola la strascina verso la porta segreta)

Ilda! domani io ti raggiungo... insieme

fuggirem questa terra... a quella croce

sul lido ove a pregar ci soffermammo

l'ultima volta aspettami... domani

ti dirò tutto, or fuggi, fuggi, fuggi!

ILDA

(in un trasporto di gioia)

Molto or dicesti... oh grazie!

(s'abbandona al collo di Ruggero che riesce a condurla all'uscita. Ilda vi si slancia)

RUGGERO

Al mare, al mare!

(la segue alcun tempo co' gli occhi, e poi parte dal fondo)

Scena quinta

La piazza principale di Anversa. Da un lato un'altissima croce di legno, sopra un'ampia base di sasso. In fondo la cattedrale. - È l'alba.
Una pattuglia di Soldati spagnuoli attraversa lentamente la scena.

CORO

Chi va là, chi va là... - Picche di Spagna! -

Tra aguglie e comignoli

le picche non vanno:

è là che gli eretici

convegno si danno;

là streghe e fanatici

ghignando, trescando,

le fila rigirano

del patto esecrando.

E correr vedendoci

la piazza deserta

dei forti si beffano

che gridano - all'erta!

Oremus, e cauti

palpiam le pareti,

e lenti inoltrandoci

baciam gli amuleti.

(la scena resta deserta)

Scena sesta

Ilda fuggitiva si arresta estenuata.

Ecco una croce... tutto intorno è pace;

lontana è l'altra... e qui pregar vogl'io.

Più tardi al lido troverò con lui

perdono e amore...

(si accoscia presso la croce)

Scena settima

Il corteggio nuziale che muove alla chiesa. Soldati e Cortigiani, Cavalieri e Dame della casa di Velasco e del Séguito di Margherita. Durante lo svolgersi di questa scena una moltitudine d'Uomini celati in bruni mantelli circonda e ingombra a poco a poco la piazza. Il conte di Bergh è fra quelli.

CORO DI SOLDATI

L'anello è d'oro, d'acciaio è il brando,

ma pur si baciano di quando in quando:

oh come è tenero l'inno guerriero

se un vel di sposa sfiora il cimiero!

Voi lo sapete, chiese spagnuole,

use a congiungere gloria ed amor!

Avaro invano, nordico sole,

quel della patria ci scalda ancor!

CORO DI DONNE

Perché non dirlo? speranze care

se ornato a nozze ci dà l'altare.

Di che le vergini parlan fra loro

se non bisbigliano d'anelli d'oro?

- Sposa, imitarti tutte vogliamo,

ma non speriamo sposo miglior!

Ecco le rime che ti cantiamo

le ha fatte un bardo divinator!

RUGGERO

Dame, soldati, ancelle e cavalieri

io vi rendo mercé!

ILDA

(Che intendo!)

MARGHERITA

Amici

del mio Ruggero, e voi dolci compagne,

l'onore e i fior della mia festa siete!

ILDA

(avanzandosi improvvisamente)

Ah!

CORO

Che avvenne!

RUGGERO

(Oh terrore!)

VELASCO

Costei!...

RUGGERO

(Tutto fu invan!)

ILDA

Questa la croce

del convegno non è, ma dio la pose

sul mio cammino... colle croci sante

non si tradisce!... m'inviasti a quella

che è là sbattuta dai venti del mare

sperando ch'io vi sarei morta - iddio

no 'l volle, e questa m'additò, spergiuro!

Fu il mio castigo... e il tuo... t'aspetta! or vanne,

vanne... e al beato altar guida costei!

MARGHERITA

(osservando, pallida e concitata, la faccia di Ilda)

Rugger!... Velasco!... Costei è la figlia

del signore di Bergh!

TUTTI

Ella! ~

BERGH

(dal fondo)

(Che veggo!...

Ilda in Anversa!...)

VELASCO

Al rogo

cui tentava fuggir l'empia traete!

BERGH

Al rogo?... al rogo?... la mia figlia al rogo?

ILDA

Ah padre!

FIAMMINGHI

(O ciel!)

VELASCO

Suo padre!

SPAGNUOLI

Costui!

VELASCO

(ironicamente al conte)

Le tue lasciasti

truppe mendiche e ladre,

conte, in mal punto... -Or basti!-

Il mio paterno affetto

mi chiama a un dolce altare;

tu di catene stretto

qui stammi ad aspettare!

ILDA

Ahi! l'Ilda tua ti ha tratto

nelle catene!

BERGH

Al rogo

e chi te spinse? (Estinto

poss'io cader!) Tu sei

quella de' filtri rei

che fu con Marta côlta. ~

Tu... tu una strega, o figlia? ~

ILDA

Una infelice, o padre,

dal cavalier Ruggero

abbandonata!

MARGHERITA

(Oh ciel!)

ILDA

Ed io di tanto amore

l'amai!...

BERGH

Figlia crudel!

Sulla fronte di tuo padre

hai stampato il vitupero,

hai sorriso allo straniero,

ti se' data a un vil scherano;

né pensasti al vecchio mai

che giungesse a maledir?...

(quasi acciecato dall'ira alza la mano in atto di maledirla: Ilda cade al suoi piedi - e vinto dalla tenerezza paterna il conte le posa quella mano sul crine e poi stringe fra le sue braccia la figlia)

BERGH

Ilda!... ah troppo è questa mano

usa teco a benedir!

ILDA

Posò lieve sul mio capo...

questo è il bacio del perdono...

Padre, padre, oh santo, oh buono!

Tu mi schiudi il paradiso...

stolta! e un altro io ne sognava

e tramava di fuggir!...

Sul tuo sen m'ascondi il viso,

sul tuo seno io vo' morir!

RUGGERO

Di lasciarla alla sua sorte

ben m'urlava il mio demone!

Vituperio e dannazione!

Già era mia la bella donna,

e alla soglia dell'altare

veggo l'angelo svanir!...

Dio m'aiuti e la madonna,

~ ch'io non giunga a maledir!

MARGHERITA

Oh dolore! il mio diletto

da costei segnato a dito

come un morto ha impallidito!

~ Perché tacque il bel concento?

E la folla che mi guarda

veggo tutta impietosir?

Ahi! l'infame un solo accento

più non seppe profferir!

VELASCO

(alteramente)

Genitor di questa pazza

su, confondi il suo delir,

ed echeggi sulla piazza

il paterno maledir!

FIAMMINGHI

(Perché lascia il conte ancora

questo perfido insanir?

Fuori il brando alla buon'ora

e lo faccia ammutolir!)

SPAGNUOLI

Su, genia di protestanti,

egli è tempo di partir:

siam venuti a giostre e canti,

non a lagrime e a sospir!

DONNE FIAMMINGHE

Ilda, vittima innocente,

vendicato è il tuo martir:

lascia il vile alla sua gente,

vieni a piangere e a morir!

BERGH

Maledirò!

(sdegnosamente a Velasco)

~ Ma non la figlia mia

né col labbro soltanto

maledirò, padre del pio Ruggero!

(ai suoi snudando la spada)

Olà! spade fiamminghe!! ~

(tutti i fiamminghi serrati intorno al corteggio lo imitano)

VELASCO

Traditori

che tentate?... Spagnuoli...

BERGH

Entrambi abbiamo

oscena macchia a tôr dalla paterna

fronte, e un lavacro io preparai di sangue!

VELASCO

Traditori!...

(volge un rapido sguardo alla piazza, e, vistala ingombra di armati corregge la frase)

fiamminghi!... i brandi a terra

in nome di Filippo!...

BERGH

Un altro nome

più potente del suo qui i petti infiamma!

- Smetti l'orgoglio fra le mandre appreso,

chiama i tuoi sgherri, dà fiato alle trombe,

ti sta davanti un popolo redento! -

Non eterne le umane possanze,

non eterni i castighi di dio!

Ei dal volto del popolo mio

il suggello d'infamia strappò!

E stemprato in veleno di morte,

sulla punta dei nostri pugnali

scrisse il peso degli odi fatali

onde in ciel la bilancia balzò!

VELASCO, DIEGO E SPAGNUOLI

Scellerato! la maschera cade,

e lo scisma ti appar sulla faccia;

il tuo grido è d'inferno minaccia,

il tuo ferro il demon l'appuntò!

Su, cattolici acciar di Toledo

rintuzzate le balde parole:

fra rovine di codici e stole

l'empio volgo il suo corso segnò!

BERGH, NUA E FIAMMINGHI

Via! maestri di roghi e di croci,

via dai solchi che i padri ci han dati!

Via! scherani di orribili frati

cui l'altare alla reggia guidò!

Per le tombe dei poveri morti,

per le culle dei nostri bambini,

per le spose, o superbi assassini,

tutta Anversa la pugna giurò!

RUGGERO

Sì, la pugna, la pugna gioconda

dove un can rinnegato mi scanni,

poiché all'onta serbati eran gli anni

che felici il mio sogno creò!

Margherita... bel giorno di nozze...

ove sei? più Ruggero io non sono!...

vani accenti pietade e perdono...

su, fiamminghi! più spada non ho!

(getta la spada)

ILDA

O signor! che terribili sguardi,

quanti ferri, che orrende minacce!

e in due campi due pallide facce

che nel cuore spartirmi non so!

O signor! qual segnasti alla morte?

Qual vedrai nel tuo cielo stasera?

Ah, mi spira la santa preghiera,

o dannata in eterno sarò!

MARGHERITA

Ho la candida veste nuziale,

la ghirlanda sul crine mi posa,

ma la gioia sparì della sposa,

ma l'inganno i miei fior lacerò!

O compagne, toglietemi almeno

queste insegne del misero amore!

Non vedete? un arcano furore

la mia festa in Anversa destò!

DONNE FIAMMINGHE

L'elsa in pugno, la patria sul labbro,

oh guardate! non sono pur belli

i nepoti, i mariti, i fratelli?

chi di noi superbirne non può?

Oh correte, gagliardi, alla lotta;

noi stasera avrem baci infocati,

e all'amplesso tornando onorati

scorderete il rossor che passò!

Irrompono i Fiamminghi armati da tutte le vie. Si accende la mischia.

Atto terzo
Scena prima

Vecchia prigione nella rocca di Anversa.
A destra una porta, una porticina a sinistra.
Arde una lampada al dissopra della prima, davanti a una immagine.
Ruggero solo.

Oh come è lento il sole

tra queste mura!... il sol che a' giorni lieti

così ratto volava il dolce viso

baciando a Margherita,

mentre l'amore, il sol dei fortunati,

ci brillava nel cor!... perché la morte

non trovai fra quei brandi?

Perché la giovinetta inferocita

non mi fe' segno a un ferro

essa due volte, due volte tradita?

Bianca, bianca, muta, muta,

ogni notte ella m'appare:

lentamente mi saluta,

poi comincia a sospirare...

quei singulti come stille

infocate io sento in cor...

Ilda, è invan!... le tue scintille

non vi accendono l'amor!

(giungono dalla strada le note vittoriose delle canzoni fiamminghe)

FIAMMINGHI

Quante macchie sui muri, sul suol!...

non è nulla ~ gli è sangue spagnuol!

Canta, canta, gagliarda città: ~

libertà, libertà, libertà!

V'è chi lambe la mota del suol?...

Nulla, nulla ~ gli è un duca spagnuol!

Canta, canta, gagliarda città: ~

libertà, libertà, libertà!

RUGGERO

Tante pugne, e l'alloro è sfrondato,

tanto affetto, e qui solo morrò!

Oh superbie d'amante e soldato!

Dio fe' un cenno, e l'incanto passò!

Tra lo stuol de' suoi tiranni

assoldato in empia guerra,

quanti oltraggi e quanti affanni

seminai su questa terra!

Fido amor di Margherita,

puro, santo, espïator...

tu redimi la mia vita

come un bacio del signor!

Scena seconda

Il Conte di Bergh dalla porta a destra.
Egli è senza armi, pallido e concitato.
Si avanza lentamente verso Ruggiero e stranamente guatandolo.

RUGGERO

Se tu a svenarmi vieni

salve!

BERGH

Sognai, sognai,

d'afferrarti alle chiome e di scannarti!...

Tu m'hai distrutto il cielo,

tu svergognasti l'antica mia casa

co' le insidie del serpe

che accarezzato uccide!... Ebben... davanti

or ti sta un uomo libero... e prigione

tu sei: l'odio fia vile,

l'ho vinto anch'esso.

RUGGERO

Tu, tu, padre suo?

BERGH

Ella muore, o giovinetto!

La tua vittima innocente

muore...

RUGGERO

O cielo!

BERGH

...inutilmente

combattendo il primo affetto!

RUGGERO

Ahimè!

BERGH

Piangi?... il genitore

pensa tu che sangue grondi!

RUGGERO

O vegliardo, di terrore

tutta l'anima m'innondi...

BERGH

O Rugger!... pe 'l sovvenire

della madre abbandonata,

non lasciarmela morire

la fanciulla innamorata!

Vieni... o figlio!... io te la dono,

tu ridonale l'amor!

RUGGERO

L'amor mio!... la man di sposo!

Fato orrendo! invan lo chiedi:

d'altra donna ho il cor pensoso,

un uom folle in me tu vedi!

Oh riprendi il tuo perdono

e m'uccida il mio dolor!

(si abbandona desolato sullo sgabello - Bergh resta immobile, ma l'espressione della sua faccia diventa terribile - dopo un istante di silenzio prorompe)

BERGH

Tu non la vuoi... tu non la vuoi, dicesti?

Oh ignominia dei Bergh! vile straniero

tu indarno a' preghi mi piegasti, indarno

a scordar che nascesti in terra ispana?

Sgherro!... uccidila dunque - a me quel giorno

per strangolati sul misero avello

conservi il nerbo della braccia iddio!

(esce imprecando)

RUGGERO

Sì, riprendi il tuo perdono

e m'uccida il mio dolor!

Scena terza

Ilda seguita da un Uomo d'armi a visiera calata, si avanza sommessamente.

ILDA

Rugger...

RUGGERO

Chi sei? Cielo... Ilda!...

ILDA

Deponi,

povero prigionier l'ira che desta

il mio sembiante in te... più amor non chieggo,

ma non vo' che tu m'odii...

Amico... ho errato anch'io.

E a riparar qui venni all'error mio!

Rugger!... l'uscita è libera!

RUGGERO

Fuggire?

Santa fanciulla!... ma scordasti... il giorno...

tutto scordasti? io no... fuggir non voglio.

Son le Fiandre la patria...

ILDA

È amor la patria,

tua patria è il mondo intero,

poiché teco verrà questo guerriero!

(toglie l'elmo all'uomo d'armi - è Margherita. - un'onda di trecce le scende sulla veste di ferro)

MARGHERITA

Sposo!

RUGGERO

Oh voce!

(ad Ilda cadendole ai piedi)

Degli angeli

sorella... io piango e adoro!

MARGHERITA

L'angelo ell'è, non mancale

che il raggio e l'ali d'oro!

ILDA

Fuggi... Ruggero...

(risollevandolo)

MARGHERITA

Affrettati...

RUGGERO

Ma... tu vacilli...

ILDA

Io? temo

che odan le scolte o veggano...

ma guarda...

(contenendosi)

Or più non tremo!

Vi aspettan sulla via

due rapidi corsier...

fuggi, e l'ultimo sia

tuo dono!

RUGGERO

(Orrendo ver!)

MARGHERITA

Addio! la nuova patria

che il tuo perdon ci dà,

in te l'altare e l'idolo,

Ilda pietosa, avrà!

RUGGERO

Addio!... s'io pianga lagrime

amare il ciel lo sa;

il cielo, o santa vergine,

il ciel te le dirà!

ILDA

Addio!... di me... sovvengavi,

non... della mia pietà!...

(Dio! mi si spezza l'anima,

più mai non mi vedrà!)

(staccandosi a stento da un'ultima stretta, Ruggero e Margherita si precipitano dalla piccola porta)

ILDA

Ecco... è sparito... addio,

Ruggero, angelo mio!

Mi disse ~ io piango, e adoro!...

oh benedetto! e io moro!

(cade rifinita sul terreno)

(s'odono grida dalla porta)

VOCI

dal di fuori

Ilda!...

ILDA

Chi è là!... l'udirono

forse le guardie!...

(si riscuote e tenta rialzarsi per correre alle porte)

BERGH

(entrando affannato)

Figlia!

ILDA

O padre mio!

(ricadendo)

Scena ultima

Bergh - Soldati che entrano precipitosamente con lui a luce di fiaccole.

BERGH

Non mi ingannai? fuggirono?...

Invan! se l'amor vola

fulmine è l'odio!

(a' suoi, in atto di uscire)

Inseguansi!

ILDA

Pietà!...

BERGH

(ritorna alla figlia)

La tua parola

sembra un sospiro... pallida...

ciel! come sei... Quel perfido

deh strascinate a me!

Qui!... l'ho giurato! ucciderlo

voglio...

ILDA

(quasi agonizzante)

Pietade!...

BERGH

Ahimè!

ILDA

Padre, non farlo... lasciami

salir nel paradiso

coll'amor suo nell'anima,

con questa gioia in viso...

non sai?... della tua figlia

il prediletto ei fu!

BERGH

Ilda!... tu muori... misero

vecchio!... e tu puoi morire...

e abbandonarmi?... o figlia...

lo lascerò fuggire...

ma non morir... ma restami

per poco ancor quaggiù!

ILDA

Ci rivedrem... fra gli angeli...

BERGH

Oh affretti iddio quel dì!

ILDA

Mi benedici...

BERGH

(stringendola fra le braccia)

O figlia...

ILDA

È salvo... Addio...

(resta immobile)

CORO

Morì!

(Bergh si abbandona disperato sul cadavere - tutti lo circondano)

Fine del libretto.

Generazione pagina: 14/01/2016
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Locandina Atto primo Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Atto secondo Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Atto terzo Scena prima Scena seconda Scena terza Scena ultima