PORO, RE DELL'INDIE
Opera seria.
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Libretto di Pietro METASTASIO, ANONIMO.
Musica di Georg Friedrich HÄNDEL.
Prima esecuzione: 2 febbraio 1731, Londra.
Personaggi:
PORO re di una parte dell'Indie, amante di Cleofide |
contralto |
CLEOFIDE regina d'altra parte dell'Indie, amante di Poro |
soprano |
ERISSENA sorella di Poro |
contralto |
GANDARTE generale dell'armi di Poro, amante di Erissena |
contralto |
ALESSANDRO il grande |
tenore |
TIMAGENE confidente di Alessandro, e nemico occulto del medesimo |
basso |
[Ouverture]
Campo di battaglia sulle rive dell'Idaspe. Tende e carri rovesciati; soldati, disperse armi, insegne, ed altri avanzi dell'esercito di Poro di Ptio disfatto da Alessandro.
[N. 1 - Recitativo accompagnato]
PORO
Fermatevi, compagni! Ah! con la fuga
mai si compra una vita. A chi ragiono?
Sorte, m'abbandonasti!
È dunque in cielo
sì temuto Alessandro,
che a suo favor può far ingiusti i numi?
Ah! si mora, e si scemi
il trionfo a costui! Già visse assai,
chi libero morì.
(in atto d'uccidersi)
Gandarte entra.
Recitativo
GANDARTE
Mio re, che fai?
PORO
All'ira degli dèi involo un infelice.
GANDARTE
Serbati alla vendetta. E a Cleofide vivi!
PORO
Oh dèi, quel nome d'amor
di gelosia mi strugge il core!
Alessandro l'adora.
GANDARTE
E puoi lasciarla?
PORO
No! Si contenda ancora quel tesoro al rivale.
GANDARTE
Ma stuol nemico s'avanza.
Oh dèi! fuggi, mio re nascondi!
PORO
Io fuggir?
GANDARTE
Ah! Signore,
dammi il regal tuo serto,
almen s'inganni il nemico così.
(si cava il cimiero)
PORO
Ma il tuo periglio?
GANDARTE
Pensa al tuo scampo!
(si scambiano i cimieri)
PORO
Oh dèi!
Per tanta fedeltade
esaurite pietosi i voti miei!
[N. 2 - Aria]
GANDARTE
È prezzo leggero
d'un suddito il sangue,
se all'indico impero
conserva il suo re.
Oh inganni infelici,
se al par dei nemici
restasse ingannato
il fato da me.
(parte)
Timagene con spada nuda, séguito di Macedoni.
Recitativo
TIMAGENE
Guerrier, t'arresta, e cedi
quell'inutile acciaro.
PORO
Pria di vincermi, oh! quanto
e di periglio e di sudor ti resta.
TIMAGENE
Su, macedoni, forza...
PORO
(volendosi difendere gli cade la spada)
Ah! ferro ingrato!
ALESSANDRO
(giungendo)
Olà, fermate! Io chiedo
virtute in voi alla fortuna eguale.
TIMAGENE
Il cenno eseguirò.
(parte)
PORO
(Questi è il rivale.)
ALESSANDRO
Guerrier, chi sei?
PORO
Mi chiamo Asbite, il Gange mi diè il natale;
e per un genio antico
son di Poro seguace e tuo nemico.
ALESSANDRO
(Come ardito ragiona!) E quali offese
tu soffristi da me?
PORO
Queste che soffre tutto il mondo
sconvolto dal tuo vasto desio di dominarlo.
ALESSANDRO
T'inganni, Asbite;
io cerco, per dar lustro a miei fasti,
un'emula virtù che mi contrasti.
PORO
Forse in Poro l'avrai.
ALESSANDRO
Qual è di Poro
l'indole, il genio?
PORO
È degno
d'un guerriero e d'un re.
ALESSANDRO
(Oh coraggio sublime!)
Asbite, vanne libero al tuo signore,
digli che vinto solo da me si chiami;
poi torni ai regni suoi.
PORO
Male scegliesti tuo ambasciator Asbite.
ALESSANDRO
Generoso però tu parmi;
il passo abbia libero, Asbite,
e al fianco illustre prendi questa
ch'io cingo, ricca di Dario e preziosa spoglia.
(si leva la spada dal fianco e la dà a Poro)
PORO
Il dono accetto; e ti diran tra poco
mille e mille ferite,
qual uso a danni tuoi ne faccia Asbite.
[N. 3 - Aria]
Vedrai con tuo periglio
di questa spada il lampo
come baleni in campo
sul ciglio al donator.
Conoscerai chi sono,
ti pentirai del dono,
ma sarà tardi allor.
(parte)
Alessandro.
Recitativo
ALESSANDRO
Oh sublime ardimento!
Timagene entra con Erissena incatenata.
TIMAGENE
La germana di Poro t'offre la sorte.
ERISSENA
Oh dèi! D'Erissena che fia?
ALESSANDRO
Chi di quei lacci l'innocenza aggravò?
TIMAGENE
Questi di Poro sudditi per piacerti.
ALESSANDRO
Indegni, i ceppi sian raddoppiati
a questi vili, e a Poro si scorti.
Tu real donzella intanto libera sei;
sta' lieta e asciuga il pianto!
[N. 4 - Aria]
Vil trofeo d'un alma imbelle
è quel ciglio allorché piange;
io non venni infino al Gange
le donzelle a debellar.
Ho rossor di quegli allori
che non han fra' miei sudori
cominciato a germogliar.
(parte)
Erissena e Timagene.
ERISSENA
Questo è Alessandro?
TIMAGENE
È questo.
ERISSENA
Io mi credea che avessero li Greci
più rigido l'aspetto, Più fiero il care.
TIMAGENE
Se le greche sembianze
ti sono grate così,
son greco anch'io; t'offro gli affetti miei.
ERISSENA
Non è greco Alessandro, O tu no 'l sei.
TIMAGENE
(Alessandro m'offende
sino nell'amor mio. Mio padre uccise,
farò vendetta, è Poro, Poro istesso...)
Ma dimmi, già per lui
tra gl'amorosi affanni
dunque vive Erissena.
ERISSENA
Io?
TIMAGENE
Si.
ERISSENA
T'inganni.
[N. 5 - Aria]
Chi vive amante sai che delira,
spesso si lagna, sempre sospira
né d'altro parla che di morir.
Io non m'affanno, non mi querelo,
giammai tiranno non chiamo il cielo,
dunque il mio core d'amor non pena
o pur l'amore non è martir.
(partono)
Nella reggia di Cleofide.
Cleofide con séguito.
Recitativo
CLEOFIDE
Perfidi! Ite di Poro a ricercar nel campo.
Poro entra.
PORO
(Ecco l'infida!) Io vengo
apportator di fortunati eventi.
CLEOFIDE
Respira, oh cor! Che arrechi?
PORO
Per Alessandro al fine
si dichiarò la sorte;
a me non resta che un inutile ardir.
CLEOFIDE
Son queste, oh dèi, le felici novelle?
PORO
Io non saprei per te
più liete immaginarne;
il caro verrà tra poco
a offrirti i suoi trofei
CLEOFIDE
Ah! non dirmi così; che ingiusto sei!
PORO
Ingiusto? A ognuno è noto,
che di lui serpe la tua beltà farsi tiranna.
CLEOFIDE
Ogn'uno pur s'inganna;
torna a te stesso.
PORO
Ah! so che l'ami.
CLEOFIDE
Sol per salvarti io fingo;
tu geloso così m'offendi?
PORO
Oh! dèi! Cleofide,
tollerar più non posso
così barbari oltraggi.
Vo' fuggir questo cielo.
Fermati; ascolta!
Io ti prometto, oh cara,
di mai più dubitar della tua fede.
CLEOFIDE
Ancor non m'assicuro.
Giuralo!
PORO
A tutti i nostri dèi lo giuro.
[N. 6 - Arioso]
Se mai più sarò geloso,
mi punisca il sacro nume
che dell'India è domator.
Entra Erissena accompagnata da' Macedoni.
Recitativo
CLEOFIDE
Erissena! Che veggo!
PORO
Io ti credevo prigioniera nel campo.
ERISSENA
Il vincitor pietoso a voi mi rende.
CLEOFIDE
Che di me ti richiese?
PORO
(Oh che desto!)
ERISSENA
Ridirti non saprei.
Sì che mi piacque quel dolce favellar,
quel bel sembiante,
quell'alma grande, il brio...
PORO
(Ah! ch'importuna.)
Cleofide da te questo non chiede.
CLEOFIDE
Macedoni guerrieri,
tornate al vostro re, ditegli,
quanto anche tra noi la sua virtù s'ammira,
ditegli, che al suo piede
tra le falange armate Cleofide verrà.
(partono i macedoni)
PORO
Come?
CLEOFIDE
(a Poro)
N'andate!
Che insolito timore or t'avvelena?
PORO
Lo tolga il cielo.
(Oh giuramento! Oh pena!)
[N. 7 - Aria]
CLEOFIDE
Se mai turbo il tuo riposo,
se m'accendo ad altro lume,
pace mai non abbia il cor.
Fosti sempre il mio bel nume,
sei tu solo il mio diletto
e sarai l'ultimo affetto
come fosti il primo amor.
(parte)
Erissena e Poro.
Recitativo
PORO
Cleofide va al campo
ed io qui resto?
ERISSENA
Scaccia un vano timore!
PORO
Soffrir non posso più;
pronto si segna quel infedel...
Gandarte soppraggiunge.
GANDARTE
Dove, mio re?
PORO
Nel campo.
GANDARTE
Sire deh frena un disperato ardire.
Seppi che di reggio serto
Timagene ingannò. Poro mi crede;
mi parlò; lo scopersi
nemico d'Alessandro: assai da lui
noi possiamo sperare.
PORO
Ah non è questa
la mia cura maggiore. Al greco duce
Cleofide s'invia;
non deggio rimaner.
GANDARTE
Fermati;
e vuoi per vana gelosia
scomporre i grandi segni?
PORO
Ah lo conosco, amico,
e mille volte il giorno scaccio i sospetti,
e a ricadervi io torno.
[N. 8 - Aria]
Se possono tanto
due luci vezzose,
son degne di pianto
le furie gelose
d'un alma infelice,
d'un misero cor.
S'accenda un momento
chi sgrida, chi dice
che vano è il tormento,
che ingiusto è il timor.
(parte)
Erissena e Gandarte.
Recitativo
ERISSENA
Dimmi: vedesti in sugli opposti lidi
dell'Idaspe Alessandro?
GANDARTE
Ancor no 'l vidi.
ERISSENA
Se Alessandro una volta giungi a veder,
gli troverai nel volto
insolita beltà.
GANDARTE
Per fama è nota.
ERISSENA
Lega il cor quando parla;
porta le grazie in fronte, e...
GANDARTE
Temo, oh cara,
sia detto con tua pace
che Alessandro ti piaccia.
ERISSENA
È ver, mi piace.
GANDARTE
Ti piace? Oh dèi! Crudele,
gli affetti a me dovuti altrui comparti?
ERISSENA
Dunque per ben amarti
tutto il resto del mondo odiar degg'io?
GANDARTE
Me infelice! Che intendo?
Chi udii caso in amore eguale al mio?
[N. 9 - Aria]
Compagni nell'amore
se tollerar non sai,
non puoi trovare un core
che avvampi mai per te.
Chi tanta fé richiede
si rende altrui molesto,
questo rigor di fede
più di stagion non è.
(partono)
Gran padiglione d'Alessandro vicino all'Idaspe, con vista della reggia di Cleofide sull'altra sponda del fiume.
Alessandro.
Recitativo
ALESSANDRO
(Ecco vien la cagion de' miei tormenti.)
[N. 10 - Sinfonia]
Si vedono venire molte barche per il fiume dalle quali scendono Indiani che portano molti doni. Cleofide sbarca dalla barca principale e viene incontrata da Alessandro.
Recitativo
CLEOFIDE
Ciò che t'offro, Alessandro,
è quanto di più raro ha il nostro suolo.
ALESSANDRO
Vil desio di tesori qui non mi trasse.
Timagene, alle navi tornino quei tesori.
(Timagene si ritira)
ALESSANDRO
Siedi, oh regina!
(Che amabile sembianza!)
CLEOFIDE
(Mie lusinghe alla prova.)
ALESSANDRO
(Alma costanza.)
CLEOFIDE
A te, signor, non voglio
rimproverar le mie sventure.
Basti dirti, ch'io non credea
che venisse Alessandro per trionfar,
oh dèi! di donna imbelle,
che ammira i pregi suoi,
che sua clemenza spiegò come se fosse...
ALESSANDRO
(E qual assalto?)
CLEOFIDE
Nello stato infelice ove mi vedo.
Non chiamarmi nemica,
altro non chiedo.
ALESSANDRO
Tu di Poro in soccorso...
CLEOFIDE
Oh dèi, che ascolto!
Sei tu che parli?
Si perda pur scettri, vassalli,
e vita, negli elisi onorata
quest'alma avrà sembianza.
ALESSANDRO
(Ah sento vacillar la mia costanza.)
CLEOFIDE
Tu non mi guardi,
e fuggi l'incontro del mio ciglio?
Tanto odiosa ti son?
ALESSANDRO
Ma non è ver. Sappi... T'inganni... (Oh dio.
M'uscì quasi da' labbri «idolo mio».)
Timagene entra.
TIMAGENE
Monarca: impaziente il duce Asbite
chiede a nome di Poro teco parlar.
ALESSANDRO
Scusa, oh regina! Ei venga.
Poro entra.
PORO
(Eccola. O gelosia!)
CLEOFIDE
(Poro?)
PORO
Perdona, Cleofide.
Alessandro, di tua lunga dimora
chi n'è ben degno.
CLEOFIDE
(Già di nuovo è geloso! Ardo di sdegno.)
ALESSANDRO
Parla, Asbite. Che chiede
Poro da me?
PORO
L'offerte tue ricusa;
né vinto ancor si chiama
ALESSANDRO
Tenti dunque di nuovo...
CLEOFIDE
Eh no, sospendi, Signor, La tua credenza.
Alla mia reggia, amico, Oh vincitor, vieni,
e saprai meglio di Poro i sensi.
PORO
Non fidarti, Alessandro!
È quella infida avvezza ad ingannar.
ALESSANDRO
Dì, troppo audace.
PORO
Tradì il mio re in amor...
CLEOFIDE
(S'ingelosisce.)
E chi potrebbe, oh dèi,
non amar Alessandro?
PORO
(Oh infedeltà!)
ALESSANDRO
Che ascolto?
CLEOFIDE
Ah! se l'acquisto potessi del tuo cor...
ALESSANDRO
Basta, oh regina;
godi pur la tua pace e i regni tuoi.
Amico e difensor, lodo ed ammiro,
ma però non adoro il tuo sembiante.
Son guerrier su l'Idaspe e non amante.
[N. 11 - Aria]
Se amore a questo petto
non fosse ignoto affetto,
per te m'accenderei,
lo proverei per te.
Ma se quest'alma avvezza
non è a si dolce ardore,
colpa di tua bellezza,
colpa non è d'amore
e colpa mia non è.
(parte)
Poro e Cleofide.
Recitativo
PORO
Lode agli dèi! Son persuaso alfine
della tua fedeltà.
CLEOFIDE
Lode agli dèi!
Poro di me si fida,
più geloso non è. Ricordo il giuramento.
PORO
La promessa rammento.
CLEOFIDE
Si conosce.
PORO
Si vede.
CLEOFIDE
Che placido amator!
PORO
Che bella fede!
[N. 12 - Duetto]
Se mai turbo il tuo riposo,
se m'accendo per altro lume
pace mai non abbia il cor.
CLEOFIDE
Se mai più sarò geloso,
mi punisca il sacro nume,
che dell'India è domator.
PORO
Infedel, questo è l'amore?
CLEOFIDE
Menzogner, questa è la fede?
CLEOFIDE E PORO
Chi non crede al mio dolore
che lo possa un dì provar.
PORO
Per chi perdo, giusti dèi
il riposo de' miei giorni!
CLEOFIDE
A chi mai gl'affetti miei
giusti dèi serbai finora?
Insieme
CLEOFIDE
Ah si mora e non si torni
per l'ingrato a sospirar.
PORO
Ah si mora e non si torni
per l'ingrata a sospirar.
[N. 13 - Sinfonia]
Campagna con tende preparati da Cleofide per l'esercito greco. Ponte su l'Idaspe. Campo d'Alessandro disposto in ordinanza.
Soldati greci, ed appresso loro Alessandro con Timagene.
Cleofide entra.
Recitativo
CLEOFIDE
(ad Alessandro)
Signor, l'India festiva
esulta meco al tuo gradito arrivo.
ALESSANDRO
Di tua gentil favella
mi compiaccio, oh regina.
CLEOFIDE
Ormai sicuro
puoi riposar sulle tue palme.
ALESSANDRO
Ascolto
strepito d'armi!
CLEOFIDE
O stelle!
ALESSANDRO
Timagene, che fia?
TIMAGENE
Poro si vede
apparir minaccioso.
CLEOFIDE
(Ah! non fur vani
i miei sospetti, oh numi!)
ALESSANDRO
E ben, regina,
io posso ormai sicuro
sulle palme posar?
CLEOFIDE
Se colpa mia
signor...
ALESSANDRO
Di questa colpa
si pentirà chi disperato e folle
tante volte irritò gli sdegni miei.
CLEOFIDE
(L'amato ben voi difendete, oh dèi!)
(parte)
Gli Indiani assalgono i Macedoni. Gandarte con pochi seguaci corre sul mezzo del ponte ad impedire il passo all'esercito Greco. Si vede cadere parte del ponte. I Macedoni si ritirano intimoriti dalla caduta.
GANDARTE
Seguitemi o compagni. Unico scampo
è quello ch' io vi addito.
(getta la spada ed il cimiero nel fiume)
Ah secondate
pietosi numi il mio coraggio. Illeso
s'io resterò per il cammino ignoto,
tutti i miei giorni io vi consacro in voto.
(si getta dal ponte nel fiume, seguito dai suoi compagni)
Poro senza spada, seguìto da Cleofide.
CLEOFIDE
Mio ben.
PORO
Lasciami.
CLEOFIDE
Oh dèi!
Sentimi, dove fuggi?
PORO
Io fuggo, ingrata,
l'aspetto di mia sorte;
io da te fuggo.
CLEOFIDE
Ah! più tosto m'uccidi,
che lasciarmi così. Mia dolce vita!
PORO
Coll'amato Alessandro al fin ti lascio.
CLEOFIDE
Finsi sol per punirti.
PORO
Eh, ti conosco...
CLEOFIDE
Ecco a tuoi piedi,
oh caro, un'amante regina
di lagrime fedeli aspersa il volto.
PORO
(Mi giunge a indebolir, se più l'ascolto.)
CLEOFIDE
Ingrato, non partir!
Vedrai ch' io sia...
(va per gettarsi nel fiume)
PORO
Cleofide, che fai? Fermati, oh dèi!
Scusa il mio fallo.
E se tu m'ami, oh cara,
perdona al mio furor!
CLEOFIDE
(M'intenerisce.)
Senti: pur voglio darti
del mio fedele amor l'estrema prova:
uniamoci in sacro nodo, e questo il punto
dei tuoi dubbi gelosi ultimo sia.
Porgimi la tua destra; ecco la mia.
PORO
In tal fausto momento
la mia sorte crudel più non rammento.
[N. 14 - Duetto]
Insieme
CLEOFIDE
Caro amico amplesso!
PORO
Dolce amico amplesso!
CLEOFIDE
Al mio seno...
PORO
Al core oppresso...
CLEOFIDE E PORO
Già dài vita e fai goder.
CLEOFIDE
Tua mi rendo.
PORO
A te mi dono.
CLEOFIDE
Idol mio, fedel ti sono.
PORO
Son per te costante e forte...
CLEOFIDE
Teco voglio e vita e morte...
Insieme
PORO
Spera, oh bella, e non temer!
CLEOFIDE
Spera, oh caro, e non temer!
Recitativo
CLEOFIDE
Ah ciel! viene il nemico;
eccoci prigionieri.
PORO
Oh dèi! Vedrassi la consorte di Poro
preda dei greci a gl'impudici insulti?
CLEOFIDE
Sposo amato, risolvi,
un consiglio, un aiuto!
PORO
(cava uno stile)
Eccolo! è questo barbaro,
sì, ma necessario,
e degno del mio,
del tuo gran core.
Ah! che trema la man,
vacilla il piede!
Perdona i miei furori
adorato mio ben, perdona e mori!
(va per ferirla; Alessandro lo disarma)
Alessandro e Soldati entrano.
ALESSANDRO
Crudel, t'arresta!
CLEOFIDE
(Aita, oh stelle!)
ALESSANDRO
(a Poro)
E donde tanta temerità?
PORO
Dal mio sublime carattere...
CLEOFIDE
(Si scopre, oh dèi!)
PORO
Io sono...
CLEOFIDE
Egli è di Poro esecutor.
ALESSANDRO
Ma Asbite
eseguir non dovea sì reo comando.
PORO
Non son più quell'Asbite; ma...
CLEOFIDE
Le veci
sostiene del suo re;
così si scorda d'esser Asbite.
PORO
No, sappi Alessandro...
Timagene entra.
TIMAGENE
Pronto le greche schiere,
signor, vieni a sedar. Chiede ciascuna
di Cleofide il sangue. Ognun la crede
rea dell'insidia.
PORO
Ella è innocente. Ignota
le fu la trama. Il primo autor son io.
CLEOFIDE
(Ohimè!)
ALESSANDRO
Barbaro! E credi
pregio l'infedeltà?
CLEOFIDE
Signor, se mai...
ALESSANDRO
Abbastanza è palese la tua innocenza,
e sia nota alle schiere.
Da ogni insulto si guardi Cleofide;
e l'altiero custodito rimanga;
è prigioniero.
PORO
Io prigionier?
CLEOFIDE
Deh! lascia
Asbite in libertà, calma lo sdegno!
ALESSANDRO
Di sì bella pietà si rese indegno.
[N. 15 - Aria]
(a Cleofide)
D'un barbaro scortese
non rammentar l'offese;
è un pregio ch'innamora
più che la tua beltà.
(a Poro)
Da lei, crudel,
che ingiustamente offendi.
Quella pietade apprendi
che l'alma tua non ha.
(parte)
Cleofide, Poro e Timagene con Guardie.
Recitativo
TIMAGENE
Macedoni, alla reggia
Cleofide si scorti; e intanto Asbite
meco rimanga.
CLEOFIDE
(In libertà potessi
senza scoprirlo almen dargli un addio!)
PORO
(Potessi all'idol mio
libero favellar!)
CLEOFIDE
De' casi miei,
Timagene, hai pietà?
TIMAGENE
Più che non credi.
CLEOFIDE
Ah! se Poro mai vedi,
digli dunque per me che non si scordi
alle sventure in faccia
la costanza d'un re, ma soffra, e taccia.
[N. 16 - Aria]
Digli ch'io son fedele.
Ch'è il mio tesoro,
che m'ami, ch'io l'adoro,
che non disperi ancor.
Digli, che la mia stella
spero placar col pianto,
che lo consoli intanto
l'immagine di quella
che vive nel suo cor.
(parte)
Poro e Timagene.
Recitativo
PORO
(Tenerezze ingegnose!)
TIMAGENE
Amico Asbite
siamo pur soli una volta.
PORO
E con qual fronte
mi chiami amico? Al mio signor prometti
sedur parte de' Greci e poi l'inganni.
Chi può di te fidarsi?
TIMAGENE
Io mille prove
ti darò d'amistà. Va', la mia cura
prigionier non t'arresta,
libero sei; la prima prova è questa.
PORO
Ma come ad Alessandro
discolperai?
TIMAGENE
Fingerò morte o fuga.
Tu ricerca di Poro e reca a lui
questo mio foglio, ove le mie discolpe
vedrà, e le sue speranze.
(gli dà una lettera)
PORO
E qual mercede potrò renderti,
amico, a tanta fede?
Provi Alessandro con sua gran sventura
quanto è lieve ingannar chi si assicura.
[N. 17 - Aria]
Senza procelle ancora
si perde quel nocchiero,
che lento in su la prova
passa dormendo il dì.
Sognava il suo pensiero
forse l'amiche sponde,
ma si trovò fra l'onde
allor che i lumi aprì.
(partono)
Appartamenti nella reggia di Cleofide.
Cleofide e Gandarte.
Recitativo
GANDARTE
E tentò di svenarti? Ah! che furore!
CLEOFIDE
Fu trasporto d'amor.
GANDARTE
Barbaro amore!
CLEOFIDE
Viene Alessandro, o cielo! il tuo periglio...
Celati per pietà!
GANDARTE
Numi, consiglio!
(si nasconde)
Alessandro entra.
ALESSANDRO
Per salvarti, oh regina,
tentai il campo frenar; ma rea ti crede,
e minacciando il sangue tuo richiede.
CLEOFIDE
Abbialo pur, benché innocente. Io vado
volontario ad offrirmi.
ALESSANDRO
Eh no, t'arresta,
una via ancor mi resta per salvarti,
rispetti ogni schiera orgogliosa
una parte di me; sarai mia sposa.
CLEOFIDE
(sorpresa)
Io sposa d'Alessandro? È grande il dono,
ma il mio destin... la tua grandezza...
Ah! cerca un riparo migliore.
ALESSANDRO
E qual, se il campo
una vittima chiede?
(Gandarte si palesa)
GANDARTE
Eccola.
CLEOFIDE
(O stelle!)
ALESSANDRO
Chi sei?
GANDARTE
Poro son io.
ALESSANDRO
Come qui penetrasti?
E ben, chiedi pietà, perdono?
GANDARTE
Io vengo a offrirti il regio capo,
se una vittima chiedi.
Io meditai sol l'insidie, l'inganni,
e i tradimenti.
Son Cleofide e Asbite ambo innocenti.
ALESSANDRO
(O coraggio. O fortezza!)
CLEOFIDE
(O fede che innamora!)
ALESSANDRO
(E fia ver che mi vinca
un barbaro in virtute?)
Poro, poiché in sua vece
il regio capo offristi,
la meritasti assai. Dall'atto illustre
la tua grandezza e l'amor tuo comprendo,
onde a te (non so dirlo) a te la rendo.
(parte)
CLEOFIDE
Magnanima clemenza!
GANDARTE
Alta pietade!
Cleofide, Gandarte, poi Erissena.
CLEOFIDE
(a Gandarte)
Quanto dobbiamo ai tuoi pietosi inganni!
Ma qui giunge Erissena.
GANDARTE
Oh come asperso
ha di lagrime il volto!
CLEOFIDE
(ad Erissena)
Eh non è tempo
di pianto, o principessa!
Abbiam libero il varco.
Ed Alessandro al mio sposo mi rende.
Andremo altrove,
a respirar con Poro aure felici.
ERISSENA
Ah! che Poro morì!
CLEOFIDE
Come!
GANDARTE
Che dici!
CLEOFIDE
Quando? Perché? Finisci
di trafiggermi il cor!
ERISSENA
Sai che rimase
creduto Asbite a Timagene in cura.
CLEOFIDE
E ben?...
ERISSENA
Cinto da' Greci,
ei risoluto fra lor la via s'aperse,
si lanciò nell'Idaspe e si sommerse.
[N. 18 - Aria]
CLEOFIDE
Se il ciel mi divide
dal caro mio sposo,
perché non m'uccide
pietoso il dolor?
Divisa un momento
dal dolce tesoro,
non vivo, non moro;
ma provo il tormento
d'un viver penoso,
d'un lungo martir.
(parte)
Erissena e Gandarte.
Recitativo
GANDARTE
Adorata Erissena,
fra sì crudi disastri fuggita da questa
in più sicura parte.
Tuo sposo e difensor sarà Gandarte.
ERISSENA
Vanne solo: io sarei
d'impaccio al tuo fuggir. La tua salvezza
utile è all'Indie.
E un giorno ancor potrai
a favor degli oppressi usar la spada.
GANDARTE
E dove senza te speri ch'io vada?
[N. 19 - Aria]
Se viver non poss'io
lungi da te mio bene,
lasciami almen ben mio,
morir vicino a te.
Che se partissi ancora,
l'alma faria ritorno;
e non so dirti allora
quel che farebbe il piè.
(parte)
Erissena.
Recitativo
E pur chi 'l crederia? Fra tanti affanni
non so dolermi; e mi figuro un bene,
quando costretta a disperar mi vedo;
ah fallaci speranze io non vi credo.
[N. 20 - Aria]
Di rendermi la calma
prometti O speme infida;
ma incredula quest'alma
più fede non ti dà.
Chi ne provò lo sdegno,
se folle al mar si fida,
de' suoi perigli è degno,
non merita pietà.
(parte)
[N. 21 - Sinfonia]
Portici de' giardini reali.
Poro, poi Erissena.
Recitativo
PORO
Erissena!
ERISSENA
Che miro?
Poro tu vivi?
PORO
E quando morto io fui?
ERISSENA
Si pubblicò che disperato
Asbite nell'Idaspe morì.
PORO
Follia ingegnosa,
che d'Alessandro ad evitar lo sdegno
Timagene inventò.
ERISSENA
Lascia ch'io vada
di sì lieta novella a Cleofide...
PORO
Ascolta!
In sin ch'io giunga un disegno a compir,
giova ch'ogn'uno mi creda estinto.
Taci, e trova solo Timagene l'amico,
a cui dirai
che nel giardino ascoso
quivi Alessandro attendo.
Io di svenarlo,
ei di condurlo abbia la cura.
ERISSENA
Oh dèi!
PORO
Tu impallidisci e temi?
ERISSENA
Temo, che Timagene...
PORO
(cava una lettera)
Eccoti un foglio di sua man
che mi stimola alle insidie.
Mostrati mia germana,
e mostra che ti diede in vario sesso
un istesso coraggio un sangue istesso.
[N. 22 - Aria]
Risveglia lo sdegno,
rammenta l'offesa;
e pensa a qual segno
mi fido di te.
Nell'aspra contesa
di tante vicende
da te sol dipende
l'onor dell'impresa,
la pace d'un regno,
la vita d'un re.
(parte)
Erissena.
Recitativo
ERISSENA
Ah! funesto comando!
Cleofide entra, piange.
CLEOFIDE
Oh! ingiusta sorte!
ERISSENA
(Lagrime intempestive;
mi fa pietà; le vorrei dir che vive.)
Alessandro entra.
ALESSANDRO
Regina, è dunque vero
che non partisti? A che mi chiami? E come
senza Poro qui sei?
CLEOFIDE
Mi lasciò, lo perdei.
ALESSANDRO
Troppo contro di te grande il furore.
CLEOFIDE
Si, ma più grande è d'Alessandro il core.
ALESSANDRO
Che far poss'io?
CLEOFIDE
Della tua destra il dono
de' Greci placherà l'ira funesta.
Tu me la offristi, il sai.
ERISSENA
(Sogno o son desta?)
ALESSANDRO
(Oh sorpresa! oh dubbiezza!)
CLEOFIDE
A che pensoso?
Tu solo puoi salvarmi.
Deh! magnanimo eroe, non più sospendi.
ALESSANDRO
Vanne al tempio, verrò. Sposo m'attendi.
(parte)
Cleofide ed Erissena.
ERISSENA
Cleofide, sì presto io non credea
vederti inaridir sul ciglio il pianto.
Quando costa sì poco
l'uso della virtude, a chi non piace.
CLEOFIDE
S'inganna a giudicar chi è troppo audace.
[N. 23 - Aria]
Se troppo crede al ciglio
colui che va per l'onde,
invece del naviglio
vede partir le sponde,
giura che fugge il lido
e pur così non è.
Se troppo al ciglio crede
fanciullo al fonte appresso,
scherza con l'ombra e vede
moltiplicar sé stesso;
e semplice deride
l'immagine di sé.
(parte)
Erissena.
Recitativo
ERISSENA
Giunge Alessandro. Oh dèi! Sdegnato parmi.
Alessandro entra con due Guardie.
ALESSANDRO
Oh infedeltà! Mai non avrei potuto
figurarmi Erissena...
ERISSENA
(Ah! di noi parla.)
Perché, signor, con tanto sdegno?
ALESSANDRO
Ingrato a benefizi miei...
ERISSENA
Pietà, Alessandro...
ALESSANDRO
Timagene fedel, che diè l'avviso,
venga.
(partono le due guardie)
ERISSENA
Che indegno! Accusa
gli altri del suo delitto! E Poro ed io,
signor, siamo innocenti. In questo foglio
vedrai l'autor del tradimento.
(gli dà la lettera di Timagene)
ALESSANDRO
E quando
io mi dolsi di voi. De' Greci io parlo,
ribelli al mio voler.
ERISSENA
(Che feci mai?
timor mi tradì. Ah! m'ingannai!)
ALESSANDRO
(legge)
A chi mai darò più fede?
Parti, Erissena, parti.
ERISSENA
Ah! tu mi scacci!
E pur, signore, io sono...
Devo perder così di fida il vanto?
ALESSANDRO
Eh! non dolerti tanto; Un dubbio alfine...
ERISSENA
Ma il cor che gloria accende
un dubbio di tradimento offende.
[N. 24 - Aria]
Come il candore
d'intatta neve
è d'un bel core
la fedeltà.
Un'orma sola
che in sé riceve
tutta le invola
la sua beltà.
(parte)
Alessandro.
Recitativo
ALESSANDRO
Per qual via non pensata
mi scopre il cielo un traditor. Ma viene.
Timagene entra.
TIMAGENE
Mio signor, già sedai...
ALESSANDRO
Taci! Un consiglio da te desio.
Qual pena merita un traditore
che pria amico mi fu?
TIMAGENE
Con un supplizio orrendo
lo punirei.
ALESSANDRO
Ma l'amistade offendo.
TIMAGENE
Palesa il traditor, scoprilo ormai.
ALESSANDRO
Prendi, leggi quel foglio e lo saprai.
(gli dà la lettera)
TIMAGENE
(Stelle! Il mio foglio! Ah son perduto; oh sorte!
(Poro nascosto dietro ad un colonnato intende il tutto)
ALESSANDRO
Tu impallidisci e tremi?
TIMAGENE
(s'inginocchia)
Ah signore al tuo piè...
ALESSANDRO
Sorgi. Mi basta
per ora il tuo rossor. Ti rassicura
nel mio perdono; e conservando in mente
del fallo tuo la rimembranza amara,
ad esser fido un'altra volta impara.
[N. 25 - Aria]
Serbati a grandi imprese,
acciò rimanga ascosa
la macchia vergognosa
di questa infedeltà.
Che nel sentier d'onore
se ritornar saprai,
ricompensata assai
vedrò la mia pietà.
(partono)
Poro.
Recitativo
Ecco spezzato il solo
filo di mie speranze.
A che più giova
questa misera vita? Cielo! O sorte!
Finisca il mio martir con la mia morte!
Gandarte entra.
GANDARTE
Mio re tu vivi!
PORO
Amico,
posso della tua fede
assicurarmi ancor?
GANDARTE
Tutto ne attendi.
PORO
Dunque stringi quel brando,
ferisci questo sen. Tu impallidisci?
GANDARTE
Mio signor...
PORO
Sei vile.
GANDARTE
Se ben palpita il cor...
PORO
Che tardi?
GANDARTE
All'opra!
(Poro rivolge il volto non mirando Gandarte, e questo allontanandosi da lui, si pone in atto di uccider sé stesso)
GANDARTE
Gandarte, o re, la sua viltà ti scopra.
Erissena entra, trattiene Gandarte.
ERISSENA
Fermati!
PORO
(rivolgendosi a Gandarte)
O ciel, che fai!
ERISSENA
Qui di morir si parla e intanto altrove
un placido imeneo
stringe Alessandro all'infedel tua sposa.
PORO
Come.
GANDARTE
E fia ver?
ERISSENA
Tutto risuona il tempio
di Giove, arde l'incenso,
e a queste nozze
mancan pochi momenti.
PORO
Udiste mai
più perfida incostanza?
Ah, Gandarte, ah, germana
io mi sento morir. Gelo ed avvampo
d'amor, di gelosia. Lagrimo e fremo
di tenerezza e d'ira; ed è si fiero
di sì barbare smanie il moto alterno
ch'io sento nel mio cor tutto l'inferno.
[N. 26 - Aria]
Dov'è? Si affretti
per me la morte.
Poveri affetti!
Barbara sorte!
Perché tradirmi
sposa infedel!
Lo credo appena;
l'empia m'inganna.
Questa è una pena
troppo tiranna,
questo è un tormento
troppo crudel.
(parte)
Erissena e Gandarte.
Recitativo
ERISSENA
Gandarte, in questo stato
non lasciarlo, se m'ami.
GANDARTE
Addio, mia vita.
Non mi porre in oblio,
se questo fosse mai l'ultimo addio.
[N. 27 - Aria]
Mio ben ricordati,
se avvien ch'io mora,
quanto quest'anima
fedel t'amò.
Io, se pur amano
le fredde ceneri,
nell'urna ancora
ti adorerò.
(parte)
Erissena.
Recitativo
D'inaspettati eventi
qual serie è questa! O come
l'alma mia non avvezza
a sì strane vicende,
si perde, si confonde e nulla intende!
[N. 28 - Aria]
Son confusa pastorella
che nel bosco a notte oscura
senza face e senza stella
infelice si smarrì.
Ogni moto più leggero
mi spaventa e mi scolora,
è lontana ancor l'aurora
e non spero un chiaro dì.
(parte)
Tempio magnifico dedicato a Bacco, con rogo nel mezzo che poi si accende.
Poro con stilo alla mano, e Gandarte.
Recitativo
PORO
Tu mi contrasti invano.
(vedendo venir Cleofide, si nasconde nel tempio)
La coppia rea cadrà per questa mano.
Entrano Alessandro e Cleofide, Guardie, Baccanti e Ministri del tempio.
[N. 29 - Sinfonia]
Recitativo
CLEOFIDE
Nella odorata pira
si destino le fiamme!
(i ministri accendono il rogo)
ALESSANDRO
È dolce sorte
d'un alma grande accompagnare insieme
e la gloria e l'amor.
PORO
(Reggete il colpo
vindici dèi!)
ALESSANDRO
(accostandosi a Cleofide)
Si uniscano, o regina
ormai le destre, e i cori.
(Poro esce con lo stilo impugnato, poi si ferma)
CLEOFIDE
Ferma. È tempo di morte e non d'amori.
ALESSANDRO
Come!
PORO
(si ritira di nuovo)
(Che ascolto!)
CLEOFIDE
Io fui
consorte a Poro; ei più non vive. Io deggio
su quel rogo morir. Scusa l'inganno!
Or s'adempisca il sacrificio appieno.
(in atto di andare verso il rogo)
ALESSANDRO
Ah no 'l deggio soffrir.
CLEOFIDE
(impugna uno stilo)
Ferma, o mi sveno.
PORO
(O inganno! O fedeltà!)
ALESSANDRO
Stelle, che far degg'io?
[N. 30 - Arioso]
CLEOFIDE
Spirto amato dell'idol mio,
deh! raccogli i miei sospiri,
se pur giri intorno a me!
Entrano Timagene, che conduce Poro prigioniero. Erissena, Gandarte.
Recitativo
CLEOFIDE
Come! Poro?
ALESSANDRO
Ed è vero?
CLEOFIDE
Sogno! E sei tu, mio bene?
Ah! L'ombra...
(getta lo stilo)
PORO
No, mia cara; ecco il tuo sposo.
(vuol inginocchiarsi)
Del mio tenero amor l'estremo eccesso
perdona!
CLEOFIDE
Ecco il perdono in questo amplesso.
ALESSANDRO
O strano ardire!
PORO
Ad Alessandro;
ma che m'è fedele
l'idolo mio adorato.
Sfido la tua fortuna e astri, e 'l fato.
ALESSANDRO
Poro, con troppo orgoglio
a me favelli; pensa alle offese,
e la tua sorte. E leggi.
PORO
Sia qual tu vuoi,
ma sia sempre degna d'un re la sorte mia.
ALESSANDRO
E tal sarà. Chi seppe
serbar l'animo regio in mezzo a tante
ingiurie del destin degno è dei trono.
E regni, e sposa e libertà ti dono.
E il tuo fedel Gandarte.
PORO
Avrà Erissena.
ALESSANDRO
E di più regni in quella
di là del Gange a me suddita parte.
CLEOFIDE
O magnanimo!
GANDARTE, ERISSENA
O grande!
PORO
O augusto eroe!
Insieme
CLEOFIDE
Sposo tanto adorato!
PORO
Sposa tanto adorata!
CLEOFIDE, PORO
O dì giocondo!
CLEOFIDE, PORO, ERISSENA, GANDARTE, TIMAGENE
(ad Alessandro)
Degno sei di regnar su tutto il mondo.
[N. 31 - Duetto]
CLEOFIDE
Caro, vieni a' mio seno
dopo tanto soffrir!
Sento ch'io vengo meno
per un sì gran gioir.
PORO
Cara, torno al tuo seno
dopo tanto soffrir!
Scaccia si bel sereno
l'ombra del mio martir.
[N. 32 - Coro]
TUTTI
Dopo tanto penare
è più grato il piacer;
chi sa costante amare,
rende immenso il goder.
Fine del libretto.
Generazione pagina: 08/04/2018
Pagina: ridotto, rid
Versione H: 3.00.40
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