ORLANDO
Dramma per musica.
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Libretto di ANONIMO.
Musica di Georg Friedrich HÄNDEL.
Prima esecuzione: 27 gennaio 1733, Londra.
Personaggi:
ORLANDO eroe |
contralto |
ANGELICA regina del Catai e amante di Medoro |
soprano |
MEDORO principe africano |
contralto |
DORINDA pastorella |
soprano |
ZOROASTRO mago |
basso |
[Ouverture]
Notte. Campagna con monte in prospetto; Atlante sopra la cima del monte, che sostiene il cielo sopra le spalle. Molti Geni stanno sedendo a' piedi del monte. Zoroastro, appoggiato sopra d'un sasso, sta contemplando i moti delle stelle.
[N. 1 - Recitativo accompagnato]
ZOROASTRO
Geroglifici eterni,
che in cifre luminose ognor splendete.
Ah! Ch'alla mente umana
altro che belle oscurità non siete!
Recitativo
Pure il mio spirto audace
crede veder scritto là su in le stelle
che Orlando, eroe sagace,
alla gloria non fia sempre ribelle.
(vede venire Orlando)
Ecco, se n' vien. Su, miei consigli, all'opra!
Orlando e Zoroastro.
[N. 2 - Arioso]
ORLANDO
Stimolato dalla gloria
agitato dall'amore
che farai, misero core?
Recitativo
ZOROASTRO
Purgalo ormai da effeminati sensi.
ORLANDO
Chi sei? Che parli? Che vuoi tu? Che pensi?
ZOROASTRO
Di tua gloria custode
ti stimolo a seguirla. Ergi 'l tuo core
alle grand'opre.
ORLANDO
Ah! me lo tolse amore!
ZOROASTRO
Te lo renda il valore.
ORLANDO
Languisce in petto.
ZOROASTRO
Scherno esser vuoi d'un vile pargoletto?
[N. 3 – Sinfonia]
Il Mago fa segno con la verga, e li Geni portano via il monte, comparendo in suo loco la reggia d'Amore, che in figura di fanciullo siede nel trono avendo ai suoi piedi addormentati certi eroi dell'antichità.
Recitativo
ZOROASTRO
Mira, e prendi l'esempio!
Né appender voti, che di gloria al tempio.
[N. 4 - Aria]
Lascia Amor, e segui Marte!
Va', combatti per la gloria.
Sol oblio quel ti comparte
questo sol bella memoria.
(parte)
Orlando solo.
[N. 5 - Recitativo accompagnato]
Immagini funeste
che turbate quest'alma!
E non avrò sopra di voi la palma?
Sì, già vi fuggo, e corro
a innalzar col valor novi trofei:
ti rendo, o bella gloria, gli affetti miei.
Ma, che parlo, e non moro!
E lascerò quel idolo che adoro!
No! Parto! E fia mia gloria,
più servir ad amor, ch'aver vittoria!
[N. 6 - Aria]
Non fu già men forte Alcide
benché in sen d'Onfale bella
spesso l'armi egli posò!
Né men fiero il gran Pelide
sotto spoglie di donzella
d'Asia i regni minacciò!
(parte)
Boschetto con capanne di pastori.
Dorinda, poi Orlando.
[N. 7 - Recitativo accompagnato]
DORINDA
Quanto diletto avea tra questi boschi
a rimirar quegli innocenti scherzi
e di capri, e di cervi!
Nel serpeggiar dei limpidi ruscelli
brillar i fior, ed ondeggiar le piante;
nel garrir degli augelli,
nello spirar di zeffiretto i fiati.
Oh giorni allor beati!
Ora per me funesti.
Recitativo
Io non so che sian questi
moti, che sento adesso entro al mio core.
Ho inteso dir, che ciò suol fare amore.
Si sente di dentro strepito d'armi. Orlando, con la spada alla mano, conduce seco una Principessa liberata.
[N. 8 - Recitativo accompagnato]
ORLANDO
Itene pur tremando, anime vili
ite d'abisso a popolare i regni.
Tu, illustre principessa
libera sei, e reco più a mia gloria
il tuo bello servir, ch'ogni vittoria.
(partono)
Recitativo
DORINDA
Quegli è il famoso Orlando
che vive, a quel ch'io vedo
anch'esso amando.
[N. 9 - Aria]
Ho un certo rossore
di dir quel sento
s'è gioia o tormento
s'è gelo o un ardore
s'è al fine... no 'l so.
Pur picciolo meco
bisogna che sia
piacere o dolore,
se l'anima mia
rinchiudere lo può.
(parte)
Angelica e poi Medoro a parte.
Recitativo
ANGELICA
M'hai vinto al fin, m'hai vinto, o cieco nume!
L'alma mia non presume
di riportar più i soliti trofei.
E tu Orlando, ove sei?
(Medoro ascolta a parte)
Deh, mira al fin, che l'idolo mio, che adoro
è l'amabil Medoro
io lo vidi ferito;
sanarlo procurai; ma le sue piaghe
saldando nel suo petto, ah! nel mio core
per lui ne apriva amor una maggiore.
[N. 10 - Duetto (arioso)]
Ritornava al suo bel viso
fatto già bianco e vermiglio
con la rosa unito il giglio
dal pallor delle viole.
MEDORO
(accostandosi)
E il mio cor da me diviso
si struggeva in fiamma lieve,
come suol falda di neve
discoperta ai rai del sole.
Recitativo
ANGELICA
Spera, mio ben, che presto,
con più tranquilla sorte,
d'esser a me nel regno,
come già reso sei in amor, consorte.
MEDORO
Di tanto onor troppo mi scorgo indegno.
[N. 11 - Aria]
ANGELICA
Chi possessore è del mio core
può senza orgoglio chiamarsi re.
Io ch'ho spezzato più d'un impero
ho a te piagato l'animo altero
e più d'un soglio val la mia fé.
(parte)
Dorinda e Medoro.
Recitativo
MEDORO
Ecco Dorinda, né sfuggirla io posso.
DORINDA
Medoro, al fin ti trovo
pure una volta solo; perché poche
son quelle che lontana da te stia
la tua bella parente; ed ho timore
che più del sangue a lei t'unisca amore.
MEDORO
No Dorinda, t'inganni, anzi fra poco
deve partir, ed accompagnarla io debbo.
DORINDA
Tu con lei partirai?
MEDORO
Con lei qui venni;
la vita, che a lei devo,
m'obbliga d'esser grato.
DORINDA
E se mi lasci
poco temi però d'esser ingrato.
MEDORO
No 'l sarò mai. L'affetto tuo cortese
il tuo volto...
DORINDA
Vorrei, gentil Medoro
poterti prestar fede;
ma il core non ti crede, e che ingannarmi
dice, che vuoi, non posso consolarmi.
[N. 12 - Aria]
MEDORO
Se il cor mai ti dirà
ch'io mi scordi di te,
rispondigli per me,
ch'è menzognero.
Memoria sì gradita
altro che con la vita
mai non si partirà
dal mio pensiero.
(parte)
Dorinda sola.
Recitativo
Povera me! Ben vedo che m'alletta
con un parlar fallace;
ma così ancor mi piace,
e ogni sua paroletta
mi fa all'udito certa consonanza
che accorda col desio pur la speranza.
[N. 13 - Aria]
O care parolette, o dolci sguardi
sebbene siete bugiardi
tanto vi crederò.
Ma poi che far potrò
allor che troppo tardi
io vi conoscerò?
(parte)
Zoroastro, Angelica e poi Orlando.
Recitativo
ZOROASTRO
Noti a me sono i tuoi fatali amori
con Medoro. E non temi
la vendetta d'Orlando?
ANGELICA
È ver, che devo
molto all'eroe; ma...
ZOROASTRO
Già se n' vien. Celato
mi terrò per vegliar d'ognuno al fato.
(si ritira in disparte)
ORLANDO
(Quando mai troverò l'orme fugaci
d'Angelica la bella?)
ANGELICA
(Oh dèi! Se vien Medoro
che qui attendea per partir seco!
Eh forse se Orlando qua conduce
il novo amore per quella,
ch'ei salvò da man nemica,
non sarà così grande il mio timore.
Vo' fingermi gelosa
per meglio discoprire il suo pensiero.)
(si presenta ad Orlando)
Orlando, è pur vero
ch'io qui ti veda!
ORLANDO
Oh cieli! O cara, e come
potevo mai sperar sì lieta sorte!
Angelica mio bene!
ANGELICA
Erri nel nome
Isabella vuoi dir, che là t'attende.
ORLANDO
Son della principessa
difensor, non amante.
ANGELICA
Ma per tale ti pubblicò Dorinda allora, e quando...
ORLANDO
Un'Angelica sol può amare Orlando.
ANGELICA
(vedendo Medoro da lontano)
(Ma, oh dèi! Vedo Medor! Convien che Orlando
allontani di qua.)
Esce il Mago facendo segno co' la verga, sorge di sotterra una gran fontana, che copre Medoro, la scena cangiandosi in un delizioso giardino.
ORLANDO
Chiedimi o bella
nuove prove d'amore.
ANGELICA
(O soccorso opportun!)
Sentimi Orlando
se pur vuoi, ch'io ti creda
a me fedel, pronto da te allontana
la dama, che a color di mano hai tolto
o non vedrai d'Angelica più il volto.
[N. 14 - Aria]
Se fede vuoi, ch'io ti creda
fa' che veda la tua fedeltà.
Finché regni nel mio petto il sospetto,
mai l'amor vi regnerà.
(parte)
Orlando solo.
Recitativo
T'ubbidirò, crudele,
e vedrai in questo istante
che della principessa
fui solo difensore, ma non amante.
[N. 15 - Aria]
Fammi combattere
mostri e tifei
nuovi trofei
se vuoi dal mio valor.
Muraglie abbattere
disfare incanti
se vuoi ch'io vanti
darti prove d'amor.
(parte)
Medoro, ed Angelica trattenendolo.
Recitativo
MEDORO
Angelica, deh lascia...
ANGELICA
Fermati, oh dèi!
Che pensi far, Medoro?
MEDORO
Riconoscer chi sia
chi teco favellar finora ho visto.
ANGELICA
Fermati, a morir vai
che quello è Orlando.
MEDORO
Alla gloria mi togli!
ANGELICA
Ma ti serbo all'affetto.
MEDORO
Ubbidir devo...
ANGELICA
Forza è partir pria che qui torni Orlando.
Va' al fonte degli allori, ivi m'attendi.
ANGELICA E MEDORO
E del mio amor un novo pegno or prendi.
(s'abbracciano, quando viene Dorinda, che trattiene Medoro)
Dorinda e detti.
DORINDA
O Angelica, o Medoro; il vostro amore
indarno ormai si cela.
Perché il darsi la mano, ed abbracciarsi
è qualche cosa più di parentela.
ANGELICA
Dorinda, il ver dicesti; è tempo ormai
di non tener più ascoso
che Medoro è il mio sposo.
Con lui mi parto già. Grazie ti rendo
del cortese ricetto
che dato n'hai; prendi
(le dà un anello)
e conserva questa
grata memoria d'un sincero affetto.
DORINDA
Lo prendo, ma speravo
gioie più care aver dal tuo Medoro,
perché ancor io l'amavo.
MEDORO
Vaga Dorinda, perdonar mi déi.
DORINDA
Il ciel te lo perdoni; che m'hai fatto
più mal di quel che sai con questo tratto.
[N. 16 - Terzetto]
ANGELICA E MEDORO
Consolati o bella
gentil pastorella
ch'al fine il tuo core
è degno d'amore
e amor troverà.
DORINDA
Non so consolarmi
non voglio sperare.
Più amor non può darmi
l'oggetto da amare
che perder mi fa.
ANGELICA
Non perder la speme
ch'è l'unico bene.
MEDORO
Hai l'alma costante
per esser amante.
DORINDA
No, solo fra pene
il cor viverà.
Bosco.
Dorinda sola.
[N. 17 - Arioso]
Quando spieghi i tuoi tormenti
amoroso rosignolo
par che canti e piangi allor,
e accompagni il mio dolor.
Orlando e Dorinda.
Recitativo
ORLANDO
Perché, gentil Dorinda,
così vai pubblicando
ch'ha rapito Isabella, e l'ama Orlando?
DORINDA
Io? Signor, mal intese
ch'il riferì, d'Angelica parlai...
ORLANDO
Dimmi, di quale Angelica tu intendi?
DORINDA
Di quella, ch'era meco,
e poi se n'è partita
col suo Medoro, da lei tanto amato
ch'amavo pure anch'io
ch'era l'idol mio
e me lasciò schernita
sebben questo gioiello m'ha donato.
(gli fa vedere il gioiello)
ORLANDO
Che miro, oh ciel! Questo è il maniglio appunto
che già di Ziliante a me fu dono,
e ch'io dopo a lei diedi. Ah! più non posso
dubitar ch'ella sia, che me tradisce.
Ma chi è costui, che ardisce
d'esser a me rivale?
È il re circasso? O Ferraguto il moro?
DORINDA
Già v'ho detto, che chiamasi Medoro
ed è giovane e bello
d'una bona struttura. Ahi! Che non posso
scordarlo! Ed ora tutto quel che miro
parmi che sia Medoro, e ognor sospiro.
[N. 18 - Aria]
Se mi rivolgo al prato
veder Medoro mio
in ogni fior mi fa.
Se miro il bosco, o 'l rio
mi par che mormorando
or l'onde, ora le fronde
dicano sì ch'amando
qui 'l tuo Medoro sta.
(parte)
Orlando solo.
Recitativo
È questa la mercede
Angelica spietata!
Del mio amor, di mia fede?
Ah! Non vi gioverà da me fuggire;
che sino d'Acheronte sulla strada
vi giungerà il mio sdegno, e la mia spada!
[N. 19 - Aria]
Cielo! Se tu il consenti,
deh! Fa' che nel mio seno
possa anche il ferro entrar;
perché a un sì rio dolore
dal misero mio core
sappia col ferro almeno
l'uscita ritrovar.
(parte)
Veduta di mare in lontano; da una parte boschetto di lauri, e dall'altra una bocca di grotta.
Angelica, Medoro e Zoroastro.
Recitativo
ZOROASTRO
A qual rischio vi espone
incauti amanti un cieco amor?
ANGELICA
È d'uopo lontanarsi da Orlando.
ZOROASTRO
E s'ei vi giunge?
MEDORO
Ho core anch'io nel petto.
ANGELICA
Forse per me non sarà mai crudele.
ZOROASTRO
E avrà pietà di chi gli fu infedele?
Affrettatene i passi per fuggir il suo sdegno
e l'opra mia per vostro aiuto impegno.
[N. 20 - Aria]
Tra caligini profonde
erra ognor la nostra mente
s'ha per guida un cieco nume.
Di rovina sulle sponde
è in pericolo imminente
se ragion non le dà il lume.
(parte)
Angelica e Medoro.
Recitativo
ANGELICA
Da queste amiche piante
dovermi allontanar, quanto mi spiace!
MEDORO
Conserveranno ogn'ora, o mio bel core
la memoria fedel del nostro amore.
ANGELICA
Ma del nostro cammino
è tempo ormai di seguitarne il corso;
vanne ed appresta a' corridori 'l morso,
ch'io qui t'attendo.
MEDORO
Pronto d'ogni tuo cenno esecutor son io.
Addio prati! Addio fonti! Allori addio!
(scolpisce i loro nomi nella scorza degli alberi)
[N. 21 - Aria]
Verdi allori sempre unito
conservate il nostro nome
come unito sarà il cor.
E poi dite a chi lo miri
da qual mano, quando, e come
fosse in voi sì ben scolpito
se volete, che sospiri
invidiando il nostro amor.
(parte)
Angelica sola.
Recitativo
Dopo tanti perigli, e tanti affanni
ora al paterno regno
con Medoro farò lieto ritorno.
Troppo ingrata ad Orlando
mi rendo, è ver, cui debbo onor, e vita.
Ma che far posso? Egli ben sa per prova
che agli incanti d'un volto
né forza, né virtù, né merto giova.
[N. 22 - Aria]
Non potrà dirmi ingrata
perché restai piagata
da un così vago stral.
Se quando amor l'offese
ei pur mal si difese
dall'arco suo fatal.
(parte)
Orlando solo.
Recitativo
Dove, dove guidate o Furie
che m'agitate il piede errante?
Per ritrovar l'indegna
coppia, che si nascose a gli occhi miei.
(legge sopra la scorza degli alberi)
Ma che rimiro? Oh dèi!
Scolpiti in queste piante
i nomi rei d'Angelica e Medoro
e 'l lor perfido amore, e pur non moro!
Ma dov'è quella man, che li ha scolpiti?
Forse che in questo speco
del loro amor ricetto, ella s'asconde;
ne cercherò ben tutte
le più cieche voragini profonde.
(entra nella grotta)
Angelica e poi Orlando.
ANGELICA
Tutto a poter partire
ha già disposto il mio gradito amante.
Addio, dunque vi lascio, amiche piante.
[N. 23 - Aria]
Verdi piante, erbette liete
vago rio, speco frondoso
sia per voi benigno il ciel.
Delle vostre ombre segrete
mai non turbi 'l bel riposo
vento reo, nembo crudel.
Recitativo
ORLANDO
Ah perfida, qui sei!
ANGELICA
Chi mi soccorre? Oh numi!
(fugge nel bosco. Orlando la seguita, quando esce Medoro)
Medoro solo.
Ohimè! Che miro! Angelica seguita
da un cavalier fuggendo va nel bosco?
Volo a correr sull'orme.
(va nel bosco)
Angelica fuggendo, e poi Orlando.
ANGELICA
Amor, caro amore!
Assistimi tu
tuo nume imploro
ah Medoro! Medoro!
ORLANDO
Medoro chiami invan.
ANGELICA
Dove m'ascondo?
ORLANDO
Non fuggirai, se non vai nell'altro mondo.
Angelica fugge verso il mare, Orlando la seguita, quando discende una gran nube, che asconde Angelica, e la porta via in aria accompagnata da quattro Geni, che la circondano.
Orlando solo.
[N. 24 - Recitativo accompagnato]
Ah stigie larve! Ah scellerati spettri,
che la perfida donna ora ascondete,
perché al mio amor offeso
al mio giusto furor non la rendete?
Ah misero e schernito,
l'ingrata già m'ha ucciso!
Sono lo spirto mio da me diviso
sono un'ombra, e qual ombra adesso io voglio
varcar là giù ne' regni del cordoglio.
Ecco la stigia barca.
Di Caronte a dispetto
già solco l'onde nere: ecco di Pluto
le affumicate soglie, e l'arso tetto.
Già latra Cerbero
e già dell'Erebo
ogni terribile
squallida furia
se n' viene a me.
Ma la furia, che sol mi diè martoro
dov'è? Questo è Medoro.
A Proserpina in braccio
vedo che fugge. Or a strapparla io corro.
Ah! Proserpina piange!
Vien meno il mio furore
se si piange all'inferno anco d'amore.
Vaghe pupille, non piangete, no
che del pianto ancor nel regno
può in ognun destar pietà;
vaghe pupille, non piangete, no.
Ma sì, pupille, sì piangete, sì
che sordo al vostro incanto
ho un core d'adamanto,
né calma il mio furor;
ma sì, pupille sì piangete sì.
Si getta furiosamente dentro alla grotta, che scoppia, vedendosi il Mago nel suo carro, che tiene fra le braccia Orlando, e fugge per aria.
[N. 25 - Sinfonia]
Recinto di palme.
Medoro e poi Dorinda.
Recitativo
MEDORO
Di Dorinda alle mura
ch'io ritornassi, Angelica mi disse,
quando per ria sventura novo accidente me ne
dispartisse.
DORINDA
Medoro, e come mai qui ti rivedo?
Non so ancor, se lo credo,
ma Angelica, dov'è?
MEDORO
Quivi m'impose
di ritornar.
DORINDA
Io quasi volea dire
che tu per me dovessi rivenire;
ma sia pur qualsivoglia la cagione
sempre è aperta per te la mia magione.
Celato star procura
perché Orlando ti cerca,
e per te ho gran paura;
sebben son mal gradita,
più della mia m'è cara la tua vita.
[N. 26 - Aria]
MEDORO
Vorrei poterti amar
il cor ti vorrei dar
ma sai che mio non è.
E s'io ti dassi 'l cor
a un cor, ch'è traditor,
tu non daresti fé.
(parte)
Dorinda sola.
Recitativo
Più obbligata gli sono
or che mi dice il vero
son contenta, è sincero;
e sebben nulla spero, e nulla bramo
non meno però adesso ancora io l'amo.
(parte ma viene trattenuta da Orlando)
Orlando e Dorinda.
ORLANDO
Pur ti trovo, o mio bene
e dopo tante pene
pur giungo a riveder il tuo sembiante!
DORINDA
(Orlando, il grande Orlando
mi si palesa amante!)
Forse meco scherzando, signor, tu vai.
ORLANDO
Non so scherzar col foco:
e quel che per te m'arde è così fiero
che non trova più loco.
DORINDA
(Par che dica il vero.)
ORLANDO
Tu non rispondi?
DORINDA
(Che dirò? Ben grande!
Se mi vuole in consorte
saria per me di questo eroe la preda:
chi sa? Giove altre volte arse per Leda)
ORLANDO
E tu non parli ancora?
Dimmi crudel, se vuoi, ch'io viva o mora.
[N. 27 - Duetto (arioso)]
Unisca amor in noi
gli miei, gli affetti tuoi
Venere bella.
DORINDA
Ed innestar tu vuoi
al sangue degli eroi
me pastorella?
ORLANDO
Unisca amor in noi
gli miei, gli affetti tuoi
Venere bella.
DORINDA
Signor, meglio rifletti,
io son Dorinda.
Recitativo
ORLANDO
Eh già lo so; tu sei
pronipote de' dèi.
Ah no: sei l'Argalia
fratello del mio bene
che l'empio Ferrauto uccise a torto.
Già in me s'accende l'ira.
DORINDA
(Addio speranze! Per mia fé delira.)
ORLANDO
Per Angelica mia se tu sei morto
ora ne vo' vendetta...
(vuol tirar la spada, e mettersi in postura di battaglia)
DORINDA
(Bell'imbroglio per me.) Signor aspetta...
ORLANDO
Sì, sì v'intendo ben, dirmi volete
ch'è Ferraù senz'elmo, e senza spada...
(getta l'elmo e la spada)
Li lascio dunque anch'io, su via, prendete.
Or ch'ho lasciato l'armi
son pronto a vendicarmi.
[N. 28 - Aria]
Già lo stringo, già l'abbraccio
con la forza del mio braccio
nuovo Anteo l'alzo da terra:
e se vinto non si rende
perché Marte lo difende,
Marte ancor io sfido a guerra.
Son morto, a caro bene,
trafitto da rie pene
languente cado a terra.
(parte)
Angelica e Dorinda.
Recitativo
ANGELICA
Di Dorinda all'albergo
trovar Medoro io spero.
DORINDA
Ah! Mia signora, vaneggia affatto Orlando.
ANGELICA
Che mi narri, Dorinda?
DORINDA
Di sua strana follia sola è cagione
d'Angelica l'amor,
e gelosia.
ANGELICA
Mi fa pietà, ed ingrata
mi crederei in non averlo amato,
se l'amar fosse arbitrio, e non un fato.
Pure se Orlando, ah il concedete, oh numi!
Non fosse più del suo furore oppresso
vorrei sperar, che vinceria sé stesso.
[N. 29 - Aria]
Così giusta è questa speme,
che se l'alma ancora teme,
ingannata è dal timor.
Ma in chi nacque per l'affanno,
la speranza è quell'inganno
che il piacer cangia in dolor.
(parte)
Dorinda sola.
Recitativo
S'è corrisposto un core
teme ancor del suo amore.
Se un altro è mal gradito
prova il martir del barbaro Cocito.
Nel mar d'amor per tutto v'è lo scoglio
e vedo ben, che amare è un gran imbroglio.
[N. 30 - Aria]
Amor è qual vento
che gira il cervello:
ho inteso che a cento
comincia bel bello
a farli godere;
ma a un corto piacere
dà un lungo dolor.
Se uniti due cori
si credon beati,
gelosi timori
li fan sfortunati;
se un core è sprezzato
divien arrabbiato,
così fa l'amor.
(parte)
Zoroastro accompagnato da' Geni.
[N. 31 - Recitativo accompagnato]
ZOROASTRO
Impari ognun da Orlando
che sovente ragion si perde amando.
O voi del mio poter ministri eletti
or la vostra virtute unite meco.
Si cangi 'l bosco in speco.
Fa segno e la scena si trasforma in orrida spelonca.
Recitativo
ZOROASTRO
Là al furor dell'eroe siatene attenti
che fra pochi momenti avrò vittoria
e l'eroe renderò sano alla gloria.
[N. 32 - Aria]
Sorge infausta una procella
che oscurar fa il cielo e il mare,
splende fausta poi la stella
che ogni cor ne fa goder.
Può talor il forte errare,
ma risorto dall'errore,
quel che pria gli diè dolore
causa immenso il suo piacer.
(parte e li geni entrano nella spelonca)
Angelica, e Dorinda che piange.
Recitativo
ANGELICA
Dorinda, e perché piangi?
DORINDA
Non lo cercar, che al fin se lo saprai
più di me piangerai.
ANGELICA
Dimmi che avvenne?
DORINDA
Il furioso Orlando
ha distrutto il mio albergo; eh, oh dèi, non moro!
Ed ha sepolto vivo il tuo Medoro.
(parte piangendo)
ANGELICA
Che intendo! Oh sorte ria!
Crudel pur tolto m'hai l'anima mia!
Orlando e Angelica.
ORLANDO
Più non fuggir potrai
perfida Falerina...
ANGELICA
In me ravvisa
Angelica da te già un tempo amata
ora da te aborrita. Aprimi 'l petto
levane pur il core
come l'alma m'hai tolta
e con Medoro l'hai viva sepolta.
ORLANDO
Sì, sì, devi morir, o core ingrato!
ANGELICA
Non piango il mio, ma di Medoro il fato!
[N. 33 - Duetto]
ANGELICA
Finché prendi ancora il sangue
godi intanto
de' miei lumi al mesto umor.
ORLANDO
Sol ha sete di sangue il mio cor.
Ma non placa il mio giusto rigor.
ANGELICA
Che dell'anima, che langue
questo pianto
è sangue ancor.
Recitativo
ORLANDO
(la prende per forza)
Vieni... vanne precipitando
di queste rupi al barbaro profondo.
ANGELICA
Numi, pietà!
La getta furiosamente nella spelonca, che subito si cangia in un bellissimo tempio di Marte dove nel fondo si vede Angelica sedendo in una parte elevata, e vien custodita da' Geni.
[N. 34 - Recitativo accompagnato]
ORLANDO
Già per la man d'Orlando
d'ogni mostro più rio purgato è il mondo!
Ora giunge la notte delle cimerie grotte,
ed è seco Morfeo,
che i papaveri suoi sul crin mi sfronda
porgendomi a gustar di Lete l'onda.
[N. 35 - Aria]
Già l'ebbro mio ciglio
quel dolce liquore
invita a posar.
Tu perfido Amore
volando o scherzando
non farmi destar.
(si addormenta sopra di un sasso)
Orlando, che dorme, Zoroastro e poi Dorinda.
Recitativo
ZOROASTRO
Ecco il tempo prefisso!
Amor, fa quanto puoi
che Orlando schernirà gl'inganni tuoi.
[N. 36 - Recitativo accompagnato]
Tu che del gran tonante
coll'artiglio celeste
il folgore sostieni
le mie leggi son queste:
(rimirando il cielo)
dalla region stellante
che rapida a me vieni
reca il divin liquore
per risanar dell'egro Orlando il core.
[N. 37 - Sinfonia]
Fa segno co' la verga, e quattro Geni per aria accompagnano un'aquila che porta un vaso d'oro nel becco. Zoroastro prende il vaso, e l'aquila co' li Geni vola via per aria. Il Mago s'accosta ad Orlando, quando esce Dorinda.
Recitativo
DORINDA
Ah! Che fate signor? S'egli si desta
certo ambedue ne uccide.
ZOROASTRO
Non temer, che lo voglio oggi guarire.
DORINDA
È più sicur a lo lasciar dormire.
Sinfonia (ripresa)
Zoroastro getta il liquore sopra il volto d'Orlando; poi si ritira. Orlando si sveglia sano.
Recitativo
ORLANDO
Dormo ancora, o son desto?
Come qui mi ritrovo
senz'elmo e senza 'l mio famoso brando?
Chi disarmarmi osò? Parla, Dorinda!
DORINDA
Ve lo direi: ma temo che torniate
alla vostra follia,
e che lo paghi poi la mia vita
come pure faceste
ad Angelica e Medor, che voi uccideste.
ORLANDO
Pur troppo hai detto, ed ho pur troppo udito.
E non m'inghiotte il suolo?
Non mi folgora il Cielo?
Dove, o misero Orlando
n'andrai per ritrovar chi con la morte
ti tolga al tuo rossore?
DORINDA
Ben lo diss'io, ritorna a rimpazzire
è meglio di fuggire.
(corre via)
[N. 38 - Arioso]
ORLANDO
Per far, mia diletta,
per te la vendetta,
Orlando si mora.
(corre per andare a precipitarsi, quando rincontra Angelica, che lo trattiene)
Angelica, Orlando, Medoro, Zoroastro e Dorinda.
Recitativo
ANGELICA
Dèi, vive ancor.
ORLANDO
Che vedo oh dèi!
Angelica tu vivi?
ANGELICA
Vivo sì, e vive ancora
chi amandomi t'offende, e vuol mia sorte...
MEDORO
Signor, dammi la morte
non ti chiedo la vita
senza colei, per cui m'è sol gradita.
ZOROASTRO
Orlando, al tuo furore,
geloso di tua gloria
io fui custode, e dalla morte
io trassi Angelica e Medoro,
e per ambo da te la grazia imploro.
DORINDA
Signor vi priego anch'io
sebben perdo (ho un gran cor!) Medoro mio.
ORLANDO
Non più! Udite tutti
quando sia d'Orlando la più bella gloria.
In questo punto sorge di sotterra in mezzo al tempio il simulacro di Marte col foco acceso sopra l'ara e quattro amorini volano per aria.
[N. 39 - Recitativo accompagnato]
ORLANDO
Vinse incanti, battaglie, e fieri mostri
di sé stesso, e d'amor oggi ha vittoria.
Angelica a Medoro unita godi.
GLI ALTRI
Chi celebrar potrà mai le tue lodi?
[N. 40 - Coro]
ORLANDO
(verso Angelica e Medoro)
Trionfa oggi 'l mio cor
e da sì bell'aurora
avrò più bello ancora
un giorno il vostro amor.
ANGELICA E MEDORO
Trionfa oggi 'l mio cor
e con più lieta face
la fedeltà, la pace
risplenderà d'ognor!
DORINDA
Mi scordo ogni dolor
oblio quel che m'affanna
v'invito alla capanna
per festeggiar ancor.
TUTTI
Con un diverso ardor
giacché ciascun è pago
dar lodi sol sia vago
a gloria, ed all'amor.
Fine del libretto.
Generazione pagina: 26/06/2016
Pagina: ridotto, rid
Versione H: 3.00.40
(W)