ORFEO, ED EURIDICE
Azione teatrale.
Versione sintetica a cura di www.librettidopera.it.
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Libretto di Ranieri DE' CALZABIGI.
Musica di Christoph Willibald GLUCK.
Prima esecuzione: 5 ottobre 1762, Vienna.
Personaggi:
ORFEO |
contralto |
EURIDICE |
soprano |
AMORE |
soprano |
Pastori e Ninfe.
Furie e spettri nell'inferno.
Eroi ed Eroine negli Elisi.
Seguaci d'Orfeo.
Argomento
È noto Orfeo, e celebre il suo lungo dolore nell'immatura morte della sua sposa Euridice. Morì ella nella Tracia; io per comodo dell'unità del luogo la suppongo morta nella Campagna felice presso al lago d'Averno, in vicinanza del quale finsero i poeti trovarsi una spelonca, che apriva il cammino all'Inferno. L'infelice amante mosse a pietà gli dèi, che gli concessero di penetrar negli Elisi per ripigliarsi la sua diletta, col patto però di non guardarla finché non fosse tornato sulla terra. Non seppe il tenero sposo frenar tanto gli affetti, ed avendo contravvenuto al divieto perdé per sempre Euridice. Per adattar la favola alle nostre scene ho dovuto cambiar la catastrofe. Leggasi Virgilio al libro IV delle Georgiche, al VI dell'Eneide.
Balli
Primo: di Pastori e Ninfe seguaci d'Orfeo. Si rappresentano in questo ballo le feste funebri che celebravano gli antichi intorno a' sepolcri de' morti. Consistevano in sacrifici, in profumi, in sparger odori e circondarne la tomba, in versar latte e vino sulla medesima, in ballar all'intorno con atti di dolore e in cantar le lodi del defunto. S'introducevano nelle più solenni de' giovanetti in abito di Genii dando loro e attributi ed azioni convenienti alla persona e alla qualità del sepolcro. Così in questo ballo intorno all'urna di Euridice piangono de' Genii che rappresentano degli Amorini, ed uno in figura d'Imeneo spegne la sua face simbolo dell'unione coniugale separata dalla morte.
Secondo: di Spettri nell'Inferno che procurano di spaventare Orfeo.
Terzo: d'Ombre fortunate negli Elisi. L'idea di questo ballo è presa da Virgilio al libro VI dell'Eneide.
Quarto: di Eroi ed Eroine con Amore, Orfeo ed Euridice. Si festeggia il ritorno di Euridice, si celebra il trionfo d'Amore. La face coniugale, che fu spenta da Imeneo nel primo ballo, in quest'ultimo è riaccesa da Amore colla fiamma della sua. Amore ed Imeneo si scambiano vicendevolmente le loro faci, e termina la festa con allegro ballo.
[Overture]
Ameno, ma solitario boschetto di allori e cipressi che ad arte diradato racchiude in un piccolo piano la tomba di Euridice.
All'alzarsi della tenda al suono di mesta sinfonia, si vede occupata la scena da uno stuolo di Pastori e Ninfe seguaci di Orfeo che portano serti di fiori e ghirlande di mirto; e mentre una parte di loro arder fa de' profumi incorona il marmo e sparge fiori intorno alla tomba, intuona l'altra il seguente Coro, interrotto da' lamenti di Orfeo che, disteso sul davanti sopra di un sasso, va di tempo in tempo replicando appassionatamente il nome di Euridice.
[N. 1 - Coro]
CORO
Ah! se intorno a quest'urna funesta,
Euridice, ombra bella t'aggiri,
odi i pianti, i lamenti, i sospiri
che dolenti si spargon per te.
Ed ascolta il tuo sposo infelice,
che piangendo ti chiama, e si lagna,
come quando la dolce compagna
tortorella amorosa perdé.
[N. 2 - Recitativo]
ORFEO
Basta, basta, o compagni: il vostro lutto
aggrava il mio. Spargete
purpurei fiori, inghirlandate il marmo,
partitevi da me: restar vogl'io
solo fra queste ombre funebri ed oscure
coll'empia compagnia di mie sventure.
[N. 3 - Coro]
CORO
Ah! se intorno a quest'urna funesta
Euridice, ombra bella, t'aggiri,
odi i pianti, i lamenti, i sospiri,
che dolenti si spargon per te.
[N. 4 - Pantomima]
Seguita il ballo, terminato il quale tutti partono. Resta Orfeo.
[N. 5 - Aria]
ORFEO
Chiamo il mio ben così
quando si mostra il dì,
quando s'asconde.
Ma, oh vano mio dolor!
l'idolo del mio cor
non mi risponde.
[N. 6 - Recitativo]
Euridice! Euridice!
Ombra cara, ove sei? Piange il tuo sposo,
ti domanda agli dèi,
a' mortali ti chiede e sparse a' venti
son le lagrime sue, i suoi lamenti.
[N. 7 - Aria]
Cerco il mio ben così
in queste, ove morì,
funeste sponde.
Ma sola al mio dolor,
perché conobbe amor,
l'eco risponde.
[N. 8 - Recitativo]
Euridice! Euridice! Ah, questo nome
san le spiagge, e le selve
l'appresero da me. Per ogni valle
Euridice risuona; in ogni tronco
scrisse il misero Orfeo, Orfeo infelice:
«Euridice, idol mio, cara Euridice».
[N. 9 - Aria]
Piango il mio ben così,
se il sole indora il dì,
se va nell'onde.
Pietoso al pianto mio
va mormorando il rio
e mi risponde.
[N. 10 - Recitativo]
Numi! barbari numi!
D'Acheronte e d'Averno
pallidi abitator, la di cui mano
avida delle morti
mai disarmò, mai trattener non seppe
beltà né gioventù, voi mi rapiste
la mia bella Euridice
(oh memoria crudel!) sul fior degli anni:
la rivoglio da voi, numi tiranni.
Ho core anch'io per ricercar sull'orme
dei più intrepidi eroi, nel vostro orrore,
la mia sposa, il mio ben...
Amore e detto.
AMORE
T'assiste Amore.
Orfeo, della tua pena
Giove sente pietà. Ti si concede
le pigre onde di Lete
vivo varcar. Del tenebroso abisso
sei sulla via: se placar puoi col canto
le furie, i mostri e l'empia morte, al giorno
la diletta Euridice
farà teco ritorno...
ORFEO
Ah come! Ah quando!
E possibil sarà?... spiegati.
AMORE
Avrai
valor che basti a questa prova estrema?
ORFEO
Mi prometti Euridice, e vuoi che io tema!
AMORE
Sai però con qual patto
l'imprese hai da compir?
ORFEO
Parla.
AMORE
Euridice
ti si vieta il mirar, finché non sei
fuor dagli antri di Stige, e il gran divieto
rivelarle non déi; se no, la perdi,
e di novo, e per sempre; e in abbandono
al tuo fiero desio
sventurato vivrai. Pensaci; addio.
[N. 11 - Aria]
Gli sguardi trattieni,
affrena gli accenti;
rammenta se peni,
che pochi momenti
hai più da penar.
Sai pur che talora
confusi, tremanti
con chi gl'innamora
son ciechi gli amanti,
non sanno parlar.
(parte)
[N. 12 - Recitativo]
ORFEO
Che disse! che ascoltai! Dunque Euridice
vivrà, l'avrò presente, e dopo i tanti
affanni miei, in quel momento, in quella
guerra d'affetti, io non dovrò mirarla,
non stringerla al mio sen! Sposa infelice!
che dirà mai? che penserà? Preveggo
le smanie sue, comprendo
le angustie mie. Nel figurarlo solo
sento gelarmi il sangue,
tremarmi il cor... Ma... lo potrò. Lo voglio.
Ho risoluto. Il grande,
l'insoffribil de' mali è l'esser privo
dell'unico dell'alma amato oggetto:
assistetemi, o dèi, la legge accetto.
Si vede un lampo, si sente un tuono e parte Orfeo.
Orrida e cavernosa al di là del fiume Cocito, offuscata poi in lontananza da un tenebroso fumo illuminato da fiamme che ingombrano tutta quella orribile abitazione.
[N. 13 - Danza delle Furie]
Appena aperta la scena al suono di orribile sinfonia comincia il ballo di Furie e Spettri, che viene interrotto dalle armonie della lira d'Orfeo, il quale comparendo poi sulla scena, tutta quella turba infernale intuona il seguente:
[N. 14 - Coro]
Chi mai dell'Erebo
fra le caligini,
sull'orme d'Ercole
e di Piritoo
conduce il piè?
D'orror l'ingombrino
le fiere Eumenidi,
e lo spaventino
gli urli di Cerbero,
se un dio non è.
[N. 15 - Danza delle Furie]
Ripigliano le Furie il ballo girando intorno ad Orfeo per spaventarlo.
[N. 16 - Coro]
Chi mai dell'Erebo
fra le caligini,
sull'orme d'Ercole
e di Piritoo
conduce il piè?
D'orror l'ingombrino
le fiere Eumenidi,
e lo spaventino
gli urli di Cerbero,
se un dio non è.
[N. 17 - Solo e Coro]
ORFEO
Deh! placatevi con me,
furie, larve, ombre sdegnose.
CORO
No.
ORFEO
Vi renda almen pietose
il mio barbaro dolor.
[N. 18 - Coro]
CORO
(raddolcito e con espressione di qualche compatimento)
Misero giovine!
che vuoi, che mediti?
Altro non abita
che lutto e gemito
in quelle orribili
soglie funeste.
[N. 19 - Aria]
ORFEO
Mille pene, ombre moleste,
come voi sopporto anch'io;
ho con me l'inferno mio,
me lo sento in mezzo al cor.
[N. 20 - Coro]
CORO
(con maggior dolcezza)
Ah quale incognito
affetto flebile,
dolce a sospendere
vien l'implacabile
nostro furor.
[N. 21 - Aria]
ORFEO
Men tiranne, ah! voi sareste
al mio pianto, al mio lamento,
se provaste un sol momento
cosa sia languir d'amor.
[N. 22 - Coro]
CORO
(sempre più raddolcito)
Ah quale incognito
affetto flebile,
dolce a sospendere
vien l'implacabile
nostro furor!
Le porte stridano
su' neri cardini
e il passo lascino
sicuro e libero
al vincitor.
[N. 23 - Danza delle Furie]
Cominciano a ritirarsi le Furie ed i Mostri e, dileguandosi per entro le scene, ripetono l'ultima strofa di coro che, continuando sempre frattanto che si allontanano, finisce finalmente in un confuso mormorio.
Sparite le Furie, sgombrati i Mostri, Orfeo s'avanza nell'inferno.
[N. 24 – Balletto]
[N. 25 – Balletto]
[N. 26 - Balletto]
Deliziosa per i boschetti che vi verdeggiano, i fiori che rivestono i prati, i ritiri ombrosi che vi si scoprono, i fiumi ed i ruscelli che la bagnano.
Orfeo ed indi coro di Eroi ed Eroine, poi Euridice.
[N. 27 - Quasi recitativo]
ORFEO
Che puro ciel! Che chiaro sol! Che nuova
serena luce è questa mai! Che dolce,
lusinghiera armonia formano insieme
il cantar degli augelli,
il correr de' ruscelli,
dell'aure il sussurrar! Questo è il soggiorno
de' fortunati eroi. Qui tutto spira
un tranquillo contento,
ma non per me. Se l'idol mio non trovo,
sperar no 'l posso: i suoi soavi accenti,
gli amorosi suoi sguardi, il suo bel riso
sono il mio solo, il mio diletto Eliso.
Ma in qual parte sarà?
(guardando per la scena)
Chiedasi a questo
che mi viene a incontrar stuolo felice.
Euridice dov'è?
(inoltrandosi verso il coro)
CORO
Giunge Euridice.
[N. 28 - Coro]
Vieni a' regni del riposo,
grande eroe, tenero sposo,
raro esempio in ogni età.
Euridice Amor ti rende;
già risorge, già riprende
la primiera sua beltà.
[N. 29 - Balletto]
Segue il ballo degli Eroi.
[N. 30 - Recitativo]
ORFEO
Anime avventurose,
ah! tollerate in pace
le impazienze mie: se foste amanti,
conoscereste a prova
quel focoso desio che mi tormenta,
che per tutto è con me. Nemmeno in questo
placido albergo esser poss'io felice,
se non trovo il mio ben.
CORO
Viene Euridice.
[N. 31 - Coro]
Torna, o bella, al tuo consorte,
che non vuol che più diviso
sia da te, pietoso, il ciel.
Non lagnarti di tua sorte,
ché può dirsi un altro Eliso
uno sposo sì fedel.
Da un Coro di eroine vien condotta Euridice vicino ad Orfeo il quale senza guardarla e con un atto di somma premura, la prende per mano e la conduce subito via.
Séguita poi il ballo degli Eroi ed Eroine e si ripiglia il canto del Coro, supposto continuarsi sino a tanto che Orfeo ed Euridice non sono affatto fuori degli Elisi.
Oscura spelonca, che forma un tortuoso labirinto, ingombrato di massi staccati dalle rupi, che sono tutte coperte di sterpi e di piante selvagge.
Orfeo ed Euridice.
[N. 32 - Recitativo]
ORFEO
(ad Euridice, che conduce per mano sempre senza guardarla)
Vieni: segui i miei passi,
unico amato oggetto
del fedele amor mio.
EURIDICE
(con sorpresa)
Sei tu! M'inganno?
Sogno? Veglio? Deliro?
ORFEO
(con fretta)
Amata sposa,
Orfeo son io, e vivo ancor; ti venni
fin negli Elisi a ricercar; fra poco
il nostro cielo, il nostro sole, il mondo
di bel nuovo vedrai.
EURIDICE
(sospesa)
Come! ma con quale arte?
ma per qual via?
ORFEO
Saprai
tutto da me;
(con premura)
per ora
non chieder più, meco t'affretta, e il vano
importuno timor dall'alma sgombra:
ombra tu più non sei, io non son ombra.
EURIDICE
Che ascolto! e sarà ver? pietosi numi,
qual contento è mai questo! Io dunque, in braccio
all'idol mio, fra' più soavi lacci
d'Amore e d'Imeneo,
nuova vita vivrò!
ORFEO
Sì, mia speranza;
ma tronchiam le dimore,
ma seguiamo il cammin. Tanto è crudele
la fortuna con me, che appena io credo
di possederti; appena
so dar fede a me stesso.
EURIDICE
(mesta e risentita, ritirando la mano da Orfeo)
E un dolce sfogo
del tenero amor mio, nel primo istante
che tu ritrovi me, ch'io te riveggo,
t'annoia, Orfeo!
ORFEO
Ah! non è ver, ma... sappi...
senti... (oh legge crudel!) bella Euridice,
inoltra i passi tuoi.
EURIDICE
Che mai t'affanna
in sì lieto momento?
ORFEO
(Che dirò! lo preveddi; ecco il cimento.)
EURIDICE
Non mi abbracci! non parli!
(tirandolo perché la guardi)
Guardami almen. Dimmi: son bella ancora
qual era un dì? vedi: che forse è spento
il roseo mio volto? Odi: che forse
s'oscurò quel che amasti
e soave chiamasti
splendor de' sguardi miei?
ORFEO
(Più che l'ascolto,
meno resisto: Orfeo coraggio.) Andiamo,
mia diletta Euridice; or non è tempo
di queste tenerezze; ogni dimora
è fatale per noi.
EURIDICE
Ma... un sguardo solo...
ORFEO
È sventura il mirarti.
EURIDICE
Ah infido! E queste
son l'accoglienze tue! mi nieghi un sguardo,
quando dal caro amante
e dal tenero sposo
aspettarmi io dovea gli amplessi e i baci!
ORFEO
(sentendola vicina, prende la sua mano e vuol condurla)
(Che barbaro martir!) Ma vieni e taci.
EURIDICE
(ritira la mano con sdegno)
Ch'io taccia! e questo ancora
mi restava a soffrir! dunque hai perduta
la memoria, l'amore,
la costanza, la fede!... E a che svegliarmi
dal mio dolce riposo, or che hai pur spente
quelle a entrambi sì care
d'Amore e d'Imeneo pudiche faci!...
Rispondi, traditor.
ORFEO
Ma vieni e taci.
[N. 33 - Duetto]
ORFEO
Vieni: appaga il tuo consorte.
EURIDICE
No: più cara è a me la morte,
che di vivere con te.
ORFEO
Ah crudel!
EURIDICE
Lasciami in pace...
ORFEO
No: mia vita, ombra seguace
verrò sempre intorno a te.
EURIDICE
Ma perché sei sì tiranno?
ORFEO
Ben potrò morir d'affanno,
ma giammai dirò perché.
Insieme
EURIDICE
Grande, o numi, è il dono vostro,
lo conosco e grata sono
ma il dolor, che unite al dono,
è insoffribile per me.
ORFEO
Grande, o numi, è il dono vostro,
lo conosco e grato sono
ma il dolor, che unite al dono,
è insoffribile per me.
Nel terminare il duetto ambedue, ciascuno dalla sua parte, si appoggiano ad un albero.
[N. 34 - Recitativo]
EURIDICE
Qual vita è questa mai,
che a vivere incomincio! E qual funesto
terribile segreto Orfeo m'asconde!...
Perché piange e s'affligge?... Ah non ancora
troppo avvezza agli affanni
che soffrono i viventi, a sì gran colpo
manca la mia costanza... agli occhi miei
si smarrisce la luce. Oppresso in seno
mi diventa affannoso
il respirar. Tremo... vacillo... e sento
fra l'angoscia e il terrore
da un palpito crudel vibrarmi il core.
[N. 35 - Aria]
Che fiero momento!
Che barbara sorte!
Passar dalla morte
a tanto dolor!
Avvezza al contento
d'un placido oblio,
fra queste tempeste
si perde il mio cor.
[N. 36 - Recitativo]
ORFEO
(Ecco un nuovo tormento!)
EURIDICE
Amato sposo,
m'abbandoni così! Mi struggo in pianto,
non mi consoli! il duol m'opprime i sensi,
non mi soccorri!... un'altra volta, oh stelle!
Dunque morir degg'io,
senza un amplesso tuo... senza un addio!
ORFEO
(Più frenarmi non posso; a poco a poco
la ragion m'abbandona, oblio la legge,
Euridice, e me stesso. E...)
(in atto di voltarsi e poi pentito)
EURIDICE
Orfeo... consorte...
ah... mi sento... languir!
(si getta a sedere sopra un sasso)
ORFEO
No sposa... ascolta...
(in atto di voltarsi a guardarla e con impeto)
se sapessi... (Ah! che fo?... ma fino a quando
in questo orrido inferno
dovrò penar!)
EURIDICE
Ben... mio...
ricordati... di... me...
ORFEO
Che affanno!... Oh come
mi si lacera il cor! Più non non resisto;
smanio, fremo, deliro... ah mio tesoro!...
(si volta con impeto e la guarda)
EURIDICE
(alzandosi con forza e tornando a cadere)
Giusti dèi, che m'avvenne. Io... manco... io... mo... ro...
(more)
ORFEO
Ahimè! dove trascorsi! Ove mi spinse
un delirio d'amor!...
(le s'accosta con fretta)
Sposa!... Euridice!...
(la scuote)
Euridice!... Consorte! ah più non vive,
la chiamo in van, misero me, la perdo,
e di nuovo e per sempre! oh legge! oh morte!
oh ricordo crudel! non ho soccorso,
non m'avanza consiglio. Io veggo solo
(oh fiera vista!) il luttuoso aspetto
dell'orrido mio stato;
saziati sorte rea, son disperato.
[N. 37 - Aria]
Che farò senza Euridice!
Dove andrò senza il mio ben!
Euridice! Oh dio! rispondi,
io son pure il tuo fedel.
Euridice! Ah! non m'avanza
più soccorso, più speranza
né dal mondo, né dal ciel!
Che farò senza Euridice!
Dove andrò senza il mio ben!
[N. 38 - Recitativo]
Ma finisca, e per sempre,
co' la vita il dolor! Del nero Averno
sono ancor sulla via; lungo cammino
non è quel, che divide
il mio bene da me. Sì: aspetta, o cara
ombra dell'idol mio. Ah! questa volta
senza lo sposo tuo non varcherai
l'onde lente di Stige.
(vuol ferirsi)
Amore e detti.
AMORE
(lo disarma)
Orfeo! che fai?
ORFEO
(con impeto e fuori di sé)
E chi sei tu, che trattenere ardisci
le dovute a' miei
casi ultime furie?
AMORE
Questo furore
calma, deponi e riconosci Amore.
ORFEO
(come tornando in sé stesso)
Ah! sei tu... Ti ravviso; il duol finora
tutti i sensi m'oppresse. A che venisti?
In sì fiero momento,
che vuoi da me?
AMORE
Farti felice. Assai
per gloria mia soffristi, Orfeo. Ti rendo
Euridice, il tuo ben. Di tua costanza
maggior prova non chiedo. Ecco: risorge
a riunirsi con te.
Euridice si alza, come svegliandosi da un profondo sonno.
ORFEO
(con sorpresa e corre ad abbracciare Euridice)
Che veggo! oh numi!
Sposa...
EURIDICE
Consorte!
ORFEO
E pur t'abbraccio!
EURIDICE
E pure
al sen ti stringo!
ORFEO
(ad Amore)
Ah! quale
riconoscenza mia...
AMORE
Basta; venite
avventurosi amanti, usciamo al mondo,
ritornate a godere.
ORFEO
Oh fausto giorno!
Oh amor pietoso!
EURIDICE
Oh lieto
fortunato momento!
AMORE
Compensa mille pene un mio contento.
(partono)
Magnifico tempio dedicato ad Amore.
Amore, Orfeo ed Euridice, preceduti da numeroso drappello di Pastori e Pastorelle che vengono a festeggiare il ritorno d'Euridice e, cominciando un allegro ballo, si interrompe da Orfeo che intuona il seguente Coro:
[N. 39 - Coro, alternato a Solo]
ORFEO
Trionfi Amore,
e il mondo intero
serva all'impero
della beltà.
Di sua catena
talvolta amara
mai fu più cara
la libertà.
CORO
Trionfi Amore,
e il mondo intero
serva all'impero
della beltà.
AMORE
Talor dispera,
talvolta affanna
d'una tiranna,
la crudeltà.
Ma poi la pena
oblia l'amante
nel dolce istante
della pietà.
CORO
Trionfi Amore,
e il mondo intero
serva all'impero
della beltà.
EURIDICE
La gelosia
strugge e divora;
ma poi ristora
la fedeltà.
E quel sospetto
che il cor tormenta,
alfin diventa
felicità.
CORO
Trionfi Amore,
e il mondo intero
serva all'impero
della beltà.
Fine del libretto.
Generazione pagina: 06/01/2017
Pagina: ridotto, rid
Versione H: 3.00.40
(D)