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§
ORAZI E CURIAZI
Tragedia lirica.
Versione sintetica a cura di www.librettidopera.it.
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Libretto di Salvadore CAMMARANO.
Musica di Saverio MERCADANTE.
Prima esecuzione: 10 novembre 1846, Napoli.
Personaggi:
Il VECCHIO ORAZIO cavaliere romano |
basso |
ORAZIO suo figlio |
baritono |
CAMILLA sua sorella |
soprano |
SABINA moglie di Orazio |
mezzosoprano |
CURIAZIO suo fratello guerriero albano |
tenore |
Il GRAN SACERDOTE |
tenore |
Due fratelli di Orazio (Bassi).
Due fratelli di Curiazio (Tenori).
Congiunti degli Orazi.
Sacerdoti, Guerrieri, Senatori, Popolo di Roma.
Un Messo e Guerrieri d'Alba.
L'avvenimento ha luogo in Roma, e fuori le sue mura, declinando il primo secolo della sua fondazione.
Alba e Roma.
Parte di Roma in vicinanza delle mura: nel prospetto il tempio di Giano aperto.
Veggonsi i Sacerdoti, presso le are interne, offrire gli olocausti, ed una schiera di Matrone e Donzelle, fra cui Sabina e Camilla, prostrate sui gradini del tempio, ed alzando le mani al cielo. Rimbombano prolungati squilli di trombe, annunziatori di battaglie.
DONNE
(sorgendo con entusiasmo)
La spada formidabile
impugna or tu Quirino.
Della città romulea
tu veglia il gran destino:
sperdi l'albano esercito,
vinci per noi la guerra.
L'impero della terra
il ciel ne presagì:
parte di tanto oracolo
si compia in questo dì.
(a Sabina, rimasta seco in un canto, ed entrambe immerse in cupo silenzio)
CAMILLA
Come sul labbro mio gli accenti agghiaccia
sul tuo labbro il terrore!
SABINA
Tu nascesti romana, io tal divenni:
eppur non lice a noi
pregar con esse! Fra le schiere d'Alba
pugnano i miei fratelli!...
CAMILLA
E fra le schiere
i miei pugnan di Roma!...
SABINA
E quinci il mio consorte!...
CAMILLA
Ed è quindi il mio ben! Strazio di morte!
Qual prece o voto formar potremo?
A chi fra numi l'innalzeremo,
se a noi qual perdita cruda, mortale
può la vittoria esser fatale?
A quel fra' numi il cor volgiamo,
che più somigli alla pietà.
E quanto chiedergli nemmen sappiamo,
esso concedere a noi saprà.
(qualche momento di pausa)
Ah! Che al pensiero i dì richiamo,
quando Curiazio mi disse: «Io t'amo!»
Quando il suo labbro fé mi giurava,
e più del labbro il cor parlava!
Oh cari giorni avventurati!...
Oh dolce e caste gioie d'amor!...
Ah! rammentarsi tempi beati
rende l'affanno più crudo ancor!
DONNE
Dopo il fragor terribile
delle guerriere trombe
lungo regnò silenzio,
qual regna fra le tombe.
CAMILLA
È ver... Non s'ode l'aura
fremer di grida e d'armi!
DONNE
Che fia?
SABINA
Tacete... Un murmure
da lunge intender parmi!
CAMILLA
Ben dici!
DONNE
E più s'approssima...
SABINA
Io palpito!...
CAMILLA
Chi viene?
DONNE
Di senatori e popolo
rapida schiera.
Senatori, Popolo, e detti.
CAMILLA
Ebben?
SENATORI
Non combattean gli eserciti...
A tre guerrieri albani
Mezio s'affida, Ostilio
s'affida a tre romani:
essi la pugna compiere
or denno.
(partono frettolosi)
SABINA
Intendi?...
CAMILLA
Ah! Sì...
SABINA E CAMILLA
Fratelli!
CAMILLA
O mio Curiazio!...
SABINA
O sposo!...
CAMILLA
Il ciel ne udì!...
(gettandosi nella braccia di Sabina, e prorompendo in dolcissime lacrime)
Di quai soavi palpiti
balzar mi sento il core!...
Piango, ma son le lagrime
conforto, e non dolore!...
Quanto mi sta d'intorno
l'aura, la terra, il giorno,
tutto è sorriso all'anima
di giubilo e d'amor!
CORO
Eterna è Roma; il fato
in ciel ne fu segnato:
ad essa i numi apprestano
il trionfale onor.
Curiazio, e detti.
CURIAZIO
Camilla?...
CAMILLA
Ciel!... Fia vero!...
Curiazio!...
SABINA
In Roma!...
CURIAZIO
Mi vi tragge, o donne,
la pace: ché l'evento
qual sia della tenzon, pace tra Roma
ed Alba si fermò: soggetto il vinto.
Ma non fia schiavo al vincitor. Né sprone
al ratto venir mio
il bollente desio
fu sol:
(a Camilla)
giurai, t'è noto,
porger nel dì primiero a te la mano,
che non dovessi armarla
d'Alba in soccorso, e Venere celeste
chiamai della promessa
mallevadrice.
CAMILLA
Ah! Dessa
fe' certo il raggio scintillar di pace
nell'ora della pugna.
CURIAZIO
Era dovuto
un premio a noi di tante pene.
CAMILLA
Ahi! Lunghe
pene, senza conforto!
CURIAZIO
È vero, è vero!...
Esse ancor son presenti al mio pensiero!
Talor solingo e tacito,
tra cento armati e cento,
di te pensava, e l'anima
pascea del mio tormento:
i tuoi sospiri, i gemiti
intender mi sembrava,
e mal frenata lagrima
sul ciglio mio spuntava...
ma la tergea sollecito
all'ombra del cimiero:
l'amante, del guerriero
la gloria non macchiò!
CAMILLA
Ed io!... Qual vita orribile
vissi ben mio, sinora!
A tristi dì seguiano
più tristi notti ancora.
I sonni miei turbavami
mille funeste larve...
Talor ferito, esanime
vederti al suol mi parve;
e mentre intorno l'aura
d'urli echeggiar facea,
nel cor mi discendea
l'acciar che te svenò!
CORO
(a Camilla)
Ecco tuo padre.
Il Vecchio Orazio, e detti.
(a Curiazio, il quale è corso ad incontrarlo)
VECCHIO ORAZIO
Abbracciami...
CURIAZIO
Signor...
VECCHIO ORAZIO
Tra lari miei
vieni.
CURIAZIO
Qual giuro a compiere
traggo, saper tu déi.
VECCHIO ORAZIO
E in breve fia compìto.
CAMILLA
Oh! Come balza il cor!...
CURIAZIO
Camilla!... Io son rapito
in estasi d'amor!
CAMILLA E CURIAZIO
Ah! Non so dir qual giubilo
io provo in tai momenti...
Tu sol, tu puoi comprenderlo,
che al par di me lo senti.
Con te mi fia propizia
ogni più cruda sorte...
gioia la stessa morte
mi fia vicino a te!
GLI ALTRI
(a Curiazio)
Vieni, e i celesti arridano
a così bella fé.
(partono)
Vestibolo nelle case degli Orazi.
Orazio entra qual uomo preoccupato: i passi interrotti. Il volto, gli sguardi, tutto in esso rivela un animo irrequieto.
Senatori, e detto.
SENATORI
Orazio?...
ORAZIO
SENATORI
Su te, per voto unanime,
cadde la scelta.
ORAZIO
SENATORI
Co' tuoi germani a lato
combatterai.
ORAZIO
SENATORI
Or sei di Roma il fato.
ORAZIO
SENATORI
Pensavi, o guerrier!
ORAZIO
SENATORI
In quel nobile ardimento
la vittoria balenò!
(partono)
Intorno del tempio di Venere.
I sacri incensi fumano sull'ara inghirlandata: da una parte i Sacerdoti, dall'altra i Congiunti degli Orazi, d'ambo i sessi.
Coro generale.
Del terzo cielo benigna diva,
coppia fedele viene al tuo piè:
fuma d'incensi l'ara votiva,
l'inno devoto suona per te.
Ove tu ridi fuggono i male,
ove ti mostri dolor non v'ha.
I tuoi misteri fra noi mortali
de' numi spargono la voluttà.
Camilla, cinta del flammeo, e condotta da Sabina, il vecchio Orazio, e Curiazio dall'intercolunnio; il Gran sacerdote dai penetrali, e detti.
VECCHIO ORAZIO
(al Gran sacerdote)
Ebben?...
GRAN SACERDOTE
Qual fu tua brama,
dell'offerta ne' sacri
visceri palpitanti era de' numi
la volontà scrutata.
(accennando Camilla e Curiazio)
I lor destini
ha congiunti per sempre
il ciel: frapporre indugi a' suoi decreti
colpa saria.
VECCHIO ORAZIO
Più lieti
auspici alla mia prole
non arriser giammai. Combatteranno
eccelsa pugna i tuoi fratelli, e sposa
tu d'un prode sarai!
CAMILLA
(A' tuoi contenti alma resisti!...)
CURIAZIO
Ormai
si compia il rito.
SACERDOTE
A piè del nume, o figli,
d'amor, d'eterna fé sciogliete il puro
giuramento solenne.
CAMILLA E CURIAZIO
(genuflessi innanzi al simulacro)
Giuriam...
Orazio seguìto dai Fratelli, e da un Messo d'Alba, i suddetti.
ORAZIO
CAMILLA
Ahimè!...
SABINA, SACERDOTE, VECCHIO ORAZIO, CURIAZIO E CORO
Che avvenne?
ORAZIO
CAMILLA
E qual cagion funesta?...
ORAZIO
CURIAZIO
Ahi! Come?
ORAZIO
(additando un papiro, che l'Albano porge a Curiazio: questi vi affigge i lumi, e resta come percosso da fulmine)
CAMILLA
(atterrita da ferale presentimento)
Che lesse?...
(raccoglie il papiro caduto dalle mani di Curiazio, e legge)
I tre Curiazi!
SACERDOTE, VECCHIO ORAZIO E CORO
Cielo!...
SABINA
Un fulmine piombò!...
CAMILLA
L'altar di negro velo
per me si circondò!...
(regna lungo e tetro silenzio)
Ahi! Dove un Olimpo schiudeva l'imene,
abisso tremendo il fato scavò!
Un gelo di morte mi stringe le vene!
Dall'ara alla tomba condotta sarò!
CURIAZIO
(A stringere il brando la patria m'invita!
Ma contro quai petti vibrarlo dovrò!...
Ahi! Cruda mia sorte!... o spento alla vita,
o spento all'amore in breve sarò!)
ORAZIO
GLI ALTRI ORAZI
(Sorride in un punto, e freme la sorte!
Di gloria e d'affanno un giorno spuntò!)
SABINA, SACERDOTE E CORO
(Agl'inni succede silenzio di morte!
La gioia in orrore il fato cangiò!)
CURIAZIO
(guata un istante Camilla, e sembra combattuto da vari affetti: poi, raccogliendo tutta la sua costanza, ed in procinto di uscire, esclama)
Addio!
CAMILLA
(accorrendo)
Curiazio!... Arréstati!...
Ed ove corri?...
CURIAZIO
Al campo.
CAMILLA
No... pria m'uccidi...
ORAZIO
CAMILLA
Ah! Barbari!...
Dover, dover si noma,
pugna cotanto orribile?
CURIAZIO
Alba la chiese?
ORAZIO
CAMILLA
Fermate... uditemi...
(a Curiazio)
L'imene?...
CURIAZIO
Un sogno fu.
CAMILLA
Son miei fratelli!...
CURIAZIO
Ah! Scòstati...
CAMILLA
(al fratello, accennando Curiazio)
E l'alma mia...
ORAZIO
CAMILLA
Ite dunque, uccidetevi a gara...
condannatemi al pianto in eterno...
I mortali son furie d'Averno!
Son gli dèi mentitori con me!
ORAZIO
CURIAZIO
Un destin ci respinge dall'ara,
un destin che d'amore è più forte!...
Ah! Del par la vittoria e la morte
mi dividon per sempre da te!
VECCHIO ORAZIO
Vieni, o figlia, ed a vincere impara
e te stessa e l'avversa fortuna...
déi mostrar che fu Roma tua cuna,
déi mostrar che sei nata da me.
SABINA
(a Camilla)
Fato ingiusto un orrendo prepara
avvenir di cordoglio per noi!...
A' miei pianti si mescano i tuoi...
io ti resto, tu resti per me.
GLI ALTRI
Adoriam quei che tutti prepara
nell'eterno concetto i destini:
ei talvolta nasconde i suoi fini;
ma crudele, ma ingiusto non è!
Curiazio parte rapidamente, seguìto dal Messaggero albano: Camilla tenta seguirlo, ma è trattenuta: gli Orazi escono per altra via: il disordine e la costernazione si diffondono pe 'l tempio.
L'oracolo.
Vestibolo nelle case degli Orazi.
Orazio ed i Fratelli, ognuno cinto d'armi.
(mettendosi coi fratelli in ginocchio sul limitare)
ORAZIO
(sorgono)
Curiazio, e detti.
CURIAZIO
Arresta.
ORAZI
Curiazio!...
ORAZIO
CURIAZIO
Un sol momento...
(ad un cenno di Orazio, i fratelli si ritirano)
ORAZIO
CURIAZIO
Irresistibil forza
respinse addietro i passi miei! Né seppi
domar l'ardente voglia
di stringerti al mio sen, pria di scontrarti
col brando in pugno...
(movendo in atto di abbracciarlo)
ORAZIO
CURIAZIO
Se d'ogni affetto umano
per te la possa è doma,
se chi nascerà in Roma
è crudo al par di te,
che non mi fean romano
rendo agli dèi mercé.
ORAZIO
CURIAZIO
In fera pugna stanco,
perdute l'armi, o frante,
le chiome, il petto, il fianco
del sangue mio grondante,
m'avea feroce stuolo
già rovesciato al suolo!...
Chi dal mio capo ignudo
svolse le ostili offese?
Chi sopra me lo scudo
proteggitor distese?
Per te la luce io miro!...
L'aura per te respiro!...
(prorompendo in lacrime di tenerezza)
D'Alba nemico sei,
ma ti conosco ancor!
(gettandosi al collo di Orazio, con dolce violenza)
ORAZIO
CURIAZIO
Piangi!
ORAZIO
VOCI POPOLARI
(dall'esterno)
Andiamo... andiamo... ~ Già prossima
è l'ora del cimento... ~
Divinità propizie
vegliate al gran momento!...
ORAZIO
CURIAZIO
Intesi...
ORAZIO
CURIAZIO
(come vergognando del ritardo)
E noi!...
ORAZIO
CURIAZIO
Sì... ben dici!...
ORAZIO
CURIAZIO
Costanza!
ORAZIO
CURIAZIO
Vedimi... a ciglio asciutto
da te mi sciolgo.
ORAZIO E CURIAZIO
Addio!...
Ardente amor di gloria
solo m'avvampa omai!...
Incerta è la vittoria,
certo l'onor sarà!
Se condannò la patria
il pianto che versai,
di sangue in olocausto
ammenda ne farà!
(partono)
Vasta pianura fuori le porte di Roma, e limitrofa ai due accampamenti.
Fra il rimbombo di bellici strumenti schierasi da una parte l'Esercito di Roma, dall'altro quello d'Alba: e quinci e quindi s'inoltrano poscia i Duci, accompagnando i tre Orazi ed i tre Curiazi: il Vecchio Orazio segue i Figli.
ROMANI
Pria di pugnar si sciolgano
i giuramenti alterni.
ALBANI
E testimoni e vindici
tutti ne sian gli eterni.
ORAZI E CURIAZI
Giuriamo per la gloria
o vincere, o morir.
DUCI ROMANI E DUCI ALBANI
Se vinti noi sommetterci
giuriamo al vincitore.
TUTTI
Vergogna ed abbandono
ricopra il mancatore,
e la celeste folgore
lo possa incenerir!
VECCHIO ORAZIO
La veneranda schiera
de' sacerdoti ad implorar s'avanza
fausti i numi a' pugnanti.
Il Gran sacerdote, con séguito di Flamini, e detti.
GRAN SACERDOTE
Sospendete
la pugna.
GLI ALTRI
Che!
GRAN SACERDOTE
Lo impongo
a nome de' celesti.
ORAZI
E qual cagion?
CURIAZI
La svela...
GRAN SACERDOTE
Da funesti
presagi fui colpito! Arser gl'incensi
a stento sugli altari, e negri, e densi
surser globi di fuoco, che ritorse
in giù potenza ignota... De' congiunti
il sangue sparger denno
i congiunti!... Potria
destar sì fera pugna
l'ira divina.
ROMANI E ALBANI
Che favelli!...
(tocchi da religioso terrore)
GRAN SACERDOTE
Meco
nel fatidico speco
dell'Aventin traete: il re lo vuole.
Norma del ciel ne sia la voce.
ORAZI
Come!
CURIAZI
E l'onore?
ORAZI
La fede?...
CURIAZI
I giuramenti?...
VECCHIO ORAZIO
Cedete, o figli...
ROMANI E ALBANI
Sì...
ORAZI E CURIAZI
Non mai...
GRAN SACERDOTE
Por freno
è d'uopo a zel soverchiamente audace:
quando parlan gli dèi si adora e tace.
GRAN SACERDOTE, VECCHIO ORAZIO, DUCI ROMANI E DUCI ALBANI
Non di trombe, non di brandi
il fragor s'intenda ancora:
ove il fato lo comandi
spargerete il sangue allora.
Ma sì barbara condanna,
scritta forse in ciel non fu.
ORAZI
(De' Quiriti in sen t'accampa
o di Roma santo affetto:
il tuo foco, ah! Non gli avvampa
quale avvampa nel mio petto!
Il maggior per me dei numi,
il destin per me sei tu!)
CURIAZI
(Dall'ambascia il core affranto,
si ridesta, e vive, e spera...
in te, amore, in te soltanto
mia fidanza io pongo intera:
tra gli eterni è grande il fato,
ma più grande amor sei tu!)
Il Gran sacerdote parte frettoloso, seguìto dagli Orazi e Curiazi, dai Flamini, e dai principali Duci romani e albani.
Orrida caverna a piè dell'Aventino, a cui si discende per lunga serie di scalini incavati nel vivo masso: le dense tenebre che ci regnano son qualche tratto rischiarate appena da incerta luce, che penetra da un forame praticato nell'alto: in fondo una porta di bronzo chiusa.
Dopo lungo e terribile silenzio, vedesi Camilla scendere tutta sola nella misteriosa spelonca.
CAMILLA
(accennando alla porta)
Ecco il delubro! Innanzi
al sacro limitar della caverna
svenan l'offerta i sacerdoti... Osai
fra queste arcane ombre temute io sola,
divo Apollo, venirne... Amor mi mosse!
E prima giunger volli,
ad implorar la tua pietà. Gli eterni,
del par che onnipossenti,
giusti son, son clementi;
né tu nume vorrai
chieder lagrime eterne a questi rai.
La mia prece, il pianto accogli,
abbian fine i miei spaventi:
regolar tu puoi gli eventi,
un tuo detto è l'avvenir.
L'empia pugna tu distogli...
in te fida il cor tremante...
non costringermi l'amante
o i fratelli a maledir!
I Sacerdoti, gli Orazi ed i Curiazi accompagnati da molti Duci delle due armate. Sabina con séguito di Nobili romane, e detta.
TUTTI
O voce del fato, se vietan gli dèi
la pugna prescritta, svelar tu ne déi:
il santo responso, fra mistici rombi,
in questo rimbombi ~ abisso d'orror.
(odesi un cupo muggito sotterraneo)
Dall'ime latèbre del pallido speco
s'innalza fremente un murmure, un'eco!
È l'aura del nume, che intorno già mosse,
e l'alme percosse ~ di sacro terror!
Il muggito fa sentirsi più vicino. Tutti si atterrano. Spalancasi la porta, e lascia vedere parte del febeo delubro, mentre una voce tonante pronunzia la fatidica parola:
Tremate, o genti! A voi de' numi il nume
ne' miei tremendi oracoli favella!
Si pugni: tal sta scritto in quel volume
ove sillaba mai non si cancella!
(la porta si rinchiude: Camilla cade tramortita)
SACERDOTI
(agli Orazi ed ai Curiazi)
Obbedite.
ORAZI
(muovendosi per uscire)
All'armi...
CURIAZIO
(osservando lo stato di Camilla)
Alcuno
fu di me più sventurato?...
ALTRI CURIAZI
Vieni, seguimi... opportuno
è l'istante!...
CURIAZIO
Avverso fato!...
Tutti escono, tranne Sabina, e le altre Donne rimaste intorno a Camilla.
SABINA
Sposo?...
(ritornando presso la svenuta)
Ahi misera!...
DONNE
L'aita...
SABINA
Quante vittime la sorte
oggi chiese!...
(Camilla si riscuote)
DONNE
Riede in vita!...
SABINA
Al supplizio, a lunga morte
ella riede!
CAMILLA
Quale orrendo
vel mi cinge!...
SABINA
Deh!...
DONNE
Fa' cor.
CAMILLA
(riconoscendo gli oggetti a poco a poco)
L'antro!... Il tempio!... Ed essi?...
(con grido acutissimo)
Ah!... intendo
DONNE
Sventurata!...
SABINA
Oh mio terror!...
CAMILLA
(nella più viva disperazione)
Arde già l'atroce guerra!...
Gronda il sangue, gronda omai!...
E non t'apri o dura terra?...
Cielo, un fulmine non hai?...
Se d'un cor che a morte anela
nume alcun pietà non sente,
sia de' numi più clemente,
e m'uccida il mio dolor.
SABINA
Sol t'ascondi, e l'empia cela...
sanguinosa, orrenda scena...
DONNE
Ahi! Che piange a tanta pena
ogni ciglio ed ogni cor!
Camilla esce qual dissennata; tutte la seguono.
La pugna.
Luogo presso l'esterno delle mura di Roma: vedesi nel fondo parte dell'accampamento albano: la notte è vicina al suo termine.
Curiazio giacente, con la testa appoggiata al proprio scudo, e qual persona sorpresa da breve sonno.
All'occaso volgea
l'astro del giorno... differita quindi
fu la tenzon... Camilla,
e dove il trafugato
mio brando rechi?... Alle infernali Erinni
tu lo consacri!... Deh!...
(svegliandosi e balzando in piedi)
Già rompe l'alba!... ~
Si pugnerà fra poco...
Orrida pugna! Né di morte invoco
per me l'aita! In core
fratricida, e nemico
d'Alba sarei! Pur della morte istessa
la vittoria m'appresta
vita, oh! quanto più cruda e più funesta!
Ahi! Come a lei mostrarmi
orbata dei germani?
Del sangue lor grondarmi
vedrebbe ognor le mani!
Ohimè! Fuggir, nascondermi
fia d'uopo agli occhi suoi!...
Barriera insuperabile
s'innalzerà fra noi!...
D'amaro, eterno pianto
a lei cagion sarò!
M'aborrirà cotanto
quanto sinor m'amò!
Chi vien?...
Camilla, Sabina, e detto.
CAMILLA
Son io... ravvisami.
(lasciando cadere il suo velo)
CURIAZIO
Fia ver?... Camilla!... Io tremo!...
CAMILLA
Ah! Sì, Camilla, o barbaro,
cui senza dir l'estremo
addio, fuggisti!
CURIAZIO
Ahi misero!...
Di sì terribil ora
vieni le ambasce a rendermi
più disperate ancora?
Fuggi...
SABINA
L'ascolta...
CURIAZIO
Involati...
SABINA
Fratel!
CURIAZIO
S'appressa omai
il gran momento!...
CAMILLA
Arrestati...
(con tutta la forza della disperazione)
Me viva, non andrai
all'esecrata, orribile
tenzon...
CURIAZIO
Che?...
CAMILLA
No...
CURIAZIO
Deliri!
CAMILLA
(cangiando tono, e prorompendo in lacrime)
Pietà del mio delirio
ti prenda... o fa ch'io spiri,
qui del tuo ferro vittima,
a' piedi tuoi...
CURIAZIO
Camilla!...
Sorgi...
CAMILLA
T'arrendi, o svenami...
CURIAZIO
La mia ragion vacilla!...
(odesi lontano fragore, ed il passo affrettato di gente in armi)
Qual suon?...
Guerrieri albani, e detti.
ALBANI
Che fai, Curiazio?
In campo i tre romani
già si mostraro... accorsero
i prodi tuoi germani...
Te l'uno e l'altro esercito
attende!...
CURIAZIO
Oh mio rossor!...
(squillano le trombe)
CAMILLA E SABINA
Numi!
ALBANI
Le trombe squillano?...
CURIAZIO
Io volo!...
CAMILLA
Un detto ancor...
CURIAZIO
Non l'odi? Vil mi chiama
di quelle trombe il suono!...
Ah! No, che tal non sono...
in breve il mostrerò...
Vieppiù divampa, e t'ama
or che ti perde il core...
ma il ciel, l'averno, amore
rendermi vil non può!
CAMILLA
L'acciar mi vibra in core...
morte sol chieggo, e vo'...
ALBANI
Alba nel tuo valore
il suo destin fidò.
SABINA
Compresa di terrore
che far, che dir non so!...
(le trombe squillano più forte)
ALBANI
Vieni... t'appella onore...
CURIAZIO
Addio... per sempre!...
(sciogliendosi a viva forza da Camilla, e spingendola nelle braccia di Sabina)
CAMILLA
Ahimè!
CURIAZIO
O vinto, o vincitore,
morto son io per te!...
(fuggendo rapidamente seguìto dagli albani)
Vestibolo nelle case degli Orazi.
Il Vecchio Orazio.
Sull'alto delle mura ognun de' prodi
corse a veder lo scontro... io sol non oso!...
Io sol!... Pe' figli miei
non tremo: tremo per la patria! O dèi,
sol per essa v'imploro... Ah! Ch'io non debba,
anzi che taccia il sole,
dir: troppo vissi!
Alcuni vecchi Congiunti degli Orazi, e detto.
CONGIUNTI
(inoltrandosi, con segni di vivo rammarico)
Oh Roma!...
Oh sciagura!...
VECCHIO ORAZIO
Di gel m'empì le vene
quel grido!... Ebben?...
UN CONGIUNTO
Siam vinti!
UN ALTRO
Alba trionfa!
VECCHIO ORAZIO
Estinti
caddero i figli adunque.
UN CONGIUNTO
Un sol ne resta!
UN ALTRO
Di Sabina lo sposo...
VECCHIO ORAZIO
Infin ch'ei vive,
vive di Roma la speranza!
CONGIUNTI
Ei fugge.
VECCHIO ORAZIO
Oh vile!... Oh di mia stirpe
obbrobrio eterno! Un figlio mio... fuggire!
QUALCHE CONGIUNTO
Sol, contro tre, che far dovea?
VECCHIO ORAZIO
Morire.
Oh! Se morendo, s'ei prolungato
avesse almeno il gran cimento,
l'aspro servaggio almen tardato
di Roma avrebbe qualche momento!
Sul padre antico, e sui Romani
di quel codardo l'onta piombò!
Ma tanta infamia con queste mani
nel sangue indegno io laverò!
(odonsi liete grida, che ripetono)
GRIDA
Roma!... Vittoria!...
VECCHIO ORAZIO
Sull'aure udia
voci di gioia!
CONGIUNTI
Numi!
Alcuni Senatori, e detti.
VECCHIO ORAZIO
Che avvenne?...
SENATORI
Tuo figlio ha vinto.
VECCHIO ORAZIO
Ei?... Non fuggia?...
SENATORI
Tal simulando gli allori ottenne.
Ad inseguirlo mosser gli Albani,
ma no 'l raggiunsero nel punto istesso:
allor quel prode i tre germani
un trafiggea dell'altro appresso.
ORAZI
Oh Roma!...
VECCHIO ORAZIO
Oh figlio!... Ed io potea?...
con lagrime di gioia e di tenerezza
fu stolta l'ira che surse in me...
Ah! Rammentarmi ognor dovea
ch'era il mio sangue trasfuso in te!...
Piango... ma queste lagrime
onta non sono al ciglio...
non deve a Roma asconderle
romano genitor.
Non è mia sola gloria
vittorioso un figlio:
di quei che spenti caddero
superbo io vado ancor!
SENATORI
Vieni... corriamo al tempio...
ti brama il re, ti chiede...
vieni, e de' numi al piede
s'attenda il vincitor.
(partono)
Piazza contigua alla porta Capena.
Essa è ingombra di Popolo, e di parte dell'Esercito: si avanza
Orazio trionfante, circondato dalle spoglie de' Curiazi; lo seguono tutti gli ordini del Sacerdozio, il Senato, ed i principali Duci. Intanto, al fragore delle trombe vittoriose, cantasi il seguente coro:
CORO
Salve, guerrier magnanimo,
nume primier di Roma:
prezzo è di tua vittoria
Alba sommessa e doma:
e come fia di Romolo
eterna la città.
Eterna la memoria
del tuo valor sarà!
ORAZIO
Camilla accorrendo scarmigliata, e nell'estremo disordine, e detti.
CAMILLA
No: t'arresta...
GLI ALTRI
Oh dio!...
CAMILLA
Altra vittima ancora, ed altro sangue
domanda il suo trionfo!...
(facendosi più dappresso al fratello, ed offrendogli il petto)
Vibra la spada.
ORAZIO
CAMILLA
Numi!
Le spoglie di Curiazio!... Ahi vista!... I lumi
covrimi o notte de' sepolcri...
(gettandosi quasi priva di sentimento sulle spoglie di Curiazio)
ORAZIO
CAMILLA
Dammi, se a queste lagrime
vuoi tu ch'io ponga freno,
un cor di tigre o d'aspide,
che al tuo somigli appieno.
Amarlo eternamente
fu il voto mio più ardente!...
Eternamente piangerlo
è il ben che a me restò.
ORAZIO
ALCUNI DEL POPOLO
(interponendosi, e cercando allontanarla)
Ti calma, o donna, e renditi
ai lari tuoi...
CAMILLA
(con sarcasmo)
Ben dite!
Non denno il vostro giubilo
turbar querele ardite!
POPOLO
È d'uopo al fato arrendersi!
ORAZIO
CAMILLA
(con fremito represso)
Ad essa?
E de' miei danni origine
non fu l'altera?...
GLI ALTRI
Oh ciel!...
CAMILLA
Non immolasti, o barbaro,
a Roma il mio fedel?...
(prorompendo in tutta la forza di un cieco furore)
Ah! Su lei tremendo foco
piova l'ira onnipossente!...
Tal che tutta sia tra poco
del mio ben il rogo ardente!
Sopravvivere al suo fato
un istante a me sia dato...
contemplare le ruine!
E di giubilo morir!
ORAZIO
SACERDOTI
(ad Orazio)
Scelleragin così nera
deve il ciel, non tu punir...
POPOLO
(a Camilla)
Vanne, fuggi, e Roma intera
più non debba inorridir...
CAMILLA
(nel suo delirio strappa ad Orazio il serto d'alloro, e lo calpesta)
Ti calpesto, infame alloro...
SACERDOTI
Scellerata!
ORAZIO
CAMILLA
Ah!
(fuggendo)
ORAZIO
Liberandosi da taluno che tenta rattenerlo, la raggiunge, e cacciandole una mano fra le chiome, le immerge il brando nel cuore.
DONNE
Cielo!...
CAMILLA
Io moro!...
DONNE
Che facesti?...
GLI ALTRI
Quale orror!
Camilla cade fra le braccia d'alcune Donne: tutti sono compresi di raccapriccio.
CAMILLA
Sento... l'estremo... anelito!...
i rai... m'adombra... un... velo!... ~
A te perdono... Orazio...
Roma, perdoni... a me... ~
(raccogliendo le forze)
Mio ben... ti seguo... attendimi...
ah! Non mentiva il cielo!...
Ecco... gli dèi m'uniscono
eternamente... a... te!
CORO
Fu col tuo sangue, o misera,
deterso appien l'errore...
già perdonò la patria. ~
Eterna pace a te!
ORAZIO
Camilla spira, Orazio si copre il volto col pallio: lutto universale.
Fine del libretto.
Generazione pagina: 14/01/2016
Pagina: ridotto, rid
Versione H: 3.00.40
(W)
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