IL MONDO ALLA ROVESCIA
Dramma giocoso per musica.
Versione sintetica a cura di www.librettidopera.it.
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Libretto di Caterino Tommaso MAZZOLÀ.
Musica di Antonio SALIERI.
Prima esecuzione: 13 gennaio 1795, Vienna.
Personaggi:
LA GENERALA di età avanzata |
basso |
LA COLONNELLA amante di tutti |
soprano |
L'AIUTANTA maggiore |
mezzosoprano |
LA MARCHESA |
soprano |
AMARANTO nipote della Generala |
tenore |
IL CONTE vagheggiato dalla Generala |
baritono |
IL COMANDANTE delle navi europee |
baritono |
GIRASOLE modista |
tenore |
IL GRAN COLOMBO |
baritono |
Damigelli.
Coro di Garzoni.
Coro di Bianchi colombi.
Coro di Fabbre.
Coro di Soldate e Soldati.
La scena si rappresenta in un'isola.
[Sinfonia]
Stanzino terreno ornato di buon gusto, corrispondente ad un orticello che si vede dalla porta di mezzo. Due porte laterali, sedie d'appoggio e tavolini.
Amaranto e vari Giovani amici suoi occupati in diversi lavori, vestiti con abiti non meno capricciosi che eleganti.
[N. 1 - Introduzione]
(chi ricama, chi fa merletti, chi fila, chi sta disponendo ed annaspando. Amaranto seduto ad un tavolino orna di fiori e di veli un vago cappellino)
CORO
Lavoriam, che senza noia
fa il lavoro passar l'ore;
e dai lacci dell'amore
egli sol ci può salvar.
Il pennuto garzoncello,
la sa lunga più d'un vecchio;
e si fa chi gli dà orecchio
presto o tardi corbellar.
Lavoriam, che senza noia
fa il lavoro passar l'ore;
e dai lacci dell'amore
egli sol ci può salvar.
Detti, Girasole con una gran scatola di cartone.
Recitativo
AMARANTO
Girasole, che volete?
GIRASOLE
Osservi l'eleganza
(tirando fuori dalla scatola un cappellino)
di questo cappellino. Ha mai veduto
galanteria più bella?
AMARANTO
Quanto val?
GIRASOLE
Glielo invia la Colonnella.
AMARANTO
(ponendosi le mani ai fianchi e facendo gesti femminili)
La Colonnella! A me! Per chi mi prende?
Per qualche pazzarello?
Regali a me? Tal torto
puol fare all'onor mio?
Ella mi piglia in fallo.
GIRASOLE
I passi suoi giustifica
forse questo biglietto.
(gli presenta un biglietto)
AMARANTO
Leggiam.
(lo apre e legge,)
«Mio bel galletto».
(Che confidenza è questa? In fra di noi
(lacera il foglio)
finisce in questo punto
ogni corrispondenza.)
GIRASOLE
Non merita uno scherzo
d'accender tanto sdegno.
AMARANTO
Un solo sguardo, un solo girar di ciglio
basta a macchiar d'onor il bianco giglio.
GIRASOLE
Purtroppo questo è vero. Il nascer uomo
è pur la gran disgrazia!
Fortunate le donne! In noi delitto
è un sorriso, una sola
leggera inavvertenza.
E in esse quasi pregio è la licenza.
[N. 2 - Aria]
Girandole le femmine
lusingano, contrattano,
s'aggirano, s'appiattano,
subornano, insolentano,
si vantano, ed inventano:
non corrono pericolo,
ridicolo è l'articolo
per esse del pudor.
E gli uomini le barbare
con mille lacci affannano;
lor mille leggi intuonano.
Gli opprimono e condannano
al fuso ed al rossor.
(parte colla scatola per la porta a destra)
Amaranto, indi la Colonnella, che viene dalla porta a manca.
Recitativo
AMARANTO
Dote infelice all'uom diedero gli astri
nel don della beltà; ma qui se n' viene
l'ardita militare
le si vieti l'ingresso;
ma no: lasciam che venga.
In questo modo a lei
io potrò meglio dir i sensi miei.
Sì così si faccia. Ho risoluto.
(fa per partire)
LA COLONNELLA
Ma quali carte al suol? Se non m'inganno
il mio biglietto è questo.
AMARANTO
Appunto; e questi ancor a quello unite
che laceri vi rendo.
LA COLONNELLA
Come?
AMARANTO
De' fatti miei
avrete signorina
finito di vantarvi.
LA COLONNELLA
(Il tempo è nubiloso; ma tornerà sereno.)
AMARANTO
Uomini creduli
a chi del vostr'onore
la gemma confidate.
LA COLONNELLA
Io non lo nego:
di voi parlai. Chi ha il cor, com'io
ripieno del caro affetto,
altro non vede e d'altro
a stento può parlar.
AMARANTO
Vorrei, vi supplico,
restar in libertà.
LA COLONNELLA
(Egli m'ama, e con me si placherà.)
[N. 3 - Duetto]
Pietà, perdono
mio bel tesoro:
se mi scacciate,
di duol mi moro.
Non mi guardate
con tal rigor.
(vuol prenderlo per mano)
AMARANTO
Io chiamo gente
se in questa stanza
così insistente
restate ancor.
LA COLONNELLA
Quei begli occhietti
così furbetti
dan certe occhiate
che fan stoccate;
e tutte a pungermi
vengono il cor.
AMARANTO
Che incanto è questo.
Quei moti io sento.
LA COLONNELLA
Vacilla e trema
di già lo scoglio
se mio lo voglio
ei mio sarà.
AMARANTO
Se più qui resto
già mi seduce.
Partiamo presto;
partiam di qua.
(partono)
Piazza. In fondo porta della città. Da un lato abitazione della Generala con due Sentinelle alla porta, l'Aiutanta, e Soldate, indi Girasole.
Recitativo
GIRASOLE
Dite Aiutanta, è vero
che in porto entrata sia la vostra Generala?
L'AIUTANTA
Si dice che conduca,
non so in qual modo a lei caduti in mano
due giovani europei.
GIRASOLE
Popoli favolosi io li credei.
L'AIUTANTA
Gli uomini cosa sanno?
Una vasta contrada
bel fanciullo, è l'Europa; e se si vuole
alle storie dar fede
noi pur di là veniamo.
GIRASOLE
Noi pur veniam di là?
L'AIUTANTA
Narran le storie,
che numerosa schiera
d'ardite donne stanche
di servile catena
dieder le vele al vento
e in quest'isola giunte
poser quel giogo all'uom, ch'egli alle donne
fa in Europa portar.
GIRASOLE
All'uom soggette
son le donne in Europa?
L'AIUTANTA
E però più felici
affabili, cortesi
son con esse gli uomini europei,
appunto qual, carino, io vi vorrei.
(vuole scherzare con Girasole)
GIRASOLE
Alla larga, alla larga
men confidenza.
L'AIUTANTA
Gli usi
d'Europa seguitate;
e gli uomini europei meco imitate.
[N. 4 - Aria]
Là corrono gli uomini
appresso alle femmine
là gli uomini spendono
per far all'amor.
Ma che? voi ridete?
Eh? no 'l credete?
La donna ritrosa
con chi la corteggia
lì sta vergognosa
in guardia all'onor.
L'uom ivi al suo piede
si mira sovente,
che chiede mercede
d'un tenero cor.
Deh gli usi seguite
di quel bel paese
lasciate cortese,
lasciate il rigor.
(esce dalla porta della città)
Girasole, indi la Colonnella.
Recitativo
(s'odono tre tiri di cannone)
GIRASOLE
Ma cos'è? Qual rumore?
LA COLONNELLA
Dal forte alcuni tiri
di cannone s'udir. Sicuramente
sbarcò la Generala.
Detti, poi l'Aiutanta dalla porta: indi la Generala preceduta da schiera di Soldate seguita dal Conte e dalla Marchesa che rimangono indietro.
[N. 5 - Coro]
CORO
Viva il fulmine di guerra
delle armate il primo onor.
Grande in mare e grande in terra
è il suo brando vincitor.
Recitativo
LA GENERALA
Conquistarci invitte, al cui valore
treman le nostre audaci
ostinate nemiche; eccovi alfine
di ricche prede onuste ai patri Lari
cinte d'alloro di crine. Ora Bellona
onorato riposo al fin vi dona.
LA COLONNELLA
Valorosa guerriera
a quella nobile destra.
L'AIUTANTA
A quell'invitto
formidabil coraggio.
LA COLONNELLA
Io me stessa tributo.
L'AIUTANTA
Io rendo omaggio.
LA GENERALA
Strana preda vi voglio
far vedere mie care.
Si avanzin gli stranieri.
(Amiche del bel sesso son costoro
sentiamo cosa dicono:)
LA COLONNELLA
Quai bizzarri vestiti!
LA GENERALA
Son di sesso diverso
due giovani europei. Smarrita nave
li trasse in questi mari
a un'isola vicina ove sbarcai;
e nostra preda fur.
LA COLONNELLA
(Più che s'appressa
più mi par di beltà vero portento.)
LA GENERALA
Solo in mirarlo
liquefar mi sento.
[N. 6 - Quintetto]
IL CONTE
LA COLONNELLA
(Quanta grazia! Che figura!
Che leggiadro portamento!)
LA MARCHESA
(Qual total sconvolgimento!
Dove son? Parmi sognar.)
LA GENERALA
(Già l'ardita Colonnella
a lui fece un risolino,
giunto appena è il canarino
che comincia ad uccellar.)
LA COLONNELLA
(alla Generala)
Voi trovaste in esso quanto
di più bello ha la natura;
e con voi dell'avventura
io mi deggio rallegrar.
LA GENERALA
Certamente ha molta grazia
di guardarlo non si sazia;
IL CONTE
LA GENERALA
Eh lasciamo i complimenti.
LA COLONNELLA
Complimenti non son questi;
quel bel labbro, quei bei denti
non son cose da lodar?
LA GENERALA
(Questa scena troppo dura:
m'incomincio ad inquietar.)
LA MARCHESA
Dove son? Parmi sognar.
LA COLONNELLA
Quanto siete fortunata!
LA COLONNELLA E IL CONTE
Ah la gatta è innamorata
sempre all'erta, sempre guata.
Sarà difficil il fargliela
ma gran cose amor sa far.
LA MARCHESA
(Per lui son le occhiate tenere,
ei divenne qui una Venere.
Me nessuno qui non cura;
né saprei con chi parlar.)
L'AIUTANTA
Dà di furto certe occhiate
con maniera così bella
che si può la Colonnella
di far breccia lusingar.
LA GENERALA
(Sin al gozzo son piena.
Se tal gioco segue ancora
con Pluton la mando a cena.
Perché il vada a a vezzeggiar.)
Recitativo
LA MARCHESA
(La donna in queste spiagge all'uom preval
io non so se sia bene o sia male).
LA GENERALA
(Onde la Colonnella
ponga freno all'ardir per lui vogl'io
dichiarar l'amore mio.)
IL CONTE
LA GENERALA
Ad un abbietto stato
non vi destina il ciel. Piacque al mio sguardo
il vostro frontespizio
e v'alzo al letto mio generalizio.
IL CONTE
LA COLONNELLA
Con entrambi
io mi rallegro. Voi trovaste in lei
una vera eroina: ella in voi trova
un giovane avvenente.
IL CONTE
LA COLONNELLA
Sarei troppo felice!
LA GENERALA
Io non vivo alla moda. In casa mia
non soffro cicisbee. Dimani intanto
sulla nave sultana
andrete a militar di qua lontana.
IL CONTE
LA MARCHESA
(Egli è l'Elena greca.)
LA COLONNELLA
(Miei pensieri amorosi
a consiglio di guerra.)
LA GENERALA
Ad allestirvi
per la partenza andate.
LA COLONNELLA
Io spero a voi,
se il destin non mi nega i suoi favori,
la fronte coronar di nuovi allori.
[N. 7 - Aria]
A trionfar mi chiama
un bel desio d'onore
ne' gran perigli il core
mi sento più infiammar.
Son pronta al gran cimento,
(oh quanto è caro e bello!)
di già avvampar mi sento
(m'intende il bricconcello).
Quel riso, e quell'occhiata
dan dritto a una soldata
di tutto avventurar.
Ah se sperar mi lice,
se mi seconda il fato,
impresa più felice
chi mai potrà vantar?
Carino, carino, carino
vo allestirmi, la tema calmate.
(Sono vostra il mio core vi do.)
Vado, vado, perché v'adirate?
(Di vedervi la via troverò.)
Ubbidisco, non mi fulminate.
(Senza lui già più viver non so.)
(parte)
Detti, meno la Colonnella.
Recitativo
LA GENERALA
Ora passiamo
nei nostri appartamenti, ove sarete
rinchiuso e custodito.
IL CONTE
LA GENERALA
Di che ridete?
IL CONTE
LA GENERALA
Che sogno avete?
[N. 8 - Duetto]
IL CONTE
LA GENERALA
Io sognai che qui piantato
m'avea certo Zerbinetto
ma sorpreso, e a me condotto
feci il naso a lui tagliar.
IL CONTE
LA GENERALA
Il sogno è bello!
LA GENERALA E IL CONTE
A partito mio cervello
non lasciamci trappolar
non lasciamci corbellar.
LA GENERALA
Ma cosa mancavi?
Dite, parlate.
Il bell'umore
con me non fate,
che l'irascibile
se in me si muove
non so fin dove
mi può portar.
Non sono amabile?
Dite, parlate!
IL CONTE
LA GENERALA
Dunque almen datemi
un'occhiatina.
IL CONTE
LA GENERALA
Caro...
IL CONTE
LA GENERALA
E mio sarete?
IL CONTE
LA GENERALA
A miei sponsali,
fra lieti suoni,
bombe, e cannoni
vo' far sparar.
IL CONTE
(terminato il duetto la Generala e il Conte entrano nel portone ove sono le due sentinelle che presentano l'armi, e le soldate partono con marcia)
La Marchesa sola.
Recitativo
Sono rimasta sola
non havvi chi mi badi
chi mi dica un sol detto. I pochi uomini
che fur da me veduti
nel costeggiar quest'isola;
appena mi guardaro.
Cos'è avvenuto? L'uom in questi climi
perde quella tendenza
che alle donne lo porta? Oppur la stessa
non è la donna? Femminil bellezza
l'attrattive qui perde, e non s'apprezza.
[N. 9 - Aria]
Che farò? Che sarà mai?
Qual bizzarro strano evento!
Quanto miro, e quanto sento,
tutta m'empie di stupor.
Riflettendo a' casi miei
forse piangere dovrei:
ma la cosa è sì ridicola,
che minora il mio dolor.
Magnifica sala dell'abitazione della Generala con porta nel mezzo corrispondente agli appartamenti del Conte.
Amaranto con una borsa da lavoro appesa al braccio manco, poi Girasole con canestrino sotto il braccio. Amaranto esce facendo fresco col ventaglio, passeggia e lavora.
Recitativo
AMARANTO
Dove andate?
GIRASOLE
Allo sposo
questo canestro io porto,
che all'uso del paese or sta vestendosi.
Entro il suo gabinetto.
AMARANTO
Lo sposo vi par bello?
GIRASOLE
È un bel brunetto.
Ha due begli occhi, e già la Colonnella
trova i vezzi stranieri
non indegni d'affetto.
AMARANTO
La Colonnella!
GIRASOLE
Almen ciò mi fu detto.
AMARANTO
Ignara! Menzognera!
Ingannarmi in tal modo?
Raccontami, favella.
GIRASOLE
Mi perdoni, ma parmi
ch'ella in collera sia. Parlai, credendo
ch'ella più non la curasse.
AMARANTO
No, in collera non son, te ne assicuro.
Dì pur su. Non temer, più non la curo.
[N. 10 - Aria]
Non temer ch'io sia sdegnato,
parla pur liberamente,
son affatto indifferente
dispiacer non mi puoi dar.
(Infelice sventurato
nato son per sospirar.)
Dunque a quello che si dice
essa a lui fa la sua corte?
Menzognera traditrice
vo' insegnarti ad ingannar.
Ah se l'avessi
fra le mie mani
vorrei straziarla
a brani a brani
in mille bricioli
la vorrei far.
(rompe il ventaglio imitando le collere femminili e parte)
Girasole, poi il Conte s'avanza con vari Damigelli che terminano di vestirlo.
Recitativo
GIRASOLE
Non vorrei, che facesse
nascer qualche bisbiglio. Quel fanciullo
di gelosia sdegnato, e indispettito.
Ma lo sposo s'avanza.
Oh quanto egli è mai bello in quel vestito!
[N. 11 - Aria]
IL CONTE
Recitativo
GIRASOLE
Di farle riverenza
è permesso al modista?
IL CONTE
GIRASOLE
Cosa a lei destinate.
(apre il canestrino)
IL CONTE
GIRASOLE
Questo nastro la notte in sul farsetto
adorna all'uomo il petto.
IL CONTE
GIRASOLE
«Deliquio delle femmine».
IL CONTE
GIRASOLE
È un genere di cuffia
custode del tuppé.
IL CONTE
GIRASOLE
Si chiama «Occhio di Venere»!
IL CONTE
GIRASOLE
Questa
si chiama: «Lega cuori».
IL CONTE
GIRASOLE
Signor, se me 'l permette,
allacciar gliela voglio.
IL CONTE
GIRASOLE
Essa la vita
(ponendogli la fascia)
rende più snella, e l'assottiglia in cinta.
Oh come ben le sta! Le sta dipinta.
GIRASOLE E DAMIGELLI
Ei fa onor al suo vestito.
Tanta grazia è un vero incanto:
sopra ogn'altro ei porta il vanto:
tanta grazia alcun non ha.
Detti, e la Marchesa.
Recitativo
LA MARCHESA
Entrar non è permesso?
(ai damigelli che non la lasciano entrare)
IL CONTE
GIRASOLE
Può entrar senza periglio.
Noi siamo in sei.
IL CONTE
LA MARCHESA
Conte, studiar fa d'uopo
un qualche stratagemma
per fuggir queste arene.
IL CONTE
LA MARCHESA
Ma non vi vergognate
di lasciarvi vedere
ornato in tal maniera,
con tutti quei cincigli?
IL CONTE
LA MARCHESA
Consigliatevi un poco
colla sana ragione.
IL CONTE
LA MARCHESA
Da saggio?
IL CONTE
GIRASOLE
(Ascolto volentieri.)
IL CONTE
GIRASOLE
(Qui rappresenta l'uom la stessa scena.)
IL CONTE
[N. 12 - Aria]
La Marchesa sola.
Recitativo
Ah quale è il nostro stato!
Ah dove, o donne, il nostro merto è andato!
(parte)
Giardino. In fondo appartamento del Conte con porta praticabile. Lateralmente loggia parimenti praticabile. A destra un cespuglio, a manca una fontana. Nel mezzo una statua. Da un lato in fondo rastrello dal quale s'esce dal giardino.
La Marchesa che esce dall'appartamento e due Damigelli che l'accompagnano fino alla porta. Poi l'Aiutanta.
LA MARCHESA
(ai damigelli che tornano indietro dopo averla accompagnata fino al rastrello)
Esco: non m'insultate
mi scaccian come fossi
un cicisbeo furtivo.
Dove son capitata! Il Conte solo
il mio stato infelice
potrebbe raddolcir. Ma par, ch'ei voglia
farmi sentir il peso
della sua noncuranza.
E più che ogni altra cosa
quell'aria sprezzatrice,
confesso, il mio destin rende infelice.
[N. 13 - Finale I]
Voi che invano notte, e giorno
sospiraste a me d'intorno,
qui venite, e vi vedrete
da' suoi scherni vendicar.
Se mai riedo al patrio suolo
io sarò con voi cortese
or che noto m'è qual duolo
è il vedersi disprezzar.
L'AIUTANTA
Pure alfin t'ho ritrovata.
LA MARCHESA
Cosa vuoi?
L'AIUTANTA
Tu sei soldata.
LA MARCHESA
Ma chi credi ch'io mi sia?
L'AIUTANTA
Vagabonde qui non soffronsi:
non far meco la restia.
O la guardia fo chiamar.
LA MARCHESA
Conte... Conte... Aiuto... Aiuto.
Deh, venite in mia difesa.
(verso gli appartamenti)
L'AIUTANTA
Presto andiam.
Dette e il Conte.
IL CONTE
LA MARCHESA
Far soldata mi si vuole.
L'AIUTANTA
Presto... Andiam... Meno parole.
IL CONTE
L'AIUTANTA
Eh! Buonissima, eccellente
il baston la renderà.
LA MARCHESA
Dunque aiuto spero invano
dunque andar mi converrà?
L'AIUTANTA
Questo è l'ordine sovrano
non sperar più libertà.
IL CONTE
LA MARCHESA
Ah quel riso disumano
doppia pena, o dio! mi dà.
(la Marchesa e l'Aiutanta partono)
Il Conte, poi la Colonnella.
IL CONTE
LA COLONNELLA
Ardir s'avanzi il piede,
le audaci Amor seconda:
ma tranquillo in un dolce riposo
lì non dorme l'amato mio sole?
Quant'è caro!... Quant'egli è vezzoso!...
Sembra fatto per mano d'Amor.
IL CONTE
LA COLONNELLA
Di me sogna. La bella manina
piano piano gli voglio baciar.
IL CONTE
LA COLONNELLA
Zitto! Zitto! Bell'idolo mio.
IL CONTE
LA COLONNELLA
Caro, caro...
IL CONTE
LA COLONNELLA E IL CONTE
Quella morbida bella manina
mille volte ti vo' ribaciar.
Detti e Amaranto dall'appartamento.
AMARANTO
Brava, bravissima
signora mia:
narrar io voglio
tutto a mia zia.
LA COLONNELLA
Deh vi scongiuro,
mio bel garzone,
non siate in collera
senza ragione.
AMARANTO
Ho visto tutto,
mi meraviglio.
IL CONTE
AMARANTO
Oh in ver la nobile
vaga figura!
IL CONTE
AMARANTO
Bello, bellissimo!
Che bel bocchino!
IL CONTE
IL CONTE E AMARANTO
Quel vago ciglio
nessun invero
senza periglio
non può mirar.
LA COLONNELLA
Deh siate buoni,
vaghi garzoni
e l'ira in seno
fate cessar.
Detti e Girasole.
GIRASOLE
Correte, scappate,
che qui vostra zia
se n' vien sospettosa
per farvi la spia:
fuggite, o cercate
d'andarvi a celar.
(rientra nell'appartamento)
La Colonnella, Amaranto, il Conte poi la Generala.
LA COLONNELLA, AMARANTO E IL CONTE
Se siamo veduti
siam tutti perduti.
Ma dove m'ascondo?
Ahimè mi confondo;
ahi! Dove in qual parte
mi posso appiattar.
(si nascondono tutti e tre. Amaranto dietro un arbore a destra, la Colonnella dietro un gran vaso. Il Conte si agguatta dietro un cespuglio, il quale sarà sì basso che non potrà nascondere una persona che stia in piedi)
LA GENERALA
Qui v'era un gran strepito,
e alcun non v'ha:
son corta di vista,
ma sorda non già.
Cerchiamo un po'... ah...
(scoprendo Amaranto)
AMARANTO
Ahimè!...
LA GENERALA
Qui che fate?
AMARANTO
(con timidezza)
Sto a prendere dell'aria.
LA GENERALA
Con chi parlavate?
AMARANTO
Parlava da me.
LA GENERALA
Da voi? Da voi solo?
Facendo più voci?
Davver mi consolo,
bravissimo, affé
LA COLONNELLA
Ahimè... se n' vien qui...
(lascia il vaso e si nasconde dietro il cespuglio)
LA GENERALA
Da voi? Ma chi è... Ih!
In questo giardino
qual bella mia sorte?...
LA COLONNELLA
Mi trasse il dovere
di farvi la corte.
LA GENERALA
Ma lì rannicchiata
perché in quella guisa?
LA COLONNELLA
Dall'ombra invitata
li stavami assisa.
LA GENERALA
Che siavi un sedile.
Lì dietro non so.
Veggiamolo un... oh!
(scoprendo il Conte)
Ah sfacciata, senza onore
qui nascosti che tramate?
Proverete il mio furore,
e il rigor che meritate.
Gente... schiave... son furente...
Gente... schiave... schiave... gente...
(sortono alcune schiave)
LA GENERALA
Vi consegno quei sfrontati,
sieno meco strascinati
per punirli come devesi
ora gli ordini vo a dar.
Voi, signora, poi cessate
la mia casa d'onorar.
(entra nell'appartamento)
La Colonnella, Amaranto, il Conte, e Schiave.
LA COLONNELLA, AMARANTO E IL CONTE
Qual sorpresa, ahimè, fatale!
Aver parmi la terzana!
Orsa par che uscì di tana
i suoi figli a vendicar.
Atrio nel ritiro de' Casti Colombi, con porta praticabile nel mezzo posta sopra vari gradini.
Il Conte ed Amaranto. Soldate all'intorno, che all'alzarsi della tenda s'avanzano alcuni passi, e tutte ad un tempo battono l'asta in terra.
IL CONTE
AMARANTO
Dei colombi riveribili
al soggiorno qui si va.
Detti, la Colonnella, la Generala e Girasole.
LA COLONNELLA
Son qui gli sventurati
la lor pena in me si sente.
LA GENERALA
(Qui v'è ancor la Colonnella:
ho piacer che sia presente.)
LA COLONNELLA E GIRASOLE
Qui serrati non m'inganno
essi vanno a terminar.
IL CONTE
AMARANTO
Chi ci viene a incolombar.
TUTTI
Nel silenzio del soggiorno,
nel dolor del caro bene,
freddo ho il sangue nelle vene.
Sento il core a palpitar.
(s'apre la porta, che sta dirimpetto, e vedono sortire i casti colombi, che accompagnano il gran sacerdote)
Detti, il Gran colombo e i Casti colombi.
LA GENERALA
Questi giovani impuri a te consacro
venerabil barbon, che sei custode
di questo luogo sacro;
tuffali entrambi tu nel tuo lavacro.
IL GRAN COLOMBO
CORO DI CASTI COLOMBI
Colombon, che qui presiedi
all'onor di queste mura,
Colombon, ora a' tuoi piedi
ci veniamo ad umiliar.
(nel tempo che si canta questo coro vengono portati al gran sacerdote due candidi vestiti)
LA COLONNELLA E LA GENERALA
Questo canto sì devoto,
a dispetto del mio sdegno,
in me desta un certo moto,
che mi sforza a sospirar.
IL GRAN COLOMBO
IL CONTE
LA GENERALA
Temerario, irriverente...
IL CONTE
(comincia a tuonare)
AMARANTO E GIRASOLE
Zitto... Zitto... Qual rumore!...
LA COLONNELLA E L'AIUTANTA
(alla Generala)
Non vi state ad agitar.
IL GRAN COLOMBO
(si oscura la scena, lampeggia, e tuona)
AMARANTO E GIRASOLE
Qual orrenda notte oscura
all'intorno si diffonde!
LA COLONNELLA E L'AIUTANTA
Tremo, ahimè! Per la paura,
ed appena so parlar.
IL GRAN COLOMBO E CORO
Colombon al reo perdona
non volerci subissar.
Preparata sta la folgore,
tetro il ciel lampeggia, e tuona.
Già l'orecchio mi rintrona;
sento l'atrio vacillar.
IL CONTE
(il Conte ed Amaranto, accompagnati dai casti colombi, si incamminano verso la porta di mezzo; gli altri sortono confusamente dalle parti laterali)
Piazzetta dell'Arsenale. In un angolo in fondo fucina dove si lavorano armi d'ogni genere. Nel mezzo ponte levatoio con Sentinelle di qua e di là. Nella piazza monti di grosse palle di ferro, cannoni, bombe, etc.
La Generala e coro di Fabbre, parte lavorando nella fucina, parte fuori della porta.
[N. 14 - Coro]
CORO
Sull'incudine sonora
fabbrichiam di guerra i fulmini,
e la man che li lavora
serva il regno ad ampliar.
Dette e Girasole.
Recitativo
GIRASOLE
Dal ritiro, eccellenza,
de' colombi qui vengo, ed un biglietto
reco dell'europeo.
LA GENERALA
Più non mi curo
di saper s'egli vive.
GIRASOLE
Dunque indietro.
LA GENERALA
No, udiam quello che scrive.
GIRASOLE
(La poverina è cotta.)
LA GENERALA
(legge)
«L'europea reclutata
all'armi non avvezza,
per esser rilasciata
a me si volse al suo dolore in preda,
ond'io presso di voi grazia interceda.
So che vi sembro infido»...
Sembro? Sembro? Sfacciato!
«Sdegnata vi conosco; eppur per lei
ardisco di pregarvi; e a un tempo stesso
io vi avverto mia gioia»...
Mia gioia!... Temerario!
«Io vi avverto, mia gioia,
che il ritiro m'annoia.»
Ti annoierà per molto.
GIRASOLE
Qual risposta, eccellenza?
LA GENERALA
Dagli quella che vedi.
(lacera il foglio)
GIRASOLE
Or son sicuro
che la grazia richiesta
non gli sarà negata.
LA GENERALA
Perché?
GIRASOLE
Perché con lui troppo è sdegnata.
Dette, poi la Colonnella.
LA GENERALA
M'indovina costui. Debil io sono
contro l'armi d'Amor. La chiesta grazia
gli accorderò? Che giova far contrasti?
Già sento che non ho valor che basti.
Caporala, sia libera
la giovane straniera.
Spento è il mio sdegno, e son per lui qual era.
(la Caporala parte)
LA COLONNELLA
La passata tempesta a queste sponde
sospinse ignote vele. Il Comandante
a terra pose il piede
da molti cinto, e di parlarvi ei chiede.
LA GENERALA
Nella sala d'udienza...
Ma no nell'arsenale ove noi siamo.
Venga questo introdotto
navigator altero.
Dette e il Comandante dal ponte accompagnato da vari Ufficiali s'avanza al suono d'una marcia.
IL COMANDANTE
LA COLONNELLA
Nel qui vedervi noi diciam lo stesso.
LA GENERALA
Qual ragion ci procura
il piacer di vedervi in queste mura?
IL COMANDANTE
LA COLONNELLA
Essi sono sua preda.
E i suoi diritti offende,
se alla vostra domanda ella li rende.
LA GENERALA
Risponde bene, e tale
è il sentimento mio.
(alla Colonnella)
Ma ne' miei fatti so risponder io.
IL COMANDANTE
LA GENERALA
Mirate questo loco,
che da lunge il terror sparge e diffonde,
che sprezziam le minacce ei vi risponde.
[N. 15 - Quartetto]
IL COMANDANTE
LA GENERALA, LA COLONNELLA E L'AIUTANTA
Osservate, rimirate
la risposta è scritta là.
(accennando le bombe e i cannoni)
IL COMANDANTE
LA GENERALA, LA COLONNELLA E L'AIUTANTA
Osservate, rimirate
la risposta è scritta là.
(accennando alle bombe e ai cannoni)
IL COMANDANTE
LA GENERALA, LA COLONNELLA E L'AIUTANTA
Ah, ah, ah.
IL COMANDANTE
LA GENERALA, LA COLONNELLA E L'AIUTANTA
Ah, ah, ah.
IL COMANDANTE
(le fabbre battono l'incudine come nell'introduzione dell'atto)
LA GENERALA, LA COLONNELLA E L'AIUTANTA
Quante volano faville
da quel ferro ardente, e rosso
tante in campo a mille a mille
quell'acciar volar ne fa.
(il Comandante parte col suo séguito)
Dette.
Recitativo
LA COLONNELLA
Or il maggior periglio
sta sopra queste mura; e forse adesso
qui potrà più che altrove
la mia spada giovar.
LA GENERALA
Qui basto io sola.
Doman farete vela. A me la fronte
circondi pur la vostra Durlindana
di nuovi allori, ma da me lontana.
Quel giovane, signora,
ve 'l dico in chiari accenti
non è pane che sia pei vostri denti.
(parte)
L'aiutanta sola.
Se avessi da scommettere,
io per la Colonnella
scommetterei. Nell'amoroso impero
vidi sempre finora,
che, trovando d'amor benigno orecchio,
il giovane la fa tener al vecchio.
[N. 16 - Aria]
Cosa giova l'aver spirito
e maniere buone e belle?
Quando sono in grinza pelle
sono vane qualità.
Se fra mezzo ai capei neri
se ne veggono d'argento,
mesto allor, e malcontento
perde Amor l'ilarità.
Cosa giova l'aver spirito
e maniere buone e belle?
Ma se l'occhio è vivo e bello,
il capello riccio e biondo,
ride Amor d'umor giocondo,
e ogni dono allor ci dà.
Cosa giova l'aver spirito
e maniere buone e belle?
Camera della Generala con disegni di fortificazioni. Modelli di bombe, eccetera. Sopra un tavolino fiasco di vino e lumi.
La Generala fuma con alcune Ufficiale.
Recitativo
LA GENERALA
No, non avranno a dir que' barbutelli
di avvicinarsi a queste nostre mura.
E lor difesa sia la lor paura.
(le ufficiale partono)
Detta che fuma e beve e l'Aiutanta.
L'AIUTANTA
In questo istante dal ritiro giunti
i due giovani son.
LA GENERALA
Alle sue stanze
sia condotto Amaranto.
Passi a me lo straniero.
(l'Aiutanta parte)
Viva il mio bene.
(beve)
D'amoroso foco
tutta in volto mi tingo.
Detta colla pipa alla bocca e col bicchiere in mano e il Conte.
IL CONTE
LA GENERALA
Venite: vinse Amore.
Della mia debolezza io mi vergogno,
ma vi perdono, e abbraccio.
IL CONTE
LA GENERALA
Di mia bontà sorpreso
voi restate sospeso.
Via, quel che stato è stato;
sedete mio carino.
IL CONTE
LA GENERALA
Alla vostra salute!
(beve)
Al sommo grado di piacere attingo.
(bevendo, e fumando)
IL CONTE
LA GENERALA
Con pompa questa sera celebrate
saran le nostre nozze. Oh quanto mai
sì bell'istante agogno
mio caro piccioncino.
(accarezzandolo)
IL CONTE
LA GENERALA
Saran miei quegli occhietti;
sarà mio quel visino.
(vuol toccargli la faccia: il Conte si allontana)
IL CONTE
LA GENERALA
Mi parete un po' mesto.
IL CONTE
LA GENERALA
Noi tali siamo.
E vostra schiava io sono già dacché v'amo.
Questo core... che sento!
[N. 17 - Serenata]
S'odono degli strumenti nel giardino.
Quai suoni son questi?
Forse la Colonnella? Ora l'aggiusto.
(parte)
IL CONTE
LA GENERALA
(dal giardino)
Indegne,
fuggite invano.
IL CONTE
Il Conte, la Colonnella.
LA COLONNELLA
Mio sol!...
IL CONTE
LA COLONNELLA
Astuta Amor mi rese.
Feci girar più maschere con suoni
sotto questi balconi,
onde la Generala,
come accade, sdegnata
per inseguirle uscisse fuor di casa,
e fosse a me permesso
un sol momento vagheggiarvi appresso.
[N. 18 - Duetto]
IL CONTE
LA COLONNELLA
Pace quest'alma amante
lunge da voi non ha.
IL CONTE
LA COLONNELLA
Quel labbro corallino
rubato m'ha il riposo,
e delirar mi fa.
LA COLONNELLA
Ahimè! La Generala.
IL CONTE
Il Conte, la Generala.
LA GENERALA
Fuggite son le perfide
son certa che fra loro
la mia rivale istessa...
IL CONTE
LA GENERALA
Questo sdegno, ben mio, quanto mi piace!
Non tenete, l'ardita
sarà da me punita.
[N. 19 - Duetto]
Alle nozze questa sera
noi vogliamo star allegri;
colla cara mia mogliera
fra vin bianchi, e vini negri
vuò nel conto far intendere
la mia rara abilità.
Due canzoni ho di bel conio
fatte sopra il matrimonio;
ve le voglio far sentire.
Sposa cara, state a udire.
Questa sera dirò quella,
che più bella vi parrà.
LA GENERALA
Sì cantate. (Che sembiante!)
IL CONTE
LA GENERALA
Non mi piace; sentiam l'altra.
IL CONTE
(batte il piede, la Colonnella a suo tempo esce e fugge)
LA GENERALA
Caro! Caro! Un canarino
così ben cantar non sa.
Ma veruna analogia
non ha ciò col matrimonio.
IL CONTE
LA GENERALA E IL CONTE
Oh questa sì l'intendo,
e voglio, o mio bel sole,
sol questa a tutte l'ore
anch'io con voi cantar.
Di gioia e di contento
mi brilla in seno il core,
deh segui, o dolce Amore,
due cori a consolar.
(il Conte parte)
Giardino. In fondo appartamento del Conte. Da un lato logge con griglie che si possono alzare, dall'altro rastrello.
Amaranto sulla loggia, indi la Marchesa dal rastrello cantando e lavorando.
Recitativo
LA MARCHESA
I gran preparativi
per le nozze del Conte!
Ridicolo è del pari
il suo destino, e il mio.
Condannato ei si vede
d'una vecchia agli amplessi. Io non ritrovo
chi un'occhiata mia dia. Senz'un amante
passerò dunque i giorni? I primi passi
qui far deve la donna.
Io la prima? Risolversi bisogna
a far quel che fan le altre.
AMARANTO
Colei, che qui s'aggira
è certo l'europea.
LA MARCHESA
Se non m'inganno
là della Generala
siede il nipote al fresco,
s'incominci. Veggiam, se ci riesco.
Bel garzon.
AMARANTO
Che volete?
LA MARCHESA
Dirvi che per voi peno.
AMARANTO
Così parlano tutte.
LA MARCHESA
Una cosa importante
confidarvi vorrei.
AMARANTO
Favellate.
LA MARCHESA
Potrebbe alcun sentire;
discendete un momento.
AMARANTO
Io non vorrei che aveste
qualche mala intenzione.
LA MARCHESA
Il vostro sdegno
mi punisca se rea
sarò di troppo ardire.
AMARANTO
Ebben mi fido. (Udiam quel che vuol dire.)
(discende)
LA MARCHESA
Ambo infelici
per diversa ragione
in quest'isola siam.
AMARANTO
Misero certo
poss'io chiamarmi.
LA MARCHESA
Amor, entrambi, o caro
se mi corrispondete
può renderne felici.
AMARANTO
Come?
LA MARCHESA
Da questo lido
sta non lunge ancorato
un naviglio europeo. Fu de' suoi doni
nella mia patria meco
liberal la fortuna, e voi mio sposo
di me signor sarete, e de' miei beni
se fuggir meco osate.
AMARANTO
Che mai mi proponete!
LA MARCHESA
Io vi propongo una vita felice.
Ardir.
AMARANTO
E come mai
come fuggir di qua?
LA MARCHESA
La Generala
le mura e la fortezza
recossi a visitar. Questo momento
scelse la Colonnella
per rapir l'Europeo che della fuga
mi fece confidenza. Il loro esempio
da noi si segua. In fondo al gran viale
v'attendo fra brev'ora.
AMARANTO
Di sicurezza un segno
bramo da voi...
LA MARCHESA
Vi do la mano in pegno.
(parte Amaranto)
[N. 20 - Aria]
Quando più irato freme
quando minaccia il mar,
stragi funeste,
tornar d'amica speme
può un raggio a balenar
tra le tempeste.
Bagni diroccati fra le rovine de' quali si vede il mare. Notte, e luna. Due barche in fondo e varie Barcaiuole che cantano il seguente coro; poi la Colonnella, il Conte, indi Amaranto e la Marchesa, tutti frettolosamente.
[N. 21 - Barcarola e quintetto]
CORO DI MARINARE
Tranquilla e placida,
all'aria bruna,
chiama la luna,
l'onde a solcar.
LA COLONNELLA
Al mar si vada
lo schiffo attende
quella è la strada
che guida al mar.
IL CONTE
AMARANTO
Sì, sì ad amore
già tutto cede,
no indietro il piede
non so tirar.
LA MARCHESA
Nel mio romanzo
mancava il fatto
che da me un ratto
s'avesse a far.
Al mar si vada
lo schiffo attende
quella è la strada
che guida al mar.
LA COLONNELLA, LA MARCHESA, IL CONTE E AMARANTO
Amor, che in sen m'infondi
sì vivo, e dolce ardor,
la fuga mia secondi,
Amor, il tuo favor.
Detti, la Generala e Soldate.
LA GENERALA
Non vi seconda Amore,
vi do la mia parola;
la mia presenza sola
di ciò vi può accertar.
LA COLONNELLA
Pria di tormi il caro oggetto
tormi il core si dée dal petto.
(snuda la spada)
LA GENERALA
Sì di Lete, se volete
vi fo l'onde valicar.
(snuda parimenti la spada)
IL CONTE
Insieme
AMARANTO
Io tremo tutto
LA MARCHESA
Io tremo tutta.
LA GENERALA
Para questa.
LA COLONNELLA
Para questa.
AMARANTO E LA MARCHESA
L'una o l'altra morta resta.
Io mi sento, oh dio, mancar.
LA GENERALA
Para adesso questa botta.
LA COLONNELLA
Ah la spada mi si è rotta.
LA GENERALA
Siete vinta.
LA COLONNELLA
Son perduta.
IL CONTE
LA COLONNELLA
Crudo fato! Sorte fella!
Che mi tocca a sopportar!
LA GENERALA
(All'audace Colonnella
il proceder vo' insegnar.)
LA COLONNELLA, LA MARCHESA, IL CONTE E AMARANTO
Trema, sbuffa, s'arrovella
presso è il fulmine a scoppiar.
Recitativo
LA GENERALA
Di quel castigo degni,
scellerati, non siete.
Sia di nuovo Amaranto
ricondotto al ritiro: eterna chiuda
carcere l'europea. La Colonnella
in remota fortezza
i suoi giorni finisca.
(al Conte)
E voi qual pena
non meritate?
IL CONTE
LA GENERALA
Apparecchiato è il tempio
al solenne imeneo, e infido ingrato
con isdegno amoroso ma caricato
di fuggir macchinate?
IL CONTE
LA GENERALA
Con voi tutto il rigore
usar dovrei, ma me lo vieta Amore.
LA COLONNELLA
(Tutta di sdegno avvampo.)
LA GENERALA
Al tempio andiam.
IL CONTE
LA GENERALA
Voi non movete il passo?
IL CONTE
LA GENERALA
La vostra protezione
accresce l'ira mia.
IL CONTE
LA GENERALA
Basta, vincesti: mira
quanto ingrato! T'adoro.
(alle soldate)
Abbian tutti perdono.
IL CONTE
LA GENERALA
Però la Colonnella
fra le guardie rimanga,
e sol libera sia
al punto di far vela.
(quattro soldate circondano la Colonnella)
LA COLONNELLA
(Tutta di sdegno avvampo.)
LA GENERALA
Al tempio andiam.
IL CONTE
(la Generala e il Conte partono, come pure Amaranto e la Marchesa)
La Colonnella sola.
[N. 22 - Recitativo e aria]
Addio speranze: è forza
ceder al fato. Oh stelle! In un momento
dal ciel caddi agli abissi. Argentea luna
di segreti amorosi
segretaria fedele,
or tu dolente invece
di soavi d'amor sospiri
udrai la labbro mio
flebili accenti: ah dunque
senza più riveder l'amato oggetto
dovrò quindi partir? Potessi oh dio!
potessi dargli almen l'ultimo addio.
Aura che intorno spiri
a lui che solo adoro,
deh porta i miei sospiri
di' che per lui mi moro,
che senta almen pietà.
Ah che rabbia il cor mi lima;
che dispetto! Che tormento!
Quella brutta vecchia grima
tanto ben possederà?
Da mille smanie
sono agitata.
Non so risolvermi;
son disperata.
Voi cari amanti,
che amor provate,
voi consigliatemi
per carità.
(parte)
L'Aiutanta con Soldate e Girasole, indi la Marchesa.
Recitativo
L'AIUTANTA
Avanzate divise in doppia fila.
(le soldate si dispongono parte a destra, parte a sinistra del tempio)
GIRASOLE
Impaziente attendo
lo sposo, per vedere il suo vestito.
LA MARCHESA
Son di veder curiosa
le grazie della sposa.
GIRASOLE
Quanto ancor tarderanno
gli sposi a comparir?
L'AIUTANTA
Tosto verranno.
[N. 23 - Finale II]
GIRASOLE
Udir parmi di lontano
lieti suoni d'allegria.
L'AIUTANTA
È lo sposo già per via
e a momenti qui verrà.
GIRASOLE
Questo strepito giulivo
s'è già fatto assai vicino.
LA MARCHESA
L'avventura del Contino
è graziosa in verità.
L'AIUTANTA
Ecco avanza con gran pompa
può ben dirsi fortunato.
LA MARCHESA
Egli viene accompagnato
dalla cara sua metà.
Detti, la Generala e il Conte vestito con abito tutto adorno di ghirlande di fiori, con lungo strascico, che sarà sostenuto da una Paggia, Amaranto, Damigelli, Popolo femminino, che resta indietro; poi il Gran colombo, e i Bianchi colombi.
IL GRAN COLOMBO
CORO
Conservator del mondo
dolce imeneo risveglia
il foco tuo fecondo
prolifica la fa.
(s'odono più colpi di cannone, grida e pianti)
LA GENERALA
Ma qual rumor io sento
di bombe e di cannoni
quei grida di spavento!
che cosa mai sarà.
CORO
Quei grida di spavento
che cosa mai sarà?
La Colonnella disarmata e detti.
LA COLONNELLA
Dagli europei
siam bombardate.
Volo a respingerli
se no 'l vietate.
Qualor vi sembri
questo un pretesto,
torno in arresto:
eccomi qua.
LA GENERALA
Sì, di combatterli
io vi permetto.
(Avrà una palla
forse nel petto.)
IL CONTE E LA MARCHESA
(Saremo liberi
forse fra poco.)
L'AIUTANTA
Sempre più cresce
l'orror e il foco.
LA GENERALA
Alle sue stanze
voi lo guidate.
(ai damigelli)
Deh caro sposo,
non paventate;
che tutto in bene
terminerà.
(il Conte parte coi damigelli)
LA MARCHESA
Con lui vo' mettermi
in libertà.
(lo segue)
La Generala, la Colonnella, Amaranto, l'Aiutanta, il Gran Colombo, il popolo femminino e soldate.
LA COLONNELLA, LA GENERALA E L'AIUTANTA
All'armi, all'armi corrasi,
diam prove di valor.
Il foco, che ci lanciano,
spegniam nel sangue lor.
CORO DI SOLDATE
Il foco che ci lanciano
spegniam nel sangue lor.
(la Colonnella, la Generala, l'Aiutanta e tutte le soldate partono)
Amaranto e Damigelli.
CORO
Occhio immortal, che vedi
dal ciel sì grande orror.
Lunge da queste sedi
scaccia l'ostil furor.
(mentre si canta questo coro devoto di lontano si sentirà di quando in quando suono di tamburi e tiri di cannone)
Spiaggia di mare. Notte. Da un lato mura merlate con porta chiusa della città. In qualche eminenza, dalla quale si scende sulla spiaggia. Dall'altro lato boschetto, che confina col mare. Le mura sono guarnite di Soldate, e di cannoni, che fanno foco. Sul mare navi che bombardano la città.
Soldati sulle navi, poi la Colonnella, la Generala, l'Aiutanta, indi il Comandante.
Insieme
CORO DI SOLDATE
(sulle mura)
La fiamma vorace
le navi distrugga,
nessuna non fugga,
non s'abbia pietà.
CORO DI SOLDATI
(sulle navi)
La fiamma vorace
le mura distrugga,
nessuno non fugga,
non s'abbia pietà.
(si farà foco dalle navi e dalle mura con qualche interruzione fino all'armistizio. La porta della città si apre ed escono la Colonnella e la Generala. L'Aiutanta con una truppa che resta alla porta)
LA GENERALA
In agguato in quel boschetto
v'è una squadra d'europei.
Di attaccarli vi commetto,
e inseguirli fino al mar.
LA COLONNELLA
Ubbidisco...
L'AIUTANTA
Qui s'avanzano.
LA GENERALA
Non si lascino appressar.
IL COMANDANTE
LA COLONNELLA
(alle soldate, che discendono)
Discendete.
IL COMANDANTE
LA COLONNELLA, LA GENERALA E IL COMANDANTE
Sul nemico facciam foco,
che ci viene ad attaccar.
(mentre le due truppe si dispongono in ordine di battaglia si ode di nuovo il coro)
Insieme
CORO DI SOLDATE
(sulle mura)
La fiamma vorace
le navi distrugga,
nessuna non fugga,
non s'abbia pietà.
CORO DI SOLDATI
(sulle navi)
La fiamma vorace
le mura distrugga,
nessuno non fugga,
non s'abbia pietà.
Detti, il Conte e la Marchesa che corrono e si mettono fra le due armate.
IL CONTE E LA MARCHESA
Fermate, fermate!
LA COLONNELLA
Che miro!
LA GENERALA
Dove andate?
IL CONTE E LA MARCHESA
Noi siam la cagione
di questo scompiglio
ed ogni questione
vogliam terminar.
IL COMANDANTE
LA GENERALA
Ebben esponete.
(ai cenni del Comandante e della Colonnella le soldate coi soliti movimenti militari porgono il fucile in spalla)
IL CONTE
LA GENERALA
Il patto è un po' duro.
IL CONTE
IL COMANDANTE
LA GENERALA
Anch'io vi acconsento.
LA COLONNELLA
(Cogli occhi mi dice
che debbo sperar.)
IL COMANDANTE
LA GENERALA
In festa si cambi
di Marte lo sdegno.
LA COLONNELLA
(Cogli occhi mi dice
che debbo sperar.)
Due araldi di pace si avanzano nel mezzo e suonano le trombe in segno di pace. A quel suono in segno d'allegrezza, s'illuminano le navi, i merli dei bastioni e il luogo ove sono le due armate. Gli Europei lo fanno in un modo che somigli all'illuminazione delle navi e le Soldate dal loro lato in maniera che si accordi all'illuminazione delle merlature.
GLI ATTORI
Pace pace, che ci chiama
alla pace il nostro cor.
E se guerra pur vi brama
solo guerra sia d'amor.
(vicino e lontano al lieto suono di tamburo di trombe, di piatti etc.)
CORO
Pace pace, che ci chiama
alla pace il nostro cor.
E se guerra pur vi brama
solo guerra sia d'amor.
IL COMANDANTE
LA MARCHESA
Partir io bramo
da queste arene.
LA GENERALA
Andate dove
più si conviene
(sol del mio bene
mi preme il cor.)
Detti e Amaranto dalla porta della città coperto da un lungo velo seguito da Girasole.
AMARANTO
(gittandosi ai piedi della Generala)
Pietà, signora
del mio martoro.
LA GENERALA
Chi mai qui veggio!
LA MARCHESA
(Il mio tesoro!)
GIRASOLE
(Veder desio
quel che produce
l'Amor che ardito
qui lo conduce.)
AMARANTO
Pietà signora.
LA GENERALA
Parla in buon'ora.
AMARANTO
O sia castigo,
o grazia sia,
a me in isposa
colei si dia,
che con un ratto
macchiò il mio onor.
LA MARCHESA
Nella mia patria
ho grandi entrate.
Lo sposo subito
se me lo date.
IL CONTE
LA GENERALA
Voi rimanete?
IL CONTE
LA GENERALA
Va', seco sposati
porta, galluzzo,
lontano il puzzo
del disonor.
(Amaranto passa ove sono gli Europei)
AMARANTO E LA MARCHESA
Appieno rendimi
felice Amor.
LA COLONNELLA
(Cogli occhi dicemi
ch'io speri ognor.)
IL COMANDANTE
IL CONTE
IL COMANDANTE E LA GENERALA
Perché volete
di ciò temer?
IL CONTE
(qual rimane la Generala, quando vede che invece di porgere la destra a lei, si rivolge verso la Colonnella)
LA GENERALA
Come! Come!
LA COLONNELLA E IL CONTE
Oh mio contento!
L'AIUTANTA E IL CONTE
(L'ha burlata.)
LA GENERALA
Come! Come!
IL COMANDANTE
LA GENERALA
Oh che testa di giumento!
Mi ho lasciato corbellar!
Insieme
LA COLONNELLA E LA MARCHESA
Caro sposo in questo amplesso
qual piacer m'inonda il core
tutti i mali dell'amore
basta ei solo a compensar.
IL CONTE E AMARANTO
Cara sposa in questo amplesso
qual piacer m'inonda il core
tutti i mali dell'amore
basta ei solo a compensar.
LA GENERALA
(Osservate come è lieta
quella zucca senza sale!
Saria meco Generale
ed un'altra vuol sposar!)
IL COMANDANTE E GIRASOLE
Nel vederlo sì contento
il veleno se la rode.
Poverina! E il suo tormento
si vergogna di mostrar.
(vicino e lontano a suono di trombe, di timpani, di piatti etc.)
CORO
Marte applaude al nume arciero,
questi pur è un dio guerriero;
e gli onori militari
merta l'un dell'altro al par.
Fine del libretto.
Generazione pagina: 14/01/2016
Pagina: ridotto, rid
Versione H: 3.00.40
(W)