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Marino Faliero

MARINO FALIERO

Tragedia lirica.

Versione sintetica a cura di www.librettidopera.it.

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Libretto di Giovanni BIDERA.
Musica di Gaetano DONIZETTI.

Prima esecuzione: 12 marzo 1835, Parigi.


Personaggi:

Marin FALIERO doge

basso

ISRAELE Bertucci, capo dell'arsenale

baritono

FERNANDO nipote del doge

tenore

STENO giovine patrizio, uno dei quaranta

baritono

LEONI patrizio, uno dei dieci

tenore

ELENA moglie del doge

soprano

IRENE damigella d'Elena

soprano

VINCENZO servo del doge

tenore

Un GONDOLIERE

tenore

BELTRAME scultore, congiurato

basso

PIETRO gondoliere, congiurato

basso

STROZZI pescatore, congiurato

basso

MARCO figlio d'Israele, congiurato

altro

ARRIGO figlio d'Israele, congiurato

altro

GIOVANNI figlio d'Israele, congiurato

altro


I Signori della notte, i Dieci, Cavalieri, Dame, Artigiani, Pescatori, Servitori, Soldati.

L'azione è in Venezia. L'epoca è nel nel 1355.

Atto primo

[Preludio]

Larghetto, poi maestoso

Scena prima

Arsenale.
Coro di artigiani che lavorano.

[N. 1 - Introduzione]

Coro - andante

CORO

Issa, issa, issa, là,

bene sta.

Ed è ver?

IIº

È ver, lo narrano

su Rialto, e v'ha chi giura

d'aver letto sulle mura

scritto il turpe vitupero;

proprio il nome di Faliero,

proprio il nome della moglie.

Lei ch'è esempio di virtù?

IIº

Bada, tira, tira, là,

bene sta.

Ma chi dicono che fu?

IIº

Hanno detto ch'è un patrizio.

Un patrizio! Amici, zitto:

i quaranta faran dritto.

IIº

Essi? Aborron doge e nui

perché amici siamo a lui:

vedrem morto un uom del popolo...

Su prudenza, vuoi tacer?

Spingi ancora verso qua,

bene sta.

IIº

Cantiam l'inno di Falier.

Coro - vivace

Zara audace, Zara infida!

Quattro assalti invan ti diero.

Pugna ancor, benché affamata,

e San Marco ancor disfida.

Oh pro' Faliero!

Già la fossa è superata,

non v'è muro che sia intero;

Zara, trema; trema, o Zara,

ché l'estremo si prepara.

Oh pro' Faliero!

Ma dall'Ostro ecco che un nero

polverio s'alza, e ognor cresce:

delle picche appar la vetta,

grida all'arme la vedetta.

Oh pro' Faliero!

Gli Ungheresi! Gli Ungheresi!

Da ogni lato ecco siam presi.

Guai se Zara... guai se esce!

Sta dubbiando ogni guerriero.

Oh pro' Faliero!

Ma Falier sorge, e il periglio

misurato ha d'uno sguardo;

dal gran cuor prende consiglio,

e assalisce egli primiero.

Oh pro' Faliero!

Egli primo esce dai valli,

egli guida l'antiguardo,

sostan gli ungheri cavalli

allo scontro del guerriero.

Oh pro' Faliero!

Scena seconda

Israele, che è entrato alla metà del canto, e detti.

ISRAELE

Oh, miei figli! oh dolce il canto

della forte età primiera!

Cantabile - maestoso

Era anch'io di quella schiera,

di Venezia anch'io guerrier.

V'era io pur, e gli era a lato

quando fiero, insanguinato,

sulla breccia fulminando,

entrò in Zara il gran Falier.

CORO

Oh, tua gloria! Oh, fausto dì.

ISRAELE

Sola or resta la memoria;

quella etade, quella gloria

era un sogno che sparì.

Scena terza

Steno e detti.

Tempo di mezzo - andante

PARTE DI CORO

Amici! dei patrizi!

Steno... è turbato... mira...

sinistro il vento spira.

STENO

(andando sopra ai lavori)

Che fassi? La mia gondola

non è finita ancor?

PARTE DI CORO

Signor...

STENO

Forz'è che agli ordini

io d'obbedir v'insegni,

o scioperati, indegni!

(a Israele)

Olà, cacciati vadano

dall'arsenal costor.

ISRAELE

Signor, scusarli piacciati,

nessuna colpa è in loro:

immenso è qui il lavoro;

trenta galere arrivano

disfatte all'arsenal.

Primo è il servir la patria...

STENO

(fa' l'atto di batterlo)

Che osi tu, sciagurato!

ISRAELE

(fremendo)

Signor, io fui soldato...

STENO

Vil plebe agli altri simile,

avrai la pena egual.

(parte minaccioso)

Scena quarta

Israele e Coro.

Cabaletta - allegro vivace

ISRAELE

O patrizi scellerati,

vili voi, superbi ingrati!

Non vi basta un giogo indegno,

v'aggiungete la viltà.

Ah, se or tace il nostro sdegno,

dello sdegno il dì verrà.

CORO

Son crudeli, son tiranni,

tigri nate ai nostri danni.

Quest'ingiuria è iniqua, atroce...

vien, contiamla alla città.

Vieni, parla: alla tua voce

tutto il popol sorgerà.

Scena quinta

Sala nel palazzo del doge.
Fernando solo.

[N. 2 - Scena e cavatina]

Scena - andante

No, no, di abbandonarla

senza un addio core non ho che basti.

Partir mi è forza. Dell'iniquo Steno

l'oltraggiose al suo onor infami note

necessità l'han fatto.

D'un sfortunato amore,

addio, care speranze!

Case paterne, ov'io

vissi e crebbi con lei, per sempre addio.

Cantabile

Di mia patria bel soggiorno,

rivederti io più non spero;

sussurrar più a me d'intorno,

aure amiche, non v'udrò.

Cari luoghi, ore ridenti,

mi sarete ognor presenti:

né godervi, né scordarvi,

no, giammai io non potrò.

In terra straniera

mia tomba sarà;

non pianto o preghiera

giammai non avrà.

Cabaletta - allegro giusto

Un solo conforto

il cor mi sostiene,

pensar che gli affanni

rattempro al mio bene.

Se render m'è dato

men tristo il suo fato,

l'esiglio e la morte

fien dolci per me.

[N. 3 - Scena e duetto]

Scena - allegro

Ma giunge alcun?... È dessa!

Felice me!

Scena sesta

Elena e detto.

ELENA

Fernando!

Ardisci ancor?

(in atto di partire)

FERNANDO

T'arresta.

ELENA

No.

FERNANDO

Per l'ultima volta...

ELENA

Fuggir ti debbo.

FERNANDO

Ah, per pietà m'ascolta!

Tempo d'attacco - moderato

Tu non sai, la nave è presta

che al mio cielo e a te mi toglie:

un istante appena resta

e le vele al vento scioglie.

Deh! che almeno io pianga teco

quest'istante ch'è l'estremo,

e pei mari io porti meco

un ricordo di pietà.

ELENA

Che mai chiedi? ahi, sventurata!

Dove sei tu non rammenti?

Quivi appena è cancellata

l'onta rea d'iniqui accenti.

Va'! l'istante in che t'intendo

divenir mi può tremendo:

da sciagura più funesta

va', mi salva per pietà!

FERNANDO

Che ricordi? Oh, mio rossore!

Ahi, crudele!

ELENA

Parti, va'.

Cantabile - larghetto maestoso

FERNANDO

Strinsi un brando, e del suo sangue

presentar te 'l volli io tinto,

o cader pugnando estinto

pe 'l mio amor, per la mia fé.

Trattenesti tu il mio braccio,

la vendetta io cessi al pianto;

e un addio tu nieghi intanto,

una lagrima per me!

ELENA

Cessa, ahi cessa! Ogni tuo detto

è uno stral che m'apre il petto:

la mia vita è un pianger sempre,

ben, lo sai, e sol per te.

Ma per lui, per lui che t'ama,

che suoi figli ambi ci chiama,

ah va', lasciami, rimembra

chi son io, crudel, chi se'!

Tempo di mezzo - allegro

FERNANDO

Ebben, io parto: addio!

Se dopo il mio partir

di me ti giunge un suono,

sarà del mio morir.

ELENA

(gli dà una sciarpa)

Ah, vivi! ~ E questo dono

di me ti parli ancor,

molle del pianto mio,

memoria di dolor!

Cabaletta - moderato

Insieme

ELENA

Vivi! la mia memoria

sempre ti resti in cor;

onor consoli e gloria

un infelice amor.

FERNANDO

Parto: la tua memoria

dolce mi resta in cor;

più caro della gloria

è caro a me l'amor!

Recitativo

FERNANDO

Il doge!

ELENA

Parti.

FERNANDO

O ciel!

ELENA

Se più qui resti...

Scena settima

Faliero e detti.

FALIERO

Elena... tu piangesti?

ELENA

Io? Sì. Finché tranquillo...

FALIERO

Sarò tranquillo quando...

ELENA

Ah, tu fremi?

FALIERO

Mi lascia or con Fernando.

ELENA

Che fia!

(parte)

Scena ottava

Faliero e Fernando.

FERNANDO

Nuove pavento

sventure, ohimè! Signor, qual turbamento?...

FALIERO

Leggi, o Fernando, eccesso

di nuova tirannia.

FERNANDO

Orrendo abuso di poter! Per Steno,

che la virtù di tua consorte e il doge

così vilmente offese,

la prigionia d'un mese,

e per un anno il bando!

FALIERO

Or va, l'insulto

conta all'Italia; di' che restò inulto.

Godi, Venezia! O gondolier, che canti

le glorie mie, canta or su queste soglie:

Marin Faliero dall'infida moglie...

FERNANDO

E il soffri?

FALIERO

Anzi degg'io

questo foglio segnar; dir che di Steno

son vendicato appieno, i miei nemici

dissimulando ringraziar.

FERNANDO

Che dici?

FALIERO

Leoni: il buon Leoni

per più scherno alla danza osa invitarmi...

E noi sarem della festiva schiera

allor che bruna si farà la sera.

FERNANDO

Invece di punir un tanto orgoglio?

Invece...

FALIERO

A me quel foglio!

(va per sottoscriverlo, prende la penna, e resta immobile volto al cielo)

Oh, giustizia di dio!

(resta colpito da un truce pensiero, poi si scuote, getta la penna, rende la sentenza a Fernando credendo d'averla segnata)

Tieni.

FERNANDO

Tu no 'l segnasti.

FALIERO

No 'l segnai! ~

Altra sentenza in mente

fera stammi e tremenda...

Guai ai patrizi s'ella mai s'intenda!

(riprende il foglio e scrive)

FERNANDO

Fremer mi fai.

FALIERO

Di che? Fra il concepir

una sublime impresa ed eseguirla

passa immenso intervallo.

Riporta il foglio e t'apparecchia al ballo.

FERNANDO

Signor, me ne dispensa

la vicina partita...

FALIERO

Perché partir?...

FERNANDO

Tu il sai,

per servir la repubblica!

FALIERO

Troppo servimmo omai questa maligna

dei figli sua madre non già, matrigna.

Di settant'anni spesi

fra la polve di Marte e le vicende

ecco qual mi si rende

infame guiderdon! de' Val-Marini

ultimo avanzo e ch'io

perderti debba? Ah no; resta, Fernando.

FERNANDO

(Quanto è dolce al mio cor questo comando!)

(parte)

Scena nona

Faliero solo.

Come l'onta lavar della mia fronte

disonorata? Come?...

Scena decima

Vincenzo e Faliero.

FALIERO

Ebben, che dici?

VINCENZO

Brama, se tu il concedi, un breve ascolto

Israele Bertucci.

FALIERO

(Colui ch'ebbe da Steno

oggi un novello insulto?)

(a Vincenzo)

Fa' che a me venga.

(Vincenzo parte)

Scena undicesima

Faliero.

E fino a quando inulto

il perfido ne andrà di sua nequizia?

Scena dodicesima

Israele e Faliero.

[N. 4 - Scena e Duetto]

Scena - Recitativo

FALIERO

Israele, che vuoi?

ISRAELE

Chiedo giustizia

contro il patrizio Steno.

FALIERO

E a me vendetta

chiedi de' torti tuoi?

ISRAELE

A te si spetta.

FALIERO

Ma le mie proprie offese

vanno impunite, e a me niegan giustizia.

ISRAELE

Dunque partito altro non v'ha che l'armi. ~

Ho un core ed un pugnal per vendicarmi.

Tempo d'attacco - moderato

FALIERO

Se pur giungi a trucidarlo

un ne sveni, e mille pravi

sorgeranno a vendicarlo.

Chi di voi, frementi schiavi,

all'orrenda tirannia

chi resistere mai può?

ISRAELE

Sorgeranno in un baleno,

per punir l'iniquo Steno,

per salvar la patria oppressa,

mille brandi e mille eroi.

Sorgan pure a mille i pravi,

cadran tutti, o ch'io cadrò.

FALIERO

Mancheran tiranni e schiavi?

ISRAELE

Mancheran pugnali a noi?

FALIERO

Ne' tuoi detti avvi un arcano.

ISRAELE

Al doge? od a Faliero?

FALIERO

Sparve il doge.

ISRAELE

E il gran mistero

a Faliero io svelerò. ~

Già l'astro de' perversi

si offusca... una congiura...

FALIERO

Silenzio! In queste mura

v'è chi ascoltar ti può...

Una congiura? E i complici?

ISRAELE

Il brando e il mio coraggio,

e le private ingiurie,

ed il comun servaggio,

e della plebe il fremito,

i pianti ed il rancor.

FALIERO

Sono private smanie

represse in ogni cor,

ma a liberar Venezia

non son bastanti ancor.

ISRAELE

Non bastan le nequizie

de' perfidi impuniti?

Le violate vergini?

I talami traditi?

FALIERO

Sono tremende furie

che sbranano ogni cor,

ma a sollevar la patria,

no, non è tutto ancor.

ISRAELE

La non mertata infamia

di tua consorte? e l'onta

del doge? e quell'obbrobrio

che ricoprì tua fronte?

Scosso da tante ingiurie

non ti risvegli ancor?

Cantabile - larghetto

FALIERO

(Ah, qual rampogna! Oh furie!

Oh Steno! Oh, mio rossor!)

ISRAELE

(Tace, pensa, in sé tutto raccolto,

meditando va stragi e vendetta:

cento affetti ravviso in quel volto,

odio, sdegno, furore e pietà.)

FALIERO

(Odio, sdegno, vi sento, v'ascolto;

non invano gridate vendetta:

l'ultim'ora per gl'empi s'affretta,

il potere de' vili cadrà.)

Tempo di mezzo - allegro moderato

ISRAELE

Che risolvi?...

FALIERO

Al ballo vieni

nelle case di Leoni:

là mi svela i tuoi campioni,

quanti sono, e i nomi lor.

ISRAELE

Non sperar che un nome sveli

finché il tuo non è il primier.

FALIERO

Osi tanto?

ISRAELE

Osai più ancora

al tuo fianco un dì pugnando.

O Faliero, ov'è il tuo brando

che salvò la patria allor?

Anche adesso un brando implora...

FALIERO

Sì.

(con gran forza, ma subito dopo apparisce profondamente commosso)

Avrà quello di Falier.

Cabaletta - moderato

ISRAELE

Tremar tu sembri e fremere,

tu dubbi alzar la mano:

il sangue veneziano

gelar ti fa d'orror.

Ma se la patria opprimono

che geme tra gli affanni

periscano i tiranni,

salviam la patria ancor.

FALIERO

Fratelli, amici furono:

contr'essi armar la mano...

È sangue veneziano!

Rabbrivido d'orror.

Ma se la patria opprimono

che geme tra gli affanni

periscano i tiranni,

salviam la patria ancor.

Scena tredicesima

Gabinetto che mette in una gran sala da ballo.
Leoni e Servi.

[N. 5 - Scena e coro]

LEONI

(ai servi)

Le rose di Bisanzio

a piene man versate,

e le tazze di Cipro inghirlandate;

la luce uguagli il giorno,

brillino in ogni loco

l'oro e le gemme, e tutti i miei tesori.

Nulla manchi alla pompa.

Aspetto il doge, e basti. Ite.

(i servi partono)

Scena quattordicesima

Steno, in abito di maschera, e detto.

STENO

Leoni,

non ti stupir.

LEONI

Che veggio?

Stamane condannato

osi al ballo venir! Cieco ben sei

d'un amor sventurato!...

STENO

Sarò a tutti nascosto, ed anco a lei.

È ver, io l'amo, e tanto

io l'amo più quanto è crudel mia sorte...

ma l'odio dell'amor è ancor più forte.

LEONI

Fernando...

STENO

Quel superbo

che m'attraversa ovunque il mio cammino;

non gli bastò gli onori

dell'armi a me rapire;

anche del vecchio l'ire

contro il mio amore accese.

Perché m'ama il senato,

idolo della plebe ora s'è fatto.

Bada, Leoni, e forse...

LEONI

V'ha chi veglia su lui?

STENO

Veglio io, e mal mi fuggirà colui.

LEONI

Calmati, Steno. Qui gioia ed oblio...

Arriva il doge; sii prudente.

STENO

Addio.

(si pone la maschera, e va a confondersi coi cavalieri nella sala)

Scena quindicesima

Cavalieri e dame nella sala.
Mentre cantano il Coro, Faliero, Elena, Fernando traversano la sala.

CORO

(dentro alla sala)

Vieni, o dell'Adria

beltà divina,

vieni, o regina,

lieti ne fa'.

Rendi esultanti

i balli, i cantici,

gloria e delizia

di nostra età.

Scena sedicesima

Israele, che esce da una porta laterale, e Faliero.

[N. 6 - Scena e finale I]

Scena - larghetto

ISRAELE

Siam soli.

FALIERO

Attento veglia.

ISRAELE

Occhio non avvi

che qui ne osservi, e delle danze al suono

propizio è il cospirar.

FALIERO

Dimmi: quai sono

i compagni all'impresa?

ISRAELE

(dandogli un foglio)

Eccoli: leggi.

FALIERO

Oh, quanti nomi!

ISRAELE

Eterni

ne' posteri vivran, se il tuo vi aggiungi.

FALIERO

(legge)

Un pescator?

ISRAELE

Povero d'oro e carco

d'odio pe' rei.

FALIERO

Vero figliuol di Marco.

Un dalmata?

ISRAELE

Che viene

co' suoi trecento a parteggiar.

FALIERO

Sta bene.

E un gondoliere ancora?

ISRAELE

Con altri cento assiso in sulla prora,

ei scioglierà primiero

un canto a libertade.

FALIERO

Ed a Faliero.

Scena - recitativo

Il fiorentin scultore?

Cessa la musica del ballo.

FALIERO

Funesto nome è questo!

ISRAELE

Silenzio!

FALIERO

Chi s'avanza?

ISRAELE

Nessun. Finì la danza.

FALIERO

Lasciami sol con me, sta pronto e mira.

(allontanandosi alquanto)

ISRAELE

Genio dell'Adria, or quella mente ispira!

FALIERO

Un pescator? Un dalmata?

Trecento prodi ancora,

un gondolier con altri cento uniti:

ma quel Beltram scultor...

La musica comincia.

ISRAELE

Comincia il ballo.

FALIERO

(rimettendogli il foglio)

La notte scelta?

ISRAELE

È questa.

FALIERO

Questa che già si avanza

sì tenebrosa?

ISRAELE

Sua feral sembianza

l'opra somiglia che pensiam.

FALIERO

E il loco?

ISRAELE

Il pian che mette al tempio

remoto di Giovanni Evangelista.

FALIERO

Ahi, rimembranza trista!

Sepolti ivi vi stanno

i padri miei!

ISRAELE

Con noi congiureranno.

La musica cessa ad un tratto.

FALIERO

Taci, sospeso a mezzo

il ballo fu... va', la cagion ne apprendi,

ma che lunghe non sian le tue dimore.

ISRAELE

(Amor di patria parla a quel core.)

(parte)

Scena diciassettesima

Faliero, indi Elena.

Scena - moderato

FALIERO

O superbo Faliero, a chi t'inchini

per ricercar vendetta?

A chi? Alla plebe, e grandi cose aspetta.

E i soli vili qui sono i patrizi,

e il vero schiavo è il doge: orrido ludo

comincerò del mio feretro accanto,

ove tutto finisce?...

Tempo d'attacco - allegro vivace

(Elena entra)

A che smarrita?

ELENA

Una maschera ardita

ogni mio passo spia, m'incalza ed osa...

FALIERO

In casa di Leoni, alla mia sposa!

ELENA

Partiam!

FALIERO

(Terribil lampo

agli occhi miei!)

ELENA

Partiam!

FALIERO

(Io d'ira avvampo!)

Scena diciottesima

Fernando e Israele parlando fra loro sul limitare del gabinetto e detti.

Tempo d'attacco - moderato

FERNANDO

Tu il vedesti?

ISRAELE

Io con questi occhi...

FERNANDO

Quella maschera sì altera?

ISRAELE

Era l'empio.

FERNANDO

L'empio chi?

ISRAELE

Era Steno.

ELENA E FERNANDO

Steno qui?

FALIERO E FERNANDO

Ah questa ingiuria estrema,

questo inatteso insulto,

perfido Steno, trema,

inulto non andrà.

(avviandosi alla sala)

ELENA

(a Fernando)

Fermati per pietà.

ISRAELE

(traendo Faliero da una parte)

Signor, usciam di qua.

Largo concertato - larghetto

Invitato all'empia festa

non invan te avrà Leoni,

altra offesa e più funesta,

se lo sdegno non sprigioni,

se raffreni l'ire ancora,

a soffrir ti resterà.

FALIERO

(a Israele)

Di vendetta batte l'ora,

tu mi scorgi, tu m'affretta,

la vendetta sol m'incora,

mi preceda la vendetta,

tante ingiurie, affanni ed ire

la vendetta finirà.

FERNANDO

(ad Elena)

No, del lungo mio soffrire

vendicare alfin mi voglio;

vo' punir lo stolto ardire,

tanti oltraggi, il fiero orgoglio.

Prego o pianto del codardo

l'ira mia non tratterrà.

ELENA

(a Fernando)

Un mio detto, un solo sguardo

imperava sul tuo core.

Or non curi alcun riguardo

dominato dal furore.

Se non vuoi vedermi estinta

deh ti placa, per pietà.

Scena diciannovesima

Steno mascherato e detti.

Tempo di mezzo - moderato

ISRAELE

Eccolo: è desso.

TUTTI

Desso!

FALIERO

Audace! in queste soglie...

ISRAELE

Sotto mentite spoglie...

ELENA

Ciel!

FERNANDO

Scuopriti, se hai cor.

(fra loro)

STENO

Qual io mi sia non curo

la tua minaccia, o stolto;

se mi vedrai in volto

io ti farò terror.

FERNANDO

Basso parla: fra noi, Steno,

parlar più non dée che il brando.

STENO

Tu m'inviti? Oh gioia! quando?

FERNANDO

Questa notte istessa.

STENO

Il vo'!

FERNANDO

Dietro al tempio di Giovanni,

tra i sepolcri, al manco lato,

quando terza avrà sonato

sol a sol t'attenderò.

STENO

Guerra a morte!

FERNANDO

A morte guerra!

Un di noi doman sotterra.

STENO

Là m'attendi ed io verrò.

ELENA

(Fra lor parlan: tutta io tremo...)

ISRAELE

(Il fellone...)

FALIERO

(D'ira fremo...)

TUTTI

(E soffrir, tacer dovrò!)

Stretta - stesso tempo

FERNANDO

(Al mio brando or è fidata

la negata a noi giustizia;

ei cadrà e vendicata

l'innocenza alfin sarà.

Le codarde note il perfido

col suo sangue laverà.)

ELENA

(Han deciso! Il guardo torbido

spira sangue e morte spira:

implacabile nell'ira!

Oh, di lor chi perirà?

Non sia vero il mio presagio:

giusto cielo, abbi pietà!)

STENO

(Egli esulta, egli minaccia,

fremi pur, guardami altero;

il tuo nome di Faliero

solo a sol non gioverà.

Anche un'ora! e udrotti, o perfido,

steso al suol chieder pietà!)

ISRAELE

(a Faliero)

Tra le danze anche, e fra il giubilo

la pazienza tua s'insulta!

È giustizia è sempre inulta?

E di lor tu avrai pietà?

O i tiranni alfin periscano,

o Venezia perirà.

FALIERO

(a Israele)

Taci, amico, taci e frenati:

può tradirti qui il tuo sdegno:

serba l'ire al gran disegno

che i superbi punirà.

Anche un'ora! e avrà principio

la verace libertà.

CORO

(nella sala)

Al ballo, al ballo, al ballo.

ISRAELE

(a Faliero)

Al ballo vadasi:

l'alta vendetta

d'alto silenzio

figlia sarà.

FERNANDO E STENO

Al ballo tornisi:

l'ira funesta

che il petto m'agita

vendetta avrà.

ELENA

Ahi! Qual preparasi

scena funesta!

Straziata l'anima

regger non sa.

Tutti entrano nella sala da ballo.

Scena ventesima

Leoni, Beltrame, Cavalieri, Dame e detti.

LEONI E CORO

Vieni a noi beltà dell'Adria

e di te lieti ne fa';

tra le danze e il riso aspettano,

vieni a noi, vieni o beltà.

ELENA

(a Fernando)

Cedi, cedi alle mie lacrime,

del mio duol abbi pietà.

Un orribile presagio

conturbando il cor mi va.

FERNANDO

(ad Elena)

Nel valor, nel mio cor fidati

che l'amor raccenderà;

non temer! punito il perfido

a' miei piedi alfin cadrà.

STENO

(a Leoni)

La tua festa m'è propizia

e vendetta mi darà.

Mi sfidò; t'allegra: il perfido

a' miei piè morto cadrà.

ISRAELE

(a Faliero)

Fermo sta nel gran proposito

che delitto è la pietà.

Se i tiranni non periscono

la tua patria perirà.

FALIERO

(a Israele)

Periranno! Il mio proposito

come rupe immoto sta.

Anche un'ora, e avrà principio

la verace libertà.

Atto secondo
Scena prima

Piazza di S. Giovanni e S. Paolo. (È notte.)
Pietro, Strozzi, Beltrame; Marco, Arrigo, e Giovanni figli d'Israele, e Congiurati.

Coro di Congiurati da una gondola che si avvicina alla piazza suddetta.

[N. 7 - Coro di Gondolieri e Barcarola]

Preludio - melodia della barcarola - larghetto

Coro - allegro mosso

Siamo figli della notte

che voghiam per l'onda bruna:

l'eco sol dell'acque rotte

della torbida laguna

corrisponde al nostro canto,

che di pianto è messagger.

(dalla piazza)

Ah! son dessi! ognun risponda

il segnal di questa sponda.

Su, venite, alta è la notte,

in silenzio è la laguna.

(voce da lontano)

Presto... Zitto, un'importuna

d'altro estraneo gondolier...

Ma se n' parte... Zitti... piano...

si dilegua... non temer

l'indiscreto passegger.

Barcarola - larghetto

GONDOLIERE

(che passa in barca)

Or che in ciel alta è la notte

senza stelle e senza luna,

te non sveglin le onde rotte

della placida laguna:

(allontanandosi)

dormi, o bella, mentre io canto

la canzone del piacer.

STROZZI

Un uom giunge ver noi:

ritiriamci.

BELTRAME

Si uccida.

STROZZI

No: frenati.

BELTRAME

E chi veglia?

STROZZI

In me t'affida.

Scena seconda

Fernando solo.

[N. 8 - Scena ed aria]

Scena - Preludio - andante

Scena - recitativo

Notte d'orrore!... Di tremendi auguri

fatto segno son io.

Freme il ciel, freme il mare,

voci cupe e lontane odo gridare...

Tombe degli avi miei quivi sepolti,

siete voi che chiamate?

E sia! Io morirò degno di voi. ~

Ma tu resti, o infelice,

fra sospetti funesti,

fra ingiurie, sola, a piangere tu resti!

Cantabile - larghetto cantabile

Io ti veggio; or vegli e tremi,

conti l'ore, o sventurata!

Ed ogni ora che è suonata

ti par l'ultima per me.

Ah! Se ver fia quel che temi,

trovi almen pietoso un core

che: felice, dica, ei muore,

se potea morir per te.

Battono tre ore.

Tempo di mezzo - allegro

Questa è l'ora. ~ una mano di fuoco

par che il core m'afferri e che m'arda:

a quel suon ogni pianto dia loco,

e lo sdegno sottentri al dolor.

(guardando dietro la chiesa)

Pur non giunge: cotanto egli tarda!

Egli? Il dubbio comincia agitarmi...

No! Alcun vien; forse è desso. Sì: parmi.

Egli è desso, e mi cerca. ~ Oh furor!

Mi tornano presenti

gli scellerati accenti:

vedrai qual dian risposta

le spose dei Falier'...

Vedrai che sangue costa

l'insulto al menzogner!

Per lei snudiam la spada,

ed a pugnar si vada.

Un vel, dolce memoria!

mi posa sovra il cor.

M'è pegno di vittoria,

Elena, e di valor.

(parte)

Scena terza

Pietro, Guido, Beltrame e Congiurati.

STROZZI

Venite: è già partito.

CORO

Ei s'allontana: osserva...

BELTRAME

(entra e ritorna)

È già sparito.

Oh, son dessi; ognun risponda

il segnal da questa sponda.

Su venite, alta è la notte,

in silenzio è la laguna.

Tutto tace, non temer,

non appare un passegger.

Scena quarta

Faliero e Israele, approdando da una gondola, e detti.

[N. 9 - Scena ed aria]

Scena - moderato

PIETRO

Finì la festa di Leoni?

ISRAELE

È a mezzo.

Guido e Beltram son qui?

PIETRO

Siamo qui tutti.

ISRAELE

(dando la mano al doge per discendere)

A che è la notte?

STROZZI

L'ore

toccar la terza.

PIETRO

(additando Faliero)

E questi?

ISRAELE

È un difensore

della plebe e di noi.

STROZZI

Patrizio parmi.

PIETRO

Una face!

Scena - allegro

BELTRAME

(di sotto al mantello cava una lanterna cieca, mentre Faliero si scopre del suo mantello)

Che veggio?...

STROZZI

(mette mano al pugnale)

Il doge?

(tutti i congiurati cacciano il pugnale)

CONGIURATI

All'armi.

ISRAELE

Fermate, o ch'io...

(facendo scudo a Faliero co' suoi figli)

PIETRO

(per avvicinarsi)

Tu primiero...

ISRAELE

(snuda la spada)

Se ardite

muovere un passo ancor...

FALIERO

Prodi, ferite!

Cantabile

Bello ardir di congiurati!

Contro un veglio cento armati!

Cento ferri contro un solo,

belle prove di valor!

CORO

Ah, tal vista inaspettata

ci ricolma di stupor!

ISRAELE

Un fantasma vi atterrisce

d'un poter che più non è.

CORO

Di Venezia il doge ardisce

qui venire?

FALIERO

E il doge ov'è?

Questa larva è già sparita,

sol Falier vedete in me.

Quello schiavo coronato

che spezzò la sua corona,

che dal trono dispregiato

verso voi rivolge il piè.

Di cento isole soggette

resse il fren; or reca a voi

l'odio suo, le sue vendette

contro i perfidi oppressor.

CORO

Del più grande degli eroi

chi non fidasi all'onor?

Tempo di mezzo - allegro

ISRAELE

Dunque all'opra.

FALIERO

Un'alba ancora

e una notte...

STROZZI

Ah! quell'aurora

quanto è tarda a comparir!

ISRAELE

(a Faliero)

Danne il segno del ferir.

FALIERO

Quando tocca il primo squillo

di San Marco il maggior bronzo,

la rivolta alzi il vessillo.

Accorrete: il punto è quello.

TUTTI

E per l'Adria il dì più bello

mai dall'onde non uscì!

(sguainando le spade)

Or giuriam su queste spade

morte ai dieci...

Tuona. Pausa.

ISRAELE

Il fulmin cade.

Anche il ciel minaccia irato

i patrizii... immoti qui

noi giuriam...

Si sente un fragore di spade.

FALIERO

Che avvenne mai!

Un cozzar di brandi io sento...

ISRAELE

Parmi... Oh! sì... Ah!

FALIERO

(sorpreso e intenerito)

Qual lamento

scese all'alma e mi atterrì?

Tempo di mezzo - allegro

ISRAELE

(indicando ai congiurati che partono)

Gente! olà, correte: un fugge?

FALIERO

Freme il vento e l'Adria mugge...

ISRAELE

Che fatal presentimento!

FALIERO

(spaventato)

Quel lamento mi colpì!

ISRAELE

Quel lamento di spavento

come un fulmin mi atterrì!

Scena quinta

Congiurati e Fernando moribondo.

Tempo di mezzo - maestoso

PIETRO

Là trafitto, nel sangue ravvolto

ritrovammo quest'uomo che muor.

FALIERO

Una face! Ch'io scopra quel volto...

ISRAELE

(fa cenno che dalla barca esca una face)

Balena.

Ecco un lampo che rompe l'orror.

FALIERO

(riconosce il nipote e si precipita per abbracciarlo)

Ah! Fernando!

ISRAELE

Fernando... oh, sventura!

FALIERO

Ah! mio figlio...

TUTTI

Qual nuovo terror!

FERNANDO

Io vendicarti!... ~ Steno...

mi ha morto... ~ Ahimè! Che un gelo...

m'investe... ah, questo velo

(consegna il velo di Elena a Faliero)

copra... il mio... volto...

FALIERO

Ah no!

Vivi.

FERNANDO

Trafitto a morte!

Vendica tua consorte...

ch'io moro...

TUTTI

Egli spirò.

FALIERO

Ah! Fernando!

(per abbracciarlo)

ISRAELE

(opponendosi)

Ahimè! Faliero!

FALIERO

Ove son? ~ Chi piange qui?...

Mio nipote?... Ov'è? Morì?...

Voi chi siete? ~ Che piangete?

E Fernando? Ov'è?

TUTTI

Morì!

Cabaletta - moderato

FALIERO

Notte atroce, notte orrenda,

tante colpe invan tu celi.

L'ira mia sarà tremenda,

morte ovunque spargerà.

Esci, o brando: distruggiamo

questa stirpe maledetta!

Memoranda la vendetta

da quel sangue nascerà.

CORO

Trista notte, il corso affretta:

cedi il campo alla vendetta.

Ogni stilla di quel sangue

mille vite spegnerà.

Noi giuriam sul corpo esangue

la vendetta, ed ei l'avrà.

FALIERO

Non un'alba, non un'ora

più rimanga ai scellerati.

Questo scoglio di pirati

ferro e foco struggerà.

Atto terzo
Scena prima

Appartamenti del Doge.
Irene, Elena che dorme, coro di Damigelle.

[N. 10 - Coro - larghetto]

CORO

La notte inoltrasi

più tenebrosa:

in sopor languido

ella riposa.

Ah, non la destino

tristi pensier!

IRENE

D'augelli lugubri

odo un lamento;

è questo il fremito

del cupo vento,

o il mar che frangesi

dal gondolier?

[N. 11 - Scena ed aria]

Scena lunga - recitativo

IRENE

Ma già si desta...

ELENA

Ah!

IRENE

Quale spavento?

ELENA

Qual terribile sogno!

IRENE

E che sognasti?

ELENA

Rifugge il mio pensiero...

Né giunse ancor?

IRENE

(alle damigelle)

Chi viene?

CORO

Ecco Faliero.

Scena seconda

Faliero ed Elena.

FALIERO

(entra turbato)

Vegli... o sposa?

ELENA

Per te...

FALIERO

Dona per poco

alle membra riposo...

ELENA

È ghiaccio la tua mano...

FALIERO

E il core è foco.

ELENA

Fra l'ombre in si tard'ora?

FALIERO

Era dover.

ELENA

(Che fia?) Tu mi nascondi

qualche orrendo pensier.

FALIERO

Io?...

ELENA

Tu lungi da me?

FALIERO

Era dovere.

ELENA

Dover? Fra tanti amici

nessun t'accompagnò?

FALIERO

Fuorché l'onor e il brando.

ELENA

E in tal notte Fernando

anch'ei t'abbandonò?

FALIERO

L'accusi a torto

Fernando! Ah!

ELENA

Taci! Ohimè!

FALIERO

Fernando è morto.

ELENA

Egli cadde per me!

FALIERO

Degno degli avi.

ELENA

Il sol che sorge ed io

non vedrem che un sepolcro!

FALIERO

(con ira)

E mille ancora

ne scorgerà l'aurora. Il ferro pende

sulle altere cervici

de' patrizi e de' dieci.

ELENA

(spaventata)

Oh dio! Che dici?

FALIERO

(come sopra)

La plebe e il ciel congiura

per vendicarmi appieno.

ELENA

Oh ria sventura!

Vaneggi o narri il vero?

Contro Venezia il doge?

FALIERO

Il sol Faliero.

ELENA

Ma qual fragore io sento!

FALIERO

Battono l'acqua cento remi e cento.

Pur non aggiorna... e l'alba

ancor lontana parmi...

Anzi tempo il segnal?

(per partire)

ELENA

T'arresta...

FALIERO

All'armi!

Scena terza

Leoni e detti.

LEONI

Gran periglio t'annunzio. Il popol sorge

e minaccia lo stato.

Te dimandano i dieci. Or vieni.

ELENA

Oh, dio!

LEONI

T'affretta.

FALIERO

Or di Venezia il re son io.

LEONI

È il doge che parlò?

FALIERO

(snuda la spada)

Empi, tremate!

Della congiura il capo in me tu vedi.

LEONI

(verso la porta)

Olà...

Si presentano i Signori della notte.

Scena quarta

I Signori della notte e detti.

FALIERO

Io fui tradito!

LEONI

Il ferro cedi.

Già confesso tu sei:

i tuoi complici rei

sono in carcer.

FALIERO

(freddamente)

Sta ben. Pronto son io.

LEONI

Mi segui.

ELENA

Ahimè, fermate.

FALIERO

(sempre freddamente)

Elena, addio.

Scena quinta

Elena, Irene e Damigelle.

ELENA

Ora di mia sventura,

è colma appieno la fatal misura.

Tutto perdo in un punto e sol mi resta

de' falli miei la compagnia funesta.

Tempo d'attacco - allegro

Tutto or morte, oh dio, m'invola!

Sempre trista e sempre sola,

dai rimorsi lacerata,

fra due tombe io piangerò.

Or su me la sorte irata

tutti i fulmini scagliò!

CORO

Or su lei la sorte irata

tutti i fulmini scagliò!

Cantabile - larghetto

ELENA

Dio clemente, ah mi perdona,

rea son io, pregar non oso.

Ah, se il cielo mi abbandona,

senza madre e senza sposo,

io deserta, io sciagurata,

dove i passi volgerò?

Tempo di mezzo - allegro

IRENE

Deh ti placa, o sventurata.

ELENA

Son l'orror della natura!

CORO

L'infelice è disperata!

ELENA

Il tenor di ria ventura

giorno e notte piangerò!

IRENE

Nel tenor di tua sventura

sempre teco io resterò.

TUTTE

Deh, ti placa, o sventurata,

sempre teco io piangerò!

Cabaletta - moderato

ELENA

Fra due tombe, tra due spettri

i miei giorni passeranno;

una spada ed una scure

a me innanzi ognor staranno;

sotto i passi un mar di sangue

i suoi flutti innalzerà.

Solo a me spietato il fato

una tomba negherà.

CORO

Fia per lei la morte adesso

non supplizio, ma pietà!

Scena sesta

Sala del consiglio dei Dieci.
Leoni, Beltrame dal lato dei Dieci, Congiurati incatenati.
Fra loro Marco, Arrigo, Giovanni, figli d'Israele.

[N. 12 - Coro ed aria]

Scena - Coro dei Dieci - maestoso

LEONI

Il traditor Faliero

già in poter vostro sta.

CORO DEI DIECI

Lode a Leoni! È salva

dalla fatal rovina

de' mari la regina,

dell'Adria la città.

Chini la fronte a terra

l'empio che a lei fé guerra:

la veneta giustizia

giammai perdonerà.

Scena - Coro dei Congiurati - allegro vivace

CORO DEI CONGIURATI

Oh sventurata terra

di crudeltà soggiorno,

che a' figli tuoi fai guerra;

verrà il fatal tuo giorno

che segno a rea vendetta,

da' strani maledetta,

e dell'Italia obbrobrio

la fama tua sarà.

CORO DEI DIECI

Degl'empi la bestemmia

la morte punirà.

Scena settima

Israele fra Guardie e detti.

Tempo d'attacco - maestoso

ISRAELE

Odo il suon di chi sprezza i perigli.

Viva! ai prodi miei liberi figli.

Grazie! al nume che premia il valor.

(a Beltrame)

Abbattute le fronti, prostràti

stanno a terra gli schiavi, gli ingrati.

A dio lode! de' rei punitor.

Scena - recitativo

(quasi scagliandosi)

Vile Beltrame!

Scena ottava

Il Doge e detti.

LEONI

Ecco il doge.

CORO DEI DIECI

Silenzio.

FALIERO

Chi siete voi?... Qual legge?...

A voi chi diede il dritto

di giudicare il doge?

LEONI

Il tuo delitto.

Or ti discolpa.

FALIERO

Ogni discolpa è vana,

ove forza tiranna

fa leggi, accusa, giudica e condanna.

ISRAELE

Viva Faliero!

CORO DEI CONGIURATI

Viva!

FALIERO

Oh, chi vegg'io?

LEONI

Vedi i complici tuoi.

FALIERO

Voi fra ritorte!

Miseri!

ISRAELE

Oh, mio prence!

LEONI

I vili a morte.

Cantabile - larghetto

ISRAELE

Siamo vili e fummo prodi

quando in Zara e quando in Rodi

sulle torri e sulle porte

del Leone i rei stendardi,

pei codardi...

LEONI

A morte!

CORO DEI DIECI

A morte!

ISRAELE

Sì alla morte ed alla gloria!

Un addio, e a morte andrò.

FALIERO

Ah, Israele, un giorno in Zara

ti abbracciai fulmin di guerra.

ISRAELE

Ahi! ben altro sol rischiara

questa misera mia terra,

di quel sol che in Rodi e in Zara

la vittoria illuminò.

Per te gemo, o prence amato,

non per me, non per i figli;

delle tigri insanguinate

io ti spinsi infra gli artigli...

LEONI E CORO DEI DIECI

Alla morte!

ISRAELE

Alme spietate!

Un addio solo ai miei figli,

o crudeli, e a morte andrò.

Tempo di mezzo - allegro

ISRAELE

(ai figli)

Marco, Arrigo, o mio Giovanni,

non tremate in faccia a morte,

disfidate i rei tiranni

e il furor d'avversa sorte.

Non si dica che un mio figlio

una lagrima versò.

(Ma importuna sul mio ciglio

una lagrima spuntò.)

MARCO, ARRIGO E GIOVANNI

Tu vedrai s'io ti assomigli.

ISRAELE

Prence addio... Per sempre... Ah figli!

Disfidate la fortuna.

(Ah! mai più non li vedrò!

Una lagrima importuna

già la gota mi bagnò.)

LEONI

Si eseguisca la condanna.

FALIERO

Voi morendo abbandonate

una terra di dolore,

e lasciate a chi vi danna

il timore e la viltà.

(Quanti eroi! Quanto valore

un sol giorno perderà!)

Cabaletta - moderato

ISRAELE E CORO DEI CONGIURATI

Il palco è a noi trionfo,

e l'ascendiam ridenti:

ma il sangue dei valenti

perduto non sarà.

Verran seguaci a noi

i martiri e gli eroi:

e s'anche avverso ed empio

il fato a lor sarà,

lasciamo ancor l'esempio

com'a morir si va.

Scena nona

I Dieci, Leoni, Faliero e Guardie.

LEONI

Perché, doge (che tal sei finché il serto

più che reale sul tuo crine è avvinto),

traditor farti?

FALIERO

È traditor chi è vinto

e tal son io. S'opprime

da voi popolo e prence. Alto guardai

la tirannia e di sfidarla osai.

LEONI

Avrai degna la pena.

(legge la sentenza)

«Falier già doge di Venezia e conte

di Val-Marino

condanniamo a morte

di fellonia convinto.

Dell'aula nel recinto ove dei dogi

stan l'effigie gloriose egli abbia un nero

vel, e queste d'infamia note»...

FALIERO

Ah! tristi!

Gli estinti anche insultate? E chi? Faliero!

E se Falier non era

sedereste voi qui? Voi... (d'ira io fremo!)

Schiavi de' turchi alle catene e al remo.

A me note d'infamia?

Ma sulle torri dell'Europa ov'io

piantai le insegne del lione alato

ivi scritta si mostra,

stolti! non già l'infamia mia; la vostra.

LEONI

È troppo. Appiè del trono

deponi tosto la ducal corona.

FALIERO

A terra, a terra, abominata insegna

d'infamia: io ti calpesto. Iniqua

crudel città, non t'allegrar del fato

di questo vecchio. Già l'ore in silenzio

stan generando l'ultimo tuo giorno.

Muta sarà tua morte! Di signore

sarai vil mercenaria, infame serva,

vituperio d'Italia unqua non visto. ~

(ai giudici)

Finiste, o dieci. Al mio morir io presso

solo esser vo'. Lasciatemi a me stesso.

(partono i dieci)

Scena decima

Faliero solo.

[N. 13 - Preghiera]

Gran dio, che in tua virtù,

dal sen d'eternità,

quanto nel mondo sta

muovi col ciglio.

Dal soglio di pietà

volgi lo sguardo a me,

or ch'io ritorno a te

dal tristo esiglio.

Scena undicesima

Elena e detto.

[N. 14 - Scena e duetto finale]

Scena - recitativo

FALIERO

Elena mia!

ELENA

Faliero!

FALIERO

Oh, de' miei mali

consolatrice, ah vieni! Or lieto appieno

fai l'infelice che ti stringe al seno.

ELENA

Che inaspettata calma!

FALIERO

Hanno gli sdegni e l'ire il lor confine.

Or per l'ultima volta...

ELENA

(Mi scoppia il cor!)

FALIERO

Il tuo Faliero ascolta.

De' miei tesori a parte

vengan gli sventurati

figli de' congiurati;

le vedove de' rei!...

ELENA

E de' tesori miei.

FALIERO

E che rimane allora alla mia sposa?

ELENA

Un voto ed una benda.

FALIERO

O generosa!

Chiuda una tomba sola

Fernando e me. E questo vel...

(mostra la sciarpa di Fernando)

ELENA

(Che vedo?)

FALIERO

Ricopra d'ambo il volto... Impallidisci?...

ELENA

(Oh rimorso!)

FALIERO

Tu fremi?

ELENA

Ah, mi punisci.

Tempo d'attacco - vivace

Di vergogna avvampo ed ardo...

Togli, ah, togli dal mio sguardo

questo vel!... Morte, o perdono!

FALIERO

Tu vaneggi.

ELENA

Un'empia io sono.

Rea consorte!

FALIERO

Oh morte! Morte!

ELENA

Sto prostrata innanzi a te.

FALIERO

Tu mancavi a me di fé?

Rea? Gran dio!

ELENA

Sì, rea son io.

FALIERO

Rea! Chi osava?

ELENA

Ei più non è.

FALIERO

Ei? che orror! va', maledetta,

va', rimani in questa terra

de' rimorsi in fra la guerra...

sul tuo capo io scaglio...

ELENA

Ah!

FALIERO

No!

Cantabile - larghetto

(Santa voce al cuor mi suona:

se da dio brami pietà,

ai nemici tuoi perdona,

dio dal ciel ti assolverà.)

ELENA

Giusto dio, a lui tu dona

il perdon com'ei perdona,

alla sposa delinquente,

alla rea che si pentì!

FALIERO

Dio pietoso, dio clemente,

come or io perdono a lei,

dal tuo soglio i falli miei

tu perdona in questo dì!

Scena dodicesima

I Signori della notte e detti.

Tempo di mezzo - allegro

CORO

Vieni, Falier, già l'ultima

ora per te suonò.

FALIERO

Addio.

ELENA

Mi lasci in pianto?

FALIERO

In ciel sarai tu resa

per sempre all'amor mio...

ELENA

Ah, ch'io ti perdo intanto...

FALIERO

Per questa terra addio...

In ciel ti rivedrò!

(parte)

Scena ultima

Elena e Guardie.

ELENA

(immobile)

Sì. ~ Quaggiù tutto è finito. ~

Anche il pianto è inaridito...

VOCE DI DENTRO

Al signor alza la mente,

e pietà chiedi al signor.

ELENA

Tutto tacque?

(va verso la porta e si pone ascoltando)

Il sacerdote

per lui prega e lo consola...

Egli ha detto una parola...

fu per me?

I tamburi annunziano l'esecuzione, Elena getta un grido e cade tramortita.

VOCE DI DENTRO

S'apra alla gente;

vegga il fin del traditor.

Fine del libretto.

Generazione pagina: 14/01/2016
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Locandina Atto primo Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima Scena tredicesima Scena quattordicesima Scena quindicesima Scena sedicesima Scena diciassettesima Scena diciottesima Scena diciannovesima Scena ventesima Atto secondo Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Atto terzo Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima Scena ultima