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I lombardi alla prima crociata

I LOMBARDI ALLA PRIMA CROCIATA

Dramma lirico.

Versione sintetica a cura di www.librettidopera.it.

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Libretto di Temistocle SOLERA.
Musica di Giuseppe VERDI.

Prima esecuzione: 11 febbraio 1843, Milano.


Personaggi:

ARVINO figlio di Folco signore di Ro, poi condottiero dei crociati lombardi

tenore

PAGANO figlio di Folco signore di Ro, poi un eremita

basso

VICLINDA moglie di Arvino

soprano

GISELDA sua figlia

soprano

PIRRO scudiero di Arvino, poi rinnegato

basso

UN PRIORE della città di Milano

tenore

ACCIANO tiranno d'Antiochia

basso

ORONTE suo figlio

tenore

SOFIA moglie del tiranno d'Antiochia, fatta celatamente cristiana

soprano


Atto primo: Claustrali - Priori - Popolo - Sgherri - Armigeri nel palazzo di Folco. Atto secondo: Cori - Ambasciatori Persi, Medi, Damasceni e Caldei - Guerrieri crociati - Donne dell'harem. Atto terzo: Cavalieri crociati - Donne - Pellegrini. Atto quarto: Vergini celesti - Guerrieri crociati - Pellegrini - Donne lombarde.

Atto primo: l'azione è in Milano. Atto secondo: la scena è in Antiochia e sue vicinanze. Atto terzo: la scena è presso Gerusalemme. Atto quarto: la scena è presso Gerusalemme.

La vendetta

[N. 1 - Preludio]

Scena prima

La piazza di S. Ambrogio.
S'ode lieta musica nel tempio.

[N. 2 - Introduzione]

CORO DI CITTADINI

Oh nobile esempio!

IIº

Vedeste?... Nel volto

a tutti brillava la gioia del core.

Però di Pagano nell'occhio travolto

la traccia appariva del lungo terrore.

TUTTI

Ancor nello sguardo terribile e cupo

la fiera tempesta dell'animo appar;

sarà, ma ben raro le furie del lupo

nei placidi sensi d'agnel si mutar.

DONNE

Nell'ora de' morti perché dal gran tempio

diffondesi intorno festevole suono?

Oh dite!... Che avvenne?...

UOMINI

Quest'oggi sull'empio

dal cielo placato discende il perdono;

qui deve prostrarsi Pagano il bandito,

che torna alle gioie del suolo natal.

DONNE

Narrate!... Narrate!... Dal patrio suo lito

qual mai lo cacciava destino fatal?

UOMINI

Era Viclinda ~ gentil donzella,

vaga, e fragrante ~ d'aura amorosa;

la gioventude ~ più ricca e bella

ambiva, ardea ~ nomarla sposa.

Ma di Viclinda ~ l'alma innocente

d'Arvin si piacque ~ sposo il chiamò;

Pagan spregiato ~ nel sen furente

vendetta orrenda ~ farne giurò.

Un dì (dei morti ~ l'ora gemea)

ivano al tempio ~ gli avventurati;

quando improvviso ~ quell'alma rea

fere il fratello ~ da tutti i lati;

quindi ramingo ~ solo, proscritto,

ai luoghi santi ~ corse a pregar.

Già da molt'anni ~ piange il delitto,

ora gli è dato ~ fra i suoi tornar.

CORO DI CITTADINI

Or ecco!... Son dessi!... Vedete?... Sul volto

a tutti sfavilla la gioia del core.

IIº

Però di Pagano nell'occhio travolto

appare la traccia del lungo terrore.

TUTTI

Ancor nello sguardo terribile e cupo

la fiera tempesta dell'animo appar;

sarà, ma ben raro le furie del lupo

nei placidi sensi d'agnel si mutar.

Scena seconda

Pagano, Arvino, Viclinda, Giselda, Pirro dal tempio, preceduti dai Priori della città, e da Servi che recano torce etc, e detti.

PAGANO

(prostrato al suolo)

Qui nel luogo santo e pio,

testimonio al mio delitto,

perdon chiedo al mondo e a dio,

umilmente, in cuore afflitto.

ARVINO

Vieni!... Il bacio del fratello

del perdon ti sia suggello.

(si baciano)

CORO

Viva Arvino!... Oh nobil cor!...

VICLINDA, GISELDA E ARVINO

Pace!... Pace!

PAGANO

(Oh mio rossor!)

Tutti.

Insieme

GISELDA

(ad Arvino)

T'assale un tremito!... padre che fia?

Tinta la fronte ~ hai di pallore.

Di gioia immensa ~ ho pieno il cuore,

e tu dividerla ~ non vuoi con me?

VICLINDA

T'assale un tremito!... sposo che fia?

Tinta la fronte ~ hai di pallore.

Di gioia immensa ~ ho pieno il cuore,

e tu dividerla ~ non vuoi con me?

ARVINO

L'alma sul labbro ~ a me venia,

ma ratto un gelo ~ mi scese al core;

in quegli sguardi ~ certo è il furore;

destasi orrendo ~ sospetto in me.

PAGANO

(a Pirro)

Pirro, intendesti! ~ Cielo non sia

che li assicuri ~ dal mio furore!

Stolti!... han trafitto ~ questo mio core,

ed han sperato ~ pace da me!

PIRRO

(a Pagano)

Signor, tuo cenno ~ legge a me sia,

cento hai ministri ~ del tuo furore;

di questa notte ~ nel cupo orrore

siccome spettri ~ verremo a te.

CORO

S'han dato un bacio! ~ Quello non sia

onde tradiva ~ Giuda il Signore!

Oh l'improvviso ~ silenzio al core

di certa pace ~ nunzio non è!

UN PRIORE

Or s'ascolti il voler cittadino!

Tutti al grido di Piero infiammati

te proclamano, o nobil Arvino,

condottier dei lombardi crociati.

ARVINO

Io l'incarco difficile accetto,

per lui dolce m'è il sangue versar:

o fratello! Stringiamoci al petto:

terra e ciel nostri giuri ascoltar!

VICLINDA, GISELDA, PIRRO E CORO

All'empio, che infrange la santa promessa,

l'obbrobrio, l'infamia sul capo ricada,

un'ora di pace non venga concessa,

si tinga di sangue la luce del dì.

ARVINO E PAGANO

Or basta!... Né d'odio fra noi si ragioni,

per dirci fratelli brandiamo la spada;

voliamo serrati, siccome leoni,

sugli empi vessilli, che il ciel maledì!

Scena terza

Coro interno di Claustrali.

[N. 3 - Coro e Aria di Pagano]

CORO

A te nell'ora infausta

dei mali e del riposo,

dal fortunato claustro

sorge un pregar pietoso;

alle tue fide vergini

apri ne' sogni il ciel.

Tu co' le meste tenebre

pace nell'uomo infondi;

sperdi le trame ai perfidi,

l'empio mortal confondi;

e suonerà di cantici

più lieti il dì novel.

Scena quarta

Pagano e Pirro.

PAGANO

Vergini!... Il ciel per ora

a vostre preci è chiuso;

non per esse men certa, in questa notte

di vendetta fatale,

la lama colpirà del mio pugnale!

O Pirro, eppur quest'alma

al delitto non nacque!... Amor dovea

renderla santa, o rea!

Sciagurata! Hai tu creduto

che obliarti avrei potuto,

tu nel colmo del contento,

io nel colmo del dolor?

Qual dall'acque l'alimento

tragge l'italo vulcano,

io così da te lontano

crebbi gli impeti d'amor!

PIRRO

Molti fidi qui celati

pronti all'ordine già stanno.

(accenna verso il giardino)

PAGANO

Ch'io li vegga!... In tutti i lati

essi il fuoco spargeranno.

Scena quinta

Coro di Sgherri e detti.

PAGANO

Di perigli è piena l'opra!...

Molti servi Arvin ricetta;

ma per me chi ben s'adopra

largo è il premio che l'aspetta.

SGHERRI

Niun periglio il nostro seno

di timor vigliacco assale;

non v'è buio che il baleno

no 'l rischiari del pugnale;

piano entriam con piè sicuro

ogni porta ed ogni muro;

fra le grida, fra i lamenti,

imperterriti, tacenti,

d'un sol colpo in paradiso

l'alme altrui godiam mandar!

Col pugnal di sangue intriso

poi sediamo a banchettar!

PAGANO

O speranza di vendetta,

già sfavilli nel mio volto;

da tant'anni a me diletta

altra voce non ascolto;

compro un dì col sangue avrei

quell'incanto di beltà;

or alfine, or mia tu sei,

altri il sangue spargerà.

SGHERRI

Comandare, impor tu déi,

ben servirti ognun saprà!

Scena sesta

Galleria nel palazzo di Folco, che mette dalla sinistra nelle stanze di Arvino, dalla destra in altri appartamenti. La scena è illuminata da una lampada.
Viclinda, Giselda poi Arvino.

[N. 4 - Recitativo e Ave Maria]

VICLINDA

Tutta tremante ancor l'anima io sento...

no... dell'iniquo in viso

d'ira nube apparia, non pentimento.

Vieni, o Giselda!... Un voto

in tal periglio solleviamo a dio:

giuriam, s'ei copre di suo manto pio

tuo padre, il mio consorte,

giuriam, che, nude il pié, verremo al santo

sepolcro orando!

ARVINO

(dalle sue stanze)

O sposa mia, ricovra

in quelle stanze omai, ma non corcarti.

GISELDA

Oh ciel... quale periglio?

ARVINO

È teco il padre mio,

rumor di molti passi

parvemi udir!... Dell'agitata mente

esser potrebbe un giuoco...

va', sposa mia!...

(parte)

GISELDA

Te, vergin nata, invoco.

(inginocchiandosi con Viclinda)

Salve Maria! ~ di grazie il petto

t'empie il signore ~ che in te si posa;

tuo divin frutto ~ sia benedetto

o fra le donne ~ l'avventurosa!

Vergine santa ~ madre di dio,

per noi tapini ~ leva preghiera,

ond'ei ci guardi ~ con occhio pio

quando n'aggravi ~ l'ultima sera!

Scena settima

Pirro e Pagano.

[N. 5 - Finale I]

PIRRO

Vieni!... Già posa Arvino

nelle sue stanze... un servo il disse.

PAGANO

O gioia!

Spegni l'infausta lampa...

la luce delle fiamme

il trionfo schiarar di mia vendetta

dovrà fra pochi istanti...

Attendi! ~

(entra cautamente nella stanza di Arvino)

Scena ottava

Pirro solo, indi Giselda, infine Pagano con pugnale insanguinato, e Viclinda.

PIRRO

Eppur le fibre egli ha tremanti!

(vedesi nell'interno chiarore di fiamme)

PIRRO

Ma gli sgherri han sparso il foco!...

Qual rumor di spade ascolto!

Accorriam... nel duro giuoco

ben cambiar saprò di volto.

(parte sguainando la spada)

(Giselda attraversa la scena rapidamente)

VICLINDA

(trascinata da Pagano)

Scellerato! ~ Oh sposo! ~

PAGANO

Il chiedi

alla punta d'un pugnale...

Taci, e seguimi.

VICLINDA

A' tuoi piedi

pria morir!... ~

PAGANO

E chi mai vale

per salvarti in queste soglie?

Niuno ormai da me ti scioglie;

solo ai pianti, ai mesti lai

può risponderti lo sgherro. ~

Chi t'ascolti qui non hai...

(l'incendio interno va estinguendosi)

Scena nona

Arvino, Giselda, Pirro, Armigeri, Servi con torce, e detti.

ARVINO

Io l'ascolto.

PAGANO

O mio stupor!

Pur di sangue... è intriso il ferro!...

Ch'il versava?

VICLINDA E GISELDA

Il padre!...

TUTTI

(con Pagano che lascia cadere il ferro)

Orror!

Insieme

TUTTI

Mostro d'Averno orribile,

né a te si schiude il suolo?

Non ha l'eterno un fulmine

che t'abbia a incenerir?

tu fai col nome solo

il cielo inorridir!

PAGANO

Mostro d'Averno orribile,

né a me si schiude il suolo?

Non ha l'eterno un fulmine

che m'abbia a incenerir?

Farò col nome solo

il cielo inorridir!

ARVINO

Parricida!... E tu pure trafitto

sulla salma del padre morrai.

GISELDA

(frapponendosi)

Deh non crescer delitto a delitto!

Altra scena risparmia d'orror.

PAGANO

(ad Arvino)

Che?... Ti fermi?... Coraggio non hai?...

Mira... Io stesso aprirò la ferita.

(fa per uccidersi con la spada, ma vien fermato dagli armigeri)

CORO

Sciagurato!... La vita, la vita

ti fia strazio di morte peggior.

Insieme

TUTTI

Va'! Sul capo ti grava l'eterno

la condanna fatal di Caino;

più che il fuoco e le serpi d'Averno

le tue carmi il terror struggerà!

Va'! Tra i fiori di lieto cammino,

nelle grotte, fra i boschi, sul monte,

sangue ognor verserai dalla fronte

sempre addosso un demon ti starà!

PAGANO

Ahi! Sul capo mi grava l'eterno

la condanna fatal di Caino;

più che il fuoco e le serpi d'Averno

le mie carmi il terror struggerà!

Ahi! Tra i fiori di lieto cammino,

nelle grotte, fra i boschi, sul monte,

sangue ognor verserò dalla fronte

sempre addosso un demon mi starà!

L'uomo della caverna
Scena prima

Sala del palazzo d'Acciano in Antiochia.
Acciano è seduto sul trono, dinanzi a lui stanno gli Ambasciatori, Soldati e Popolo.

[N. 6 - Introduzione]

AMBASCIATORI

È dunque vero?

ACCIANO

Splendere

vid'io le inique spade!

AMBASCIATORI

Audaci!... A che le barbare

lasciar natie contrade?

Di Maometto al fulmine

noi li vedrem sparir!

ACCIANO

Forti, crudeli, esultano

di stupri e di rapine;

lascian dovunque un cumulo

di stragi e di ruine...

AMBASCIATORI

Deh scendi, allah terribile,

i perfidi a punir!

TUTTI

Or che d'Europa il fulmine

minaccia i nostri campi,

vola per noi sui turbini,

pugna per noi fra i lampi,

e sentirem nell'anima

scorrere il tuo valor.

Giuriam!... Noi tutti sorgere

come un sol uom vedrai

scordar le gare, e accenderne

un'ira sola omai;

quale fia scampo ai perfidi,

se tu ne infiammi il cor?

(partono)

Scena seconda

Oronte, e Sofia velata.

[N. 7 - Cavatina di Oronte]

ORONTE

O madre mia, che fa colei?

SOFIA

Sospira,

piange, i suoi cari chiama...

pur l'infelice t'ama.

ORONTE

Mortal di me più lieto

non ha la terra!

SOFIA

(Oh voglia, oh voglia iddio

schiarir così la mente al figlio mio!)

ORONTE

La mia letizia infondere

vorrei nel suo bel core!

Vorrei destar coi palpiti

del mio beato amore

tante armonie nell'etere,

quanti pianeti egli ha;

ir seco al cielo, ed ergermi

dove mortal no va!

SOFIA

Oh! ma pensa, che non puoi

farla tua, se non ti prostri

prima al dio de' padri suoi.

ORONTE

Sien miei sensi i sensi vostri!

SOFIA

Oh mia gioia!

ORONTE

O madre mia!

Già pensai più volte in cor

che sol vero il nume sia

di quell'angelo d'amor.

Come poteva un angelo

crear sì puro il cielo,

e agli occhi suoi non schiudere

di veritade il velo?

Vieni, m'adduci a lei,

rischiari i sensi miei;

vieni, e nel ver s'acquetino

la dubbia mente e il cor!

SOFIA

Figlio! T'infuse un angelo

per tua salute amor.

Scena terza

Prominenze di un monte praticabili, in cui s'apre una caverna.
Un Eremita.

[N. 8 - Scena, Marcia dei Crociati e Inno]

PAGANO

(Eremita)

E ancor silenzio! ~ Oh quando,

quando al fragor dell'aure e del torrente

suono di guerra s'unirà?... Quest'occhi,

sempre immersi nel pianto, oh non vedranno

balenare dai culmini del monte

i crociati vessilli?...

Dunque il lezzo a purar del gran misfatto

mai non potran mie mani

l'empie bende squarciar de' Musulmani?

E ancor silenzio! ~ Oh folle!

E chi son io perché m'arrida all'alma

iri di pace?... È giusto iddio soltanto,

sia per lui benedetto il duolo e il pianto!

Ma quando un suon terribile

dirà che «dio lo vuole»,

quando la croce splendere

vedrò qual nuovo sole,

di giovanil furore

tutto arderammi il core,

e la mia destra gelida

l'acciaro impugnerà;

di nuovo allor quest'anima

redenta in ciel sarà.

Ma chi viene a questa volta?

Musulman la veste il dice.

Ritiriamci...

Scena quarta

Pirro e detto.

PIRRO

Oh ferma!... Ascolta,

per pietade un infelice!

Già per tutto è sparso il suono

delle sante tue virtù!

Dimmi, ah dimmi qual perdono

ottener poss'io quaggiù!

Io son Pirro, e fui Lombardo,

prestai mano a un parricida;

qui fuggendo, da codardo

rinnegata ho la mia fé.

Il terrore, il duol mi guida

supplichevole al tuo piè!

PAGANO

(Eremita)

Sorgi, e spera!...

PIRRO

A me fidate

d'Antiochia son le mura.

(s'odono suoni in lontananza)

PAGANO

(Eremita)

Qual rumor!...

PIRRO

Son le crociate

genti sparse alla pianura.

PAGANO

(Eremita)

Ciel... Che ascolto!... Il ver tu dici?

(al colmo dell'entusiasmo)

Va', con me sei perdonato!

Dio, gran dio degli infelici,

niun confine ha tua pietà.

Pirro!... Ebben pe 'l tuo peccato

offri al ciel le rea città.

PIRRO

Uomo santo, a te lo giuro,

questa notte io stesso, io stesso

schiuderò per l'empio muro

al mio popolo un ingresso!

PAGANO

(Eremita)

Ma il rumor cresce, s'avanza...

Ciel!... Lombardi!...

PIRRO

Ah! Sì lombardi!

PAGANO

(Eremita)

Va'!... Ti fia secura stanza

la caverna.

Scena quinta

L'Eremita entra nella caverna con Pirro, ed esce con un elmo e con una spada. Intanto, si distendono sul monte i guerrieri Crociati, preceduti da Arvino.

PAGANO

(Eremita)

Al tuo guerrier

oh sfavilla ancora ai guardi

brando antico, o mio cimier!...

(si pone l'elmo e cala la visiera)

ARVINO

Sei tu l'uom della caverna?...

PAGANO

(Eremita)

Io? Lo son! Da me che vuoi?

ARVINO

Le tu preci! Ah l'ira eterna

tu placar per me sol puoi!

PAGANO

(Eremita)

Oh! Sai tu qual uomo invochi?

ARVINO

Tutti parlano di te;

narran tutti in questi lochi

dio si mostri alla tua fé!

Odi... un branco musulmano

ha la figlia a me rapita;

io tentai seguirli invano,

già la turba era sparita.

PAGANO

(Eremita)

Dimmi!... Gente hai tu valida e molta?

ARVINO

Sì.

PAGANO

(Eremita)

Vedrai la tua figlia diletta.

ARVINO

(conducendolo sull'altura)

Tutta Europa là vedi raccolta,

al voler di Goffredo soggetta!

PAGANO

(Eremita)

Oh mia gioia!... La notte già scende!...

me seguite, o lombardi fratelli;

questa notte porrete le tende,

io lo giuro, nell'alta città!

ARVINO

Santo veglio, che a gloria ci appelli,

le tue fiamme in noi serpono già!

TUTTI

Stolto allah!... Sovra il capo ti piomba

già dell'ira promessa la piena;

santa voce per tutto rimbomba,

proclamante l'estremo tuo dì.

Già la croce per l'aure balena

d'una luce sanguigna, tremenda;

è squarciata la barbara benda,

l'infedele superbo fuggì.

Scena sesta

Recinto dell'harem.
Coro di Donne che accompagnano Giselda, la quale si abbandona mestamente sopra un sedile.

[N. 9 - Coro]

CORO

La bella straniera che l'alme innamora!

Venite, venite, danziamole intorno;

perché sempre gli occhi di lagrime irrora,

se tutte ha le gioie di questo soggiorno?

D'Oronte ella sola nell'animo impera...

la bella straniera, la bella straniera!

Perché tu lasciasti le case dei padri?

Mancavano amanti là forse al tuo core?

Veggiamo, veggiamo quegli occhi leggiadri

che son d'oriente novello splendore,

noi siamo d'ancelle vilissima schiera...

Qual brama servigio la bella straniera?

Oh stolta! Oh superba! Quegli occhi, che il foco

acceser nel prence d'amor scellerato,

vedran dei parenti la morte fra poco,

il turpe vessillo nel fango bruttato;

partiamo, ella forse vuol sciorre preghiera...

la bella straniera!... La bella straniera!

Scena settima

Giselda sorgendo impetuosamente.

[N. 10 - Finale II]

GISELDA

O madre, dal cielo soccorri al mio pianto,

soccorri al mio core, che pace ha perduto!

Perché mi lasciasti?... D'affetto non santo

m'aggravan le pene!... Deh porgimi aiuto!

Se vano è il pregare, che a me tu ritorni,

pregare mi valga d'ascendere a te.

Un cumulo veggo d'orribili giorni

qual tetro fantasma, piombare su me!

CORO DI DONNE

Chi ne salva?...

GISELDA

Quai grida... Quai grida...

CORO DI DONNE

Oh fuggiamo!...

CORO DI UOMINI

S'uccida, s'uccida!

Scena ottava

Soldati turchi inseguiti dai Crociati, indi Donne dell'harem e Sofia.

DONNE

Chi ne salva dal barbaro sdegno,

se il profeta i suoi fidi lasciò?

GISELDA

I crociati!...

SOFIA

O Giselda, un indegno

tradimento i nemici guidò!

Sposo e figlio mi caddero ai piedi.

GISELDA

Ahi che narri?

SOFIA

Il furente, oh lo vedi

che li uccise!

Scena nona

Arvino, l'Eremita e Cavalieri lombardi.

GISELDA

Mio padre!... Egli stesso!...

PAGANO

(Eremita)

(additando Giselda)

Ecco adempio a' miei detti, o signor.

ARVINO

Mia Giselda!... Ritorna all'amplesso

di tuo padre!...

GISELDA

Qual sangue!

(retrocede inorridita)

SOFIA

Oh dolor!

GISELDA

(quasi colpita da demenza)

No!... Giusta causa ~ non è iddio

la terra spargere ~ di sangue umano;

è turpe insania ~ non senso pio

che all'oro destasi ~ del monsulmano!

Queste del cielo ~ non fur parole...

no, dio no 'l vuole ~ no, dio no 'l vuole!

ARVINO E CORO

Che ascolto!

PAGANO E SOFIA

Oh misera! ~

GISELDA

Qual nera benda

agli occhi squarciami ~ forza divina!

I vinti sorgono ~ vendetta orrenda

sta nelle tenebre ~ d'età vicina!

A niuno sciogliere ~ fia dato l'alma

nel suol ve' l'aure ~ prime spirò!

L'empio olocausto ~ di umana salma

il dio degli uomini ~ sempre sdegnò. ~

ARVINO

Empia!... Sacrilega!... ~

GISELDA

Gioco dei venti

già veggo pendere ~ le vostre chiome;

veggo di barbari ~ sorger torrenti,

d'Europa stringere ~ le genti dome!

Che mai non furono ~ di dio parole

quelle onde gli uomini ~ sangue versar!

No, dio no 'l vuole ~ No, dio no 'l vuole,

ei sol di pace ~ scese a parlar!

PAGANO

(Eremita)

Ah taci, incauta! ~

ARVINO

(cavando il pugnale)

Possa tua morte

il detto sperdere ~ del labbro osceno!

PAGANO

(Eremita)

(fermandolo)

Che fai? La misera ~ duolo ha sì forte

che, ben lo vedi, ~ ragion smarrì! ~

GISELDA

Ferisca!... Oh squarci ~ questo mio seno

la man che Oronte ~ pur or ferì!

CORO

Lasciam l'indegna ~ che il vergin core

ad empio amore ~ schiudere ardì! ~

La conversione
Scena prima

La valle di Giosafat, sparsa di vari colli praticabili fra i quali primeggia quella degli Ulivi. In lontananza vedesi Gerusalemme.
Cavalieri crociati, Donne, Pellegrini, che escono in processione a capo scoperto.

[N. 11 - Introduzione]

CORO

(di dentro)

Gerusalem!... Gerusalem!... la grande,

la promessa città!

Oh sangue bene sparso... le ghirlande

d'iddio s'apprestan già!

CORO

(escono)

Deh! Per i luoghi che veder n'è dato,

e di pianto bagnar

possa nostr'alma coll'estremo fato

in grembo a dio volar!

PELLEGRINI

Gli empi avvinsero là fra quei dirupi

l'agnello del perdon;

a terra qui cadean gli ingordi lupi

quand'ei rispose, «Io son!»

Sovra quel colle il Nazaren piangea

sulla città fatal;

e quello il monte, onde salute avea

il misero mortal!

TUTTI

Deh! Per i luoghi che veder n'è dato

e di pianto bagnar,

possa nostr'alma coll'estremo fato

in grembo a dio volar!

O monti, o piani, o valli, eternamente

sacri ad uman pensier!

Ecco arriva, ecco arriva il dio vivente

terribile guerrier!

(s'allontanano per la valle)

Scena seconda

Giselda sola.

[N. 12 - Recitativo e Duetto]

Dove sola m'inoltro!

Nella paterna tenda

mi mancava il respir!... D'aura m'è d'uopo,

d'aura libera ~ tutto è qui deserto...

Tacquero i canti... Sol mia mente al cielo

non vola... Ah l'alma mia

non ha pensiero, che d'amor non sia!

Scena terza

Oronte in costume lombardo e detta.

ORONTE

Giselda!

GISELDA

Oh ciel!... traveggo?

ORONTE

Ah no!... D'Oronte

stai fra le braccia!

GISELDA

Ah sogno egli è!... La fronte

ch'io t'inondi di lagrime!

ORONTE

Oh Giselda!

Dunque di me non ti scordasti?

GISELDA

Ahi come

ti piansi estinto!

ORONTE

Dal nemico brando,

sol fui gittato al suolo;

speranza di vederti anco una volta

vile mi fe'... presi la fuga... errante

andai di terra in terra,

veste mutai, seguendo il mio desire

di vederti una volta, e poi morire.

GISELDA

Oh non morrai!...

ORONTE

Tutto ho perduto! Amici,

parenti, patria... il soglio...

Con te la vita!...

GISELDA

No! Seguirti io voglio.

Teco io fuggo!

ORONTE

Tu!... Che intendo!

GISELDA

Vo' seguire il tuo destino.

ORONTE

Infelice!... È un voto orrendo,

maledetto è il mio cammino.

Per dirupi e per foreste

come belva errante io movo;

giuoco ai venti e alle tempeste

spesso albergo ho un antro, un covo!

Avrai talamo l'arena

del deserto interminato,

sarà l'urlo della iena

la canzone dell'amor!

Io, sol io sarò beato

nell'incendio del mio cor!

GISELDA

Oh t'affretta!... Ad ogni istante

ne sovrasta fier periglio!...

ORONTE

Ben pensasti?...

GISELDA

Il core amante

più non ode altro consiglio!...

ORONTE

Oh mia gioia!... Or sfido tutto

sulla terra il male, il lutto!...

Vien!... Son teco!

GISELDA

Ah sì! Tu sei

patria, vita e ciel per me!

ORONTE

Ah del regno che perdei

maggior bene or trovo in te!

GISELDA

Oh belle, a questa misera,

tende lombarde, addio!

Aura da voi diffondesi

quasi di ciel natio!...

Ah!... Più divino incanto

da voi mi toglie in pianto!

Madre, perdona!... Un'anima

redime un tanto amor!

ORONTE

Fuggi, abbandoni, o misera,

l'amor de' tuoi pe 'l mio!

Per te, lombarda vergine,

tutto abbandono anch'io...

Noi piangerem d'un pianto,

avremo un cor soltanto!

Lo stesso dio che veneri

avrà mie preci ancor!

VOCI INTERNE

All'armi!

ORONTE

Che ascolto!

GISELDA

Prorupper le grida

dal campo lombardo... Pavento per te!

GISELDA E ORONTE

Fuggiamo!... Sol morte nostr'alme divida...

né cielo, né terra può toglierti a me!

Scena quarta

Tenda d'Arvino.
Arvino solo.

[N. 13 - Scena e Aria di Arvino]

Che vid'io mai?... Furor, terrore a un tempo

m'impiombarono al suol!... Ma sui fuggenti

via portati dall'arabo corsiero

l'uom si gettò della caverna!... A un lampo

tutti agli sguardi mi sparir!... Ahi vile!...

Empia!... All'obbrobrio di mia casa nata!

Fossi tu morta in culla,

sacrilega fanciulla!

Sorgente rea di guai,

oh non t'avessi generata io mai!

Scena quinta

Cavalieri crociati e detto.

ARVINO

Qual nuova?

CORO

Più d'uno ~ Pagano ha notato

discorrer le tende ~ del campo crociato.

ARVINO

Per dio!...

CORO

Chi lo guida ~ per santo cammino?

l'infame assassino ~ chi venne a tradir?

Fra tante sciagure ~ non vedi la mano

del cielo sdegnato ~ per l'empio germano?

Vendetta feroce ~ persegua l'indegno,

di tutti allo sdegno ~ non puote sfuggir!

ARVINO

(al colmo dell'ira)

Sì!... del ciel che non punisce

emendar saprò l'errore;

il mio brando già ferisce,

già trafigge all'empio il core;

spira già l'abominoso,

io lo premo col mio piè!

Se in Averno ei fosse ascoso,

più sfuggir non puote a me.

Scena sesta

Interno di una grotta. Da un'apertura in fondo vedonsi le rive del Giordano.
Giselda, che sostiene Oronte ferito.

[N. 14 - Scena e Terzetto]

GISELDA

(adagiandolo sopra un masso)

Qui posa il fianco!... Ahi lassa!

Di qual ferita t'hanno offeso i crudi!...

ORONTE

Giselda! Io manco!...

GISELDA

Ah qual mercede orrenda

alla mia fé tu dai...

ORONTE

Io manco!

GISELDA

Ah taci!... Oh taci!

Tu sanerai... le vesti mie già chiusa

han la crudel ferita...

ORONTE

Invano, invano

pietosa a me tu sei,

GISELDA

Or tu m'ascolta, o dio de' padri miei!

(fuori di sé)

Tu la madre a me togliesti,

m'hai serbata a dì funesti...

sol conforto è al pianto mio

questo amore, e il togli a me...

Tu crudel...

Scena settima

L'Eremita e detti.

PAGANO

(Eremita)

Chi accusa iddio?...

Questo amor delitto egli è!

GISELDA

(atterrita)

Qual mi scende al cor favella!

ORONTE

Chi sei tu?

PAGANO

(Eremita)

Son tal che vita

annunciar ti può novella,

se ti volgi a nostra fé.

GISELDA

Dio l'inspira!...

ORONTE

Oh sì!... Compita,

o Giselda, hai l'opra... omai!

Io... più volte il desiai...

Uom d'iddio... T'appressa a me!

PAGANO

(Eremita)

Sorgi!... Il ciel non chiami invano,

le sue glorie egli ti addita;

l'acque sante del Giordano

sien lavacro a te di vita!

GISELDA

Oh non più dinanzi al cielo

è delitto il nostro amor!

Vivi!... Ah vivi...

ORONTE

Al petto... anelo

scende insolito... vigor!

Qual voluttà trascorrere

sento di vena... in vena!

(a Giselda)

Più non mi reggo... aitami...

io ti discerno appena!

T'accosta!... Oh nuovo incanto!...

Bagnami col tuo pianto...

in ciel ti attendo... Affrettati...

Tu... lo schiudesti... a me!

GISELDA

Deh non morire!... Attendimi,

o mia perduta speme!

Vissuti insiem nei triboli

noi moriremo insieme!

Donna che t'amò tanto

puoi tu lasciar nel pianto?

Perché mi vietan gli angeli

il ciel dischiuso a te?

PAGANO

(Eremita)

L'ora fatale ed ultima

volga le menti a dio;

si avvivi il cor d'un palpito

solo celeste e pio;

se qui l'amor di pianto

ebbe mercé soltanto,

sperate!... Un dì fra gli angeli

di gioia avrà mercé!

Il santo sepolcro
Scena prima

Caverna.
Giselda è abbandonata sopra un sasso. Entrano l'Eremita ed Arvino.

[N. 15 - Introduzione]

PAGANO

(Eremita)

(additando Giselda)

Vedi, e perdona!

ARVINO

Oh figlia mia!

PAGANO

(Eremita)

Nell'aspro

cammino a stento io qui la trassi; agli occhi

tuoi paterni tre giorni io la celai

temendo l'ira tua. Vedi!... l'afflitta,

arsa e consunta dall'orrenda sete

(ond'ha flagello il campo tutto) or solo

chiuse gli occhi al riposo.

ARVINO

Oh no la turbiam!... ma tu chi se', pietoso?

Deh noto alfin mi sia

chi tanto veglia sovra me! Sovente

io te vidi combattermi vicino,

e usbergo farmi del tuo petto.

PAGANO

(Eremita)

O Arvino,

tu lo saprai!... Ma di Giselda solo

or ne prema l'affanno;

vieni, cerchiam per ogni dove stilla

che torni ad avvivar la sua pupilla.

Scena seconda

Giselda sola; ella è sorpresa in sogno da una visione di spiriti celesti.

[N. 16 - Visione]

CORO DI CELESTI

Componi, o cara vergine

alla letizia il viso,

per te redenta un'anima

s'indiva in paradiso;

vieni, ché il ben dividere

seco sia dato a te.

GISELDA

(alzandosi e continuando a sognare)

Oh! Di sembianze eteree

l'antro splendente io scerno;

ah sì!... T'affretta a sorgere

alba del giorno eterno.

Oronte... Ah tu fra gli angeli?

Perché non parli a me?

ORONTE

In cielo benedetto,

Giselda, per te sono!...

Il mio pregare accetto

d'iddio già sale al trono!

Va', grida alla tua gente

che afforzi la speranza,

del Siloe la corrente

fresc'onde apporterà.

(sparisce la visione)

GISELDA

(svegliandosi per la grande agitazione)

Qual prodigio!... Oh in nera stanza

or si muta il paradiso!...

Sogno ei fu!... Ma d'improvviso

qual virtude in cor mi sta?...

Non fu sogno! In fondo all'alma

suona ancor l'amata voce;

de' beati ancor la palma

in sua man vegg'io brillar!

O guerrier della croce

su correte ai santi allori!

Scorre il fiume già gli umori

l'egre membra a ravvivar.

Scena terza

Le tende lombarde presso il sepolcro di Rachele.
Crociati, Pellegrini, e Donne.

[N. 17 - Finale ultimo]

CORO

O signore, dal tetto natio

ci chiamasti con santa promessa;

noi siam corsi all'invito d'un pio,

giubilando per l'aspro sentier.

Ma la fronte avvilita e dimessa

hanno i servi già baldi e valenti!...

Deh non far che ludibrio alle genti

sieno, Cristo, i tuoi fidi guerrier!

Oh fresc'aure volanti sui vaghi

ruscelletti dei prati lombardi!...

Fonti eterne!... Purissimi laghi!...

Oh vigneti indorati dal sol!

Dono infausto, crudele è la mente

che vi pinge sì veri agli sguardi,

ed al labbro più dura e cocente

fa la sabbia d'un arido suol!...

VOCI INTERNE

Al Siloe! Al Siloe!...

CORO

Quali voci!

Scena quarta

Giselda, l'Eremita, Arvino e detti.

GISELDA

Il cielo

ha le preghiere degli afflitti accolto!

Tutte le genti stanno all'acque intorno

che il Siloe manda!...

CORO

Oh gioia!... Oh gioia!...

ARVINO

Udite

or me, lombardi! Dissetato il labbro,

ultimi certo non sarete voi

a risalir le abbandonate mura!...

No 'l prevedono gli empi... Ecco!... le trombe

squillano del Buglion!... La santa terra

oggi nostra sarà.

TUTTI

Sì!... Guerra! Guerra!

Guerra, guerra! S'impugni la spada,

affrettiamoci, empiamo le schiere;

sulle bende la folgore cada,

non un capo sfuggire potrà.

Già rifulgon le sante bandiere

quai comete di sangue e spavento:

già vittoria sull'ali del vento

le corone additando ei va! -

Scena quinta

La tenda d'Arvino.
Dopo lungo rumore di battaglia entra l'Eremita sorretto da Giselda ed Arvino.

ARVINO

Questa è la mia tenda!... Qui tue membra puoi,

sventurato, adagiar... Ma tu non parli?...

GISELDA

Ahi vista!... In ogni parte

egli è ferito... Sulle mura ei primo

correa gridando.

PAGANO

(Eremita)

Via da me!... Chi siete?

ARVINO

Guarda! Sovvienti!... presso

d'Arvin tu sei.

PAGANO

(Eremita)

(guardandosi le mani)

D'Arvin? Qual nome!... Ah taci!

Taci!... D'Arvin questo è pur sangue! Oh Averno

schiuditi a' piedi miei!... Sangue è del padre!

ARVINO

Che parli tu?

GISELDA

Ti calma!

Vedi tu se' fra noi... presso l'afflitta

che tu salvasti.

PAGANO

(Eremita)

Oh voce!... Oh chi rischiara

la mente e m'apre il cor? Tu sei, tu sei

l'angelo del perdono!

ARVINO

Favella... Chi sei tu?...

PAGANO

Pagano io sono!

GISELDA E ARVINO

Ciel! Che ascolto!

PAGANO

Un breve istante

solo resta a me di vita...

PAGANO

O fratello!... A dio davante

dée quest'alma comparir!

La mia pena... è omai compita!...

Non volermi... maledir!

GISELDA

Padre, in dio lo vedi estinto;

è sua colpa in ciel rimessa.

PAGANO

Oh fratello!...

ARVINO

(abbracciandolo)

Hai vinto, hai vinto!

Anche l'uom ti assolverà.

PAGANO

Me infelice!... Or sia... concessa...

a miei... sguardi la città.

Scena ultima

S'apre la tenda e vedesi Gerusalemme; sulle mura, sulle torri sventolano le bandiere della croce illuminate dai primi raggi del sole oriente.
Pellegrini, Donne e Guerrieri crociati.

Tutti.

Insieme

PAGANO

Dio pietoso!... Di quale contento

degni or tu... l'assassino... che muor!

Tu sovvieni... all'estremo momento

l'uom che il mondo... copriva d'orror!

ARVINO

O Pagano!... Gli sguardi clementi

a' miei falli rivolga il signor,

come a te negli estremi momenti

il fratello perdona in suo cor.

GISELDA

Va' felice! Il mio sposo beato,

la mia madre vedrai nel signor;

di che affrettino il giorno bramato

che col loro si eterni il mio cor!

CORO

Te lodiamo, gran dio di vittoria,

te lodiamo, invincibil signor!

Tu salvezza, tu guida, tu gloria

sei de' forti che t'aprono il cor!

Fine del libretto.

Generazione pagina: 14/01/2016
Pagina: ridotto, rid
Versione H: 3.00.40 (W)

Locandina La vendetta Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona L'uomo della caverna Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona La conversione Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Il santo sepolcro Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena ultima