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LA LODOISKA
Dramma per musica.
Versione sintetica a cura di www.librettidopera.it.
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Libretto di Francesco GONELLA.
Musica di Johann Simon MAYR.
Prima esecuzione: 26 gennaio 1796, Venezia.
Interlocutori:
LODOISKA principessa polacca amante di Lovinski |
soprano |
LOVINSKI signore polacco sotto nome di Siveno |
soprano |
BOLESLAO palatino del castello d'Ostropoll |
tenore |
RESISKA confidente di Lodoiska |
soprano |
NARSENO compagno di Lovinski |
mezzosoprano |
RADOSKI confidente di Boleslao |
tenore |
GISKANO principe e condottiere dei tartari |
basso |
SIGESKI padre di Lodoiska |
basso |
Coro di Polacchi, aderenti a Boleslao.
Coro di Tartari.
Personaggi che non parlano.
Guardie e Damigelle polacche.
La scena è nel castello di Ostropoll su i confini della Polonia, con la Tartaria.
Al rispettabile pubblico
Alberto Cavos
La Lodoiska, soggetto polacco, in varie guise sinora sugli italiani teatri esibito e maneggiato, ora sopra di questo ricomparisce raccomandato alla clemenza di questo illuminato pubblico. Io l'ho scelto come il più adattato alla corrente stagione, allontanandomi dal grande eroico e dalla tragedia; onde unitamente alle novità dello scenario e vestiario più sommistrar potesse di vaghezza all'azione in complesso. L'amore di Lovinski per Lodoiska ne forma il principal nodo, dopo d'avere scorse molte contrade della Polonia ritrovandola finalmente nel castello Ostropoll. Non ho mancato con ogni possibile studio di renderlo degno co' la decorazione di spettatori così intelligenti, senza perder giammai la lusinga d'un esito corrispondente alla brama di chi nulla omette per ben servirli.
Appartamenti di Lodoiska nel palazzo di Boleslao.
Coro di Polacchi che hanno dei tralci di fiori in mano per festeggiare l'imeneo.
Lodoiska, Resiska e Coro.
RESISKA E CORO
Scenda propizio imene,
e in sacro laccio unisca
la vaga Lodoiska
all'inclito signor.
RESISKA
Le sue catene aurate
la face sua...
LODOISKA
Troncate
ah sì troncate omai
l'inaugurata pompa. In van si spera
che a Boleslao consorte
sia Lodoiska. E troppo è questo core
fido a Lovinski suo. Troppo io detesto
quel Boleslao, che quasi in ceppi avvinta
qui così mi rattien.
RESISKA
Pur si lusinga
con le nozze placarti.
LODOISKA
E creder puoi...
Boleslao, e detti, indi Radoski.
BOLESLAO
Principessa, se vuoi
tra le pompe festive, in sì bel giorno
largo compenso ai tuoi sofferti affanni,
t'offro in dono la destra.
LODOISKA
E ti figuri
farmi lieta così? Tu, che in custodia
dal genitor mi avesti, e che? far vuoi
abuso reo del tuo potere ingiusto?
Tu Boleslao consorte a me, che vanto
il sangue de' tuoi re!
RESISKA
(Che bell'ardire!)
BOLESLAO
Non è, non è del sangue
l'alta cagion che il tuo rifiuto muove.
Sempre in te di Lovinski...
LODOISKA
Ebben Lovinski
è l'unico amor mio. Fu il mio primiero,
l'ultimo fia. Da lui lontana il padre
qua mi condusse indarno.
BOLESLAO
(ironico)
Oh fosse almeno
questo rival famoso,
questo vantato eroe noto al mio sguardo!
Ammirarlo io potrei, ma in van lo spero
e di mai più vederlo
tu speri invan.
(vuol prenderla per la mano)
Della Polonia in questa
remota parte infra il solingo orrore
scorda Lovinski, e cedi a un nuovo amore.
LODOISKA
E tu presumi invano...
ch'io pieghi la mia fronte a' voler tuoi,
ch'io m'accenda nel petto
novelle fiamme d'amoroso affetto.
Radoski frettoloso, e detti.
RADOSKI
Signor, t'affretta, corri. Infesto stuolo
di tartari nemici
dalle opposte pendici
scende ver noi. Le militari tende
già dispongono intorno.
BOLESLAO
A più tranquillo giorno
si serbino le nozze. Addio. M'è forza
il doverti lasciar. Rimanti, o cara,
e un solo istante almeno
dona de' pensier tuoi
al tenero amor mio;
dimmi il posso sperar?
LODOISKA
Speralo.
BOLESLAO
(ironico)
Addio.
Ma severa lo dici...
LODOISKA
Vanne, che i tuoi nemici...
BOLESLAO
Ah de' nemici miei
la più ingiusta, e crudel cara, tu sei;
pur se così ti piace
la pena io soffrirò del tuo rigore,
andrò tra l'armi e servirò all'onore.
Ma pria ch'io vada al campo
volgi pietoso almeno
il ciglio tuo sereno
un solo istante a me.
La pace la calma, che in petto ho smarrita
io spero, mia vita, attendo da te.
Ma il suono mi chiama
tremendo di morte...
da te la mia sorte...
la tromba m'invita...
La pace la calma, che in petto ho smarrita
io spero, mia vita, attendo da te.
(Boleslao parte col séguito)
Lodoiska, Resiska, e Radoski.
LODOISKA
Dite vedeste mai
più sventurata donna?
RADOSKI
Ah principessa,
credi che un tuo rifiuto
esser potria fatale
più che non pensi a te.
RESISKA
Seconda i voti
di noi che a te sarem costanti e fidi.
RADOSKI
Pensa chi è l'amator e poi decidi.
LODOISKA
Io sol penso e decido
che infedel non sarò, che la mia sorte
da Lovinski disgiunta
è sì infausta e tremenda
che attender non potrei sorte più orrenda.
RADOSKI
Ti perderai...
LODOISKA
Non curo,
se perdo il caro bene,
se ogni speme ho smarrita,
di Boleslao gli sdegni e la mia vita.
Senza di lui non trova
pace, felicità quest'alma amante;
a che vivrò? Forse a languire oppressa
nel duolo, e nell'affanno
agli empi affetti d'un crudel tiranno?
Ah no, non nacqui per sì iniqua sorte.
Ho già deciso, o l'amor mio, o la morte.
Già nel ciel turbato e nero
veggo il nembo: ascolto il tuono
procelloso e ognor più fiero,
miro ogni astro minacciar.
Sventurata sol mi resta
nell'orror de' mali miei
che nel sen della tempesta
io mi lasci trasportar.
(parte con Resiska)
Radoski solo.
Numi pietade! un vasto nembo veggo
addensarsi per noi torbido, e nero,
e il ciel sereno or qui mirar non spero.
(parte)
Vasta, ed irregolare foresta alle falde di un monte sul quale si vedono da lunge le tende dei tartari. All'opposta parte, veduta, ed ingresso del castello di Boleslao con ponte levatoio.
Giskano con Soldati tartari, che scendono al suono di marcia militare
dal monte cantando il seguente coro.
GISKANO E CORO
L'insegne guerriere
si spieghino ai venti,
e l'armi lucenti
sien pronte a ferir.
È via del piacere
la via del valore
d'un tartaro il core
non teme il morir.
GISKANO
Amici al valor vostro,
ed al vostro desio qui largo campo
offron di Boleslao l'eccelse mura.
Preda per noi sicura
ivi d'oro, e di gemme ampia ci attende:
alle marziali tende
resti in arme ciascun.
(ad alcuni capi)
Voi mentre il passo
alla rocca vicina io volgo intorno
della selva esplorate ogni contorno.
CORO
L'insegne guerriere
si spieghino ai venti,
e l'armi lucenti
sien pronte a ferir.
(Giskano con due capi va verso il castello, altri tartari dall'altra parte, il resto torna alle tende)
Lovinski dalla selva per sentiero diverso da quello per cui sono partiti i Tartari.
LOVINSKI
Questo, ah sì lo ravviso, è questo il loco
ove il fedel Narseno
raggiungermi promise, e meco unito
di Lodoiska proseguir l'inchiesta.
Lodoiska ove sei? Ti cerca invano
il misero Lovinski, e in van le vie
tutte della Polonia
scorse in traccia di te. Dove ti aggiri?
Dove di un padre irato
dove fia, che il poter a me ti asconda?
Ogni sasso, ogni fronda,
apprese dai miei labbri il tuo bel nome,
e lo ripete alla mia voce mesta
ogni sasso, ogni fronda, ogni foresta.
Pietosa ai miei lamenti
la selva, il colle, il prato
quel caro nome amato
apprese a replicar.
Ed alla flebil voce
delle silvestre piante,
ritorna il core amante
quel nome a rammentar.
Ma qual risuona intorno
dolente grido? E quale ascolto adesso
gemer confuso, e fra sospiri avvolto?
Lovinski, Narseno, coro di Polacchi, coro di Tartari. Si sente venir
da lungi la voce del seguente Coro.
(di dentro)
POLACCHI PRIGIONIERI
Oh dio che fato misero
che sventurato dì!
TARTARI
Ceda chi contro al tartaro
l'armi snudare ardì.
(mentre lentamente i tartari, e i prigionieri s'avanzano da una parte, viene dall'altra parte Narseno; e Lovinski gli va incontro frettoloso)
LOVINSKI
(accennandogli i prigionieri)
Ah Narseno! Rimira!
NARSENO
Miseri!
LOVINSKI
A liberarli
vieni, o a morir si vada.
Lovinski, e Narseno assaliscono i Tartari, e li pongono in fuga, sopraggiungono altri Tartari da un lato, e Giskano dall'altro, e frattanto calano con Seguaci dal ponte levatoio del castello Boleslao, e Radoski che si attaccano con i Tartari, e si disviano combattendo, e rientrano per altre parti. Siveno, e Giskano, si assalgono, combattono e resta vinto Giskano in modo che Lovinski gli tenga afferrato il pugno destro e il ferro con la sinistra, e con la destra gli presenti l'acciaio al petto.
LOVINSKI
Cedi o sei morto, al vincitor la spada.
GISKANO
E morte venga; pria che servo resti,
pria che Giskan, del ferro suo si privi.
LOVINSKI
(gli leva a forza l'acciaio, e poi glielo rende dicendo con ironia maestosa)
Abbi dunque l'acciar. Libero vivi.
Vanne, e rammenta poi
che il vincitor cortese
oggi la vita, e la libertà ti rese.
GISKANO
Accetto i doni tuoi. L'opra è ben degna
del tuo, del mio valor;
(abbracciandolo)
e in questo amplesso
un tartaro guerriero
eterno amore, e fé giura a te stesso.
(parte)
Lovinski solo.
Quanto è bello fra l'ire
un atto di pietà!
Narseno con spada nuda, con i Prigionieri polacchi liberati e detto.
NARSENO
No, non son io,
ecco chi vi salvò. (Qual nuova amico
ebbi da lor.)
LOVINSKI
Che fu!
NARSENO
Tra quelle mura
sotto il crudo poter di reo signore,
che alle sue nozze aspira,
ristretta è Lodoiska.
LOVINSKI
Oh stelle! ah indegno!
NARSENO
Ti frena. Ei qua s'appressa.
Finger conviene.
LOVINSKI
È vero. Ignoti a lui
noi certo siamo; e queste umili spoglie
celano il grado nostro. (Oh Lodoiska!
Come palpita il cor!)
Boleslao, Radoski, Soldati polacchi con alcuni Prigionieri e detti.
BOLESLAO
Ov'è il prode guerrier, che tanto in fuga
volse i nemici?
LOVINSKI
(con fierezza)
Io fui. Né questa destra
mai s'arma in van.
BOLESLAO
(Che ardir! che volto!) Assai
esser grato ne debbo. In mio potere...
LOVINSKI
(con impeto di irriflessione)
È Lodoiska in tuo poter...
BOLESLAO
(Che ascolto!)
Lodoiska! che parli!
NARSENO
(impedendo che risponda a Boleslao)
A lei ne invia
Sigeski il suo gran padre.
(poi piano a Lovinski)
Incauto taci.
LOVINSKI
È ver da te contezza
brama se ancor quel suo Lovinski adora!
BOLESLAO
Sempre, ma invano.
LOVINSKI
(Oh fida! Oh indegno!)
BOLESLAO
A lui
rieder potete, e riferire, che molto
pria vi vorrà, che il folle amor si attempri.
LOVINSKI
(Perfido!)
NARSENO
Ma la selva infesta intorno
tartaro stuolo...
LOVINSKI
(con finto timore)
È periglioso fora
fino alla nuova aurora
il ritorno per noi.
(con ironia)
Di quella pugna
onde grato ci sei, spiegati, è questa
la nobile mercé?
BOLESLAO
(Qual mai funesta
di sospettose idee folla m'inonda.
Radoski a lor s'asconda
Lodoiska per or.) Se tanto in voi
sorge, dunque timor, sicuro asilo
abbiate in quelle mura; ivi il ritorno
itene pure ad aspettare del giorno.
LOVINSKI
(con sprezzo)
Alto invero è il favor...
NARSENO
(piano a Lovinski)
Ti perdi.
LOVINSKI
(ad alta voce)
Ed alta
gratitudine in noi signor, ne attendi.
(I moti tuoi sospendi
amante cuor.)
(in tutto questo discorso fa dei continui errori di irriflessione e li reprime poi)
Vedrò... Nell'alta rocca
quante sapesti al tartaro furore
oppor difese. E se di nuovo ardito
l'inimico t'insulta, a cenni tuoi
sollecito m'avrai. Per suo rossore
il tartaro crudel mirai nel campo
impallidir di questo acciaro al lampo.
Pugnai con alma forte:
nel mio fatal periglio
so disprezzar la morte
senz'ombra di timor.
(Potessi almeno oh déi!
a lei che tanto adoro
spiegar gli affetti miei,
sarei felice allor.)
(a Boleslao)
Non paventar. Vedrai
al mio valor guerriero
tremare il traditor.
(Da quanti affetti oh dio!
nel mio crudel cimento
mi si divide il cor.)
(entra nel castello con Narseno, e i prigionieri liberati)
Boleslao, Radoski, e guardie.
BOLESLAO
Radoski! incerto il core,
ondeggia nel timor.
RADOSKI
Vano or mi sembra,
il sospettar. Sorger potea sospetto
anzi in Sigeski ove saputo avesse
dal tuo castello esclusi
i messaggeri suoi...
BOLESLAO
Giusto è il pensiero.
Ma segreto congresso
con Lodoiska aver mai non dovranno;
né ammessi a lei senza di me saranno.
(parte e va nel castello con le guardie)
Radoski solo.
Oh come è ver, che in un mal fido cuore
regna dell'altrui frodi il vil timore.
(parte)
Ameno boschetto.
Resiska sola.
Sommi dèi che sarà? di Lodoiska
esser di più non puote
il destino crudele. Deh la soccorri,
giusto ciel ché lo puoi
ed agli affanni suoi
reca dolce conforto onde la calma
ritorni ancora a tranquillar quell'alma.
Quel nobil core,
quell'alma pura
tanta sventura
non meritò.
Se un fido amore
rende infelici
gli empi felici
sempre vedrò.
(parte)
Gran sotterraneo oscurissimo con due intricati sentieri; di fronte, dal lato destro del teatro, scoscesa e segreta uscita dagli appartamenti di Lodoiska. Notte oscurissima.
Lodoiska, poi Lovinski, indi Boleslao.
LODOISKA
(sorte dal suo appartamento)
Quanto incerto è il cammin! ma tutto ormai
tutto a fuggir si tenti. Unico scampo
è la fuga per me. Lovinski! Oh dio!
Quanto ahi, quanto mi costa
il conservarmi a te! Tu forse in traccia
pur sei di Lodoiska. O forse al duolo
della perdita mia,
non resisté quella sensibil alma,
e in braccio a morte sol trovò la calma.
Morto Lovinski! ah no... si vada...
LOVINSKI
(dal sotterraneo per sentiero più lontano)
Al fine
si dilata il sentier. Questa dovrebbe
esser l'ignota via, che del mio bene
guida alle stanze, se il guerrier (che vinto
mostrossi all'oro mio) con false tracce
pur tradir non mi volle. Ah forse io fui
troppo incauto a fidarmi.
LODOISKA
(Ahimè! Qual voce,
qual risalto al mio cor!)
LOVINSKI
(Qual odo mai
dubbio aggirar, d'incerti passi! Oh pena!
Oh Lodoiska!)
LODOISKA
Ah nome...
Qual fievol suono... Ahi; troppo veri forse
furo i presagi! E a me d'intorno, oh dio!
ombra cara, t'aggiri, idolo mio.
LODOISKA
Spirto gentil t'arresta
godi del mio dolor.
LOVINSKI
Odo una voce mesta
scendermi dolce al cor.
LODOISKA E LOVINSKI
Tremante il piè s'arresta
tra l'ombre e fra l'orror.
BOLESLAO
(dal sotterraneo per il sentiero più vicino agli appartamenti)
Per questa ascosa via
s'involi ormai l'ingrata,
e ignota a tutti sia
la man che la rapì.
(entra negli appartamenti)
LODOISKA
(Chi vien!)
LOVINSKI
(Chi giunge!)
LODOISKA E LOVINSKI
Oh dèi!
(Tra tanti dubbi miei
che farsi il cor non sa.)
BOLESLAO
(tornando dagli appartamenti)
Stelle, mancò il disegno,
l'ingrata in van cercai.
Insieme
LODOISKA E LOVINSKI
Di me che mai sarà.
Ah, che tornar di nuovo
deggio al tormento usato!
Sazia non è del fato
per me la crudeltà.
BOLESLAO
Di lei che mai sarà.
Ah, che tornar di nuovo
deggio al tormento usato!
Sazia non è del fato
per me la crudeltà.
(vanno aggirandosi e dileguandosi per il primo sentiero per cui sono venuti in scena)
Steccati militari in una delle piazze del castello, con armi e attrezzi guerrieri pomposamente disposti.
Radoski, e Narseno entrano al suono di marcia militare in scena, con alcuni Prigionieri tartari, e con i Polacchi vincitori, i quali appendono agli steccati i trofei, e le bandiere prese ai tartari.
Coro.
RADOSKI
Felice a noi di Marte
NARSENO
l'incontro fu primiero.
CORO DI POLACCHI
E il tartaro guerriero
domato al fin sarà.
CORO DI TARTARI
Il tartaro guerriero
mai vinto non cadrà.
RADOSKI
Ah sì noi siamo amici
lieti a ragion. Due volte un giorno istesso
vide il tartaro oppresso.
NARSENO
A noi d'intorno
tutt'or però le numerose tende
stan del campo nemico.
RADOSKI
Eh non temerne.
Più vigoroso assalto
avranno, e strage intera,
in questo dì da così fida schiera.
L'audace, e intrepida
nemica schiera
fugace, e timida
s'arrenderà.
Fra cento palpiti
fra mille affanni
dolente, e misera
cader dovrà.
(parte e s'incontra in Boleslao)
Boleslao, e detti.
BOLESLAO
Radoski non partir. Dell'opra tua
m'è d'uopo appunto.
NARSENO
Mira
e ti allegra, o signor. Da pochi, e fidi
seguaci tuoi furo in novella pugna
questi nemici, e queste insegne vinte.
BOLESLAO
Il so, so che distinte
prove voi deste di valor, ma vanne
Narseno, e l'altro tuo compagno in guerra
ratto m'invia. Bramo vederlo.
NARSENO
Io volo.
(parte)
Boleslao, e Radoski.
BOLESLAO
Dal sospetto, e dal duolo
oppresso è questo cor.
RADOSKI
Ma di che temi?
BOLESLAO
No, che non son costoro
messaggeri a Sigeski; oppur Sigeski
alto ha di me sospetto.
RADOSKI
E donde il sai?
BOLESLAO
Da un fido mio l'avviso
ebbi, che venga della figlia in traccia
Sigeski istesso. Non son dunque questi
forse suoi servi, e di tacer di lui
il pronto arrivo han forse il cenno.
RADOSKI
Puoi
tu con arte indagar... ma Lodoiska...
BOLESLAO
A Lodoiska appunto
più celarli non posso, e voglio almeno
per lor recarle un colpo
onde vinta a me ceda, e forse mia
la trovi al suo venir l'incauto padre.
RADOSKI
(Ratto giungesse almen!)
BOLESLAO
Ma vanne, affretta
il guerriero a me.
RADOSKI
Mi è leggero il cenno.
(parte)
Boleslao, poi Lovinski.
BOLESLAO
E pure
né di costui fidarmi
ancora io so. Tanto agitata è l'alma!
Tanto è il sospetto, che m'invade il core
da che il disegno d'involar l'ingrata
fallito andommi... È ver, che ognor s'aggira
per il vasto soggiorno
Lodoiska d'intorno, ed in altro istante
nella solinga stanza
forse colta l'avrei; ma pur nel seno
mille timori avvolgo. Ora si tenti
con l'ideata frode...
LOVINSKI
Al cenno tuo
pronto signor...
BOLESLAO
Dimmi guerrier. Qual grado
qual è il tuo nome, e qual dover ti lega
di Lodoiska al padre.
LOVINSKI
Siveno è il nome mio. Povera cuna
ebbi, ed umile, ed a Sigeski io debbo
la mia qualunque militar fortuna.
BOLESLAO
E qua per lui, ver la sua figlia?...
LOVINSKI
Un cenno
del re m'invia del nostro vasto impero
qua sul confine, e di Sigeski ai preghi
questo del mio cammin breve disvio
prender non ricusai.
BOLESLAO
(Qual dubbio è il mio!)
Ma Lodoiska...
LOVINSKI
(con impeto, poi si rimette)
Ov'è? vederla... il padre
tanti e sì dolci affetti
per la figlia esternò nel dirmi addio!
BOLESLAO
Non la vedrai.
(risoluto, ma esaminandolo fissamente)
LOVINSKI
Perché?
BOLESLAO
(Qual dubbio è il mio?)
LOVINSKI
Ma parla. Io Lodoiska
io non vedrò. (Che pena.) E che dovrei
dir poi tornando al padre?
(risentito)
È la donzella
forse tua prigioniera?
BOLESLAO
Anzi giammai
più libera non fu...
(rimettendosi)
Pur se vorrai
a lei ti guiderò. Ma date, solo,
un contraccambio io chiedo, e per Sigeski
più che per me, lo chiedo.
LOVINSKI
Ed è!
BOLESLAO
Che a lei
del suo Lovinski la sicura morte,
tu franco annunzi.
LOVINSKI
Io?
BOLESLAO
Sì.
LOVINSKI
Ma ai detti miei
forse non crederà.
BOLESLAO
Tutto figura
onde la frode avvalorata resti.
Gli affetti suoi funesti
forse credendo il suo Lovinski estinto
ceder potranno.
LOVINSKI
Ebben... si faccia.
BOLESLAO
(Ho vinto.)
BOLESLAO
Dunque dirai...
LOVINSKI
Che giace
estinto il suo diletto.
BOLESLAO
Dunque saprai...
LOVINSKI
Verace
a lei sembrar saprò.
Insieme
BOLESLAO
(Ah che un crudel sospetto
mi va serpendo in seno
e un gelido veleno
tutto mi inonda il cor!)
LOVINSKI
(Ah che un crudel sospetto
gli va serpendo in seno
e un gelido veleno
tutto gli inonda il cor!)
(si accostano)
BOLESLAO
Prometti almen...
LOVINSKI
Prometto.
(si prendono per mano)
BOLESLAO
Giura. Non più.
LOVINSKI
Lo giuro.
Insieme
BOLESLAO
Pegno per me sicuro
la destra tua sarà.
LOVINSKI
Pegno per me sicuro
la destra mia sarà.
BOLESLAO E LOVINSKI
Splenda in sì bel momento
un raggio d'amistà.
E scordi il suo tormento
il cor che incerto sta.
(partono)
Resiska sola.
Giusto ciel, che sarà! smarrita, incerta
Lodoiska s'aggira: e va sdegnosa
a irritar Boleslao. Numi pietosi
proteggetela voi. Deh voi guidate
qui sollecito il padre, onde sicura
resti la figlia da ogni rea sventura.
Che miro! Eccola.
(nell'atto di partire vede da lungo Lodoiska smaniosa)
Lodoiska, e detta.
LODOISKA
Oh stelle!
Neppur qui lo ritrovo!
RESISKA
Ah dove corri!
T'arresta.
LODOISKA
Ov'è l'indegno!
Boleslao dove andò!
RESISKA
Ti calma, oh dio!
Pensa, che se il crudele...
LODOISKA
Eh, di ritegno
or più tempo non è. Delusa ormai
è di fuggir la speme. Io già mi veggo
più serva assai che prigioniera!... E dove
dove si aggiran mai questi, che il padre
messaggeri m'inviò!
RESISKA
No 'l so. Li cela
forse a te Boleslao. Ma giunge...
Boleslao con séguito, e coro di Polacchi, detti.
BOLESLAO
In traccia
principessa di te...
LODOISKA
Ma fino a quando
quasi in servil catena
ritenermi pretendi? A che m'ascondi
tu del mio genitore i sì bramati
per me cari messaggi?
BOLESLAO
(con finta mestizia)
Io far credea
col celarli al tuo sguardo opra pietosa!
LODOISKA
Perché, qual tristo annunzio...
BOLESLAO
(come sopra)
O sventurata!
RESISKA
Che mai sarà?
LODOISKA
Ma parla. Altri riserba
forse più fieri colpi a me la sorte!
BOLESLAO
(come sopra)
Che preda fu di morte
il tuo Lovinski, accerta ognun di loro.
LODOISKA
Che ascolto! oh dio! sostiemmi amica, io moro.
(cade in braccio a Resiska)
RESISKA
Ah l'oppresse il dolor!
BOLESLAO
Torna in te stessa
amata principessa. In me potrai
del perduto Lovinski...
LODOISKA
(tornando in sé)
Oh dio? Lovinski...
(a Boleslao)
Ah lasciami crudel. So, che tu godi
al caso amaro, e che del pianto mio
tu ridi in cor! Barbaro ciel! Ti sazia
all'acerba mia pena. Adesso aduna
dispietata fortuna
per me gli eventi i più funesti e rei!
Nulla pavento, or che il mio ben perdei.
Perdei quel ben che solo
serbava i giorni miei:
l'idolo mio perdei,
l'anima del mio sen.
Va', esulta, barbaro, dispietato:
un solo affetto
mi resta in petto
quest'è l'amore del caro ben.
(a Boleslao)
Tu trema, o perfido.
(vaneggiando)
Caro m'aspetta,
la tua diletta
sposa fedele.
(contro Boleslao)
Empio, crudele!
A te se n' vien.
(parte con Resiska)
Boleslao, Coro, e Seguaci, indi Narseno.
BOLESLAO
A tempo il primo assalto
io le portai nel core. (Olà; Narseno
a me ne venga.)
(si avanza un soldato)
Ormai si affretti il colpo
e di tal finta morte
abbia dal labbro lor più certa prova.
NARSENO
Signor...
BOLESLAO
Del tuo Siveno
tosto ricerca, onde al mio cenno espresso
sia teco poscia a Lodoiska ammesso.
NARSENO
Pronto in traccia di lui...
BOLESLAO
Ma si sovvenga,
però di quanto io chiesi, ed ei promise:
a lei del suo diletto
finga con saldo aspetto
vera, la morte. In lui m'affido appieno.
NARSENO
Tutto io dirò; tutto farà Siveno.
In brevi istanti
pago sarai,
se a lei d'innanti
giunger potrà.
Fingere udrai
tanto i suoi detti
che in dubbio avrai
la verità.
(parte)
Boleslao, séguito, coro di Polacchi.
BOLESLAO
Coraggio Boleslao! Già s'avvicina
il terribil momento, in cui tu puoi
dei tanti dubbi tuoi
la nube dissipar! Se quel Siveno,
fosse mai... ma no 'l credo... Incauto tanto
come pensarlo!... E se vicino il padre
mi celasser costoro!... Ad ogni evento
opportuna è tal prova. E quando estinto
creda l'amante suo forse... Ah che mai,
oh dio! mia non sarà. Troppo in quel core
troppo del primo amore
è profonda l'idea; ma perché intanto
così per lei m'accendo, e perché mai
dunque tanto per lei m'agita il petto,
tema, amor, gelosia, sdegno, sospetto?
Quanti mai funesti affanni
quante pene a me riserba
d'empio amor la crudeltà!
CORO
Qual dolor, qual pena acerba
lacerando il cor gli va!
BOLESLAO
Sento già, che tutto in seno
il suo barbaro veleno
gelosia versando va.
E non sa, smanioso, il core
se sia l'oro, o sia l'amore
che agitar così lo fa.
(partono tutti)
Luogo magnifico corrispondente al palazzo di Boleslao.
Lodoiska piangente a sedere sopra un masso, Resiska indi Boleslao con Seguaci.
LODOISKA
Cielo! Che intesi! è morto l'idol mio!
Ah che non reggo oh dio!
a un colpo sì tremendo, e sì funesto.
Lovinski, il mio tesoro
non rivedrò mai più... Né ancora io moro.
Dove sei mio dolce amore?
Senza te che mai farò?
Disperata
sventurata
di dolore io morirò.
(a Boleslao)
Vieni tiranno
vedi lo stato mio...
BOLESLAO
(con apparente compassione)
Misera!
LODOISKA
Affrena
quella finta pietà. Troppo conosco
quell'empio core... E forse... Ah sì spietato,
forse del mio Lovinski
deggio la morte a te. L'iniquo eccesso...
BOLESLAO
Potrai tu stessa adesso
l'ingiusto dubbio dileguar. Stan pronti
per presentarsi a te del padre tuo
come bramasti i messaggeri, e intera,
da lor contezza...
LODOISKA
Ahimè, sento che l'alma
forse al racconto amaro
non reggerà. Ma pur vederli io voglio,
gli affretta.
BOLESLAO
Olà; si avanzi
l'uno, e l'altro straniero.
Lovinski, Narseno, e detti.
LOVINSKI
Ai cenni tuoi.
LODOISKA
(vedendo Lovinski)
Stelle! Lovinski...
LOVINSKI
(interrompendola subito e facendo che intenda)
È morto. Io la novella
a Boleslao ne detti.
LODOISKA
Oh giorno.
LOVINSKI
(a Boleslao)
Oh quale
smania improvvisa l'infelice assale.
LODOISKA
Dunque... Lovinski... Oh dèi...
palpita incerto il cor.
LOVINSKI
T'affida ai detti miei
ma calma il tuo dolor.
BOLESLAO
(Ah che i sospetti miei
spenti non sono ancor.)
RESISKA E NARSENO
Che istante è questo oh dèi
d'insolito terror.
LODOISKA
Lovinski!
LOVINSKI
È morto.
LODOISKA
E tu... ma come. Oh dio!
(Quasi mi perdo.)
LOVINSKI
(Ah! che mi perdo anch'io!)
BOLESLAO
Ma perché incerto tanto!
NARSENO
A lei tu narra
il caso, il loco.
LOVINSKI
Ei qui non lungo, in traccia
di te se n' gia, ma un dispietato stuolo
l'assalì, lo trafisse.
LODOISKA
E tu di lui...
LOVINSKI
Seco lung'ora io fui. Né di te mai,
mai cessò di parlarmi.
BOLESLAO
Ah se tu il sai,
del suo aggirarsi a queste selve intorno
il disegno qual fu, spiegaci almeno.
LOVINSKI
(con fierezza)
Fu di salvarla, e di squarciarti il seno.
BOLESLAO
(Che ardir!)
NARSENO
(Che pena!)
LODOISKA
(Oh qual periglio!) E il padre?
LOVINSKI
(comincia come parlasse del padre poi si rimette parlando del dolore)
Quel tiranno... dolor che lo tormenta
sempre di te presenta
a lui l'afflitta imago.
BOLESLAO
E forse in traccia
di lei qua vien?
LOVINSKI
No 'l so.
RESISKA
(Volesse il cielo!)
LODOISKA
Ei venga pur, ma sempre, ancor che estinto,
Lovinski arbitro fia di questo core.
LOVINSKI
Dunque sì saldo amore...
LODOISKA
Ah sì più saldo
mai non ne fu. Ma tu solleva amico
l'acerbo mio martir. Dimmi se almeno
sempre Lovinski a me fedel.
LOVINSKI
Che dici!
Del caro amico rammentare il fato
quanto mi costa mai! parmi vederlo
ferito agonizzar... di morte in seno
girar le luci moribonde, e meste
oh quante volte? oh quante!
il tuo bel nome proferì... ma intanto
manca il vigor... alla mia destra ei tenta
la destra unir... e dirmi ancor l'ascolto
vivi... felice... e porgi... all'idol... mio...
né poté proferir l'estremo addio.
Rasserena il mesto ciglio
nel tuo barbaro dolor.
Consolar potessi almeno
sì costante e fido amor.
Non resiste... si confonde
questo povero mio cor.
LODOISKA
Dunque fido al primo affetto...
LOVINSKI
Sempre fido ai tuoi bei rai
t'amerà fra l'ombre ognor.
BOLESLAO
(osservandoli)
(Va crescendo il mio sospetto.)
LOVINSKI
Lo giurò morendo ancor.
No; l'affanno più tiranno
non si trova non si dà,
cedo oppresso in tante pene
palpitando il cor mi va.
(parte con Narseno)
LODOISKA
(Oh periglio fatal!)
BOLESLAO
(Cresce il sospetto
che risolver non so)
LODOISKA
(lentamente accostandosi)
Signor...
BOLESLAO
(risoluto in atto di aver tra sé deciso)
Ritrarti...
per ora alle tue stanze,
principessa tu puoi... Colà fra poco
i miei cenni udirai...
LODOISKA
(fiera)
Quai cenni... (Oh dio!
che angoscia è questa mia! che fato è il mio!)
(partono Lodoiska e Resiska)
Boleslao solo.
Tutto nel caso estremo
tutto si tenti. Alle mie nozze ormai
costei si sforzi: e forse in tal cimento
chi sia questo Siven (dei dubbi miei
fatal sorgente) io scoprirò! Ma il padre
se frattanto di lei giungesse... ah tosto
il momento si affretti; a me la mano
stenda la figlia, e giunga il padre invano.
(parte)
Radoski conducendo per mano Sigeski.
RADOSKI
Vieni Sigeski; oh quanto
atteso giungi!
SIGESKI
Ma la figlia, amico.
Lodoiska dov'è?
RADOSKI
Qui mi credea
con Boleslao trovarla, in traccia altrove
di loro andremo. Ah tu non sai Sigeski
a quale affanno in preda
la tenga Boleslao!
SIGESKI
Perché?
RADOSKI
Pretende
forzarla alle sue nozze.
SIGESKI
Iniquo! Un pegno
che a lui fidai, l'indegno
così rispetta? Andiam. D'alto rossore
si ricopra, al mirarmi, il traditore.
(parte con Radoski)
Atrio del palazzo di Boleslao con piazzetta a colonnato circolare.
Da un lato seggio distinto a guisa di trono.
Boleslao. Coro di Polacchi, e Custodi. Poi Radoski, Lodoiska e Resiska.
CORO
Scendi imene in sì fulgido giorno
scendi amore a quest'ara d'intorno
e stringete due teneri cor.
Lungi lungi gli affanni e le pene
godan sempre bell'ore serene;
scendi imene compagno d'amor.
BOLESLAO
Guerrieri, amici, e voi
fidi vassalli al sospirato nodo
che a Lodoiska il mio destino unisce
siate presenti. Olà l'alma donzella
si guidi a me.
(partono due guardie)
RADOSKI
(Quanto opportuno adesso
Sigeski giungerà!)
LODOISKA
Che si pretende,
che si vuole da me?
BOLESLAO
Questo è il momento
illustre principessa in cui del mio
costante affetto, e dell'amor sincero
premio attenda da te.
RESISKA
(Che indegno.)
LODOISKA
Invano
d'ottener la mia mano
barbaro ti lusinghi.
BOLESLAO
E quale è questo
di ostinato rifiuto
inopportuno ardir.
(la prende a forza per la mano)
Vieni; o la destra
porgi a me di consorte,
o a tormentosa morte
vedrai del padre i messaggeri esposti
e tu stessa con lor.
LODOISKA
Crudel!
Lovinski, Narseno, e poi Sigeski, e detti.
LOVINSKI
Che miro!
BOLESLAO
Ormai l'ultima è questa
ragion del voler mio. Vieni.
(volendo condurre Lodoiska sul trono)
SIGESKI
T'arresta.
(tutti sorpresi)
LODOISKA, BOLESLAO E LOVINSKI
Stelle Sigeski!
LODOISKA
(correndo al padre)
Ah padre!
Salvami da un tiranno.
SIGESKI
La fé giurata è questa?
BOLESLAO E LOVINSKI
Fato crudel che affanno!
Che istante di terror!
TUTTI GLI ALTRI
Fato crudel che affanno!
Che istante di terror!
BOLESLAO
(a Sigeski, accennando Lovinski e Narseno)
Ma questi tuoi...
SIGESKI
(vedendo Lovinski)
Che miro!
Lovinski! ah traditore!
BOLESLAO
(sorpreso)
Lovinski! ah mancatore!
TUTTI
Che smania, o ciel, che orrore!
Che sventurato dì!
LODOISKA E LOVINSKI
(a Sigeski)
Questo infelice amore
ti desti in sen pietà.
BOLESLAO
(a Sigeski)
Con la mia destra il core
se vuoi la figlia avrà.
SIGESKI
(a Lovinski, a Boleslao)
Oggetto a me d'orrore
ognun di voi sarà.
BOLESLAO
(a Sigeski)
Folle, ed a tanto giunge
quell'ardir tuo feroce?
LOVINSKI
L'ire del seno atroce
più trattener non so.
LODOISKA
(a Boleslao)
Empio!
SIGESKI
(come sopra)
Crudel!
LOVINSKI
(come sopra)
Tiranno.
LODOISKA E LOVINSKI
Fato crudel che affanno!
Che istante di terror!
BOLESLAO
Olà ciascun si arresti.
LODOISKA, LOVINSKI, SIGESKI
Spietato.
BOLESLAO
E ognun paventi,
perfidi il mio furor.
TUTTI
Che orribili momenti!
Che dolorosi oggetti!
Mille contrari affetti
mi fanno palpitar.
Gran sala d'armi del castello, come nella scena prima del primo atto, ma senza alcun festoso ornamento.
Lodoiska e Sigeski con Guardie, alcune delle quali custodiscono gli ingressi. Sigeski, è a sedere pensoso.
SIGESKI
Ah Lodoiska! ah figlia!
LODOISKA
Ah padre amato
in quale orrendo stato
ne piombasti tu stesso!
SIGESKI
Ah, che pur troppo
l'ingiusto mio rigore
mi rinfacci a ragion.
LODOISKA
Del mio Lovinski
all'amor mi negasti;
e preda d'un tiranno, ahi! mi serbasti!
SIGESKI
Figlia, non più! se mi vedessi il core...
Boleslao, Radoski, poi Lovinski incatenato fra i soldati, e detti.
BOLESLAO
Il giusto mio rigore
sospendo ancor. Guai se l'indugio è vano!
Lodoiska la mano
di consorte a me stenda, e vanne poi
libero a tuo talento.
LODOISKA
In van lo speri!
BOLESLAO
Or si vedrà.
(viene Lovinski)
Lovinski
se libertà tu brami, ad esser mia
Lodoiska disponi.
LOVINSKI
A Lodoiska
or per te parlerò.
(a Lodoiska)
Rammenta, o cara
che a me giurasti amor; che nelle vene
ti scorre dei Sigeski il nobil sangue;
che anche a costo di morte unirti mai
non devi a un traditor.
(a Boleslao con sprezzo maestoso)
Per te parlai.
BOLESLAO
Ah perfido!
LODOISKA
Ah Lovinski.
SIGESKI
In te ravviso,
ora un eroe, Lovinski, e della figlia
per te l'amore inusitato, e nuovo
io stesso,
(a Boleslao)
indegno, fremi, io stesso approvo.
BOLESLAO
Empi! così schernirmi! Olà, si chiuda
costui nell'alta torre.
LODOISKA
Ah padre!
SIGESKI
Ah figlia.
(parte con Radoski fra le guardie)
LOVINSKI
Barbaro!
BOLESLAO
E in brevi istanti,
in carcere distinto,
questi indegni traete. Un sol momento
vi concedo a pensar: ma poi tremate
se resistermi ancor, perfidi osate.
I miei sprezzati affetti
il mio schernito amore
in voi punir saprò.
Io stesso in mezzo al core
l'acciar v'immergerò.
(parte solo)
Restano un momento pensierosi nell'afflizione, e poi Lodoiska dice risoluta.
LODOISKA
Lovinski... hai cor?
LOVINSKI
Ne temi?
LODOISKA
Ebben, deciso
sia dunque il nostro fato. Io del tiranno
giammai sarò!
LOVINSKI
Ma il padre...
LODOISKA
Il padre istesso
ne morrà di dolor. Giurami, o caro
che d'altra non sarai. Di noi disponga
quindi a sua voglia il ciel.
LOVINSKI
Sì dolce idea
tutto conforta il cor. Questo momento
che il nostro estremo addio
render dovea sì rio, lieti ci veda,
mentre in amor così soave, e puro
eterna fé bell'idol mio ti giuro.
Insieme
LODOISKA
Giuro che ad altro mai
la destra porgerò,
che a quelli amati rai
sempre fedel sarò.
Se in mezzo alle catene
si affretti il mio morir
sarà del caro bene
l'ultimo mio sospir.
LOVINSKI
Giuro che ad altra mai
la destra porgerò,
che a quelli amati rai
sempre fedel sarò.
Se d'empio avverso fato
vittima alfin cadrò,
col tuo bel nome amato,
fra i labbri, io morirò.
LODOISKA
Lovinski!
LOVINSKI
Addio!
LODOISKA E LOVINSKI
Che pena.
Ah perché mai serena
ai rei la sorte splende,
e con sì rie vicende
tormenta un fido amor!
(partono divisi tra le guardie)
Veduta del castello di Boleslao in altra parte più segreta del bosco,
nel quale si vedono l'ultime tende dell'accampamento dei tartari.
Picciola porta di segreta uscita del castello.
Radoski uscendo frettoloso dal castello con Sigeski, e Narseno.
RADOSKI
Dei delitti d'un empio
esser non voglio a parte. Amici andiamo,
liberi siete.
NARSENO
E dove!
SIGESKI
Ah che la figlia
con Lovinski perisce.
RADOSKI
Ecco uno scampo
ce l'offre il ciel. Se osate
ai tartari fidarvi.
Giskano con séguito di Tartari da diverse parti, che li circondano.
GISKANO
Olà fermate.
RADOSKI
Signor l'ire sospendi,
a pugnar non si venne.
SIGESKI
Un atto grande
di nobile valor da te si chiede.
GISKANO
Parla.
NARSENO
Co' ceppi al piede
giace colà l'eroe, che a te la vita
generoso donò.
RADOSKI
Nobil donzella
è con lui prigioniera, e sovra loro
pende forse la morte.
SIGESKI
Ah vieni, ah corri,
con tutti i tuoi.
GISKANO
Si vada. All'armi. All'armi.
(escono dal bosco, e dalle tende i tartari, ed entrano tutti per la porta segreta del castello)
Per lui, vengo a pugnar. Vedrete amici
che fra i boschi non siamo
barbari tanto, e che la vita invano
non diè Lovinski al tartaro Giskano.
Orrida prigione del castello con tre grandissime arcate in fondo serrate da alte porte di legno, che restano a suo tempo rovesciate, e lasciano vedere la gran piazza del castello. La prigione non riceve altro lume, che quello di un raggio di luce da un'alta finestra ferrata. Dal lato sinistro del teatro, scala scoscesa ma non molto alta per cui si scende nella prigione.
Lovinski solo sedendo sopra un masso, indi Boleslao, e Lodoiska.
LOVINSKI
(si alza)
Lodoiska infelice!
Lovinski sventurato!
In quale amaro stato
ne ridusse la sorte!
Che sarà del mio ben!
BOLESLAO
Vieni t'affretta.
LOVINSKI
Che miro?
LODOISKA
Oh ciel.
BOLESLAO
Vendetta,
qui voglio, o voglio amor. Tu che superba
sei della tua costanza, e degli affetti,
tutti finor sacrificati a lui,
a me porgi la destra, o in questo istante,
cadrà trafitto il tuo sì caro amante.
LODOISKA
Ah Lovinski!
(va per darsi a Boleslao)
LOVINSKI
Ah che fai?
Speri salvarmi invano
tu col darti a costui.
LODOISKA
Lasciami! io voglio
che tu viva idol mio.
LOVINSKI
Santi numi del ciel, dove son io!
Che sarà! Che farò? Dove mi trovo!
Che caso oh ciel non mai più inteso, e nuovo!
BOLESLAO
(a Lodoiska)
Decidi.
LODOISKA
Aspetta.
LOVINSKI
Ascolta.
BOLESLAO
(a Lodoiska, e Lovinski)
Altri indugi non voglio.
O la destra, o la morte.
LODOISKA
Oh momento fatal!
LOVINSKI
Orrenda sorte!
Nel tempo, che si cantano questi versi, e che vi è dell'altra musica
strumentale, scende precipitosamente per la scala Narseno, con molti
tartari, che circondano Boleslao; vengono contemporaneamente abbattute le tre porte di fondo, e si vede per le medesme al suono di lieta
marcia avanzarsi trionfante l'esercito tartaro in tre colonne avendo
alla testa Sigeski, Giskano, e Radoski.
LODOISKA, BOLESLAO E LOVINSKI
Che sento! qual rumore,
stelle che mai sarà!
NARSENO
(a Lovinski)
Salvo tu sei
l'empio morrà.
(accennando a Boleslao)
Insieme
LODOISKA E LOVINSKI
Stelle! che amica sorte.
BOLESLAO
Stelle! che avversa sorte.
LOVINSKI
Cara che bel momento!
Respira il cor contento
a tal felicità.
LODOISKA
Ah padre amato!
SIGESKI
Ah figlia.
GISKANO
Il punto è questo,
Lovinski in cui la sorte
m'apre la via d'esserti grato. In dono
ebbi da te la vita. E in questo istante
ti do la vita, e la tua fida amante.
LODOISKA E LOVINSKI
Oh generoso!
BOLESLAO
Oh rabbia!
GISKANO
(a Boleslao)
E tu superbo
a morte...
LOVINSKI
Ah no, Non macchi un empio sangue
Giskano un sì bel giorno. Oh me felice!
Non ho più che temer. Alfin mi lice
dirti bell'idol mio, dirti che t'amo,
maggior felicità, cara, non bramo.
Contento il core in seno
mi sento giubilar:
ritorna amor pietoso
quest'alma a consolar.
Voi fidi amanti
che un dolce amore
nel vostro core
lieti provate
dite, parlate,
dove ritrovasi
più bel piacere
una più amabile
felicità.
TUTTI
Cessi la strage, e il sangue,
sia l'ira ormai placata
e torni con l'amata
l'amante a respirar.
Fine del libretto.
Generazione pagina: 14/01/2016
Pagina: ridotto, rid
Versione H: 3.00.40
(W)
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