LIVIETTA E TRACOLLO
Intermezzo musicale.
Versione sintetica a cura di www.librettidopera.it.
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Libretto di Tommaso MARIANI.
Musica di Giovanni Battista PERGOLESI.
Prima esecuzione: 25 ottobre 1734, Napoli.
Personaggi:
LIVIETTA |
soprano |
TRACOLLO |
basso |
Facenda, Fulvia.
Livietta da contadino francese, con una Villanella, sua amica, abbigliata di gioie e catene false, poi Tracollo da pellegrina polacca e Facenda, suo servitore, da vecchio mendicante.
LIVIETTA
Vi sto ben? Vi comparisco?
che ti par?
Sembro giusto un amorino,
trasformato in contadino,
non è ver?
Eh, lo credo, non giurar.
Ma lasciamo li scherzi. Fulvia mia,
oggi di qua deve passar quel ladro,
che in abito da donna alla polacca,
si fa chiamar Baldracca;
quel, che rubando il mio
german, tentò torgli la vita. Or io,
perché non mi ravvisi,
da contadin vestita,
fingo sesso e favella,
e tu finger ti déi la mia sorella.
Con queste gioie e queste
finte catene d'oro, sarai l'esca
per prenderlo all'agguato. Già gl'amici
son pronti al cenno mio. Ma se non erro,
veggo il furbo venire
verso di noi. Fingiamo di dormire.
(siedono ad un poggiolo e fingono dormire)
TRACOLLO
A una povera polacca,
a Baldracca, buona gente
(questo dorme e non ci sente),
fate un po' la carità.
Dormono, a sonno pieno;
meglio è per noi. Mira costei di quante
catene d'oro adorno ha il collo e 'l seno.
Oh che bella fortuna!
Vedi, vedi, se puoi sciorne qualch'una.
Eh, Facenda? Bel bello,
accostati pian piano e 'l cappio stacca.
(Facenda scioglie una catena, Livietta si move, esso si ritira, e Tracollo grida)
A una povera polacca
fate un po' la carità.
Sciocco, bestia, poltron, giacché fuggisti,
t'avessi via portata
la catena già sciolta.
Tornaci un'altra volta.
(Facenda fa segno di no)
No? Pesce da fiumara,
io v'andrò adesso, e tu a rubare impara.
Con qual destrezza gliela porto via,
osserva un po'.
(la contadina starnuta)
Salute a ussignoria.
A Baldracca, buona gente,
fate un po' la carità.
(Facenda ride)
Perché ridi, mostaccio da sgrugnoni?
Adesso (se si sveglia, oh che tempesta!)
(prende la catena già sciolta, e la dà a Facenda)
prendi, conserva questa.
LIVIETTA
(finge destarsi, e scuote la contadina)
Ma siur, voilà, voilà.
TRACOLLO
Fate un po' la carità.
LIVIETTA
Ah, voleur, assassin, frippon!
TRACOLLO
Trippone!
Star vera, sì signor, ventra pregnata.
LIVIETTA
Vous avez deubé
una chaine ma siur.
TRACOLLO
Sbagliato, star digiuna,
e cena non rubbata mi niusciuna.
LIVIETTA
Ah diabl!
TRACOLLO
Non intendira. Tua baisa?
LIVIETTA
Je suis parisien, françois, françois.
TRACOLLO
Comma! Ti star francisa!
Alla larga.
LIVIETTA
Où allez-vous?
TRACOLLO
No accustara, star gravida, paura
de francisa tenir mi creatura.
LIVIETTA
Venez icy, venez icy.
TRACOLLO
Nanì, monsù, nanì. Chi noma avir?
LIVIETTA
Plusieurs nom, plusieurs nom.
TRACOLLO
Prusciutta noma tua?
Stara noma salata.
LIVIETTA
Et le votre?
TRACOLLO
Noma mia star... soppressata.
LIVIETTA
Ye n'entands pas.
TRACOLLO
Mi pane non tenir.
LIVIETTA
Ah furbasce, furbasce, astor, astor.
(va verso la scena)
TRACOLLO
Porgila a me, Facenda.
Presto col tuo malanno.
(si fa dar la catena, e la nasconde)
LIVIETTA
Alons, alons
ma chère compagnons.
(vengono alcuni villani con bastoni)
TRACOLLO
(Ohimè! Fuggir non posso,
m'impedisce la pancia.)
LIVIETTA
(ai villani)
Spolliate questo vecchio, e se fam là.
TRACOLLO
Ah no, per carità.
LIVIETTA
Vite, vite.
TRACOLLO
Non strapazzara,
chi fara mi abortir. Sentir Monsù,
con liciuncia.
(piano a Livietta)
Quel vecchio star ladruna,
che mi venira appressa,
per data tentaziuna.
Lui sciatena tenir.
LIVIETTA
(a Facenda)
Non vu sete spugliate?
Alons. Donez-luy
sincanta batonate.
(ai villani che spogliano Facenda, quale comparisce tutto armato, e s'inginocchia)
Ah, trompeur! Il n'è pà
vechio, il è tut'armé.
Sarà Tracollo oui pur ma foè.
(Facenda addita Tracollo)
Coman, coman! Tracollo è se fam là?
TRACOLLO
(verso Facenda)
(Ah cane rinnegato!)
LIVIETTA
Alons me carissime
depugl'è ancor queste briconisime.
(ai villani che vanno per spogliarlo)
TRACOLLO
(Oh diavolo!) Monsù? Farò spogliarmi
per ubbidirvi, ma non permettete
che sia contaminata dalle mani
d'indiscreti villani la mia virginità,
ch'io son zitella!
LIVIETTA
Bien bien, vu spollierà le mie surella.
(fa cenno alla contadina che gli slaccia il sacco, e Tracollo comparisce tutto armato)
TRACOLLO
(Qui bisogna fars'animo.)
LIVIETTA
Ah briccone!
TRACOLLO
Non sia chi s'avvicini
morto per morto.
(si pone in difesa)
LIVIETTA
Date qua un bastone.
(dopo breve contrasto)
TRACOLLO
La vita, in cortesia: cedo, e mi rendo.
LIVIETTA
Legatelo, miei fidi.
TRACOLLO
Oh caso orrendo!
Ma tu chi sei, che tanto
mi perseguiti! Di'.
LIVIETTA
Son Livietta.
TRACOLLO
Mia cara, ah per pietà...
LIVIETTA
Voglio vendetta.
TRACOLLO
Bell'alma mia, perché così sdegnosa
con chi t'ama fedel? Se ti risolvi
meco venir, io ti farò mia sposa.
LIVIETTA
Io sposa ad un infame,
a un ladro, a un assassin?
TRACOLLO
Con sua licenza,
tra questo ed una donna,
io non fo differenza,
se non di modo.
LIVIETTA
Come?
TRACOLLO
E giornalmente
chiunque vi s'accosta
voi non assassinate civilmente?
LIVIETTA
E voi perché venite
a romperci la testa?
Sarebbe bella questa,
che avessimo a servirvi;
spassarvi, divertirvi,
per i begl'occhi vostri,
senza cercar mercé.
È un nostro sguardo, un vezzo
favor, che non ha prezzo.
Chi sol mi vuol guardare
m'ha ben da regalare.
Lo faccia, se gli piace;
se no se n' vada in pace:
salute ad esso e a me.
TRACOLLO
Hai ragion, sì signor. Ti sei placata?
LIVIETTA
Placata! Anzi, più tosto inviperita.
Non serve: vuò mandarti al podestà.
TRACOLLO
Ah, questa è crudeltà...
LIVIETTA
L'olio vi perdi, e l'opera
son risoluta.
TRACOLLO
Oh dio!
LIVIETTA
Ti voglio morto: è questo il piacer mio.
TRACOLLO
Misero! a chi mi volgerò! Sì: a voi,
a voi, numi d'Averno,
Proserpine, Plutoni,
idre, cerberi, sfingi,
tempestose tempeste,
folgori, lampi e tuoni;
a voi, che un palmo avete
di coda, funestissime comete.
Stelle fisse ed erranti,
lune mancanti e piene,
fermate il vostro corso,
per rimirar le mie tragiche scene.
Ecco il povero Tracollo
già vicino a tracollar.
Già mi vedo il laccio al collo,
già mi sento soffogar.
Questo è l'ul...timo sin...ghiozzo,
giunta è l'al...ma al gar...garozzo,
già si par...te, già se n' va.
Già la morte mi s'accosta.
Come è brutta! Vedi, vedi
con qual faccia mi minaccia,
e da capo, sino a' piedi
raffreddar, tremar mi fa.
LIVIETTA
Invano ti lusinghi
rimovermi dal mio pensier costante:
al tuo pregar, più s'inasprisce e indura
questo mio cor.
TRACOLLO
(Che barbara sventura!)
Non v'è dunque speranza?
LIVIETTA
È tratto il dado.
TRACOLLO
Vuoi così, cor di tigre? A morte io vado.
Vado, vado... ed avrai core
di veder chi t'ama tanto,
sott'al mastro di giustizia,
qual strozzato pollastrello,
sbatter tutto e palpitar.
LIVIETTA
Vanne, vanne. Io non ho core,
non so tanto, non so quanto:
sott'al mastro di giustizia,
qual strozzato pollastrello,
sbatter devi e palpitar.
TRACOLLO
Deh ti placa.
LIVIETTA
Parli al vento.
TRACOLLO
Mi perdona.
LIVIETTA
Che tormento!
TRACOLLO
Vita mia.
LIVIETTA
Via, via,
a morir, non v'è pietà.
TRACOLLO
Che martir! Che crudeltà!
Tracollo fingendo il pazzo, poi Livietta nel proprio abito di contadina.
TRACOLLO
Vedo l'aria che s'imbruna,
una stella non compare.
S'è nascosto il sol, la luna.
Che sarà!
Quanto va ch'io l'indovino?
Vorrà piovere e tuonar.
(sconciamente ride)
Par che ci pigli gusto; non vorrei
che, fingendo fingendo,
davvero poi, siccome dir si suole,
avessi a dar di volta alle carriole.
Ci vuol pazienza: sol con questa astuzia
scampar potea da morte.
Ma sento gente: all'erta, è Livietta.
A tempo a tempo: chi la fa, l'aspetta.
(guarda il cielo facendo gesti con le mani)
LIVIETTA
(Chi è costui! parmi Tracollo: è desso.
Ma come in queste spoglie,
sciolto da' lacci suoi!)
TRACOLLO
Ah Marte, Marte, intendo i pensier tuoi.
(verso il cielo)
Ma la sbagli.
LIVIETTA
(Che dice! O è pazzo, o il finge.
Vuo' rintracciarne il vero.) Galantuomo!
TRACOLLO
Oh oh non disturbate
le nostre conferenze,
che abbiamo colle stelle. Che bramate?
LIVIETTA
Niente, niente, signor (vuò secondarlo.)
TRACOLLO
Venite qua, vogliamo consolarvi.
Che v'occorre? Parlate.
Ma, pria d'ogn'altra cosa,
baciate questa mano.
LIVIETTA
Ben volentier.
TRACOLLO
Sapete chi son io?
LIVIETTA
Se non me 'l dite...
TRACOLLO
Sono...
sono il gran Chiaravalle di Milano.
LIVIETTA
E che andate facendo
per questi luoghi ombrosi e solitari?
TRACOLLO
Componendo lunari,
calendari, diari,
nottari, titolari, e... il vostro nome,
ninfa vezzosa!
LIVIETTA
Come! Voi non siete
astrologo?
TRACOLLO
Sì bene.
LIVIETTA
E no 'l sapete?
TRACOLLO
Non già, non già: de minimis
non curat prætor.
LIVIETTA
Dunque sarò io
più astrologa di voi.
TRACOLLO
Perché?
LIVIETTA
So il nome vostro.
TRACOLLO
S'io te 'l dissi, cor mio: Don Chiaravalle.
(ridendo)
LIVIETTA
Ma non diceste il ver: voi vi chiamate
Tracollo.
TRACOLLO
Mi chiamai
vuoi dir, ch'or più non vivo.
Sì son l'ombra di lui che, invendicata,
passar non posso l'onda
dal pigro Lete e andar all'altra sponda.
LIVIETTA
(Come ben finge! Or lo chiarisco.)
TRACOLLO
Ah, vieni
mia crudel omicida,
e al regno d'Acheronte omai mi guida.
LIVIETTA
Olà! Le mani a voi.
TRACOLLO
Taci e vieni, spietata.
Senza di te, da me mai non si varca
di Stige il fiume. A noi:
alla barca, alla barca.
(la prende per un braccio e fa correrla di fretta per la scena)
LIVIETTA
Deh, per amor del cielo...
TRACOLLO
Tocca, tocca.
LIVIETTA
Lasciami...
TRACOLLO
Maramao.
LIVIETTA
Almen per un momento...
TRACOLLO
Ti raccomandi invano.
LIVIETTA
Prender un po' di fiato.
TRACOLLO
Non ci sento.
LIVIETTA
Non posso più...
TRACOLLO
(Crepa.)
LIVIETTA
Son morta.
TRACOLLO
(Schiatta.)
LIVIETTA
Quando arriviamo?
TRACOLLO
Uh... ci vuol tempo ancora.
(Se non la vinco, almen vuo farla patta.)
LIVIETTA
(si getta indebolita sopra d'un sasso staccandosi a viva forza dal braccio di Tracollo, che resta incantato guardandola senza moversi)
Chi mi por...ge risto...ro,
aiut... in cor...tesi...a, ch'io man...co, io moro.
Caro perdonami
placa lo sdegno,
la destra porgimi,
di pace in segno.
Ti lascio, addio,
Tracollo mio,
di Livietta
non ti scordar.
Ah, pria che morte
mi chiuda i lumi,
eterni numi,
se giusti siete,
per poco il senno
voi gli rendete,
sinché mi veda,
per sua vendetta,
l'alma spirar.
TRACOLLO
Gli credo, o non gli credo?
M'accosto, o non m'accosto?
Divengo mollo, o mi mantengo tosto?
Temo non me la ficchi: è troppo scaltra.
È vero da una parte, ma dall'altra
mi move a compassione.
Il timor, lo strapazzo
potea farla svenir. Che tentazione!
(pensa)
Ora non occor'altro, l'ho pensata:
vo' accostarmi pian piano e, se la vedo
far un piccolo moto,
ritorno a far il pazzo e non gli credo.
(accostandosi ed osservandola)
Non si move, non rifiata,
chiusi ha gl'occhi, freddo il naso.
Saria più brutto il caso.
Vo' chiamarla. Livietta
(Livietta si scuote)
sull'erbetta a la fransé.
(scostandosi subito e ridendo)
S'è quietata, quei tremori
forse fur gl'ultimi tratti.
Sfortunata! È già spirata.
Uh mia bella morticella.
(piange; Livietta torna a scuotersi)
Sol, fa, mi, mi, sol, do, re.
(piange; Livietta torna a scuotersi)
Ah... Livietta mia.
(contraffacendo i moti di Livietta)
Or sei soverchia. E quando?
O sbrigati a morir, o sorgi e vivi.
Par che patisca anch'io
di moti convulsivi.
Ah... questo è stato certo
(contraffacendo i moti di Livietta)
l'ultimo suo respiro: se n'è andata.
Non v'è più dubbio, ho fatta la frittata.
(piangendo)
(Livietta, alzando la testa, ascolta, poi si leva da sedere e s'accosta pian piano a Tracollo)
Deh! Aspetta, anima bella, ascolta prima
(verso il cielo)
le mie discolpe: se mi finsi pazzo,
fu per salvar la pelle, e non credevo
che quel po' di strapazzo
ch'io ti diedi, per meglio
colorir la finzione,
avesse da condurti...
LIVIETTA
Ah ribaldone!
(battendolo sopra la spalla)
TRACOLLO
Uh!
(si dà uno schiaffo)
LIVIETTA
Questo ancor sai fare!
TRACOLLO
(Il core me lo disse;
co' le mie mani mi dovrei strozzare.)
LIVIETTA
Adesso t'aggiust'io.
(vuol partire)
TRACOLLO
No! Ferma, voglio
io stesso render paghi i desir tuoi.
Giacché morto mi vuoi,
non ricuso morir, co' piedi miei
vado a ripormi in man della giustizia,
or lo vedrai. Ma prima
sappi che ascosa io serbo
gran copia di denar sott'a quell'albero.
Vedilo bene, a te lascio e seco.
Udite tutti, udite,
erbette, frondi, fiori,
tigri, pantere, lupi,
orsi, cignali, pecore e pastori:
voi siate testimoni dell'estrema
mia volontà. Ti lascio questo core,
(piange)
pegno dell'amor mio,
non lo strapazzar più. Tiranna, addio.
(vuol partire)
LIVIETTA
(Mi muove a riso ed a pietade insieme.)
Senti...
TRACOLLO
Che cosa vuoi?
LIVIETTA
M'ami tu veramente?
TRACOLLO
Che ti pare?
Fa' conto che tu l'abbi a giudicare.
LIVIETTA
Non vorrei... Basta. Or via,
quello ch'è stato, è stato. Se prometti
cangiar vita e lasciare
quell'infame mestier, sarò tua sposa.
TRACOLLO
Te 'l giuro.
LIVIETTA
Avverti a te.
TRACOLLO
Che serve! È ita
la mia parola.
LIVIETTA
Or bene,
ecco la man.
TRACOLLO
Torno da morte a vita.
Benedetta finzione.
LIVIETTA
Sarai uomo dabbene?
TRACOLLO
Dabbenissimo.
LIVIETTA
Fedele alla tua moglie?
TRACOLLO
Fedelone.
E tu moglie amatissima,
sarai fida al tuo sposo?
LIVIETTA
Fedelissima.
Sempre attorno, qual palomba
al suo caro palombaccio,
ti starò, dicendo cru...
crudelaccio, vieni a me.
TRACOLLO
Sempre appresso, qual montone
all'amata pecorella,
ti verrò, dicendo be...
bella, bella, vengo a te.
LIVIETTA
Oh, che gusto!
TRACOLLO
Che diletto!
LIVIETTA E TRACOLLO
Per la gioia il core in petto
io mi sento liquefar.
Fine del libretto.
Generazione pagina: 14/01/2016
Pagina: ridotto, rid
Versione H: 3.00.40
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