LINDA DI CHAMOUNIX
Melodramma.
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Libretto di Gaetano ROSSI.
Musica di Gaetano DONIZETTI.
Prima esecuzione: 19 maggio 1842, Vienna.
Personaggi:
Il MARCHESE di Boisfleury |
basso |
Il VISCONTE di Sirval |
tenore |
Il PREFETTO |
basso |
ANTONIO affittaiuolo, padre di linda |
baritono |
PIEROTTO giovane orfano savoiardo |
contralto |
L'INTENDENTE del feudo |
tenore |
MADDALENA madre di |
soprano |
LINDA |
soprano |
Savoiardi, Savoiarde, Fanciulli, Fanciulle.
Atto 1. La partenza da Chamounix.
Atto 2. Parigi.
Atto 3. Il ritorno in Chamounix.
Programma
Viveva in Chamounix, piccolo villaggio della Savoia, una povera, ma onesta famiglia di affittaìuoli, composta di due coniugi alquanto attempati, e d'un'unica figlia. A questa avevano i genitori rivolte tutte le loro cure, e se l'indole nobile della fanciulla era loro di dolce conforto, non li lasciava però senza pensiero la non comune bellezza di Linda, che tale era il nome di essa. Non tardò a scoprire questa sorgente beltà il giovane Visconte di Sirval, figlio della marchesa feudataria del villaggio. Il vederla ed accendersi per lei di vivissimo amore fu un sol punto; ma informato della virtuosa condotta di Linda egli ben previde che l'alta sua nascita anziché favorire il suo amore sarebbe stata un ostacolo alla corrispondenza della fanciulla, e giudicò miglior partito di celare il suo stato, e ad essa offrirsi sotto la semplice foggia di pittore. Ma nello stesso tempo il fratello della marchesa, uomo di principii non troppo austeri, erasi preso di capriccioso amore per Linda, e recatosi al villaggio sotto pretesto di rinnovare alla famiglia l'affitto dei beni, e di provvedere alla sorte futura della fanciulla, cercava di seco condurla al castello. Le sue mire furono però facilmente scoperte dal Prefetto del villaggio, e a salvare l'onesta fanciulla dal pericolo che la minacciava consigliò ai genitori di essa di unirla agli altri abitanti del villaggio, i quali, com'è costume, appunto in sul finire d'autunno si recano a Parigi, onde guadagnarsi col canto e la ghironda il sostentamento nella rigida stagione. Appena informato della partenza di Linda, il Visconte non tardò a seguirla a Parigi, e colà rinvenutala, le scoperse il suo vero stato, di nuovo le giurò eterno amore, e le diede comodo ed elegante alloggio in casa d'una sua parente, che incaricò di provedere a tutto quanto potesse abbisognarle. Ma intanto la madre del giovane Visconte, era per condurre ad effetto il progetto, che da gran tempo nutriva di unire il proprio figlio ad una nobile e ricca donzella. Terribile fu nell'animo del Visconte il combattimento fra l'amore per Linda, e l'obbedienza al volere materno. E già questo sentimento stava in procinto di vincere il primiero affetto: già tutto era pronto per gli sponsali, quando ad un tratto il Visconte scompare dal corteo nuziale. Intanto Pierotto, orfanello savoiardo, che era stato a Linda compagno nel viaggio, informato a caso dell'imminente sposalizio del Visconte, era corso ad avvertirne l'infelice fanciulla. Questo colpo inaspettato le tolse la ragione, e vedendola in tale stato deplorabile Pierotto stimò miglior partito ricondurla al tetto paterno. Il Visconte che dopo l'interrotta scena degli sponsali era corso da Linda non avendola rinvenuta dopo inutili ricerche fatte a Parigi, si diresse a Chamounix, onde mitigare per quando gli fosse possibile il dolore degl'infelici genitori. Breve tempo dopo il suo arrivo giunge Linda accompagnata dal fedele Pierotto. Alla voce affettuosa dell'amante ritorna a Linda la smarrita ragione, il Visconte al colmo della gioia la proclama sua sposa in presenza di tutti gli abitanti del villaggio.
[Sinfonia]
Interno d'una cascina.
A destra verso il fondo la porta d'una stanza. Una rustica sedia a braccioli, vicina. Una panca, qualche sedia. Il prospetto è aperto, e da esso scorgesi un sito pittoresco sulle montagne di Savoia, e parte del villaggio. Una chiesa sull'alto.
L'aurora, il sole va poi gradatamente illuminando la scena.
Si odono gli ultimi tocchi d'una campana. Varie voci da opposte parti, che si ascoltano: si vedono poi uomini, donne, fanciulli avviarsi al tempio, poi Maddalena, indi Antonio.
[N. 1 - Coro d'introduzione, scena e romanza]
CORO
Presti! Al tempio! Delle preci
diè il segnal la sacra squilla!
Già del sol vivo scintilla
sulle cime il primo raggio,
e i perigli del viaggio
degna il cielo rischiarar:
la speranza, ed il coraggio
non potranno vacillar.
(terminato il coro apresi la porta della stanza a destra, e vi esce pian piano Maddalena, che si ferma sulla soglia, guardando ancor dentro)
MADDALENA
Linda, mia dolce figlia! Tu nel sonno,
dell'innocenza ancora giaci ~ a lungo
in assiduo lavoro
provvida tu per noi vegliasti, e lieti
saranno i sogni tuoi.
(chiude la stanza)
Ma forse al ridestarti qui fra noi
tutto fia duol. Con quale
ansia angosciosa attendo,
del marito il ritorno!
Decidersi in tal giorno
deve tutto per noi. Chi sa?
(osservando)
Già viene
Antonio...
(incontrandolo)
ANTONIO
MADDALENA
(con premura)
Ebbene?
ANTONIO
MADDALENA
S'è così, respiro.
Ei può tutto, speriamo.
Resterem.
ANTONIO
MADDALENA
Ma se è ver, che sua eccellenza
è per noi, che temi mai?
ANTONIO
Varie voci al di fuori d'Uomini e Fanciulli presso la cascina. Indi questi procedono e circondano il Marchese, che entrerà poi inseguito da L'intendente.
[N. 2 - Scena e cavatina]
CORO
Viva! Viva!
MADDALENA E ANTONIO
Quai grida?
CORO
Eccellenza.
MADDALENA E ANTONIO
E che mai?
(osservando)
CORO
La preghiamo.
(il Marchese entra coll'Intendente)
MADDALENA E ANTONIO
Il Marchese!
MARCHESE
Olà! Quieti.
CORO
Si mostri cortese.
MARCHESE
(a L'intendente)
Da' a costor degli scudi.
L'INTENDENTE
Assai bene.
(gettando monete al coro)
CORO
Grazie.
(raccogliendo avidamente le monete, e baciando rispettosi le mani e le vesti al Marchese)
Viva!
MARCHESE
(con gravità)
Ma basta... ma andate...
Siam chi siamo; di cor generoso
ma guai poi se montiamo in furor!
L'INTENDENTE
Sua eccellenza ha un gran cor generoso,
ma poi guai... guai se monta in furor!
MARCHESE
(guardando intorno)
(Or a noi... ma la Linda sol bramo.
Cominciam, protezione e maniere.)
Buona gente, noi siamo chi siamo...
L'intendente ci ha detto, sappiamo:
(guardando sempre)
e venuti siam qui per vedere
in persona, vicin, ma dov'è?
Noi vogliam far piacere e piacere
perché poi si sa bene, cioè...
Or sul nostro possente favore,
buona gente potete sperar.
L'INTENDENTE
Sua eccellenza di Cesare ha il core,
da lui tutto potete sperar.
MADDALENA E ANTONIO
Una povere onesta famiglia
voi potete salvar, consolar.
MARCHESE
Lo vogliamo, (e colei non si vede...)
ma a proposito ov'è la famiglia?
Dire intesi, ch'avete una figlia...
ANTONIO
MARCHESE
E si dice assai bella.
MADDALENA
È figlioccia di vostra sorella:
MARCHESE
Tanto meglio. De sanguinis iure
suo Marchese, padrin son io pure;
anche a lei pensar dunque dobbiamo,
ma dov'è! Ma che almen la vediamo:
questa cara figlioccia che fa?
MADDALENA
È di là...
(segnando la stanza)
MARCHESE
Venga qui dal suo padrino:
MADDALENA
Verrà subito...
MARCHESE E L'INTENDENTE
Subito qua.
MARCHESE
Alla fine ci sono arrivato,
e da me più fuggir non potrà.
L'INTENDENTE
(al Marchese)
Ve l'ho detto: son già nell'agguato
il mio piano sbagliar non potrà.
ANTONIO
MARCHESE
(vedendo Maddalena)
Ecco viene... Mia bella figlioccia.
(andando verso la stanza allegro)
MADDALENA
(timida)
Eccellenza dispiacemi...
MARCHESE
Ohimè!
MADDALENA
La credeva di là, ma non c'è.
MARCHESE
Come? Come? Che? Forse ritrosa
dal padrino si tiene nascosa.
(va sulla porta)
ANTONIO
MARCHESE
E frattanto così sul più bello
il padrino deluso restò.
MADDALENA E ANTONIO
La scusate eccellenza, perdono.
MARCHESE
Oh! Già in collera non sono
non temete, buona gente:
state pure allegramente
siamo noi che lo diciamo
lo vogliamo, lo possiamo.
Con quei pascoli d'intorno,
come già li aveste un giorno,
a voi soli in affittanza,
abbellita ed ingrandita
la casina resterà.
E la bella figlioletta
d'allevar fia nostro impegno:
nel castel, da noi protetta,
avrà un posto di lei degno:
co' la vostra, amici cari,
fatta è già la sua fortuna
bestie, pascoli, e danari
nulla più vi mancherà.
Così Linda al suo padrino
la sdegnosa non farà.
L'INTENDENTE
State allegro: al buon padrino
Linda ingrata non sarà.
MADDALENA E ANTONIO
Ah! La vita ci rendete...
(volendo baciargli le mani)
Eccellenza, permettete,
benedirvi, ringraziarvi
abbastanza il cor non sa.
CORO
Che bel core avete in petto!
Siate sempre benedetto!
Adorato il vostro nome,
eccellenza ognor vivrà.
(esultanti l'accompagnano)
Linda con un mazzetto di fiori, poi il coro dei Fanciulli, indi Pierotto.
[N. 3 - Recitativo e cavatina]
LINDA
(dalla stanza)
Ah! Tardai troppo, e al nostro
favorito convegno non trovai
il mio diletto Carlo, e chi sa mai
quanto egli avrà sofferto!
Ma non al par di me! Pegno d'amore
questi fior mi lasciò! Tenero cuore!
E per quel cuore io l'amo,
unico di lui bene.
Poveri entrambi siamo.
Viviam d'amor, di speme:
pittore ignoto ancora
egli s'innalzerà co' suoi talenti
sarà mio sposo allora. Oh! Noi contenti!
O luce di quest'anima,
delizia, amore e vita,
la nostra sorte unita,
in terra, in ciel sarà.
Deh vieni a me, riposati
su questo cor che t'ama.
(si appoggia triste, pensosa alla tavola guardando il mazzetto. I fanciulli arrivano con frutta, pagnotte, ricotta, siedono per terra e mangiano)
[N. 4 - Scena, romanza e ballata]
CORO
Qui pria della partenza
facciamo allegri onore a sua eccellenza.
O Linda qui con noi.
LINDA
Vi ringrazio.
ALCUNI
E Pierotto! Dov'è il caro
il nostro buon Pierotto?
PIEROTTO
(voce di dentro)
Cari luoghi ov'io passai
i primi anni di mia vita
v'abbandono, e chi sa mai
quando ancor vi rivedrò.
Poverello, abbandonato
senza affetto e senza aita,
de' miei giorni il più beato
sarà il dì che tornerò.
Ed allor che il tristo pianto
in piacere fia cambiato
rivedrò l'asilo amato
ove fui felice un dì.
Risuonare del mio canto
io faro le selve ancora,
de' miei giorni il più beato
sarà il dì che tornerò.
(Pierotto comparisce)
CORO
Ma eccolo Pierotto!...
PIEROTTO
Amici miei
vi saluto.
ALCUNI
Facesti colazione?...
PIEROTTO
Sì.
TUTTI
Torna a farla qui con noi.
PIEROTTO
Obbligato.
CORO
Almen resta in compagnia.
Qui stiamo in allegria:
cantane la ballata,
che nova hai preparata.
PIEROTTO
È troppo melanconica.
CORO
Deh! Canta!
PIEROTTO
Ma voi ne piangerete
CORO
E caro è pur quel pianto!
Canta, Pierotto.
PIEROTTO
Lo volete: io canto.
Per sua madre andò una figlia
miglior sorte a ricercar.
Co' le lagrime alle ciglia
le dolenti s'abbracciar.
Pensa a me, dicea la madre,
serba intatto il tuo candore,
nei cimenti dell'amore
volgi al nume il tuo pregar...
Ei non puote a buona figlia
la sua grazia ricusar.
(il coro ripete)
LINDA
Questa tenera canzone
mi fa mesta palpitar.
PIEROTTO
Quei consigli, ahi! Troppo poco
la tapina rammentò.
Nel suo cor s'accese un foco,
che la pace le involò.
La tradita allor ritorna,
cerca invan di madre un seno,
di rimorsi il cor ripieno
una tomba ritrovò.
Sulla tomba finché visse
questa mesta lagrimò.
(il coro ripete commosso, e singhiozzante)
CORO
Viva Pierotto: or su allegri stiamo,
e a prepararci al nostro viaggio andiamo.
(partono)
Linda, indi il Visconte sotto il nome di Carlo.
[N. 5 - Scena e duetto]
LINDA
Non so, quella canzon m'intenerisce,
e mi rattrista. Ho anch'io una madre, e forse...
e Carlo... Andrò domani
io prima ad aspettarlo...
Oggi pazienza...
(si mette al mulinello per lavorare)
VISCONTE
(Carlo)
(dal prospetto, e venendo dal lato opposto donde partirono il coro e Pierotto)
Linda!... Linda!
LINDA
(alzandosi con gioia)
Ah! Carlo
VISCONTE
(Carlo)
Sei tu sola?
LINDA
Sì, e gemeva
di passar un giorno intero
di te priva.
VISCONTE
(Carlo)
Io non poteva
sopportar dolor sì fiero.
LINDA
Non trovarti!
VISCONTE
(Carlo)
Non vederti
era un dì d'orror per me.
Da quel dì che t'incontrai
ad amar quel dì imparai.
A que' pini all'istess'ora
ogni giorno t'aspettava:
puro amor te la guidava,
s'intendeano i nostri cor.
È l'amarti il mio destino:
la mia gioia è a te vicino...
tutto scordo a un tuo sorriso...
tutto in te mi dona amor.
La mia vita in questo eliso
passar teco io possa ognor.
LINDA
Chi te 'l vieta?
VISCONTE
(Carlo)
Un dì lo spero
ma per or...
LINDA
Fatal mistero!
VISCONTE
(Carlo)
Che a serbar costretto io sono.
LINDA
Son più misera di te.
A mia madre un sol finora
non celai de' pensier miei:
e un segreto or ho per lei,
cui più cara sembro ognora;
alla quale tu involasti
tanta parte del mio cor.
(guardando Carlo tenerissima)
Anche allor che della sera
io la seguo alla preghiera
col suo nome un altro nome
sul mio labbro viene ancor.
Dio che legge nel cuor mio
sa che puro è il mio fervor.
VISCONTE
(Carlo)
Ah! che un angelo tu sei...
ei t'udrà.
LINDA
Lo bramo e spero
io rispetto il tuo mistero,
ma mi costa.
VISCONTE
(Carlo)
E quanto a me!
LINDA E VISCONTE
(Carlo)
Quel dover celare nel core
un sì forte e dolce affetto,
lungi star dal caro oggetto
de' più teneri desir:
è il più barbaro dolore,
che un amante può soffrir.
LINDA
Dimmi: e quando tal mistero
cesserà?
VISCONTE
(Carlo)
Presto...
LINDA
(con gioia)
Fia vero?
Insieme
LINDA
A consolarmi affrettisi,
tal giorno sospirato!
Innanzi al cielo, agli uomini
tua sposa diverrò.
VISCONTE
(Carlo)
A consolarmi affrettisi,
tal giorno sospirato!
Innanzi al cielo, agli uomini
tuo sposo diverrò.
LINDA E VISCONTE
E allor non più dividersi
col mio tesoro a lato:
di puro amor fra l'estasi
in ciel mi troverò.
(Linda l'accompagna per la porta della stanza)
Il Prefetto, ed Antonio.
PREFETTO
(misterioso)
Qui, buon Antonio, qui soli.
ANTONIO
PREFETTO
Il fiero
periglio, ch'io già prevedea.
ANTONIO
PREFETTO
Sì, una disgrazia orribile...
ANTONIO
PREFETTO
Il perverso!
ANTONIO
PREFETTO
(marcato)
Ah! Non credete: egli v'inganna.
ANTONIO
PREFETTO
Promettete
d'esser prudente!
ANTONIO
PREFETTO
Fremete... Inorridite!
Quella pietà sì provvida,
ch'egli per voi mostrava,
le sorti lusinghevoli
di cui v'affascinava,
non son che inique trame
già tese al vostro onor.
ANTONIO
PREFETTO
Arde per Linda il perfido
d'un esecrato amor.
ANTONIO
PREFETTO
È giusto: ma calmatevi.
ANTONIO
PREFETTO
Antonio rammentatevi...
ANTONIO
Insieme
ANTONIO
PREFETTO
Veglia custode un angelo
ad ogni suo periglio
nel cielo confidatevi:
ragion vi dia consiglio
la figlia un padre misero
il cielo salverà.
ANTONIO
PREFETTO
Allontaniamola:
di tutto egli è capace
ognun qui trema e tace.
ANTONIO
PREFETTO
E subito
coi nostri montanari,
che parton fra un'ora.
ANTONIO
PREFETTO
Il ciel la guiderà.
ANTONIO
PREFETTO
Il pan non mancherà.
Presso d'un mio fratello
Linda a Parigi andrà.
Un altro padre in quello
ivi ritroverà.
ANTONIO
PREFETTO
Dalle rie brame impure
quell'angiol fuggirà.
ANTONIO E PREFETTO
Esaltiam la tua potenza,
o divina provvidenza!
Tu conforti il cor che geme,
co' la speme, co' la fé.
Veglia tu sull'innocenza,
serbi Linda il tuo favore
bella ognor del suo candore,
degna sempre, o ciel, di te.
[N. 6 - Finale primo]
ANTONIO
PREFETTO
Io vado intanto
Linda a cercar.
Linda con un foglio in mano, e il Prefetto.
LINDA
(giuliva)
Miei cari genitori!
Non più duolo! Me lieta! Venerato
signor Prefetto.
PREFETTO
E donde
tanta gioia?
LINDA
Ecco il foglio già segnato
della nuova affittanza.
PREFETTO
(fremente)
Il reo mercato
del vostro disonor.
LINDA
(colpita)
Come?
PREFETTO
Al castello
di perdervi si trama.
LINDA
Ivi son io
chiamata dal Marchese.
PREFETTO
Trematene: l'inganno, la violenza...
LINDA
Che far dunque degg'io?
PREFETTO
Partir...
LINDA
(con pena)
Partire?
Lasciar mia madre!... (E Carlo!)
PREFETTO
A prevenire
l'andò già vostro padre.
LINDA
Eccola! Ah! Piange.
Dalle alture del villaggio compariscono giovani savoiardi, savoiarde, col loro fardello appeso alle spalle ed al bastone, in mezzo ai loro parenti. Pierotto pure col proprio fardello, e una ghironda, Maddalena, Antonio con un fardello e cappellino per Linda. Il Prefetto.
(abbracciandosi desolate)
LINDA
Madre mia! Madre mia!
MADDALENA
Figlia! Mi sei
dunque tolta!
ANTONIO
MADDALENA
(singhiozzante)
Oh sì!
PREFETTO
Vedete
quante madri, e figliuoli
a separarsi vanno: or via coraggio.
PIEROTTO
Signor Prefetto, siamo qui...
PREFETTO
Pierotto,
orfano sulla terra,
ti fido in Linda una sorella: scorta
siale con questa lettera a Parigi. (dandogli una lettera)
PIEROTTO
Linda con noi...
(vorrebbe più dire, ma il Prefetto impone silenzio)
PREFETTO
Miei figli,
tetro sovrasta il vento,
fremente la bufera
mugge di rupe in rupe, e il ghiaccio eterno
comincia a biancheggiar dell'uniforme
ammanto delle nevi: ovunque al guardo
squallida par natura. È giunta l'ora
in cui da' vostri tetti
voi siete ogni anno a dipartire astretti;
e con solerte cura
gir tra le genti a procacciar per voi,
e le famiglie vostre il desiato
soccorso uman, che alle fatiche e zelo
conceder suol sempre benigno il cielo.
Pria dell'ultimo addio meco v'unite
il cielo ad implorar, poscia partite.
(tutti si prostrano)
Tutti.
Insieme
PADRI
O tu che regoli ~ gli umani eventi,
speme dei miseri ~ degl'innocenti,
su questi vigila ~ con fausto ciglio
ah tu difendili ~ d'ogni periglio
nella tua grazia ~ onnipossente
o dio clemente ~ serbali ognor.
È forza piangere ~ madre oh! dolore.
Sovvienti, abbracciami ~ mi scoppia il core.
MADRI
O tu che regoli ~ gli umani eventi,
speme dei miseri ~ degl'innocenti,
su questi vigila ~ con fausto ciglio
ah tu difendili ~ d'ogni periglio
nella tua grazia ~ onnipossente
o dio clemente ~ serbali ognor.
È forza piangere ~ padre oh! dolore.
Sovvienti, abbracciami ~ mi scoppia il core.
FIGLI
O tu che regoli ~ gli umani eventi,
speme dei miseri ~ degl'innocenti,
su noi tu vigila ~ con fausto ciglio
ah tu difendici ~ d'ogni periglio
nella tua grazia ~ onnipossente
o dio clemente ~ serbaci ognor.
È forza piangere ~ madre oh! dolore.
Sovvienti, abbracciami ~ mi scoppia il core.
PREFETTO
Si cessi il piangere ~ fiducia in dio.
Insieme
MADRI
Forti mostriamoci ~ figli addio.
FIGLI
Forti mostriamoci ~ oh madre addio.
LINDA
Forti mostriamoci ~ oh! Carlo addio.
(i fanciulli si dividono dai parenti, vanno allontanandosi sulla montagna: di là si volgono, melanconici, stendono le braccia ai parenti, che corrispondono. Linda al fianco di Pierotto si volge, porta la mano al cuore. Antonio, Maddalena la seguono cogli occhi. Tutti ripetono un addio)
Elegante appartamento d'una casa di Parigi.
Alla destra dell'attore porta che conduce alle stanze. A sinistra porta d'ingresso. Nel fondo in prospetto una grande finestra, dalla quale si guarda sulla strada. Tra la finestra e la porta segreta. Dal lato medesimo una ricca toilette: sedia vicina, tavolini, sedie, e mobili di lusso, e moda a quel tempo.
Linda seduta pensosa.
[N. 7 - Scena e duetto]
LINDA
Già scorsero tre mesi,
né più novella intesi
de' genitori miei. Loro inviai
quel poco di denaro,
che per le vie cantando io guadagnai.
(dalla strada odesi il suono di ghironda)
Cielo, che ascolto? Una ghironda. E questa
musica?... Io la conosco.
UNA VOCE
(dalla strada)
Soccorrete
povero savoiardo!
LINDA
(commossa)
Ah! La sua voce!
È lui...
(si affaccia alla finestra, poi volta alla porta d'ingresso)
Pierotto... Savoiardo... ascendi...
Lasciatelo venire...
Pierotto col cappello in mano, la ghironda appesa dietro le spalle. Si ferma sulla porta timido, incerto, osservando Linda, la stanza.
PIEROTTO
Linda!... Oh! signora!
Perdonate... io credei...
Una voce...
LINDA
(affettuosa)
Pierotto!
PIEROTTO
Ah! È lei... Sì, è lei.
LINDA
La tua compagna.
PIEROTTO
E del mio cor sorella. Io vi cercai
dove già vi condussi, e ritrovai
morto il vecchio fratel del mio Prefetto,
e voi di là partita...
Quindi caddi ammalato...
Quanto soffersi!... Freddo, fame, stenti.
Con quest'orrido freddo...
LINDA
(con pena)
Ah! Taci, taci.
PIEROTTO
Fui persin ridotto
a mendicar...
LINDA
Mio povero Pierotto!
(gli porge del denaro, che stava sulla toilette)
Tieni, e spesso ritorna a rivedermi.
PIEROTTO
Ah! Sempre così buona.
(osserva il denaro, e poi sorpreso)
Quanto denaro! Anche dell'oro!... Linda.
LINDA
Quanto qui vedi è tutto
del mio futuro sposo, quel pittore
che tu vedevi spesso.
PIEROTTO
Ebbene?
LINDA
È figlio,
della marchesa di Sirval, di lei
ch'è nostra feudataria: egli mi amava,
e seguimmi a Parigi.
PIEROTTO
E già palese
è il vostro matrimonio a quel Marchese
lo zio del tuo futuro,
ch'era già a Chamounix, che mostrò tanta
sorpresa ora vedendoti al balcone?
LINDA
Il Marchese! No! Questo è ancor mistero.
PIEROTTO
Le nozze si faran presto?
LINDA
Lo spero.
PIEROTTO
E dove?
LINDA
A Chamounix.
PIEROTTO
Che gioia! Allora
voi la vostra padrona... e la signora.
Or che v'ho ritrovata,
dopo quel che ho sentito,
non mi ricordo più quanto ho patito.
Al bel destin che attendevi,
Linda, ancor io sorrido:
come il fratel più tenero,
vostro piacer divido,
che sì bel giorno acceleri
il ciel vo' supplicar.
LINDA
Sì, buon Pierotto, fervido
innalza il tuo pregar.
PIEROTTO
Dei genitori immagino
la gioia in abbracciarvi.
Tutta la valle in giubilo
fuor esce ad incontrarvi:
che sì bel giorno acceleri
il ciel vo' supplicar.
LINDA
Addio Pierotto...
PIEROTTO
O Linda, addio.
Insieme
PIEROTTO
Allor ch'io passo sotto il balcone
quella pietosa nostra canzone.
LINDA
Allor che passi sotto il balcone
quella pietosa nostra canzone.
LINDA
Almen, Pierotto, non iscordar.
PIEROTTO
Linda, mi udrete sempre intonar.
(Pierotto parte)
Linda, poi il Marchese.
LINDA
Come calma e conforta
un atto di pietà! Quel buon Pierotto
or è contento... ed io con esso. Un cenno
del Marchese mi fe'... S'egli tentasse
ordinerò...
(mentre s'avvia alla porta a sinistra, si presenta il Marchese)
Che vedo!...
MARCHESE
(con galanteria)
Ecco un fedele
vostro svisceratissimo, o crudele
mia bella fuggitiva. Permettete.
(volendo baciarle la mano)
LINDA
(grave)
Signor che mai credete?
Vi prego...
MARCHESE
Vi scongiuro: finalmente
siam chi siamo. Il Marchese Ettore, Achille
etcetera... Un'antica conoscenza
mia cara figlioccetta...
LINDA
Ite, non posso
e non debbo ascoltarvi...
MARCHESE
Sì geloso
è dunque il fortunato possessore
di tal fior di beltà?
LINDA
Basta, o signore,
andate.
MARCHESE
Eh! Via. Fra noi. Son vari mesi
che abitate Parigi. Ora dovete
ben conoscere il mondo. Io lo conosco
ben più d'altri, io che fui
in quei felici dì della reggenza,
la vera quintessenza
della galanteria...
(accostandosele, con vezzo caricato)
LINDA
Lasciatemi. Partite.
(Cielo! Se arriva Carlo!)
MARCHESE
Ohibò! Sentite.
LINDA
Io vi dico, che partiate.
MARCHESE
Io rispondo, che ascoltiate...
LINDA
Non lo debbo non lo voglio.
MARCHESE
Tutto bello, sin l'orgoglio!
LINDA
Chiamo gente!
MARCHESE
Un sol momento.
(osservando intorno)
Questo vostro appartamento
non c'è male, egli è grazioso;
ma d'offrirvi io mi fo vanto
un palazzo sontuoso.
I più splendidi equipaggi,
servitù, cavalli e paggi,
a' vostri ordini un banchiere,
quanto mai vi fa piacere...
(con ipocrisia)
Senza offender la morale...
senza un'ombra pur di male,
tutto pongo ai vostri piè...
Via, carina, sii buonina,
non mi far la ritrosetta.
Questa vecchia malizietta
alla moda più non è.
LINDA
Sto sorpresa, come mai
tanto reggere potei,
come intrepida ascoltai
vostre offerte, e detti rei,
vergognatevi, o signore;
le rifiuto con orrore.
E sappiate ch'io qui sono
qual regina sovra il trono,
che qui trovo quanto un cuore
può sperare, e può bramar.
Qui sacrati a un caro oggetto
tutti son gli affetti miei,
io tradirlo non potrei,
morrei prima che un altro amar.
MARCHESE
Ah! Ah! Ah! La mia severa
già lo prova... il cor ritroso.
Sente amor...
LINDA
(con dignità)
Per uno sposo.
MARCHESE
Sposo! Eh via.
LINDA
N'ebbi la fede.
MARCHESE
Romanzetti!... Chi vi crede?
Sarà qualche provinciale,
sbarbatello... Chi sa?
LINDA
(con impeto e minaccia)
È un tale,
che se mai giunge a scoprire
vostre infami indegne mire,
ne dovrete ben tremar.
Guai se v'ode, o trova qui!
MARCHESE
(scosso)
Che? Può udir... trovarmi!
LINDA
(minacciosa)
Sì!
Insieme
MARCHESE
(A dire il vero per un capriccioso
che mi trovassi in brutto impiccio,
se mai qui a cogliermi giunge quel tale,
forse un intrepido franco ufficiale.
Quei non ischerzano sfidano, e addio!
Guardati, pensaci, Marchese mio.
Amo le belle, sì, questo è vero,
ma la mia pelle voglio salvar.)
LINDA
(guardando verso la porta segreta)
Ciel non permetti, che di là Carlo
lo possa intendere, qui ritrovarlo.
Delle sue visite questa è già l'ora,
se qui s'incontrano... deh! che mai fora?
Quanto è crudele questo cimento!
Solo a pensarvi gelar mi sento.
Quanto mi costi, fatal mistero!
Il ciel l'incauta vuol castigar.
LINDA
(con forza)
Andate.
MARCHESE
Andate? Ih! Ih! Ih! Che altura!
Andrò... regina... non per paura.
Ma almen per merito dell'obbedienza,
un sorrisetto, non costa niente...
(volendo prenderle la mano)
Questa manina...
LINDA
(ritirandola con dispetto)
Vecchio insolente!
MARCHESE
Eh! Eh? Che furie! Perché son vecchio!
Ma...
LINDA
(con grand'ira)
Basta, uscite...
MARCHESE
(ridendo)
Uscite! Ah! Ah!
Insieme
LINDA
Troppo omai mi cimentaste
ed in tutto voi mancaste.
L'alto rango che vantate,
uom perverso, deturpate.
Di qui fuori, e non ardite
più a me innanzi a ritornar.
Sì, Marchese, ho un difensore,
che mi puote vendicar.
MARCHESE
(con decisione)
Oh! Guardate... la regina
da ricotte, da cascina!...
Ah! Sentite come impera!
Minacciosa, e parla altiera.
V'obbedisco, o gran sultana
e vi prego a perdonar.
Me la batto con onore,
e la feci un po' arrabbiar.
(partono)
Il Visconte, poi Linda.
[N. 8 - Scena e romanza]
(s'apre la porta segreta, e comparisce il Visconte, in gran uniforme)
VISCONTE
(chiudendo la porta)
Linda! Si ritirò povera Linda!
Non sa che l'orgogliosa madre mia
scoprì già i nostri amor... ch'or da lei parte:
che s'oggi non istringo
un odioso imeneo, che già conchiuse
in suo voler tiranno
un ordine real!... Mi strapperanno
dal seno l'infelice,
qual vile seduttrice!
Un sol momento
veder io la voleva. Non mi sento
or più coraggio. Addio,
il cielo ti consoli, angelo mio.
Se tanto in ira agli uomini
è l'amor nostro, o cara,
il duro laccio infrangasi
di questa vita amara.
Lassù nel cielo un termine,
la nostra guerra avrà.
[N. 9 - Scena e duetto]
VISCONTE
(volto alla porta con passione)
Addio...
(in questo s'apre la porta, e si presenta Linda)
LINDA
(con lieta sorpresa)
Carlo!
VISCONTE
(trasalendo)
Ah!
LINDA
(affettuosa)
Il mio cor con un repente
battito violento mi dicea
ch'eri qui.
VISCONTE
Se adesso...
LINDA
(osservandolo)
Ebben! Cos'hai?
Presso di Linda tua!
VISCONTE
(Mia!) Gravi cure.
LINDA
Tu se' in grand'uniforme. Tu sei bello,
ma per le nostre nozze...
VISCONTE
(Dio!)
LINDA
Ti voglio
col tuo vestito di pittore.
VISCONTE
(triste)
Oh! Allora
tempi felici!
LINDA
(ingenuamente, con tenerezza)
Ed ora?
Il nostro cor non è forse lo stesso!
Come allor, forse più, non ci amiam noi?
VISCONTE
(con ardore)
Linda! Tu m'ami?
LINDA
E domandar me 'l puoi?
VISCONTE
Ah! Dimmi... Dimmi, io t'amo
dimmi: a te penso ognor.
Con quell'accento d'angelo,
t'amo, ripeti ancor.
LINDA
(tenerissima)
Sì, caro mio, sì t'amo
quanto amor puote un cuor:
per te mi è dolce il vivere,
vivo per te d'amor.
VISCONTE
Oh! Linda, io soffro.
LINDA
(inquieta)
Oh! Dio.
VISCONTE
(portando la mano al core)
Senti qui, cara!
LINDA
(con amorosa ingenuità)
È il mio.
Insieme
LINDA
Prova una fiamma insolita,
incognito desir.
Nell'abbandon più tenero
lo sento poi languir.
VISCONTE
Provo una fiamma insolita,
un fervido desir.
Nell'abbandon più tenero
lo sento poi languir.
VISCONTE
I nostri cor s'intesero...
LINDA
Dal primo giorno.
VISCONTE
Abbracciami.
LINDA
(si ritira arrossendo)
Ah che mai chiedi incauto...
VISCONTE
Primo favor che supplico,
Linda, se m'ami.
LINDA
(agitata)
E il dubiti?
VISCONTE
Qui sul mio cor?
LINDA
No!
VISCONTE
Barbara!
Un puro amplesso.
(stendendo le braccia)
LINDA
(penosamente)
Cielo!
Dammi tu forza.
(in questo dalla strada odesi il suono della ghironda di Pierotto)
(rassicurata)
Ah! Senti,
(staccandosi da lui)
il cielo, che ricordami
mia madre, il mio dover.
VISCONTE
(scosso fissandola)
Linda!
LINDA
(con fervore)
Tu mi ami? È ver?
Insieme
LINDA
Ah! Vanne, o caro, e lasciami
in tutto il mio candore,
non assalire un debole,
e troppo ardente core:
più ancor s'egli è possibile,
in premio io t'amerò.
VISCONTE
Non so, non so resisterti;
io cedo al tuo fervore.
Anima mia, perdonami,
cieco io son d'amore:
amami tu, lo merito
per quanto io penerò.
(rientra per la porta segreta)
Linda, poi Antonio.
[N. 10 - Finale secondo]
LINDA
(riflettendo)
Per quanto io penerò! Che dir voleva,
e quai sguardi, partendo ei mi volgeva?
Di dolor, di pietà... Non so ma a un tratto,
mi sento tutto il core sopraffatto.
Forse presagio di sciagure... Eh! Folle!
(osservando)
Ma chi vien? Nel barlume un savoiardo.
Parmi...
ANTONIO
LINDA
(colpita vivamente)
Oh dio!
Possibile!
ANTONIO
LINDA
(avendolo riconosciuto)
Chi vegg'io?
(cade sulla sedia vicina alla toilette)
ANTONIO
LINDA
(Oh! Mio padre... in qual momento
lo rivedo... in quale stato!
Triste, povero, curvato
mi fa gemere, e tremar.)
ANTONIO
LINDA
(Or che dire?)
ANTONIO
LINDA
(stendendogli la mano con una borsa)
Vi compiango, anzi tenete.
Insieme
ANTONIO
LINDA
(Ah! Scoprirmi a lui non oso
né fissar su lui le ciglia;
solo improvvida è tua figlia
ancor puro è questo cor.
Tanto cara ei m'ha pur ora,
me perduta egli deplora;
del mio stato tutto adesso
riconosco, oh! dio l'orror.)
ANTONIO
LINDA
(in ginocchio, prendendogli la mano, e baciandola)
No... a me spetta... o padre mio...
ANTONIO
LINDA
Son io.
ANTONIO
LINDA
Non son rea, padre, m'udite.
ANTONIO
LINDA
Deh! Perdon!
ANTONIO
Pierotto, e i precedenti.
PIEROTTO
(agitato)
Linda! Oh qual nuova!
ANTONIO
PIEROTTO
(sorpreso)
Antonio
qui vi ritrovo!
ANTONIO
PIEROTTO
Risoluzione, forza or bisogna.
ANTONIO
PIEROTTO
Di pietà è degna.
ANTONIO
LINDA
Che rechi?
PIEROTTO
State ad ascoltar.
In un palazzo poco discosto,
vidi a gran festa tutto disposto
e canti e suoni, ghirlande e fiori,
carrozze e dame, lacchè e signori:
immensa folla di curiosi
stava gli sposi ad aspettar.
LINDA
(ansia)
Sposi!
ANTONIO
LINDA
Che batticuore!
PIEROTTO
Linda, coraggio: vo a terminar.
E chi è lo sposo? A un tale io chiedo,
ei me lo nomina, io non lo credo:
a un altro provo ridomandarlo,
ripete. È il nobile Visconte Carlo
di Sirval...
LINDA
(con grido)
Dio!
ANTONIO
LINDA
(fuor di sé)
Padre!
ANTONIO
LINDA
(colpita)
Ah!
PIEROTTO
(mettendo la mano sulla bocca d'Antonio)
No... Che orror!
ANTONIO
Linda e Pierotto.
PIEROTTO
(dopo averla osservata)
Linda! Andiamo... A che pensate?
Questa casa abbandonate.
LINDA
(che sarà rimasta nella stessa immobilità va serenandosi, pensando fra sé, e lascia scorgere da di lei tratti un'alterazione mentale)
A consolarmi affrettati,
momento sospirato,
in faccia al cielo, agli uomini
tua sposa diverrò.
(duetto: atto I, scena IV)
LINDA
Carlo è mio... Chi a me involarlo?...
Con quai dritti, chi potria?
PIEROTTO
Pianger, misera, mi fa.
LINDA
(rasserenata, e amorosa)
No, non è ver... mentirono...
Tradir tu non mi puoi:
e solo per me palpita
fedele il tuo bel cor.
Linda tradita esanime
cadrebbe ai piedi tuoi.
Più non potrei nascondermi
al mondo, ai genitor.
(musica vivace, che passa sotto la finestra. La strada si vede illuminata fa molte torce)
PIEROTTO
Ma i suon... le faci... ah! L'empio
stolgasi... Andiam...
LINDA
(alla finestra)
Là mira
qual pompa! Nobil vergine
con roseo serto... Appresso
le sta nel cocchio... ei gira
ver me lo sguardo... Ah! È desso!
Carlo... Fia ver?...
(resta immobile)
PIEROTTO
Che orror!
Il nodo maledica
il ciel nel suo furor.
LINDA
(ripete)
No, non è ver... mentirono...
tradir tu non mi puoi:
e solo per me palpita
fedele il tuo bel cor.
Linda tradita esanime
cadrebbe ai piedi tuoi.
Più non potrei nascondermi
al mondo, ai genitor.
PIEROTTO
Fa' cor, mi segui, o misera
fuggiam da un traditor.
(Linda si lascia trascinar da Pierotto)
Una piazza nel villaggio posto nel mezzo della valle.
Case rustiche. Osteria con porticato, sotto il quale tavole, panche, sedie. Una collina con vari sentieri praticabili. Più avanti a sinistra dell'attore la porta d'una casa interna. Prima che si alzi la tela odesi da lontano un preludio, e suono di ghironda, e voci di «Viva!»
Savoiardi, Savoiarde, parte sotto il porticato seduti alle tavole, bevendo, e mangiando. Altri al di fuori osservando verso il fondo. Sulla collina intanto compaiono gruppi di giovani Savoiardi, e fanciulle co' le loro bisacce, e ghironde. Si fermano un istante, osservano, e poi facendo cenni di esultanza, e salutando, e inviando baci a quelli, che li attendono al piano, vengono scendendo.
[N. 11 - Coro d'introduzione e brindisi]
CORO
Sentili giungono... Deh! Qual piacere!
Per loro vuotisi tutto un bicchiere
ansiosi guardano, già ne han veduti
lieti ci mandano baci e saluti...
Vispi discendono dalla collina.
Su, su corriamoli ad abbracciar.
(i giovani sono discesi, e corrono fra le braccia dei genitori e parenti)
TUTTI
Oh padre, oh madre!
Figlio, sorella! Un bacio! Un altro.
Fratello, amici!
I GIOVANI
Sani e contenti fra voi torniamo:
n'aiutò il cielo, s'è lavorato
ed il guadagno qui vi rechiamo.
(cavando dalle bisacce, e borse di cuoio, fazzoletti, calzette, nelle quali tengono fra carte i loro danari, che vanno mostrando con compiacenza)
Per ora allegri potremo star.
I PRIMI
Ottimo core! Mostra quant'hai?
UNO
Io cento scudi mi guadagnai.
I PRIMI
Bravo Michele!
UN ALTRO
Ed io in tant'oro
trenta Luigi.
I PRIMI
Viva, è un tesoro.
UNA FANCIULLA
Io quattrocento franchi soltanto...
I PRIMI
Eh! Non c'è male.
ALTRA
Ed io altrettanto.
UNO
Io n'ho trecento.
ALTRO
Io cinquecento.
I PRIMI
Diventi un principe...
ALTRO
Io settecento.
I PRIMI
Tu compri un feudo.
ALTRI E ALTRE
(insieme)
Dal canto mio
sono contento.
ALTRI
Contento anch'io.
TUTTI
Evviva! Evviva! Dopo le pene
talvolta il bene lieto compar.
Facciamo allegri un brindisi
all'ora del ritorno,
facciam di lieti cantici
la valle risuonar.
Quindi sull'erbe floride
al tramontar del giorno
corriam insiem festevoli
le danze ad intrecciar.
(partono allegri)
Il Prefetto ed il Visconte.
[N. 12 - Scena e duetto]
PREFETTO
Tutta la valle è in giubilo. Ogni padre
i suoi figli rivede... Antonio solo,
povero Antonio, è in preda a nero duolo.
Quella Linda, sì candida, sì pia!
Ah! quella più non è, corre la via
di perdizion! E come fatal nunzio
alla madre recar, che ansiosa attende
la cara figlia? Iddio
conceda al labbro mio
l'accento del conforto.
(avviandosi alla casa a sinistra, e si ferma poi osservando)
Ma chi mai
raccolto a noi s'appressa!
(riconoscendo il Visconte)
Il signor di Sirval!
VISCONTE
Eccolo! A voi,
rispettabil Prefetto, io desiava
di favellar. A compiere qui vengo
imponenti doveri. Al vostro core
abbandonasi il mio.
PREFETTO
Dite, o signore.
Ebben!
VISCONTE
La madre mia s'è alfin arresa
a' miei fervidi voti... La marchesa
è la matrigna di una giovinetta
Loustolot...
PREFETTO
(sospirando)
Sì, infelice!
VISCONTE
Oh cielo! Che si dice?
E che avvenne di lei?
PREFETTO
(cupo)
Fatal mistero!
Che a me soltanto palesava il padre,
misero genitore,
cui speme alcuna più non riconforta!
VISCONTE
(con tutta l'ansia)
Ah! Dite... Linda!
PREFETTO
Quella Linda è morta!
VISCONTE
(colpito)
Ciel, che dite? Linda è morta!
PREFETTO
Morta, sì, per la famiglia,
che coperta ha di rossore.
VISCONTE
(respirando)
Ah! Ma vive?
PREFETTO
Chi sa? Viva
pur, lasciolla il genitore,
quando rapido fuggiva
quella misera tradita
da un indegno seduttor.
VISCONTE
(contenendosi)
Seduttor! Vil! Se sapeste...
PREFETTO
(con calore)
Voi difenderlo potreste?
Le giurava fé di sposo,
e ad unirsi ad un'altra andava.
VISCONTE
(con passione e forza)
No, quel nodo sì odioso,
cui la madre lo sforzava,
non fu stretto. Presso all'ara
udì il grido disperato
con cui Linda lo chiamava.
Tutto allora ha calpestato;
saldo allor nella sua fede,
rivolò di Linda al piede,
ma più Linda non trovò.
PREFETTO
(sorpreso)
Ah! Che intesi? Voi piangete!
Ciel! Qual dubbio!
VISCONTE
(con pena)
Non sapete!...
PREFETTO
(compassionandolo)
Dite, e Linda?
VISCONTE
Era fuggita,
si credea da me tradita.
Tracce invano io ne cercai.
PREFETTO
(marcato)
Voi! L'amante, voi!...
VISCONTE
Sì, omai,
sì sappiatelo, son io.
PREFETTO
(agitato)
Ed or Linda!...
VISCONTE
(desolato)
Oh! l'amor mio!
Insieme
VISCONTE
Ah! Chi sa quale e dove la vita
or trascina raminga, dolente!
Forse, oh cielo! mendica, languente,
sulla terra non trova pietà.
Ella ha puro serbato il candore,
m'adorava quel fervido core!
Ch'io potessi tradirla al pensiero
disperata morir la farà.
PREFETTO
Ah! Chi sa come, dove la vita
or trascina raminga, dolente!
Forse, oh cielo! mendica, languente,
sulla terra non trova pietà.
Alla fede, a virtude, all'onore
io cresceva quel tenero cuore.
Di sua misera sorte il pensiero
mi fa gemer, tremar mi fa.
PREFETTO
Ma v'è un nume, egli mai nell'ambascia
la virtù derelitta non lascia.
VISCONTE
In lui fido, ed in voi. Ritrovarla
qui sperava, ritorno a cercarla.
Insieme
VISCONTE
E se il cielo mi punisce,
se per sempre mi è rapita,
qui la misera mia vita
a finire io tornerò.
All'amore sventurato
una tomba innalzerò.
Là proteso, desolato,
la mia Linda piangerò.
No, per me non v'è conforto,
Linda, Linda, o morirò.
PREFETTO
Il mio cor mi presagisce
ch'ella a noi non fu rapita;
quella misera smarrita
fra noi lieta io rivedrò.
Dal suo pianto il ciel placato
al pentito perdonò.
L'innocente sventurato
alla gioie riserbò.
Sì, sperate. Del conforto
per voi l'ora già suonò.
Il Marchese dal basso della collina, poi Coro.
[N. 13 - Scena ed aria buffa]
MARCHESE
Eccoci ancora qui... Volati siamo
da Parigi al castello: e giorno e notte
senza chiuder un occhio, e mangiar male!
Che smania dell'inferno in mio nipote,
per giunger come un lampo. Ah! Quella Linda
quella mia figlioccetta
qui sì gentil, vispetta
e a Parigi sì austera... Eh! Cosa è il mondo!
(con ribrezzo caricato)
Una savoiardetta, che diventa
cospetto una gran dama, e che il plebeo
sangue confonde al sangue bleu! Che orrore!...
Orrore? La virtù premiata... amore
consolato... Avrem nozze...
(canto savoiardo)
Feste, balli, e là a me. Viva, preludio
già d'allegria!
(giovani Savoiardi, Savoiarde che vengono sempre cantando, e si fermano guardando il Marchese)
CORO
Ve', giunto è qui il Marchese
bentornato al paese.
MARCHESE
Bentornati, miei cari
demonietti ognor vispi. Da Parigi
qui vi riveggo volentier.
CORO
Voi sempre
ci portate fortuna e buon umore.
MARCHESE
E adesso avrem da stare allegramente.
CORO
Come? Dite! Perché?
MARCHESE
Nozze, gran nozze!
CORO
Dove?
MARCHESE
Al castello.
UOMINI
Che? Vi maritate?
RAGAZZE
(ridendo)
Egli? Vi par!
MARCHESE
Burlate, eh bricconcelle
lo sposo è il nostro nobile nipote.
CORO
E la sposa?
MARCHESE
La sposa! Oh! La vedrete!
CORO
È ricca? È buona? È bella?
MARCHESE
Potete immaginarlo, è come una stella.
Ella è un giglio di puro candore,
una rosa ridente d'aprile,
un sorriso il più dolce e gentile,
uno sguardo, ah! lo sguardo d'amor;
essa è poi ciò, che v'ha di più rara
fra voi donne in purezza ed onor.
CORO
Quanto a lui sarà cara.
MARCHESE
Ne avvampa
tutti già di nostr'alto lignaggio
testa e cuore vulcanici abbiamo
e allorquando sentiamo, sentiamo
all'eroica con tutto il furor.
CORO
Alla larga! Alla larga!
MARCHESE
Or son saggio.
CORO
(scherzosi)
Eh! Signor! Siete già conosciuto,
a Parigi v'abbiamo veduto
far a tutte le belle d'occhietti,
dar biglietti... fissar rendez-vous.
MARCHESE
E voi altri suonando, cantando,
state tutto osservando, ascoltando!
Usi, moda, occasion, capriccetti!
Ma quell'uomo d'allor non son più;
or io son la stessa virtù.
Ma vedrete, vedrete la sposa,
incantati, sorpresi, sarete...
invitati al castello verrete.
Grandi chiassi là s'hanno da far.
Là confusi padroni, e vassalli,
ai banchetti, alle cacce, nei balli,
e ballando con voi, mie carine
mi vedrete a vent'anni tornar.
CORO
Di vedere, onorare la sposa
sospiriamo il felice momento:
qui sull'erbe dei suoni al concento
quanto lieti verremo a danzar.
(partono dai lati opposti)
Linda e Pierotto.
La scena rimane vuota un istante. Indi comparisce Pierotto sull'alto della collina a sinistra. Viene discendendo tristemente sino al secondo sentiero. Si ferma e guarda verso donde egli venne.
PIEROTTO
E s'è arrestata ancora,
muta, immobile ognora;
con quell'occhio smarrito
volto, fisso a un sito!
[N. 14 - Preludio]
(sospira, prende la ghironda, e suona la musica della canzone solita. Linda si presenta sull'alto: avanza con passo vacillante, china il capo, e seguendo sempre la musica discende. Allorché è arrivata sulla scena, presso d'una panca, Pierotto cessa dal suono, e Linda cade spossata sulla panca)
[N. 15 - Scena ed aria]
PIEROTTO
Ed ecco in qual maniera abbiamo fatto
duecento leghe! Ogni mattina, quando
a seguirmi decider la dovea
intender questo suono io le facea,
che nella sua pazzia
la dolce madre le rammenta, e in seno
le destava la forza, e il coraggio.
LINDA
(macchinalmente)
In faccia al cielo, e agli uomini
tua sposa diverrò.
(poi resta immobile)
PIEROTTO
E via! Sempre lo stesso!
Come potrò mai presentarla adesso
alla sua madre?
(avviandosi)
Il Prefetto, Linda, Pierotto.
PREFETTO
Del Visconte io porto
almen d'onore ai Loustolot conforto.
PIEROTTO
(vedendo il prefetto)
Ah! Lui!
PREFETTO
(con tutta premura)
(incontrandolo)
Pierotto! E Linda!
PIEROTTO
Sì, guardatela.
PREFETTO
(colpito)
Oh cielo! In quale stato!
(fissandola con pena)
Quegli occhi, quel pallor, quell'aria!
PIEROTTO
(singhiozzando)
Folle!
D'amor tradito.
PREFETTO
Ah intendo.
PIEROTTO
Ma innocente.
PREFETTO
Lo so.
PIEROTTO
Morrà così.
PREFETTO
No, no, speriamo,
a prevenirne i genitori io vado:
e tu guidala in casa.
(entra per la porta a sinistra)
PIEROTTO
Linda!... Linda!...
LINDA
(scuotendosi)
Ancora camminar!
PIEROTTO
No, siamo giunti.
LINDA
A Parigi?
PIEROTTO
(secondandola)
Sì.
LINDA
(agitatissima)
Ma v'è Carlo... Senti!
Questi suoni! Si sposa, andiam, fuggiamo.
(si copre il capo col grembiale)
PIEROTTO
(prendendola per mano)
Qui, vien.
LINDA
(lasciandosi condurre)
Sì.
PIEROTTO
Ci siamo.
(entrando con lei)
Il Visconte, indi il Prefetto; poi il Coro, il Marchese, Antonio, e Maddalena.
VISCONTE
(con foglio in mano)
Con questo foglio intanto assicurai
al Loustolot la proprietà dei beni
che tengono in affitto, e poi...
PREFETTO
(uscendo, e scorgendo il Visconte)
Signore!
VISCONTE
Io parto.
PREFETTO
No, è tornata.
VISCONTE
Linda! Qui! Oh gioia... A lei.
PREFETTO
(triste)
Ma!
VISCONTE
Che?
PREFETTO
Smarrita
è la ragione dell'infelice.
VISCONTE
(oppresso)
Oh cielo!
E per me!
(abbandonandosi sul petto del prefetto)
(savoiardi, savoiarde da varie parti confusamente)
CORO
(uno all'altro)
Sì, è venuta.
ALTRI
La Linda!
MARCHESE
(arrivando)
Che cosa dite?
ALTRI
Or l'han veduta.
I PRIMI
Ma squallida, patita.
MARCHESE
Quanta sventura! Ancor si tenti...
CORO
Andiamo
in sua casa.
(esce Antonio)
Antonio!
(tutti lo circondano)
ANTONIO
CORO E MARCHESE
Ella...
ANTONIO
VISCONTE
Sì, è ver, son io
la cagion de' suoi mali. A ripararli
qui veniva...
(sentesi il suono di Pierotto dalla casa)
CORO
Sentite la canzone
di Pierotto... Sua madre. Ebben...
(esce Maddalena)
MADDALENA
S'è scossa,
s'è alzata al suon di Pierotto: il segue
eccola...
Pierotto suonando la ghironda. Tutti i precedenti, poi Linda.
PIEROTTO
(rapidamente al Visconte)
Se potete
questo punto cogliete.
LINDA
(cogli occhi volti al cielo, come parlando a sua madre)
Madre mia,
a te ritorno, ed innocente...
MADDALENA
(con trasporto)
Il credo,
abbracciami.
LINDA
(ritirandosi)
È partito.
MADDALENA
(dolorosamente)
Ah! Lo vedete:
più memoria, più cuore...
VISCONTE
(accostandosi a Linda)
Riserbato all'amore
è forse il ridestarlo.
(con tenerezza)
Linda!
LINDA
(scuotendosi)
Qual voce!
VISCONTE
Guardami... il tuo Carlo.
VISCONTE
È la voce, che primiera
palpitar ti fece il core,
è l'accento dell'amore,
è il sospir di chi t'amò.
È il tuo ben, che ancor t'adora,
che da te perdono implora,
uno sguardo, un tuo sorriso,
e felice tornerò.
LINDA
(sempre immobile)
Egual voce, eguale accento
così un dì mi lusingò.
TUTTI
(osservandola)
Non un moto, né un accento...
ansio incerto oh dio! mi sto.
LINDA
Non fu lui, Non è il mio Carlo.
VISCONTE
(desolato)
Rimirarla in quello stato,
più resister non poss'io.
(per allontanarsi)
LINDA
(scuotendosi repente, e fermando il Visconte)
Se tu fossi Carlo mio,
tu m'avresti il cor beato,
ripetendo un caro accento,
che rammenta il più bel dì!
VISCONTE
(comprendendola)
Oh! Sì, Linda, lo rammento!
Carlo a te dicea così!
A consolarmi affrettati,
momento fortunato,
in faccia al cielo, agli uomini
tuo sposo diverrò.
(Linda riconoscendo il canto lo segue, lo ripete ansia, confusa, poi dalla viva repente emozione va mancando, e sviene in braccio a Maddalena, sorretta da Antonio, e dal Visconte)
TUTTI
(con gioia)
Salva!
VISCONTE
(con trasporto)
(ai di lei piedi)
Linda!
PREFETTO
Deh! Tacete.
[N. 16 - Preghiera (quintetto a voci sole)]
TUTTI
Compi, o ciel, la nostra spene:
tu la rendi al nostro amor.
[N. 17 - Scena e duetto finale]
Un sospiro... ella rinviene:
apre il ciglio...
LINDA
(si trova coll'occhio rivolto a Maddalena)
Ah! La mia madre!
I tuoi baci, oh gioia! E il padre?
(Antonio sorride)
Vi son cara? E chi a' miei piedi
la mia man stringe?
VISCONTE
No 'l vedi?
Il tuo Carlo.
LINDA
Ah sì!
VISCONTE
(solennemente)
Il tuo sposo.
LINDA
(guardando intorno)
Sposo! Ah! Qui, qui la tua mano,
questi è il mio fedel Pierotto...
quegli il pio signor Prefetto.
Questa...
MARCHESE
È Rosa... quel Giannotto
qui Franchetta, là Pasquale...
là Tonina... Paolo, ed io...
(timido un po', e scherzoso)
Buona Linda, io son quel tale...
LINDA
(gentile)
Ch'or sarà mio signor zio.
MARCHESE
(contento)
Sì, sì, viva!
TUTTI
Viva!
VISCONTE
(tenerissimo)
Linda!
LINDA
Carlo, ah! Dimmi, che non sogno,
troppe gioie io sento in cor.
VISCONTE
Di tue pene sparve il sogno,
alle gioie amor ti desta:
e soave il cielo appresta
la mercede al tuo candor.
Sempre uniti noi saremo
per amarci noi vivremo
fia per noi la terra eliso
delle gioie e dell'amor.
(gruppi di esultanza)
Fine del libretto.
Generazione pagina: 14/05/2016
Pagina: ridotto, rid
Versione H: 3.00.40
(W)