L'IMPRESARIO IN ANGUSTIE
Farsa per musica.
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Libretto di Giuseppe Maria DIODATI.
Musica di Domenico CIMAROSA.
Prima esecuzione: autunno 1786, Napoli.
Personaggi:
FIORDISPINA detta la Coribanti, che viene per prima buffa al teatro di don Crisobolo |
soprano |
MERLINA che viene per prima donna giocosa al teatro medesimo |
soprano |
DORALBA che viene per prima donna seria allo stesso teatro |
soprano |
Don PERIZONIO Fattappane poetastro, incaricato per la prima commedia, uomo lepido |
basso |
Don CRISOBOLO impresario decotto, sciocco, e presuntuoso |
basso |
GELINDO Scagliozzi maestro di cappella incaricato per la musica, prima amante di Fiordispina, ed ora di Merlina |
tenore |
STRABINIO uomo rissoso, protettore di Doralba |
basso |
La scena si finge in Napoli.
Merlina e Doralba che angustiano don Crisobolo mentre Gelindo sta intento al tavolino a scriver la sua musica.
[N. 1 - Introduzione]
CRISOBOLO
(Ve' che matta maledetta,
che non sente mai ragione:
la sua testa cospettone
mi fa il cranio già voltar!)
MERLINA
Io l'ho detto, e non mi sposto:
voglio l'aria, vo' il duetto,
voglio entrare nel quartetto,
e non s'ha da replicar.
GELINDO
Tta tta tta lla re ri ro.
DORALBA
(a Crisobolo)
Io, che son la prima donna,
come lei mi ha scritturata,
voglio l'aria, ma obbligata
col fagotto, e l'oboè.
MERLINA
(al medesimo)
Lei non serve, che s'infadi,
che borbotti, e arricci il naso:
voglio l'abito di raso
con bordure in quantità.
CRISOBOLO
Sissignora, non si scaldi,
ogni cosa si farà.
GELINDO
Tta tta tta lla re ri ro.
MERLINA
Io vo' fatti, e non parole...
DORALBA
Io non cedo a chicchessia...
GELINDO
Ma cospetto andate via.
Questo chiasso che cos'è?
Una grida, e l'altra sbatte,
per turbarmi l'armonia,
ed io qui la sinfonia
sto a cassare, e ricassar.
CRISOBOLO
(Io prevedo già il malanno,
che mi deve inabissar!)
MERLINA E DORALBA
(Mi lusingo, che in quest'anno
l'impresario fallirà.)
GELINDO
Quando i strepiti si fanno
non si può più studiar.
[N. 2 - Recitativo]
CRISOBOLO
Ma care mie, potreste senza chiasso
dire le vostre voglie. Questi grilli,
che vi saltano in testa...
MERLINA
Scusi signor, la mia natura è questa.
DORALBA
Ed io quando non vedo
le mie brame aderite,
mi monta tosto un grillo così strano,
che giuro al ciel, so darvi ancor di mano.
CRISOBOLO
(Maestro una parola.
Dimmi un po': si daranno fra le razze
giumente più sfrenate?
GELINDO
(Pazienza, amico mio, e non parlate.)
CRISOBOLO
(Bene.) Il poeta è andato
ad incontrar la buffa,
subito che decapita
leggeremo il libretto, e...
MERLINA
Oh io vi avviso
voglio, che il nome mio dentro al libretto
in disparte si metta
fra le cornici.
CRISOBOLO
Oh per cornici, o cara
n'avrai quante ne vuoi, stanne sicura.
È nota a tutti già la tua bravura.
DORALBA
Io poi maestro a voi mi raccomando.
GELINDO
Non dubitar. Vo' farti
un'aria, come quella,
che ti feci a Milano.
(Sebben la copiai da un'altra mano.)
DORALBA
Orsù sor impresario, ho di bisogno
dell'anticipazione.
CRISOBOLO
Figlia mia,
come sei nata femmina, e nascevi
gallina avresti fatte ova col carro!
Ieri arrivasti, ed oggi fresca fresca...
DORALBA
Come come? Che dite? E non sapete,
che l'impresario deve
tener la borsa aperta ad ogni cenno
di tutte le cantanti, ch'altrimente
in scena non si va eternamente.
(via)
MERLINA
Dice bene Doralba,
bisogna che pagate.
(via)
GELINDO
Pazienza amico mio, e non parlate.
(via)
CRISOBOLO
Bravo! Mi trovo comodo davvero!
Una vuol per adesso aria, duetto,
quartetto, e l'altra poi
vuol l'anticipazione; ma le misere
non sanno, che se l'opera
va a terra, a fede mia,
un salto voglio far di qua a Turchia.
(via)
Veduta del molo. In distanza bastimento ancorato. Sopra piccolo palischermo Fiordispina, e don Perizonio, che giunti al lido sbarcano. Da un lato aspetto esteriore del castello con pioppi, e dall'altro edifici.
Fiordispina, e don Perizonio, indi don Crisobolo.
[N. 3 - Duetto]
FIORDISPINA
Senti senti l'augellino
come canta in sul mattino,
già dà segni di diletto
col piacevole trillar.
PERIZONIO
Se le bestie nel vederti
si son poste in allegria,
li patute, gioja mia
vi ch'aggrisso vonno fa!
FIORDISPINA E PERIZONIO
Che piacere, che contento,
che bel gusto è questo qua.
FIORDISPINA
La tua musa, mio carino,
mi dovrà recare onor.
PERIZONIO
Del mio fiacco chitarrino
sei la corda mia miglior.
FIORDISPINA
Io già sento, vita mia,
degli applausi il gran rumor.
PERIZONIO
De' schiaffon la batteria
il fracasso sento ancor.
FIORDISPINA
Co' la fervida tua musa...
PERIZONIO
Co' le tue sembianze belle...
FIORDISPINA E PERIZONIO
La commedia va alle stelle.
Fanatismo qui farà.
[N. 4 - Recitativo]
PERIZONIO
Cara, già ho rrevotato
Parnaso sano sano,
per disfamarti, ed ho composto un drammo,
che senza squarcionare
il mio bollor febeo,
appennere si può nel Culiseo.
FIORDISPINA
Bravo. (Questo poeta mi va a genio.)
PERIZONIO
(Sta mmalora de buffa m'ha sonato
un paccaro alla vena mia poetica,
che mme fa mprovisà meglio d'un cane.)
FIORDISPINA
Questa spiaggia davver mi alletta assai.
PERIZONIO
Ih, questo lloco è nghiasto.
Dice il gran Sannazzaro,
quel celebre poeta americano
che questa è una città tutta conforti,
godono i vivi, e stanno in pace i morti.
FIORDISPINA
Mi dica un poco, in questo suo paese
cosa gradisce più, l'aspetto, il brio,
il canto, il personale, o pur la comica?
PERIZONIO
Figlia mia nce vò tutto, anze figùrate,
ch'aje da esse un nanasso:
e qui i teatri poi sono le forche
di tutti i virtuosi, e si n'annaseno
uno, che niente va paparianno,
li sische, core mio, durano n'anno.
FIORDISPINA
Bagatella!
PERIZONIO
Ma statti allegramente,
ch'io ti farraggio esente
dalli pubblici scherni;
ti fida a me (e a' miei pasticci eterni).
FIORDISPINA
Chi scriverà la musica?
PERIZONIO
Il maestro Scagliozzi.
FIORDISPINA
(Oddio che sento!
Questo, ch'in Alessandria,
per gelosia mi fece andare a terra:
ma fingiamo.)
PERIZONIO
Ch'è stato?
Non te sona sto masto?
FIORDISPINA
Anzi è bravissimo.
CRISOBOLO
Oh ben venga il garofalo
delle buffe d'Italia.
Io sono don Crisobolo impresario.
Ed ho saputo adesso
da un subalterno mio, che lei sbarcò:
come sta? Passa bene?
Le gradisce il paese?
Sta pur di buon umore?
Il viaggio fu felice?
Vuol venire in mia casa, che ne dice?
PERIZONIO
(Canchero lo mpressario
prencipia a concertà primmo dell'opera!)
FIORDISPINA
Farò come comanda, ma bisogna
avvertirlo a mammà, ch'è sul vascello.
CRISOBOLO
Bene l'avviseremo. Sappi, o cara,
ch'il mio don Perizonio Fattappane
ha fatto...
PERIZONIO
Un casatiello de libretto,
che unito co' la musica
del maestro Scagliozzi
volimmo fa no scampolo de zeppole,
ch'ha da esse un terrore.
CRISOBOLO
Vogliamo far furore. Allegramente.
Ascolta un po', diletta mia sirena,
cosa farò quando tu esci in scena.
[N. 5 - Aria]
Vado, e giro ne' palchetti,
parlo a questo, parlo a quello,
ed al suon del ritornello
gran silenzio si farà.
A cantar tu poi cominci,
come un flebile usignuolo,
e la gente a stuolo a stuolo
bravo bravo ti dirà.
Da me tosto si ripiglia:
miei signori, la sentite?
È una buona buona figlia,
non sa l'acqua intorbidar.
Se poi sento i zerbinetti,
che ti fàccino i fischietti,
ci è per Bacco ci è la via,
che a dovere gli fa star.
Statti allegra, mia carina,
che vogliamo giubilar.
(Ma non sa la poverina
che se l'opra va giù,
si dirà poi la mattina,
l'impresario non c'è più.)
(via con Fiordispina)
[N. 6 - Recitativo]
PERIZONIO
L'amico potta d'oje se ncarzapella!
Ma pe certo se sballa,
e mpatrimonio va tunno de palla.
(via)
Camera della locanda, dove alloggiano Merlina, e Doralba.
Merlina e Doralba, indi Gelindo.
DORALBA
Se l'impresario non mi dà denaro
per tutto domattin, lo prendo a schiaffi.
MERLINA
Perdonami Doralba, tu dovevi,
prima di venir qui, farti pagare,
com'ho fatt'io la tua anticipazione.
DORALBA
E ch'ho da far se non ho protezione.
Ma basta, ora pens'io
come farmi pagar, e poi vedremo
se questo affare in ver l'aggiusteremo.
(via)
GELINDO
Merlina sai chi è mai la prima buffa?
MERLINA
Chi mai?
GELINDO
La Coribanti.
MERLINA
Bravo, la tua amorosa.
GELINDO
Oh giuro al cielo,
ch'a terra la fo andare certamente.
Oh questo ce lo fo sicuramente.
Perizonio, e detti.
PERIZONIO
È permesso? se licet, d'ossequiare
la mia diletta fistola?
GELINDO
Fistolo! Tu che dici?
MERLINA
Ehi bada come parli.
GELINDO
Ve' che uscita bestiale...
PERIZONIO
Chiano chiano
la fistola è istromento,
sul quale noi poeti
sogliamo fare i struffoli
boscarecci, e Virgilio
perché teneva un cane,
ch'avea una voce dolce,
comme l'ave ussoria, lo chiamò fistola,
e scrisse poi per questo
fistula dulce canit, ecco il testo.
GELINDO
Questo non lo sapeva.
PERIZONIO
E masto mio
scrive la zorfa, e non me sta a nsettare
con quel labro chiaseo
quanno parla il cavallo Pegaseo.
MERLINA
Orsù mi dica un poco:
che parte lei mi ha fatta?
PERIZONIO
No partone.
T'ho carrecata cchiù de no vastaso
de la dogana.
MERLINA
No non tanta roba,
ch'io poi non posso star soverchio in piedi.
PERIZONIO
Né? E si è accossì, te faccio
portà no lietto, e riecete corcata.
(Ora vide che dama aggio attoppata!)
Orsù damm'addò tene:
lei saparrà cchiù, o meno
la sua lubricazione?
MERLINA
E come a dire?
PERIZONIO
Verbi grazia: sodogne la falanca
con un po' di mandeca.
Manna qua regaluccio
al maesto, al poeta...
MERLINA
Oh questo poi
mai ho cercato di saperlo.
PERIZONIO
E scusame
besogna che lo ssaje; e qua nc'è il masto
che non mi fa mentire, spia no poco.
A noi altri nci spettano
certe date propine,
che l'hanno da pagà le cantarine.
GELINDO
Ma io son uom d'onore, e mai ho preso
regal dalle cantanti;
fo il mio mestier con tutta pulizia.
PERIZONIO
Oh bella, chi t'ha ditto ca si puorco.
Io quel che so, che questo
è il costume ordinario,
ch'oggi sta in voca, e nformate
da tutti li ncappate, e tanno uscia
vedrà si t'aggio ditto la buscia.
MERLINA
Or questo non m'importa, e affinché lei
si possa regolare,
un poco stia a sentir qual è il mio fare.
PERIZONIO
Dica. (Ma sto a bedè comme te puorte,
ca chesso è figlia mia, ngienz'a li muorte.)
[N. 7 - Aria]
MERLINA
Il meglio mio carattere,
che spesso ho recitato,
che più mi sta adattato,
sapete voi qual è?
Di far la villanella
innocentina, e semplice,
che appena sa parlar.
Non mi ponete affatto
nel fasto, e nell'orgoglio,
perché così m'imbroglio,
e poi non lo so far.
Intanto la platea,
con un risetto a questo,
un'occhiatina a quello
applauso mi farà.
Così voi regolatevi,
perché il maestro poi
farà co' la sua musica
il pezzo risaltar.
(via)
Gelindo, e don Perizonio.
[N. 8 - Recitativo]
GELINDO
Vi prego sor poeta
di contentar codesta ragazzetta:
canta un po' pulituccio, e poi dal pubblico
è riguardata di buon occhio assai.
PERIZONIO
E quann'è riguardata di buon'occhio
si be' se stona na mascella dritta,
avrà le sbattiture. (A comme vedo
lo masto è cuotto.)
GELINDO
Ma vi prego...
PERIZONIO
Veda,
io già mi sono accorto,
che lei è ncappatuccio.
Basta mi sforzerò. Ma co maddamma
è tiempo perzo, si non corre argiamma.
(via)
GELINDO
Ah sì amo Merlina
più di me stesso, e 'l core
arde per lei nel sen d'un dolce amore.
(via)
Galleria in casa di don Crisobolo.
Don Crisobolo e Fiordispina indi Perizonio, e Gelindo.
CRISOBOLO
Cara, sappi che il pubblico
sta così appetitoso, per vederti,
che sembra un affamato.
FIORDISPINA
Son grata a questo pubblico obbligante.
Ma il poeta però non viene ancora,
per leggersi il libretto.
CRISOBOLO
Eccolo in tempo,
e viene col maestro. Favorischino.
PERIZONIO
M'inchino, qual Petrarca,
ai vaghi raggi di madama Laura.
GELINDO
Coribanti, umilissimo.
(Scellerata spergiura.)
FIORDISPINA
Ben venga sor maestro. (Traditore.)
CRISOBOLO
Prima d'ogni altro, il buffo, ed il tenore,
che quantunque arrivati ancor non sono.
Di questi già voi ne farete il merito.
PERIZONIO
Non mporta. Per adesso
leggimmo lo primm'atto
acciò il sì masto cchiù non perda tiempo.
CRISOBOLO
Benissimo.
(don Crisobolo prende le sedie, e si pone vicino a Fiordispina)
PERIZONIO
(Lo masto co la buffa
dalle che se storzellano: non manca,
e avraggio da tené qua mula ntierzo.)
CRISOBOLO
Siedi, o cara, al mio fianco.
(siedono tutti)
PERIZONIO
(È una, e non se conta.)
Il titolo è: «Le interne
convulsioni di Pirro,
contro gli affetti sterici d'Andromaca».
CRISOBOLO
Bravo! È un titolo nuovo per Diana.
PERIZONIO
Pe novità po' lassate servire.
FIORDISPINA
(Sta intrepido l'ingrato, e non mi cura.)
GELINDO
(Freme l'indegna, e finge indifferenza.)
PERIZONIO
Prima si dà principio
al sinfonico chiasso
con allegro fracasso, e doppo quello
si tira il panno al suon del fiscarello.
CRISOBOLO
Questa è la prima botta,
che la farà il maestro.
PERIZONIO
Scena prima...
Merlina, e detti.
MERLINA
Come? Si legge il libro,
ed io non ne so niente?
FIORDISPINA
Ma lei doveva anticipare un poco.
CRISOBOLO
Un poco dice bene.
MERLINA
Ma ho dovuto aspettare il perucchiero
ed il solito mio è poi di stare
allo specchio tre ore per lo meno,
e qui non standoch'io
necessaria non era tanta fretta.
CRISOBOLO
E pure dice bene.
FIORDISPINA
Ma essendoc'io, che son la prima buffa.
CRISOBOLO
Prima buffa sicuro, dice bene.
MERLINA
Che prima, e prima: qua son io la prima
donna giocosa, e la scrittura è chiara.
CRISOBOLO
E pur non dice male.
FIORDISPINA
Tu prima...
MERLINA
Io sì...
PERIZONIO
(Mmalora mò s'afferrano.)
CRISOBOLO
Ma via che non è niente.
MERLINA
Sei un asino tu.
FIORDISPINA
(a Crisobolo)
Tu sei una bestia.
PERIZONIO
E porzì dice bene.
(Oh comme jamm'accuoncio!
Mò nc'abbusca o mpressario.)
GELINDO
Veramente
lei ci doveva essere.
FIORDISPINA
Già già...
MERLINA
Che già...
CRISOBOLO
Ma figlia,
stiamo alla prima scena finalmente.
PERIZONIO
Lei abbia la bontà, si azzezzi, e sente.
(Merlina si siede furiosamente)
(Mme lo sonno ca straccio lo prim'atto,
e nce lo sbatto nfaccia.) Scena prima.
Gran sala dell'udienza
di Pirro. A mano dritta
stan le cimmerie grotte...
MERLINA
Che che? Cos'è cimmerie?
PERIZONIO
Cimmeria è voce greca sincopata,
che vuol dir ciminiera, o sia camino:
dove Pirro era solito,
come dice l'istoria,
d'andarsi a riscaldar quann'era inverno.
CRISOBOLO
Così è, dice bene.
Questo l'ho letto anch'io nell'almanacco.
PERIZONIO
Gnornò, questo lo dice Orazio Flacco.
(Cielo mantiene l'acqua, ca mò sferro.)
FIORDISPINA
(Quella è troppo indiscreta.)
CRISOBOLO
(Ma se è matta.)
PERIZONIO
A mano manca poi il mare Jonio...
GELINDO
Il mare nella sala?
PERIZONIO
Sissignore.
Questa è scena di nuova invenzione.
(Ora vi sto mesterio comm'appretta!)
FIORDISPINA
Va bene. L'occhio solo
basta che si soddisfi
il resto non si cura, passa avante.
GELINDO
(Del poeta l'ingrata è certo amante.)
PERIZONIO
Esce Pirro a cavallo ad un cammelo...
GELINDO
Uh uh uh uh diavolo!
Grotte, mare, e cammeli in una sala!
PERIZONIO
Sì. Ma tu saje, che m'haje zucato bene?
FIORDISPINA
Questa non è maniera.
CRISOBOLO
Ma scusami maestro,
finisci di sentir. Questi son modi
affé troppo indiscreti.
PERIZONIO
(Vide a che so arreddutte li poeti!)
Ora nzomma esce Pirro...
GELINDO
Sopra 'l cammelo...
PERIZONIO
Esce
comme mmalora esce:
e nel vedere Andromaca
di là, che sta smarfosa
la prega, si contorce, e si dimena:
sentite l'aria or come cade in scena.
FIORDISPINA
Oh questo è un punto in ver d'aspettativa.
(Io per dispetto tutto vo' approvare.)
CRISOBOLO
E dice ben.
MERLINA E GELINDO
(Che bestia singolare!)
[N. 9 - Quintetto]
PERIZONIO
«Anima fella, e cotta!
A Pirro questo perro!
Pirro, che per marmotta
al mondo mai passò!»
FIORDISPINA E CRISOBOLO
Bravo davvero.
PERIZONIO
Grazie.
FIORDISPINA E CRISOBOLO
Viva davvero.
PERIZONIO
Grazie.
MERLINA E GELINDO
No, non ci piace affatto.
PERIZONIO
Dunque dirò così:
«Se tu non ti mollifichi
Andromaca pettegola,
il figlio tuo ti smafaro
due quarti immezzo qua.»
FIORDISPINA E CRISOBOLO
Bravo davvero.
PERIZONIO
Grazie.
FIORDISPINA E CRISOBOLO
Viva davvero.
PERIZONIO
Grazie.
MERLINA E GELINDO
No non ci piace affatto.
PERIZONIO
Dunque dirò così:
«Quando l'amor mi stuzzica...»
MERLINA E GELINDO
No no no no no no.
Che verso è questo qua.
PERIZONIO
«Cara, perché mi mozzichi...»
MERLINA E GELINDO
No no no no no no.
GELINDO
Che verso scellerato.
PERIZONIO
Puozz'essere scannato
tu, Pirro, e io porzì.
(s'alza e seco tutti)
FIORDISPINA
Ma questa è impertinenza:
qui non si sta a ciarlare:
lei pensi a recitare,
e non ci stia a seccar.
MERLINA
Lei badi a' fatti suoi,
ch'a far la parte mia,
perdoni ussignoria,
sol io c'ho da pensar.
CRISOBOLO
Sicuro, dice bene:
ciascuno pensi a sé.
TUTTI
(Imbroglio più terribile
di questo no non v'è!)
MERLINA
Signori con permesso;
mi vado a disviare.
CRISOBOLO
Cos'è, lei se ne va?
MERLINA
Non ho da dirlo a te.
CRISOBOLO
(Sta sera me ne scappo,
e la finisco affé.)
GELINDO
Signori con permesso;
io vado a passeggiare.
CRISOBOLO
Lei pure se ne va?
GELINDO
Ciascuno pensi a sé.
CRISOBOLO
(Sta sera me ne scappo,
e la finisco affé.)
PERIZONIO
Ma la seconda parte...
MERLINA E GELINDO
Eh, che seconda parte...
PERIZONIO
Sentite il chiaro scuro...
MERLINA E GELINDO
Ah, via che chiaro scuro...
TUTTI
(Che ghetto... maledetto:
chi tira, e chi la spezza,
e come un sasso immobile
ognuno resta già.)
(viano)
Cortile.
Doralba, e Strabinio.
[N. 10 - Recitativo]
DORALBA
Ora vedrò Strabinio,
se tu m'ami davvero. Vanne adesso
dallo sciocco impresario,
abbordalo, e se occorre
dalli di mano ancora. In tutti conti
vo' l'anticipazione.
STRABINIO
Ad altro non pensare.
Per te farò a stoccate
col sole, se bisogna, e l'impresario
per Bacco tremerà quando mi vede.
Tu ritirati intanto,
e ad altro non pensare.
DORALBA
Ora vedrò come ti sai portare.
(viano per diverse parti)
Galleria come sopra.
Fiordispina, e Perizonio, indi don Crisobolo.
FIORDISPINA
Caro poeta mio, tu devi adesso
far fischiare Merlina,
con darle poca parte. Hai tu veduto
con che aria, e baldanza
parlò quella pettegola?
PERIZONIO
A mme la vuò mparà chella verruta?
Nne faje poco; ma a chesso nc'ave corpa
quel nnoglia de mpressario,
che fa lo spantecato
co chella scigna.
FIORDISPINA
Or tu pensa, mio caro
di far la mia vendetta.
PERIZONIO
Non nce pensà: lle donco
l'aria de la sorbetta, e bonanotte.
FIORDISPINA
Zitto, vien l'impresario
tutto pallido, e mesto,
io fingo stare in collera.
PERIZONIO
Ch'è stato don Crisò, staje in paturnie?
CRISOBOLO
È nulla. Ho un doloretto
giusto qua.
PERIZONIO
E n'è niente,
sarà carne sfelata:
fronna de torza schiana, e uoglio caudo.
CRISOBOLO
Ma la signora par che stia in collera.
FIORDISPINA
Senta sor don Crisobolo:
io non son troppo avvezza,
di tollerar de' sgarbi
da chicchessia, e adesso
di Merlina soffrir deggio l'eccesso?
CRISOBOLO
Ma quella è pazza.
FIORDISPINA
E s'è ella pazza,
la mandi all'ospedal de' mattarelli.
PERIZONIO
E dice bene. Questa
te mette sott'e ncoppa
tutta la compagnia, e poi
vann'a mmalora gl'interessi tuoi.
CRISOBOLO
(Ora guarda la sorte
dove mi fa trovar!)
FIORDISPINA
Io finalmente
sono la prima buffa, e quando voglio
so per Bacco domar l'altrui orgoglio.
[N. 11 - Aria]
Io son placida, e serena,
son modesta, e costumata,
canto l'aria, e fo la scena
senza tanto cicalar.
Ma se vedo poi per sorte,
che lei faccia bagattella
or con questa, ed or con quella
per qui farmi disperar.
Sappia pure il signor mio
ch'io son donna ancor di brio.
Tengo ancora le mie lune,
che mi fanno rispettar.
(È cambiato di colore,
si fa pallido il meschino:
oh che caro babbuino
veramente è questo qua!)
(via)
Don Crisobolo, e Perizonio.
[N. 12 - Recitativo]
CRISOBOLO
Questa nemmeno scherza co' le lune!
PERIZONIO
Mpressà, lo calannario
mette in quest'anno aggrissi nzine fine;
e a comme vedo, ancora
s'ha da terà lo panno,
e le tropeje già vanno assommanno.
CRISOBOLO
Tu mi parli d'eclissi, e poco prima
è qui venuto un certo spadaccino,
che m'ha tirato un pugno giusto qua...
PERIZONIO
Ah, pecchesso tenive il doloretto?
CRISOBOLO
Sissignore.
PERIZONIO
Oh mmalora! E t'ha sonato?
CRISOBOLO
Ma come! Se non ero
lesto a darli una scatola,
acciò se l'impegnasse,
per l'anticipazione di Doralba,
mi faceva la testa,
qual cocomero qua contusa, e pesta.
PERIZONIO
Co la bona salute.
CRISOBOLO
Che te ne pare?
PERIZONIO
E che mme vo paré.
In questi mari, amico
chissi pisce se pescano.
Pe mò lo spatacino
t'ave già consignato no mazzone,
mò statt'attiento appriesso
pe quacche pesce spata int'a lo stommeco.
CRISOBOLO
Ma tu, che sei più pratico
dammi almeno un consiglio.
PERIZONIO
E che consiglio
t'aggio da dà.
CRISOBOLO
Istruitemi,
caro don Fattappane, giacché il diavolo
m'ha posto in queste angustie.
PERIZONIO
(Mò mme vene a ciammiello
de fa la causa mia.)
Io ti compiango, o ciuccio, assai assai;
e già che si ncappato
mo dint'a sta gajola,
sientela, amico mio, sto po' de scola.
[N. 13 - Aria]
Lo mpressario, gioia mia,
ha d'avere ste tre cose:
lo raggiro, la boscia,
mutria tosta, e niente cchiù.
Si quacch'uno vò denare,
piglia tiempo, e campanea:
quann'è chiena la platea,
di' ca pierde, e ngrassa tu.
Quanno l'opera va mpoppa,
tienne mano a le mesate.
Ca po' appriesso le tronate
te potranno nnabbessà.
Le cantante, arrassosia!
Voca fora, ch'è maretto,
ca si no a la vicaria
zita bona vaje a fà.
Al poeta, ed al maestro
sbena sulo la mandeca,
ca si no non bene l'estro,
e non sanno fatecà.
Ma po' a quante nce ne stanno:
luminari ~ barchettari,
architetti, sediari,
mastedasce, soffiatori,
cuseture, e compagnia.
Lo raggiro, la boscia,
mutria tosta, e niente cchiù.
Haje sentuta mò la scola,
l'haje caputa ~ comme va?
Solo al masto, ed al poeta
molla aruta, e lassa fa.
(via)
[N. 14 - Recitativo]
CRISOBOLO
Orsù per me le cose
vanno da male in peggio, ed or bisogna
trovare un mezzo termine opportuno...
(pensa)
Va bene. Ho già pensato,
così bisogna fare, e non c'è caso.
Dovran tutti restar con tanto un naso.
(via)
Camera della locanda.
Doralba, e Strabinio.
DORALBA
Dunque gli dasti un pugno?
STRABINIO
E se parlava,
la mia spada davver già fulminava.
DORALBA
Orsù conviene adesso
d'andare dal poeta, acciò mi faccia
buona parte.
STRABINIO
Or vado io,
e a questo ancor, se non starà a dovere...
DORALBA
No no, frenati, o caro,
perché so, che costui è un po' lunatico:
non grida, e non schiamazza;
ma è sollecito sì a pigliar la mazza.
STRABINIO
A me la mazza?
DORALBA
Or basta.
Questa gente bisogna
dolcemente trattar, senza furore,
per evitar, cor mio, qualche rumore.
(viano)
Veduta del molo, come prima.
Merlina, e Gelindo, indi don Perizonio.
MERLINA
L'impresario per Bacco
mi fa corriva. Approva sempre, e poi
risolversi non sa.
GELINDO
Or io, mia cara,
ho detto il mio parere, e non m'importa
che il libro sia bestiale, e non vi sia
né coda, né testa:
venga il denar, la mia premura è questa.
MERLINA
Oh denaro a proposito,
andiam, che l'impresario ha da pagarmi
giusto la mia mesata,
ch'in questo giorno appunto è maturata.
PERIZONIO
Salute a lor signori.
GELINDO
Ch'è successo?
PERIZONIO
L'impresario ha stimato di fuggirsene
insalutato ospite.
GELINDO
Cospetto!
MERLINA
E dove è andato?
PERIZONIO
E a mme me l'addimmanne?
Chionzariello il decano
m'ha vommecato tutto, e m'ha contato,
che s'ha fatto lo butto, e po' è scappato.
MERLINA
Or io vado a ricorrere
per la mia paga.
(via)
GELINDO
Io vengo ancora. Oh cattera!
Dacché sono arrivato,
il truffatore m'ha sempre trasportato.
(via)
PERIZONIO
Curre, ca vuò sta bello. Da ch'è nato
chisso, cecame n'uocchio,
si ha scritto maje na nota soja. Sempe
ha crastato lo munno,
e i piezze sane se l'arrobba tunno.
Fiordispina, e Perizonio.
FIORDISPINA
Don Perizonio.
PERIZONIO
Oh cara,
che nc'è qua novità?
FIORDISPINA
E più di questa,
che l'impresario c'ha così piantati!
PERIZONIO
Figlia il mondo è teatro, dice Sofocle,
e ognun fa la sua scena. Lo mpressario
ha visto, ch'era juto,
ha fatta la sua scena, e s'è partuto.
(Ma io corrivo non nce so restato.)
FIORDISPINA
E adesso che facciamo?
PERIZONIO
Fa' quello, ch'ho fatt'io, che fin adesso
contro al fato perverso
ho detto corna, bestemmiando in verso.
FIORDISPINA
Io vivo col teatro onestamente,
son zitella, e ho una madre...
PERIZONIO
Ch'è legitima!
FIORDISPINA
Mi vedo disperata.
PERIZONIO
(Ora vì sta zetella
mme fa venì na chelleta.)
FIORDISPINA
(Vediamo d'incapparlo.)
Caro poeta mio, tu che ne dici?
PERIZONIO
Ora annevina Febo
che scherebizzo m'ha nfeccato ncapo?
FIORDISPINA
Che so.
PERIZONIO
Vorria portarte
fra 'l coro delle musee.
FIORDISPINA
Io non t'intendo.
PERIZONIO
Ora mi spiego in prosa:
or tu già sei sola interinamente.
E io porzì so sulo,
e che cchiù bella cosa,
d'aunire lo poeta, e la cantante,
e sa che scene nuje farrijemo nzieme!
Che nne dice? Te sona?
FIORDISPINA
(È già caduto.)
PERIZONIO
Respunne.
FIORDISPINA
Vo' pensarci.
PERIZONIO
E che nce pienze, o cara,
se la smorfia è per noi spappata, e chiara.
[N. 15 - Finale]
FIORDISPINA
Son donzella sì innocente,
che mi perdo per un niente:
par, che un cor di sì mi dice,
par, che un cor mi dice no.
PERIZONIO
Figlia mia dice Plutarco,
che fu un uomo assai dabbene:
l'innocenza dalle scene
da molt'anni che scappò.
FIORDISPINA
(Mi bottizza il malandrino!)
PERIZONIO
(Essa è furba, e io traffino!)
FIORDISPINA
(Or vo' fargli un po' di scola
qui, cantando, come va.)
PERIZONIO
(Oh mmalora sta figliola
se vorrebbe mmaretà?)
FIORDISPINA
Vo' cantar mattina, e sera,
quando il tedio più m'assonna:
ammazzata quella donna,
ch'a poeti crederà.
PERIZONIO
Vo' cantar co' la mia lira,
quanno sto de bona vena:
da le femmene de scena
non ve fate mpapocchià.
FIORDISPINA
Che parlare è questo a caso?
PERIZONIO
Me l'ha ditto don Parnaso;
ma mi chiama il nume Apollo
co' le muse a poetar.
FIORDISPINA
Ingrato... crudele...
così m'abbandoni...
mi parli d'amor
e poi... traditore...
il pianto m'affoga...
mi sento mancar.
PERIZONIO
Ah tergi, mia bella,
quegli occhi piangenti...
non parto... non vado...
mi resto... deh senti...
via dammi la mano,
vogliamo sposar.
FIORDISPINA E PERIZONIO
Che giubilo è questo,
che dolce contento,
già l'alma mi sento
nel petto brillar.
FIORDISPINA
Mio caro.
PERIZONIO
Mia cara.
FIORDISPINA
Mio sole.
PERIZONIO
Mia stella.
FIORDISPINA E PERIZONIO
No sorte più bella
di questa non v'è.
L'affanno ~ tiranno
mai dentro del core,
la pace d'amore
non giunga a turbar.
Fine del libretto.
Generazione pagina: 14/01/2016
Pagina: ridotto, rid
Versione H: 3.00.40
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