EMMA D'ANTIOCHIA
Tragedia lirica.
Versione sintetica a cura di www.librettidopera.it.
Da qui accedi alla versione estesa del libretto.
Da qui accedi alla versione in PDF del libretto.
Codice QR per arrivare a questa pagina:
Libretto di Felice ROMANI.
Musica di Saverio MERCADANTE.
Prima esecuzione: 8 marzo 1834, Venezia.
Personaggi:
CORRADO di Monferrato, conte di Tiro |
baritono |
RUGGIERO suo nipote |
tenore |
EMMA principessa d'Antiochia |
soprano |
ADELIA figlia di Corrado e sposa di Ruggiero |
soprano |
ALADINO giovine mussulmano schiavo di Emma |
tenore |
ODETTA damigella di Adelia |
soprano |
Cavalieri, Crociati, Dame, Damigelle, Trovatori, Soldati, Paggi, Scudieri e Menestrelli.
L'azione è in Soria nella città di Tiro.
L'epoca è nel dodicesimo secolo.
[Sinfonia]
Sala nel palazzo di Corrado. Di fronte magnifica galleria che conduce a ricchi appartamenti.
Adelia seduta ad un tavolino, Odetta e Damigelle la circondano recando vari ornamenti.
[N. 1 - Introduzione]
DAMIGELLE
Della sidonia porpora
ami il color vivace;
o di Damasco il fulgido
bisso vuoi tu vestir?
ODETTA
Ella pur tace.
DAMIGELLE
Parla: di gemme candide
serto gentil t'alletta;
vezzo o monil più giovati
d'orïental zaffir?
ODETTA
(scuotendola)
Adelia!
ADELIA
(abbracciandola)
Odetta!
ODETTA E DAMIGELLE
Piangi? In sì lieto giorno,
che il genitor diletto
fa da Sion ritorno
tuoi nodi a benedir;
or che del tuo Ruggiero
déi coronar l'affetto,
quale puoi tu pensiero
quale timor nutrir?
ADELIA
Un rio sospetto.
ODETTA
Oh! che mai dici?
ADELIA
A voi fedeli ancelle
nudo offrir posso il cor... Quant'io vorrei...
Quanto in pria lo sperai... Ruggier non m'ama.
ODETTA
Come? e tua man non brama?
E non la chiese al padre?
DAMIGELLE
E a te di sangue
non è congiunto?
ADELIA
Oh! lo foss'ei di cuore. ~
Né il solo io sono, né il suo primo amore.
TUTTE
D'onde il sai tu?
ADELIA
Qui... dianzi...
Dal labbro suo... Di Baldovino in corte
di nobil donna egli arse: alta cagione,
ch'io non saprei ridir, lei trasse altrove
e fu per sempre da Ruggier partita;
ma nel suo cuor scolpita
ella rimase, e vi è tuttor... me 'l dice
la sua mestizia che malgrado ci cela,
e il continuo aspirar a ciel straniero.
No: non m'ama.
Ruggiero dal fondo, e dette.
RUGGIERO
Io non t'amo?
ADELIA
Oh! ciel! Ruggiero!
RUGGIERO
I tuoi sospetti, o Adelia,
io mi credea sgombrati;
schiusa io t'avea quest'anima...
I mali miei svelati...
A te siccome ad angelo
aperti i miei pensier.
Fa' core: ancor sei libera
se puoi di me temer.
ADELIA
Non ti sdegnar, perdonami
queste dubbiezze estreme;
cor di donzella è debole,
amor d'ogni ombra teme,
Ruggier mi è luce ed anima,
tutto è per me Ruggier.
Che m'ami ancor ripetimi
né più mi udrai doler.
RUGGIERO
T'amo; sì t'amo... e sembrami
poco ad amarti un core.
ADELIA
O mio Ruggiero!
RUGGIERO
E rendemi
questo amor mio migliore:
mi par, mi par risorgere
come fenice in te.
ADELIA, ODETTA, DAMIGELLE
Oh! in quale amor più credere
se questo amor non è?
(musica militare da lontano)
TUTTI
Quai lieti suoni?
Coro di Cavalieri, e dette.
CAVALIERI
Affrettati
giunto è Corrado in porto,
de' collegati principi
da gran navile è scorto;
odi di trombe e timpani
tutta suonar la riva:
odi echeggiar gli evviva
del popolo fedel.
ADELIA, RUGGIERO
Lo invia, lo invia, sollecito
a' nostri nodi il ciel.
ODETTA, DAMIGELLE
Lo invia, lo invia, sollecito
a' vostri nodi il ciel.
ADELIA E RUGGIERO
Vieni: per noi cominciano
giorni di sommo bene:
come di sogno immagine
fugge il passato e sviene;
a noi sereno e lucido
sorride l'avvenir.
CORI
Ei vien: le prime insegne
si veggono apparir.
(escono tutti)
Banda militare, Cavalieri, Scudieri, Soldati.
Dopo il corteggio esce Corrado in mezzo ad Adelia e a Ruggiero.
CORRADO
ADELIA, RUGGIERO
Non ne partir mai più!
CORRADO
TUTTI
Oh! vero eroe!
CORRADO
TUTTI
A te consorte!
ADELIA
O padre!
CORRADO
CORI
Generoso!
ADELIA
Ah tolga il cielo
ch'io mi attenti alzar lamento!
Paghi iddio tuo nobil zelo,
di venture, e di contento!
TUTTI
Fian felici i figli tuoi
della tua felicità.
CORRADO
TUTTI
Manterrà sua fede intera
chi un eroe di sé degnò.
[N. 2 - Scena]
CORRADO
ADELIA
A lei ne guida, o padre,
guidane a lei; poiché tu l'ami, io l'amo,
e in lei trovar verace madre io credo.
Aladino, indi Emma con Paggi, Scudieri, ecc. e detti
ALADINO
(sull'ingresso)
La sovrana!
RUGGIERO
(Chi vedo?)
(Aladino!)
ALADINO
(Ruggiero!)
CORRADO
CORI
Viva l'augusta donna!
(tutti si schierano: Emma si presenta: Ruggiero è colpito)
RUGGIERO
È dessa... è dessa.
CORRADO
[N. 3 - Scena e Cavatina]
EMMA
Ah! sì mi abbraccia
giovin leggiadra.
ADELIA
A te diletta sempre
essere io possa quanto a me già sei.
CORRADO
ADELIA
(Cielo!)
EMMA
(scossa dal nome)
Ruggiero!
Desso! lo sposo!... il genero...
Sogno!... delirio è il mio!
CORRADO
TUTTI
Onde tanto attonita?
RUGGIERO
(Tremo.)
ALADINO
(Che fia gran dio!)
EMMA
(ricomponendosi)
Ah se commossa io sono
spero da voi perdono;
esso al pensier mi ha finto
un caro oggetto ~ estinto...
L'amor de' miei prim'anni...
L'unico mio ~ fratel.
Povero cor t'inganni...
Me l'ha rapito il ciel.
RUGGIERO
(Respiro.)
CORRADO
EMMA
(Emma coraggio!)
CORRADO
ADELIA E CORO
Spirto è lassù beato,
e in questo dì felice
non vuol da te sospir.
EMMA
È ver: turbar non lice
il vostro... il suo gioir.
(facendosi forza)
EMMA
Nobil signor perdonami,
a me le braccia stendi,
tu da sì tristi immagini
l'anima mia difendi.
Ah! sì: per te dimentico
ogni mio danno antico:
padre, fratello, amico
tutto ritrovo in te.
La patria tua mi è patria,
i figli tuoi son miei...
Ch'io ne ritardi il giubilo
tu paventar non déi...
L'ara per essi accendasi,
il tempio a lor s'infiori,
pronuba ai loro amori
abbian propizia in me.
CORRADO, ADELIA, CORO
Sensi amorosi e teneri
degni di te son questi.
Traccia di tua mestizia
negli occhi tuoi non resti.
Alma non v'ha serena
se appien la tua non l'è.
RUGGIERO, ALADINO
(Cielo io respiro appena,
mal mi sorregge il piè.)
(Emma parte in mezzo di Adelia e Corrado; tutti la seguono; rimangono Ruggiero ed Aladino)
Ruggiero ed Aladino.
[N. 4 - Scena ed Aria]
(dopo un momento di silenzio)
RUGGIERO
Nel mio cuore lacerato leggi tu?
ALADINO
Come nel mio.
RUGGIERO
Chi di me più sventurato?
ALADINO
Ogni cuore ha i suoi martir.
RUGGIERO
Oh Aladin!... che far degg'io?
ALADINO
Che far déi? tacer, soffrir.
RUGGIERO
Io soffrir: mortale in terra
non potria soffrir cotanto;
il destin che mi fa guerra
non è pago del mio pianto...
A' miei piè l'abisso schiude,
mi vi spinge io vi cadrò.
ALADINO
Ah non io, non io virtude
debil servo a te darò.
RUGGIERO
Ami tu la tua signora?
ALADINO
Io... se l'amo?... più che mai...
RUGGIERO
Le sei tu fedele ancora?
ALADINO
Come al ciel che il sol mi diè.
RUGGIERO
E un segreto serberai?
ALADINO
Un segreto!... è dubbio in te?
Corre un lustro, un lustro intiero
che nel core un tal ne celo,
cui non giunge uman pensiero,
ch'io perfin nascondo al cielo...
Se il mio cor temessi infido
io saprei strapparmi il cor.
RUGGIERO
Sì, lo credo: in te mi fido,
uno scampo io trovo ancor.
Odi... ad Emma andiamo insieme...
ch'io la vegga oprar tu déi.
ALADINO
Stolto!... e speri!...
RUGGIERO
Io non ho speme:
vo' vederla e poi partir.
ALADINO
Del tuo cor ben certo sei?
RUGGIERO
Sì lontan saprò morir.
Insieme
ALADINO
Vieni, vieni, o sventurato,
di servirti io non ricuso.
Dall'abisso a te dischiuso
non ti scampa che il fuggir.
Ah! un amore disperato
più non può desio nutrir.
RUGGIERO
Partirò: dell'empia sorte
al potere io m'abbandono:
pago assai, contento io sono
s'ella intende il mio martir.
Dolce almen mi fia la morte
se le costa un sol sospir.
(partono)
Appartamenti.
Emma sola.
[N. 5 - Scena e Duetto]
Sola son io ~ pianger non vista io posso...
pianger d'amor ~ un dio nemico, un dio
che vuol perduti entrambi
mi conduce Ruggier in questi lidi.
Oh! quale ti rividi?
quale ti ritrovai? come in un punto
tutte si ridestar, tutte le fiamme
che sopite giacean da un lustro intero!
Chi giunge?
Aladino e detta, indi Ruggiero.
EMMA
Che vuoi tu?
ALADINO
Vidi Ruggiero.
EMMA
Ebben?
ALADINO
Gli favellai...
Promisi a te guidarlo.
EMMA
Incauto!
ALADINO
È forza
che tu lo ascolti ~ l'ultimo congedo
ei da te prende.
EMMA
Oh! fugga pur... S'involi...
Fuggir potessi anch'io!... celarmi al giorno,
a me stessa celarmi in tanta ambascia.
RUGGIERO
(mostrandosi improvviso)
Mai no 'l potresti a me.
EMMA
Cielo!
RUGGIERO
(ad Aladino)
Mi lascia
(Aladino si ritira)
Emma e Ruggiero.
RUGGIERO
Emma!
EMMA
Ruggier!... qual volgi
disegno in mente?
RUGGIERO
Nessun disegno. Io sono
privo di core... d'intelletto ricco.
EMMA
Non sai?...
RUGGIERO
So che son teco...
ch'io ti veggo... ti ascolto...
EMMA
E dove siamo,
chi sei tu... chi son io...
obliar tu potresti?
RUGGIERO
Io nulla oblio.
Tutti ho schierati innanzi
i corti dì... la nostra gioia uniti,
il nostro duol disgiunti... oh! il tuo fu breve,
fugace, passeggero.
EMMA
E il tuo crudele!
Io delle mie querele
stancai la terra e il cielo dal dì fatale
che a te fui tolta, e inesorabil legge
me debil donna diede in forza altrui,
e tu?
RUGGIERO
Ingannato, disperato io fui.
Te mi dicea la fama
lieta di nuovo amor... triste io varcava
e terre, e mari; ma per mari e terre
mi seguiva lo stral che mi ha ferito.
Qui mi credei guarito,
qui più che mai son egro.
EMMA
(interrompendolo con sommo trasporto)
E Adelia, ingrato!
Non ami Adelia? non la guidi all'ara?
RUGGIERO
Adelia!... Adelia!... oh! rimembranza amara.
Amai quell'alma ingenua,
poterla amar mi parve;
ma ti rividi... ahi misero!
e l'amor mio disparve...
Tu del mio cor sei l'arbitra,
tu nuovo ardor v'accendi...
Oh! quell'amor mi rendi,
o mia ritorna ancor.
EMMA
E tu crudel, tu rendimi
la libertà smarrita...
qual fui, qual fui ritornami
all'alba della vita...
Ah! non è più possibile
franger la mia catena...
Oh! l'amor mio mi è pena
poiché è delitto amor.
RUGGIERO
Delitto... è ver... non restami
fuor che lontan morire.
EMMA
E a me Ruggier!... qui vivere
di lungo e rio martire.
RUGGIERO
(disperato)
Addio... per sempre!
EMMA
Oh! questo
non darmi addio funesto...
Per sempre!... ahi! cruda immagine
ch'io sostener non so.
RUGGIERO
Emma!
EMMA
Ruggier!
RUGGIERO
Dividersi!...
EMMA
Più non vedersi!...
EMMA, RUGGIERO
Ah! no.
Restiam... restiam... quest'anima
non può da te partirsi;
nel ciel, nel sol, nell'aere
teco verrebbe a unirsi...
Ah! né morir né vivere
senza la tua non può!
(odesi lieta musica da lontano)
[N. 6 - Finale primo]
EMMA
Ciel! qual suon?
RUGGIERO
Festivo suono.
EMMA
Giunge alcun...
RUGGIERO
Andiam... si eviti.
EMMA
Resta. È tardi.
Corrado, Adelia e detti
CORRADO
RUGGIERO, EMMA
Ah! quale istante!
CORRADO
EMMA
(Lieto auspicio!)
ADELIA
O sposo mio!
Grazie a lui con me ne rendi.
RUGGIERO
(Me infelice!)
ADELIA
Che vegg'io?
Taci... e gli occhi al suolo intendi?
RUGGIERO
Io...
ADELIA
Favella...
CORRADO
RUGGIERO
(Oh supplizio!)
EMMA
(ponendosi in mezzo)
E in voi qual tema?
Niun segreto, niun martir.
Turba il cor letizia estrema
quanto il duol... (Me vuoi tradir?)
Insieme
EMMA
(con forzata giocondità)
Ei qui dianzi... a me... l'amante
alma sua svelava intera...
de' suoi nodi il dolce istante
d'affrettar mi fea preghiera...
or vicino al fin bramato
par confuso... par turbato...
Ah! l'eccesso del contento
ha l'aspetto del dolor.
RUGGIERO
(facendosi forza)
Sì cotanto io son commosso,
tanti in seno affetti io provo,
che spiegarlo a me non posso,
che me stesso in me non trovo...
Ah! non mai creduto avrei
sì compresi i sensi miei...
né vicino a tal momento
così debole il mio cor.
ADELIA
O Ruggier, se mai tuttora
fossi incerto del tuo cuore,
dillo, ah! dillo... è tempo ancora,
mi saria minor dolore:
ah! perdona, o mio Ruggiero,
il timor del mio pensiero,
ah! tu sai che il mio lamento
è sol figlio dell'amor.
CORRADO
Odesi lieta musica da lontano, e voci di plauso. Quindi si appressano Cavalieri, Dame, Paggi, Scudieri, tutti festosi e contenti.
VOCI LONTANE
Al tempio! al tempio!
CORRADO
EMMA, CORRADO, ADELIA
Il nuzial corteggio!
ADELIA
O mio Ruggier!
EMMA
(in mezzo ad essi risoluta)
Venite.
RUGGIERO
Ciel! che risolver deggio?
EMMA
(Perder mi vuoi?)
CORRADO
ADELIA, EMMA, CORRADO E RUGGIERO
Andiam.
RUGGIERO
(Son fuor di me.)
CORO
(in iscena)
Al tempio! al tempio! Affoltasi
il popolo alle porte.
De' trovatori ai cantici
echeggia l'ampia corte:
per la città diffondesi
gioia cui par non è.
EMMA, CORRADO
Non più timore.
RUGGIERO
(Oh! barbara!
almen morrò con te.)
Insieme
ADELIA
(a Ruggiero)
Ah! nel tuo volto splendere
fa' che un sorriso io veda,
un di que' rai, che m'erano
luce e letizia al cor.
Se vuoi, se vuoi che Adelia
felice appien si creda,
i labbri tuoi l'affidino
che sei felice ancor.
RUGGIERO
(ad Adelia)
Ah! per sedare i palpiti
onde quest'alma è scossa,
sì dolce ognor favellami,
aggiungi amor a amor.
Fa' che il mio cor confondere
col tuo bel cor io possa,
tutto m'inonda e avvampami
del tuo pudico ardor.
EMMA E CORRADO
Dolci parole e tenere,
sensi d'amor comprendi.
Tranquilla in lui riposati:
un'ombra è il tuo timor.
Vedi l'altar che infiorasi...
gl'inni d'imene intendi...
vieni; e fidanza e giubilo
passi da core a cor.
CORRADO
EMMA E RUGGIERO
(Me tragge, me fa vittima
fato di me maggior.)
(Emma prende per mano Adelia e Ruggiero, s'incamminano)
Atrio interno del palazzo di Corrado con grandi archi e colonnati sul davanti. Di prospetto uno scalone che mette a gallerie praticabili, le quali conducono ad appartamenti illuminati di dentro. Due scale dai lati per cui vassi a diverse parti del palazzo. È notte. La musica esprime una festa.
Aladino discende dallo scalone di fronte.
[N. 7 - Introduzione]
ALADINO
Compiuto è il rito!... Io l'altar vidi, o inganno
fu dei miei sensi? ~ Oh! non fu inganno... ancora
per le frequenti sale echeggian gl'inni
e il fragor delle danze... ancor d'intorno
arder profumi e splender faci io veggo...
Quella gioia m'uccide... io più non reggo.
(si getta sopra un sedile; a poco a poco cessa la musica di dentro e sparisce l'illuminazione)
Oh! qual disegno in mente
Emma rivolge!... Interrogar me stesso
io non ardisco... Quelle infauste pompe
mi ascondi, o notte... quel gioir m'adombra.
Ma taccion l'arpe... e sgombra
atrii e sale la turba... Ecco i cantori
i tacenti occupar portici estremi...
Usciam ~ Fibra non ho che non mi tremi.
(si ritira)
Scendono dalla scala di fronte Cavalieri, Dame, Trovadori, e Menestrelli. Si collocano nell'atrio, e cantano il seguente commiato agli sposi.
CORO
I
Addio! ~ Le faci svengono
con tremulo splendore,
coll'ali sue le sventola
impaziente amore.
Viva soltanto ai talami
la sua facella ei vuol.
Addio! ~ Le stelle ascondono
il lor virgineo viso.
L'astro diletto a Venere
scioglie soltanto un riso,
l'astro a' bei riti pronubo
cui porta invidia il Sol.
II
Ite ~ La notte placida
il sonno a voi non guida,
essa vi reca il tacito
mister che amore affida,
reca il desio che vigila
e che posar non suol.
Ite ~ Cogliete i labili
istanti del contento;
sfugge di gioia il calice
a chi in vuotarlo è lento,
e di quest' ore è rapido,
e fuggitivo il vol.
(si allontanano tutti e si odono da lunge le loro voci e i loro addio; tutta la scena rimane oscura)
Emma scende dalla scala a sinistra. S'aggira per la scena agitata e smarrita. Aladino ritorna e la segue con somma inquietudine. Emma si trova d' innanzi a lui.
EMMA
Sei tu?
ALADINO
Son io. Chi puote
vegliar su te fuor che Aladin?
EMMA
Mi reggi...
io son perduta... qual nociva belva
io m'aggiro fra l'ombre; e cose io tento...
nefande cose. Io mi credea capace
di vincere il mio cor... Io stessa all'ara
guidai Ruggiero, e sento in me che colpa
aggiungo a colpa.
ALADINO
Alle tue stanze riedi...
EMMA
Alle mie stanze! ~ E credi
ch'ivi sia pace?
ALADINO
Avvi il rimorso.
EMMA
Ah! vana
è la potenza sua... strazia e non sana
ALADINO
Vieni: potria qualcuno
vederti, udirti. ~ Di Corrado io scorsi
gli occhi in te fissi ~ In nobil core è tardo,
ma tenace il sospetto ~ Odi? furtivo
risuona calpestio.
(la tragge seco in fondo della scena)
Ruggiero dalla scala sinistra preceduto da uno Scudiero: egli è avvolto in un ampio mantello.
RUGGIERO
Vola, e all' ingresso
sollecito mi reca armi e destriero.
EMMA
(avvicinandosi)
Destriero!
RUGGIERO
Oh! chi favella? ~ Emma!
EMMA
(correndo a lui invano trattenuta da Aladino)
Ruggiero!
ALADINO
Dove corri? (O rio cimento!)
RUGGIERO
Fuggo.
EMMA
Fuggi? e Adelia?... parla.
[N. 8 - Finale secondo]
RUGGIERO
Salva è ancora ~ io non mi sento
cor capace d'ingannarla,
dal suo letto immacolato
mi respinge un nume irato...
Abbastanza sventurata
essa all'alba sorgerà.
EMMA
Fuggi... Sì... de' tuoi rimorsi
soffocar non vo' la voce,
giusto è ben s'io più trascorsi
che a me tocchi il duol più atroce,
in me sola vendicata
tanta colpa in me sarà.
RUGGIERO
Emma! deh!
ALADINO
Ti calma.
EMMA
(con crescente disperazione)
Sosterrò qui lunga morte.
Mi fia strale ogni parola,
ogni sguardo del consorte...
RUGGIERO
Emma!
ALADINO
Cessa.
EMMA
(percuotendosi la fronte)
E allor che scritto
ei qui legga il mio delitto...
ch'io sostenga del suo volto
il disprezzo ed il furor.
RUGGIERO
Emma!
ALADINO
O ciel! Rumore ascolto.
RUGGIERO
Ah! tu mi hai spezzato il cor.
Fuggi meco, ah! fuggi meco
al rio fato che paventi,
il deserto avrà uno speco
che ci asconda o vivi o spenti;
un asilo nel suo seno,
o un abisso il mare avrà.
EMMA
Sì, ti seguo... io m'abbandono
al destin che mi strascina,
se a perir costretta io sono
perir voglio a te vicina...
La mia tomba ignota almeno
maledetta non sarà.
(si getta nelle sue braccia; esce Corrado)
ALADINO
(per dividerli)
Forsennati! e qual v'ha freno
che v'arresti?...
Corrado s'innoltra in mezzo a loro, e con voce tuonante grida:
CORRADO
EMMA, RUGGIERO E ALADINO
(volgendosi un grido)
Ah!
(Ruggiero ed Emma rimangono confusi ed attoniti: Corrado pone la mano sull'elsa della spada, indi si arresta; Aladino in disparte ha in mano un pugnale)
Insieme
CORRADO
EMMA E RUGGIERO
Notte non hai tu tenebre
per addensarmi in fronte?
Vuoi tu del ciel, degli uomini
serbarmi all'ire e all'onte?
(ai piedi di Corrado)
Oh! tu d'un colpo toglimi
a disperato duolo,
conscio finor tu solo
del mio nefando error.
ALADINO
(Sorte, se vuoi tu vittime,
una non basta, il sai...
correr col suo vedrai
tutto il mio sangue ancor.)
(odesi da lontano per tutto il palazzo strepito di passi e grida; veggonsi passar faci d'ogni lato, e correre genti)
VOCI LONTANE
Ov'è Corrado?... accorrasi.
CORRADO
VOCI
Adelia.
CORRADO
Accorrono da tutte le parti Damigelle, Scudieri e Cavalieri, indi esce Adelia pallida e smarrita in veste dimessa e colla chioma sparsa. A poco a poco la scena è popolata di spettatori.
CORO
Vola: smarrita Adelia
chiede di te piangendo.
CORRADO
CORO
Non è più tempo. Mirala.
ADELIA
(si abbandona nelle braccia di Corrado)
Padre!... Ruggiero! Ahimè!
(sviene)
CORRADO
ALADINO
Che penso? che tento?
EMMA, RUGGIERO
Oh! pena!... oh! supplizio!
CORI
Che orribile evento!
CORRADO
ADELIA
(rinvenendo)
Ah! padre, perdona, com'io gli perdono!
morendo ti chiedo quest'ultimo dono...
ch'io fossi felice non era nel fato...
ei solo è spietato ~ ei sol m' ingannò.
RUGGIERO E EMMA
(ai piedi di Adelia)
Rivoca, rivoca, sì nobili accenti...
È giusto il suo sdegno, la folgore avventi!...
Sottrarmi all'orrore che l'alma mi preme;
più brama, più speme di vita non ho.
CORI
(Qual genio malvagio, qual furia crudele,
in lutto e in querele ~ la gioia cangiò...)
ALADINO
(in disparte)
(Perduta e la misera ~ con lei morirò.)
Galleria - in fondo grandi finestroni chiusi, che poi si aprono e lasciano vedere il mare e il porto di Tiro. Dai lati appartamenti. È l'alba.
Damigelle, Scudieri che vanno e vengono dai vari appartamenti: Dame e Cavalieri che parlano sommessamente fra loro.
[N. 9 - Introduzione]
DAME
Ella a ciascuno involasi...
nelle sue stanze è chiusa;
ma né un sospir, né un gemito
il suo soffrire accusa.
CAVALIERI
Ben più Corrado è misero,
Adelia più infelice;
il fremer suo lo dice,
il suo mortal pallor.
DAME
Tutti del par son miseri...
Tutti ~ e Ruggier?
CAVALIERI
Ruggiero!
Sguardo non v'ha che leggere
possa nel suo pensiero.
Cupo, accigliato e mutolo,
l'armi ei gittava a terra...
Nel carcer che lo serra
muto, e accigliato è ancor.
DAME
Oh! qual formar presagio
di si funesto evento?
CAVALIERI
Il ciel lo sa ~ Qui regnano
lutto, pietà, spavento.
TUTTI
Una tragedia orribile
qual non fui mai qui vista
preme ogni mente, e attrista
anco ai più fermi il cor.
Corrado, e detti.
[N. 10 - Scena e Aria]
CORRADO
(si allontanano tutti)
Ruggiero e Corrado.
RUGGIERO
Eccomi a te, Corrado. ~
Non ti stupir ~ darti non so, né deggio,
più caro nome ~ sul tuo volto scritta
veggo la mia condanna... e pure è mite,
minor di quella che dal cielo impreco.
CORRADO
RUGGIERO
Oh! sii più tosto
qual esser devi, inesorabil, fero
giudice, punitor.
CORRADO
RUGGIERO
Ah! ferma... ah! senti,
ch'io parta e viva! oh! no 'l pensar. Non sono
né sì vil, né sì reo perch'io non abbia
coraggio di morir... lascia ch'io trovi
in queste mura lunga morte e orrenda!
Che giorno e notte intenda
l'anatema d'un padre!...
CORRADO
(Ruggiero è immobile, atterrito. Corrado prosegue)
RUGGIERO
Giusto ciel!
CORRADO
RUGGIERO
Deh! cessa...
CORRADO
RUGGIERO
Lo so, lo sento.
Partirò... mai più con essa
non sarò vivente, o spento.
CORRADO
RUGGIERO
Il giuro.
CORRADO
RUGGIERO
Crudo addio! l'estremo egli è.
CORRADO
RUGGIERO
Eterno oblio
mi ricopra...
(per uscire)
CORRADO
Insieme
CORRADO
RUGGIERO
Padre!... ah! padre! al sen m' hai stretto.
Io vivrò!... ne ho forza in cor.
(Ruggiero cade ai piedi di Corrado; egli si scioglie da lui intenerito, e rapidamente si allontana)
Ruggiero, indi Emma.
[N. 11 - Scena e Duetto]
RUGGIERO
Viver promisi... Ebben vivrò... Ma quale
avrai tu vita, tu infelice donna,
tu sciagurata ch'io nomar non oso!
Avrai tu pace un giorno?
EMMA
(inoltrandosi)
Avrò riposo.
RUGGIERO
(sospeso)
Emma! Tu qui!
EMMA
(accennandogli di tacere, e sotto voce)
L'anatema
io di Corrado intesi.
RUGGIERO
E il suo perdono ~ Ahi perfido!
Qual generoso offesi?
Ah! fuggi, va'... nascondimi
quel tuo pallor, quel volto...
Se più ti vedo e ascolto
sviene la mia virtù.
EMMA
Non paventar: di lacrime
vedi il mio ciglio asciutto,
or che perduto è tutto
è vano il pianger più.
RUGGIERO
Or che far pensi?
EMMA
L'ultimo
prender da te congedo.
RUGGIERO
E poi?...
EMMA
Di più non chiedere...
che fia di te non chiedo.
RUGGIERO
Lo puoi, lo puoi comprendere...
dal mio... dal tuo soffrir.
EMMA E RUGGIERO
Il cuor, il cuor che svegliasi
da sogno sì fallace,
in ira al ciel e agli uomini,
chiuso a speranza e pace,
non può, cotanto è misero,
né viver, né morir.
EMMA
Or va': ~ comincia a sorgere
eternità fra noi...
RUGGIERO
La man, la man concedimi...
l'ultima volta... il puoi.
EMMA
(ritirando la mano)
Una lusinga, un palpito
di tenerezza alterna,
avria più peso, o misero,
sulla bilancia eterna
di quanti error commettere
il cor più reo mai può.
RUGGIERO
È vero, è ver... lasciamoci...
un solo addio ti do.
EMMA E RUGGIERO
Se mai piangente e supplice
fia che tu parli a Dio,
prega per me, che origine
de' mali tuoi son io...
dal ciel tu grazia implorami...
e grazia in ciel avrò.
(Ruggiero si allontana: desolata Emma si abbandona sovra d'un seggio)
Emma sola, indi Aladino.
[N. 12 - Recitativo]
EMMA
Al più difficil punto, al più tremendo
ebbi vigor. ~ Nulla io più temo adesso
e animosa al torrente io m'abbandono.
(vede Aladino)
Io ti attendea.
ALADINO
Qui sono:
mai ti venne Aladin meno una volta?
EMMA
Unico amico!
ALADINO
In vita e in morte.
EMMA
Ascolta,
hai tu pensato mai
che in suol straniero, abbandonato e privo
d'ogni conforto, di rimedio estremo
uopo ti fora?
ALADINO
Io lo pensai.
EMMA
Mi addita
quale scegliesti, e quale
hai tu pronto.
ALADINO
Un veleno ed un pugnale.
EMMA
Dividiamo, Aladin.
ALADINO
Ogni speranza
è morta dunque! (Ed il codardo fugge
e t'abbandona!)
EMMA
Che di' tu?
ALADINO
Che l'uomo
qualunque ei sia, l'uom che ti perde e t'ama,
dée di ferro perir, se non d'ambascia...
Ecco il velen.
(le porge un anello)
EMMA
Mi lascia;
nelle mie stanze attendi... Io qui per poco
pregar deggio.
ALADINO
Pregar per due tu déi.
EMMA
Per due!... Sì... va'... mio salvator tu sei.
(Aladino parte)
Emma sola.
[N. 13 - Finale ultimo]
Emma... t'affretta ~ anzi che al suo cospetto
ti chiami il veglio offeso ~ io non ho core
per sostenerne il guardo. Il tuo mi fora,
giudice eterno, men severo, e bieco.
Di un core infermo e cieco
tu vedesti la pugna... e sai ch'ei fece
quanto potea per superar sé stesso...
Ne avrai pietade se rimase oppresso. ~
Addio, speranze e sogni
di lieti giorni... addio paterne mura,
limpido ciel natio, ridenti sponde
che spargeste di fior mia vergin cuna;
addio gioia, addio vita, amore addio!...
Amor!... che dissi?... ah! non mi udir gran dio!
(s'inginocchia)
In quest'ora fatale e temuta
che l'estremo mio sole declina,
in quest'ora che a me t'avvicina
il tuo guardo non torcer da me.
Tu governa, tu tempra, tu muta
il mio spirto, il mio cor, la mia mente,
fa' che almen, s'io non posso innocente,
men colpevole io venga al tuo piè.
VOCI LONTANE
Alla riva! alla riva!
EMMA
Quai gridi!
VOCI
Destro è il vento... si spieghin le vele,
alla riva! alla riva!
EMMA
(corre alla finestra e ritorna)
Che vidi?
Egli parte... oh! momento crudele!
Parta, parta. ~ Ed io pure, ed io pure
fuggo, volo a regioni più pure...
trovi in terra quel placido porto
ch'io nel cielo non fido trovar.
Questo voto d'un core già morto,
questo sol non è colpa formar.
(beve il veleno)
Adelia trattenuta dalle Damigelle e detta.
ADELIA
Mi lasciate.
DAMIGELLE
Oh! il passo arresta.
EMMA
Chi vegg'io?
ADELIA
Empia donna a me funesta,
tu pur t'offri al guardo mio!
Vieni, appressa, e gli occhi e il core
pasci appien del mio dolore. ~
Tutto, tutto mi togliesti...
non mi puoi di più rapir.
EMMA
(siede sul seggio)
(Ciel serbarmi ancor volesti
a quest'ultimo martir?)
DAMIGELLE
Esci, deh!... la sua sventura
per pietà rispetta almeno.
ADELIA
E la mia fors'è men dura?
men di lei mi struggo e peno?
EMMA
Più non reggo... io manco...
DAMIGELLE
Oh! mira.
ADELIA
(commossa)
Emma!...
(s'avvicina a lei)
EMMA
Adelia! or vana è ogn'ira.
Fosti appieno vendicata...
pena estrema il ciel mi diè.
ADELIA
Che mai festi sciagurata!
DAMIGELLE
Qual pallor!
EMMA
Di morte egli è.
ADELIA
Ah! perdona a duolo estremo
questi amari e crudi accenti;
io non t'odio, io teco gemo,
giungo i miei co' tuoi lamenti,
infelici entrambe siamo...
e tu forse più di me.
Sorgi, sorgi, insiem piangiamo,
se sperar più non si dée.
EMMA
Sì, mesciamo i pianti nostri...
mai non fur più amari pianti,
la pietà che a me dimostri
già m'assolve a dio d'innanti;
odi l'ultima preghiera
ch'io morendo innalzo a te...
Ti consola, vivi... spera...
di tue pene avrai mercé.
(si scioglie da Adelia, e parte con passo malfermo)
Adelia e Damigelle, indi Corrado.
ADELIA
Odi ancora... mi fugge,
si regge appena. Oh! la seguite.
(le damigelle partono)
(a Corrado che sopraggiunge)
Accorri...
Emma vid'io... Tremo per lei... lasciommi
quasi morente.
Damigelle che ritornano. La scena si empie di gente che accorre.
CORI
Orribil vista... è vano
ogni soccorso... Avvelenata ell'era ~
morta è sul corpo d'Aladin trafitto.
TUTTI
Oh sventura! oh delitto!
ADELIA
Inorridita io sono.
(si abbandona fra le braccia di Corrado)
CORRADO
TUTTI
Perdóno.
Fine del libretto.
Generazione pagina: 14/05/2016
Pagina: ridotto, rid
Versione H: 3.00.40
(W)