LA DONNA DEL LAGO
Melo-dramma in due atti.
Versione sintetica a cura di www.librettidopera.it.
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Libretto di Andrea Leone TOTTOLA.
Musica di Gioachino ROSSINI.
Prima esecuzione: 24 settembre 1819, Napoli.
Personaggi:
Giacomo V re di Scozia sotto il nome del cavalier UBERTO di Snowdon |
tenore |
DOUGLAS d'Angus |
basso |
RODRIGO di Dhu |
tenore |
ELENA |
soprano |
MALCOM Groeme |
contralto |
ALBINA |
mezzosoprano |
SERANO |
tenore |
BERTRAM |
basso |
Pastori, Pastorelle, Bardi scozzesi.
Grandi, Dame scozzesi.
Guerrieri del clan Alpino, Cacciatori, Guardie reali.
L'azione è nella Scozia, e propriamente in Stirling e sue vicinanze.
L'autore a chi legge
Regnava Giacomo V nella Scozia, quando i così detti Clan Alpini, abitatori della parte montuosa di Stirling, si opposero alle sue armi, dirette a conquistare quelle contrade, non ancora soggette al sovrano dominio. Giacomo Douglas, lord di Bothwel, zio del signor d'Angus e precettore del re, fu involto nelle sciagure del nipote; e quindi proscritto e scacciato da Stirling, trovò un asilo presso Roderico di Dhu, capo de' Clan Alpini, cui il riconoscente Douglas promise la mano di Elena sua figlia, benché costei segretamente ardesse pe 'l giovane Malcom Groeme, che abbandonò la corte per seguirla nel suo ritiro. Intanto il re, nascosto sotto le spoglie di privato cacciatore, inseguendo un cervo nelle balze della rocca di Benledi, si avvenne in questa giovanetta, mentre sola guadava il lago Kattrine, unico suo giornaliero passatempo, che faceala perciò chiamare la donna del lago. Le di lei cortesi maniere nell'offrirgli ospitalità ed accoglierlo nel proprio tetto lo invaghirono in guisa ch'egli, poco curando sé stesso, in altri mentiti arnesi penetrò a lei una seconda volta, e sorpreso da Roderico istesso, venne con costui a duello, e lo ferì mortalmente. Leregie schiere intanto vinsero i guerrieri del Clan, e tutto soggiacque all'impero di Giacomo, che, facendo pompa di clemenza, perdonò tutti, accolse nelle sue braccia lo stesso Douglas e, superando i suoi affetti, strinse in laccio indissolubile Elena e Malcom.
Questo soggetto, tratto dal poema inglese del sig. Walter Scott: The lady of the lake, era già dalla impresa de' reali teatri destinato a trattarsi per una delle nuove opere di questo anno. Me ne ha quindi la medesima affidato il malagevole incarico. Semplificare infatti le molte bellezze, i tanti momenti interessanti di un poema, per render regolare la condotta di un dramma e servire alle sue severe leggi non è facile impresa. Mi si è reso perciò indispensabile qualche arbitrio dall'originale poema, ed il suo rispettabile autore potrà essermi indulgente in grazia della ragione indicata.
La scena presenta la famosa rocca di Benledi, che, coverta alla vetta da folta boscaglia, e quindi allargandosi al basso, forma una spaziosa valle, nel centro della quale è il Lago Kattrine, originato dalle acque cadenti, cui sovrasta ardito ponte di tronchi di alberi.
Sorge l'aurora.
Pastori e pastorelle, che rendonsi a' campestri lavori. Sull'alto Cacciatori, che inoltransi nel bosco.
[N. 1 - Introduzione]
PASTORELLE
Del dì la messaggera
già il crin di rose infiora.
PASTORI
Dal sen di lei che adora,
già fugge rapido ~ l'astro maggior.
TUTTI
Ed al suo lucido ~ brillante aspetto
ripiglia ogni essere ~ vita e vigor.
CACCIATORI
Figli di Morve! ~ Su su! Alle selve!
Le caledonie ~ temute belve
a noi preparano ~ novello allor.
(perdonsi di vista)
PASTORI
A' nostri riedasi ~ lavori usati.
PASTORELLE
Come verdeggiano ~ ridenti i prati...
PASTORI
Al par che ombreggiano ~ le querce annose.
PASTORELLE
Come spontanee ~ sorgon le rose.
TUTTI
Così a' sudori ~ del buon cultor,
grate rispondano ~ le piante, e i fior.
(s'incamminano per varie strade)
CACCIATORI
(di lontano)
Su su! Alle selve! ~ Le irsute belve
a noi preparano ~ novello allor.
Elena in un battello nel lago; indi Uberto dalla rocca.
ELENA
Oh mattutini albori!
Vi ha preceduti Amor.
Da' brevi miei sopori
a ridestarmi ognor
tu vieni, o dolce immagine
del caro mio tesor!
Fugge, ma riede il giorno;
si cela il rio talor,
ma rigorgoglia intorno
di più abbondante umor;
tu a me non torni, o amabile
oggetto del mio ardor!
(si ode il vicino suono di un corno, che viene ripetuto di lontano)
Qual suon! Sull'alta rocca
già le fiere a domar van di Fingallo
i ben degni nipoti. Oh! se fra quelli
si aggirasse Malcom! Vana speranza!
Rapido qual baleno
ei sarebbe volato a questo seno.
(giunta alla riva, scende dal battello, che attacca ad un tronco)
UBERTO
(Eccola! Alfin la rendi
all'avido mio sguardo, o ciel pietoso!
No, non mentì la fama,
anzi è minor di sua beltade il grido.)
ELENA
Di questo lago al solitario lido
chi ti guida? Chi sei?
UBERTO
Da' miei compagni,
una cerva inseguendo,
mi allontanai. Fra queste
alpestri, incerte balze il piè inoltrai,
e, già la via smarrita,
a domandarti aita io mi volgea
a te, non donna, ma silvestre dèa.
(Fingasi.)
ELENA
Amico asilo
ti sia la mia capanna: all'altra sponda
meco, se il vuoi, signor, recar ti déi.
UBERTO
Ah sì, del mio destin l'arbitra sei.
ELENA
Scendi nel piccol legno,
al fianco mio ti assidi.
UBERTO
Oh del tuo cor ben degno
eccesso di pietà!
ELENA
Sei nella Scozia, e ancora
non sai che qui si onora
pura ospitalità?
UBERTO
Deh! mi perdona... (oh dio!
Confuso appien son io!)
ELENA
Ah sgombra omai l'affanno,
lieto respiri il cor.
UBERTO
(Un innocente inganno
deh tu proteggi, o amor!)
(guadando insieme il lago)
Da varie balze giungono al piano i Cacciatori anelanti in traccia d'Uberto.
CACCIATORI
(una parte)
Uberto! Ah! dove ti ascondi? Uberto!
(altra parte)
Donde tracciarlo? Come trovarlo?
I PRIMI
La fosca selva... l'alpestre, il piano
si è già percorso, ma tutto invano!
GLI ALTRI
Fiero periglio dal nostro ciglio
lo invola al certo...
TUTTI
Uberto! Uberto!
L'eco risponde! Speme non v'ha!
Veloci scorransi altri sentieri...
I PRIMI
Noi là... sul monte...
GLI ALTRI
Noi verso il fonte...
TUTTI
Chi a ravvisarlo primier sarà
agli altri segno dar ne potrà.
Tu, che ne leggi nel cor fedel,
al nostro sguardo lo addita, o ciel!
(si disperdono per diverse strade)
Albergo di Douglas. Veggonsi sospese alle pareti le sue armi e quelle degli antenati.
Albina e Serano.
ALBINA
E in questo dì?
SERANO
Te 'l dissi: atteso giunge
Rodrigo.
ALBINA
(Elena! Oh quanto
ti fia grave un tal dì!)
SERANO
Quei fidi amici,
cui spento ancor nel petto
non è l'avito ardor, raccoglie intorno
il belligero eroe. Sacro in quell'alma
di patria amor tutto l'investe, e ardito
l'impeto incauto ad arrestar lo spinge
di Giacomo, che queste
contra ogni legge invade
pacifiche contrade. Ah! regga il cielo
così nobil desìo, sì puro zelo!
ALBINA
E di Elena la destra?
SERANO
In dolce pegno
di tenace amistà Douglas destina
a sì prode guerrier.
ALBINA
(Tutte prevedo
le pene di quel cor!)
SERANO
Tu vieni intanto
a' domestici uffici,
che maggiori in tal giorno
fa un ospite sì degno: il sai, diviso
fia più lieve il lavoro.
ALBINA
(Quanto m'affanna, o amica, il tuo martoro!)
(entrano)
Elena ed Uberto.
ELENA
Sei già nel tetto mio: dorata stanza,
dove il fasto pompeggia,
ove il lustro grandeggia,
questa non è; ma, semplice ed umile,
qui raccoglie secure
dall'invido livore
pace, amistade, amor filiale, onore.
UBERTO
(Felice albergo! Oh quanta
beltà, virtù racchiudi!)
ELENA
Il lasso fianco
posar ti piaccia.
UBERTO
(sorpreso)
(Ah! qual ravviso intorno
ornamento guerrier! No... non m'inganno...
Di cavalier scozzese
che gli avi miei seguì, questo è l'arnese!
Ove son io? E in qual periglio!)
ELENA
E donde
il tuo cupo silenzio? A che d'intorno
volgi dubbioso lo sguardo?
UBERTO
Amabil diva!
Se a te no 'l vieta alta cagion, deh lascia,
ch'io conosca a chi debba
tratto così gentil?
ELENA
Vanto nel padre
il famoso Douglas.
UBERTO
(in uno slancio che poi reprime)
Ah!
ELENA
Lo conosci?
UBERTO
Per fama... e chi no 'l sa?
ELENA
Civil discordia
lo rapì dalla corte!
UBERTO
Oh quanto ancora
n'è Giacomo dolente!
ELENA
E chi te 'l disse?
UBERTO
Voce sparsa così... (Mal cauto ardore!
Non mi svelar: che mai di me sarebbe
se giungesse Douglas?)
ELENA
Ma pensieroso
chi ti rende così?
UBERTO
Di tue pupille
il soave balen... di quegli accenti
il dolce suon... ma... chi a noi vien?
ELENA
Le care
compagne mie son quelle,
che all'apparir del giorno
sollecite al mio sen fanno ritorno.
Entrano le Compagne d'Elena, che circondandola le dirigono il seguente coro. Infine Albina.
[N. 2 - Coro e duetto]
CORO
D'Inibaca,
donzella,
che fe'
d'immenso amor
struggere un dì
Tremmor,
terror del Norte,
sei Elena
più bella:
per te
di pari ardor
avvampa così
ognor
Rodrigo, il forte.
UBERTO
(Rodrigo! Che mai sento!)
ELENA
(Funesta rimembranza!)
UBERTO
(Di gelosia tormento!
Io già ti provo in me.)
ELENA
(Affetti miei! Speranza
più il ciel a voi non diè!)
CORO
Indissolubili ~ dolci ritorte,
o coppia amabile! ~ in te deh annodino
beltà e valor.
E dall'eterea ~ celeste corte
i geni pronubi, ~ il lieto innalzino
canto di amor!
UBERTO
Sei già sposa? Ed è Rodrigo,
che dal ciel tal sorte attende?
ELENA
Le mie barbare vicende
che ti giova penetrar?
UBERTO
Forse... ah di'... non è l'oggetto
che tu adori? Un altro amante
sospirar, languir ti fa?
ELENA
Ah! Mi tolse un solo istante
del mio cor la libertà.
UBERTO
(Quali accenti! E deggio in seno
dolce speme alimentarti?
Ah sì! Annunzi un tuo baleno
tanta mia felicità!)
ELENA
(Quai tormenti! E come in seno
posso, o speme, alimentarti?
Da me fugge qual baleno
ogni mia felicità.)
UBERTO
(Ma son sorpreso
se qui più resto!
Oh qual contrasto
crudele è questo!)
(le compagne di Elena versano della cervogia in una tazza a guisa di piccola conca e la porgono ad Elena, dalla quale vien presentata ad Uberto, che beve mentre esse cantano)
ELENA
L'ospital conca
da me ricevi,
gli oppressi spirti
rinfranca e bevi.
CORO
Ti siano fausti
i geni lari,
e a te sorridano
pace, e amistà.
UBERTO
Il tuo bel core
deh a me conceda,
che a' miei compagni
ben tosto io rieda.
ELENA
(vedendola giungere)
L'amica Albina,
che all'uopo arriva,
all'altra riva
ti condurrà.
UBERTO
Bella! Al tuo lato
sempre sarei!
ELENA
(con contegno imponente)
Hai tu obliato,
che ospite sei?
UBERTO
Lascia che imprima
su quella mano...
ELENA
Costume in Morve
non v'ha sì strano.
UBERTO
(Da lei dividermi
come potrò?)
ELENA
(Qual dolce immagine
in me destò!)
UBERTO
(Cielo! in qual estasi
rapir mi sento
d'inesprimibile
dolce contento!
Di quai delizie
m'inebria amore!
Che cari palpiti
provar mi fa!)
ELENA
(Cielo! in qual estasi
rapir mi sento,
se il mio bell'idolo
talor rammento!
Di quai delizie
m'inebria amore!
Che cari palpiti
provar mi fa!)
ELENA E UBERTO
Addio!
UBERTO
(Deh placati
fato crudel!)
ELENA
Propizio
ti assista il ciel!
(Elena entra nelle sue stanze. Uberto esce scortato da Albina e dalle donzelle)
Dalla parte opposta donde sono partiti gl'indicati attori, si avanza concentrato ed a passo lento il giovane Malcom. Giunto in mezzo alla scena, si scuote dal suo letargo, guarda mestamente intorno, indi dice:
[N. 3 - Recitativo e cavatina]
Mura felici, ove il mio ben si aggira!
Dopo più lune io vi riveggo: ah! voi
più al guardo mio non siete,
come lo foste un dì, ridenti e liete!
Qui nacque, fra voi crebbe
l'innocente mio ardor: quanto soave
fra voi scorrea mia vita
al fianco di colei,
che rispondea pietosa a' voti miei!
Nemico nembo or vi rattrista, e agghiaccia
il mio povero cor! Mano crudele
a voi toglie, a me invola... oh rio martoro!
La vostra abitatrice, il mio tesoro.
Elena! oh tu, ch'io chiamo!
Deh vola a me un istante!
Tornami a dire: «io t'amo»!
Serbami la tua fé!
E allor, di te sicuro,
anima mia! lo giuro,
ti toglierò al più forte,
o morirò per te.
Grata a me fia la morte,
s'Elena mia non è.
Oh quante lacrime ~ finor versai
lungi languendo ~ da' tuoi bei rai!
Ogn'altro oggetto ~ è a me funesto;
tutto è imperfetto, ~ tutto detesto;
di luce il cielo ~ no, più non brilla,
più non sfavilla ~ astro per me.
Cara! Tu sola ~ mi dài la calma,
tu rendi all'alma grata mercé!
Serano e detto, poi Douglas ed Elena.
SERANO
Signor, giungi opportuno! Al vallo intorno
già di guerrieri eletta schiera è giunta,
e di poco precede
il famoso Rodrigo. Oh come esulta
Douglas di gioia! Un avvenir felice
alla Scozia, alla figlia, a lui predice.
MALCOM
(Qual fiero stato è il mio!
Straziata ho l'alma, e simular degg'io!)
SERANO
Tu non rispondi? Il ciglio
grave hai di pianto?
MALCOM
Amico,
lasciami, al mio destin!
SERANO
(Ah! lo compiango!
Penetro la cagion del suo dolore!)
(parte)
MALCOM
Eccola! E con Douglas! Forza o mio core!
(resta inosservato)
DOUGLAS
Figlia, è così: sereno è il cielo, arride
di ogni alma a' voti, e già di lieti evviva
in queste un tempo erme contrade or senti
mille voci echeggiar. La Scozia oppressa
le ombre irate degli avi al solo eroe,
cui l'onor di esser sposa è a te serbato,
volgon fremente il ciglio, e 'l patrio onore
affidano al suo brando. A te sol resta
coronar tanta impresa, e la tua mano
nel ben sentier di gloria,
l'alto campione affretti alla vittoria.
MALCOM
(E resisto? E non moro?)
ELENA
(smaniando da sé)
Oh padre! E quando
ferve bollor di guerra, allor che all'armi
corre ogni età, mentre lo scudo imbraccia
la debil fanciullezza,
la tremula canizie, e tutto al guardo
stragi presenta e bellici furori,
parli di nozze, e vai destando amori?
MALCOM
(Ah mi è fedel!)
DOUGLAS
Sul labbro tuo stranieri
son questi accenti, e fia l'estrema volta,
ch'io da te l'oda. Ad obbedirmi apprenda
chi audace mi disprezza:
onte a soffrir non è quest'alma avvezza.
[N. 4 - Aria]
Taci, lo voglio, e basti;
meglio il dover consiglia:
mostrami in te la figlia
degna del genitor.
Di un passeggero orgoglio
perdono in te l'eccesso;
ti dica questo amplesso,
che mi sei cara ancor.
(si sentono da lungi squillar le trombe)
Ma già le trombe squillano!
Giunge Rodrigo! Oh sorte!
Io ti precedo: seguimi,
ed offri al prode, al forte
in puro omaggio il cor.
Di quelle trombe al suono
ah! Ridestar mi sento
nel core, di forze spento,
l'usato mio valor.
(parte)
ELENA
E nel fatal conflitto
di amore e di dover, fra tante pene,
Elena, che farai?
MALCOM
Mio caro bene!
ELENA
Malcom! Stelle tu qui?
MALCOM
Mi chiama in campo
quella ragione istessa,
che arma i prodi di Scozia.
ELENA
E in quale istante
giungesti!
MALCOM
E che? Dell'amor tuo poss'io,
Elena, dubitar?
ELENA
Crudele! E puoi
oltraggiarmi così?
MALCOM
Se fida è dunque
a me quell'alma, io sfiderò le stelle:
sì, de' nostri tiranni
resisterò al poter.
ELENA
Saprò morire
esempio di costanza.
MALCOM
A me la mano
di giuramento in pegno.
ELENA
Eccola.
ELENA E MALCOM
O sposi, o al tenebroso regno.
[N. 5 - Duettino]
Vivere io non potrò,
mio ben, senza di te;
fra l'ombre scenderò
pria che mancar di fé.
(partono)
Vasta pianura, circondata da alti monti: si vede da lungi altra parte del lago.
Rodrigo si avanza in mezzo ai Guerrieri del clan, che lietamente l'accolgono; indi Douglas.
[N. 6 - Coro e cavatina]
CORO
Qual rapido torrente,
che vince ogni confin,
se torbido e fremente
piomba dal giogo alpin.
Così, se arditi in campo
ne adduce il tuo valor,
non troverà più scampo
l'ingiusto, l'oppressor.
Vieni, combatti e vinci,
corri a' novelli allori:
premio di dolci ardori
già ti prepara amor.
RODRIGO
Eccomi a voi, miei prodi,
onor del patrio suolo;
se meco siete, io volo
già l'oste a debellar.
Allor che i petti invade
sacro di patria amore,
sa ognor di mille spade
un braccio trionfar.
CORO
Sì, patrio onor c'invade,
guidaci a trionfar!
RODRIGO
Ma dov'è colei, che accende
dolce fiamma nel mio seno?
De' suoi lumi un sol baleno
fa quest'anima bear!
Fausto amor se a me sorride,
io non so che più bramar!
Ed allor, qual nuovo Alcide,
saprò in campo fulminar.
CORO
A' tuoi voti amor sorride,
ah! ti affretta a giubilar!
DOUGLAS
Alfin mi è dato, amico,
stringerti al sen: ah! Di sì grato istante
bramosa l'alma mia, più dell'usato
le ali al tempo agitò.
RODRIGO
Di egual desio
fu anelante il mio cor.
DOUGLAS
Venga, e ne offenda
or Giacomo, se il può. Rodrigo è in campo?
Seco è vittoria. Eventi i più felici
brillano già da così lieti auspici.
RODRIGO
Se il saggio tuo consiglio
il mio braccio avvalora,
non dubitar, salva è la patria allora.
DOUGLAS
Il presagio felice
avveri il ciel!
RODRIGO
Ma teco
a che non è la figlia?
DOUGLAS
Io la precedo
di pochi passi.
RODRIGO
Ignora forse il mio
impaziente ardor?
DOUGLAS
Eccola!
RODRIGO
Amici!
Voi l'amata mia diva
accogliete con plausi e lieti evviva.
Elena, Albina e detti, indi tutti a suo tempo.
[N. 7 - Coro e finale Iº]
CORO
Vieni, o stella ~ che lucida e bella
vai brillando ~ sul nostro orizzonte!
Tu serena ~ deh mostra la fronte
a chi altero ~ è di tanta beltà.
E come brina,
che mattutina,
la terra adusta
bagnando va,
così l'aspetto
de' tuoi bei lumi
di gioia il petto
gl'inonda già.
RODRIGO
Quanto a quest'alma amante
fia dolce un tale istante
non può il mio labbro esprimere,
né trova accenti amor.
Ma che? Tu taci, e pavida
il ciglio abbassi ancor?
DOUGLAS
Loquace è il suo silenzio
il sai: loclinia vergine
gli affetti suoi più teneri
consacra al suo pudor.
ELENA
(Come celar le smanie
che straziano il mio cor?
Non posso... oh dio! resistere
a così rio dolor!)
DOUGLAS
(Del tuo dover dimentica
ti rende altro amator?
Figlia sleal! Paventami,
trema del mio furor.)
RODRIGO
(A che i repressi gemiti?
A che quel suo pallor?
Ondeggio incerto, e palpito
fra speme e fra timor!)
ELENA, RODRIGO E DOUGLAS
(Di opposti affetti un vortice
già l'alma mia circonda...
caligine profonda
già opprime i sensi miei
del più fatale orror!
Per sempre io ti perdei,
o calma del mio cor!)
(Malcom alla testa de' suoi seguaci si presenta a Rodrigo)
MALCOM
La mia spada, e la più fida
schiera eletta a te presento:
al cimento, a fier periglio,
alla morte ancor me guida:
mostrerò che un degno figlio
può vantar la patria in me.
(Ah! Di freno e di consiglio
più capace il cor non è!)
ELENA
(Ah! lo veggo, e di consiglio
più capace il cor non è!)
DOUGLAS
(Figlia iniqua, il tuo scompiglio
veggo or ben chi desta in te!)
RODRIGO
Questo amplesso a te fia pegno
di amichevoli ritorte:
la mia gioia or colma è al segno
fra l'amico e la consorte!
Oh quai vincoli soavi
di amistade e pura fé!
MALCOM
La consorte! E chi?
RODRIGO
No 'l sai?
DOUGLAS
Qual sorpresa?
RODRIGO
A' dolci rai
ardo ognor d'Elena bella...
MALCOM
(in uno slancio inconsiderato)
Ah! non fia!
DOUGLAS
Che?
RODRIGO
Qual favella?
ELENA
Ah! non fia che a te contrasti
sorte avversa il bel contento...
volea dir...
MALCOM
Ma...
ELENA
Tal momento
fa quell'anima gioir...
(rapidamente e di nascosto a Malcom per frenarlo)
Taci... oh dio! Per te pavento!
Ah! Pietà del mio martir!
RODRIGO
(Crudele sospetto,
che mi agiti il petto,
ah taci! Comprendo...
Già d'ira m'accendo!
Le furie di Averno
in seno mi stanno!
Sì barbaro affanno
no, pari non ha!)
ELENA E MALCOM
(Ah celati o affetto
nel misero petto!
Ei tutto comprende!
Minaccia! Si accende!
E intanto quest'alma
oppressa, smarrita,
non trova più aita,
più pace non ha!)
DOUGLAS
(Ah! l'ira, il dispetto,
mi straziano il petto!
Ei tutto comprende!
Minaccia! Si accende!
Sì... sono implacabile...
Vendetta mi affretta...
Un padre più misero
la terra non ha!)
ALBINA E CORO
(Crudele sospetto
gli serpe nel petto!
Quai triste vicende!
Si adira! Si accende!
Il ciel par che ingombri
un nembo assai fiero...
Sì cupo mistero
qual termine avrà?)
(giunge Serano frettoloso. I bardi lo seguono)
SERANO
Sul colle a Morve opposto
ostil drappello avanza...
CORO
Nemici!
DOUGLAS
Oh qual baldanza!
RODRIGO
Andiam... disperdansi...
distruggansi gli audaci...
MALCOM, RODRIGO E DOUGLAS
(Privato affanno ah taci!
Trionfa o patrio amor!)
RODRIGO
(a' bardi)
A voi, sacri cantori!
Le voci ormai sciogliete:
in sen bellici ardori
destate su... muovete;
ed al tremendo segno,
che a battagliar ne invita,
mi giuri ogn'alma ardita
di vincere o morir
MALCOM, DOUGLAS E CORO
Giura quest'alma ardita
di vincer o morir.
Un Capitano reca e solleva in alto un grande scudo, che fu del famoso Tremmor secondo la tradizione degli antichi Brettoni. Rodrigo con la sua lancia vi batte sopra tre volte. Rispondono egualmente tutti i Guerrieri, battendo le aste su' loro scudi.
PRIMO BARDO
Già un raggio forier
d'immenso splendor,
addita il sentier
di gloria, di onor.
GLI ALTRI BARDI
Oh figli di eroi!
Rodrigo è con voi.
Correte, struggete
quel pugno di schiavi...
Già l'ombre degli avi
vi pugnano allato...
Voi, fieri all'esempio
di tanto valor,
su, su! Fate scempio
del vostro oppressor!
ALBINA
E vinto il nemico,
domato l'audace,
la gioia, la pace
in voi tornerà.
DONZELLE
E allora felici
col core sereno...
le spose, gli amici
stringendovi al seno,
l'ulivo all'alloro
succeder saprà.
BARDI
Oh figli di eroi!
Rodrigo è con voi...
Correte, struggete
il vostro oppressor.
RODRIGO
All'armi, compagni!
La gloria ne attende...
Qui una brillante meteora sfolgoreggia nel cielo; fenomeno in quella regione non insolito. Sorpresa in tutti.
TUTTI
Di luce si accende
insolita il ciel!
RODRIGO E DOUGLAS
D'illustre vittoria
annunzio fedel!
BARDI
Correte... struggete
il vostro oppressor.
MALCOM, RODRIGO E DOUGLAS
Su... amici! Guerrieri!
GUERRIERI
Marciamo! Struggiamo
il nostro oppressor!
ALBINA, ELENA E DONZELLE
Sui nostri guerrieri
compagne! imploriamo
del cielo il favor!
Le Donzelle con Albina si ritirano seguendo Elena, mentre Rodrigo marciando alla testa di poderosa Schiera, Malcom guidando i suoi Seguaci, ed altri Duci facendo lo stesso pe 'l piano e per le colline, sgombrano interamente la scena, e si cala il sipario.
Folta boscaglia; grotta da un lato.
Uberto da pastore, indi Elena e Serano dalla grotta.
[N. 8 - Cavatina]
UBERTO
Oh fiamma soave,
che l'alma mi accendi!
Pietosa ti rendi
a un fido amator.
Per te forsennato
affronto il periglio:
non curo il mio stato,
non ho più consiglio;
vederti un momento,
bearmi in quel ciglio
è il dolce contento,
che anela il mio cor!
Sì, per te mio tesoro, in rozze spoglie,
che al guardo altrui celar mi sanno, e in questa
inospita foresta
mi guida un cieco amor. Da che ti vidi
perdei la pace, e porti in salvo io bramo
dagli eventi di guerra, or che di sangue...
Di patrio sangue... ahi lasso!
rosseggerà la Scozia. Ah! Fu mendace
forse colui, che, da me compro, il tuo
solingo asilo a me svelò? Qual fato
crudele a me ti asconde?
Solo a' gemiti miei l'eco risponde.
(si aggira per la scena)
ELENA
(a Serano)
Va'... non temer... è meco Albina... Ah vola
del padre in traccia. Egli tornar promise
pria della pugna, e il termine già scorre,
che al ritorno prefisse. Oh quanti in seno
nuovi palpiti desta
tanta tardanza, al mio timor funesta!
SERANO
Calma l'affanno: ad appagarti or vado;
abbi cura di te.
(parte)
ELENA
Da quanti affanni
è straziato il mio cor!
UBERTO
(ravvisandola)
Nume possente!
Tu arridi a' voti miei!
ELENA
Un uom! Si fugga...
UBERTO
Ah ferma!
ELENA
E tu chi sei?
UBERTO
Non mi ravvisi?
ELENA
E chi?
UBERTO
Cure ospitali
mi prodigò la tua bell'alma.
ELENA
Ah! È vero!
Or ti conosco. Ebben? Da me che chiedi?
Chi spinge i passi tuoi? Qual nutri ardire?
UBERTO
Dirti ch'io t'amo, e di tua man morire.
ELENA
Intempestivo ardor!
UBERTO
De' tuoi bei lumi
chi resiste al poter? E chi vederti
può senza amarti? Ah! Se il tuo cor risponde
all'aspetto gentile;
se qualche lusinghier, soave accento,
che ti sfuggì dal labbro allor che teco
io fui, non m'ingannò, non puoi, non déi
esser crudele a chi t'adora.
ELENA
Oh quanto
mi fai pietà!
UBERTO
Pietà tu senti? Ah dunque
spera mercede il mio cocente ardore?
ELENA
Ah! no 'l poss'io! Non è più meco il core!
UBERTO
Come?
ELENA
Giova a te dirlo, onde fia spenta
la tua fiamma nascente. Amor mi strugge
pe 'l mio Malcom. Inviolabil fede,
o morte io gli giurai del padre ad onta,
che all'odiato Rodrigo
la mia destra promise. Ah! Tu ben vedi,
che spergiura io sarei,
mostro d'infedeltade
detestevole, orrendo,
se i tuoi voti accogliessi.
UBERTO
Oh me dolente!
Oh sventurato amore!
ELENA
Mi fai pietà... ma non ho meco il core!
[N. 9 - Terzetto]
Alla ragion deh rieda
l'alma agitata, oppressa,
ed all'amor succeda
la tenera amistà.
UBERTO
Arcani sì funesti
perché tacermi, ingrata!
Allor che mi rendesti
preda di tua beltà?
ELENA
Che amavi io non sapea...
UBERTO
Non te 'l diss'io?
ELENA
Credea
che gentilezza...
UBERTO
Amore...
Sì... in me possente amore
fiamma destò vorace...
e la sua cruda face
struggermi appien saprà!
ELENA
(Nume! se a' miei sospiri
pace donar non sai,
almen de' suoi martiri
deh! calma la crudeltà!)
UBERTO
(Io del suo cor tiranno?
Farla infelice io stesso?
Ah no... di amore a danno
virtù trionferà.)
Vincesti... addio!... Rispetto
gli affetti tuoi...
ELENA
Te n' vai?
UBERTO
A che mirar quei rai
severi ognor per me?
ELENA
Se de' tuoi giusti lai
la rea cagion son io,
squarciami un cor che mai
darti saprà mercé!
UBERTO
No, cara: anzi desio
pegno di mia costanza
lasciarti in rimembranza,
che sacro io sono a te.
ELENA
E qual?
UBERTO
Da rio periglio
salvai di Scozia il re.
Il suo gemmato anello
egli mi diè: te 'l dono.
(le mette al dito il suo anello)
Se mai destin rubello
te, il genitor, l'amante
sa minacciar, dinante
ti rendi al re: la gemma
appena mostrerai,
grazia per tutti avrai;
e ad appagarti intento
sempre il suo cor sarà.
ELENA
E il mio rigor contento
renderti... oh dio! non sa?
UBERTO
Ah! Basta al mio tormento
destar la tua pietà.
Rodrigo in osservazione e detti.
RODRIGO
(Misere mie pupille!
Che più a mirar vi resta?
Oh gelosia funesta!
Oh ria fatalità!)
(scoprendosi e dirigendosi ad Uberto)
Parla... Chi sei?
ELENA
(Rodrigo!)
UBERTO
(Egli! Oh furor!)
ELENA
(Destino
crudel!)
RODRIGO
Non sembri alpino!
Sei tu del clan?
UBERTO
Ne aborro
l'infausto nome.
RODRIGO
Amico
forse del re?
UBERTO
Lo sono...
RODRIGO
Che ascolto?
ELENA
Incauto!
UBERTO
E tale,
che te non teme, e quanti
perversi ha il re nemici.
RODRIGO
Perversi?
ELENA
Oh ciel! Che dici!
Frenati!... Ah qual martire!
UBERTO
Tu mi vedrai morire...
non so che sia viltà.
ELENA
(Mi sento... oh dio! morire
mancando il cor mi va!)
RODRIGO
(Qual temerario ardire!
Frenarmi e chi potrà?)
Né ancor ti arrendi audace?
UBERTO
Ov'è il tuo stuol seguace,
che i suoi doveri oblia?
Alla presenza mia
impallidir saprà.
RODRIGO
Da' vostri agguati uscite,
figli di guerra!
(al suo grido vedesi tutta la scena ingombra in un istante di guerrieri del Clan, che erano nascosti ne' folti cespugli del bosco)
GUERRIERI
A' tuoi
cenni siam pronti.
RODRIGO
Ostenta
orgoglio, or più, se il puoi...
ELENA
Che miro! Oh dio!
RODRIGO
Paventa
di quegli acciari al lampo...
Per te non vi è più scampo...
Ferite un traditor.
(a' guerrieri, che nello slanciarsi si fermano alle grida di Elena)
ELENA
Fermate!
UBERTO
E tu guerriero...
ELENA
Cedete a' pianti miei...
UBERTO
No... Di vil gregge sei
malvagio conduttor!
RODRIGO
Cessate! Io basto... Io solo
domar vo' tant'orgoglio...
UBERTO
Un ferro... un'arme io voglio...
(Rodrigo gli dà la spada di un guerriero)
ELENA
Scenda in voi la pace...
UBERTO E RODRIGO
All'armi!
No... più non so frenarmi!
Mi guida il mio furor!
ELENA
Io son la misera,
che morte attendo!...
Su... su... scagliatevi...
non mi difendo...
Se i giorni miei
troncar vi piace,
di orror la face
si spegnerà.
UBERTO E RODRIGO
Vendetta! Accendimi
di rabbia il seno!
Nel petto ah versami
il tuo veleno!
(al rivale)
Vieni al cimento...
io non ti temo...
L'istante estremo
ti giungerà.
CORO
Ah! Tanto ardire
ne' nostri petti
lo sdegno e l'ire
destando va!
(Rodrigo ed Uberto partono per un lato. Elena li segue co' guerrieri)
Grotta.
Albina, indi Malcom, poi Serano, infine coro di Alpini.
ALBINA
Quante sciagure in un sol giorno aduna
l'avverso ciel per tormentare un core!
Elena sventurata!
Per quanti cari oggetti
palpitar ti vegg'io? Né splende in cielo
raggio di luce a dissipar quel velo,
che covre il tuo destin...
MALCOM
Elena... ah dimmi...
Dov'è?
ALBINA
Di questo speco
all'ingresso non era?
MALCOM
Ah! No...
ALBINA
Del padre
serve al cenno così? Qui preservarla
credea dall'ira ostil.
MALCOM
Ah! ferve intanto
terribil pugna... Han le reali schiere
penetrato nel clan: Rodrigo istesso
con ignoto campione
è a singolar certame. Un cor pietoso
mi fe' sperar che qui trovata avrei
Elena mia. Salvarla, o in sua difesa
perir volea.
ALBINA
Mosse le piante al fianco
del fedele Serano, e poi...
(a Serano che giunge)
Ma... vieni!
Dimmi, e teco non riede
la figlia di Douglas?
SERANO
Del padre in traccia
un suo cenno mi trasse: il vidi... oh dio!
smarrito in volto... «Ah vanne...
vanne», disse, «alla figlia, e la difendi».
Dille che al re m'invio: se la mia morte
può placar l'ira sua, se in questa guisa
pace alla patria mia donar mi è dato,
dille che il mio morir troppo è a me grato!
MALCOM
Come!
ALBINA
E ad Elena tu?
SERANO
Tutto narrai,
e già fuor di sé stessa
corre alla reggia.
ALBINA
Oh sciagurata! Oh pena!
MALCOM
Ah tu il sentier mi addita,
che segnò l'infelice...
SERANO
Al par del lampo
dal guardo mio sparì.
MALCOM
Stelle spietate!
E a tante pene i giorni miei serbate?
[N. 10 - Aria]
Ah si pera: ormai la morte
fia sollievo a' mali miei,
se s'invola me colei
che mi resse in vita ognor.
Mio tesoro! Io ti perdei!
Dolce speme del mio cor!
GUERRIERI
(di dentro)
Douglas! Douglas! Ti salva!
ALBINA E SERANO
Quai voci!
MALCOM
E chi si avanza?
GUERRIERI
Douglas, dov'è?
MALCOM
Che avvenne?
GUERRIERI
Ah! Più non v'è speranza...
Cadde Rodrigo estinto...
ALBINA E SERANO
Avverso ciel!
GUERRIERI
Ha vinto
di Scozia il re...
MALCOM
Che sento!
GUERRIERI
Ne insegue, e dà spavento
già l'oste vincitrice...
MALCOM
Che tento! Oh me infelice!
Elena! Amici! Oh dio!
Fato crudele e rio!
Fia pago il tuo furor!
Ah! Chi provò del mio
più barbaro dolor?
ALBINA, SERANO E GUERRIERI
Fato crudele e rio!
Fia pago il tuo furor!
(Malcom parte co' guerrieri)
ALBINA
E dove avrem noi scampo?
SERANO
Il mio destino
io qui tranquillo attendo.
ALBINA
Oh qual sorse per noi giorno tremendo!
Stanza nella reggia di Stirling.
Giacomo, Douglas da guerriero, ma senza elmo e spada, Guardie, infine Bertram.
UBERTO
(Giacomo)
E tanto osasti?
DOUGLAS
Io mi presento, o sire
volontario al tuo piè. Grazia non chieggo
pe' giorni miei. Di sanguinosa guerra
arde la face, e la mia morte
basta a spegnerla appieno. Ah! Sulla figlia,
e su quanti, pietosi al mio destino,
mi difesero in campo,
scenda la tua clemenza!
UBERTO
(Giacomo)
E quale oggetto
sotto ignote divise
te condusse al torneo che celebrava
la mia vittoria? Audace! A che ostentarmi
tanto valor, tutti atterrando i prodi,
che venner teco al paragon dell'armi,
e in aperta tenzon?
DOUGLAS
Sperai destarti
delle antiche mie gesta
rimembranza così: Giacomo solo,
del precettor che l'educò alla gloria,
riconoscer potea gli usati modi
nel battagliar.
UBERTO
(Giacomo)
Ma a cancellar non basta
i miei falli un tal passo.
(alle guardie, che circondano Douglas)
Olà! serbate
al mio sdegno costui.
DOUGLAS
Lo merito: attendo
in pace i cenni tuoi. Figlia infelice!
Sol mi è grave il morir, perché lasciarti
deggio misera e sola!
UBERTO
(Giacomo)
E ancor non parti?
(Douglas è condotto via)
Quanto all'alma tu costi,
simulato rigor! Son ne' miei lacci
i più forti nemici... Ah! Se Malcom...
Se quel rival...
BERTRAM
Signor, parlarti brama
donna, molle di pianto, e quella gemma,
che ornò tua destra, a me mostrando...
UBERTO
(Giacomo)
(È dessa!)
Venga, ed a lei si taccia
ch'io sono il re. Ti attendo alle mie stanze:
quanto voglio, saprai.
BERTRAM
Vado.
(parte)
UBERTO
(Giacomo)
Quale distanza
v'ha dal mio core al tuo, donna! Vedrai.
(entra)
Bertram introduce Elena.
BERTRAM
Attendi: il re fra poco
ti ascolterà.
(entra nelle regie stanze)
ELENA
Reggia, ove nacqui, oh quanto
fremo in vederti! Alle sventure mie
tu fosti culla! Assai di te più caro
mi era l'albergo umil, dove or nel padre,
or nell'oggetto amato
pascea lo sguardo, e lor posava allato.
Ma qui sola! Ov'è il re? Chi al regio aspetto
mi guiderà? Se il generoso amico
non m'ingannò, del genitor la vita,
di Malcom, di Rodrigo
spero salvar... Che sento?
Qual dolce suon! Che amabile concento!
[N. 11 - Canzoncina sul palco]
UBERTO
(Giacomo)
(canta dalle sue stanze)
Aurora! Ah sorgerai
avversa ognor per me?
D'Elena i vaghi rai
mostrarmi... oh dio! Perché?
E poi rapirmi, o barbara!
quel don ch'ebb'io da te?
ELENA
Stelle! Sembra! Egli stesso! Ah! Qual sorpresa!
Né mi pose in oblio?
Di me si duole! E che sperar poss'io?
Comparisce Giacomo: Elena va frettolosa ad incontrarlo.
ELENA
Eccolo! Amica sorte
ti presenta a' miei voti,
o generoso cor!
UBERTO
(Giacomo)
Da me che chiedi?
ELENA
Il tuo don non rammenti? Ah sì, tu stesso
mi guida al re.
UBERTO
(Giacomo)
Tu lo vedrai.
ELENA
Perdona
all'impazienza mia: di un breve istante
non indugiar: sacro dover di figlia
al trono m'avvicina.
UBERTO
(Giacomo)
Ebben, tu il vuoi?
E chi sa opporsi a' desideri tuoi?
(si appressa ad una gran porta in fondo, che aprendosi lascia vedere quanto di magnificenza possa comprendere la sala del trono)
Bertram, Grandi e Dame, che circondano il trono, indi gli attori che verranno enunciati.
[N. 12 - Coro]
CORO
Imponga il re:
siam servi del suo voler;
il Grande in lui vantiamo,
il padre ed il guerrier.
ELENA
Ah! Che vedo! Qual fasto!
Ma fra tanti ov'è il re? Proni e devoti
miro tutti, ma invano
cerco chi sia fra questi il lor sovrano.
UBERTO
(Giacomo)
Eppure è qui.
ELENA
Ma qual?... Stelle! Ogni sguardo
è a te rivolto? Il capo tuo coverto,
la piuma che dagli altri ti distingue...
saresti mai?... Gran dio!
Deh avvera i dubbi miei...
UBERTO
(Giacomo)
(indicando sé stesso)
Il re chiedesti? E al fianco suo tu sei.
ELENA
Tu stesso? Ah! Qual sorpresa! A' piedi tuoi...
UBERTO
(Giacomo)
Sorgi, l'amico io son: di mie promesse
il fido esecutor; parla, che brami?
ELENA
Ah! Non lo ignori... Il genitor...
UBERTO
(Giacomo)
Ebbene...
il padre è reo, ma alla sua figlia il dono...
(ad un suo cenno vien fuori Douglas)
Vieni Douglas... l'abbraccia... io ti perdono.
DOUGLAS
Ah figlia!
ELENA
Ah padre mio!
ELENA E DOUGLAS
Signor... deh, lascia...
UBERTO
(Giacomo)
Oblio
tutto per te: tu, lord Bothwel, riprendi
gli stati tuoi.
DOUGLAS
Tutto il mio sangue in segno
di grato cor...
UBERTO
(Giacomo)
Appien contenta, il veggo,
Elena ancor non è: favella.
ELENA
Ah, sire!
I giorni di Rodrigo...
UBERTO
(Giacomo)
Egli? Infelice!
Ah! Non è più!
ELENA
Che ascolto! Oh sventurato!
DOUGLAS
Oh amico sciagurato!
UBERTO
(Giacomo)
Alla clemenza
diedi abbastanza, e di giustizia or deggio
dar rigoroso esempio.
Venga Malcom.
ELENA
Ascolta...
UBERTO
(Giacomo)
Alcun non osi
chieder grazia per lui.
ELENA
(Come salvarlo?)
MALCOM
(viene tra le guardie)
(Elena! Oh rio destin!)
UBERTO
(Giacomo)
Giovane audace!
A me ti appressa: un mancator degg'io
punire in te...
MALCOM
Ah prence! Il fallo mio...
UBERTO
(Giacomo)
Pietà non merta, e dell'error ben degna
avrai tu pena.
(depone la sua ostentata fierezza, lo alza, lo abbraccia e gli appende al collo la sua gemmata collana)
Ah sorgi, e questo sia
pegno del mio favor. Porgi la destra...
(unisce le destre di Elena e di Malcom)
Siate felici, il ciel vi arrida.
ELENA, MALCOM E DOUGLAS
Oh stelle!
BERTRAM E CORO
Oh re clemente!
UBERTO
(Giacomo)
Altro a bramar ti resta?
ELENA
Io... sire... Qual piacer!... Qual gioia è questa!
[N. 13 - Rondò e finale IIº]
Tanti affetti in un momento
mi si fanno al core intorno,
che l'immenso mio contento
io non posso a te spiegar.
Deh! Il silenzio sia loquace...
Tutto dica un tronco accento...
Ah signor! La bella pace
tu sapesti a me donar.
TUTTI COL CORO
Ah sì... torni in te la pace,
puoi contenta respirar.
ELENA
Fra il padre e fra l'amante
oh qual beato istante!
Ah! Chi sperar potea
tanta felicità!
TUTTI
Cessi di stella rea
la fiera avversità.
Fine del libretto.
Generazione pagina: 14/05/2016
Pagina: ridotto, rid
Versione H: 3.00.40
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