LA CENERENTOLA
Dramma giocoso in due atti.
Versione sintetica a cura di www.librettidopera.it.
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Libretto di Jacopo FERRETTI.
Musica di Gioachino ROSSINI.
Prima esecuzione: 25 gennaio 1817, Roma.
Personaggi:
Don RAMIRO principe di Salerno |
tenore |
DANDINI cameriere di don Ramiro |
basso |
Don MAGNIFICO barone di Montefiascone, padre di Clorinda e Tisbe |
basso |
CLORINDA figlia di don Magnifico |
soprano |
TISBE figlia di don Magnifico |
mezzosoprano |
Angelina, sotto il nome di CENERENTOLA figliastra di don Magnifico |
contralto |
ALIDORO filosofo, maestro di don Ramiro |
basso |
Dame che non parlano.
Coro di Cortigiani del Principe.
La scena, parte in un vecchio palazzo di don Magnifico, e parte in un casino di delizie del Principe distante mezzo miglio.
Eccellenza
Fra le rare doti, che vi adornano non ha l'ultimo luogo lo studio della melodia, cui con tanta felicità dedicata vi siete fin dai primi anni della vostra ammirabile educazione; quindi io credo di non aver errato, se volendo tributare all'e. v. un omaggio del mio rispettoso giubilo nel ben augurato imeneo con un nobilissimo, e cultissimo sposo, ho prescelto un lavoro poetico, che vestito di melodia da uno de' più insigni maestri del secolo comparisce sul nostro teatro, che se piccolo è il dono, io non mi scoraggisco; perché gli eroi non isdegnavano un fiore dalla mano di un pastore innocente, e purissimo per le vostre vene trascorre il sangue degli eroi della vostra famosa famiglia.
D.mo obb.mo servitore
lo stampatore Crispino Puccinelli
Ai miei cortesi fratelli drammatici
La mia povera Cenerentola figlia inaspettata, e lavoro di pochi giorni vuol'essere a voi raccomandata, perché balzando fuori dal cenere del focolare dimanda un tutore, e non sa trovarlo meglio che in voi. Vuol'anche, che per me saper vi si faccia, che s'ella non comparisce con la compagnia di un mago operatore di fantasmagoria, o di una gatta che parla, e non perde nel ballo una pantofola: (ma più tosto consegna uno smaniglio) come sul teatro francese, o su qualche vasto teatro italiano, ciò non deve considerarsi un crimenlaesae, ma più tosto una necessità nelle scene del teatro Valle, ed un rispetto alla delicatezza del gusto romano, che non soffre sul palco scenico, ciò che lo diverte in una storiella accanto al fuoco. La precipitanza in cui fu di mestieri scegliere l'argomento, e sceneggiarlo, per presentarlo di tratto in tratto versificato al maestro avrà forse tolto la possibilità di evitare qualcuno de' soliti difetti de' drammi buffi. Ma la vostra cortesia, e la vostra sperienza cosa non sapranno perdonare? Vi prega infine la mia Cenerentola, che saper facciate, come buoni tutori a que' pochi che no 'l sanno, ch'ella è figliastra, e non figlia di don Magnifico, e quindi mostrar può qualche giorno di più di vita delle due sorelle, e che una delle forti ragioni, che mi persuasero a scegliere quest'argomento fu appunto quell'aria d'ingenua bontà, che forma uno de' caratteri distinti della brava madama Giorgi, carattere premiato in Cenerentola secondo la cronaca delle fate.
Miei fratelli! Conosco la mediocrità de' miei versi non ritornati su l'incude: ma ho la fortuna di consegnarli al moderno Prometeo dell'armonia, che saprà scaldarli con la favilla del sole.
G. F.
[Sinfonia]
Antica sala terrena nel castello del Barone, con cinque porte, a destra camino, tavolino con specchio, cestella con fiori e sedie.
Clorinda provando uno sciassé, Tisbe acconciando un fiore ora alla fronte ora al petto; Cenerentola soffiando con un manticetto al camino per far bollire una cuccuma di caffè; indi Alidoro da povero; poi Seguaci di Ramiro.
[Introduzione]
CLORINDA
No no no: non v'è, non v'è,
chi trinciar sappia così
leggerissimo sciassé.
TISBE
Sì sì sì: va bene lì.
Meglio lì; no, meglio qui;
risaltar di più mi fa.
CLORINDA E TISBE
A quest'arte, a tal beltà
sdrucciolare ognun dovrà.
CENERENTOLA
(con tono flemmatico)
Una volta c'era un re,
che a star solo s'annoiò;
cerca, cerca, ritrovò!
Ma il volean sposar in tre.
Cosa fa?
Sprezza il fasto e la beltà,
e alla fin scelse per sé
l'innocenza e la bontà.
La la là
li li lì
la la là.
CLORINDA E TISBE
Cenerentola, finiscila
con la solita canzone.
CENERENTOLA
Presso al fuoco in un cantone
via, lasciatemi cantar.
Una volta c'era un re,
una volta...
CLORINDA
E due, e tre.
CLORINDA E TISBE
La finisci sì o no?
Se non taci, ti darò...
CENERENTOLA
Una volta...
(s'ode picchiare, Cenerentola apre, ed entra Alidoro da povero)
CLORINDA, TISBE E CENERENTOLA
Chi sarà?
ALIDORO
Un tantin di carità.
CLORINDA E TISBE
Accattoni! Via di qua.
CENERENTOLA
Zitto, zitto: su, prendete
questo po' di colazione.
(versa una tazza di caffè, e lo dà con un pane ad Alidoro coprendolo dalle sorelle)
Fate presto, per pietà.
ALIDORO
Forse il ciel il guiderdone
pria di notte vi darà.
CENERENTOLA
Ah, non reggo alla passione.
Che crudel fatalità!
CLORINDA E TISBE
(pavoneggiandosi)
Risvegliar dolce passione
più di me nessuna sa.
CLORINDA
(volgendosi ad osservare Alidoro)
Ma che vedo! Ancora lì!
TISBE
Anche un pane? anche il caffè?
CLORINDA E TISBE
(scagliandosi contro Cenerentola)
Prendi, prendi, questo a te.
CENERENTOLA
Ah! soccorso chi mi dà?
ALIDORO
(frapponendosi inutilmente)
Vi fermate per pietà.
(si picchia fortemente, Cenerentola corre ad aprire, ed entrano i cavalieri)
CORO
O figlie amabili ~ di don Magnifico,
Ramiro il principe ~ or or verrà.
Al suo palagio ~ vi condurrà.
Si canterà, ~ si danzerà:
poi la bellissima ~ fra l'altre femmine
sposa carissima ~ per lui sarà.
CLORINDA
Ma dunque il principe?
CORO
Or or verrà.
CLORINDA, TISBE E CENERENTOLA
E la bellissima?
CORO
Si sceglierà.
Stretta dell'introduzione
CLORINDA E TISBE
Cenerentola, vien qua.
Le mie scarpe, il mio bonnè.
Cenerentola, vien qua.
Le mie penne, il mio colliè.
Nel cervello ho una fucina;
son più bella, e vo' trionfar.
A un sorriso, a un'occhiatina
don Ramiro ha da cascar.
CENERENTOLA
Cenerentola vien qua.
Cenerentola va' là.
Cenerentola va' su.
Cenerentola vien giù.
Questo è proprio uno strapazzo!
Mi volete far crepar?
Chi alla festa, chi al sollazzo:
ed io resto qui a soffiar.
ALIDORO
Nel cervello una fucina
sta le pazze a martellar.
Ma già pronta è la ruina,
voglio ridere e schiattar.
CORO
Già nel capo una fucina
sta le donne a martellar.
Il cimento si avvicina,
il gran punto di trionfar.
Recitativo
CLORINDA
(dando una moneta a Cenerentola, onde la dia ai seguaci del principe)
Date lor mezzo scudo.
CORO
Grazie. Ai cenni del principe noi siamo.
CLORINDA
(osservando il povero, e raggricciando il naso)
Ancor qui siete?
Qual tanfo! Andate, o ve ne pentirete.
CENERENTOLA
(accompagnando Alidoro)
(Io poi quel mezzo scudo
a voi l'avrei donato;
ma non ho mezzo soldo. Il core in mezzo
mi spaccherei per darlo a un infelice.)
ALIDORO
(marcato assai)
Forse al dì novello sarai felice.
(parte)
TISBE
Cenerentola, presto
prepara i nastri, i manti.
CLORINDA
Gli unguenti, le pomate.
TISBE
I miei diamanti.
CENERENTOLA
Uditemi, sorelle...
CLORINDA
(altera)
Che sorelle!
Non profanarci con sì fatto nome.
TISBE
(minacciandola)
E guai per te se t'uscirà di bocca!
CENERENTOLA
(Sempre nuove pazzie soffrir mi tocca.)
(entra a sinistra)
TISBE
Non v'è tempo da perdere.
CLORINDA
Nostro padre
avvisarne convien.
(questionando fra loro ed opponendosi a vicenda d'entrare a destra)
TISBE
Esser la prima
voglio a darne tal nuova.
CLORINDA
Oh! mi perdoni,
io sono la maggiore.
(crescendo nella rabbia fra loro)
TISBE
No no, gliel vo' dir io.
CLORINDA
È questo il dover mio.
Io svegliare lo vuò. Venite appresso.
TISBE
Ah! non la vincerai.
CLORINDA
(osservando fra le scene)
Ecco egli stesso.
Don Magnifico bieco in volto esce in beretta da notte e veste da camera, e dette, indi Cenerentola.
[Cavatina]
MAGNIFICO
(bieco in volto, esce in berretto da notte e veste da camera)
Miei rampolli femminini,
vi ripudio; mi vergogno!
(ricusando di dar loro a baciar la mano)
Un magnifico mio sogno
mi veniste a sconcertar.
(osservandole)
(Come son mortificate!
Degne figlie d'un barone!)
(Clorinda e Tisbe ridono quando non le guarda)
MAGNIFICO
Via: silenzio, ed attenzione.
State il sogno a meditar.
Mi sognai fra il fosco, e il chiaro
un bellissimo somaro;
un somaro, ma solenne.
Quando a un tratto, oh che portento!
Su le spalle a cento a cento
gli spuntarono le penne,
ed in alto, fsct, volò!
Ed in cima a un campanile
come in trono si fermò.
Si sentiano per di sotto
le campane a sdindonar...
Col cì cì, ciù ciù, di botto
mi faceste risvegliar.
Ma d'un sogno sì intralciato
ecco il simbolo spiegato.
La campana suona a festa?
Allegrezza in casa è questa.
Quelle penne? Siete voi.
Quel gran volo? Plebe, addio.
Resta l'asino di poi?
Ma quell'asino son io;
chi vi guarda vede chiaro
che il somaro è il genitor.
Fertilissima regina
l'una e l'altra diverrà;
ed il nonno una dozzina
di nepoti abbraccerà.
Un re piccolo di qua:
un re bambolo di là,
e la gloria mia sarà.
Recitativo
CLORINDA
Sappiate che fra poco...
TISBE
Il principe Ramiro...
CLORINDA
Che son tre dì che nella deliziosa...
TISBE
Vicino mezzo miglio
venuto è ad abitar...
CLORINDA
Sceglie una sposa...
TISBE
Ci mandò ad invitar.
CLORINDA
E fra momenti...
TISBE
Arriverà per prenderci...
CLORINDA
E la scelta,
la più bella sarà.
MAGNIFICO
(in aria di stupore ed importanza)
Figlie, che dite!
Quel principon! Quantunque io no 'l conosco...
Sceglierà!... V'invitò... Sposa più bella!
Io cado in svenimento. Alla favella
è venuto il sequestro. Il principato
per la spinal midolla
già mi serpeggia, ed in una parola
il sogno è storia, ed il somaro vola.
Cenerentola, presto,
portami il mio caffè.
(Cenerentola entra, vuota il caffè, e lo reca nella camera di don Magnifico)
Viscere mie.
Metà del mio palazzo è già crollata,
e l'altra è in agonia. Fatevi onore.
Mettiamoci un puntello.
Figlie, state in cervello.
(andando, tornando e riprendendo le figlie che stanno per partire)
Parlate in punto e virgola.
Per carità: pensate ad abbigliarvi:
si tratta nientemen che imprinciparvi.
(entra nelle sue stanze, Clorinda e Tisbe nella loro)
Don Ramiro.
[Duetto]
(vestito da scudiero, guarda intorno e si avanza a poco a poco)
Tutto è deserto. Amici?
Nessun risponde. In questa
simulata sembianza
le belle osserverò. Né viene alcuno?
Eppur mi diè speranza
il sapiente Alidoro,
che qui saggia e vezzosa,
degna di me trovar saprò la sposa.
Sposarsi, e non amar! Legge tiranna,
che nel fior de' miei giorni
alla difficil scelta mi condanna!
Cerchiam, vediamo.
Cenerentola e detto.
(Cenerentola, cantando fra' denti, con sottocoppa e tazza da caffè, entra spensierata nella stanza, e si trova a faccia a faccia con Ramiro, le cade tutto di mano, e si ritira in un angolo)
CENERENTOLA
Una volta c'era... Ah! è fatta.
RAMIRO
Cos'è?
CENERENTOLA
Che batticuore!
RAMIRO
Forse un mostro son io!
CENERENTOLA
(prima astratta, poi correggendosi con naturalezza)
Sì... no, signore.
RAMIRO
(Un soave non so che
in quegli occhi scintillò.)
CENERENTOLA
(Io vorrei saper perché
il mio cor mi palpitò.)
RAMIRO
(Le direi, ma non ardisco.)
CENERENTOLA
(Parlar voglio, e taccio intanto.)
CENERENTOLA E RAMIRO
(Una grazia, un certo incanto,
par che brilli su quel viso.
Quanto caro è quel sorriso,
scende all'alma, e fa sperar.)
RAMIRO
(a Cenerentola)
Del baron le figlie io chiedo.
Dove son? qui non le vedo.
CENERENTOLA
Stan di là nell'altre stanze.
Or verranno. (Addio speranze.)
RAMIRO
(con interesse)
Ma, di grazia, voi chi siete?
CENERENTOLA
Io chi sono? Eh, non lo so.
RAMIRO
No 'l sapete?
CENERENTOLA
Quasi no.
(accostandosi a lui sottovoce, e rapidissimamente correggendosi ed imbrogliandosi)
Quel ch'è padre, non è padre...
onde poi le due sorelle...
era vedova mia madre...
ma fu madre ancor di quelle...
questo padre pien d'orgoglio...
(Sta a vedere che m'imbroglio.)
Deh! scusate, perdonate
alla mia semplicità.
RAMIRO
(Mi seduce, m'innamora
quella sua semplicità.)
CLORINDA E TISBE
(dalle loro stanze a vicenda ed insieme)
Cenerentola, da me.
RAMIRO
Quante voci! che cos'è?
CENERENTOLA
A ponente ed a levante,
a scirocco e a tramontana,
non ho calma un solo istante,
tutto, tutto tocca a me.
(ora verso una, ora verso l'altra delle porte)
Vengo, vengo: addio, signore.
(con passione)
(Ah! ci lascio proprio il core.
Questo cor più mio non è.)
RAMIRO
(astratto)
(osservando sempre Cenerentola)
(Quell'accento, quel sembiante,
è una cosa sovrumana.
Io mi perdo in questo istante;
già più me non trovo in me.
Che innocenza! che candore!
Ah! m'invola proprio il core.
Questo cor più mio non è.)
(Cenerentola parte)
Ramiro solo, indi Don Magnifico in abito di gala senza cappello.
Recitativo
RAMIRO
Non so che dir. Come in sì rozze spoglie
sì bel volto e gentil! Ma don Magnifico
non apparisce ancor? Nunziar vorrei
del mascherato principe l'arrivo.
Fortunato consiglio!
Da semplice scudiero
il core delle femmine
meglio svelar saprò. Dandini intanto
recitando da principe...
MAGNIFICO
Domando
un milion di perdoni.
Dica: e sua altezza il principe?
RAMIRO
Or ora arriva.
MAGNIFICO
E quando?
RAMIRO
Tra tre minuti.
MAGNIFICO
(in agitazione)
Tre minuti! ah figlie,
sbrigatevi: che serve?
Le vado ad affrettar. Scusi; per queste
ragazze benedette,
un secolo è un momento alla toelette.
(entra dalle figlie)
RAMIRO
Che buffone! E Alidoro mio maestro
sostien che in queste mura
sta la bontà più pura!
Basta, basta, vedrem. Alle sue figlie
convien che m'avvicini.
Qual fragor!... non m'inganno, ecco Dandini.
Cavalieri, Dandini, e detti, indi Clorinda e Tisbe.
[Cavatina]
CORO
Scegli la sposa, affrettati:
s'invola via l'età:
la principesca linea,
se no si estinguerà.
DANDINI
Come un'ape ne' giorni d'aprile
va volando leggera e scherzosa;
corre al giglio, poi salta alla rosa,
dolce un fiore a cercare per sé:
fra le belle m'aggiro e rimiro:
ne ho vedute già tante e poi tante;
ma non trovo un giudizio, un sembiante,
un boccone squisito per me.
(Clorinda e Tisbe escono, e sono presentate a Dandini da don Magnifico in gala)
CLORINDA
Prence...
TISBE
Sire...
CLORINDA E TISBE
Ma quanti favori!
MAGNIFICO
Che diluvio, che abisso di onori!
DANDINI
(con espressione or all'una, or all'altra)
Nulla, nulla. Vezzosa! graziosa!
(accostandosi a Ramiro, piano)
Dico bene? Son tutte papà.
RAMIRO
(piano)
Bestia! attento; ti scosta, di qua.
DANDINI
(alle due sorelle, che lo guardano con passione)
Per pietà, quelle ciglia abbassate.
Galoppando se n' va la ragione,
e fra i colpi d'un doppio cannone
spalancata la breccia è di già.
(Ma al finir della nostra commedia,
che tragedia ~ qui nascer dovrà!)
CLORINDA E TISBE
(ognuna tra sé)
(Ei mi guarda, sospira ~ delira,
non v'è dubbio, è mio schiavo di già.)
RAMIRO
(piano)
(sempre osservando con interesse se torna Cenerentola)
(Ah! perché qui non viene colei
con quell'aria di grazia e bontà?)
MAGNIFICO
(osservando con compiacenza Dandini, che sembra innamorato)
(È già cotto ~ stracotto ~ spolpato:
l'eccellenza si cangia in maestà.)
Recitativo
DANDINI
(osservando Clorinda, Tisbe e don Magnifico)
Allegrissimamente, che bei quadri!
Che bocchino, che ciglia!
Siete l'ottava e nona meraviglia.
Già talis patris, talem filias.
CLORINDA
(con inchino)
Grazie.
MAGNIFICO
(curvandosi)
Altezze delle altezze,
che dice? mi confonde: debolezze.
DANDINI
Vere figure etrusche,
(piano a Ramiro)
dico bene?
RAMIRO
(piano a Dandini)
Cominci a dirle grosse.
DANDINI
(piano a Ramiro)
Io recito da grande, e grande essendo,
grandi le ho da sparar.
MAGNIFICO
(piano alle figlie, con compiacenza)
Bel principotto!
Che non vi scappi, attente!
DANDINI
Or dunque, seguitando quel discorso
che non ho cominciato,
dai miei lunghi viaggi ritornato,
e il mio papà trovato,
che fra i quondam è capitombolato,
e spirando ha ordinato
che a vista qual cambiale io sia sposato,
o son diseredato;
fatto ho un invito a tutto il vicinato,
e trovando un boccone delicato,
per me l'ho destinato:
ho detto, ho detto, e adesso prendo fiato.
MAGNIFICO
(sorpreso)
(Che eloquenza norcina!)
CENERENTOLA
(entrando osserva l'abito del principe e Ramiro che la guarda)
(Ah! che bell'abito!
E quell'altro mi guarda.)
RAMIRO
(Ecco colei!
Mi ripalpita il cor.)
DANDINI
Belle ragazze,
se vi degnate inciambellare il braccio
ai nostri cavalieri, il legno è pronto.
CLORINDA
(servita dai cavalieri)
Andiam.
TISBE
(servita dai cavalieri)
Papà, eccellenza,
non tardate a venir.
(Clorinda e Tisbe escono)
MAGNIFICO
(a Cenerentola)
(voltandosi)
Che fai tu qui?
Il cappello e il bastone.
CENERENTOLA
(scuotendosi dal guardar Ramiro)
Eh! sì signor.
(parte)
DANDINI
Perseguitate presto
con i piè baronali
i magnifici miei quarti reali.
(parte)
MAGNIFICO
(entrando nella Camera dove è entrata Cenerentola)
Monti in carrozza, e vengo.
RAMIRO
(E pur colei
vo' riveder.)
MAGNIFICO
(di dentro, in collera)
Ma lasciami.
RAMIRO
(La sgrida?)
CENERENTOLA
Sentite...
(esce con cappello e bastone, trattenuto con ingenuità da Cenerentola)
MAGNIFICO
Il tempo vola.
RAMIRO
(Che vorrà?)
MAGNIFICO
(a Cenerentola)
Vuoi lasciarmi?
CENERENTOLA
Una parola.
[Quintetto]
Signore, una parola:
in casa di quel principe
un'ora, un'ora sola
portatemi a ballar.
MAGNIFICO
Ih! Ih! La bella Venere!
Vezzosa! Pomposetta!
Sguaiata! Covacenere!
Lasciami, deggio andar.
DANDINI
(tornando indietro, ed osservando Ramiro immobile)
Cos'è? qui fa la statua?
(sottovoce fra loro in tempo del solo di don Magnifico)
RAMIRO
Silenzio, ed osserviamo.
DANDINI
Ma andiamo, o non andiamo?
RAMIRO
Mi sento lacerar.
CENERENTOLA
Ma una mezz'ora... un quarto.
MAGNIFICO
(alzando minaccioso il bastone)
Ma lasciami o ti stritolo.
RAMIRO E DANDINI
(accorrendo a trattenerlo)
Fermate.
MAGNIFICO
(sorpreso, curvandosi rispettoso a Dandini)
Serenissima!
(ora a Dandini ora a Cenerentola)
Ma vattene. ~ Altezzissima!
Servaccia ignorantissima!
RAMIRO E DANDINI
Serva?
CENERENTOLA
Cioè...
MAGNIFICO
(mettendole una mano sulla bocca e interrompendola)
Vilissima
d'un'estrazion bassissima,
vuol far la sufficiente,
la cara, l'avvenente,
e non è buona a niente.
(minacciando e trascinando)
Va' in camera, va' in camera
la polvere a spazzar.
DANDINI
(opponendosi con autorità)
Ma caro don Magnifico
via, non la strapazzar.
RAMIRO
(con sdegno represso)
(Or ora la mia collera
non posso più frenar.)
CENERENTOLA
(con tuono d'ingenuità)
Signori, persuadetelo;
portatemi a ballar.
(Ah! sempre fra la cenere
sempre dovrò restar?)
(nel momento che don Magnifico staccasi da Cenerentola ed è tratto via da Dandini, entra Alidoro con taccuino aperto)
ALIDORO
Qui nel mio codice
delle zitelle
con don Magnifico
stan tre sorelle.
(a don Magnifico con autorità)
Or che va il principe
la sposa a scegliere,
la terza figlia
io vi domando.
MAGNIFICO
(confuso ed alterato)
Che terza figlia
mi va figliando?
ALIDORO
Terza sorella...
MAGNIFICO
(atterrito)
Ella... morì...
ALIDORO
Eppur nel codice
non v'è così.
CENERENTOLA
(Ah! di me parlano.)
(ponendosi in mezzo con ingenuità)
No, non morì.
MAGNIFICO
Sta' zitta lì.
ALIDORO
Guardate qui!
MAGNIFICO
(balzando Cenerentola in un cantone)
Se tu respiri,
ti scanno qui.
RAMIRO, DANDINI E ALIDORO
Dunque morì?
MAGNIFICO
(sempre tremante)
Altezza sì.
(momento di silenzio)
TUTTI
(guardandosi scambievolmente)
Nel volto estatico
di questo e quello
si legge il vortice
del lor cervello,
che ondeggia e dubita
e incerto sta.
MAGNIFICO
(fra' denti, trascinando Cenerentola)
Se tu più mormori
solo una sillaba
un cimiterio
qui si farà.
CENERENTOLA
(con passione)
Deh soccorretemi,
deh non lasciatemi,
ah! di me, misera
che mai sarà?
RAMIRO
Via consolatevi.
(strappandola da don Magnifico)
Signor lasciatela.
(Già la mia furia
crescendo va.)
ALIDORO
(frapponendosi)
Via meno strepito:
fate silenzio.
O qualche scandalo
qui nascerà.
DANDINI
Io sono un principe,
o sono un cavolo?
Vi mando al diavolo:
venite qua.
(lo strappa da don Magnifico, e lo conduce via)
(tutti seguono Dandini. Cenerentola corre in camera. Si chiude la porta di mezzo; un momento dopo rientra Alidoro con mantello da povero)
Dopo qualche momento di silenzio entra Alidoro in abito di pellegrino con gli abiti da filosofo sotto; indi Cenerentola.
Recitativo
ALIDORO
Grazie, vezzi, beltà scontrar potrai
ad ogni passo; ma bontà, innocenza,
se non si cerca, non si trova mai.
Gran ruota è il mondo...
(chiama verso la camera di Cenerentola)
~ Figlia!
CENERENTOLA
(esce e rimane sorpresa)
Figlia voi mi chiamate? O questa è bella!
Il padrigno barone
non vuole essermi padre, e voi...
ALIDORO
Tacete.
Venite meco.
CENERENTOLA
E dove?
ALIDORO
Or ora un cocchio
s'appresserà. Del principe
anderemo al festin.
CENERENTOLA
(guardando lui, e le accenna gli abiti)
Con questi stracci?
Come Paris e Vienna? oh che bell'ambo.
ALIDORO
Osservate. Silenzio.
(nel momento che si volge, Alidoro gitta il manto)
Abiti, gioie,
tutto avrete da me. Fasto, ricchezza
non v'abbaglino il cor. Dama sarete;
scoprirvi non dovrete. Amor soltanto
tutto v'insegnerà.
CENERENTOLA
Ma questa è storia
oppure una commedia?
ALIDORO
Figlia mia,
l'allegrezza e la pena
son commedia e tragedia, e il mondo è scena.
[Aria]
Il mondo è un gran teatro,
siam tutti commedianti,
si può fra brevi istanti
carattere cangiar.
Quel ch'oggi è un arlecchino
battuto dal padrone,
domani è un signorone,
un uomo d'alto affar.
Tra misteriose nuvole
che l'occhio uman non penetra
sta scritto quel carattere
che devi recitar.
(s'ode avvicinare una carrozza)
Odo del cocchio crescere
il prossimo fragore...
figlia, t'insegni il core,
colui che devi amar.
Aprono la porta; vedesi una carrozza. Cenerentola vi monta. Alidoro chiude la porta e sentesi la partenza della carrozza.
Gabinetto nel casino di don Ramiro.
Dandini entrando con Clorinda e Tisbe sotto il braccio; don Magnifico e don Ramiro.
Recitativo
DANDINI
Ma bravo, bravo, bravo!
Caro il mio don Magnifico! Di vigne,
di vendemmie e di vino
m'avete fatto una dissertazione,
lodo il vostro talento
si vede che ha studiato.
(a don Ramiro)
Si porti sul momento
dove sta il nostro vino conservato
e se sta saldo e intrepido
al trigesimo assaggio
lo promovo all'onor di cantiniero.
Io distinguo i talenti e premio il saggio.
MAGNIFICO
Prence: l'altezza vostra
è un pozzo di bontà. Più se ne cava
più ne resta a cavar.
(piano alle figlie)
Figlie! vedete?
Non regge al vostro merto;
n'è la mia promozione indizio certo.
(forte)
Clorinduccia, Tisbina,
tenete allegro il re. Vado in cantina.
(parte)
RAMIRO
(piano a Dandini)
Esamina, disvela e fedelmente
tutto mi narrerai. Anch'io fra poco
il cor ne tenterò. Del volto i vezzi
svaniscon con l'età. Ma il core...
DANDINI
Il core
credo che sia un melon tagliato a fette,
un timballo l'ingegno,
e il cervello una casa spigionata.
(forte, come seguendo il discorso fatto sottovoce)
Il mio voler ha forza d'un editto.
Eseguite trottando il cenno mio.
Udiste?
RAMIRO
Udii.
DANDINI
Fido vassallo, addio.
(don Ramiro parte)
Dandini, Clorinda e Tisbe.
DANDINI
(alle donne)
Ora sono da voi. Scommetterei
che siete fatte al torno,
e che il guercetto amore
è stato il tornitore.
CLORINDA
(tirando a sé Dandini)
Con permesso:
la maggiore son io, onde la prego
darmi la preferenza.
TISBE
(tirando a sé Dandini)
Con sua licenza:
la minore son io,
invecchierò più tardi.
CLORINDA
Scusi: quella è fanciulla,
proprio non sa di nulla.
TISBE
Permetta: quella è un'acqua senza sale,
non fa né ben né male.
CLORINDA
Di grazia: i dritti miei
la prego bilanciar.
TISBE
Perdoni: veda,
io non tengo rossetto.
CLORINDA
Ascolti: quel suo bianco è di bianchetto.
TISBE
Senta...
CLORINDA
Mi favorisca...
DANDINI
(sbarazzandosi con un poco di collera)
Anime belle,
mi volete spaccar? Non dubitate.
Ho due occhi reali
e non adopro occhiali.
(a Tisbe)
Fidati pur di me.
(a Clorinda)
Sta' allegra o cara.
(A rivederci presto alla Longara.)
(parte)
(ironicamente fra loro)
TISBE
M'inchino a vostra altezza.
CLORINDA
Anzi all'altezza vostra.
TISBE
Verrò a portarle qualche memoriale.
CLORINDA
Lectum.
TISBE
Ce la vedremo.
CLORINDA
Forse sì, forse no.
TISBE
Poter del mondo!
CLORINDA
Le faccio riverenza.
TISBE
Oh! mi sprofondo!
(partono da parti opposte)
Deliziosa nel casino del principe don Ramiro.
Don Magnifico a cui i Cavalieri pongono un mantello color ponsò con ricami in argento di grappoli d'uva, e gli saltano intorno battendo i piedi in tempo di musica. Tavolini con recapito da scrivere.
[Finale I]
CORO
Conciossiacosacché
trenta botti già gustò,
e bevuto ha già per tre
e finor non barcollò!
È piaciuto a sua maestà
nominarlo cantinier;
intendente dei bicchier
con estesa autorità,
presidente al vendemmiar.
Direttor dell'evoè;
onde tutti intorno a te
s'affolliamo qui a ballar.
MAGNIFICO
Intendente? Direttor?
Presidente? Cantinier?
Grazie, grazie ~ che piacer!
Che girandola ~ ho nel cor!
Si venga a scrivere
quel che dettiamo.
(pongonsi intorno ai tavolini e scrivono)
Sei mila copie
poi ne vogliamo.
CORO
Già pronti a scrivere
tutti siam qui.
MAGNIFICO
(osservando come scrivono)
«Noi don Magnifico»...
Questo in maiuscole.
Bestie! Maiuscole!
Bravi! così.
«Noi don Magnifico,
duca e barone
dell'antichissimo
Montefiascone,
grand'intendente,
gran presidente»,
con gli altri titoli,
con venti et cetera,
in splenditudine
d'autorità,
riceva l'ordine
chi leggerà.
«Di più non mescere
per anni quindici
nel vino amabile
d'acqua una gocciola,
alias capietur
et stranguletur.»
Perché et cetera,
laonde et cetera,
nell'anno et cetera,
barone et cetera.
(sottoscrivendolo)
CORO
Barone et cetera,
è fatto già.
MAGNIFICO
Ora affiggetelo
per la città.
CORO
Il pranzo in ordine
andiamo a mettere,
vino a diluvio
si beverà.
MAGNIFICO
Premio bellissimo
di piastre sedici
a chi più malaga
si beverà.
(partono saltando intorno don Magnifico)
Dandini e don Ramiro correndo sul davanti del palco, osservando per ogni parte.
RAMIRO
(sotto voce)
Zitto, zitto: piano, piano:
senza strepito e rumore:
delle due qual è l'umore?
Esattezza, e verità.
DANDINI
Sotto voce, a mezzo tono
in estrema confidenza:
sono un misto d'insolenza,
di capriccio e vanità.
RAMIRO
E Alidoro mi diceva
che una figlia del barone...
DANDINI
Ah, il maestro ha un gran testone,
oca eguale non si dà.
(Son due vere banderuole
ma conviene simular.)
RAMIRO
(Se le sposi pur chi vuole...
seguitiamo a recitar.)
Clorinda accorrendo da una parte, e Tisbe dall'altra.
CLORINDA
Principino, dove siete?
TISBE
Principino, dove state?
CLORINDA E TISBE
Ah! perché m'abbandonate?
Mi farete disperare.
TISBE
Io vi voglio.
CLORINDA
Vi vogl'io.
DANDINI
Ma non diamo in bagattelle!
Maritarsi a due sorelle
tutte insieme non si può.
Una sposo.
CLORINDA E TISBE
(con interesse di smania)
E l'altra?
DANDINI
(accennando Ramiro)
E l'altra
all'amico la darò.
CLORINDA E TISBE
No, no, no, no,
un scudiero! oibò, oibò!
RAMIRO
(ponendosi loro in mezzo, con dolcezza)
Sarò docile, amoroso,
tenerissimo di cuore.
CLORINDA E TISBE
(guardandolo con disprezzo)
Un scudiero! no, signore.
Un scudiero! questo no.
CLORINDA
Con un'anima plebea!
TISBE
Con un'aria dozzinale!
CLORINDA E TISBE
(con affettazione)
Mi fa male, mi fa male
solamente a immaginar.
RAMIRO E DANDINI
(fra loro ridono)
La scenetta è originale:
veramente da contar.
Coro di Cavalieri dentro le scene, indi Alidoro.
CORO
Venga, inoltri, avanzi il piè:
anticamera non v'è.
RAMIRO E DANDINI
Sapientissimo Alidoro,
questo strepito cos'è?
ALIDORO
Dama incognita qui vien,
sopra il volto un velo tien.
CLORINDA E TISBE
Una dama!
ALIDORO
Signor sì.
CLORINDA, TISBE, RAMIRO E DANDINI
Ma chi è?
ALIDORO
No 'l palesò.
CLORINDA E TISBE
Sarà bella?
ALIDORO
Sì e no.
RAMIRO E DANDINI
Chi sarà?
ALIDORO
Ma non si sa.
CLORINDA
Non parlò?
ALIDORO
Signora no.
TISBE
E qui vien?
ALIDORO
Chi sa perché?
TUTTI
Chi sarà? chi è? perché?
Non si sa ~ si vedrà.
(momento di silenzio)
CLORINDA E TISBE
(Gelosia già già mi lacera,
già il cervel più in me non è.)
ALIDORO
(Gelosia già già le rosica,
più il cervello in lor non è.)
RAMIRO
(Un ignoto arcano palpito
ora m'agita; perché?)
DANDINI
(Diventato son di zucchero!
Quante mosche intorno a me!)
(Dandini fa cenno ad Alidoro d'introdurre la Dama)
Cavalieri che precedono, e Schierani in doppia fila per ricevere Cenerentola, che in abito ricco ed elegante avanzasi velata.
CORO
Ah! se velata ancor
dal seno il cor ci hai tolto,
se svelerai quel volto,
che sarà?
CENERENTOLA
Sprezzo quei don che versa
fortuna capricciosa;
m'offra, chi mi vuol sposa,
rispetto, amor, bontà.
RAMIRO
(Di quella voce il suono
ignoto al cor non scende;
perché la speme accende,
di me maggior mi fa.)
DANDINI
Begli occhi, che dal velo
vibrate un raggio acuto,
svelatevi un minuto
almen per civiltà.
CLORINDA E TISBE
(Vedremo il gran miracolo
di questa rarità.)
Cenerentola svelasi. Momento di sorpresa, di riconoscimento, d'incertezza.
TUTTI
Ah!
(ciascuno da sé guardando Cenerentola, e Cenerentola sogguardando Ramiro)
Insieme
CLORINDA, TISBE E DANDINI
(Parlar ~ pensar ~ vorrei,
parlar ~ pensar ~ non so.
Quest'è un inganno, oh dèi!
Quel volto m'atterrò.)
CENERENTOLA E RAMIRO
(Parlar ~ pensar ~ vorrei,
parlar ~ pensar ~ non so.
Quest'è un incanto, oh dèi!
Quel volto m'atterrò.)
ALIDORO
(Parlar ~ pensar ~ vorrebbe,
parlar ~ pensar ~ non può.
Amar già la dovrebbe:
il colpo non sbagliò.)
Don Magnifico accorrendo, e detti.
MAGNIFICO
Signora altezza, è in tavola...
che... co... chi... sì, che bestia!
Quando si dice i simili!
Non sembra Cenerentola?
CLORINDA E TISBE
Pareva ancor a noi,
ma a riguardarla poi
la nostra è goffa, e attratta,
questa è un po' più ben fatta;
ma poi non è una Venere
da farci spaventar.
MAGNIFICO
Quella sta nella cenere;
ha stracci sol per abiti.
CENERENTOLA
(Il vecchio guarda e dubita.)
RAMIRO
(Mi guarda e par che palpiti.)
DANDINI
Ma non facciam le statue,
patisce l'individuo:
andiamo, andiamo a tavola,
poi balleremo il taice
e quindi la bellissima
con me s'ha da sposar.
TUTTI
meno Dandini
Andiamo, andiamo a tavola,
si voli a giubilar.
DANDINI
(Oggi che fo da principe
per quattro vo' mangiar.)
Stretta del finale I
TUTTI
Mi par d'essere sognando
fra giardini e fra boschetti.
I ruscelli sussurrando,
gorgheggiando gli augelletti
in un mare di delizie
fanno l'animo nuotar.
Ma ho timor che sotto terra
piano piano, a poco a poco
si sviluppi un certo foco;
e improvviso a tutti ignoto
balzi fuori un terremoto,
che crollando ~ strepitando,
fracassando ~ sconquassando,
poi mi venga a risvegliar.
E ho paura che il mio sogno
vada in fumo a dileguar.
Gabinetto nel palazzo di don Ramiro.
Cavalieri, don Magnifico, entrando con Clorinda e Tisbe sotto il braccio, ed osservando i Cavalieri che partono.
[Introduzione. Coro di Cavaleri]
CORO
Ah! della bella incognita
l'arrivo inaspettato
peggior assai del fulmine
per certe ninfe è stato.
La guardano, e taroccano,
sorridono; ma fremono,
hanno una lima in core
che a consumar le va.
Guardate! Già regnavano!
Ci ho gusto. Ah ah ah.
(partono deridendole)
Recitativo
MAGNIFICO
(in collera caricata)
Mi par che quei birbanti
ridessero di noi sotto cappotto.
Corpo del mosto cotto!
Fo un cavaliericidio.
TISBE
Papà, non v'inquietate.
MAGNIFICO
(passeggiando)
Ho nella testa
quattro mila pensieri. Ci mancava
quella madama anonima.
CLORINDA
E credete
che del principe il core ci contrasti?
Somiglia Cenerentola e vi basti.
MAGNIFICO
Somiglia tanto e tanto
che son due gocce d'acqua, e quando a pranzo
faceva un certo verso con la bocca,
brontolavo fra me: per Bacco, è lei.
Ma come dagli Ebrei
prender l'abito a nolo! aver coraggio
di venire fra noi?
E poi parlar coi linci e squinci? e poi
starsene con sì gran disinvoltura,
e non temere una schiaffeggiatura?
TISBE
Già già questa figliastra
fino in chi la somiglia è a noi funesta.
MAGNIFICO
Ma tu sai che tempesta
mi piomberebbe addosso,
se scuopre alcun come ho dilapidato
il patrimonio suo! Per abbigliarvi,
al verde l'ho ridotto. È diventato
un vero sacco d'ossa. Ah se si scopre,
avrei trovato il resto del carlino.
CLORINDA
(con aria di mistero)
E paventar potete a noi vicino?
MAGNIFICO
Vi son buone speranze?
CLORINDA
Eh! niente niente.
TISBE
Posso dir ch'è certezza.
CLORINDA
Io quasi quasi
potrei dar delle cariche.
TISBE
In segreto
mi ha detto: anima mia,
ha fatto un gran sospiro, è andato via.
CLORINDA
Un sospiro cos'è? quando mi vede
subito ride.
MAGNIFICO
(riflettendo e guardando ora l'una ora l'altra)
Ah! dunque
qui sospira, e qui ride.
CLORINDA
Dite, papà barone
voi che avete un testone:
qual è il vostro pensier? ditelo schietto.
MAGNIFICO
Giocato ho un ambo e vincerò l'eletto.
Da voi due non si scappa; oh come, oh come,
figlie mie benedette,
si parlerà di me nelle gazzette!
Questo è il tempo opportuno
per rimettermi in piedi. Lo sapete,
io sono indebitato.
Fino i stivali a tromba ho ipotecato.
Ma che flusso e riflusso
avrò di memoriali! ah questo solo
è il paterno desìo.
Che facciate il rescritto a modo mio.
C'intenderem fra noi;
viscere mie, mi raccomando a voi.
[Aria]
MAGNIFICO
Sia qualunque delle figlie
che fra poco andrà sul trono,
ah! non lasci in abbandono
un magnifico papà.
Già mi par che questo e quello,
conficcandomi a un cantone
e cavandosi il cappello,
incominci: sor barone:
alla figlia sua reale
porterebbe un memoriale?
Prende poi la cioccolata,
e una doppia ben coniata
faccia intanto scivolar.
Io rispondo: eh sì, vedremo.
Già è di peso? Parleremo,
da palazzo può passar.
Mi rivolto: e vezzosetta,
tutta odori e tutta unguenti,
mi s'inchina una scuffietta
fra sospiri e complimenti:
baroncino! Si ricordi
quell'affare, e già m'intende;
senza argento parla ai sordi.
La manina alquanto stende,
fa una piastra sdrucciolar.
Io galante: occhietti bei!
Ah! per voi che non farei!
Io vi voglio contentar!
Mi risveglio a mezzo giorno:
suono appena il campanello,
che mi vedo al letto intorno
supplichevole drappello:
questo cerca protezione;
quello ha torto e vuol ragione;
chi vorrebbe un impieguccio;
chi una cattedra ed è un ciuccio;
chi l'appalto delle spille,
chi la pesca dell'anguille,
ed intanto in ogni lato
sarà zeppo e contornato
di memorie e petizioni,
di galline, di sturioni,
di bottiglie, di broccati,
di candele e marinati,
di ciambelle e pasticcetti,
di canditi e di confetti,
di piastroni, di dobloni,
di vaniglia e di caffè.
Basta basta, non portate!
Terminate, ve n'andate?
Serro l'uscio a catenaccio.
Importuni, seccatori,
fuori fuori, via da me.
(parte)
Recitativo
TISBE
(accostandosi in confidenza)
Di': sogni ancor che il principe
vada pensando a te?
CLORINDA
Me lo domandi?
TISBE
Serva di vostr'altezza.
CLORINDA
A' suoi comandi.
(partono, scostandosi e complimentandosi ironicamente)
Ramiro, indi Cenerentola fuggendo da Dandini; poi Alidoro in disparte.
RAMIRO
Ah! Questa bella incognita
con quella somiglianza all'infelice,
che mi colpì stamane,
mi va destando in petto
certa ignota premura... Anche Dandini
mi sembra innamorato.
Eccoli: udirli or qui potrò celato.
(si nasconde)
DANDINI
Ma non fuggir, per Bacco! quattro volte
mi hai fatto misurar la galleria.
CENERENTOLA
O mutate linguaggio, o vado via.
DANDINI
Ma che? Il parlar d'amore
è forse una stoccata?
CENERENTOLA
Ma io d'un altro sono innamorata!
DANDINI
E me lo dici in faccia?
CENERENTOLA
Ah! mio signore,
deh! non andate in collera
col mio labbro sincero.
DANDINI
Ed ami?
CENERENTOLA
Scusi...
DANDINI
Ed ami?
CENERENTOLA
Il suo scudiero.
RAMIRO
(palesandosi)
Oh gioia! anima mia!
ALIDORO
(mostrando il suo contento)
(Va a meraviglia!)
RAMIRO
Ma il grado e la ricchezza
non seduce il tuo core?
CENERENTOLA
Mio fasto è la virtù, ricchezza è amore.
RAMIRO
Dunque saresti mia?
CENERENTOLA
Piano, tu devi pria
ricercarmi, conoscermi, vedermi,
esaminar la mia fortuna.
RAMIRO
Io teco,
cara, verrò volando.
CENERENTOLA
Fermati: non seguirmi. Io te 'l comando.
RAMIRO
E come dunque?
CENERENTOLA
(gli dà un smaniglio)
Tieni.
Cercami; e alla mia destra
il compagno vedrai.
E allor... se non ti spiaccio... allor m'avrai.
(parte)
(momento di silenzio)
RAMIRO
Dandini, che ne dici?
DANDINI
Eh! dico che da principe
sono passato a far da testimonio.
[Recitativo e aria]
RAMIRO
«E allor... se non ti spiaccio... allor m'avrai.»
Quali enigmi son questi?
(scopre Alidoro)
Ah! mio sapiente
venerato maestro. Il cor m'ingombra
misterioso amore.
Che far degg'io?
ALIDORO
Quel che consiglia il core
RAMIRO
(a Dandini)
Principe non sei più: di tante sciocche
si vuoti il mio palazzo.
(chiamando i seguaci che entrano)
Olà miei fidi,
sia pronto il nostro cocchio, e fra momenti...
così potessi aver l'ali dei venti.
Sì, ritrovarla io giuro.
Amore, amor mi muove:
se fosse in grembo a Giove,
io la ritroverò.
(contempla lo smaniglio)
Pegno adorato e caro
che mi lusinghi almeno.
Ah come al labbro e al seno,
come ti stringerò!
CORO
Oh! qual tumulto ha in seno
comprenderlo non so.
Insieme
RAMIRO
Noi voleremo, ~ domanderemo,
ricercheremo, ~ ritroveremo.
Dolce speranza, ~ freddo timore
dentro al mio cuore ~ stanno a pugnar.
Amore, amore ~ m'hai da guidar.
CORO
Noi voleremo, ~ domanderemo,
ricercheremo, ~ ritroveremo.
Dolce speranza, ~ freddo timore
dentro al suo cuore ~ stanno a pugnar.
Amore, amore ~ l'hai da guidar.
(parte con i seguaci)
Dandini, Alidoro; indi don Magnifico.
Recitativo
ALIDORO
(La notte è omai vicina.
Col favor delle tenebre,
rovesciandosi ad arte la carrozza
presso la casa del baron, potrei...
son vicini alla meta i desir miei.)
(parte frettoloso)
DANDINI
(passeggiando)
Ma dunque io sono un ex? dal tutto al niente
precipito in un tratto?
Veramente ci ho fatto
una bella figura!
MAGNIFICO
(entra premuroso)
Scusi la mia premura...
ma quelle due ragazze
stan con la febbre a freddo. Si potrebbe
sollecitar la scelta.
DANDINI
È fatta, amico.
MAGNIFICO
(con sorpresa, in ginocchio)
È fatta! ah! per pietà! dite, parlate:
è fatta! e i miei germogli...
in queste stanze a vegetar verranno?
DANDINI
(alzandolo)
Tutti poi lo sapranno;
per ora è un gran segreto.
MAGNIFICO
E quale, e quale?
Clorindina o Tisbetta?
DANDINI
Non giudicate in fretta.
MAGNIFICO
Lo dica ad un papà.
DANDINI
Ma silenzio.
MAGNIFICO
Si sa; via, dica presto.
DANDINI
(andando ad osservare)
Non ci ode alcuno?
MAGNIFICO
In aria
non si vede una mosca.
DANDINI
È un certo arcano
che farà sbalordir.
MAGNIFICO
(smaniando)
Sto sulle spine.
DANDINI
(annoiato, portando una sedia)
Poniamoci a sedere.
MAGNIFICO
Presto, per carità.
DANDINI
Voi sentirete
un caso assai bizzarro.
MAGNIFICO
(Che volesse
maritarsi con me!)
DANDINI
Mi raccomando.
MAGNIFICO
(con smania che cresce)
Ma si lasci servir.
DANDINI
Sia sigillato
quanto ora udrete dalla bocca mia.
MAGNIFICO
Io tengo in corpo una segreteria.
[Duetto]
DANDINI
Un segreto d'importanza,
un arcano interessante
io vi devo palesar.
È una cosa stravagante,
vi farà trasecolar.
MAGNIFICO
Senza battere le ciglia,
senza manco trarre il fiato
io mi pongo ad ascoltar.
Starò qui petrificato,
ogni sillaba a contar.
DANDINI
(Oh! che imbroglio! che disdetta!
Non so come cominciar.)
MAGNIFICO
(Ve' che flemma maledetta,
si sbrigasse a incominciar.)
DANDINI
Uomo saggio e stagionato
sempre meglio ci consiglia.
Se sposassi una sua figlia,
come mai l'ho da trattar?
MAGNIFICO
(Consiglier son già stampato.)
Ma che eccesso di clemenza!
Mi stia dunque Sua eccellenza...
Bestia!... Altezza, ad ascoltar.
Abbia sempre pronti in sala
trenta servi in piena gala,
due staffieri ~ sei cocchieri,
tre portieri ~ due braccieri,
cento sedici cavalli,
duchi, conti e marescialli
a dozzine convitati,
pranzi sempre coi gelati
poi carrozze, poi bombè,
ed innanzi colle fiaccole
per lo meno sei lacchè.
DANDINI
Vi rispondo senza arcani
che noi siamo assai lontani.
Ho un lettino ~ uno stanzino;
ma piccino ~ ma meschino.
Io non uso far de' pranzi;
mangio sempre degli avanzi,
non m'accosto a' gran signori,
tratto sempre servitori.
Me ne vado sempre a piè,
o di dietro una scappavia,
se qualcun mi vuol con sé.
MAGNIFICO
Non corbella?
DANDINI
Gliel prometto.
MAGNIFICO
Questo dunque?
DANDINI
È un romanzetto.
È una burla il principato,
sono un uomo mascherato.
Ma venuto è il vero principe
m'ha strappata alfin la maschera.
Io ritorno al mio mestiere:
son Dandini il cameriere.
Rifar letti, spazzar abiti
far la barba e pettinar.
Insieme
MAGNIFICO
Ah che questa è una sassata
che fischiando inaspettata
mi dà in fronte e all'improvviso
mi fa in terra stramazzar.
DANDINI
Ah che questa è una sassata
che fischiando inaspettata
gli dà in fronte e all'improvviso
lo fa in terra stramazzar.
MAGNIFICO
Di quest'ingiuria,
di quest'affronto
il vero principe
mi renda conto.
DANDINI
Oh non s'incomodi
non farà niente.
Ma parta subito,
immantinente.
MAGNIFICO
Non partirò.
DANDINI
Lei partirà.
MAGNIFICO
Sono un barone.
DANDINI
Pronto è il bastone.
MAGNIFICO
Ci rivedremo,
ci parleremo!
DANDINI
Ci rivedremo,
ci parleremo!
MAGNIFICO
Non partirò.
DANDINI
Lei partirà.
MAGNIFICO
Tengo nel cerebro
un contrabbasso
che basso basso
frullando va.
Da cima a fondo,
poter del mondo!
Che scivolata,
che gran cascata!
Eccolo eccolo
tutti diranno
mi burleranno
per la città.
DANDINI
Povero diavolo!
È un gran sconquasso
che d'alto in basso
piombar lo fa.
Vostr'eccellenza
abbia prudenza.
Se vuol rasoio,
sapone e pettine,
saprò arricciarla,
sbarbificarla...
ah ah! guardatelo,
l'allocco è là.
(partono)
Alidoro solo.
Mi seconda il destino. Amor pietoso
favorisce il disegno. Anche la notte
procellosa ed oscura
rende più natural quest'avventura.
La carrozza già è in pronto; ov'è Dandini?
Seco lo vuol nel suo viaggio. Oh come
indocile s'è fatto ed impaziente!
Che lo pizzica amor segno evidente.
(entra)
Sala terrena con camino in casa di don Magnifico.
Cenerentola nel solito abito accanto al fuoco.
[Canzone]
Una volta c'era un re,
che a star solo s'annoiò;
cerca, cerca, ritrovò!
Ma il volean sposar in tre.
Cosa fa?
Sprezza il fasto e la beltà,
e alla fin scelse per sé
l'innocenza e la bontà.
La la là
li li lì
la la là.
Recitativo
(guarda lo smaniglio)
Quanto sei caro! E quello
cui dato ho il tuo compagno,
è più caro di te. Quel signor principe
che pretendea con quelle smorfie? Oh bella!
Io non bado a' ricami, ed amo solo
bel volto e cor sincero,
e do la preferenza al suo scudiero.
Le mie sorelle intanto... ma che occhiate!
Parean stralunate!
(s'ode bussare fortemente, ed apre)
Qual rumore!
(Uh? chi vedo! che ceffi!) Di ritorno!
Non credea che tornasse avanti giorno.
Don Magnifico, Clorinda, Tisbe e detta.
CLORINDA
(entrando, accennando Cenerentola)
(Ma! ve l'avevo detto...)
MAGNIFICO
(Ma cospetto! cospetto!
Similissime sono affatto affatto.
Quella è l'original, questa è il ritratto.)
Hai fatto tutto?
CENERENTOLA
Tutto.
Perché quel ceffo brutto
voi mi fate così?
MAGNIFICO
Perché, perché...
per una certa strega
che rassomiglia a te...
CLORINDA
Su le tue spalle
quasi mi sfogherei.
CENERENTOLA
Povere spalle,
cosa c'hanno che far?
Cominciano lampi e tuoni, indi si sente il rovesciarsi di una carrozza.
TISBE
Oh fa mal tempo!
Minaccia un temporale.
MAGNIFICO
Altro che temporale!
Un fulmine vorrei
che incenerisse il camerier...
CENERENTOLA
Ma dite,
cosa è accaduto? avete
qualche segreta pena?
MAGNIFICO
(con impeto)
Sciocca! va' là, va' a preparar la cena.
CENERENTOLA
Vado sì, vado. (Ah che cattivo umore.
Ah! lo scudiere mio mi sta nel core.)
(parte)
[Temporale]
Don Magnifico, Tisbe, Clorinda, indi Ramiro da principe e Dandini.
Recitativo parlante
MAGNIFICO
Svergognata mia prole. (Ma che tempo!
Piove a diluvio!)
CLORINDA
Zitto... non sentite?
(si sente cadere una carrozza)
MAGNIFICO
Una carrozza.
CLORINDA
Che gran botto!
MAGNIFICO
È fatta.
Non si rialza più.
TISBE
Forse qualcuno
rovesciato sarà.
DANDINI
(di dentro)
Soccorso... aita...
TISBE
Corriamo a sollevarli.
CLORINDA
Scioccarella!
Che importa a te di chi si rompe il collo?
(si sente bussare)
MAGNIFICO
Diavolo! chi sarà!
(apre, entra Dandini, indi don Ramiro)
DANDINI
Scusate, amico.
La carrozza del principe
ribaltò...
(riconoscendo don Magnifico)
ma chi vedo?
MAGNIFICO
Uh! Siete voi!
Ma il principe dov'è?
DANDINI
(accennando Ramiro)
Lo conoscete!
MAGNIFICO
(rimanendo sorpreso)
Lo scudiero? Oh! guardate.
RAMIRO
Signore perdonate
se una combinazione...
MAGNIFICO
Che dice! Si figuri! mio padrone!
(alle figlie)
(Eh non senza perché venuto è qua.
La sposa, figlie mie, fra voi sarà.)
Ehi, presto, Cenerentola,
porta la sedia nobile.
RAMIRO
No, no: pochi minuti. Altra carrozza
pronta ritornerà.
MAGNIFICO
Ma che! gli pare!
CLORINDA
(con premura verso le quinte)
Ti sbriga, Cenerentola.
Cenerentola recando una sedia nobile a Dandini, che crede il principe.
CENERENTOLA
Son qui.
MAGNIFICO
Dalla al principe, bestia, eccolo lì.
CENERENTOLA
Questo! Ah che vedo! Principe!
(sorpresa riconoscendo per principe don Ramiro; si pone le mani sul volto e vuol fuggire)
RAMIRO
T'arresta.
Che! Lo smaniglio!... è lei! che gioia è questa!
[Sestetto]
RAMIRO
Siete voi?
CENERENTOLA
(osservando il vestito del prence)
Voi prence siete?
CLORINDA E TISBE
(fra loro, attonite)
Qual sorpresa!
DANDINI
Il caso è bello!
MAGNIFICO
(volendo interrompere Ramiro)
Ma...
RAMIRO
Tacete.
MAGNIFICO
Addio cervello.
(prende a sé Ramiro e Dandini)
Se...
RAMIRO E DANDINI
Silenzio.
TUTTI
Che sarà!
Questo è un nodo avviluppato,
questo è un gruppo rintrecciato.
Chi sviluppa più inviluppa,
chi più sgruppa, più raggruppa;
ed intanto la mia testa
vola, vola e poi s'arresta;
vo tenton per l'aria oscura,
e comincio a delirar.
CLORINDA
(strappando Cenerentola con violenza dal suo sbalordimento)
Donna sciocca! Alma di fango!
Cosa cerchi? che pretendi?
Fra noi gente d'alto rango
l'arrestarsi è inciviltà.
MAGNIFICO
(come sopra, da un'altra parte)
Serva audace! E chi t'insegna
di star qui fra tanti eroi?
Va' in cucina, serva indegna,
non tornar mai più di qua.
RAMIRO
(frapponendosi con impeto)
Alme vili! invan tentate
insultar colei che adoro;
alme vili! paventate:
il mio fulmine cadrà.
DANDINI
Già sapea che la commedia
si cangiava al second'atto;
ecco aperta la tragedia,
me la godo in verità.
CLORINDA E TISBE
(Son di gelo.)
MAGNIFICO
(Son di stucco.)
RAMIRO
(Diventato è un mamalucco.)
CLORINDA, TISBE E MAGNIFICO
Ma una serva...
RAMIRO
(facendo una mossa terribile)
Olà tacete.
L'ira mia più fren non ha!
CENERENTOLA
(in ginocchio a don Ramiro, che la rialza)
Ah! signor, s'è ver che in petto
qualche amor per me serbate,
compatite, perdonate,
e trionfi la bontà.
CLORINDA, TISBE E MAGNIFICO
(con disprezzo)
Ah! l'ipocrita guardate!
Oh che bile che mi fa.
RAMIRO E DANDINI
(a don Magnifico e le figlie)
Quelle lagrime mirate:
qual candore, qual bontà!
MAGNIFICO
Ma in somma delle somme,
altezza, cosa vuole?
RAMIRO
Piano: non più parole.
(prende per mano Cenerentola)
Questa sarà mia sposa.
CLORINDA, TISBE E MAGNIFICO
Ah! ah! dirà per ridere.
(a Cenerentola)
Non vedi che ti burlano?
RAMIRO
Lo giuro: mia sarà.
MAGNIFICO
Ma fra i rampolli miei,
mi par che a creder mio...
RAMIRO
(con aria di disprezzo, contraffacendolo)
Per loro non son io.
Ho l'anima plebea,
ho l'aria dozzinale.
DANDINI
Alfine sul bracciale
ecco il pallon tornò
e il giocator maestro
in aria il ribalzò.
RAMIRO
(tenendo con dolce violenza Cenerentola)
Vieni a regnar: lo impongo.
CENERENTOLA
(volendo baciar la mano a don Magnifico ed abbracciare le sorelle, è rigettata con impeto)
Su questa mano almeno,
e prima a questo seno...
MAGNIFICO
Ti scosta.
CLORINDA E TISBE
Ti allontana.
RAMIRO
Perfida gente insana!
Io vi farò tremar.
CENERENTOLA
(passeggiando incerta, e riflettendo ed abbandonandosi a vari sentimenti)
Dove son? che incanto è questo?
Io felice! oh quale evento!
È un inganno! ah! se mi desto!
Che improvviso cangiamento!
Sta in tempesta il mio cervello,
posso appena respirar.
GLI ALTRI
Quello brontola e borbotta,
questo strepita e s'adira,
quello freme, questo fiotta,
chi minaccia, chi sospira;
va a finir che a' pazzarelli
ci dovranno trascinar.
RAMIRO E DANDINI
Vieni, vieni. Amor ti guida
a regnar e a trionfar.
(Ramiro trae seco Cenerentola, ed è seguìto da Dandini e da don Magnifico)
Tisbe e Clorinda, indi Alidoro.
Recitativo
TISBE
Dunque noi siam burlate?
CLORINDA
Dalla rabbia
io non vedo più lume.
TISBE
Mi pare di sognar; la Cenerentola...
ALIDORO
(entrando)
Principessa sarà.
CLORINDA
Chi siete?
ALIDORO
(con alterigia)
Io vi cercai la carità.
Voi mi scacciaste. E l'Angiolina, quella
che non fu sorda ai miseri,
che voi teneste come vile ancella,
fra la cenere e i cenci,
or salirà sul trono. Il padre vostro
gli è debitor d'immense somme. Tutta
si mangiò la sua dote. E forse forse
questa reliquia di palazzo, questi
non troppo ricchi mobili, saranno
posti al pubblico incanto.
TISBE
Che fia di noi, frattanto?
ALIDORO
Il bivio è questo.
O terminar fra la miseria i giorni,
o curve a piè del trono
implorar grazia ed impetrar perdono.
Nel vicin atrio io stesso,
presago dell'evento,
la festa nuziale ho preparata:
questo, questo è il momento.
CLORINDA
Abbassarmi con lei! Son disperata!
[Aria]
Sventurata! mi credea
comandar seduta in trono.
Son lasciata in abbandono
senza un'ombra di pietà.
Ma che serve! tanto fa:
sono alfine giovinetta,
capitar potrà il merlotto.
Vo' pelarlo in fretta in fretta,
e scappar non mi potrà.
Un marito, crederei,
alla fin non mancherà.
(parte)
Recitativo
ALIDORO
La pillola è un po' dura:
ma inghiottirla dovrà; non v'è rimedio.
E voi, cosa pensate?
TISBE
Cosa penso?
Mi accomodo alla sorte:
se mi umilio, alla fin non vado a morte.
(parte)
ALIDORO
Giusto ciel! ti ringrazio! I voti miei
non han più che sperar. L'orgoglio è oppresso.
Sarà felice il caro alunno. In trono
trionfa la bontà. Contento io sono.
(esce)
All'alzarsi della tenda scorgesi un atrio con festoni di fiori illuminato, e nel cui fondo su piccola base siedono in due ricche sedie Ramiro e Cenerentola in abito ricco; a destra in piedi Dandini, Dame e Cavalieri intorno. In un angolo don Magnifico, confuso, con gli occhi fitti in terra. Indi Alidoro, Clorinda e Tisbe, mortificate, coprendosi il volto.
[Finale II. Coro e scena]
CORO
Della fortuna istabile
la revolubil ruota
mentre ne giunge al vertice
per te s'arresta immota.
Cadde l'orgoglio in polvere,
trionfa la bontà.
RAMIRO
(scuotendo Cenerentola)
Sposa...
CENERENTOLA
(stupida per la gioia)
Signor, perdona
la tenera incertezza
che mi confonde ancor. Poc'anzi, il sai,
fra la cenere immonda...
ed or sul trono... e un serto mi circonda.
MAGNIFICO
(corre in ginocchio)
Altezza... a voi si prostra.
CENERENTOLA
Né mai m'udrò chiamar la figlia vostra?
RAMIRO
(accennando le sorelle)
Quelle orgogliose...
CENERENTOLA
Ah prence,
io cado ai vostri piè. Le antiche ingiurie
mi svanir dalla mente.
Sul trono io salgo, e voglio
starvi maggior del trono.
E sarà mia vendetta il lor perdono.
CENERENTOLA
Nacqui all'affanno, al pianto.
Soffrì tacendo il core;
ma per soave incanto,
dell'età mia nel fiore,
come un baleno rapido
la sorte mia cangiò.
(a don Magnifico e sorelle)
No no ~ tergete il ciglio;
perché tremar, perché?
A questo sen volate;
figlia, sorella, amica
tutto trovate in me.
(abbracciandole)
TUTTI
meno Cenerentola
M'intenerisce e m'agita,
è un nume agli occhi miei.
Degna del tron tu sei
ma è poco un trono a te.
CENERENTOLA
Padre... sposo... amico... oh istante!
Non più mesta accanto al fuoco
starò sola a gorgheggiar.
Ah fu un lampo, un sogno, un gioco
il mio lungo palpitar.
CORO
Tutto cangia a poco a poco
cessa alfin di sospirar.
Di fortuna fosti il gioco:
incomincia a giubilar.
Fine del libretto.
Generazione pagina: 14/05/2016
Pagina: ridotto, rid
Versione H: 3.00.40
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