LA CAMBIALE DI MATRIMONIO
Farsa comica.
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Libretto di Gaetano ROSSI.
Musica di Gioachino ROSSINI.
Prima esecuzione: 3 novembre 1810, Venezia.
Personaggi:
Tobia MILL negoziante |
basso |
FANNÌ di lui figlia |
soprano |
EDOARDO Milfort |
tenore |
SLOOK negoziante americano |
basso |
NORTON cassiere di Mill |
basso |
CLARINA cameriera di Fannì |
soprano |
Agenti di negozio e vari domestici di Mill.
La scena nella casa di Mill.
[Sinfonia]
Sala nella casa di Mill, semplicemente elegante, che comunica a' vari appartamenti. Un tavolino con l'occorrente per iscrivere, sedie.
Norton dalla parte di mezzo. Clarina, che traversa la scena.
[Introduzione e duettino]
NORTON
Non c'è il vecchio sussurrone:
resta meco un po', Clarina.
CLARINA
Poco ancor la padroncina
a chiamare può tardar.
NORTON
Ma fra tanto qui tra noi...
CLARINA
Dimmi presto ciò che vuoi.
NORTON
Quando miss si farà sposa!
CLARINA
È lontana ancor la cosa.
NORTON
(con mistero)
Non sai tutto!
CLARINA
(curiosa)
E tu che sai?
NORTON
Nuove grandi!
CLARINA
E cos'è mai?
NORTON
Sappi...
CLARINA
Ebben!...
Insieme
CLARINA
Ohimè! il padrone
già si sente a sussurrar.
Vieni presto a dirmi il resto,
devi tutto a me spiegar.
NORTON
Viene il padrone
già si sente a sussurrar.
Verrò presto a dirti il resto,
non mi posso or più spiegar.
(si dividono entrando)
Mill in veste da camera, berretto da notte, che porta con una mano un mappamondo e nell'altra tiene una bussola, esaminandoli.
[Cavatina buffa]
MILL
Chi mai trova il dritto, il fondo
a cotesto mappamondo?
Chi m'insegna il come, il quando
di piantar la calamita,
e la bussola adoprando,
chi m'insegna a navigar?
(siede e legge un libro, poi confronta con la bussola e il mappamondo)
Cento gradi in latitudine...
Cento e venti in longitudine...
Dal nord-est al sud-ovest.
Poi l'elevazion del polo...
Qui la linea e le terziere...
L'equatore colle sfere ~
dall'America in Europa
vuò ben bene calcolar.
(s'impazienta calcolando, e s'alza)
Ah non combinasi la longitudine,
mi vado a perdere in latitudine,
il polo abbassasi, manca la linea,
la calamita perde il magnetice.
Oh, mi confondo col mappamondo,
e della bussola non so che far.
NORTON
(escendo)
Ecco una lettera per voi, signore.
MILL
Mi rompe i calcoli, gran seccatore!
CLARINA
Serva umilissima, signor padrone.
MILL
Tu mi fai crescere la confusione.
NORTON
Avrei da dirvi...
CLARINA
Vorrei parlarvi.
MILL
(s'alza arrabbiato)
Deh, non mi state più a tormentar.
Insieme
CLARINA E NORTON
Ma riflettete... considerate,
saper dovete... non v'alterate:
miss... questa lettera dal nuovo mondo...
(Che uom collerico! che s'ha da far?)
Oh, non vi state ad inquietar.
MILL
Ma via tacete... non mi seccate!
M'interrompete... se seguitate!
Questi... la lettera... il mappamondo...
non ho più cerebro... vo ad impazzar.
Andate al diavolo... non vuò ascoltar.
NORTON
Ma, signor, questa lettera
la portò un marinaro d'un vascello
che vien dalle colonie.
MILL
Ed io sto appunto
esaminando quanto è la distanza
dalle colonie a noi; vediamo:
(prende la lettera e, riconoscendo il carattere, con allegria)
ah! è sua,
del mio corrispondente americano.
(l'apre e legge)
NORTON
(Qualche altra commission da uomo strano.
Se sapessi, Clarina!...)
MILL
(allegrissimo)
Come! come!
Egli stesso in persona!... oh che fortuna!...
Presto... l'affar è fatto.
NORTON
(Quasi indovino.)
CLARINA
(E che? diventa matto?)
MILL
(come sopra)
Norton, l'amico è qui: sbarca a momenti;
mi scrive dal vascello... egli in persona
vuol trattare il negozio,
veder la mercanzia.
NORTON
Ma proprio...
MILL
Presto,
Clarina, va' ad aprir l'appartamento
che guarda sul giardin, tutto sia lesto.
Senti, di' alla mia figlia che si metta
un abito da festa, va'...
(Clarina parte. Mill chiama: un dopo l'altro, i servi che nomina compariscono e partono, ricevuto l'ordine)
Isacchetto!
la mia carrozza bella... Salomone!
l'abito mio da visite... Lorenzo!
per uno o due di più. Cresci tre piatti. ~
Bisogna farsi onore con un uomo
così particolar, grande, leale:
Norton, è ver?
NORTON
(seccamente)
Sì, un vero originale.
MILL
E la lettera avuta l'altro giorno!
Eh! che ingenuità! che sentimenti!
Che buona fede! ~ È un vero e raro tratto
della semplicità del secol d'oro,
che in questa età di ferro mi sorprende,
né più si trova.
NORTON
È come la s'intende.
MILL
Par che ne dubitate; ma sentite:
(cava una lettera)
l'ho letta mille volte, e la ritrovo
sempre d'uno stil raro, affatto nuovo.
(legge)
«Signor et cætera. Ho risolto di formare una compagnia matrimoniale: qui non c'è ditta che mi convenga, perciò sul primo vascello che partirà per queste colonie speditemi una moglie delle seguenti forme e qualità.»
Ah! che intavolamento!
NORTON
(ironico)
Sorprendente!
MILL
E questo è ancora niente.
(segue a leggere)
«Qualunque sia la dote non serve. Sia d'estrazione onesta; non passi i trent'anni; pasta dolce, colore omogeneo, e senza minima macchia nella riputazione. Item di temperamento sano e robusto, per resistere ai colpi del mare e alla forza del clima, perché non vorrei restarne senza, appena acquistata, e ricorrere a nuova provvista.» ~
NORTON
(Si può sentir di peggio?)
MILL
Ah! che esattezza! ve' che precisione.
Ma il miglior capo è poi la conclusione.
(segue a leggere)
«Arrivandomi ben condizionata, come sopra, co' la presente lettera per marca, o con copia legalizzata, a scanso d'equivoco, io m'impegno di far onore alla firma, e sposare chi la presenterà, a due giorni data, od anco a vista, come meglio, e salutandovi, addio. Io Slook del Canadà.»
(ripone la lettera in un libro ch'è sul tavolino)
NORTON
E voi dunque pensate?
MILL
Di servirlo:
anzi l'ho già servito, e appena arriva
gli faccio presentare la cambiale
dalla mia stessa figlia.
NORTON
Da miss Fannì?
MILL
Da lei: che meraviglia?
NORTON
E se non le piacesse?
MILL
Deve piacerle, oh sì!
NORTON
Ma, s'ella avesse!...
MILL
Cosa ha d'aver?
NORTON
Ma...
MILL
Ma, voi mi seccate:
sempre in contraddizion!
NORTON
Ma...
MILL
Basta, andate.
(Norton va per partire)
MILL
E il nuovo computista?...
NORTON
Non l'ho ancor stabilito.
MILL
Fate presto:
avrem molto d'affar in questi giorni.
Ah, che non vedo l'ora
d'abbracciare il mio caro americano!
Oh che raro consorte
tocca a mia figlia! oh che piacer! che sorte!
(via)
NORTON
Povera miss Fannì! Ma spero ancora
che il caro americano
avrà d'Europa fatto il viaggio invano.
(via)
Fannì ed Edoardo, presi a mano amorosamente.
[Duetto]
EDOARDO
Tornami a dir che m'ami,
che sarai fida ognor.
Calma, mio bene, i palpiti
d'un barbaro timor.
FANNÌ
Sarò qual più mi brami,
quale t'amai finor.
Per te m'accese l'anima,
a te la serba amor.
EDOARDO
E sarai mia!...
FANNÌ
Lo spero.
EDOARDO
E allor felici!...
FANNÌ
Oh quanto!
FANNÌ E EDOARDO
Qual delizioso incanto
è un corrisposto ardor!
EDOARDO
Ma se tuo padre!...
FANNÌ
Ah taci.
EDOARDO
Se d'altri?...
FANNÌ
Non fia mai.
EDOARDO
Giura che mia sarai,
né tradirai l'amor.
FANNÌ
Giuro che tua mi avrai,
né tradirò l'amor.
FANNÌ E EDOARDO
Propizio accolga amore
il nostro giuramento:
e renda alfin contento
il tenero mio cor.
EDOARDO
Sì, cara mia, speriam; fra pochi giorni
arriverà mio zio: tutto m'aspetto
dall'amor suo per me.
FANNÌ
Ma questo uomo
ch'oggi aspetta mio padre! Certi suoi
equivoci discorsi...
EDOARDO
E quando noi
siamo d'accordo!...
Norton e detti.
NORTON
Avete voi veduto
il signor Mill?
FANNÌ
No, ancor: cos'è avvenuto?
Perché così agitato?
NORTON
Brutte nuove:
però non vi smarrite.
Voi siete fatta sposa.
FANNÌ
Oh dio!
EDOARDO
Che dite?
FANNÌ
Ma come?
EDOARDO
E chi è costui?
NORTON
(cerca nel libro e trova la lettera che porge ad Edoardo)
C'è, c'è, ~ leggete
il contratto nuzial, e poi ridete.
(leggono tutti due dando segni d'affanno e rabbia)
FANNÌ
Oh mio Edoardo!
NORTON
Ah, che ne dite!
EDOARDO
Io fremo:
ed in questa maniera?...
NORTON
All'uso proprio di negozio, e come
se miss fosse una balla
di mercanzia.
EDOARDO
Ma questa volta falla
la sua speculazion.
FANNÌ
Non posso ancora
credere che mio padre arrivi a questo
segno a sacrificarmi.
Mill di dentro, e detti.
MILL
Presto, presto.
FANNÌ
Ah, ch'è lui! se ti vede!
MILL
(più vicino)
Pronti tutti.
EDOARDO
Che far!
FANNÌ
Poveri noi!
MILL
(escendo)
Norton... Fannì... qua ognun...
(vede Edoardo e sospettoso, con impeto)
Chi siete voi?
Che fate, che volete, in questa casa?
A che fin? con qual vista?
FANNÌ
(confusa)
Egli!
EDOARDO
(confuso)
Signore...
NORTON
È il nuovo computista.
MILL
(guardandolo)
Troppo giovane... e poi troppo moderno.
NORTON
Peggio pe 'l suo carattere.
EDOARDO
Son pronto
a uniformarmi agli usi vostri.
MILL
Bravo!
Ha una fisionomia che... non c'è male:
Norton v'istruirà.
FANNÌ
(Respiro.)
MILL
(prenderà la lettera dal libro, la piegherà, e cavandone un'altra, la darà a Fannì)
Intanto
tieni, mia figlia cara, tra momenti
arriverà persona forestiera,
gli farai buona cera, e gli darai
questa lettera...
FANNÌ
E chi è?... ma io... ma poi...
MILL
La tua fortuna è fatta... ah! la carrozza...
Egli è qua: vo a incontrarlo; servitori.
(escono servi e agenti)
MILL
A basso... qua... su... fuori. ~ Ah, lo vedrete...
Fannì, allegra!
(parte co' servi allegrissimo)
EDOARDO
(fremente)
Ah, soffrir non son...
NORTON
Prudenza!
FANNÌ
Lascia operare a me.
EDOARDO
Ma che farai?
FANNÌ
Fidati a un cor che t'ama, e lo vedrai.
Vari Servitori, che precedono Slook, vestito a capricciosa caricatura, ma grave; altri gli si inchinano; egli entra imbrogliato, difendendosi dagli Agenti e da Mill che cercano levargli il capello e il bastone, e vogliono baciargli le mani, che ritira.
[Cavatina]
SLOOK
Grazie... grazie... Caro amico! ~
Troppo presto, ~ adagio, dico:
quieti un po'. ~ Che complimenti!
M'imbrogliate, ~ buone genti:
non vo avanti... ~ son confuso...
so ancor io d'Europa l'uso. ~
Flemma dunque, ed incomincio,
come so, a complimentar.
(si ritira alla porta, si rimette il capello in testa, e poi se lo leverà inchinandosi con semplice caricatura)
Insieme
FANNÌ, CLARINA, EDOARDO E NORTON
(Che figura! che maniere!
Mi fa ridere e arrabbiar!)
MILL
(Che innocenza! che maniere!
Mi fa ognor più innamorar.)
SLOOK
Prima il padron di casa
saluto, bacio e abbraccio.
Lo stesso cordialmente
colle signore io faccio...
(va per abbracciarle, e si ritirano)
Come? non s'usa forse
le donne qui abbracciar?
Ohimè! che usanza incomoda!
Che brutto conversar!
Benedetta sia la nostra
innocente libertà!
Sans façon tra noi si mostra
cuor aperto, amica faccia:
sì si bacia, sì s'abbraccia,
né s'offende l'onestà.
Benedetta sia la nostra
innocente libertà!
Donne belle, donne care,
più buonine per pietà.
Non mi fare ritornare
senza gusto in Canadà.
SLOOK
Sicché dunque istruitemi: non voglio
far cattive figure. A quel che vedo
in Europa v'è in tutto affettazione.
FANNÌ
(Caro l'american!)
MILL
Dite benone.
Viva pure la bella
semplicità d'America!
SLOOK
(segnando Fannì)
Chi è quella
piccante signorina?
MILL
Vi pare? ~ essa ha una lettera per voi
di raccomandazione.
SLOOK
La servirò con tutto il core.
EDOARDO
(Io fremo.)
FANNÌ
(Chetati.)
SLOOK
E voi per me trovaste ancora
nessun capo a proposito!
MILL
Anzi spero
che appena voi la mostra visto avrete,
tosto concluderete.
SLOOK
Tanto meglio!
Un bravo negoziante
dev'esser spicciativo.
MILL
Ora spicciate
là quella signorina. Accompagnate,
Norton, il computista a' suoi doveri.
(poi sorridendo a Slook)
Servitela, mi preme.
SLOOK
Volentieri.
MILL
(segnando alla destra)
È quello il vostro appartamento.
SLOOK
Grazie.
(Mill parte)
EDOARDO
(piano e presto)
(Oh Fannì! in quale stato mai son io!)
NORTON
(ad Edoardo)
Andiam.
EDOARDO
(stringendo forte la mano di Slook, e co' denti stretti)
Signor americano, addio.
(parte con Norton)
Slook e Fannì.
SLOOK
(dietro ad Edoardo)
Servo! ~ Proprio in Europa
usan de' complimenti strani e nuovi.
FANNÌ
(Ecco il momento decisivo.)
SLOOK
Intanto
sbrighiam la signorina:
(si ferma a guardarla giovialmente)
ha un certo che... così... proprio è bellina.
FANNÌ
(Io non vuò certo esser la prima.)
SLOOK
Tace!
Che sia decenza! ~ Cominciamo noi.
(se le accosta e riverisce)
Servo, gentile signorina!
FANNÌ
(con riverenza, si tira in là, a occhi bassi)
Serva!
SLOOK
Chi siete? Che volete?
FANNÌ
(gli dà le lettere)
Leggete, e lo saprete.
SLOOK
(legge e si compiace)
Concisa: brava!
FANNÌ
(Io sono in convulsione.)
SLOOK
(dopo letto, con effusione)
Ma bravo, sir Tobia! bravo benone!
(con galanteria)
Mi fareste la grazia
d'avvicinarvi un po'?
FANNÌ
Così sto bene.
SLOOK
Ma non io quanto basta: e quegli occhietti
sempre bassi?...
FANNÌ
Decenza.
SLOOK
(subito)
Volea dirlo...
Sicché dunque saprete
già quello che contengono
queste lettere?
FANNÌ
No!
SLOOK
No! (Non ci scappa
un accento di più.) Dunque ascoltate,
c'è qualche cosa anche per voi...
FANNÌ
Spicciate.
SLOOK
(legge)
«Signore Slook: v'abbiamo provveduto la moglie dell'età, qualità, condizioni ricercate, con tutti gli attestati. Essa è l'unica nostra figlia Fannì, che vi esibirà la presente col confronto e contrassegno della vostra: pagate a lei dunque a vista, o due giorni data, com'è di vostro comodo, i debiti e obbligazioni che avete incontrati. In fede. Tobia Mill.»
FANNÌ
(Che avvilimento!)
SLOOK
Ebben cosa ne dite?
FANNÌ
(Ah qui ci vuol coraggio.)
E voi cosa pensate?
SLOOK
Far onore alla firma.
FANNÌ
(con forza)
Ah non lo fate;
ed anzi rinunziate
alla vostra cambiale.
SLOOK
Perché?
FANNÌ
(con foco)
Perché non sono
io mercanzia per voi,
né vi può far onore.
SLOOK
Anzi, non vidi mai capo migliore.
[Duetto]
Darei per sì bel fondo
quanto possiedo al mondo;
tutti impiegar vorrei
i capitali miei:
e un cento almen per cento
ne spero di piacer.
FANNÌ
Cercate un altro fondo;
ve ne son tanti al mondo!
Il mio non è per voi,
fallir potreste poi:
in libertà lasciatemi,
ve n' prego per piacer.
SLOOK
Ma, perché ciò, spiegatevi.
FANNÌ
Vorrei spiegarmi... ma!
SLOOK
Vi spiace il matrimonio?
FANNÌ
Mi piacerebbe... ma!
SLOOK
Son io forse un demonio?
FANNÌ
Non dico questo... ma!
SLOOK
(con impeto)
Per carità, signora,
lasciamo questi ma.
FANNÌ
Voi non sapete ancora
cosa vuol dir quel ma...
SLOOK
Sposatemi, e mi basta,
sarà quel che sarà.
FANNÌ
Se il mio pregar non basta,
so cosa ci vorrà.
Edoardo entra con frenata ira e sempre con sarcasmo, e detti.
[Terzetto]
EDOARDO
(seguendo Fannì)
Quell'amabile visino,
quell'occhietto amorosetto,
quel complesso sì perfetto
e di grazie e di beltà,
(marcato)
lo creò per altri amore,
caro mio, per voi non fa.
(prendendolo per mano, e stringendolo fortemente)
Vi consiglio, ma di core,
ritornare in Canadà.
SLOOK
Ma, signor, che c'entra lei,
dica un po', ne' fatti miei?
FANNÌ
Ei lo fa per compassione
delle amiche sue persone.
EDOARDO
Perché molto m'interessa
e per voi, per me e per essa.
SLOOK
(alterato)
Ma quest'è una mercanzia
di mia nuova proprietà.
Vado a dirlo a sir Tobia,
e ragion mi renderà.
EDOARDO
(fiero)
Guai a voi se gli parlate!
FANNÌ
Con prudenza, e simulate.
SLOOK
Ma quest'è soverchieria.
EDOARDO
È una gran premura mia.
SLOOK
Voi chi siete?...
EDOARDO
Lo saprete.
SLOOK
(a Fannì)
Dite voi...
FANNÌ
Già inteso avete.
SLOOK
La cambiale parla chiaro.
EDOARDO
Rinunciarla, amico caro.
SLOOK
(con foco)
Rinunciar! Son Slook... e poi...
EDOARDO
(fiero)
Non parlate: guai a voi!
SLOOK
(turbato)
Minacciate?
FANNÌ E EDOARDO
Sì: tremate.
SLOOK
Ma perché? ~ Ma che sarà?
Insieme
FANNÌ
(prestissimo)
Non mi piacete, non posso amarvi,
pronta mi avrete a tormentarvi;
e questa mano, che pretendete,
appena a stringere arriverete,
saprà cavarvi quei brutti occhiacci
e un vero inferno vi schiuderà.
EDOARDO
(fiero)
Se voi tardate ad imbarcarvi,
c'è pronto alcuno a maltrattarvi.
Se la cambiale non rinunziate,
se a Sir Tobia cenno ne fate,
io saprò pungervi ben ben le vene,
vi mando in lettera al Canadà.
SLOOK
(spaventato, confuso)
(a Fannì)
Eh... non istate a riscaldarvi.
(ad Edoardo)
No, non andate a incomodarvi;
con sì bei termini voi mi obbligate.
State sicuro... non dubitate...
Cavarmi gli occhi! misericordia!...
Oh, che demoni son questi qua!
(partono)
Norton e Clarina.
NORTON
Non si farà, non si farà, sta' certa,
questo bel matrimonio.
CLARINA
E sir Tobia
ordina intanto i preparativi,
co' la speranza che l'americano
accetti miss Fannì.
NORTON
Lo spera invano.
Son tanti li fili
tesi al povero diavolo, son tali
i timori, i sospetti a' quali è in preda,
che disperato il povero selvaggio
del Canadà tornerà a fare il viaggio.
CLARINA
Ma si può dar pazzia
peggior di quella del signor Tobia!
NORTON
L'americano è semplice, ha creduto
che le spose in Europa
siano manifatture da negozio:
e in parte non s'inganna...
CLARINA
Io vado intanto
presso miss; tu sta' attento dal tuo canto;
io sono interessata
per questi innamorati: poveretti!
Dopo tanto soffrir, e tanti stenti
alla fin li vorrei veder contenti.
[Aria]
Anch'io son giovane,
anch'io lo provo:
spesso al medesimo
caso mi trovo,
e so per pratica
che cosa è amor.
Allor che s'ama
di vero affetto,
sempre si brama
il caro oggetto,
ei sol può renderci
contento il cor.
(parte)
Norton, poi Slook.
NORTON
Eccolo, appunto: pare pensieroso.
SLOOK
(escendo)
Ehi, di grazia, signore,
bramerei di parlar a sir Tobia.
NORTON
Io credo ch'ora in casa egli non sia.
Ma di grazia, scusate,
avete già concluso, conoscete
voi bene il capital che acquisterete?
SLOOK
Credo già di conoscerlo.
NORTON
(marcato)
Siate cauto.
SLOOK
Perché?
NORTON
(come sopra)
Potrebbe darsi
che fosse ipotecato.
SLOOK
(sorpreso)
Ipotecato!
NORTON
Ma in parola d'onore,
non ne fate alcun motto; addio signore.
(parte)
Slook, poi Mill.
SLOOK
Ipotecato! ~ Diavolo! ~ Madama
co' la decenza e i ma,
che vuol cavarmi gl'occhi. ~ Il dolce amico
che mi prega, e vuol pungermi le vene!...
Oh in qual razza di mondo son mai giunto!
MILL
Dov'è?
SLOOK
(Or quest'altro! viene in un bel punto!)
MILL
Caro amico! lasciate ch'io vi abbracci:
abbiamo buone nuove?
SLOOK
Buonissime.
MILL
(ad ogni risposta di Slook, Mill lo abbraccia e bacia)
Oh che gusto! ~ Sicché dunque
l'affar!
SLOOK
Va a meraviglia.
MILL
Che piacer! ~ E mia figlia?
SLOOK
Bella assai.
MILL
L'età?...
SLOOK
Giusta.
MILL
Le maniere?
SLOOK
Obbliganti.
MILL
Oh che consolazione!
SLOOK
(Bacia, bacia.)
MILL
E le proporzioni?
SLOOK
Fatte apposta.
MILL
Temperamento?
SLOOK
Quello che ci vuole.
MILL
Dunque ella è vostra sposa:
tutto confronta agli ordini del foglio.
SLOOK
(seccamente)
C'è una difficoltà.
MILL
Che?
SLOOK
Non la voglio.
MILL
(colpito)
Oh!
SLOOK
Ma!...
MILL
Diavolo! ~ dunque non vi piace?
SLOOK
Anzi molto.
MILL
E perché non la sposate?
SLOOK
Se fossi pazzo! (Mi son cari gli occhi:
madamina decenza me li cava.)
MILL
(Le piace e non la vuole! ~ Cospettone!)
Ma almeno una ragione!...
SLOOK
Oh peggio! (Il dolce amico
mi punge allor le vene.)
MILL
Io butto fuoco!
SLOOK
Butta pur.
MILL
Oh alle corte,
o sposarla, o parlar.
SLOOK
Né l'un, né l'altro.
MILL
Dunque?
SLOOK
Non vi scaldate:
flemma.
MILL
La sposerete?
SLOOK
La sposerei... ma!
MILL
(fremente)
Ma?
SLOOK
Flemma: quel ma
vuol dir che ci ho una gran difficoltà.
[Duetto]
MILL
(con foco, e prestissimo)
Dite presto, dove sta
questa gran difficoltà?
SLOOK
(con placidezza)
Oh ci sta, ma non si sa,
e né meno si saprà.
MILL
(crescendo)
Ella ha tutti i requisiti,
e non trovo in lei mancanze.
SLOOK
(con più flemma)
Forse troppo, anzi abbondanze,
ma, cor mio, per me non fa.
MILL
(con tutta forza)
Mantenete la parola,
non si viene con inganni.
SLOOK
(come sopra)
Sono qua a pagarvi i danni,
e così si finirà.
MILL
(fremente)
Questo è un procedere
da americano.
Ma di ficcarmela,
si spera invano.
La figlia è in ordine,
la carta canta,
e il signor flemma
la sposerà.
SLOOK
Questo è un procedere
da uomo onesto:
vi pago il debito,
né cerco il resto.
(Non sa che vogliono
cavarmi gli occhi.
Non me li cavano
per verità.)
(pausa)
MILL
(amaramente)
Signor americano!
SLOOK
(placido)
Signore europeo!
MILL
Voi dunque avete voglia di morire?
SLOOK
Grazie al cielo, non ho questa intenzione.
MILL
Vuò darvi una lezione
perché impariate ad esser di parola.
SLOOK
(Ohimè! che anche il papà...)
MILL
Spada o pistola!
(in aria di millanteria; cava un guanto e lo getta a Slook, ch'è immobile, né sa che significhi)
Ecco il guanto: v'aspetto fra un'ora,
vi consiglio di far testamento.
Della rabbia non vedo, non sento...
Ah! eh! ih!... sì, vi voglio ammazzar.
SLOOK
Grazie tante! (M'imbarco fra un'ora,
o qui crepo; oggi pazzo divento.
Non si cavano: e fo giuramento,
che alla patria vuò intero tornar.)
Fannì, Clarina, indi Edoardo.
CLARINA
Venite, sono andati.
FANNÌ
Com'erano scaldati! Io per me credo
che il buon american n'avrà abbastanza.
CLARINA
Anch'io son persuasa
che senza sposa abbia a tornar a casa.
EDOARDO
Oh mia Fannì!
FANNÌ
Caro Edoardo!
EDOARDO
Ebbene,
vedesti più l'american? pretende
ancora di sposarti?
FANNÌ
Io gli ho mostrata
tanta avversion, gli ho fatte
sì graziose minacce!
EDOARDO
Io l'ho pregato
con sì buona maniera a rinunziarti!
CLARINA
Pover'uomo, io lo credo ben pentito!
(via)
EDOARDO
Ei prenderà sicuro altro partito.
FANNÌ
Oh s'io divento tua!...
EDOARDO
Speriamlo.
(Edoardo prende la mano di Fannì e la bacia con tutto trasporto)
Slook viene sulla porta, li vede, si ferma, sorride e, avanzando.
SLOOK
Bravi!
FANNÌ
(si volge, lo vede, ritira la mano, fa un inchino, e accennando di cavargli gli occhi)
Serva sua!...
(per partire)
EDOARDO
(la stessa azione)
Servitore.
SLOOK
Servo anch'io. Posso chiedere un favore?
FANNÌ
(grave)
Che v'occor?
EDOARDO
(burbero)
Che cercate?
SLOOK
Dite in prima:
ognun qui mi vuol morto. Son sicuro
un quarto d'ora dalle vostre mani?
EDOARDO
Voi non siete già in mezzo a' americani.
SLOOK
(serio)
Lo so. Un americano
non avria minacciata in propria casa
a un ospite la vita.
EDOARDO
(Che rimprovero è questo!)
FANNÌ
(Io son stordita.)
SLOOK
Ma lasciamo da parte
siffatte gentilezze. Madamina,
voi che senza saper qual colpa io m'abbia,
mi faceste quel dolce complimento,
quale morte dev'essere la mia?
FANNÌ
Io non bramo la morte a chi che sia.
SLOOK
Ma poco fa... vi ricordate?...
FANNÌ
Allora
vi parlava un'amante disperata.
SLOOK
È dunque ver che siete ipotecata?
FANNÌ
(abbassa gli occhi)
Ma!
SLOOK
E l'acquirente?
(Fannì gira gli occhi su Edoardo e sospira)
SLOOK
Ora capisco bene
perché voleva pungermi le vene.
EDOARDO
Ah trasportato dalla gelosia...
SLOOK
E che bestia è costei? Ma andiamo avanti:
e perché presentarmi la cambiale?
FANNÌ
Sforzata da mio padre...
SLOOK
Povera miss! Ma che paese è questo?
Anche i padri che sforzano le figlie!
E il vostro sa che amate il dolce amico?
FANNÌ
Non ardimmo parlargliene finora.
EDOARDO
La mia fortuna è troppo disuguale
al ricco stato suo.
SLOOK
Non c'è altro male?
(pensa, passeggia, cava le due lettere, le esamina, sorride, guarda Fannì ed Edoardo)
EDOARDO
Che mai pensa?
FANNÌ
Che fa?
SLOOK
(prendendoli per mano)
Ragazzi miei,
venite qua, sentite:
io cercavo una moglie, calcolando
che mi fruttasse eredi; dopo quello
che in materia di donne ho visto e inteso,
me ne passò la voglia: null'ostante,
miss, voi mi siete cara,
quel giovine mi piace, e compatisco
in voi l'età e l'amore. Io sono ricco,
e vuò farvi felici: ecco, io vi cedo,
e giro la cambiale... il vostro nome?...
EDOARDO
Edoardo Milfort.
(Slook va al tavolino e dietro la lettera scrive il giro)
SLOOK
(scrivendo)
«E per me all'ordine S. P. del sir Edoardo Milfort. Slook.»
(gli dà la lettera)
Per dritto miss è vostra da tal punto;
d'istituirvi erede mio prometto;
ammazzatemi adesso: io ve l' permetto.
EDOARDO
Ah signor!
FANNÌ
Uomo raro!...
EDOARDO
La mia gioia! La mia riconoscenza...
FANNÌ
La sorpresa, il contento...
SLOOK
Basta, basta, tacete.
FANNÌ
Come tacer, come frenare i moti
d'un cor riconoscente
che vi deve il piacer che in petto or sente?
[Aria]
Vorrei spiegarvi il giubilo
che fa brillarmi il core;
provo sì dolci palpiti!...
un così caro ardore!...
Oh dio! rapita l'anima
esprimersi non sa.
Un soave e nuovo incanto
mi seduce in tal momento;
e l'idea del mio contento
di piacer languir mi fa.
(poi con trasporto, crescendo)
Ah se amor voi conosceste,
ben comprender mi potreste!...
Se a provarlo arriverete
qual piacer ne sentirete!...
Quando s'ama, e che si brama!...
si sospira... si delira...
il pensiero... il cor... la mente...
vola... accendesi... si sente!...
E poi c'è quel bel momento
che ci viene a consolar...
(e, rimettendosi)
Perdonatemi, signore,
mi fa amore delirar. ~
Ah nel sen di chi s'adora
non ci resta che bramar.
(parte con Edoardo)
Slook.
Eppur lo cred'anch'io, che il far del bene
sia il contento maggiore
per chi si bel dover sente nel cuore.
(parte)
Mill preceduto da un Servo, che porta due pistole e due spade.
MILL
Metti là tutto e parti. Senti: avverti
mia figlia che l'aspetto.
(il servo mette sul tavolino le pistole e le spade, poi parte, dopo l'ordine)
Oh qui c'è sotto
un qualche grande imbroglio:
ed io scoprirlo e vendicar mi voglio.
Ma quel signor american!... per bacco!
Le piace, e poi non la vuol più! buffone!
Con quella flemma!... con quei ma!... è un'azione!
Ma l'ha da far con me: son sì arrabbiato
che al primo colpo già l'ammazzo. Adagio:
e s'egli ammazza me? Potrebbe
darsi un tal caso, brutto caso! e allora
che figura fo io? morto!... oh vergogna!
Qui pensarci bisogna: - quasi quasi
mi pento. - Se valesse una bravata!...
Egli è piuttosto semplice... tentiamo:
e intanto il Rodomonte a far pensiamo.
(si assetta il cappello rivolto, si cinge la spada, acciglia gli occhi, passeggia da spaccone)
[Quartetto]
Porterò così il cappello,
torcerò gli occhi e la faccia,
ed in aria di minaccia
camminando il guarderò.
Figuriam ch'abbia paura
della truce mia figura;
cavo fuor la spada allora.
(Ed ei trema e si scolora.)
(finge tutta l'azione e le parole dell'avversario)
Fuor la spada! (Ei non risponde.)
Riparate... (Si confonde.)
Corpo di... (Non v'alterate.)
Già v'infilzo... (No... aspettate.)
Non c'è scampo... (Aiuto!) ~ Là!...
(Ahi! son morto.) E morto è già.
L'ho passato a parte a parte...
Quanto sangue!... oh il brutto morto!
Ti sta ben...
(Slook in berretto e lunga pipa, fumando, tenendone un'altra sotto al braccio, lo vede, si ferma e ride; depone la pipa, prende una pistola e va per dietro a Mill invasato dalla sua azione)
SLOOK
(presentandogli la pistola)
Ma son risorto,
e a servirvi sono qua.
MILL
(sorpreso, intimorito, immobile)
Ah! ~
SLOOK
In più nobile maniera
io vi vengo ad ammazzar.
MILL
Non si viene in tal maniera
le persone a soverchiar.
Insieme
SLOOK
(Egli ha un poco di paura,
terminiamo il nostro affar.)
MILL
(Parmi quasi aver paura,
ma non voglio farmi star.)
SLOOK
All'armi dunque!
MILL
(esitando)
E voi
volete... propriamente...
morir!...
SLOOK
Decisamente...
vi voglio soddisfar.
Io sono lo sfidato,
e scelsi l'arma: andiamo.
(prende l'altra pipa)
MILL
(Ah tanto fa! ci siamo.)
(bravando)
Al campo!
SLOOK
(ridendo)
(Sì, a fumar.)
Insieme
SLOOK
Vedrete i torti miei
com'io so vendicar.
(Va in fumo a terminar.)
MILL
Vedrete i torti miei
com'io so vendicar.
(Ma non vorrei tremar.)
(s'incamminano; in questo...)
Fannì, Clarina e detti.
FANNÌ
Qual ira, oh ciel, v'accende,
dove frementi andate!
Per amor mio restate,
frenate quell'ardor.
MILL
Lasciami. Vo a punirlo.
CLARINA
Unitevi con noi.
SLOOK
Io vado a divertirlo.
MILL
Per causa tua...
SLOOK
Per voi...
FANNÌ
Almen per compassione...
CLARINA
Calma, signor padrone.
MILL
Basta guardarla, e poi...
SLOOK
Lo so, ch'è un buon boccone:
ma!...
MILL
(arrabbiato)
Ancor dei ma! Venite.
SLOOK
(ridendo)
Con flemma: andiam.
FANNÌ
Sentite:
vi plachi il mio dolor.
Insieme
FANNÌ E CLARINA
Ah, moderate gl'impeti,
calmate quel furor.
SLOOK
(ridendo)
Gli passeranno gl'impeti,
si calmerà il furor.
MILL
Quel ma mi desta gl'impeti:
che provi il mio furor.
(in questo...)
Edoardo, Norton e detti.
[Sestetto finale]
EDOARDO
(a Mill)
Vi prego un momento, signore, a fermarvi,
io debbo parlarvi d'altissimo affar.
MILL
Vo a battermi adesso, fra poco tornate.
EDOARDO
Potreste morire, e pria che moriate,
a vista vi prego di farmi pagar.
(presentandogli la lettera)
MILL
Ma questa è insistenza...
SLOOK
Abbiate pazienza.
MILL
Ehi, Norton, quell'uomo a vista spicciate.
CLARINA
(Scabroso è il momento!)
SLOOK
(Vuol esser graziosa!)
FANNÌ
(Comincio a tremare.)
NORTON
Signore, scusate,
in cassa tal fondo non posso trovar.
MILL
Ma diavolo! e come! che somma?...
NORTON
(gli presenta la lettera dalla parte del giro)
Tenete.
MILL
Che vedo! che sento! quest'è un tradimento.
Sì: tutti a tradirmi uniti vi siete;
protesto quel giro: mi vuò vendicar.
FANNÌ
Ah padre!...
MILL
In ritiro.
EDOARDO
Signore...
MILL
Sortite.
NORTON
Ma almeno...
MILL
Tacete.
CLARINA
Guardate...
MILL
Finite.
Tu, lei, voi, quel, l'altra vuò ognun castigar.
FANNÌ, CLARINA, EDOARDO E NORTON
Vi prego calmarvi, voler perdonar.
(Slook depone la pipa e, facendosi avanti:)
SLOOK
Or che avete ben gridato,
e vi siete ben sfogato,
posso dirvi una parola,
mi volete un po' ascoltar?
MILL
Cosa dirmi voi potrete?
SLOOK
Che voi solo il torto avete.
MILL
(con foco)
Torto io?
SLOOK
Flemma: sì, torto.
(lo prende per il braccio e con confidenza)
E da farvi vergognar.
Vostra figlia è un capitale
e sforzato e ipotecato...
Zitto: ho appena cominciato.
Io potevo protestarvi,
e alla borsa danneggiarvi:
ho scoperto un acquirente;
ed io senza perder niente,
ho girata la cambiale,
e ceduto il capitale,
che fruttare in capo a un anno
un nipote vi farà.
MILL
La mia figlia a un computista?
SLOOK
Siete ben di corta vista!
Sir Milfort n'è innamorato;
miss d'amarlo m'ha svelato;
m'informai che è un uom d'onore,
cosa far contro l'amore?
Taccio io, voi pur tacete,
e al mio erede concedete
quell'amabile beltà.
MILL
(pensoso)
Uomo onesto! ~ Vostro erede!
SLOOK
Ve ne faccio piena fede!
FANNÌ
Caro padre, se m'amate!
EDOARDO
Ah signor, me l'accordate...
CLARINA
Deh arrendetevi, signore...
NORTON
Siate tanto di buoncuore!...
SLOOK
(gridando)
Ci vuol tanto a dire un sì?
MILL
(burbero)
Sì: sposatevi.
(li unisce)
TUTTI
Oh! così!
EDOARDO
Tu sei mia!
FANNÌ
Tu mio!
FANNÌ E EDOARDO
Oh contento!
SLOOK
(con compiacenza)
Abbiam fatto un bel negozio
nella lor felicità.
MILL
Abbracciatemi: giudizio,
e il negozio bene andrà.
FANNÌ E EDOARDO
Ah, l'amarvi, cari oggetti,
bel piacer per noi sarà.
TUTTI
Come consola il core
un fortunato amore!
Brillar fa una bell'anima
l'altrui felicità.
Fine del libretto.
Generazione pagina: 14/01/2016
Pagina: ridotto, rid
Versione H: 3.00.40
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