IL SIGNOR BRUSCHINO
Farsa giocosa per musica.
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Libretto di Giuseppe Maria FOPPA.
Musica di Gioachino ROSSINI.
Prima esecuzione: 27 gennaio 1813, Venezia.
Attori:
GAUDENZIO tutore di Sofia |
basso |
SOFIA |
soprano |
BRUSCHINO padre |
basso |
BRUSCHINO FIGLIO |
tenore |
FLORVILLE amante di Sofia |
tenore |
Un DELEGATO di polizia |
tenore |
FILIBERTO locandiere |
basso |
MARIANNA cameriera |
mezzosoprano |
Servitori.
La scena segue nel castello di Gaudenzio.
[Sinfonia]
Sala terrena che mette sul giardino immediatamente. Parco delizioso in distanza.
Florville, indi Marianna, poi Sofia, ambedue dalle stanze interne corrispondenti alla sala.
[N. 1 - Introduzione]
FLORVILLE
Deh tu m'assisti amore
or che ritorno a lei
dona agli affetti miei
qual sospirai mercé.
M'alcuno a me non vedo...
Ah! un rio destin prevedo!
(esce Marianna)
Marianna!...
MARIANNA
Voi signore!
FLORVILLE
V'è il nunzio mio arrivato?
MARIANNA
Giunse, ma troppo tardi.
FLORVILLE
Tardi? che fu? Ch'è nato?
MARIANNA
Dalla padrona or ora
saprete i vostri guai.
Il male è grande assai!
Son quasi fuor di me!
FLORVILLE
Ah tu tremar mi fai!
Son quasi fuor di me!
(Marianna rientra)
Ferma... ascolta... che ad altri destinata
fosse Sofia! La sola idea di tanta
fatalità m'opprime!... ogni momento
cresce la mia impazienza... ella già viene...
(esce Sofia con Marianna, che si mette osservando in disparte)
Ah diletta Sofia!...
SOFIA
Florvil! mio bene!
SOFIA E FLORVILLE
Quant'è dolce a un'alma amante
riveder l'amato oggetto!
D'un fedel, sincero affetto
più s'accende il vivo ardor.
Si rammentano le pene
d'un'assenza tanto amara,
e l'immagine più cara
del suo ben si rende al cor.
Recitativo
FLORVILLE
A voi lieto ritorno,
cara Sofia. L'odio del tutor vostro,
morto di già mio padre, estinto è omai.
Chiedervi dunque io posso
in sposa e ottenervi...
SOFIA
Ah! no 'l sperate!
FLORVILLE
E perché?
SOFIA
Destinata io son per lettere
al figliuolo di certo
signor Bruschino.
FLORVILLE
O cieli! e lo vedeste?
SOFIA
No, e il mio tutor nemmeno
di persona il conosce. Esser dovea
arrivato costui. Ma, quale ei sia,
serbo fida a voi sol quest'alma mia.
FLORVILLE
E ciò mi basta. Troncherò a ogni patto
il corso a tal contratto.
Udite. Io per fortuna
ignoto di persona
sono al signor Gaudenzio tutor vostro
e ad ognun del castello.
SOFIA
È ver...
MARIANNA
Signori,
vien qualcuno, rientriamo.
FLORVILLE
Ogni mio passo
vi farò noto. Bastami che siate
fida a me.
SOFIA
Lo sarò, non dubitate.
(entra con Marianna)
Florville, poi Filiberto dal parco.
FLORVILLE
Vien qualcuno... s'attende
questo Bruschino... Udiam.
(si mette in disparte)
(esce Filiberto, che parla verso l'interno della scena)
FILIBERTO
Oh voglio certo
che quel signor Bruschino me la paghi.
(s'avanza)
Non c'è nessun?
FLORVILLE
Che vuol?
FILIBERTO
Siete di casa?
FLORVILLE
Sono l'agente del signor Gaudenzio.
FILIBERTO
Ottimo incontro! È alzato ancor?
FLORVILLE
No 'l credo.
FILIBERTO
Dirò frattanto a voi perché ne vengo.
Io sono Filiberto, locandiere
del vicino castello. Da tre giorni
albergo un certo giovane
detto il signor Bruschino, il quale ha un padre
attaccato di gotta
che Bruschino si chiama. Egli è un stolido
sedotto da scrocconi. Ha fatto un debito
di quattrocento franchi. Ha triste pratiche...
Oh infine io 'l tengo chiuso per cauzione
dentro la mia soffitta.
(cava una lettera)
Ecco una lettera
ch'ei diede a me perché al signor Gaudenzio
ora la porti, ed egli poi la faccia
pervenire a suo padre! Ma v'accerto,
che non esce di là
se il suo debito in pria noi pagherà.
FLORVILLE
Ah!... (Che pensier mi viene!)
(affettando sommo rammarico)
Ah imprudente cugino!
FILIBERTO
Egli parente vostro!
FLORVILLE
Sì, Bruschino
son io pure... ma... cielo!
S'ora il signor Gaudenzio
lo venisse a sapere!...
FILIBERTO
A me che importa!
FLORVILLE
Che guai! che guai!
FILIBERTO
Nascano pur.
FLORVILLE
Ah come,
ah come mai da me fia rimediato?
FILIBERTO
Denari, e tutto è bello ed aggiustato.
[N. 2 - Duetto]
FLORVILLE
Io danari vi darò!
FILIBERTO
È bruttissimo il futuro.
FLORVILLE
Or qui a voi ne sborserò.
FILIBERTO
Oh il presente è più sicuro.
FLORVILLE
Ma ad un patto!...
FILIBERTO
Dica pure.
FLORVILLE
Prima zitto!...
FILIBERTO
Zitto...
FLORVILLE E FILIBERTO
Zitto!
FLORVILLE
(Ah se il colpo arrivo a fare
la bandiera io stacco già!)
FILIBERTO
(Ah se qui mi fo pagare
la bandiera io stacco già!)
(Florville cava una borsa e dà denari a Filiberto)
FLORVILLE
Son luigi e giusti e bei.
FILIBERTO
Oh mi fido. Cinque... sei...
FLORVILLE
Debitor vi son del resto.
FILIBERTO
Ah si vede l'uomo onesto.
FLORVILLE
Ma il cugino stia serrato!
FILIBERTO
Per tre anni imprigionato.
FLORVILLE
Quella lettera mi date.
FILIBERTO
Se ne serva, e a lei m'inchino.
(gli dà la lettera)
FLORVILLE
Ehi mi fido che a dovere...
FILIBERTO
Oh le par signor Bruschino!
FLORVILLE
Presto e zitto!
FILIBERTO
Zitto...
FLORVILLE E FILIBERTO
Zitto!
FLORVILLE
(Ah che il colpo giunsi a fare!
La bandiera io stacco già!)
FILIBERTO
(Ah se il resto mi fo dare
la bandiera io stacco già!)
(parte)
Florville.
Recitativo
A noi. Su trasformiamoci
in quel signor Bruschino
che ha da sposar Sofia...
(fantasticando)
Una lettera... sì... sappia Marianna
il gran progetto. Orsù, spirito e core.
Tentiamo il colpo e ci protegga amore.
(parte dal fondo)
Gaudenzio, poi Florville con Marianna, indi Servitori.
[N. 3 - Cavatina]
GAUDENZIO
Nel teatro del gran mondo
cerca ognun la sua fortuna:
ma, stia ben da capo a fondo,
l'uom contento mai non è.
Se la cerca nel denaro,
più ne acquista più ne vuole.
Se la brama negli onori
tenta il vol di là dal sole.
Sempre avanti, sempre avanti
va scontento l'uom di sé.
Io cercai la mia fortuna
in un certo non so che;
ma ho trovato poi l'intoppo
che de' guai provar mi fé.
Eh godiam di quel che viene,
né cerchiam quel che non c'è.
Recitativo
Ho trovato a Sofia un buon partito
nel giovane Bruschino. Ma contento
io non sarò, se pria non me la paga
quel signor di Florville.
(si vedono dal fondo Marianna e Florville; questo le dà una lettera)
FLORVILLE
(Da brava!)
MARIANNA
(Siete ben raccomandato.)
(entra)
FLORVILLE
(Vo a dispormi per essere arrestato.)
(parte velocemente dal fondo)
GAUDENZIO
Stupisco che Bruschino non si veda...
(esce Marianna e dà a Gaudenzio la lettera prima ricevuta da Florville)
MARIANNA
Fu recata una lettera per lei.
GAUDENZIO
Chi mi scrive? leggiam.
(apre e fa un motto di gran sorpresa)
Bruschino il padre!
(legge)
«Amico. Mi valgo d'altra mano a cagione d'un improvviso piccolo accesso di chiragra e di gotta, ma vi scrivo indispensabilmente. Mio figlio Bruschino (cui ho fatto tener dietro) invece di recarsi da noi, batte la campagna, e perde poco lodevolmente il suo tempo. Io vi scongiuro di farlo arrestare dai vostri servitori e tenerlo custodito presso di voi. E siccome egli non è conosciuto di persona da chicchessia dei vostri, eccovi in due esemplari i suoi connotati. Vi torno a raccomandare la sollecitudine e mi segno ecc.
Bruschino il padre.»
O gioventù imprudente! olà! sentite.
(escono servi)
Uscite immantinente:
cercate dappertutto e se trovate
un giovane che abbia i connotati
che qui segnati trovansi,
(dà una cartina ch'era inclusa nella lettera ad un servo)
arrestatelo,
ed a qualunque costo a me guidatelo.
(i servi partono dal fondo)
Hai tu sentito?
MARIANNA
E come!
GAUDENZIO
Taci co' la padrona,
perché se mai...
(odesi rumore dal fondo)
Per bacco!... i servitori
mi conducono un uomo...
MARIANNA
Che fosse lui...
GAUDENZIO
Volesse il ciel!...
Detti. Florville che si fa condurre a forza dai Servitori di Gaudenzio.
FLORVILLE
Lasciatemi...
Che violenza!... signore...
GAUDENZIO
Una cosa alla volta.
Siete Bruschino il figlio?
FLORVILLE
(affettando di sconcertarsi)
Io!...
GAUDENZIO
(va confrontando coi connotati)
«Io»! Non serve
nascondersi.
FLORVILLE
Lo sono.
GAUDENZIO
A vostro padre
son giunti i vostri degni portamenti;
e con questa sua lettera
m'ordinò di arrestarvi.
FLORVILLE
E voi di grazia
chi siete?
GAUDENZIO
Io son Gaudenzio Strappapuppole.
FLORVILLE
Oh dio!... quello!... ah che degno non son sono
del vostro bel perdono...
GAUDENZIO
Gioco... amiche!...
FLORVILLE
(fingendo desolazione)
Ah pentito io ne venia,
ragion per cui trovato fui qui.
GAUDENZIO
(È ragione.)
FLORVILLE
E al padre mio scrivea
implorando perdon. Leggete.
(cava la lettera avuta da Filiberto e la dà a Gaudenzio che la scorre cogli occhi)
MARIANNA
(trovandosi destramente vicina a Florville)
(È forse?...)
FLORVILLE
(La lettera che il giovane Bruschino
a lui mandò per via del locandiere.)
GAUDENZIO
(Si vede che è pentito.) Oh entrate.
FLORVILLE
E posso
sperar... ah che non oso...
(fingere piangere un poco)
GAUDENZIO
(Mi commove!)
(Florville bacia la mano di Gaudenzio)
Via via... chi sa!... oh basta per adesso.
FLORVILLE
Tanta bontà mi trae fuor di me stesso.
(entra con Marianna e servitori)
Gaudenzio, poi Bruschino padre, un Servitore, infine Florville.
GAUDENZIO
Buon giovane! Venia da per sé stesso...
Che ha fatto poi?... suo padre
è un uom fiero piuttosto e puntiglioso.
Ma dovrà perdonargli...
BRUSCHINO
(di dentro)
Ho inteso, ho inteso...
GAUDENZIO
(si mette in ascolto)
Quest'è Bruschino padre!...
BRUSCHINO
(di dentro)
Poco di buono!
GAUDENZIO
Con chi l'ha? sentiamo.
(si mette un poco in disparte)
(esce Bruschino con qualche impeto)
BRUSCHINO
Andate un po' a far nascere dei figli!
Uh che caldo!... ecco i frutti che ne avete...
Debiti... giuoco... uh!... uh!...
GAUDENZIO
Amico.
(avvicinandosi a Bruschino che non s'avvede di lui se non allora che s'urtano insieme)
BRUSCHINO
Avrà a sentirmi!...
GAUDENZIO
Adagio un poco!...
BRUSCHINO
Signor Gaudenzio mio!...
(s'abbracciano)
GAUDENZIO
Signor Bruschino!
BRUSCHINO
Perdonatemi! Smonto
ora di legno... uh che dolor!... che caldo!
Sento che il locandiere Filiberto,
che conosco assai ben, sparse qui attorno
gl'indegni portamenti
di quel signor mio figlio, e... ben vedete...
Uh! che caldo!... voi già mi conoscete,
mi va il sangue alla testa!...
GAUDENZIO
Amico, allegri...
È rimediato.
BRUSCHINO
Sì?
GAUDENZIO
L'amico è in gabbia.
BRUSCHINO
Che?
GAUDENZIO
L'ho qui in casa.
BRUSCHINO
In casa?
GAUDENZIO
Ed ha operato
la medicina, ed è tutto cambiato.
BRUSCHINO
Troppo presto! No 'l credo. È una finzione.
Uh che caldo!... è una burla!
GAUDENZIO
Ma vi prego
di vederlo...
BRUSCHINO
Vederlo! oibò! non voglio
neppur sentirlo a nominar.
GAUDENZIO
Per bacco!
Farò io. Chi è di là?
(esce un servitore)
Venga il signor Bruschino suo figliuolo.
(il servitore parte)
BRUSCHINO
Non voglio, dico!
GAUDENZIO
Eh via,
non siate puntiglioso!
BRUSCHINO
Io!... uh vi perdono.
GAUDENZIO
E giacché mostra vero pentimento
si può...
BRUSCHINO
Cosa si può?
GAUDENZIO
Far queste nozze.
BRUSCHINO
Nozze!... uh che caldo!... oibò!
GAUDENZIO
Che fece poi?
Gioventù, leggerezze... in confidenza,
e noi che abbiamo fatto
in quei tempi?... intendetemi?
BRUSCHINO
Uh! non me lo ricordo!
GAUDENZIO
Or via, parliamo
da uomini una volta e concludiamo.
[N. 4 - Terzetto]
Per un figlio già pentito
parli a voi paterno affetto,
poi il nodo sia compito
dal dovere e dall'amor.
BRUSCHINO
Voi lo dite!... lo volete!...
Bolle il sangue e bolle assai!
(esce Florville e resta in disparte)
FLORVILLE
(Al cimento andiamo omai.)
BRUSCHINO
(Uh che caldo!... e lo degg'io!...
Indeciso è questo cor.)
(Bruschino resta fantasticando da sé. Gaudenzio s'avvede di Florville e lo fa avvicinare a Bruschino)
FLORVILLE
Tremo tutto... signor mio...
Quasi, oh dio! mi manca il cor.
GAUDENZIO
Via coraggio... ci son io...
non temete, fate cor.
FLORVILLE
(sommessamente a Bruschino colla testa bassa)
Caro padre, deh perdono!
Degli error pentito io sono.
BRUSCHINO
Chi è costui?
(gli solleva la testa, lo guarda)
Insieme
FLORVILLE
Son vostro figlio!
GAUDENZIO
È vostro figlio!
BRUSCHINO
Chi è costui?
FLORVILLE E GAUDENZIO
Bruschino...
BRUSCHINO
Un corno!
FLORVILLE
(affettando disperazione)
Ah previdi il mio periglio!
GAUDENZIO
(severamente a Bruschino)
Ehi! Scherzate!...
BRUSCHINO
(sbuffando)
Uh!
GAUDENZIO
Arrossisco!
FLORVILLE
(Pover'uom! lo compatisco!)
GAUDENZIO
(come sopra)
Ehi!...
BRUSCHINO
Uh!
GAUDENZIO
Ebbene?
BRUSCHINO
Uh che caldo!
Io no 'l vidi in vita mia,
io non so chi diavol sia.
Lo capite sì o no?
GAUDENZIO
Rinegate il figlio vostro
per un stolido puntiglio!
Ah che in voi ravviso un mostro
cui natura ha già in orror.
BRUSCHINO
Cosa andate naturando?
Cosa state borbottando?
Voi due pazzi mi sembrate;
non vi bado e me ne vo.
(per andare)
(Florville lo trattiene e gli si inginocchia dinanzi)
GAUDENZIO
Fermate!
FLORVILLE
Ah padre!
BRUSCHINO
(s'inginocchia davanti a Florville)
Ah figlio!
FLORVILLE
Deh per grazia consolatemi!
BRUSCHINO
Deh per grazia andar lasciatemi...
GAUDENZIO
Eh su!...
FLORVILLE
Ah padre!
BRUSCHINO
Figlio!
GAUDENZIO
Al diavolo!...
Su finitela in buon ora!...
(levandosi tutti)
BRUSCHINO
Eh lasciatemi in malora!
Uh che caldo! che oppressione!
Dal velen mi strozzerei...
Va crepandomi il polmone!
Voglio andar dal Delegato,
qui venir lo fo a drittura.
Uh che caldo! l'impostura
smascherata resterà.
Poi vi fo mostrare a dito
da per tutta la città.
GAUDENZIO
Eh vergogna, puntiglioso!
Eh tornate alla ragione!
Rinnegate vostro figlio!
Poverin, fa compassione!
Venga pure il Delegato,
venga tosto a dirittura
smascherata l'impostura
sì fra poco resterà.
Poi vi fo mostrar a dito
da per tutta la città.
FLORVILLE
Né cedete, o padre, ancora!
Deh, tornate alla ragione!
Rinnegate vostro figlio!
Ah signore! compassione!
Venga pure il commissario,
venga tosto a dirittura,
smascherata l'impostura
sì fra poco resterà.
Poi sarà mostrato a dito
qualchedun per la città.
(partono tutti)
Stanze nel castello.
Marianna, poi Gaudenzio.
Recitativo
MARIANNA
Impaziente son io
di saper ciò che nacque.
(esce Gaudenzio)
GAUDENZIO
Si può fare di peggio?
MARIANNA
È riscaldato.
GAUDENZIO
Mai non lo avrei pensato.
Fammi venir Sofia: poi se ritorna
quel snaturato del signor Bruschino
viemmelo a dir.
MARIANNA
Vi servirò a puntino.
(parte)
Gaudenzio, indi Sofia, poi Marianna.
GAUDENZIO
Sì, tentiamo...
SOFIA
Signor...
GAUDENZIO
Senti gran cosa!
SOFIA
E qual?
GAUDENZIO
Per un puntiglio
il padre... ohimè che orror!... rinnega il figlio.
SOFIA
Questo padre chi è?
GAUDENZIO
Il signor Bruschino!
SOFIA
Il padre del mio sposo?
GAUDENZIO
Appunto, appunto.
SOFIA
Ed è possibil mai!
(esce Marianna)
MARIANNA
In questo punto
tornò il signor Bruschino.
GAUDENZIO
A tempo, a tempo.
Pria che con questo padre snaturato
io torni a contrastar, vo' che tu tenti
a ragion ricondurlo e al suo dovere.
SOFIA
Io, signore...
GAUDENZIO
Si tratta d'uno sposo.
Ei viene. Animo, via. Di là verran,
e l'esito del fatto mi dirai.
(parte con Marianna)
Sofia, poi Bruschino introdotto da un Servitore.
SOFIA
Arte ci vuol. Tentiamo
d'acquistarci uno sposo.
(esce Bruschino senz'avvedersi di Sofia)
BRUSCHINO
Per baccone!... uh che caldo!
Ora signor Gaudenzio mio carissimo
che viene il Delegato,
dal signor commissario
la man ci toccheremo.
SOFIA
(A noi.)
(si scopre e s'inchina a Bruschino)
BRUSCHINO
Padrona mia.
SOFIA
Ella è il signor Bruschino.
BRUSCHINO
Io, io.
SOFIA
Che crudeltà!
BRUSCHINO
Perché mi chiamo
Bruschino?
SOFIA
Ah signor no.
BRUSCHINO
Dunque?
SOFIA
Perché
con esempio incredibile
d'ostinazion... mi scusi...
(facendogli una reverenza)
di crudeltà... perdoni...
di barbarie... ah signor!... per un puntiglio
riconoscer non vuole il proprio figlio.
BRUSCHINO
(Maledette le scuse ed i perdoni.)
Signora mia, la supplico...
Ella chi è?
SOFIA
La sposa destinata
a suo figlio Bruschino.
BRUSCHINO
Si consoli.
Si sposerà a mio figlio.
SOFIA
E che, signore?
BRUSCHINO
Sappia ch'è un impostore
quello che qui si crede mio figliolo.
SOFIA
Uh!...
BRUSCHINO
Oh!... è così.
SOFIA
No, signor mio.
BRUSCHINO
Signora,
noi lo vedremo or ora.
SOFIA
Deh! non s'ostini più. Ceda.
BRUSCHINO
Uh che caldo!
SOFIA
Ceda a ragione.
BRUSCHINO
Or or non sto più saldo.
[N. 5 - Recitativo e Aria]
SOFIA
Ah voi condur volete
alla disperazione una figliuola
promessa a degno sposo. Non vi parla
voce di sangue in petto?
No, creder no 'l potrei...
Deh piegatevi o cielo! ai voti miei.
Ah donate il caro sposo
ad un'alma che sospira.
La mia calma, il mio riposo,
da voi sol dipenderà.
Se crudele persistete
a negarmi l'idol mio,
voi la pena pagherete
della vostra crudeltà.
Ma già sento la speranza
che lusinga questo core.
Consolate un dolce amore,
ve lo chiede la pietà.
(parte)
Bruschino, poi il Delegato introdotto da un Servitore.
Recitativo
BRUSCHINO
Qui conviene finirla...
DELEGATO
Addio signor Bruschino.
BRUSCHINO
Oh signor Delegato vi son servo.
Che vi par? che ne dite?
DELEGATO
Oh niente.
BRUSCHINO
Niente!
Uh che caldo! a volere ch'io m'inghiotta
un figlio, ch'è calato dalle nuvole?
DELEGATO
Oh niente!
BRUSCHINO
Oh niente! (E tocca via!)
DELEGATO
Chetatevi.
Tutto si scoprirà. Tengo una lettera
del figlio vostro colla qual si prega
che m'interessi perché a lui perdono
diate di cor. Vedetela. Il carattere
è quel di vostro figlio?
(gli mostra una lettera)
BRUSCHINO
Senza dubbio.
DELEGATO
Ebben, questa farà che smascherata
la impostura si resti chiaramente.
BRUSCHINO
E se mai non bastasse?
DELEGATO
Oh niente!
BRUSCHINO
Oh niente!
Uh che caldo!
Detti. Gaudenzio con Servitori, e successivamente Florville, Sofia e Filiberto.
GAUDENZIO
M'inchino. E perché mai cotanto onore?
DELEGATO
Son qui venuto a sciogliere l'imbroglio
che avete con Bruschino.
BRUSCHINO
E il bramo e il voglio.
DELEGATO
Dov'è questo Bruschino
che si dice suo figlio?
(esce Florville)
FLORVILLE
Eccolo a voi.
BRUSCHINO
È un impostor!
GAUDENZIO
Tacete!
È suo figlio.
(al Delegato)
La prova eccola qui.
(cava la lettera avuta già da Florville)
DELEGATO
Che carta è quella?
GAUDENZIO
È questa una sua lettera.
(accennando a Florville)
Che in oggi egli per lei mi ha consegnata.
È vero?
(ai servitori che accennano di sì)
(Bruschino freme)
DELEGATO
Va benissimo.
Ed io ne tengo un'altra di suo figlio
da lui riconosciuta.
Confrontiamo il carattere,
e da questo confronto chiaramente
vedrem s'egli è suo figlio.
GAUDENZIO E BRUSCHINO
Ottimamente.
GAUDENZIO
Vediamo.
BRUSCHINO
Sì, vediamo.
(confrontano)
GAUDENZIO
Ah! ah!...
DELEGATO
Il carattere
è lo stesso in entrambe.
BRUSCHINO
Uh che caldo!
GAUDENZIO
Finito ora è il puntiglio.
FLORVILLE
Chiara è la prova.
DELEGATO
(accennando Florville)
Quello è vostro figlio.
(Bruschino resta come uomo fuori di sé)
[N. 6 - Aria]
BRUSCHINO
Ho la testa o è andata via?
Sono a questo o all'altro mondo?
Ah! il cervel da cima a fondo
sottosopra se ne va.
GAUDENZIO
(al Delegato)
Or signore tocca a voi.
DELEGATO
(autorevolmente)
Io comando a voi Bruschino...
BRUSCHINO
Deh vi prego un momentino...
il comando sospendete...
Debbo andar se permettete
a dar prove segnalate...
(per andare, è trattenuto da Sofia)
SOFIA
Deh signor, mi consolate!
Siete alfine persuaso?
BRUSCHINO
Se lo son, mi caschi il naso.
SOFIA
Ahi che doglia provo in seno!
Quasi, o cielo, vengo meno
per sì strana crudeltà.
BRUSCHINO
Uh che caldo! che briccone!
Vivo qui mi mangerei!
Di velen, di convulsione,
salto e ballo adesso qua.
SOFIA, FLORVILLE, DELEGATO E GAUDENZIO
No più strana ostinazione,
no di questa non si dà.
(Bruschino è per andare, allorché s'incontra in Filiberto. Egli vivamente lo abbraccia e torna indietro con lui, tutto contento)
FILIBERTO
Perdonate miei signori
s'ora un poco vi sconcerto...
BRUSCHINO
Ah che il cielo a me vi manda!
Deh venite o Filiberto!
SOFIA E FLORVILLE
(Egli qui! Siamo in periglio!)
BRUSCHINO
(al Delegato)
Ei che albergo diè a mio figlio
ogni cosa schiarirà.
DELEGATO
(a Filiberto)
Rispondetemi.
FILIBERTO
Son qua.
DELEGATO
Debitor suo figlio è a voi?
FILIBERTO
Perciò venni, sì signore.
DELEGATO
C'è qui il vostro debitore?
FILIBERTO
(accenna Florville)
Certo, è quello.
(movimento in tutti)
TUTTI
eccetto Filiberto
Oh!... ed è?
FILIBERTO
Bruschino...
DELEGATO
(autorevolmente a Bruschino)
Ha schiarito. Avete torto!
BRUSCHINO
(accennando Filiberto)
Oh ch'ei pure caschi morto!
Uh che caldo! ho il cielo in testa!
Uh perduto ho già il cervello!
Non è desso... no 'l conosco...
non m'è figlio... non è quello...
Mai da me, se mi ammazzate,
mai ch'è tal s'accorderà.
Dèi tiranni, i casi miei
deh vi muovano a pietà.
SOFIA, FLORVILLE, DELEGATO, GAUDENZIO E FILIBERTO
Vergognatevi, finitela,
vostro figlio è questo qua.
(partono tutti confusamente dietro Bruschino e resta il solo Filiberto in scena)
Filiberto, poi Bruschino.
Recitativo
FILIBERTO
Va tutto ben, ma io sono venuto
per esigere il resto del mio credito,
e nessuno mi paga.
(esce Bruschino disperatamente)
BRUSCHINO
Alla malora!
Io voglio scappar via...
FILIBERTO
Signor Bruschino
favorisca pagarmi
duecento franchi.
BRUSCHINO
Un'altra!... Io! siete matto?
FILIBERTO
Me li deve suo figlio.
BRUSCHINO
Il figlio mio!
Voi siete fortunato!
Presto, andate, correte, egli è di là!
FILIBERTO
Come di là, se nella mia locanda
è pure sequestrato?
BRUSCHINO
(con estremo stupore)
Sequestrato!...
Or non diceste?
FILIBERTO
Cosa?
BRUSCHINO
Che quel tale
era mio figlio?
FILIBERTO
Oibò, ch'era Bruschino.
BRUSCHINO
Qual Bruschino?
FILIBERTO
Ei m'ha detto ch'è cugino
del di lei figlio, e che Bruschino ha nome.
BRUSCHINO
Ah!... e adesso ov'è mio figlio?
FILIBERTO
Sta nella mia locanda...
BRUSCHINO
Ah!... e il cugino?
FILIBERTO
M'ha imposto
che 'l tenga rinserrato...
BRUSCHINO
Briccone!
FILIBERTO
Chi?
BRUSCHINO
Capisco...
(in gran movimento)
Egli... venite... zitto!
Eh cabalone! or sì che tu sei fritto!
(parte velocemente con Filiberto)
Gaudenzio, e Sofia.
GAUDENZIO
No, no. S'anche si stampa
diran che non è vera. Ma... per bacco!
Ho capito il pretesto. Del contratto
egli è certo pentito,
ed io far queste nozze ho stabilito.
(esce Sofia)
SOFIA
Caro signor tutore...
GAUDENZIO
Vieni a tempo.
(Conviene pe 'l buon ordine,
ch'io scrutini la figlia onde sentire,
come la pensa circa il matrimonio.)
SOFIA
Siete in collera meco?
GAUDENZIO
Oh! cosa dici?
Ti vo' tutto il mio bene.
SOFIA
Ah qual contento!
GAUDENZIO
(Le si vede negli occhi la innocenza!)
E per farti veder che t'amo assai
t'ho destinata sposa come sai...
SOFIA
Ma se il giovane poi no è figliuolo
di quel signor Bruschino...
GAUDENZIO
Eh! non pensarci.
(Oh che delicatezza!)
Qua. Rispondimi a tuono.
Il giovane hai veduto?
SOFIA
Signor sì.
GAUDENZIO
Ti piace?
(Sofia abbassa gli occhi)
GAUDENZIO
(Che candor!) Disposta sei
a fare un matrimonio!
SOFIA
Matrimonio? cioè?
GAUDENZIO
(Bella semplicità?) Tu ti confondi?
SOFIA
Matrimonio? cos'è?
GAUDENZIO
Senti e rispondi.
[N. 7 - Duetto]
È un bel nodo che due cori
stringe in tenero diletto,
che v'accendo ognora il petto,
del più casto e dolce ardor.
SOFIA
All'idea di tanto bene
io commossa o ciel mi sento:
ma non so se sia il momento
che mi chiami al nodo amor.
GAUDENZIO
Oh dei segni in voi avrete
per saper se siete al caso.
SOFIA
Deh quai sono a me spiegate,
e dirò se a segno è il cor.
GAUDENZIO
Mia carina a me badate,
e dirò se a segno è il cor.
Mirando un oggetto
ci nasce un affetto.
SOFIA
Oh questo mi è nato,
e già l'ho provato.
GAUDENZIO
Buon segno, buon segno!
SOFIA
Pareva anche a me.
GAUDENZIO
Da un palpito poi
è il seno commosso.
SOFIA
Signore, non posso
star quieta un momento.
GAUDENZIO
Buon segno, buon segno!
SOFIA
Pareva anche a me.
GAUDENZIO
Poi nasce un ardore.
SOFIA
Ardente son io.
GAUDENZIO
La brama v'accende.
SOFIA
Son tutta desio.
GAUDENZIO
Ma vien la prudenza
che ammorza l'ardore.
SOFIA
Vien tardi signore,
al caso mi trovo.
GAUDENZIO
Lo credo, lo vedo,
no 'l so dubitar.
SOFIA
Ah datemi lo sposo
e datemelo subito;
per lui può sol di giubilo
quest'anima brillar.
GAUDENZIO
A voi darò lo sposo,
sì sì, ve 'l darò subito;
per lui può sol di giubilo
vostr'anima brillar.
(partono)
Bruschino, poi Florville.
Recitativo
BRUSCHINO
Ah che scoperta! bravo il cabalone!
Filiberto ora sa quel che ha da fare.
Ma chi diavolo è mai
costui? Vorrei saperlo... ei vien... sentiamo.
(si mette in disparte)
(esce Florville)
FLORVILLE
Sofia parlò col suo tutor. Smanioso
son d'affrettar le nozze.
Guai se scopre Gaudenzio che son figlio
di Florvil suo nemico!
BRUSCHINO
(Ah! ah!...)
FLORVILLE
Che tardo?
Andiam a lei. Tranquillo non son io
se imeneo non mi stringe all'idol mio.
(parte)
BRUSCHINO
Trionfo! che scoperta! egli figliuolo
di quel nemico di Gaudenzio! bene!
Or tocca a me. Convien farli sposare
pria che con Filiberto
venga mio figlio... ecco Gaudenzio qua.
Facciamo la commedia come va.
Tutti successivamente.
[N. 8 - Finale]
Ebben, ragion dovere
vi diero alfin consiglio?
Riconoscete il figlio,
o s'ha da questionar?
BRUSCHINO
Amico, che ho da dire?
In me son ritornato.
Io m'era puntigliato.
Vi prego perdonar.
GAUDENZIO
Su, il figlio al sen stringete.
BRUSCHINO
Venga sì venga... oh dio!
(affettando smania affettuosa)
GAUDENZIO
Correte via, Bruschino!...
(esce Florville)
FLORVILLE
Ah padre!...
BRUSCHINO
(abbracciandolo)
Ah figlio mio!
(esce Sofia)
GAUDENZIO
Sofia!
SOFIA
Signor...
GAUDENZIO
Li vedi?
SOFIA
Ah sì gran ben quest'alma
no non potea sperar.
BRUSCHINO
(vivamente a Gaudenzio)
Non perdansi i momenti,
facciamoli contenti.
GAUDENZIO
Io prima e penso, e cribro...
BRUSCHINO
Son figli di calibro!
E poi d'amor paterno
ho un parossismo addosso.
Sposateli sul fatto.
Tardar no, più non posso.
BRUSCHINO E GAUDENZIO
Ah! siate appien felici!
Di più son so bramar.
(Gaudenzio unisce Florville e Sofia)
SOFIA E FLORVILLE
Ah! sono appien felice!
Di più non so bramar.
(esce Marianna)
MARIANNA
È tornato Filiberto,
e vi chiede di venire.
GAUDENZIO
Ch'egli venga, il mio trionfo
deve farlo assai stupire.
(esce Filiberto)
BRUSCHINO
Ma!... mio danno!... ma!... pazienza!
SOFIA E FLORVILLE
(Spinge troppo la imprudenza!)
FILIBERTO
(a Florville accennandogli Bruschino)
Or che il resto ei mi ha pagato
il cugin v'ho liberato.
D'abbracciarvi ei già sospira,
né lo posso più frenar.
FLORVILLE
(sconcertato)
Ci vedrem... non venga adesso.
FILIBERTO
Ma però, con suo permesso,
render debbo al padre il figlio.
GAUDENZIO
(stupito a Filiberto)
E che c'entra ciò con noi?
FILIBERTO
V'è suo padre or qui con voi.
GAUDENZIO
Padre? chi?
FILIBERTO
Il signor Bruschino.
GAUDENZIO
Padre egli è di suo cugino?
Che pasticcio è questo qua?
BRUSCHINO
È un pasticcio saporito.
(alla quinta)
Vieni avanti, disgraziato!
(esce Bruschino figlio)
BRUSCHINO FIGLIO
Padre mio!... sono pentito!
GAUDENZIO
Che vuol dir?
BRUSCHINO
Che ho terminato
qui ogni mia paternità.
GAUDENZIO
(a Filiberto)
Ei suo figlio!
FILIBERTO
Appunto.
GAUDENZIO
(accennando Florville)
E questo?
FILIBERTO
Suo cugino.
GAUDENZIO
E voi diceste?
FILIBERTO
Vi diss'io ch'egli è Bruschino,
mai suo figlio.
GAUDENZIO
(irato a Florville)
E voi tacete?
Dichiarate!... rispondete!
BRUSCHINO
Dirò io com'è la cosa.
Egli amava vostra figlia,
e per farla alfin sua sposa
qual non è s'è finto qua.
GAUDENZIO
E chi siete?
FLORVILLE
Un uom d'onore.
BRUSCHINO
Bagatelle!... e come!... è figlio
di Florville il senatore!
GAUDENZIO
Di Florvil!... del mio nemico!
FLORVILLE
Padre mio!
GAUDENZIO
No!
BRUSCHINO
Vergognoso!
(contraffacendo ciò che fece prima Gaudenzio a lui)
Per un stolido puntiglio
rinegate adesso un figlio!
GAUDENZIO
Cospetton!
FLORVILLE
(supplichevole assai a Gaudenzio)
È il padre estinto!
BRUSCHINO
(come sopra)
Eh tornate alla ragione!
Poverin! fa compassione!
SOFIA E FLORVILLE
Colpa è amore dell'errore,
perdonate per pietà.
(Gaudenzio è concentrato in sé stesso)
BRUSCHINO
(forte all'orecchio di Gaudenzio)
Ehi, li avete già sposati.
GAUDENZIO
Disgraziati!
SOFIA E FLORVILLE
Padre amato!
GAUDENZIO
Ah!...
SOFIA E FLORVILLE
Perdon!...
GAUDENZIO
Ho perdonato!
(li abbraccia)
GLI ALTRI
Ed in ben finita è già.
TUTTI
Quai portenti non opra l'amore
se padrone si rende d'un cor!
Tutti in giubilo dunque cantiamo
viva sempre sì viva l'amor.
Fine del libretto.
Generazione pagina: 14/01/2016
Pagina: ridotto, rid
Versione H: 3.00.40
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