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Simon Boccanegra

SIMON BOCCANEGRA

Libretto in tre atti e un prologo.

Versione sintetica a cura di www.librettidopera.it.

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Libretto di Francesco Maria PIAVE.
Musica di Giuseppe VERDI.

Prima esecuzione: 12 marzo 1857, Venezia.


Personaggi:

SIMONE Boccanegra, corsaro al servizio della repubblica genovese, poi primo doge di Genova

baritono

Maria Boccanegra, sua figlia, sotto il nome di AMELIA

soprano

Jacopo FIESCO nobile genovese, poi sotto il nome di Andrea

basso

GABRIELE Adorno, gentiluomo genovese

tenore

PAOLO Albiani, filatore d'oro genovese, poi cortigiano favorito del Doge

baritono

PIETRO popolano di Genova, poi altro cortigiano

baritono

Un SERVO di Amelia

sconosciuto


Prologo:
Marinai, Popolo, Domestici di Fiesco, ecc.

Dramma:
Soldati, Marinai, Popolo, Senatori, Corte del Doge, Prigioni e Donne africane, ecc.

L'azione è in Genova e sue vicinanze, nella prima metà del secolo XIV.

N. B. Tra il prologo e il dramma passano alcuni lustri.


Prologo

[N. 1 - Preludio]

Scena prima

Una Piazza di Genova. Nel fondo è la chiesa di San Lorenzo, che verrà poi illuminata internamente. A destra dello spettatore è il palazzo dei Fieschi in marmo, con portone e gran balcone praticabili. Nella facciata di fianco al balcone è un'immagine, davanti a cui arde un lanternino. Fra il palazzo e la chiesa è una strada. Alla sinistra una casa di povero aspetto; altra più regolare nel fondo. Fra tali due case entra una via. Comincia a far notte.
Paolo e Pietro in scena, continuando un discorso.

[N. 2 - Recitativo, racconto e coro d'introduzione]

PAOLO

Che dicesti?... all'onor di primo abate

Lorenzin, l'usuriere?...

PIETRO

Altro proponi

di lui più degno!

PAOLO

Il prode che da' nostri

mari cacciava l'african pirata,

e al ligure vessillo

rese l'antica nominanza altera.

PIETRO

Intesi... e il premio?...

PAOLO

Oro, possanza, onore.

PIETRO

Vendo a tal prezzo il popolar favore.

(si dan la mano; Pietro parte)

Scena seconda

Paolo.

Aborriti patrizi,

alle cime ove alberga il vostro orgoglio,

disprezzato plebeo, salire io voglio.

Scena terza

Detto e Simone, ch'entra frettoloso.

SIMONE

Un amplesso... Che avvenne? ~ Da Savona

perché qui m'appellasti?

PAOLO

All'alba eletto

esser vuoi nuovo abate?

SIMONE

Io?... no.

PAOLO

Ti tenta

ducal corona?

SIMONE

Vaneggi?

PAOLO

(con intenzione)

E Maria?

SIMONE

O vittima innocente

del funesto amor mio!... Dimmi, di lei

che sai? Le favellasti?...

PAOLO

(additando il palazzo Fieschi)

Prigioniera

geme in quella magion...

SIMONE

Maria!

PAOLO

Negarla

al doge chi potria?

SIMONE

Misera!

PAOLO

Assenti?

SIMONE

Paolo...

PAOLO

Tutto disposi... e sol ti chiedo

parte ai perigli e alla possanza...

SIMONE

Sia...

PAOLO

In vita e in morte?...

SIMONE

Sia.

PAOLO

S'appressa alcun... T'ascondi...

Per poco ancor, mistero ti circondi.

(Simone entra in chiesa, Paolo s'appoggia al palazzo dei Fieschi in modo da essere illuminato dal lanternino. È notte)

Scena quarta

Paolo, Pietro, Marinai, Artigiani.

PIETRO

All'alba tutti qui verrete?

CORO

Tutti.

PIETRO

Niun pei patrizi?...

CORO

Niuno. ~ A Lorenzino

tutti il voto darem.

PIETRO

Venduto è a' Fieschi.

CORO

Dunque chi fia l'eletto?

PIETRO

Un prode.

CORO

Sì.

PIETRO

Un popolan...

CORO

Ben dici... ma fra i nostri

sai l'uom?

PIETRO

Sì.

CORO

E chi?... Risuoni il nome suo.

PAOLO

(avanzandosi)

Simone Boccanegra.

CORO

Il corsar?

PAOLO

Sì... il corsaro all'alto scranno...

CORO

È qui?

PAOLO

Verrà.

CORO

E i Fieschi?

PAOLO

Taceranno.

(chiama tutti intorno a sé; quindi, indicando il palazzo de' Fieschi, dice loro con mistero)

PAOLO

L'atra magion vedete?... de' Fieschi è l'empio ostello,

una beltà infelice geme sepolta in quello;

sono i lamenti suoi la sola voce umana

che risuonar s'ascolta nell'ampia tomba arcana.

CORO

Già volgono più lune, che la gentil sembianza

non allegrò i veroni della romita stanza;

passando ogni pietoso invan mirar desia

la bella prigioniera, la misera Maria.

PAOLO

Si schiudon quelle porte solo al patrizio altero,

che ad arte si ravvolge nell'ombre del mistero...

Ma vedi in notte cupa per le deserte sale

errar sinistra vampa, qual d'anima infernale.

CORO

Par l'antro de' fantasmi!... O qual terror!...

(si vede il riverbero d'un lume)

PAOLO

Guardate,

la fatal vampa appare...

CORO

Oh ciel!...

PAOLO

V'allontanate.

Si caccino i demoni col segno della croce...

All'alba.

CORO

Qui.

PIETRO

Simon.

CORO

Simone ad una voce.

(partono)

Scena quinta

Fiesco esce dal palazzo, che chiude da fuori, scordando la chiave nella toppa; poi Donne e Servi a tempo.

[N. 3 - Recitativo e romanza di Fiesco]

FIESCO

A te l'estremo addio, palagio altero,

freddo sepolcro dell'angiolo mio!...

Né a proteggerti io valsi!... Oh maledetto!...

E tu, vergin, soffristi

(volgendosi all'immagine)

rapita a lei la verginal corona?...

Ma che dissi!... deliro!... ah mi perdona!

(s'inginocchia)

Il lacerato spirito

del mesto genitore

di più crudele spasimo

era segnato al dardo. ~

Il serto a lei de' martiri

pietoso il cielo diè...

Resa al fulgor degli angeli,

prega, Maria, per me.

(s'odono lamenti dall'interno del palazzo)

DONNE

È morta!... È morta!... a lei s'apron le sfere!...

Mai più!... mai più non la vedremo in terra!...

UOMINI

Miserere!... miserere!...

Al suono di lugubre marcia Donne in lutto e Domestici escono dal palazzo, attraversano la scena e spariscono.

Scena sesta

Detto e Simone che allontanandosi dalla chiesa si dirige verso Fiesco.

[N. 4 - Recitativo e duetto Simone - Fiesco]

SIMONE

Suona ogni labbro il mio nome. ~ O Maria,

forse in breve potrai

dirmi tuo sposo!... alcun veggo!... chi fia?

FIESCO

Simon?...

SIMONE

Tu!

FIESCO

Qual cieco fato

a oltraggiarmi ti traea?...

Sul tuo capo io qui chiedea

l'ira vindice del ciel.

SIMONE

Padre mio, pietade imploro

supplichevole a' tuoi piedi,

il perdono a me concedi...

FIESCO

Tardi è omai. ~

SIMONE

Non sii crudel.

Sublimarmi a lei sperai

sopra l'ali della gloria,

strappai serti alla vittoria

per l'altare dell'amor!

FIESCO

Io fea plauso al tuo valore,

ma le offese non perdono...

te vedessi asceso in trono...

SIMONE

Taci...

FIESCO

Segno all'odio mio

e all'anatema di dio

è di Fiesco l'offensor.

SIMONE

Pace...

FIESCO

No ~ pace non fora

se pria l'un di noi non mora.

SIMONE

Vuoi col sangue mio placarti?

(gli presenta il petto)

Qui ferisci...

FIESCO

(ritraendosi con orgoglio)

Assassinarti?...

SIMONE

Sì, m'uccidi, e almen sepolta

fia con me tant'ira...

FIESCO

Ascolta:

se concedermi vorrai

l'innocente sventurata

che nascea d'impuro amor,

io, che ancor non la mirai,

giuro renderla beata,

e tu avrai perdono allor.

SIMONE

No 'l poss'io!

FIESCO

Perché?

SIMONE

Rubella

sorte lei rapì...

FIESCO

Favella.

SIMONE

Del mar sul lido tra gente ostile

crescea nell'ombra quella gentile;

crescea lontana dagli occhi miei,

vegliava annosa donna su lei.

Di là una notte varcando, solo

dalla mia nave scesi a quel suolo.

Corsi alla casa... n'era la porta

serrata, muta!

FIESCO

La donna?

SIMONE

Morta.

FIESCO

E la tua figlia?...

SIMONE

Misera, trista,

tre giorni pianse, tre giorni errò;

scomparve poscia, né fu più vista,

d'allora indarno cercata io l'ho.

FIESCO

Se il mio desire compir non puoi,

pace non puote esser tra noi!

Addio, Simone...

(gli volge le spalle)

SIMONE

Coll'amor mio

saprò placarti.

FIESCO

(freddo senza guardarlo)

No.

SIMONE

M'odi.

FIESCO

Addio.

(va alla chiesa e si ferma sui gradini della porta)

[N. 5 - Scena e coro finale]

SIMONE

Oh de' Fieschi implacata, orrida razza!...

E tra cotesti rettili nascea

quella pura beltà?... Vederla io voglio...

Coraggio!

(dà tre colpi alla porta)

Muta è la magion de' Fieschi?

Dischiuse son le porte!...

Quale mistero!... entriam.

(entra nel palazzo)

FIESCO

(dai gradini della chiesa)

T'inoltra e stringi

gelida salma.

SIMONE

(comparisce sul balcone)

Nessuno!... qui sempre

silenzio e tenebra!...

(stacca il lanternino dalla immagine, ed entra; s'ode un grido poco dopo)

Maria!... Maria!

FIESCO

L'ora suonò del tuo castigo...

SIMONE

(esce dal palazzo atterrito)

È sogno!...

sì, spaventoso, atroce sogno il mio!...

VOCI

(lontane)

Boccanegra!...

SIMONE

Quai voci!

VOCI

(più vicine)

Boccanegra!

SIMONE

Eco d'inferno è questo!...

Scena settima

Detti, Paolo, Pietro, Marinai, Popolo d'ambo i sessi, con fiaccole accese.

CORO

Doge il popol t'acclama!

SIMONE

Via fantasmi!

PAOLO

Che di' tu?...

SIMONE

Paolo!... Ah... una tomba...

PAOLO

Un trono!...

FIESCO

(Doge Simon?... m'arde l'inferno in petto!...)

CORO

Viva Simon, del popolo l'eletto!

S'alzano le fiaccole, le campane suonano a stormo... tamburi ecc., ed alle grida di «viva Simone» cala il sipario.

Atto primo
Scena prima

Salotto di passaggio con porta nel fondo e largo poggiuolo, fuor del quale si vedrà la campagna ed il golfo di Genova. Una porta a sinistra mette alle stanze interne, altra alla destra dà in vari saloni. Qualche tempo dopo l'alzata del sipario albeggia.
Amelia sola, seduta presso il poggiuolo.

[N. 6 - Scena e cavatina Amelia]

Come in quest'ora bruna

sorridon gli astri e il mare!

Come s'unisce, o luna,

all'onda il tuo chiaror!...

Amante amplesso pare

di due verginei cor!

Ma gli astri e la marina

che pingono alla mente

dell'orfana meschina?...

La notte atra, crudel,

quando la pia morente

sclamò: ~ «ti guardi il ciel».

O altero ostel, soggiorno

di stirpe ancor più altera,

il tetto disadorno

non obliai per te!...

Solo in tua pompa austera

amor sorride a me...

(è giorno)

Spuntò il giorno!... Ei non vien!... Forse sventura...

Forse altro amor!... No, no 'l consenta iddio!...

L'alma me 'l dice!... Ei m'ama! È il fido mio.

GABRIELE

(voce lontana)

Cielo di stelle orbato,

di fior vedovo prato,

è l'alma senza amor.

AMELIA

Ciel!... la sua voce!... È desso!...

Ei s'avvicina!... oh gioia!...

Tutto m'arride l'universo adesso!...

GABRIELE

(più vicina)

Se manca il cor che t'ama,

non empiono tua brama

gemme, possanza, onor.

AMELIA

Il palpito deh frena,

o core innamorato,

in questo dì beato,

no, non vorrei morir.

Ad iride somiglia

la dolce sua parola,

che in terra puote sola

calmare i miei sospir.

Scena seconda

Detta e Gabriele dalla destra.

[N. 7 - Duetto Amelia - Gabriele]

AMELIA

Ti veggo alfin. ~ Perché sì tardi giungi?

GABRIELE

Perdona, o core... I lunghi indugi miei

t'apprestano grandezza...

AMELIA

Pavento...

GABRIELE

Che?

AMELIA

L'arcano tuo conobbi...

a me il sepolcro appresti,

il patibolo a te!...

GABRIELE

Che pensi?

AMELIA

Io amo

Andrea qual padre, il sai;

pur m'atterrisce... In cupa

notte non vi mirai

sotto le tetre volte errar sovente

pensosi, irrequieti?

GABRIELE

Chi?

AMELIA

Tu, e Andrea,

e Lorenzino e gli altri...

GABRIELE

Ah taci... il vento

ai tiranni potria recar tai voci!

Parlan le mura... un delator s'asconde

ad ogni passo...

AMELIA

Tu tremi?...

GABRIELE

I funesti

fantasmi scaccia!

AMELIA

Fantasmi dicesti?

AMELIA

Vieni a mirar la cerula

marina tremolante;

là Genova torreggia

sul talamo spumante;

là i tuoi nemici imperano,

vincerli indarno speri...

ripara i tuoi pensieri

al porto dell'amor.

GABRIELE

Angiol che dall'empireo

piegasti a terra l'ale,

e come faro sfolgori

sul tramite mortale,

non ricercar dell'odio

i funebri misteri;

ripara i tuoi pensieri

al porto dell'amor.

AMELIA

(s'appressa alla finestra)

Ah!

GABRIELE

Che mai fia?

AMELIA

Vedi quell'uom?... qual ombra

ogni dì appar.

GABRIELE

(va alla finestra)

Forse un rival?...

Scena terza

Detti, un Servo ch'entra dalla destra, quindi Pietro dalla parte stessa.

SERVO

Del Doge

un messagger di te chiede.

AMELIA

S'appressi.

(esce)

GABRIELE

Chi sia veder vogl'io...

(va per uscire)

AMELIA

(fermandolo)

T'arresta.

PIETRO

(inchinandosi ad Amelia)

Il Doge

dalle cacce tornando di Savona

questa magion visitar brama.

AMELIA

Il puote.

(Pietro parte)

Scena quarta

Gabriele ed Amelia.

GABRIELE

Il Doge qui?

AMELIA

Mia destra a chieder viene.

GABRIELE

Per chi?

AMELIA

Pe 'l favorito suo. ~ D'Andrea

vola in cerca... Affrettatevi... prepara

il rito nuzïal… mi guida all'ara

AMELIA E GABRIELE

Sì, sì dell'ara il giubilo

contrasti il fato avverso,

e tutto l'universo

io sfiderò con te.

Di casto amore il palpito

è del destin più forte;

vivranno oltre la morte

in noi l'amor, la fé.

(Amelia parte dalla sinistra)

Scena quinta

Gabriele e Andrea.

(Gabriele va per uscire dalla destra e incontra Andrea)

[N. 8 - Duetto e giuramento Gabriele - Andrea]

GABRIELE

(Propizio giunge Andrea!)

FIESCO

(come Andrea)

Sì mattutino

qui?

GABRIELE

A dirti...

FIESCO

Che ami Amelia.

GABRIELE

Tu che lei vegli con paterna cura

a nostre nozze assenti.

FIESCO

Se umil sua culla fosse?

GABRIELE

Umile! una Grimaldi?...

FIESCO

No ~ la figlia

del Grimaldi morì tra consacrate

vergini in Pisa. Un'orfana raccolta

nel chiostro il dì che fu d'Amelia estremo

ereditò sua cella...

GABRIELE

Ma come de' Grimaldi

anco il nome prendea?...

FIESCO

De' fuorusciti

perseguia le ricchezze il nuovo doge;

e la mentita Amelia alla rapace

man sottrarle potea. ~

GABRIELE

L'orfana adoro!

FIESCO

Di lei se' degno.

GABRIELE

A me fia dunque unita.

FIESCO

In terra e in ciel! ~ Ma non rallenti amore

la foga in te de' cittadini affetti.

(squillo di tromba)

GABRIELE

Il Doge vien. ~ Partiam. ~ Benché la fama

ti dica estinto, ei ravvisar potria

Fiesco in Andrea...

FIESCO

S'appressa ora fatale;

già noi de' guelfi aspetta

il convegno forier della vendetta.

GABRIELE

Paventa, o perfido

Doge, paventa!...

D'un padre io vendico

l'ombra cruenta.

FIESCO

Paventa, o perfido

Doge, paventa!...

Mi chiede vindice

la figlia spenta.

(escono dal fondo)

Scena sesta

Il suono delle trombe s'avvicina ognor più, finché dalla destra entra il Doge seguito da Paolo, Pietro, Cacciatori, Guardie; Amelia viene dalla sinistra con alquante Damigelle.

[N. 9 - Scena e duetto Doge - Amelia]

SIMONE

(come Doge; a Paolo)

Il nuovo dì festivo

chiede presente alla cittade il doge. ~

Di qua partir convien.

PAOLO

Quando?

SIMONE

Allo squillo

dell'ora.

(ad un suo cenno il corteggio s'avvia dalla destra)

PAOLO

(guardando Amelia)

(Oh qual beltà!)

(ad un cenno d'Amelia le Damigelle rientrano a sinistra)

Scena settima

Amelia e il Doge.

SIMONE

(come Doge)

Favella il Doge

ad Amelia Grimaldi?

AMELIA

Così nomata sono.

SIMONE

E gli esuli fratelli tuoi non punge

desio di patria?

AMELIA

Possente... ma...

SIMONE

Intendo...

A me inchinarsi sdegnano i Grimaldi...

Così risponde a tanto orgoglio il Doge...

(le porge un foglio)

AMELIA

(leggendo)

Che veggo!... il lor perdono?

SIMONE

E denno a te della clemenza il dono.

Dinne, perché in quest'eremo

tanta beltà chiudesti?

Del mondo mai le fulgide

lusinghe non piangesti?

Il tuo rossor me 'l dice...

AMELIA

T'inganni, io son felice...

SIMONE

Agli anni tuoi l'amore...

AMELIA

Ah mi leggesti in core!

Amo uno spirto angelico

che ardente mi riama...

Ma di me acceso, un perfido,

l'or dei Grimaldi brama...

SIMONE

Paolo!

AMELIA

Quel vil nomasti!...

E poiché perdonasti

ai non fratelli miei,

dirò chi son.

SIMONE

Chi sei?...

AMELIA

Orfanella il tetto umile

m'accogliea d'una meschina,

dove presso alla marina

sorge Pisa...

SIMONE

In Pisa tu?

AMELIA

Grave d'anni quella pia

era solo a me sostegno;

io provai del ciel lo sdegno,

involata ella mi fu.

Colla tremola sua mano

pinta effigie mi porgea,

le sembianze esser dicea

della madre ignota a me.

Mi baciò, mi benedisse,

levò al ciel, pregando, i rai...

Quante volte la chiamai

l'eco sol risposta diè.

SIMONE

(Se la speme, o ciel clemente,

ch'or sorride all'alma mia,

fosse sogno!... estinto io sia

della larva al disparir!)

AMELIA

Come tetro a me dolente

s'appressava l'avvenir!

SIMONE

Dinne... alcun là non vedesti?...

AMELIA

Uom di mar noi visitava...

SIMONE

E Giovanna si nomava

lei che i fati a te rapir?...

AMELIA

Sì.

(trae dal seno un ritratto, lo porge ad Amelia, che fa altrettanto)

SIMONE

E l'effigie non somiglia

questa?

AMELIA

Uguali son!...

SIMONE

Maria!...

AMELIA

Il mio nome!...

SIMONE

Sei mia figlia.

AMELIA

Io!...

SIMONE

M'abbraccia, o figlia mia.

AMELIA

Padre, padre il cor ti chiama!

Stringi al sen Maria che t'ama.

SIMONE

Figlia!... a tal nome palpito

qual se m'aprisse i cieli...

Un mondo d'ineffabili

letizie a me riveli;

qui un paradiso il tenero

padre ti schiuderà...

Di mia corona il raggio

aureola tua sarà.

AMELIA

Padre, vedrai la vigile

figlia a te sempre accanto;

nell'ora malinconica

asciugherò il tuo pianto...

Avrem gioie romite

note soltanto al ciel,

io la colomba mite

sarò del regio ostel.

SIMONE

Ma sì teneri affetti a me, bersaglio

a patrizio livor, mostrar non lice.

AMELIA

Io nel mistero ancor vivrò felice.

(accompagnata dal Doge fino alla soglia, entra nella stanza a sinistra)

Scena ottava

Doge e Paolo dalla destra.

[N. 10 - Scena e duetto Pietro - Paolo]

PAOLO

Che rispose?

SIMONE

(come Doge)

Rinunzia ogni speranza.

PAOLO

Doge, no 'l posso!...

SIMONE

Il voglio.

(entra nella stanza di Amelia)

PAOLO

Il vuoi!... scordasti che mi devi il soglio?

Scena nona

Paolo e Pietro dalla destra.

PIETRO

Che disse?

PAOLO

A me negolla.

PIETRO

Che pensi tu?

PAOLO

Rapirla.

PIETRO

Come?

PAOLO

Sul lido a sera

la troverai solinga.

Si tragga al mio naviglio;

di Lorenzin si rechi

alla magion.

PIETRO

S'ei nega?

PAOLO

Digli che so sue trame,

e presterammi aita...

Tu gran mercede avrai...

PIETRO

Ella sarà rapita.

(escono da opposte parti)

Scena decima

Di fronte è il porto con legni pavesati. Più lontano a destra veggonsi colline con castelli e palazzi. A destra e sinistra, ricchi fabbricati sostenuti da fughe d'archi con balconi ornati a festa, dai quali leggiadre donne assistono alla solennità. Nel fondo a destra è una larga via, a sinistra ampia scalea per cui salesi a grandioso palazzo; presso alla bocca d'opera è un palco riccamente addobbato. Si festeggia l'anniversaria ricordanza dell'incoronazione di Boccanegra.
All'alzar della tela la piazza è inondata da Popolo d'ogni ordine che lietamente vi si aggira, portando bandiere, palme, verdi rami, e cantando il seguente coro, finché giungono il Doge e la Corte.

[N. 11 - Finale I]

CORO I

(incontrandosi)

A festa!

CORO II

A festa, o liguri...

TUTTI

Splende sereno il giorno!

Già cinque lustri corsero

che d' ogni gloria adorno

siede Simon sul trono!...

CORO I

A festa!

CORO II

Udite!

TUTTI

Un suono

di giubilo dal mar!...

(tutti vanno al mare)

CORO

(da lontano avvicinandosi)

Sull'arpe, sulle cetere

tempriam soavi accenti...

L'eco di tanto giubilo

portin sull'ale i venti...

(arriva una barca con giovanetto in festivi abbigliamenti)

Nembi di mirto e fiori

tra festeggianti cori

copran la terra e il mar.

Scendono a terra e vanno ad incontrare il Doge, che seguito dai Senatori, da Paolo, Pietro e dalla sua Corte viene dalla scalea e va a prender posto sul destinato palco, mentre il Popolo con entusiasmo lo accoglie, e le Dame dalle finestre agitano bianchi lini, e gettano fiori sul suo passaggio.

CORO

Viva Simon!... di Genova

amor, sostegno e gloria;

tu sei di guerra il fulmine,

il sol della vittoria!

Delle tue gesta il grido

al più remoto lido

va ripetendo il mar.

Il Doge seduto, compariscono Prigioni e Donne africane, che formano gruppi e danze di carattere, mentre si canta.

UOMINI

Prode guerrier, qui sfolgori

ne' ludi il tuo valore.

DONNE

Intreccia, o figlia d'Africa,

la danza dell' amore...

TUTTI

Letizia di carole

agguagli i rai del sole

che scherzano col mar.

(la comune gioia è improvvisamente interrotta da grida)

VOCI

(interne)

Tradimento!

CORO

Quai grida!...

VOCI

(interne e più presso)

Tradimento!

Scena undicesima

Detti e Gabriele ch'entra con pugnale sguainato, seguito da Fiesco e da alcuni Servi.

SIMONE

(come Doge)

Chi sei tu che brandisci il pugnale?

GABRIELE

Qui prorompo tua infamia a scoprir.

Accoglienza tradivi ospitale,

festi Amelia a' tuoi sgherri rapir.

SIMONE

Forsennato!

GABRIELE

M'oltraggi.

SIMONE

Tu menti.

GABRIELE

Osi Adorno nomar menzognero?

PIETRO

(a Gabriele, a parte)

Vien ~ l'impresa de' guelfi cimenti.

CORO

(tra loro)

Qual si svolge improvviso mistero!

SIMONE

(piano a Paolo)

Ov' è Amelia?

PAOLO

(piano al Doge)

No 'l so.

SIMONE

(c. s.)

La tua vita

pagherà, se lei tosto non rendi.

PAOLO

(c. s.)

Doge!...

SIMONE

(a Gabriele)

Tu, che la vergin difendi,

va'... t'assolvo...

GABRIELE

Rifiuto... qui sto;

e alla ligure gente t'accuso...

A me ardisci parlar di perdono?...

Un pirata s'asside sul trono...

Sì, costui vergin casta involò.

FIESCO

(come Andrea; piano a Gabriele)

Ah! sei perduto!

GABRIELE

Il Doge è infame...

FIESCO

(c. s. a Gabriele)

Cessa...

SIMONE

Folle!...

Scena dodicesima

Detti ed Amelia, che viene frettolosa dalla destra.

AMELIA

Il Doge è innocente...

TUTTI

Amelia!... dessa!

AMELIA

(fissando Gabriele)

(Egli è salvo!... oh ciel respiro!

Lo perdea l'ardente affetto...

dal periglio il mio diletto

io col pianto involerò.)

SIMONE

(fissando Amelia)

(Ella è salva! alfin respiro!

Per due volte l'alma mia

sì bell'angelo smarria,

per due volte il ritrovò!)

GABRIELE

(fissando Amelia)

(Ella è salva! alfin respiro!

Come fulmine il mio brando

sulla fronte del nefando

rapitore piomberà.)

PAOLO E PIETRO

(tra loro)

(Ella è salva!... a sue promesse

fu Lorenzo mentitore!...

Maledetto traditore,

duro fio ne pagherà.)

FIESCO E CORO

(fra loro)

(Ella è salva!... ma chi osava

oltraggiar quel vergin fiore?

Maledetto il traditore!...

Per lui taccia in cor pietà).

SIMONE

Amelia, di' come tu fosti rapita,

e come al periglio potesti campar?

AMELIA

Nell'ora soave, che all'estasi invita

soletta me n' giva sul lito del mar.

Mi cingon tre sgherri, m'accoglie un naviglio...

CORO

Orror!...

AMELIA

Soffocati non valsero i gridi...

Io svenni, e al novello dischiuder del ciglio

Lorenzo in sue stanze presente mi vidi...

CORO

Lorenzo!

AMELIA

Mi vidi prigion dell' infame!

Io ben di quell'alma sapea la viltà.

Al doge, gli dissi, fien note tue trame,

se a me sull'istante non dai libertà.

Confuso di tema, mi schiuse le porte...

salvarmi 1'audace minaccia poteo...

CORO

Al vile Lorenzo la morte, la morte!

AMELIA

Non egli è di tanto misfatto il più reo;

io, salva, promisi serbargli la vita.

SIMONE

Ch'ei viva, ma tosto da Genova in bando.

GABRIELE

Or noma l' iniquo che t' ebbe rapita...

AMELIA

Al Doge dirollo...

CORO

A tutti...

SIMONE

Comando,

tacete!

TUTTI

Giustizia, giustizia tremenda,

gridiam palpitanti di sacro furor.

Del ciel, della terra l'anatema scenda

sul capo esecrato del vil traditor!

Atto secondo
Scena prima

Ricco salone. Alla sinistra una porta che dà sul foro. Vicino al proscenio un uscio nascosto. Alla destra un uscio che mette alle sale interne. Nel fondo un lungo e largo terrazzo, fuor del quale si vede la piazza Doria. A mezza scena a destra seggiolone, tavola coll'occorrente per scrivere.
Paolo e Pietro.

[N. 12 - Scena e duetto Paolo - Andrea]

PAOLO

(a Pietro traendolo verso il poggiolo)

Quei due vedesti?

PIETRO

Sì.

PAOLO

Li traggi tosto

qui prigionieri per l'andito ascoso,

che questa chiave schiuderà.

PIETRO

T'intesi.

Scena seconda

Paolo solo.

O doge ingrato!... ch'io rinunci Amelia

e i suoi tesori?... fra tre dì a me il bando?

A me cui devi il trono?...

Tre giorni troppi alla vendetta sono.

Scena terza

Detto, Andrea e Gabriele dalla destra fra Soldati, che ad un cenno di Paolo si ritirano.

FIESCO

(come Andrea)

Prigioniero in quai loco mi trovo?

PAOLO

Nelle stanze del doge, e favella

a te Paolo.

FIESCO

Tal nome m' è nuovo.

PAOLO

Io so il nome che celasi in te.

Tu sei Fiesco.

FIESCO

Che parli?...

PAOLO

Al cimento

preparasti de' guelfi la schiera.

FIESCO

Io...

PAOLO

Ma vano fia tanto ardimento!

Questo doge, aborrito da me

quanto voi l'aborrite, v'appresta

nuovo scempio...

FIESCO

Mi tendi un agguato.

PAOLO

Un agguato?... di Fiesco la testa

il tiranno segnata non ha?...

Io t' insegno vittoria. ~

FIESCO

A qual patto?

PAOLO

Trucidarlo qui, mentre egli dorme...

FIESCO

Osi a Fiesco proporre un misfatto?

PAOLO

Tu rifiuti?

FIESCO

Si.

PAOLO

Stolido. ~ Va'.

(Fiesco parte dalla destra; Gabriele fa per seguirlo, ma è arrestato da Paolo)

Scena quarta

Paolo e Gabriele.

[N. 13 - Scena ed aria]

PAOLO

Udisti?

GABRIELE

Vil disegno.

PAOLO

Amelia dunque mai tu non amasti?

GABRIELE

Che dici?

PAOLO

È qui.

GABRIELE

Qui Amelia!...

PAOLO

E del vegliardo

segno è alle infami dilettanze.

GABRIELE

Astuto

dimon, cessa...

(Paolo corre a chiuder la porta)

Che fai?

PAOLO

Da qui ogni varco t'è conteso. ~ Ardisci

il colpo... o sepoltura

avrai fra queste mura.

(parte frettoloso dalla sinistra porta, che gli si chiude dietro)

Scena quinta

Gabriele solo.

O inferno! Amelia qui! L'ama il vegliardo!...

E il furor che m'accende

m'è conteso sfogar!... Tu m'uccidesti

il padre... tu m'involi il mio tesoro...

Trema, iniquo... già troppa era un'offesa,

doppia vendetta hai sul tuo capo accesa.

Sento avvampar nell'anima

furente gelosia;

tutto il suo sangue spegnerne

l'incendio non potria;

s'ei mille vite avesse,

se mieterle potesse

d'un colpo il mio furor,

non sarei sazio ancor.

Che parlo!... ohimè!... deliro!...

piango!... pietà, gran dio, del mio martiro!...

Pietoso cielo, rendila,

rendila a questo core,

pura siccome l'angelo

che veglia al suo pudore;

ma se una nube impura

tanto candor m'oscura,

priva di sue virtù,

ch'io non la vegga più.

Scena sesta

Detto ed Amelia dalla sinistra.

[N. 14 - Scena e duetto Amelia Gabriele]

AMELIA

(entra)

Tu qui?...

GABRIELE

Amelia!

AMELIA

Chi il varco t'apria?

GABRIELE

E tu come qui?

AMELIA

Io...

GABRIELE

Ah sleale!

AMELIA

Ah crudele!...

GABRIELE

Il tiranno ferale...

AMELIA

Il rispetta...

GABRIELE

Egli t'ama...

AMELIA

D'amor

santo...

GABRIELE

E tu?...

AMELIA

L'amo al pari...

GABRIELE

E t'ascolto

né t'uccido?

AMELIA

Infelice!... me 'l credi

pura io sono...

GABRIELE

Favella.

AMELIA

Concedi

che il segreto non aprasi ancor.

GABRIELE

Parla ~ in tuo cor virgineo

fede all'amante rendi. ~

Il tuo silenzio è funebre

vel che su me distendi.

Dammi la vita o il feretro,

sdegno la tua pietà.

AMELIA

Sgombra dall'alma il dubbio...

Santa nel petto mio

l'immagin tua s'accoglie

come nel tempio iddio.

No, procellosa tenebra

un ciel d'amor non ha.

(s'ode uno squillo)

AMELIA

Il Doge vien ~ scampo non hai. ~ T'ascondi!

GABRIELE

No.

AMELIA

Il patibol t'aspetta.

GABRIELE

Io non lo temo.

AMELIA

Nell'ora stessa teco avrò morte...

se non ti move di me pietà.

GABRIELE

Di te pietade?... (Lo vuol la sorte...

Si compia il fato... Egli morrà.)

(Amelia nasconde Gabriele sul terrazzo)

Scena settima

Amelia e il Doge, ch'entra dalla destra leggendo un foglio.

[N. 15 - Scena e sogno del Doge]

SIMONE

(come Doge)

Figlia!...

AMELIA

Sì afflitto, o padre mio?

SIMONE

T'inganni...

Ma tu piangevi.

AMELIA

Io...

SIMONE

La cagion m'è nota

delle lacrime tue... Già me 'l dicesti...

ami; e se degno fia

di te l'eletto del tuo core...

AMELIA

O padre,

fra' liguri il più prode, il più gentile...

SIMONE

Il noma.

AMELIA

Adorno...

SIMONE

Il mio nemico!

AMELIA

Padre!...

SIMONE

Vedi qui scritto il nome suo?... congiura

coi guelfi...

AMELIA

Ciel!... perdonagli!...

SIMONE

No 'l posso.

AMELIA

Con lui morrò...

SIMONE

L'ami cotanto?

AMELIA

Io l'amo

di pura inestinguibil fiamma. O al tempio

con lui mi guida, o sopra entrambi cada

la scure del carnefice...

SIMONE

O crudele

destino! O dileguate mie speranze!

Una figlia ritrovo; ed un nemico

a me la invola... Ascolta:

s'ei ravveduto...

AMELIA

Il fia...

SIMONE

Forse il perdono

allor...

AMELIA

Padre adorato!...

SIMONE

Ti ritraggi ~

attender qui degg'io l'aurora...

AMELIA

Lascia ch'io vegli al fianco tuo...

SIMONE

No, ti ritraggi...

AMELIA

Padre!...

SIMONE

Il voglio...

AMELIA

(entrando nella segreta)

(Gran dio! come salvarlo?)

Scena ottava

Il Doge e Gabriele nascosto.

SIMONE

(come Doge)

Doge! ~ ancor proveran la tua clemenza

i traditor?... No, di paura segno

fora il perdono... Ahimè la mente oppressa...

(siede)

stanche le membra... ciel!... mi vince il sonno...

Oh Amelia... ami... un nemico!...

(s'addormenta)

GABRIELE

(entra con precauzione, s'avvicina al Doge e lo contempla)

Sento ritegno?... È riverenza o tema?...

Vacilla il mio voler?... Tu dormi, o veglio,

del padre mio carnefice, tu mio

rival... Figlio d'Adorno!... la paterna

ombra ti chiama vindice...

(brandisce un pugnale e va per trafiggere il Doge, ma Amelia, che era ritornata, va rapidamente a porsi tra esso ed il padre)

Scena nona

Detti ed Amelia.

[N. 16 - Scena, terzetto e coro. Finale II]

AMELIA

Insensato!

Vecchio inerme il tuo braccio colpisce!

GABRIELE

Tua difesa mio sdegno raccende.

AMELIA

Santo, il giuro, è l'amor che ci unisce,

né alle nostre speranze contende.

GABRIELE

Che favelli?...

SIMONE

(come Doge)

(destandosi)

Ah!...

AMELIA

Nascondi il pugnale,

vien... ch'ei t'oda...

GABRIELE

Prostrarmi al suo piede?

SIMONE

(entra improvvisamente fra loro, dicendo a Gabriele)

Ecco il petto... colpisci, sleale!

GABRIELE

Sangue il sangue d'Adorno ti chiede.

SIMONE

E fia ver?... chi t'aprì queste porte?

AMELIA

Non io.

GABRIELE

Niun quest'arcano saprà.

SIMONE

Il dirai fra tormenti...

GABRIELE

La morte,

tuoi supplizi non temo.

AMELIA

Ah pietà!

SIMONE

Ah quel padre tu ben vendicasti,

che da me contristato già fu...

Un celeste tesor m'involasti...

la mia figlia...

GABRIELE

Suo padre sei tu!

Perdono, Amelia. ~ Indomito

geloso amor fu il mio...

Doge, il velame squarciasi...

un assassin son io...

dammi la morte; il ciglio

a te non oso alzar.

AMELIA

(Madre, che dall'empireo

proteggi la tua figlia,

del genitor all'anima

meco pietà consiglia...

Ei si rendea colpevole

solo per troppo amor.)

SIMONE

(Deggio salvarlo, e stendere

la mano all'inimico?

Sì ~ pace splenda ai liguri,

si plachi l'odio antico;

sia d'amistanze italiche

il mio sepolcro altar.)

CORO

(interno)

All'armi, all'armi, o liguri,

patrio dover v'appella ~

scoppiò dell'ira il folgore;

è notte di procella.

Le guelfe spade cingano

di tirannia lo spalto ~

del coronato veglio,

su, alla magion, l'assalto.

AMELIA

(corre alla finestra)

Quai gridi?...

GABRIELE

I tuoi nemici...

SIMONE

Il so.

AMELIA

S'addensa

il popolo.

SIMONE

(a Gabriele)

T'unisci a' tuoi...

GABRIELE

Che pugni

contro di te?... mai più.

SIMONE

Dunque messaggio

ti reca lor di pace, e di perdono...

GABRIELE

Teco a pugnar ritorno,

se la clemenza tua non li disarmi.

SIMONE

(accennando Amelia)

Questo è il tuo premio.

AMELIA

O padre!

VOCI

All'armi!

SIMONE E GABRIELE

All'armi!

(Gabriele esce)

Atto terzo
Scena prima

Scena come nell'atto secondo. Le tende sono tirate sui veroni del fondo. Una lucerna arde sulla tavola.
Il Doge entra dalla sinistra seguito da Gabriele, Paolo, Pietro, Senatori, Scudieri, Paggi ecc. ecc.

[N. 17 - Coro d'introduzione]

SENATORI

Doge, a' tuoi passi è scorta

il sol della vittoria;

fronda di nuova gloria

aggiungi ai colti allor.

POPOLO

(dalla piazza)

Fra i procellosi nembi

delle fraterne offese,

doge, per te s' accese

astro serenator.

SIMONE

(come Doge)

Brando guerrier nella mia destra splende;

la vostra quel della giustizia impugni.

(poi a Gabriele)

Tu vieni al tempio, ove alla tua prodezza

degna mercé t' aspetta.

PIETRO

(a Paolo a parte)

Fa' cor, tutto disposi.

PAOLO

Alfin l'ora suonò della vendetta!...

(tutti, meno Paolo, escono dalla destra)

Scena seconda

Paolo, poi Fiesco dalla sinistra.

CORO

(interno)

Dal sommo delle sfere

proteggili, o Signor;

di pace sien foriere

le nozze dell'amor.

PAOLO

Oh mio furor!... perduta io l'ho per sempre!...

(apre la porta ed introduce Fiesco, cui dice)

Io la promessa tenni. ~ Ecco le stanze

del Doge... E i tuoi ch'esser dovean qui teco

ove sono?

FIESCO

No 'l so... Fuggìan...

PAOLO

Fuggiamo

noi pur...

FIESCO

Fuggir!...

PAOLO

Se complice alla morte

del Doge qui segnato esser tu vuoi?

FIESCO

La morte!... Che dicesti?...

PAOLO

Veleno ardente...

FIESCO

Infame!

PAOLO

Vendicati

siam tutti...

FIESCO

Orror!... va'... fuggi.

PAOLO

E tu?

FIESCO

Qui resto.

PAOLO

Io co' tuoi riederò.

(esce dalla sinistra)

Scena terza

Fiesco solo.

[N. 18 - Scena e duetto Simone - Fiesco]

Simon non questa

vendetta io chiesi ~ D'altra fine degno

eri... Al sospetto di cotanta infamia

saprà sottrarmi morte...

(si ritira sul fondo)

Scena quarta

Detto e Doge, seguìto da Pietro dalla destra.

SIMONE

(come Doge)

M'ardon le tempia. ~ Un fuoco io sento

serpeggiar per le vene... Alle marine

aure il veron dischiudi...

(Pietro alza le tende e si vede la piazza illuminata)

qual fulgore?

PIETRO

La tua vittoria il popolo festeggia.

SIMONE

Chi turbar degli estinti osa la pace?

E schernisce ai caduti?... Va' ~ comando ~

questa luce s'estingua.

(Pietro esce dalla sinistra)

Scena quinta

Doge e Fiesco nel fondo.

SIMONE

(come Doge)

Oh refrigerio!... la marina brezza!...

Il mare!... il mare!... quale in rimirarlo

di glorie e di sublimi rapimenti

mi si affaccian ricordi! ~ Il mare!... il mare!...

Perché in suo grembo non trovai la tomba?

FIESCO

(avvicinandosi)

Era meglio per te!

SIMONE

Chi osò inoltrarsi...

FIESCO

Chi te non teme...

SIMONE

(verso la destra chiamando)

Guardie?

FIESCO

Invan le appelli...

non son qui sgherri tuoi ~

m'ucciderai, ma pria m'odi...

SIMONE

Che vuoi?

FIESCO

Delle faci festanti al barlume

cifre arcane, funebri vedrai! ~

Tua sentenza la mano del nume

sopra queste pareti vergò.

Di tua stella s'eclissano i rai;

la tua porpora in brani già cade;

vincitor fra le larve morrai

cui la tomba tua scure negò.

(i lumi cominciano a spegnersi nella piazza, per modo che allo spirare del Doge non ne arderà più alcuno)

SIMONE

Quale accento?

FIESCO

Lo udisti un'altra volta.

SIMONE

Fia ver? ~ Risorgon dalle tombe i morti?

FIESCO

Non mi ravvisi tu?

SIMONE

Fiesco!...

FIESCO

Simone,

i morti ti salutano!

SIMONE

Gran dio!...

FIESCO

Compiuto alfin di quest'alma è il desio!

Come fantasima

Fiesco t'appar,

antico oltraggio

a vendicar.

SIMONE

Di pace nunzio

Fiesco sarà,

suggella un angelo

nostra amistà.

FIESCO

Che dici?

SIMONE

Un tempo il tuo perdon m'offristi...

FIESCO

Io?

SIMONE

Se a te l'orfanella concedea

che perduta per sempre allor piangea. ~

In Amelia Grimaldi a me fu resa,

e il nome porta della madre estinta.

FIESCO

Cielo!... perché mi splende il ver sì tardi?

SIMONE

Piangi!... Perché da me volgi gli sguardi?...

FIESCO

Piango, perché mi parla

in te del ciel la voce;

sento rampogna atroce

fin nella tua pietà.

SIMONE

Vien, ch'io ti stringa al petto,

o padre di Maria;

balsamo all'alma mia

il tuo perdon sarà.

FIESCO

Ahimè! morte sovrasta... un traditore

il velen t'apprestò.

SIMONE

Tutto favella,

il sento, a me d'eternità...

FIESCO

Crudele

fato!

SIMONE

Ella vien...

FIESCO

Maria...

SIMONE

Taci, non dirle...

Anco una volta benedirla voglio.

(s'abbandona sopra un seggiolone)

Scena ultima

Detti, Maria, Gabriele, Senatori, Paggi con torce, Scudieri, ecc. ecc.

[N. 19 - Scena e quartetto. Finale III]

AMELIA

(come Maria)

(vedendo Fiesco)

Chi veggo!...

SIMONE

(come Doge)

Vien...

GABRIELE

(Fiesco!)

AMELIA

(a Fiesco)

Tu qui!

SIMONE

Deponi

la meraviglia. ~ In Fiesco il padre vedi

dell'ignota Maria, che ti die' vita.

AMELIA

Egli?... Fia ver?...

FIESCO

Maria!...

AMELIA

Oh gioia! Dunque

gli odii funesti han fine!...

SIMONE

Tutto finisce, o figlia...

AMELIA

Qual ferale

pensier t'attrista sì sereni istanti?

SIMONE

Maria, coraggio... A gran dolor t'appresta.

AMELIA

(a Gabriele)

Quali accenti! oh terror!

SIMONE

Per me l'estrema

ora suonò!

(sorpresa generale)

AMELIA E GABRIELE

Che parli?...

SIMONE

Ma l'eterno

in tue braccia, o Maria,

mi concede spirar...

AMELIA E GABRIELE

(cadendo a' pie' del Doge)

Possibil fia?...

SIMONE

(sorge, e imponendo sul loro capo le mani solleva gli occhi al cielo, e dice)

Gran dio, li benedici

pietoso dall'empiro;

a lor del mio martiro

cangia le spine in fior.

AMELIA

No, non morrai, l'amore

vinca di morte il gelo,

risponderà dal cielo

pietade al mio dolor.

GABRIELE

O padre, o padre, il seno

furia mi squarcia atroce...

Come passò veloce

l'ora del lieto amor!

FIESCO

Ogni letizia in terra

è menzognero incanto,

d'interminato pianto

fonte è l'umano cor.

CORO

Sì ~ piange, piange è vero,

ognor la creatura;

s'avvolge la natura,

in manto di dolor!

SIMONE

T'appressa, o figlia... io spiro...

Stringi... il morente... al cor!...

CORO

Sì - piange, piange, è vero,

ognor la creatura;

s'avvolge la natura

in manto di dolor!

SIMONE

Senatori, sancite il voto estremo. ~

(i senatori s'appressano)

Questo serto ducal la fronte cinga

di Gabriele Adorno. ~

Tu, Fiesco, compi il mio voler... Maria!

(spira)

AMELIA E GABRIELE

(s'inginocchiano davanti al cadavere)

O padre!...

FIESCO

(s'avvicina al verone circondato da' Senatori e Paggi che alzano le fiaccole):

Genovesi!... In Gabriele

Adorno il vostro doge or acclamate. ~

VOCI

(dalla piazza)

No. ~ Boccanegra!

FIESCO

È morto...

Pace per lui pregate!...

Esclamazione generale; lenti e gravi tocchi di campana; Fiesco e i Senatori s'inginocchiano; cade la tela.

Fine del libretto.

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Locandina Prologo Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Atto primo Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima Atto secondo Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Atto terzo Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena ultima