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Un ballo in maschera

UN BALLO IN MASCHERA

Melodramma in tre atti.

Versione sintetica a cura di www.librettidopera.it.

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Libretto di Antonio SOMMA.
Musica di Giuseppe VERDI.

Prima esecuzione: 17 febbraio 1859, Roma.


Personaggi:

RICCARDO conte di Warwich, governatore di Boston

tenore

RENATO creolo, suo segretario e sposo di Amelia

baritono

AMELIA

soprano

ULRICA indovina di razza nera

contralto

OSCAR paggio

soprano

SILVANO marinaio

basso

SAMUEL nemico del conte

basso

TOM nemico del conte

basso

Un GIUDICE

tenore

Un SERVO d'Amelia

tenore


Deputati, Uffiziali, Marinai, Guardie;
Uomini, Donne e Fanciulli del popolo;
Gentiluomini, Aderenti di Samuel e Tom, Servi, Maschere e Coppie danzanti.


La scena a Boston e ne' dintorni.

L'azione nella fine del secolo XVII.


Atto primo

[N. 1 - Preludio]

Scena prima

È il mattino. Una sala nella casa del Governatore. In fondo l'ingresso delle sue stanze. Deputati, Gentiluomini, Popolani, Uffiziali; sul davanti Samuel, Tom e loro Aderenti, tutti in attesa di Riccardo.
Coro, Samuel, Tom.

[N. 2 - Coro d'introduzione]

CORO

(di uffiziali e gentiluomini)

Posa in pace, a' bei sogni ristora,

o Riccardo, il tuo nobile cor.

A te scudo su questa dimora

sta d'un vergine mondo l'amor.

SAMUEL, TOM E SEGUACI

E sta l'odio, che prepara il fio,

ripensando ai caduti per te.

Come speri, disceso l'oblio

sulle tombe infelici non è.

Scena seconda

Oscar dalle stanze del conte, indi Riccardo e detti.
Oscar, Riccardo.

[N. 3 - Scena e sortita di Riccardo]

OSCAR

S'avanza il conte.

Entra Riccardo salutando gli astanti.

RICCARDO

Amici miei... soldati...

(ai deputati)

E voi del par diletti a me...

(riceve delle suppliche)

Porgete:

a me, a me s'aspetta: io deggio

su' miei figli vegliar, perché sia pago

ogni voto, se giusto.

Bello il poter non è, che de' soggetti

le lacrime non terge, e ad incorrotta

gloria non mira.

OSCAR

(a Riccardo)

Leggere vi piaccia

delle danze l'invito.

RICCARDO

Avresti alcuna

beltà dimenticato?

OSCAR

(porgendogli un foglio)

Eccovi i nomi.

RICCARDO

(dato uno sguardo)

(Amelia... ah dessa ancor! dessa ancor! L'anima mia

in lei rapita ogni grandezza oblia!)

La rivedrà nell'estasi

raggiante di pallore...

E qui sonar d'amore

la sua parola udrà, sonar d'amore.

O dolce notte, scendere

tu puoi gemmata a festa: ah!

Ma la mia stella è questa,

che il ciel non ha!

Insieme

SAMUEL, TOM E SEGUACI

(sommessamente)

L'ora non è, ché tutto

qui d'operar ne toglie:

dalle nemiche soglie

meglio l'uscir sarà.

OSCAR E CORO

(di Cortigiani e di Popolo)

Con generoso affetto

entro sé stesso assorto,

il nostro bene oggetto

de' suoi pensier farà.

[N. 4 - Scena e Cantabile di Renato]

RICCARDO

(ad Oscar)

Il cenno mio di là con essi attendi.

Tutti s'allontanano; Oscar l'ultimo incontra Renato al limitare.

OSCAR

(a Renato)

Libero è il varco a voi.

Scena terza

Riccardo, Renato.

RENATO

(a parte)

Deh come triste appar!

RICCARDO

(Amelia!)

RENATO

(chinandosi)

Conte...

RICCARDO

(Oh ciel! lo sposo suo!)

RENATO

(accostandosi)

Turbato il mio

signor, mentre dovunque il nome suo

inclito suona?

RICCARDO

Per la gloria è molto,

nulla pe 'l cor. Segreta, acerba cura

m'opprime.

RENATO

E donde?

RICCARDO

Ah no... non più...

RENATO

Dirolla

io la cagion.

RICCARDO

(Gran dio!)

RENATO

So tutto...

RICCARDO

E che?

RENATO

So tutto.

Già questa soglia istessa

non t'è securo asilo.

RICCARDO

Prosegui.

RENATO

Un reo disegno

nell'ombre si matura,

i giorni tuoi minaccia.

RICCARDO

(con gioia)

Ah! gli è di ciò che parli?

Altro non sai?...

RENATO

Se udir ti piace i nomi...

RICCARDO

Che importa? Io li disprezzo.

RENATO

Svelarli è mio dover.

RICCARDO

Taci: nel sangue

contaminarmi allor dovrei. Non fia,

no 'l vo'. Del popol mio

l'amor mi guardi, e mi protegga iddio.

RENATO

Alla vita che t'arride

di speranze e gaudio piena,

d'altre mille e mille vite

il destino s'incatena!

Te perduto, ov'è la patria

col suo splendido avvenir?

Ma sarà dovunque, sempre

chiuso il varco alle ferite,

perché scudo del tuo petto

è del popolo l'affetto?

Dell'amor più desto è l'odio

le sue vittime a colpir.

Scena quarta

Oscar, Giudice e detti.

[N. 5 - Scena e Ballata di Oscar]

Entra Oscar.

OSCAR

Il primo giudice.

RICCARDO

S'avanzi.

GIUDICE

(offrendogli dispacci a firmare)

Conte!

RICCARDO

Che leggo!... il bando ad una donna! Or donde?

Qual è il suo nome?... di che rea?

GIUDICE

S'appella

Ulrica, dell'immondo

sangue dei negri.

OSCAR

Intorno a cui s'affollano

tutte le stirpi. Del futuro l'alta

divinatrice...

GIUDICE

Che nell'antro abbietto

chiama i peggiori, d'ogni reo consiglio

sospetta già. Dovuto è a lei l'esiglio:

né muta il voto mio.

RICCARDO

(ad Oscar)

Che ne di' tu?

OSCAR

Difenderla vogl'io.

OSCAR

Volta la terrea

fronte alle stelle

come sfavilla

la sua pupilla

quando alle belle

il fin predice

mesto o felice

dei loro amor!

È con Lucifero

d'accordo ognor!

RICCARDO

Che vaga coppia...

che protettor!

OSCAR

Chi la profetica

sua gonna afferra,

o passi 'l mare,

voli alla guerra...

le sue vicende

soavi, amare

da questa apprende

nel dubbio cor.

È con Lucifero

d'accordo ognor!

[N. 6 - Seguito e Stretta dell'introduzione]

GIUDICE

Sia condannata.

OSCAR

(verso il Conte)

Ah! voi

assolverla degnate.

RICCARDO

Ebben... tutti chiamate...

(Oscar invita a rientrar gli usciti)

RICCARDO

...or v'apro un mio pensier.

Scena quinta

Samuel, Tom, Coro e detti.

RICCARDO

Signori, oggi d'Ulrica

alla magion v'invito,

ma sotto altro vestito;

io là sarò.

RENATO

Davver?

RICCARDO

Sì, vo' gustar la scena.

RENATO

L'idea non è prudente.

OSCAR

La trovo anzi eccellente,

feconda di piacer.

RENATO

Te ravvisar taluno

ivi potria.

RICCARDO

Qual tema!...

SAMUEL, TOM E SEGUACI

(sogghignando)

Ve', ve', di tutto trema

codesto consiglier.

RICCARDO

(ad Oscar)

E tu m'appronta un abito

da pescator.

SAMUEL, TOM E SEGUACI

(sotto voce)

Chi sa

che alla vendetta l'adito

non s'apra alfin colà?

RICCARDO

Ogni cura si doni al diletto,

e s'accorra nel magico tetto:

tra la folla de' creduli ognuno

s'abbandoni e folleggi con me.

RENATO

E s'accorra, ma vegli il sospetto

sui perigli che fremono intorno,

ma protegga il magnanimo petto

di chi nulla paventa per sé.

OSCAR

L'indovina ne dice di belle,

e sta ben che l'interroghi anch'io;

sentirò se m'arridon le stelle,

di che sorti benefica m'è.

SAMUEL, TOM E SEGUACI

Senza posa vegliamo all'intento,

né si perda ove scocchi il momento;

forse l'astro che regge il suo fato

nell'abisso là spegnersi de'.

Insieme

RICCARDO

Dunque, signori, aspettovi

incognito, incognito, alle tre

nell'antro dell'oracolo,

della gran maga al piè.

OSCAR, CORO

(di Cortigiani e di Popolo)

Teco sarem di subito,

incogniti, incogniti, alle tre

nell'antro dell'oracolo,

della gran maga al piè.

SAMUEL, TOM E SEGUACI

Senza posa vegliamo all'intento,

né si perda ove scocchi il momento;

forse l'astro che regge il suo fato

nell'abisso là spegnersi de'.

Insieme

RENATO

Ma protegga il magnanimo petto

di chi nulla paventa, paventa per sé.

OSCAR

Sentirò, sentirò se m'arridon le stelle,

qual presagio le dettan per me.

SAMUEL, TOM E SEGUACI

Forse l'astro che regge il suo fato

nell'abisso là spegnersi de'.

CORO

Alfin brilli d'un po' di follia

questa vita che il cielo ne diè.

RICCARDO

La vita mai sì cara, sì cara non è.

La vita mai sì cara, sì cara non è.

[N. 7 - Invocazione]

Scena sesta

L'abituro dell'indovina.
A sinistra, un camino; il fuoco è acceso. La caldaia fuma sovra un treppiè. Ulrica presso.
Coro, Ulrica.

DONNE E FANCIULLI

Zitti... l'incanto non dessi turbare...

il demonio tra breve halle a parlare!

ULRICA

(come ispirata)

Re dell'abisso affrettati,

precipita per l'etra,

senza librar la folgore

il tetto mio penètra.

Omai tre volte l'upupa

dall'alto sospirò;

la salamandra ignivora

tre volte sibilò...

E delle tombe il gemito

tre volte a me parlò!

Scena settima

Entra Riccardo vestito da pescatore, avanzandosi tra la Folla, né scorgendo alcuno de' suoi.
Riccardo e detti.

[N. 8 - Scena]

RICCARDO

Arrivo il primo!

DONNE E FANCIULLI

(lo respingono)

Villano, dà indietro.

(Riccardo s'allontana ridendo; la scena s'oscura di più)

DONNE E FANCIULLI

Oh, come tutto riluce di tetro!

ULRICA

(con esaltazione; declamando)

È lui, è lui! ne' palpiti

come risento adesso

la voluttà riardere

del suo tremendo amplesso!

La face del futuro

nella sinistra egli ha.

M'arrise al mio scongiuro,

rifolgorar la fa:

nulla, più nulla ascondersi

al guardo mio potrà!

(batte il suolo e sparisce)

DONNE E FANCIULLI

Evviva la maga!

ULRICA

(da sotterra)

Silenzio, silenzio!

Scena ottava

Silvano e detti.

[N. 9 - Scena]

SILVANO

(rompendo la calca)

Su, fatemi largo, saper vo' il mio fato.

Son servo del conte, son suo marinaro:

la morte per esso più volte ho sfidato;

tre lustri son corsi del vivere amaro,

tre lustri che nulla s'è fatto per me.

ULRICA

(ricomparendo)

E chiedi?

SILVANO

Qual sorte pe 'l sangue versato

mi attende.

RICCARDO

(Favella da franco soldato.)

ULRICA

(a Silvano)

La mano.

SILVANO

Prendete.

ULRICA

(osservando la mano)

Rallegrati omai:

in breve dell'oro e un grado t'avrai.

(Riccardo trae un rotolo e vi scrive su)

SILVANO

Scherzate?

ULRICA

Va' pago.

RICCARDO

(mette il rotolo nella tasca di Silvano, che non s'avvede)

(Mentire non de'.)

SILVANO

A fausto presagio ben vuolsi mercé.

(frugando trova il rotolo su cui legge estatico)

«Riccardo al suo caro Silvano uffiziale.»

Per bacco! non sogno!... dell'oro ed un grado!

CORO

Evviva la nostra Sibilla immortale,

che spande su tutti ricchezze e piacer!

dario 2015-09-05T15:11:12 STR SCN s'ode picchiare alla porta (s'ode picchiare alla piccola porta)

SILVANO E CORO

Si batte!

(Ulrica va ad aprire, e v'entra un Servo)

RICCARDO

Che veggo! sull'uscio segreto

un servo d'Amelia!

SERVO

(sommessamente ad Ulrica)

Sentite: la mia

signora, che aspetta là fuori, vorria

pregarvi in segreto d'arcano parer.

RICCARDO

(Amelia!)

ULRICA

S'inoltri, ch'io tutti allontano.

(il Servo parte)

RICCARDO

(Non me!)

(si nasconde nel gabinetto)

ULRICA

(si volge agli astanti)

Perché possa rispondere a voi

è d'uopo che innanzi m'abbocchi a satàno.

Uscite: lasciate ch'io scruti nel ver.

SILVANO, CORO

Usciamo: si lasci che scruti nel ver.

(tutti si allontanano)

Scena nona

Amelia, Ulrica e Riccardo in disparte.

[N. 10 - Scena e Terzetto]

ULRICA

Che v'agita così?

AMELIA

Segreta, acerba

cura che amor destò...

RICCARDO

(nascosto)

(Che ascolto!)

ULRICA

E voi

cercate?

AMELIA

Pace... svellermi dal petto

chi sì fatale e desiato impera!

Lui, che su tutti il ciel arbitro pose.

RICCARDO

(con viva emozione di gioia)

(Anima mia!)

ULRICA

L'oblio v'è dato. Arcane

stille conosco d'una magic'erba,

che rinnovella il cor. Ma chi n'ha d'uopo

spiccarla debbe di sua man nel fitto

delle notti... Funereo

è il loco.

AMELIA

Ov'è?

ULRICA

L'osate

voi?

AMELIA

(risoluta)

Sì, qual esso sia.

ULRICA

Dunque ascoltate.

Della città all'occaso,

là dove al tetro lato

batte la luna pallida

sul campo abominato...

Abbarbica gli stami

a quelle pietre infami,

ove la colpa scontasi

coll'ultimo sospir!

AMELIA

Mio dio! qual loco!

ULRICA

Attonita

e già tremante siete?

RICCARDO

(Povero cor!)

ULRICA

V'esanima?

AMELIA

Agghiaccio...

ULRICA

E l'oserete?

AMELIA

Se tale è il dover mio

troverò possa anch'io.

ULRICA

Stanotte?

AMELIA

Sì.

RICCARDO

(Non sola:

ché te degg'io seguir.)

Insieme

AMELIA

Consentimi, o signore,

virtù ch'io lavi 'l core,

e l'infiammato palpito

nel petto mio sopir!

ULRICA

Osa, e berrai nel farmaco

l'oblio de' tuoi martir,

va', non tremar, l'incanto

inaridisce il pianto.

RICCARDO

(Ardo, e seguirti ho fisso

se fosse nell'abisso,

pur ch'io respiri, Amelia,

l'aura de' tuoi sospir.)

CORO

(dal fondo)

Figlia d'averno, schiudi la chiostra,

e tarda meno a noi ti mostra.

ULRICA

(ad Amelia)

Presto partite.

AMELIA

Stanotte...

(fugge per la porta segreta)

ULRICA

Addio...

Scena decima

Ulrica apre l'entrata maggiore: entrano Samuel, Tom e Seguaci, Oscar, Gentiluomini e Uffiziali travestiti bizzarramente, ai quali s'unisce Riccardo.
Ulrica, Coro, Samuel, Tom, Oscar, Riccardo.

[N. 11 - Scena e Canzone]

SAMUEL, TOM E CORO

(di cavalieri travestiti)

Su, profetessa, monta il treppiè;

canta il futuro.

OSCAR

Ma il conte ov'è?

RICCARDO

(ad Oscar)

Taci, nascondile che qui son io.

(ad Ulrica)

Or tu sibilla, che tutto sai,

della mia stella mi parlerai.

Di' tu se fedele

il flutto m'aspetta,

se molle di pianto

la donna diletta

dicendomi addio

tradì l'amor mio.

Con lacere vele

e l'alma in tempesta

i solchi so franger

dell'onda funesta,

l'averno ed il cielo

irati sfidar.

OSCAR, SAMUEL, TOM E CORO

Sollecita esplora,

divina gli eventi,

non possono i fulmini,

la rabbia de' venti,

la morte, l'amore

sviarlo dal mar.

RICCARDO

Sull'agile prora

che m'agita in grembo,

se scosso mi sveglio

ai fischi del nembo,

ripeto fra' tuoni,

le dolci canzoni.

Le dolci canzoni,

del tetto natio,

che i baci ricordan

dell'ultimo addio,

e tutte raccendon

le forze del cor.

OSCAR, SAMUEL, TOM E CORO

Su dunque, risuoni

la tua profezia,

di' ciò che può sorger

dal fato qual sia;

nell'anime nostre

non entra terror.

[N. 12 - Scena e Quintetto]

ULRICA

Chi voi siate, l'audace parola

può nel pianto prorompere un giorno,

se chi sforza l'arcano soggiorno

va la colpa nel duolo a lavar,

se chi sfida il suo fato insolente

deve l'onta nel fato scontar.

RICCARDO

Orsù, amici.

SAMUEL

Ma il primo chi fia?

OSCAR

Io.

RICCARDO

(offrendo la mano ad Ulrica)

L'onore a me cedi.

OSCAR

E lo sia!

ULRICA

(esaminando la mano; solennemente)

È la destra d'un grande, vissuto

sotto gli astri di Marte.

OSCAR

Nel vero

ella colse.

RICCARDO

Tacete.

ULRICA

(lasciando la mano di Riccardo)

Infelice...

Va', mi lascia... non chieder di più!

RICCARDO

Su, prosegui.

ULRICA

No... lasciami.

RICCARDO

Parla.

ULRICA

(evitando)

Te ne prego.

OSCAR, SAMUEL, TOM, CORO

(ad Ulrica)

Eh finiscila omai!

RICCARDO

Te lo impongo.

ULRICA

Ebben, presto morrai.

RICCARDO

Se sul campo d'onor, ti son grato.

ULRICA

(con più forza)

No... per man d'un amico...

OSCAR

Gran dio!

OSCAR, SAMUEL, TOM E CORO

Quale orror!

ULRICA

Così scritto è lassù!

Insieme

RICCARDO

È scherzo od è follia

siffatta profezia.

Ma come fa da ridere,

la lor credulità!

OSCAR E CORO

Tal fia dunque il fato?

Ch'ei cada assassinato?

Al sol pensarci l'anima

abbrividendo va.

SAMUEL E TOM

(fissando Ulrica)

La sua parola è dardo,

è fulmine lo sguardo,

dal confidente demone

tutto costei risà.

ULRICA

(passando innanzi a Samuel e Tom)

Ah voi, signori, a queste

parole mie funeste,

voi non osate ridere;

che dunque in cor vi sta?

[N. 13 - Scena ed Inno - Finale I]

RICCARDO

Finisci il vaticinio.

Di', chi fia dunque l'uccisor?

ULRICA

Chi primo

tua man quest'oggi stringerà.

RICCARDO

(con vivacità)

Benissimo!

(offrendo la destra ai circostanti che non osano toccare)

Qual è di voi, che provi

l'oracolo bugiardo?...

Nessuno!

Scena undicesima

Renato appare all'entrata. Riccardo accorre a lui e gli stringe la mano.
Renato e detti.

RICCARDO

Eccolo.

OSCAR, SAMUEL, TOM E CORO

È desso!

SAMUEL

(ai suoi)

Respiro; il caso ne salvò.

OSCAR E CORO

(contro Ulrica)

L'oracolo

mentiva.

RICCARDO

Sì: perché la man che stringo

è del più fido amico mio!

RENATO

Riccardo!

ULRICA

(riconoscendo il conte)

Il conte!...

RICCARDO

(ad Ulrica)

Né, chi fossi il genio tuo

ti rivelò, né che voleano al bando

oggi dannarti.

ULRICA

Me?

RICCARDO

(gettandole una borsa)

T'acqueta e prendi.

ULRICA

Magnanimo tu sei, ma v'ha fra loro

il traditor: più d'uno

forse...

SAMUEL E TOM

(Gran dio!)

RICCARDO

Non più.

SILVANO E CORO

(di Popolo, interno)

Viva Riccardo!

OSCAR, ULRICA, RICCARDO, RENATO, SAMUEL E TOM

Quai voci?

SILVANO

(dalla soglia, vôlto a' suoi)

È lui, ratti movete, è lui:

il nostro, il nostro amico e padre.

(tutti entrano in scena)

Scena dodicesima

Silvano e detti.

SILVANO

Tutti con me chinatevi al suo piede

e l'inno suoni della nostra fede.

SILVANO E CORO

O figlio d'Inghilterra,

amor di questa terra:

reggi felice, arridano

gloria e salute a te.

Insieme

OSCAR

Il più superbo alloro

che vince ogni tesoro,

alla tua chioma intrecciano

riconoscenza e fe'.

RICCARDO

E posso alcun sospetto

alimentar nel petto,

se mille cuori battono

per immolarsi a me?

RENATO

Ma la sventura è cosa

pur ne' trionfi ascosa,

là dove il fato ipocrita

veli una rea mercé.

SAMUEL E TOM

(Chiude al ferir la via

questa servil genia,

che sta lambendo l'idolo,

e che non sa il perché.)

ULRICA

Non crede al proprio fato

ma pur morrà piagato;

sorrise al mio presagio,

ma nella fossa ha il piè.

Atto secondo
Scena prima

Campo solitario nei dintorni di Boston appiè d'un colle scosceso. A sinistra nel basso biancheggiano due pilastri; e la luna leggermente velata illumina alcuni punti della scena.
Amelia.

[N. 14 - Preludio, Scena ed Aria]

Ecco l'orrido campo ove s'accoppia

al delitto la morte!

Ecco là le colonne...

La pianta è là, verdeggia al piè. S'inoltri.

Ah mi si aggela il core!

Sino il romor de' passi miei, qui tutto

m'empie di raccapriccio e di terrore!

E se perir dovessi?

Perire! ebben quando la sorte mia,

il mio dover tal è, s'adempia, e sia.

(fa per avviarsi)

Ma dall'arido stelo divulsa

come avrò di mia mano quell'erba,

e che dentro la mente convulsa

quell'eterea sembianza morrà:

che ti resta, perduto l'amor...

che ti resta, mio povero cor!

Oh! chi piange, qual forza m'arretra,

m'attraversa la squallida via?

Su coraggio... e tu fatti di pietra,

non tradirmi, dal pianto ristà:

o finisci di battere e muor,

t'annïenta, mio povero cor!

(s'ode un tocco d'ore, lontano)

Mezzanotte! ~ e che veggio? uno spettro

di sotterra si leva... e sospira!

Ha negli occhi il baleno dell'ira

e m'affisa e terribile sta!

(cadendo sulle ginocchia)

Deh! mi reggi, m'aïta, o signor,

risolleva il mio povero cor!

Scena seconda

Riccardo e Amelia.

RICCARDO

Teco io sto.

AMELIA

Gran dio!

RICCARDO

Ti calma:

di che temi?

AMELIA

Ah mi lasciate...

son la vittima che geme...

Il mio nome almen salvate...

O lo strazio ed il rossore

la mia vita abbatterà.

RICCARDO

Io lasciarti? no, giammai:

no 'l poss'io; ché m'arde in petto

sovruman di te l'affetto.

AMELIA

Conte, abbiatemi pietà.

RICCARDO

Così parli? a chi t'adora

pietà chiedi, e tremi ancora?

Questo core innamorato

l'onor tuo rispetterà.

AMELIA

Ma, Riccardo, io son d'altrui...

dell'amico più fidato...

RICCARDO

Taci, Amelia...

AMELIA

Io son di lui,

che darìa la vita a te.

RICCARDO

Ah crudele, e me 'l rammemori,

lo ripeti innanzi a me!

Non sai tu che se l'anima mia

il rimorso dilacera e rode,

quel suo grido non cura, non ode,

sin che l'empie di fremiti amor?...

Non sai tu che di te resterìa,

se cessasse di battere il cor!

Quante notti ho vegliato anelante!

Come a lungo infelice lottai!

Quante volte dal cielo implorai

la pietà, che tu chiedi da me! ~

Ma per questo ho potuto un istante,

infelice, non viver di te?

AMELIA

Deh soccorri tu, cielo, all'ambascia

di chi sta fra l'infamia e la morte;

tu pietoso rischiara le porte

di salvezza all'errante mio piè.

E tu va' - ch'io non t'oda - mi lascia:

son di lui, che il suo sangue ti diè.

RICCARDO

La mia vita... l'universo,

per un detto...

AMELIA

O ciel pietoso!

RICCARDO

Di' che m'ami...

AMELIA

Ah va', Riccardo!

RICCARDO

Un sol detto...

AMELIA

Ebben, sì, t'amo...

RICCARDO

M'ami, Amelia!

AMELIA

Ma tu, nobile,

me difendi dal mio cor!

RICCARDO

(fuori di sé)

M'ami, m'ami!... oh sia distrutto

il rimorso, l'amicizia

nel mio seno: estinto tutto:

tutto sia fuorché l'amor!

Quale soave brivido

l'acceso petto irrora!

Ah ch'io t'ascolti ancora

rispondermi così!

Astro di queste tenebre

a cui consacro il core:

irradiami d'amore,

e più non sorga il dì!

AMELIA

Ahi sul funereo letto

ove sognava spegnerlo,

torna gigante in petto

l'amor che mi ferì!

Ché non m'è dato in seno

a lui versar quest'anima?

O nella morte almeno

addormentarmi qui?

(la luna illumina sempre più)

[N. 15 - Scena e Terzetto]

Ahimè!

RICCARDO

Taci...

AMELIA

S'appressa

alcun...

RICCARDO

Chi giunge in questo

albergo della morte?...

(fatti pochi passi)

Renato!

AMELIA

(abbassando il velo atterrita)

Il mio consorte!

Scena terza

Riccardo, Amelia e Renato.

RICCARDO

(incontrandolo)

Tu qui?

RENATO

Per salvarti da lor, che, celati

lassù, t'hanno in mira.

RICCARDO

Chi son?

RENATO

Congiurati.

AMELIA

(O ciel!)

RENATO

Trasvolai nel manto serrato,

così che m'han preso per un dell'agguato,

e intesi taluno proromper: «L'ho visto:

è il Conte: un'ignota beltade è con esso -

poi altri qui vôlto - fuggevole acquisto!

S'ei rade la fossa, se il tenero amplesso

troncar, di mia mano, repente saprò.»

AMELIA

(Io muoio...)

RICCARDO

(a lei)

Fa' core.

RENATO

(coprendolo col suo mantello)

Ma questo ti do.

(poi additandogli un viottolo a destra)

E bada, lo scampo, t'è libero là.

RICCARDO

(presa per mano Amelia)

Salvarti degg'io...

AMELIA

(sottovoce a lui)

Me misera! Va'...

RENATO

(passando ad Amelia)

Né voi già vorrete segnarlo, o signora,

al ferro spietato!

(dilegua nel fondo a veder se s'avanzano)

AMELIA

Deh solo t'invola!

RICCARDO

Che qui t'abbandoni?...

AMELIA

T'è libero ancora

il passo, va', fuggi...

RICCARDO

Lasciarti qui sola

con esso? no mai - piuttosto morrò.

AMELIA

O fuggi: o che il velo dal capo torrò.

RICCARDO

Che dici?

AMELIA

Risolvi.

RICCARDO

Desisti.

AMELIA

Lo vo'.

(Riccardo esita, ma ella rinnova l'ordine co' la mano, e mentre al ricomparire di Renato, il conte gli va incontro)

AMELIA

(Per esso quest'alma sol trepida e geme,

salvarlo, non altro desiro la preme,

e paga di tanto, se dato le fia,

sé stessa del fato ne' fremiti oblia.)

RICCARDO

(a Renato solennemente)

Amico, gelosa t'affido una cura:

l'amor che mi porti, garante mi sta.

RENATO

Affidati, imponi.

RICCARDO

(coll'indice verso Amelia)

Promettimi, giura

che tu l'addurrai, velata, in città,

né un detto né un guardo sur essa trarrai.

RENATO

Lo giuro.

RICCARDO

E che tocche le porte, n'andrai

da solo all'opposto.

RENATO

Lo giuro, e sarà.

AMELIA

(sommessamente a Riccardo)

Odi tu come fremono cupi

per quest'aure gli accenti di morte?

Di lassù, da quei negri dirupi,

il segnal de' nemici partì.

Ne' lor petti scintillano d'ira...

e già piomban, t'accerchiano fitti...

Al tuo capo già volser la mira...

per pietà, va', t'invola di qui.

RICCARDO

(Traditor, sciagurati son essi,

che minacciano il vivere mio?

Ma l'amico ho tradito ancor io...

son colui che nel cor lo ferì!

Innocente, sfidati gli avrei;

or d'amore colpevole... fuggo.

La pietà del signore su lei

posi l'ale, protegga i suoi dì!)

RENATO

(staccandosi dal fondo ove stava esplorando)

Fuggi, fuggi: per l'orrida via

sento l'orma dei passi spietati.

Allo scambio dei detti esecrati

ogni destra la daga brandì.

Va', ti salva, o che il varco all'uscita

qui fra poco serrarsi vedrai;

va', ti salva, del popolo è vita

questa vita che getti così.

(Riccardo esce)

Scena quarta

Renato e Amelia.

[N. 16 - Scena, Coro e Quartetto, Finale II]

RENATO

Seguitemi.

AMELIA

(Mio dio!)

RENATO

Perché tremate?

Fida scorta vi son, l'amico accento

vi risollevi il cor!

Scena quinta

Samuel, Tom con Séguito, dalle alture, e detti.

AMELIA

Eccoli.

RENATO

Presto,

appoggiatevi a me.

AMELIA

Morir mi sento!

CORO

(dall'alto)

Si discenda, si trafigga,

già scoccata è l'ultim'ora.

Il saluto dell'aurora

sull'esanime cadrà.

SAMUEL

(a Tom)

Scerni tu quel bianco velo

onde spicca la sua dèa?

TOM

Sì precipiti dal cielo

all'averno.

RENATO

(forte)

Chi va là?

SAMUEL

Non è desso!

TOM

O furor mio!

CORO

Non è il conte!

RENATO

No, son io

che dinanzi a voi qui sta.

SAMUEL

(beffardo)

Il suo fido!

TOM

Men di voi

fortunati fummo noi:

che il sorriso d'una bella

stemmo indarno ad aspettar.

SAMUEL

Io per altro in volto almeno

vo' a quest'Iside mirar.

(alcuni de' suoi rientrano con fiaccole accese)

RENATO

(co' la mano sull'elsa)

Non un passo: se l'osate

traggo il ferro...

TOM

E v'infiammate?

SAMUEL

Non vi temo.

(la luna è in tutto il suo splendore)

AMELIA

O cieli, aïta!

CORO

(verso Renato)

Giù l'acciaro...

RENATO

Traditori!

TOM

(mentre va per istrappare il velo ad Amelia)

Vo' finirla...

RENATO

(assalendolo)

E la tua vita

questo insulto pagherà.

(nell'atto che tutti s'avventano contro Renato, Amelia, fuori di sé inframmettendosi, lascia cadere il velo)

AMELIA

No: fermatevi...

RENATO

(colpito)

Che!... Amelia!...

SAMUEL

Lei!...

TOM

Sua moglie!

AMELIA

Ah! per pietà!

SAMUEL E TOM

Ve' se di notte qui co' la sposa

l'innamorato campion si posa

e come al raggio lunar del miele

sulle rugiade corcar si sa!

CORO

Ve' la tragedia mutò in commedia

piacevolissima ~ ah! ah! ah! ah!

E che baccano sul caso strano

andrà dimane per la città!

AMELIA

A chi nel mondo crudel più mai,

misera Amelia, ti volgerai?...

la tua spregiata lacrima, quale,

qual man pietosa rasciugherà?

RENATO

(fisso alla via onde fuggì Riccardo)

Così mi paga, se l'ho salvato!

Ei m'ha la donna contaminato!

Tal marchio fitto mi volle in fronte,

macero il core per sempre m'ha!

(poi riscuotendosi, e come chi ha preso un grave partito, s'accosta a Samuel e Tom)

RENATO

Converreste al tetto mio

sul mattino di domani?

SAMUEL E TOM

Per subir dell'onta il fio?

RENATO

No: ben altro in cor mi sta.

SAMUEL E TOM

Che ti punge?

RENATO

Lo saprete,

se verrete.

SAMUEL E TOM

E ci vedrai.

(nell'uscire seguiti dai loro)

Dunque andiam ~ per vie diverse

l'un dall'altro s'allontani.

Il mattino di domani

grandi cose apprenderà.

RENATO

(rimasto solo con Amelia)

Ho giurato che alle porte

v'addurrei della città.

AMELIA

(Come sonito di morte

la sua voce al cor mi va!)

Atto terzo
Scena prima

Una stanza da studio nell'abitazione di Renato.
Sovra un caminetto di fianco due vasi di bronzo, rimpetto a cui la biblioteca. Nel fondo v'ha un magnifico ritratto del conte Riccardo in piedi, e nel mezzo della scena, una tavola.
Entrano Renato e Amelia.

[N. 17 - Scena ed Aria]

RENATO

(deposta la spada e chiusa la porta)

A tal colpa è nulla il pianto,

non la terge e non la scusa.

Altro sol non rivedrai,

rea ti festi: e qui morrai.

AMELIA

Ma se reo, se reo soltanto

è l'indizio che m'accusa?...

RENATO

Taci, o perfida.

AMELIA

Gran dio!

RENATO

Chiedi a lui misericordia.

AMELIA

E ti basta un sol sospetto?

E vuoi dunque il sangue mio?

E m'infami, e più non senti

né giustizia, né pietà?

RENATO

Hai finito!

AMELIA

Se l'amai

un istante infelicissima,

il tuo nome non macchiai.

Sallo iddio, che nel mio petto

mai non arse indegno affetto.

RENATO

(ripigliando la spada)

Hai finito! è tardi omai...

rea ti festi... e qui morrai.

AMELIA

Ah! mi sveni!... ebbene sia...

Ma una grazia...

RENATO

Non a me.

La tua prece al ciel rivolgi.

AMELIA

(genuflessa)

Solo un detto ancora a te.

M'odi, l'ultimo sarà.

AMELIA

Morrò ~ ma prima in grazia

deh! mi consenti almeno

l'unico figlio mio

avvincere al mio seno.

E se alla moglie nieghi

quest'ultimo favor,

non rifiutarlo ai prieghi

del mio materno cor.

Morrò - ma queste viscere

consolino i suoi baci,

poi che l'estrema è giunta

dell'ore mie fugaci.

Spenta per man del padre,

la mano ei stenderà

su gli occhi d'una madre

che mai più non vedrà!

RENATO

(lasciato il ferro, additandole, senza guardarla, un uscio)

Alzati, là tuo figlio

a te concedo riveder. Nell'ombra

e nel silenzio, là,

il tuo rossore e l'onta mia nascondi.

(Amelia esce)

Non è su lei, nel suo

fragile petto che colpir degg'io.

Altro, ben altro sangue a terger dessi

l'offesa!...

(fissando il ritratto)

Il sangue tuo!

- Né tarderà il mio ferro

tutto a versarlo dal tuo falso core:

delle lacrime mio vendicatore!

Eri tu che macchiavi quell'anima,

la delizia dell'anima mia...

Che m'affidi e d'un tratto esecrabile

l'universo avveleni per me!

Traditor! che in tal guisa rimuneri

dell'amico tuo primo la fé!

O dolcezze perdute! O memorie

d'un amplesso che mai non s'oblia!...

Quando Amelia sì bella, sì candida

sul mio seno brillava d'amor!...

È finita - non siede che l'odio,

e la morte sul vedovo cor!

Scena seconda

Renato; Samuel e Tom entrano salutandolo freddamente.

[N. 18 - Congiura. Terzetto e Quartetto]

RENATO

Siam soli. ~ Udite. Ogni disegno vostro

m'è noto. ~ Voi di Riccardo la morte

volete.

TOM

Sogni.

RENATO

(mostrando alcune carte che ha sul tavolo)

Ho qui le prove!

SAMUEL

(fremendo)

Ed ora

la trama al conte svelerai?

RENATO

No ~ voglio

dividerla.

TOM

Tu scherzi.

RENATO

E non co' detti:

ma qui col fatto struggerò i sospetti.

Io son vostro, compagno m'avrete

senza posa al medesimo intento:

arra il figlio vi do. L'uccidete

se vi manco.

TOM

Ma tal mutamento

è credibile appena.

RENATO

Qual fu

la cagion non cercate. Son vostro

per la vita dell'unico figlio!

SAMUEL E TOM

(fra loro)

Ei non mente.

RENATO

Esitate?

RENATO, SAMUEL E TOM

Non più.

Dunque l'onta di tutti sol una,

uno il cor, la vendetta sarà,

che tremenda, repente, digiuna

su quel capo esecrato cadrà!

RENATO

D'una grazia vi supplico.

SAMUEL E TOM

E quale?

RENATO

Che sia dato d'ucciderlo a me.

TOM

No, Renato: l'avito castello

a me tolse, e tal dritto a me spetta.

SAMUEL

Ed a me, cui spegneva il fratello,

cui decenne agonia di vendetta

senza requie divora, qual parte

assegnaste?

RENATO

Chetatevi, solo

qui la sorte decidere de'.

(prende un vaso dal camino e lo colloca sulla tavola. Samuel scrive tre nomi e vi getta entro i viglietti)

TOM

Ma chi vien?...

Scena terza

Amelia e detti.

RENATO

(incontrando Amelia)

Tu?...

AMELIA

V'è Oscarre che porta

un invito del conte.

RENATO

(impallidendo)

Di lui!...

Che m'aspetti. ~ E tu resta, lo dêi:

poi che parmi che il cielo t'ha scorta.

AMELIA

(Qual tristezza m'assale, qual pena!

Qual terribile lampo balena!)

RENATO

(additando sua moglie agli altri due)

Nulla sa - non temete. Costei

esser debbe anzi l'auspice lieto.

(traendola verso la tavola)

V'ha tre nomi in quell'urna - un ne tragga

l'innocente tua mano.

AMELIA

(tremante)

E perché?

RENATO

(fulminandola dello sguardo)

Ubbidisci - non chieder di più.

AMELIA

(traendo dal vaso un viglietto che suo marito passa a Samuel)

(Non è dubbio: quest'ordine amaro

mi vuol parte ad un'opra di sangue.)

RENATO

Qual è dunque l'eletto?

SAMUEL

Renato.

RENATO

(fremente di gioia)

Il mio nome! - O giustizia del fato:

la vendetta mi deleghi tu!

AMELIA

(da sola)

Ah! del conte la morte si vuole!

No 'l celâr le crudeli parole!

Su quel capo snudati dall'ira

i lor ferri scintillano già.

RENATO, SAMUEL E TOM

Sconterà dell'America il pianto

lo sleal che ne fece suo vanto.

Se traffisse, soccomba trafitto,

tal mercede pagata gli va!

Scena quarta

Oscar e detti.

[N. 19 - Scena e Quintetto]

RENATO

(alla porta)

Il messaggio entri.

(entra Oscar)

OSCAR

(verso Amelia)

Alle danze

questa notte, se gradite

co' lo sposo, il mio signore

vi desidera...

AMELIA

(turbata)

No 'l posso.

RENATO

(ad Oscar)

Anche il conte vi sarà?

OSCAR

Certo.

SAMUEL E TOM

(fra loro)

Oh sorte!

RENATO

(al paggio, ma co' lo sguardo a Tom)

Tanto invito

so che valga.

OSCAR

È un ballo in maschera

splendidissimo...

RENATO

(come sopra)

Benissimo!

(accennando Amelia)

Ella meco interverrà.

SAMUEL E TOM

(a parte)

E noi pur, se da quell'abito

più spedito il colpo va.

OSCAR

Di che fulgor, che musiche

esulteran le soglie,

ove di tante giovani

bellezze il fior s'accoglie,

di quante altrice palpita

la genïal città!

AMELIA

(Ed io medesma, o misera,

lo scritto inesorato

trassi dall'urna complice,

pe 'l mio consorte irato:

su cui del cor più nobile

ferma la morte sta.)

RENATO

(da solo)

Là delle danze al sonito

ecco il codardo afferro...

ferma la punta vindice...

e là dov'io l'atterro

spira dator d'infamie

senza trovar pietà.

SAMUEL E TOM

(fra loro)

Una vendetta in dòmino

è ciò che torna all'uopo.

Nell'urto delle maschere

non fallirà lo scopo:

e sarà un ballo funebre

fra pallide beltà.

AMELIA

(Prevenirlo potessi ~ e non tradire

lo sposo mio!...)

OSCAR

Reina

delle danze sarete.

AMELIA

(Forse potrallo Ulrica.)

(frattanto Renato, Samuel e Tom rapidamente in disparte)

SAMUEL E TOM

E qual costume indosserem?

RENATO

Azzurra

la veste, e da vermiglio

nastro, le ciarpe al manco lato attorte.

SAMUEL E TOM

E qual accento a ravvisarci?

RENATO

Morte!

Scena quinta

Sontuoso gabinetto del Conte.
Tavola con l'occorrente per iscrivere; nel fondo un gran cortinaggio che scoprirà la festa da ballo.
Riccardo solo.

[N. 20 - Scena e Romanza. Finale III]

Forse la soglia attinse,

e posa alfin. - L'onore

ed il dover fra i nostri petti han rotto

l'abisso. - Ah! sì, Renato

rivedrà l'Inghilterra... e la sua sposa

lo seguirà. Senza un addio, l'immenso

oceàn ne sepàri... e taccia il core.

(scrive e nel momento di appor la firma, lascia cader la penna)

Esito ancor? ma, oh ciel, non lo degg'io?

(sottoscrive e chiude il foglio in seno)

Ah, l'ho segnato il sacrifizio mio!

Ma se m'è forza perderti

per sempre, o luce mia,

a te verrà il mio palpito

sotto qual ciel tu sia,

chiusa la tua memoria

nell'intimo del cor.

Ed or qual reo presagio

lo spirito m'assale,

che il rivederti annunzia

quasi un desio fatale...

come se fosse l'ultima

ora del nostro amor?

Musica di dentro.

[N. 21 - Festa da ballo e Coro]

Ah! dessa è là... potrei vederla... ancora,

riparlarle potrei...

Ma no: ché tutto mi strappa da lei.

Scena sesta

Oscar con una lettera, e detto.

OSCAR

Ignota donna questo foglio diemmi.

«È pe 'l conte, -diss'ella- a lui lo reca

e di celato.»

RICCARDO

(dopo letto)

Che nel ballo alcuno

alla mia vita attenterà, sta detto.

Ma se m'arresto: allora,

ch'io pavento diran. No 'l vo': nessuno

pur sospettarlo de'. Tu va: t'appresta,

e ratto per gioir meco la festa.

(Oscar esce, Riccardo rimasto solo vivamente prorompe)

RICCARDO

Sì, rivederti, Amelia,

e nella tua beltà,

anche una volta l'anima

d'amor mi brillerà!

Scena settima

Vasta e ricca sala da ballo splendidamente illuminata e parata a festa.
Liete musiche preludiano alle danze; e già all'aprirsi delle cortine una moltitudine d'Invitati empie la scena. Il maggior numero è in maschera, alcuni in dominò, altri in costume di gala a viso scoperto; fra le Coppie danzanti alcune giovani creole. Chi va in traccia, chi evita, chi ossequia e chi persegue. Il servizio è fatto dai neri, e tutto spira magnificenza ed ilarità.
Coro.

[N. 22 - Coro e Scena]

Fervono amori e danze

nelle felici stanze,

onde la vita è solo

un sogno lusinghier.

Notte de' cari istanti,

de' palpiti e de' canti,

perché non fermi 'l volo

sull'onda del piacer?

Scena ottava

Samuel, Tom e i loro Aderenti in dominò azzurro col cinto vermiglio. Renato nello stesso costume s'avanza lentamente.
Samuel, Tom, Renato, Oscar, Amelia, Riccardo, Coro.

SAMUEL

(additando Renato a Tom)

Altro de' nostri è questo.

(e fattosi presso a Renato, sottovoce)

La morte!

RENATO

(amaramente)

Sì, la morte.

Ma non verrà.

SAMUEL E TOM

Che parli?

RENATO

Qui l'aspettarlo è vano.

SAMUEL E TOM

Come? perché?

RENATO

Vi basti saperlo altrove.

SAMUEL

O sorte

ingannatrice!

TOM

(fremente)

E sempre ne sfuggirà di mano!

RENATO

Parlate basso, alcuno lo sguardo a noi fermò.

SAMUEL

E chi?

RENATO

Quello a sinistra dal breve dominò.

Ei si disperdono, ma Renato viene inseguito da Oscar in maschera.

OSCAR

Più non ti lascio, o maschera; mal ti nascondi.

RENATO

(cansandolo)

Eh via.

OSCAR

(con vivacità)

Tu se' Renato.

RENATO

(spiccandogli la maschera)

E Oscarre tu se'.

OSCAR

Qual villania!

RENATO

Ma bravo, e ti par dunque convenienza questa,

che mentre il conte dorme, tu scivoli alla festa?

OSCAR

Il conte è qui...

RENATO

(trasalendo)

Che!... dove?

OSCAR

(voltandogli le spalle)

Cercatelo da voi.

RENATO

(con accento amichevole)

Orsù ~ che dirmi almeno del suo costume puoi?

OSCAR

(scherzando)

Saper vorreste

di che si veste,

quando l'è cosa

ch'ei vuol nascosa.

Oscar lo sa,

ma no 'l dirà,

tra là, là là

là là, là là.

Pieno d'amore

mi balza il core,

ma pur discreto

serba il secreto.

No 'l rapirà

grado o beltà,

tra là, là là

là là, là là.

Gruppi di maschere e Coppie danzanti attraversano il dinanzi della scena e separano Oscar da Renato.

RENATO

(raggiungendolo di nuovo)

Via, che tu sai distinguere gli amici suoi.

OSCAR

V'alletta

interrogarlo, e forse celiar con esso un po'?

RENATO

Appunto.

OSCAR

E compromettere di poi chi ve l'ha detto?

RENATO

M'offendi. È confidenza che quanto importi so.

OSCAR

Vi preme assai...

RENATO

Degg'io di gravi cose ad esso,

pria che la notte inoltri, qui favellar. Su te

farò cader la colpa, se non mi fia concesso.

OSCAR

Dunque...

RENATO

Fai grazia a lui, se parli e non a me.

OSCAR

(più dappresso e rapidamente)

Veste una cappa nera, con roseo nastro al petto.

(e fa per andarsene)

RENATO

Una parola ancora.

OSCAR

(dileguando tra la folla)

Più che abbastanza ho detto.

Danzatori e Danzatrici s'intrecciano al proscenio; Renato scorge lontano taluno de' suoi e scompare di là.

Poco dopo, al volgere delle coppie nel fondo, Riccardo in dominò nero col nastro di rosa, s'affaccia pensieroso, e dietro a lui Amelia in dominò bianco.

[N. 23 - Scena e Duettino]

AMELIA

Ah perché qui! fuggite...

RICCARDO

Sei quella dello scritto?

AMELIA

La morte qui v'accerchia...

RICCARDO

Non penetra nel mio

petto il terror.

AMELIA

Fuggite, fuggite, o che trafitto

cadrete qui!

RICCARDO

Rivelami il nome tuo.

AMELIA

Gran dio!

No 'l posso.

RICCARDO

E perché piangi... mi supplichi atterrita?

Onde, cotanta senti pietà della mia vita?

AMELIA

(tra singulti che svelano la sua voce naturale)

Tutto, per essa, il mio sangue... tutto darei!

RICCARDO

Ah invan ti celi, Amelia: quell'angelo tu sei!

AMELIA

T'amo, sì, e in lacrime

a' piedi tuoi m'atterro,

ove t'anela incognito

della vendetta il ferro.

Cadavere domani

sarai se qui rimani:

salvati, va', mi lascia,

fuggi dall'odio lor.

RICCARDO

Sin che tu m'ami, Amelia,

non curo il fato mio,

non ho che te nell'anima,

e l'universo oblio.

Né so temer la morte,

perché di lei più forte

è l'aura che m'inebria

del tuo celeste amor.

AMELIA

Dunque vedermi vuoi

d'affanno morta e di vergogna?

RICCARDO

Salva

ti vo' ~ domani e con Renato andrai...

AMELIA

Dove?

RICCARDO

Al natio tuo cielo.

AMELIA

In Inghilterra!

RICCARDO

Mi schianto il cor... ma partirai... ma addio.

AMELIA

Riccardo!

RICCARDO

(si stacca, ma dopo pochi passi tornando a lei e con tutta l'anima)

Amelia: anche una volta addio,

l'ultima volta!...

RENATO

(lanciatosi inosservato fra loro, lo trafigge di pugnale)

E tu ricevi il mio!

RICCARDO

Ahimè!

AMELIA

(d'un grido)

Soccorso!

OSCAR

(accorrendo a lui)

Oh ciel!

TUTTI

(affollandosi intorno)

Ei trucidato!

ALCUNI

Da chi?

ALTRI

Dov'è l'infame?

(veggonsi apparire nel fondo Samuel e Tom)

OSCAR

(accennando a Renato)

Eccol...

TUTTI

(mentre lo circondano e gli strappano la maschera)

Renato!

Morte... infamia

sul traditor!

L'acciaio lo laceri,

l'acciaro vendicator!

RICCARDO

No, no... lasciatelo.

(a Renato)

Tu m'odi ancor.

(e tratto il dispaccio, e fatto cenno a lui di accostarsi)

[N. 24 - Scena finale]

RICCARDO

Ella è pura, in braccio a morte,

te lo giuro, il ciel m'ascolta:

io che amai la tua consorte

rispettato ho il suo candor.

(gli dà il foglio)

A novello incarco asceso

tu con lei partir dovevi...

io l'amai, ma volli illeso

il tuo nome ed il suo cor!

RENATO

Ciel, che feci! e che m'aspetta

esecrato sulla terra!...

Di qual sangue e qual vendetta

m'assetò l'infausto error!

AMELIA

O rimorsi dell'amore

che divorano il mio core,

fra un colpevole che sanguina

e la vittima che muor!

OSCAR

O dolor senza misura!

O terribile sventura!

La sua fronte è tutta rorida

già dell'ultimo sudor!

RICCARDO

Grazia a ognun: signor qui sono:

tutti assolve il mio perdono...

(Samuel e Tom occupano sempre il fondo della scena)

CORO

Cor sì grande e generoso

tu ci serba, o dio pietoso:

raggio in terra a noi miserrimi

è del tuo celeste amor!

RICCARDO

Addio per sempre, o figli miei... per sempre

addio... diletta America...

(cade e spira)

AMELIA

Esso muore!

OSCAR

Qual anima passò!

TUTTI

Notte d'orrore!

Fine del libretto.

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Locandina Atto primo Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima Atto secondo Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Atto terzo Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava