AROLDO
Libretto in quattro atti.
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Libretto di Francesco Maria PIAVE.
Musica di Giuseppe VERDI.
Prima esecuzione: 16 agosto 1857, Rimini.
Personaggi:
AROLDO cavaliere sassone |
tenore |
MINA di lui moglie, figlia di |
soprano |
EGBERTO vecchio cavaliere vassallo di Kenth |
baritono |
BRIANO pio solitario |
basso |
GODVINO cavalier di ventura ospite d'Egberto |
tenore |
ENRICO cugino di Mina |
tenore |
ELENA sua cugina |
mezzosoprano |
JORG servo d'Aroldo che non parla |
altro |
Coro e comparse:
Cavalieri crociati, Gentiluomini e Dame di Kenth, Scudieri, Paggi, Araldi, Cacciatori, Sassoni, Paesane scozzesi.
Epoca il 1200 circa.
Scena, pei primi tre atti la dimora d'Egberto presso Kenth; pe 'l quarto le sponde del lago Loomond in Scozia.
[Sinfonia]
Salotto nella dimora d'Egberto. Gran finestra nel mezzo fuor della quale si vedranno i merli del castello. Sonvi porte laterali, tavola coll'occorrente per scrivere, sedie, ecc...
La stanza è vuota. Interni canti dalla destra indicano la fine d'un banchetto.
Coro.
[N. 1 - Introduzione e aria di Aroldo]
Tocchiamo!... A gaudio insolito
dischiudasi ogni cor!...
Al prode Aroldo, al reduce
di Palestina, onor!...
Per lui di Kenth più splendida
la stella sfolgorò.
Finché avran vita i secoli
il nome suo eternò.
Tocchiamo!... Poiché intrepido
corone egli mieté,
soave ed ineffabile
d'amore avrà mercé.
Chi forte potea vincere
l'infido saracen
godrà posarsi placido
di fida sposa in sen.
Mina agitata, dalla destra.
MINA
Ciel, ch'io respiri!... Il gaudio del convitto,
onde si plaude al reduce mio sposo,
supplizio era per me!... Che feci mai!...
Qual fantasima ovunque il mio delitto
m'appar!... Mi lacera il rimorso!... Temo
che ognun mi legga a lettere di fuoco
scolpita in fronte la parola: Colpa!...
Salvami tu, gran dio!...
Tu che mi leggi in core
e sai l'angoscia, e il pentimento mio!...
Egli viene!...
Detta, Aroldo e Briano dalla destra.
AROLDO
Perché sì triste?
MINA
Oh Aroldo...
AROLDO
Tu se' commossa!...
MINA
Dopo
tanti perigli...
AROLDO
È vero, senza questo
pietoso solitario
me spento forse piangeresti, o donna.
Ferito ei mi raccolse ad Ascalona,
la vita mi serbava... i santi luoghi
noi visitammo uniti... sulla sacra
tomba giurammo d'esserne campioni,
e vivere indivisi...
MINA
Ed egli sia
l'angiol di questo tetto protettore...
BRIANO
Per sempre dalla colpa e dal delitto
la mano lo preservi del signore.
(entra nelle stanze a sinistra)
Aroldo e Mina.
AROLDO
Sotto il sol di Siria ardente,
ricoperto d'aspre maglie
questo cor nelle battaglie
non tremava che per te.
MINA
(Ah! Tai detti qual rovente
lava piombano su me!)
AROLDO
Lorché giacqui per ferita
lungamente spasimando,
solo, ah! solo a te pensando
si leniva il mio dolor.
MINA
(Quanto amore!... Ah di mia vita
fia il rimorso struggitor!)
AROLDO
Ma!... Lacrime ti grondano!...
Tu tremi!... Non m'inganno!...
Ti cruccia ascoso affanno?...
Parla al tuo sposo...
MINA
No.
AROLDO
No?... Dunque allor sorridimi;
oggi del nostro imene
ricorre la memoria...
MINA
Lo so... (Che orrende pene!)
AROLDO
Dal cielo benedivane
oggi la madre mia...
(le prende la mano)
oggi il suo anel... che fia!...
Non l'hai?... L'anel dov'è?...
MINA
L'anello?
(alzandosi)
AROLDO
Ebben, parlatemi...
MINA
Ah!...
AROLDO
Non c'è più!... Perché?...
Ah bada!... La sua perdita
per noi saria fatale!
Coll'ultimo suo vale
la madre mia me 'l diè.
Pria che smarrirlo un fulmine
piombar dovea su noi;
dovea gli abissi suoi
aprir la terra a me.
(squillo interno di trombe)
Detti e Briano dalla sinistra.
BRIANO
I tuoi giungono... vieni...
AROLDO
Brian!... Son teco...
(poi a Mina)
A te ritorno tosto.
(escono dalla destra)
Mina, quindi Egberto guardingo dalla sinistra.
[N. 2 - Scena e duetto]
MINA
Tosto ei disse!... Mio dio!... Perduta sono!...
(s'abbandona sopra una sedia col volto tra le mani)
EGBERTO
MINA
(scuotendosi prende la penna)
Sì, sì, è deciso... il tutto a lui si sveli...
(scrive)
EGBERTO
MINA
(spaventata)
Mio padre!...
EGBERTO
MINA
Io?... No.
EGBERTO
MINA
Più tacer non potea... Soffriva troppo...
EGBERTO
MINA
Ciel!
EGBERTO
MINA
Ah no, ch'ei viva, o dio!
Ingannarlo dovrò?... No, no 'l poss'io.
EGBERTO
MINA
Padre!...
EGBERTO
MINA
No.
EGBERTO
MINA
Mai.
EGBERTO
MINA
No, non sarà.
EGBERTO
MINA
Oh qual fate orrendo strazio
d'una misera pentita!...
Non vi dicon queste lacrime
che già troppo son punita?...
Non volente fui nel lezzo
trascinata dell'error...
EGBERTO
MINA
Ah no 'l posso...
EGBERTO
MINA
No, no 'l posso...
EGBERTO
MINA
Non lo posso...
EGBERTO
MINA
(Me infelice!...)
EGBERTO
MINA
Chi m'aita!
EGBERTO
MINA
Orrenda parola!... Per sempre perduto!...
Il pianto si celi, il duolo sia muto;
sorrida serena nel volto la calma,
nasconda l'atroce procella dell'alma!...
Perduto!... Perduto!... Eppure adorato
qual cosa celeste fu sempre dal cor.
(entrano alla sinistra)
Fuga di sale illuminate a gran festa. Nella prima sonvi mobili dell'epoca, sopra uno de' quali è un libro chiuso da fermaglio con chiave.
Dame, Cavalieri, s'incontrano e si dirigono a diverse parti. Per un istante non li si vedrà che nel fondo; poi Godvino e Briano.
[N. 3 - Finale I]
GODVINO
(entra cautamente dalla destra)
(O Mina tu mi sfuggi,
ed io cotanto t'amo!...
Ecco il suo libro... ed eccone
la chiave...)
(trae di tasca la chiave ed uno scritto, tenendo sempre le spalle volte a destra)
BRIANO
(entrando dalla destra)
(Ciel, che vedo!... Quale trama!)
GODVINO
(chiudendo il biglietto nel libro)
(Saprò così mia sorte.)
BRIANO
(D'Aroldo è amico! E qual?... No 'l ravvisai!)
(Godvino si confonde tra nuovi invitati ch'entrano, e sono raggiunti dai primi. Si canta il seguente)
CORO
È bello di guerra dai campi cruenti
al tetto natale tranquilli tornar!
È dolce a' suoi cari, felici, plaudenti
la serie de' corsi perigli narrar.
Detti. Enrico abbigliato come Godvino, poi Aroldo, Mina al braccio di Egberto, Elena, Scudieri, Paggi, ecc.
(Enrico stende la destra a Briano, non ottenendo risposta che d'un freddo inchino)
BRIANO
(Forse costui!)
(Enrico si ferma a caso presso la tavola, prende il libro, e trovatolo chiuso lo lascia, e si confonde agli altri)
(fissandolo)
(È desso!... Si discopra
il mistero... Puniscasi la colpa...)
(va frettoloso ad Aroldo ch'entra, e mentre Egberto, Mina e gli altri cordialmente intrattengosi, lo trae sul davanti della scena e rapidamente gli dice)
Vedi quel libro?
AROLDO
Il vedo.
BRIANO
Ivi s'attenta
all'onore...
AROLDO
Di chi?...
BRIANO
Al tuo forse.
AROLDO
Cielo!
BRIANO
Vi fu chiuso uno scritto.
AROLDO
E chi 'l celava?
BRIANO
(indicando Enrico)
Mira.
AROLDO
(con mal represso impeto)
Enrico!... Oh inferno!...
(affollandosi intorno ad Aroldo, che rimane cupamente concentrato)
TUTTI
Per te della croce, possente guerriero
che tanto di Kenth crescevi l'onor
ogn'alma ha qui un voto, costante, sincero:
s'infiorin tuoi giorni di pace, d'amor.
EGBERTO
CORO
Aroldo... a voi... narrate.
AROLDO
Io?... No...
ENRICO
Al comun desio
v'arrendete...
AROLDO
Voi pur?...
ENRICO
Sì.
AROLDO
Sì?... Ascoltate.
Vi fu in Palestina tal uomo che indegno
l'onor d'un amico d'insidia fe' segno.
A libro racchiuso fidava uno scritto
che il calle appianargli dovea al delitto.
Un vecchio, vegliando dall'ospite il lare
la tresca nefanda giungeva a svelare!...
Il vil che tradiva la fede, l'onore,
accerchi tremendo l'eterno furore...
Ma storia simile qui un vate narrò;
gli stessi suoi detti ripetervi vo'...
(prende il libro)
MINA
Ah!...
AROLDO
Chiuso!...
ELENA
Ne ha Mina la chiave...
MINA
(Gran dio!...)
AROLDO
Apritelo dunque...
MINA
Che dite?
AROLDO
Il voglio.
MINA
Io!
AROLDO
Aprite voi, lo replico,
è inutile il terrore.
D'un vile traditore,
qui la condanna sta.
TUTTI
Oh qual m'invade ed agita
terribile pensiero!...
Fatal, fatal mistero
quel libro svelerà!
AROLDO
(a Mina)
No 'l volete? Farollo io stesso.
(rompe il fermaglio, cade il biglietto)
Uno scritto!...
MINA
(Gran dio!)
EGBERTO
AROLDO
(trasalendo)
Io no 'l curo... rendetelo... il vo'.
EGBERTO
AROLDO
Rendetelo...
EGBERTO
AROLDO
(ad Egberto trasalendo)
Chi ti salva, o sciagurato,
dallo sdegno che m'accende?
Cieco l'ira già mi rende,
più non freno il mio furor.
MINA
(ad Aroldo)
(frapponendosi fra Aroldo ed Egberto)
È mio padre!... L'ira vostra
su me tutta cada alfine,
ma le nevi di quel crine
rispettatele signor.
EGBERTO
GODVINO
(a Egberto)
Freno all'ira... io non la temo;
se ch'io sia voi conoscete,
sconsigliato invero siete
nel gridarmi traditor.
BRIANO E CORO
A turbar la bella calma
che spirava in ogni petto
certo un demone il sospetto
ad Aroldo lanciò nel cor.
Antico cimitero del castello di Kenth. Nel centro è una croce con gradini; a destra la porta d'un tempio internamente illuminato, a cui si ascende per grandiosa scalea: a sinistra più in fondo si vede il castello. La luna fiocamente rischiara le sparse tombe qua e là ombreggiate da secolari cipressi. Una tra quelle è recente.
Mina dal fondo a sinistra agitatissima.
[N. 4 - Scena e aria]
MINA
Oh cielo!... Ove son io!...
Qui mi trascina irrestibil possa!...
In ogni tomba sculto
in cifre spaventose
il mio delitto io leggo!...
Il murmure d'ogni aura mi par voce
che un rimprovero suoni!...
(s'aggira barcollando fra i sepolcri)
Ah di mia madre è questo il santo avello!...
Ella sì pura!... Ed io!...
Madre!... Madre, soccorri al dolor mio.
Ah dagli scanni eterei,
dove beata siedi,
alla tua figlia volgiti,
l'affanno suo deh! vedi.
Queste pentite lacrime
offri all'eterno trono,
e se i beati piangono,
piangi tu pur con me.
Non vorrà il suo perdono
negarmi iddio per te.
Detta e Godvino.
GODVINO
Mina!
MINA
Voi qui!... Non profanate questo
santo loco... Lasciatemi alle preci...
GODVINO
Ingrata!... Io v'amo sempre...
MINA
Ah! Tal parola
non v'esca più dal labbro, e se d'onore
più stilla è in voi, l'anello
di colpevole amor pegno funesto
rendetemi, fuggite.
GODVINO
No... mai... v'amo; a difendervi qui resto.
MINA
Ah dal sen di quella tomba
cupo fremito rimbomba!...
Scellerato fu l'accento
che lo giunse a provocar.
Di mia madre l'ombra irata,
già ne sorge, su me guata!...
Oh terrore!... Già mi sento
dal suo labbro fulminar.
Ah fuggite!... Il mio spavento
si raddoppia a voi dinante,
maledetto sia l'istante
che vi scesi ad ascoltar.
Detti ed Egberto, che viene dal fondo a sinistra, chiuso in mantello. Egli ha due spade.
[N. 5 - Duetto, quartetto e finale II]
GODVINO
(freddamente)
Io resto...
MINA
Aroldo allora saprà tutto.
EGBERTO
MINA
Padre!
EGBERTO
MINA
Ah m'ascoltate, o padre...
EGBERTO
(Mina parte dalla sinistra)
Egberto e Godvino.
EGBERTO
GODVINO
Un duello?
EGBERTO
GODVINO
Ma la sorte non è eguale...
EGBERTO
GODVINO
La minaccia
io non curo... Fia lodato
chi avrà un veglio rispettato.
EGBERTO
GODVINO
Io sto muto al vostro accento.
EGBERTO
GODVINO
Basti!...
EGBERTO
GODVINO
Basti, Egberto...
EGBERTO
GODVINO
(furente)
Ah! Una spada!...
EGBERTO
GODVINO
Una spada!... In guardia...
EGBERTO
EGBERTO E GODVINO
Nessun demone, niun dio
a' miei colpi ti torrà.
Col tuo sangue il furor mio
l'onta infame tergerà.
(si battono)
Detti ed Aroldo dal tempio.
AROLDO
(dalla gradinata)
Qual rumore!... Un duello!... Abbassate
or quell'armi...
EGBERTO E GODVINO
Tu!... Aroldo!...
AROLDO
(si sarà avvicinato)
Voi siete!...
Santo è il loco che sì profanate.
I sepolcri col piede premete
sopra il capo la croce vi sta.
EGBERTO
AROLDO
Dio pur vi sarà.
EGBERTO E GODVINO
Ne lasciate... un di noi dée morire.
AROLDO
Io saprovvi dovunque seguire.
EGBERTO
AROLDO
Di dio
ora parlo nel nome... Ascoltarmi
solo spetta qui a voi...
(entra fra loro)
Giù quell'armi;
sia l'offesa coperta d'oblio...
Il fratello al fratello perdoni...
EGBERTO
AROLDO
(a Godvino)
Più giovin, l'acciar pria deponi...
la tua destra...
(lo disarma, e gli stringe la mano)
EGBERTO
AROLDO
Ah!... Tradito!...
EGBERTO
AROLDO
(a Egberto)
Parlate?
EGBERTO
AROLDO
Il vo'... Terminate.
Detti e Mina dal fondo a sinistra.
MINA
(indietro)
(Suon qui d'armi!)
AROLDO
(ad Egberto)
Si sveli il mistero.
MINA
(avanzandosi)
Che fu?
EGBERTO E GODVINO
Mina!...
AROLDO
(vedendola)
Saprò alfine il vero.
MINA
Grazia, Aroldo...
AROLDO
(a Mina)
Che parli?
EGBERTO
AROLDO
Grazia!...
Era dunque costui!...
EGBERTO
AROLDO
Era vero?... Ah no... È impossibile...
Che ho mentito, almeno dite...
Un accento proferite...
Vi scolpate per pietà...
Ma tu taci!... Ah tolto è il dubbio...
il mio piè ti schiaccerà.
(Mina spaventata si allontana da lui)
MINA
(Ah scoppiata è ormai la folgore
che ruggia sulla mia testa,
e la vita che mi resta
lenta morte mi sarà!...
Dio, che padre sei de' miseri,
non negarmi tua pietà.)
EGBERTO
GODVINO
(ad Egberto)
Pronto son: che più tardasi?
me tremante non vedrai;
dal mio braccio apprenderai
s'io conosca la viltà.
Nuova pugna inevitabile
l'onor mio vendicherà.
EGBERTO
AROLDO
(ad Egberto)
Ah veggo chi è il colpevole!
onor vi fe' brandire
quel ferro a vendicarmi...
non più...
(a Godvino strappando la spada di mano ad Egberto)
Riprendi l'armi...
GODVINO
Contro di voi!... No 'l vo'.
AROLDO
Difenditi!...
GODVINO
No, no.
AROLDO
Non odi in suon terribile
gridarti queste tombe:
trema, a punirti, o perfido,
l'ora fatal tuonò!...
CORO
Non punirmi, o signor, nel tuo furore,
o come nebbia al sol dileguerò dal tempio
miserere di me, pietà, signore...
miserere, e tue glorie canterò.
Detti e Briano dal tempio.
BRIANO
(dalla soglia)
Aroldo?...
AROLDO
Quali canti?...
(gli cade la spada di mano)
BRIANO
(raggiungendolo)
Son de' pietosi oranti...
AROLDO
È vero!...
BRIANO
Il cielo pregano...
AROLDO
Il cielo!... Ah!...
BRIANO
Torna in te.
AROLDO
Me disperato abbruciano
ira, infernal furore...
tranquillo la man gelida
voi mi gravate al core...
Ah fate prima ch'ardermi
le vene cessi il sangue,
e la virtù che langue
sarà più forte in me.
Lasciatemi... lasciatemi...
tutto il mio cor perdé.
(il canto è ripreso)
BRIANO
Non odi?...
TUTTI
Istante fiero!
BRIANO
(solenne avvicinandolo)
Crociato e cavaliero
rammento i giuramenti...
quel canto, quegli accenti
di dio la voce sono...
AROLDO
È ver!...
(s'inginocchia)
TUTTI
Pace, perdono.
AROLDO
(sorge trasalendo)
Perdon!... Giammai... la perfida
sia maledetta.
TUTTI
O cielo!
(Mina cade alle ginocchia d'Aroldo)
BRIANO
Da questa croce agli uomini
il giusto ha perdonato.
AROLDO
La croce!... Ahimè!... Qual gelo!
(va barcollando)
io muoio!...
(cade sui gradini)
TUTTI
Oh sventurato!
Anticamera nella dimora d'Egberto che mette a vari appartamenti. Sopra una tavola è l'occorrente per scrivere.
Egberto entra pensoso per leggere uno scritto.
[N. 6 - Scena e aria]
EGBERTO
Detto, poi Briano astratto dalla destra.
EGBERTO
BRIANO
Ei qui verrà...
EGBERTO
BRIANO
Voi!... d'Aroldo
cerco.
EGBERTO
BRIANO
A me no 'l fia,
quando saprà raggiunto il fuggitivo.
EGBERTO
BRIANO
Ei verrà tra poco.
(entra a sinistra nella stanza d'Aroldo)
Egberto solo.
Aroldo dalla sinistra, poi Godvino dalla destra.
[N. 7 - Scena e duetto]
AROLDO
L'istante s'avvicina!...
O santa terra, o campi d'Ascalona
del sangue mio bagnati!...
O sole d'oriente che la croce
baciasti sculta sulla mia lorice,
è cruda in ver questa mercé ch'io colsi!...
Ma giunge alcuno!... È desso!... Il tuo furore
in te racchiudi, né tradirmi, o core.
(siede)
GODVINO
Ricercare mi feste?
AROLDO
Sì.
GODVINO
Prevedo
le accuse.
AROLDO
Non un detto.
GODVINO
Non m'opporrò a vendetta se bramate...
AROLDO
Solo ho un'inchiesta.
GODVINO
Quale?
AROLDO
Che fareste
se pur libera fosse
Mina?
GODVINO
Che dite?
AROLDO
Io chiedo, rispondete.
GODVINO
A impossibil supposto?
(Jorg comparisce)
AROLDO
Jorg?... s'avverta
Mina, che qui l'attendo...
(Jorg riparte)
GODVINO
E che cercate?
AROLDO
Saper s'è a voi più cara
colpevol libertade, o l'avvenire
di donna che perdeste...
là tutto udrete...
(lo conduce e chiude in una stanza laterale a sinistra)
GODVINO
(entrando)
Cielo!...
Aroldo e Mina dalla destra.
AROLDO
Inevitabil fu questo colloquio
prima di separarci...
MINA
Che!... Partite?
AROLDO
Sì... questa sera...
MINA
Voi!... Come?
AROLDO
Udite.
AROLDO
Opposto è il calle che in avvenire
la nostra vita dovrà seguire.
Col guardo fisso soltanto in dio
vo' rassegnato correre il mio...
Voi stretta all'uomo del vostro core,
trarvi potrete dal disonore.
MINA
Che dite?...
AROLDO
Quando ci unimmo sposi
al vostro amore col mio risposi...
or fra noi tutto, tutto è cangiato;
l'infausto nodo sarà troncato...
Quest'atto il frange...
(le presenta un foglio)
MINA
Cielo!... Un divorzio?
AROLDO
È qui, segnatelo... Firmato io l'ho.
MINA
Pietà, pietade, non mi scacciate...
o all'onta, al duolo soccomberò...
Sì crudo, Aroldo, non vi mostrate...
(Ahimè! che il pianto frenar non so!)
AROLDO
Credete che per lacrime
si scemi il dolor mio?...
Che l'onta incancellabile
si terga dall'oblio?...
Che rassegnato accogliere
io possa il disonor?...
Ah vivon quanto l'anima
le offese dell'onor!...
MINA
A me quell'atto... Datelo.
(glielo toglie di mano)
AROLDO
Firmate?...
MINA
Sì.
AROLDO
(Che ascolto?)
MINA
Trama pensaste il piangere...
ora tal dubbio è sciolto...
(firma)
entrambi siamo or liberi;
tutto fra noi cessò.
(gli rende lo scritto)
Ora il potrete... Uditemi...
AROLDO
Non più, signora...
MINA
(trattenendolo)
Il vo'.
Non allo sposo, al giudice
rivolgo il detto mio...
I rei fin dal patibolo
clemente ascolta iddio...
la donna or più non supplica,
qui la colpevol sta.
AROLDO
Lasciatemi... lasciatemi...
MINA
Lo esigo...
(cade ai suoi piedi)
Giudicatemi
come fossi a dio presente
il mio labbro qui non mente...
s'ho fallito, l'alma è pura,
né il mio duolo ebbe misura...
D'altri donna andar dovrei
per redimermi all'onore?...
E sorvivere potrei
discacciata dal tuo core?...
AROLDO
Basti... Basti...
MINA
D'altri moglie!
Ah! Voi dunque non capite
l'amor mio?...
AROLDO
Amor!... Che dite?
MINA
V'amai sempre... Sempre v'amo;
testimone iddio ne chiamo...
AROLDO
Ma colui!...
MINA
Fu tradimento...
AROLDO
Vi tradiva?...
MINA
Sì.
AROLDO
Fia spento,
io n'ho il dritto...
MINA
Cielo!...
AROLDO
(indica la stanza)
È là.
Detti. Egberto dalla sinistra con spada insanguinata alla mano; Briano dalla destra.
EGBERTO
MINA
Che?...
BRIANO
Un'uccisione?
AROLDO
Un duello?
EGBERTO
BRIANO
Vieni al tempio del signore,
virtù nuova avrai colà.
Aroldo, Mina e Briano.
AROLDO
Ah sì, voliamo al tempio,
fuggiam le inique porte;
delitto solo e morte
qui l'uomo vi stampò.
Ai seduttori esempio
rimanga questo tetto...
Iddio l'ha maledetto,
d'infamia il fulminò.
MINA
Ah dunque non v'ha in terra
conforto al mio dolore?...
D'involontario errore
perdono non avrò?...
Clemente iddio disserra
di tua pietà il tesoro,
col palpito t'imploro
del cor che non peccò!
(Aroldo è tratto altrove da Briano; Mina siede tramortita, e cade la tela)
Profonda valle in Scozia. La riva del lago Loomond si vede in prospetto. Monti praticabili, coperti di selve a destra e sinistra, dov'è un pineto presso cui una modesta casa. Cade il sole.
Lontani suoni di cornamuse e corni si appressano. Voci di Pastori, Donne e Cacciatori, che scendono dai monti e s'incontrano sulla scena.
[N. 8 - Coro]
CACCIATORI
Sparve il sole... Il calle è scuro;
lascia i boschi, o cacciator.
PASTORI
Cade il giorno... Asil sicuro
trovi il gregge col pastor.
DONNE
Vien la notte! All'abituro
torna carco il mietitor.
PASTORI
(scendendo)
Viva!...
CACCIATORI
(scendendo)
Amici!...
DONNE
Oh lieto dì!
CACCIATORI
Lieto pur per noi finì.
Sulle rocce più scoscese,
nel più cupo delle selve
inseguito abbiam le belve,
né alcun colpo errato andò.
PASTORI
Colli aprichi, erbosi piani
furon pascolo all'armento:
dissetollo un rio d'argento,
poi l'ovil il ricovrò.
DONNE
Del meriggio a' rai cocenti
noi cogliemmo aurate spiche;
or torniam dell'ombre amiche
la fresc'aura a respirar.
TUTTI
Ah! Ogni giorno pari a questo
ne sorrida avventurato,
e ogni core al cielo grato
lodi e grazie potrà alzar.
(si disperdono)
Briano e Aroldo in eguale costume di solitari compariscono da una vetta a destra; e scendono avviandosi alla casa.
[N. 9 - Scena e preghiera]
AROLDO
(guardando verso la parte onde s'odono ancora de' canti)
Cantan felici!... Ed io l'inferno ho in core!...
Mi tradia l'infedele!...
Ah che odiarla dovrei... Pur l'amo ancora!...
BRIANO
Ti calma... Rientriamo... È tarda l'ora.
(la campana d'un prossimo villaggio suona l'ave)
AROLDO
La campana della sera!...
BRIANO
Che ne invita alla preghiera.
AROLDO
Orsù al ciel la mente alziamo.
(s'inginocchia)
BRIANO
Sì, preghiamo.
(fa lo stesso)
VOCI
(lontane)
Or via preghiamo.
AROLDO E BRIANO
Angiol di dio ~ custode mio,
prega per me,
tu mi proteggi, ~ m'ispira e reggi
m'affido a te.
(entrano in casa)
È notte; la luna che si sarà alzata durante la preghiera, viene coperta da grosse nubi; il vento impetuoso soffia e sconvolge il lago.
Montanari e Donne da varie parti, poi Egberto, Mina, e due Barcaiuoli.
[N. 10 - Burrasca]
VOCI
(lontane)
Al lago.
ALTRE
(da altra parte)
Al lago.
ALTRE
(più vicino)
Al lago.
(scoppia l'uragano, il cielo è squarciato da spessi lampi; s'ode lo scroscio de' fulmini. I Montanari accorrono chi sulla cima delle colline, chi alla sponda gridando)
TUTTI
Maina a poppa.
CORO
Iº
A te, a prora...
(gettano una fune)
IIº
Tira... forte.
DONNE
Gran dio pietà di lor!... Gran dio, li salva...
(dopo vari sforzi, tirata dalla fune, comparisce una barca mezza franta, co' la vela squarciata. Vi sono due barcaiuoli, Mina ed Egberto)
TUTTI
Approda!... È salva!...
(la tempesta è calmata, i viaggiatori scendono a terra)
EGBERTO
[N. 11 - Scena, terzetto e quartetto finale]
CORO
Bussate a quella porta... Ivi dimorano,
e ospitarvi potran due solitari.
(partono tutti)
Egberto e Mina.
MINA
Ah! Più non reggo... Ohimè! Sento mancarmi...
Meglio saria morire.
EGBERTO
MINA
E i nostri servi?
EGBERTO
MINA
Povero padre mio... perdona a questa
disgraziata donna
che lo seguì fuggente
da' luoghi ove punita fu cotanto.
EGBERTO
Detti ed Aroldo.
AROLDO
(dall'interno)
Chi v'ha?...
EGBERTO
AROLDO
(comparendo sulla soglia)
Ben giunga lo straniero al tetto mio.
MINA
(Qual voce mai!...)
AROLDO
(avanzandosi)
Chi geme?
MINA
Un'infelice...
(correndo a' suoi piedi)
AROLDO
Mina!...
MINA
Aroldo!
TUTTI
Oh dio!...
AROLDO
Ah da me fuggi, involati,
né t'appressar più mai...
I cari miei, la patria,
tutto per te lasciai...
Qui volli in pace vivere,
sottrarmi al disonore,
e tu vi giungi a schiudermi
novello incendio al core?...
Va'... Non volermi astringere
a maledirti ancor.
EGBERTO
MINA
Pace, mio padre, calmati.
Ripartiremo or ora;
lo stesso tetto accogliere
non puote entrambi ancora.
(ad Aroldo)
Sì, troppo fui colpevole,
indegna ne son io;
ma se al tuo piè qui trassemi
alto voler di dio,
un solo accento, l'ultimo,
ascolta, Aroldo, ancor.
Detti e Briano dalla casa.
MINA
Allora che gli anni avran domo il core,
e bianco il mio crine sarà pe 'l dolore;
allor che questi occhi fien muti di pianto,
e alfin l'ora estrema suonare m'udrò...
non torni la speme, la speme soltanto
che allora perdonata almeno morrò.
AROLDO
(Ah troppa è la prova!... Non regge il mio core!...
Commosso mi sento da tanto dolore!)
EGBERTO
BRIANO
Il giusto un dì ha detto: il sasso scagliato
sia primo da quegli ch'è senza peccato;
e allor perdonata la donna si alzò.
EGBERTO E BRIANO
Perdona.
AROLDO
(Le lacrime frenare non so!)
MINA
Aroldo!... Che veggo!... Ah spero in quel pianto!...
EGBERTO E BRIANO
Ti placa, deh cedi...
MINA
Io pur piansi tanto...
EGBERTO E BRIANO
Aroldo!...
MINA
Perdona.
AROLDO
(come ispirato)
Sì, sei perdonata.
MINA
Ah grazie, gran dio!...
(s'abbracciano)
MINA E AROLDO
Per sempre al mio cor.
TUTTI
Oh istante sublime!
MINA
Oh gioia insperata!
TUTTI
Trionfi la legge divina d'amor!
Fine del libretto.
Generazione pagina: 14/01/2016
Pagina: ridotto, rid
Versione H: 3.00.40
(W)