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Aroldo

AROLDO

Libretto in quattro atti.

Versione sintetica a cura di www.librettidopera.it.

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Libretto di Francesco Maria PIAVE.
Musica di Giuseppe VERDI.

Prima esecuzione: 16 agosto 1857, Rimini.


Personaggi:

AROLDO cavaliere sassone

tenore

MINA di lui moglie, figlia di

soprano

EGBERTO vecchio cavaliere vassallo di Kenth

baritono

BRIANO pio solitario

basso

GODVINO cavalier di ventura ospite d'Egberto

tenore

ENRICO cugino di Mina

tenore

ELENA sua cugina

mezzosoprano

JORG servo d'Aroldo che non parla

altro


Coro e comparse: Cavalieri crociati, Gentiluomini e Dame di Kenth, Scudieri, Paggi, Araldi, Cacciatori, Sassoni, Paesane scozzesi.

Epoca il 1200 circa. Scena, pei primi tre atti la dimora d'Egberto presso Kenth; pe 'l quarto le sponde del lago Loomond in Scozia.

Atto primo

[Sinfonia]

Scena prima

Salotto nella dimora d'Egberto. Gran finestra nel mezzo fuor della quale si vedranno i merli del castello. Sonvi porte laterali, tavola coll'occorrente per scrivere, sedie, ecc...
La stanza è vuota. Interni canti dalla destra indicano la fine d'un banchetto.
Coro.

[N. 1 - Introduzione e aria di Aroldo]

Tocchiamo!... A gaudio insolito

dischiudasi ogni cor!...

Al prode Aroldo, al reduce

di Palestina, onor!...

Per lui di Kenth più splendida

la stella sfolgorò.

Finché avran vita i secoli

il nome suo eternò.

Tocchiamo!... Poiché intrepido

corone egli mieté,

soave ed ineffabile

d'amore avrà mercé.

Chi forte potea vincere

l'infido saracen

godrà posarsi placido

di fida sposa in sen.

Scena seconda

Mina agitata, dalla destra.

MINA

Ciel, ch'io respiri!... Il gaudio del convitto,

onde si plaude al reduce mio sposo,

supplizio era per me!... Che feci mai!...

Qual fantasima ovunque il mio delitto

m'appar!... Mi lacera il rimorso!... Temo

che ognun mi legga a lettere di fuoco

scolpita in fronte la parola: Colpa!...

Salvami tu, gran dio!...

Tu che mi leggi in core

e sai l'angoscia, e il pentimento mio!...

Egli viene!...

Scena terza

Detta, Aroldo e Briano dalla destra.

AROLDO

Perché sì triste?

MINA

Oh Aroldo...

AROLDO

Tu se' commossa!...

MINA

Dopo

tanti perigli...

AROLDO

È vero, senza questo

pietoso solitario

me spento forse piangeresti, o donna.

Ferito ei mi raccolse ad Ascalona,

la vita mi serbava... i santi luoghi

noi visitammo uniti... sulla sacra

tomba giurammo d'esserne campioni,

e vivere indivisi...

MINA

Ed egli sia

l'angiol di questo tetto protettore...

BRIANO

Per sempre dalla colpa e dal delitto

la mano lo preservi del signore.

(entra nelle stanze a sinistra)

Scena quarta

Aroldo e Mina.

AROLDO

Sotto il sol di Siria ardente,

ricoperto d'aspre maglie

questo cor nelle battaglie

non tremava che per te.

MINA

(Ah! Tai detti qual rovente

lava piombano su me!)

AROLDO

Lorché giacqui per ferita

lungamente spasimando,

solo, ah! solo a te pensando

si leniva il mio dolor.

MINA

(Quanto amore!... Ah di mia vita

fia il rimorso struggitor!)

AROLDO

Ma!... Lacrime ti grondano!...

Tu tremi!... Non m'inganno!...

Ti cruccia ascoso affanno?...

Parla al tuo sposo...

MINA

No.

AROLDO

No?... Dunque allor sorridimi;

oggi del nostro imene

ricorre la memoria...

MINA

Lo so... (Che orrende pene!)

AROLDO

Dal cielo benedivane

oggi la madre mia...

(le prende la mano)

oggi il suo anel... che fia!...

Non l'hai?... L'anel dov'è?...

MINA

L'anello?

(alzandosi)

AROLDO

Ebben, parlatemi...

MINA

Ah!...

AROLDO

Non c'è più!... Perché?...

Ah bada!... La sua perdita

per noi saria fatale!

Coll'ultimo suo vale

la madre mia me 'l diè.

Pria che smarrirlo un fulmine

piombar dovea su noi;

dovea gli abissi suoi

aprir la terra a me.

(squillo interno di trombe)

Scena quinta

Detti e Briano dalla sinistra.

BRIANO

I tuoi giungono... vieni...

AROLDO

Brian!... Son teco...

(poi a Mina)

A te ritorno tosto.

(escono dalla destra)

Scena sesta

Mina, quindi Egberto guardingo dalla sinistra.

[N. 2 - Scena e duetto]

MINA

Tosto ei disse!... Mio dio!... Perduta sono!...

(s'abbandona sopra una sedia col volto tra le mani)

EGBERTO

(Oh miei sospetti!... Di chiarirvi è tempo!...

Di mia casa l'onore alto lo impone...

O Godvino, se il macchiasti, trema.)

MINA

(scuotendosi prende la penna)

Sì, sì, è deciso... il tutto a lui si sveli...

(scrive)

EGBERTO

(impadronendosi improvvisamente del foglio)

Che fai?...

MINA

(spaventata)

Mio padre!...

EGBERTO

A Godvino scrivi?

MINA

Io?... No.

EGBERTO

Silenzio...

(legge)

«Aroldo,

di voi non son più degna!»...

Non m'ingannava dunque, o sciagurata!...

MINA

Più tacer non potea... Soffriva troppo...

EGBERTO

Ed ei?... Disperazione,

morte per lui qui stanno.

(indicando il foglio)

MINA

Ciel!

EGBERTO

Sì, la morte...

MINA

Ah no, ch'ei viva, o dio!

Ingannarlo dovrò?... No, no 'l poss'io.

EGBERTO

Dite che il fallo a tergere

la forza non ha il core;

che de' rimorsi il demone

troppo vi fa terrore;

dite ch'è men difficile

all'anima spergiura

svelar la colpa impura

che morte a lui darà.

Non basta a voi l'infamia,

essere vil volete!...

MINA

Padre!...

EGBERTO

Sì, vil... ma uditemi

Aroldo salverete...

D'amore immeritevole

dovrete amor subire!...

MINA

No.

EGBERTO

È d'uopo l'obbedire...

MINA

Mai.

EGBERTO

Mai?

MINA

No, non sarà.

EGBERTO

Ed io pure innanzi agli uomini

dovrò l'ira soffocare?

La vergogna dovrò vincere,

voi mia figlia ancor nomare?

Voi l'indegna che detesto,

voi del padre disonor?...

MINA

Oh qual fate orrendo strazio

d'una misera pentita!...

Non vi dicon queste lacrime

che già troppo son punita?...

Non volente fui nel lezzo

trascinata dell'error...

EGBERTO

Basti adesso, quel pianto tergete.

MINA

Ah no 'l posso...

EGBERTO

Non più, lo dovete.

MINA

No, no 'l posso...

EGBERTO

È di padre volere.

MINA

Non lo posso...

EGBERTO

È di moglie dovere...

Or d'Aroldo lo esige la vita...

MINA

(Me infelice!...)

EGBERTO

Lo vo'...

MINA

Chi m'aita!

EGBERTO

Or meco venite, il pianto non vale;

nessuno sospetti l'evento fatale.

Sia come in sepolcro celato l'errore,

lo esige, lo impera del sangue l'onore.

Sia Aroldo all'amore del mondo serbato

se il vostro perdeva mutabile cor.

MINA

Orrenda parola!... Per sempre perduto!...

Il pianto si celi, il duolo sia muto;

sorrida serena nel volto la calma,

nasconda l'atroce procella dell'alma!...

Perduto!... Perduto!... Eppure adorato

qual cosa celeste fu sempre dal cor.

(entrano alla sinistra)

Scena settima

Fuga di sale illuminate a gran festa. Nella prima sonvi mobili dell'epoca, sopra uno de' quali è un libro chiuso da fermaglio con chiave.
Dame, Cavalieri, s'incontrano e si dirigono a diverse parti. Per un istante non li si vedrà che nel fondo; poi Godvino e Briano.

[N. 3 - Finale I]

GODVINO

(entra cautamente dalla destra)

(O Mina tu mi sfuggi,

ed io cotanto t'amo!...

Ecco il suo libro... ed eccone

la chiave...)

(trae di tasca la chiave ed uno scritto, tenendo sempre le spalle volte a destra)

BRIANO

(entrando dalla destra)

(Ciel, che vedo!... Quale trama!)

GODVINO

(chiudendo il biglietto nel libro)

(Saprò così mia sorte.)

BRIANO

(D'Aroldo è amico! E qual?... No 'l ravvisai!)

(Godvino si confonde tra nuovi invitati ch'entrano, e sono raggiunti dai primi. Si canta il seguente)

CORO

È bello di guerra dai campi cruenti

al tetto natale tranquilli tornar!

È dolce a' suoi cari, felici, plaudenti

la serie de' corsi perigli narrar.

Scena ottava

Detti. Enrico abbigliato come Godvino, poi Aroldo, Mina al braccio di Egberto, Elena, Scudieri, Paggi, ecc.

(Enrico stende la destra a Briano, non ottenendo risposta che d'un freddo inchino)

BRIANO

(Forse costui!)

(Enrico si ferma a caso presso la tavola, prende il libro, e trovatolo chiuso lo lascia, e si confonde agli altri)

(fissandolo)

(È desso!... Si discopra

il mistero... Puniscasi la colpa...)

(va frettoloso ad Aroldo ch'entra, e mentre Egberto, Mina e gli altri cordialmente intrattengosi, lo trae sul davanti della scena e rapidamente gli dice)

Vedi quel libro?

AROLDO

Il vedo.

BRIANO

Ivi s'attenta

all'onore...

AROLDO

Di chi?...

BRIANO

Al tuo forse.

AROLDO

Cielo!

BRIANO

Vi fu chiuso uno scritto.

AROLDO

E chi 'l celava?

BRIANO

(indicando Enrico)

Mira.

AROLDO

(con mal represso impeto)

Enrico!... Oh inferno!...

(affollandosi intorno ad Aroldo, che rimane cupamente concentrato)

TUTTI

Per te della croce, possente guerriero

che tanto di Kenth crescevi l'onor

ogn'alma ha qui un voto, costante, sincero:

s'infiorin tuoi giorni di pace, d'amor.

EGBERTO

Eterna vivrà in Kenth la memoria

del glorioso istante

in cui m'è dato accorvi nel mio tetto.

Ed or di re Riccardo alcuno esponga

le gesta in Palestina.

CORO

Aroldo... a voi... narrate.

AROLDO

Io?... No...

ENRICO

Al comun desio

v'arrendete...

AROLDO

Voi pur?...

ENRICO

Sì.

AROLDO

Sì?... Ascoltate.

Vi fu in Palestina tal uomo che indegno

l'onor d'un amico d'insidia fe' segno.

A libro racchiuso fidava uno scritto

che il calle appianargli dovea al delitto.

Un vecchio, vegliando dall'ospite il lare

la tresca nefanda giungeva a svelare!...

Il vil che tradiva la fede, l'onore,

accerchi tremendo l'eterno furore...

Ma storia simile qui un vate narrò;

gli stessi suoi detti ripetervi vo'...

(prende il libro)

MINA

Ah!...

AROLDO

Chiuso!...

ELENA

Ne ha Mina la chiave...

MINA

(Gran dio!...)

AROLDO

Apritelo dunque...

MINA

Che dite?

AROLDO

Il voglio.

MINA

Io!

AROLDO

Aprite voi, lo replico,

è inutile il terrore.

D'un vile traditore,

qui la condanna sta.

TUTTI

Oh qual m'invade ed agita

terribile pensiero!...

Fatal, fatal mistero

quel libro svelerà!

AROLDO

(a Mina)

No 'l volete? Farollo io stesso.

(rompe il fermaglio, cade il biglietto)

Uno scritto!...

MINA

(Gran dio!)

EGBERTO

(ad Aroldo raccogliendolo)

V'arrestate

non v'è legger tal foglio concesso...

Chi lo scrisse, cui spetti ignorate...

AROLDO

(trasalendo)

Io no 'l curo... rendetelo... il vo'.

EGBERTO

(con dignità)

Vecchio sono...

AROLDO

Rendetelo...

EGBERTO

No.

AROLDO

(ad Egberto trasalendo)

Chi ti salva, o sciagurato,

dallo sdegno che m'accende?

Cieco l'ira già mi rende,

più non freno il mio furor.

MINA

(ad Aroldo)

(frapponendosi fra Aroldo ed Egberto)

È mio padre!... L'ira vostra

su me tutta cada alfine,

ma le nevi di quel crine

rispettatele signor.

EGBERTO

(piano a Godvino)

Nel recinto dei sepolcri

da me atteso or or sarai,

armi a scelta troverai,

ti precedo, o traditor.

GODVINO

(a Egberto)

Freno all'ira... io non la temo;

se ch'io sia voi conoscete,

sconsigliato invero siete

nel gridarmi traditor.

BRIANO E CORO

A turbar la bella calma

che spirava in ogni petto

certo un demone il sospetto

ad Aroldo lanciò nel cor.

Atto secondo
Scena prima

Antico cimitero del castello di Kenth. Nel centro è una croce con gradini; a destra la porta d'un tempio internamente illuminato, a cui si ascende per grandiosa scalea: a sinistra più in fondo si vede il castello. La luna fiocamente rischiara le sparse tombe qua e là ombreggiate da secolari cipressi. Una tra quelle è recente.
Mina dal fondo a sinistra agitatissima.

[N. 4 - Scena e aria]

MINA

Oh cielo!... Ove son io!...

Qui mi trascina irrestibil possa!...

In ogni tomba sculto

in cifre spaventose

il mio delitto io leggo!...

Il murmure d'ogni aura mi par voce

che un rimprovero suoni!...

(s'aggira barcollando fra i sepolcri)

Ah di mia madre è questo il santo avello!...

Ella sì pura!... Ed io!...

Madre!... Madre, soccorri al dolor mio.

Ah dagli scanni eterei,

dove beata siedi,

alla tua figlia volgiti,

l'affanno suo deh! vedi.

Queste pentite lacrime

offri all'eterno trono,

e se i beati piangono,

piangi tu pur con me.

Non vorrà il suo perdono

negarmi iddio per te.

Scena seconda

Detta e Godvino.

GODVINO

Mina!

MINA

Voi qui!... Non profanate questo

santo loco... Lasciatemi alle preci...

GODVINO

Ingrata!... Io v'amo sempre...

MINA

Ah! Tal parola

non v'esca più dal labbro, e se d'onore

più stilla è in voi, l'anello

di colpevole amor pegno funesto

rendetemi, fuggite.

GODVINO

No... mai... v'amo; a difendervi qui resto.

MINA

Ah dal sen di quella tomba

cupo fremito rimbomba!...

Scellerato fu l'accento

che lo giunse a provocar.

Di mia madre l'ombra irata,

già ne sorge, su me guata!...

Oh terrore!... Già mi sento

dal suo labbro fulminar.

Ah fuggite!... Il mio spavento

si raddoppia a voi dinante,

maledetto sia l'istante

che vi scesi ad ascoltar.

Scena terza

Detti ed Egberto, che viene dal fondo a sinistra, chiuso in mantello. Egli ha due spade.

[N. 5 - Duetto, quartetto e finale II]

GODVINO

(freddamente)

Io resto...

MINA

Aroldo allora saprà tutto.

EGBERTO

(entrando fra loro)

Ei tutto ignorerà...

MINA

Padre!

EGBERTO

(a Mina)

Partite.

MINA

Ah m'ascoltate, o padre...

EGBERTO

(severo)

M'obbedite.

(Mina parte dalla sinistra)

Scena quarta

Egberto e Godvino.

EGBERTO

Scegli...

(gettando il mantello, e presentandogli le spade)

GODVINO

Un duello?

EGBERTO

Sì, e mortale.

GODVINO

Ma la sorte non è eguale...

EGBERTO

Tu ricusi?... Al mondo in faccia

vo' insultarti...

GODVINO

La minaccia

io non curo... Fia lodato

chi avrà un veglio rispettato.

EGBERTO

Se' un infame, un vile indegno...

né ancor t'ecciti allo sdegno?...

Dunque in te l'onore è spento?...

GODVINO

Io sto muto al vostro accento.

EGBERTO

Oh mia rabbia!... Ebbene, ascolta...

GODVINO

Basti!...

EGBERTO

M'odi anco una volta;

s'ora invano t'ha gridato

vile, infame il labbro mio,

fare a tutti disvelato

chi tu sia, saprò ben io.

GODVINO

Basti, Egberto...

EGBERTO

Venturiero

che t'avvolgi nel mistero.

Non sai tu ch'io farò noto

come il padre ti sia ignoto?...

GODVINO

(furente)

Ah! Una spada!...

EGBERTO

Grazie o sorte!

(presenta le spade a Godvino, che ne prende una)

GODVINO

Una spada!... In guardia...

EGBERTO

A morte.

EGBERTO E GODVINO

Nessun demone, niun dio

a' miei colpi ti torrà.

Col tuo sangue il furor mio

l'onta infame tergerà.

(si battono)

Scena quinta

Detti ed Aroldo dal tempio.

AROLDO

(dalla gradinata)

Qual rumore!... Un duello!... Abbassate

or quell'armi...

EGBERTO E GODVINO

Tu!... Aroldo!...

AROLDO

(si sarà avvicinato)

Voi siete!...

Santo è il loco che sì profanate.

I sepolcri col piede premete

sopra il capo la croce vi sta.

EGBERTO

(a Godvino)

Vieni altrove...

AROLDO

Dio pur vi sarà.

EGBERTO E GODVINO

Ne lasciate... un di noi dée morire.

AROLDO

Io saprovvi dovunque seguire.

EGBERTO

Dimmi, scordi a chi parli?...

AROLDO

Di dio

ora parlo nel nome... Ascoltarmi

solo spetta qui a voi...

(entra fra loro)

Giù quell'armi;

sia l'offesa coperta d'oblio...

Il fratello al fratello perdoni...

EGBERTO

Mai.

AROLDO

(a Godvino)

Più giovin, l'acciar pria deponi...

la tua destra...

(lo disarma, e gli stringe la mano)

EGBERTO

(a Godvino)

La man stringi dell'uom ch'hai tradito?...

AROLDO

Ah!... Tradito!...

EGBERTO

(Che dissi!)

AROLDO

(a Egberto)

Parlate?

EGBERTO

No, lasciatemi.

AROLDO

Il vo'... Terminate.

Scena sesta

Detti e Mina dal fondo a sinistra.

MINA

(indietro)

(Suon qui d'armi!)

AROLDO

(ad Egberto)

Si sveli il mistero.

MINA

(avanzandosi)

Che fu?

EGBERTO E GODVINO

Mina!...

AROLDO

(vedendola)

Saprò alfine il vero.

MINA

Grazia, Aroldo...

AROLDO

(a Mina)

Che parli?

EGBERTO

(Oh ciel!)

AROLDO

Grazia!...

Era dunque costui!...

EGBERTO

(Quale orror!)

AROLDO

Era vero?... Ah no... È impossibile...

Che ho mentito, almeno dite...

Un accento proferite...

Vi scolpate per pietà...

Ma tu taci!... Ah tolto è il dubbio...

il mio piè ti schiaccerà.

(Mina spaventata si allontana da lui)

MINA

(Ah scoppiata è ormai la folgore

che ruggia sulla mia testa,

e la vita che mi resta

lenta morte mi sarà!...

Dio, che padre sei de' miseri,

non negarmi tua pietà.)

EGBERTO

(a Godvino indicando Mina)

Or da dio con quelle lacrime

è il destino tuo già scritto...

Reo tu sei di tal delitto,

che più inulto non andrà.

S'ora fu sospeso il fulmine,

più tremendo poi cadrà.

GODVINO

(ad Egberto)

Pronto son: che più tardasi?

me tremante non vedrai;

dal mio braccio apprenderai

s'io conosca la viltà.

Nuova pugna inevitabile

l'onor mio vendicherà.

EGBERTO

(ad Aroldo)

Dessa non è, comprendilo,

che devi ora punire...

AROLDO

(ad Egberto)

Ah veggo chi è il colpevole!

onor vi fe' brandire

quel ferro a vendicarmi...

non più...

(a Godvino strappando la spada di mano ad Egberto)

Riprendi l'armi...

GODVINO

Contro di voi!... No 'l vo'.

AROLDO

Difenditi!...

GODVINO

No, no.

AROLDO

Non odi in suon terribile

gridarti queste tombe:

trema, a punirti, o perfido,

l'ora fatal tuonò!...

CORO

Non punirmi, o signor, nel tuo furore,

o come nebbia al sol dileguerò dal tempio

miserere di me, pietà, signore...

miserere, e tue glorie canterò.

Scena settima

Detti e Briano dal tempio.

BRIANO

(dalla soglia)

Aroldo?...

AROLDO

Quali canti?...

(gli cade la spada di mano)

BRIANO

(raggiungendolo)

Son de' pietosi oranti...

AROLDO

È vero!...

BRIANO

Il cielo pregano...

AROLDO

Il cielo!... Ah!...

BRIANO

Torna in te.

AROLDO

Me disperato abbruciano

ira, infernal furore...

tranquillo la man gelida

voi mi gravate al core...

Ah fate prima ch'ardermi

le vene cessi il sangue,

e la virtù che langue

sarà più forte in me.

Lasciatemi... lasciatemi...

tutto il mio cor perdé.

(il canto è ripreso)

BRIANO

Non odi?...

TUTTI

Istante fiero!

BRIANO

(solenne avvicinandolo)

Crociato e cavaliero

rammento i giuramenti...

quel canto, quegli accenti

di dio la voce sono...

AROLDO

È ver!...

(s'inginocchia)

TUTTI

Pace, perdono.

AROLDO

(sorge trasalendo)

Perdon!... Giammai... la perfida

sia maledetta.

TUTTI

O cielo!

(Mina cade alle ginocchia d'Aroldo)

BRIANO

Da questa croce agli uomini

il giusto ha perdonato.

AROLDO

La croce!... Ahimè!... Qual gelo!

(va barcollando)

io muoio!...

(cade sui gradini)

TUTTI

Oh sventurato!

Atto terzo
Scena prima

Anticamera nella dimora d'Egberto che mette a vari appartamenti. Sopra una tavola è l'occorrente per scrivere.
Egberto entra pensoso per leggere uno scritto.

[N. 6 - Scena e aria]

EGBERTO

Ei fugge!... E con tal foglio

Mina a seguirlo tenta!...

Infame!... Egli s'invola a mia vendetta!...

O spada dell'onor che per tant'anni

cingevi il fianco del guerriero antico,

e nei cimenti a lui mietevi gloria,

vanne lungi da me... Più non ti merto...

(getta la spada)

E ch'è la vita mai senza l'onore?...

È un'onta... ebben si tolga...

Sì, sì un istante, e tutto sia finito...

(s'appressa al labbro un anello, e poi s'arresta)

Ma, lasciar tutto... Aroldo... la mia figlia!...

La mia colpevol figlia!... Che!... una lacrima!

Lacrima il ciglio d'un soldato!... Oh quanto

sei tu grande, o dolor!... Mi strappi il pianto.

Mina pensai che un angelo

in te mi desse il cielo,

raggio d'amor purissimo

degli anni miei sul gelo...

Stolto!... Sognai!... Sparita

la gioia è di mia vita;

una innocente lacrima

spirando non vedrò;

solo seguace al feretro

il disonore avrò.

(siede commosso e scrive)

Scena seconda

Detto, poi Briano astratto dalla destra.

EGBERTO

Ah si finisca... Aroldo, Aroldo... Addio

estremo...

(suggella il foglio, poi riprende l'anello per suggerne il veleno)

BRIANO

Ei qui verrà...

EGBERTO

(sorpreso arrestandosi)

Chi?

BRIANO

Voi!... d'Aroldo

cerco.

EGBERTO

È inaccesso a tutti...

BRIANO

A me no 'l fia,

quando saprà raggiunto il fuggitivo.

EGBERTO

Che di'?...

BRIANO

Ei verrà tra poco.

(entra a sinistra nella stanza d'Aroldo)

Scena terza

Egberto solo.

Godvino qui verrà!...

In questo tetto uno di noi morrà.

Oh gioia inesprimibile,

che questo core inondi,

è troppo, è troppo il palpito

che in tutto me diffondi!

Convulsa provo un'estasi

che quasi par deliro!...

La voce ed il respiro

mancar già sento a me!

Vendetta!... Ah vieni, affrettati,

rinascerò per te.

(parte dalla destra)

Scena quarta

Aroldo dalla sinistra, poi Godvino dalla destra.

[N. 7 - Scena e duetto]

AROLDO

L'istante s'avvicina!...

O santa terra, o campi d'Ascalona

del sangue mio bagnati!...

O sole d'oriente che la croce

baciasti sculta sulla mia lorice,

è cruda in ver questa mercé ch'io colsi!...

Ma giunge alcuno!... È desso!... Il tuo furore

in te racchiudi, né tradirmi, o core.

(siede)

GODVINO

Ricercare mi feste?

AROLDO

Sì.

GODVINO

Prevedo

le accuse.

AROLDO

Non un detto.

GODVINO

Non m'opporrò a vendetta se bramate...

AROLDO

Solo ho un'inchiesta.

GODVINO

Quale?

AROLDO

Che fareste

se pur libera fosse

Mina?

GODVINO

Che dite?

AROLDO

Io chiedo, rispondete.

GODVINO

A impossibil supposto?

(Jorg comparisce)

AROLDO

Jorg?... s'avverta

Mina, che qui l'attendo...

(Jorg riparte)

GODVINO

E che cercate?

AROLDO

Saper s'è a voi più cara

colpevol libertade, o l'avvenire

di donna che perdeste...

là tutto udrete...

(lo conduce e chiude in una stanza laterale a sinistra)

GODVINO

(entrando)

Cielo!...

Scena quinta

Aroldo e Mina dalla destra.

AROLDO

Inevitabil fu questo colloquio

prima di separarci...

MINA

Che!... Partite?

AROLDO

Sì... questa sera...

MINA

Voi!... Come?

AROLDO

Udite.

AROLDO

Opposto è il calle che in avvenire

la nostra vita dovrà seguire.

Col guardo fisso soltanto in dio

vo' rassegnato correre il mio...

Voi stretta all'uomo del vostro core,

trarvi potrete dal disonore.

MINA

Che dite?...

AROLDO

Quando ci unimmo sposi

al vostro amore col mio risposi...

or fra noi tutto, tutto è cangiato;

l'infausto nodo sarà troncato...

Quest'atto il frange...

(le presenta un foglio)

MINA

Cielo!... Un divorzio?

AROLDO

È qui, segnatelo... Firmato io l'ho.

MINA

Pietà, pietade, non mi scacciate...

o all'onta, al duolo soccomberò...

Sì crudo, Aroldo, non vi mostrate...

(Ahimè! che il pianto frenar non so!)

AROLDO

Credete che per lacrime

si scemi il dolor mio?...

Che l'onta incancellabile

si terga dall'oblio?...

Che rassegnato accogliere

io possa il disonor?...

Ah vivon quanto l'anima

le offese dell'onor!...

MINA

A me quell'atto... Datelo.

(glielo toglie di mano)

AROLDO

Firmate?...

MINA

Sì.

AROLDO

(Che ascolto?)

MINA

Trama pensaste il piangere...

ora tal dubbio è sciolto...

(firma)

entrambi siamo or liberi;

tutto fra noi cessò.

(gli rende lo scritto)

Ora il potrete... Uditemi...

AROLDO

Non più, signora...

MINA

(trattenendolo)

Il vo'.

Non allo sposo, al giudice

rivolgo il detto mio...

I rei fin dal patibolo

clemente ascolta iddio...

la donna or più non supplica,

qui la colpevol sta.

AROLDO

Lasciatemi... lasciatemi...

MINA

Lo esigo...

(cade ai suoi piedi)

Giudicatemi

come fossi a dio presente

il mio labbro qui non mente...

s'ho fallito, l'alma è pura,

né il mio duolo ebbe misura...

D'altri donna andar dovrei

per redimermi all'onore?...

E sorvivere potrei

discacciata dal tuo core?...

AROLDO

Basti... Basti...

MINA

D'altri moglie!

Ah! Voi dunque non capite

l'amor mio?...

AROLDO

Amor!... Che dite?

MINA

V'amai sempre... Sempre v'amo;

testimone iddio ne chiamo...

AROLDO

Ma colui!...

MINA

Fu tradimento...

AROLDO

Vi tradiva?...

MINA

Sì.

AROLDO

Fia spento,

io n'ho il dritto...

MINA

Cielo!...

AROLDO

(indica la stanza)

È là.

Scena sesta

Detti. Egberto dalla sinistra con spada insanguinata alla mano; Briano dalla destra.

EGBERTO

Non v'è più.

MINA

Che?...

BRIANO

Un'uccisione?

AROLDO

Un duello?

EGBERTO

Un'espiazione.

Chi poteva il disonore

rivelar, estinto è già.

(parte dalla destra)

BRIANO

Vieni al tempio del signore,

virtù nuova avrai colà.

Scena settima

Aroldo, Mina e Briano.

AROLDO

Ah sì, voliamo al tempio,

fuggiam le inique porte;

delitto solo e morte

qui l'uomo vi stampò.

Ai seduttori esempio

rimanga questo tetto...

Iddio l'ha maledetto,

d'infamia il fulminò.

MINA

Ah dunque non v'ha in terra

conforto al mio dolore?...

D'involontario errore

perdono non avrò?...

Clemente iddio disserra

di tua pietà il tesoro,

col palpito t'imploro

del cor che non peccò!

(Aroldo è tratto altrove da Briano; Mina siede tramortita, e cade la tela)

Atto quarto
Scena prima

Profonda valle in Scozia. La riva del lago Loomond si vede in prospetto. Monti praticabili, coperti di selve a destra e sinistra, dov'è un pineto presso cui una modesta casa. Cade il sole.
Lontani suoni di cornamuse e corni si appressano. Voci di Pastori, Donne e Cacciatori, che scendono dai monti e s'incontrano sulla scena.

[N. 8 - Coro]

CACCIATORI

Sparve il sole... Il calle è scuro;

lascia i boschi, o cacciator.

PASTORI

Cade il giorno... Asil sicuro

trovi il gregge col pastor.

DONNE

Vien la notte! All'abituro

torna carco il mietitor.

PASTORI

(scendendo)

Viva!...

CACCIATORI

(scendendo)

Amici!...

DONNE

Oh lieto dì!

CACCIATORI

Lieto pur per noi finì.

Sulle rocce più scoscese,

nel più cupo delle selve

inseguito abbiam le belve,

né alcun colpo errato andò.

PASTORI

Colli aprichi, erbosi piani

furon pascolo all'armento:

dissetollo un rio d'argento,

poi l'ovil il ricovrò.

DONNE

Del meriggio a' rai cocenti

noi cogliemmo aurate spiche;

or torniam dell'ombre amiche

la fresc'aura a respirar.

TUTTI

Ah! Ogni giorno pari a questo

ne sorrida avventurato,

e ogni core al cielo grato

lodi e grazie potrà alzar.

(si disperdono)

Scena seconda

Briano e Aroldo in eguale costume di solitari compariscono da una vetta a destra; e scendono avviandosi alla casa.

[N. 9 - Scena e preghiera]

AROLDO

(guardando verso la parte onde s'odono ancora de' canti)

Cantan felici!... Ed io l'inferno ho in core!...

Mi tradia l'infedele!...

Ah che odiarla dovrei... Pur l'amo ancora!...

BRIANO

Ti calma... Rientriamo... È tarda l'ora.

(la campana d'un prossimo villaggio suona l'ave)

AROLDO

La campana della sera!...

BRIANO

Che ne invita alla preghiera.

AROLDO

Orsù al ciel la mente alziamo.

(s'inginocchia)

BRIANO

Sì, preghiamo.

(fa lo stesso)

VOCI

(lontane)

Or via preghiamo.

AROLDO E BRIANO

Angiol di dio ~ custode mio,

prega per me,

tu mi proteggi, ~ m'ispira e reggi

m'affido a te.

(entrano in casa)

Scena terza

È notte; la luna che si sarà alzata durante la preghiera, viene coperta da grosse nubi; il vento impetuoso soffia e sconvolge il lago.
Montanari e Donne da varie parti, poi Egberto, Mina, e due Barcaiuoli.

[N. 10 - Burrasca]

VOCI

(lontane)

Al lago.

ALTRE

(da altra parte)

Al lago.

ALTRE

(più vicino)

Al lago.

(scoppia l'uragano, il cielo è squarciato da spessi lampi; s'ode lo scroscio de' fulmini. I Montanari accorrono chi sulla cima delle colline, chi alla sponda gridando)

TUTTI

Maina a poppa.

CORO

A te, a prora...

(gettano una fune)

IIº

Tira... forte.

DONNE

Gran dio pietà di lor!... Gran dio, li salva...

(dopo vari sforzi, tirata dalla fune, comparisce una barca mezza franta, co' la vela squarciata. Vi sono due barcaiuoli, Mina ed Egberto)

TUTTI

Approda!... È salva!...

(la tempesta è calmata, i viaggiatori scendono a terra)

EGBERTO

Oh dio sia ringraziato.

[N. 11 - Scena, terzetto e quartetto finale]

CORO

Bussate a quella porta... Ivi dimorano,

e ospitarvi potran due solitari.

(partono tutti)

Scena quarta

Egberto e Mina.

MINA

Ah! Più non reggo... Ohimè! Sento mancarmi...

Meglio saria morire.

EGBERTO

Soffri per poco, avrem colà riposo.

(indicando la casa)

MINA

E i nostri servi?

EGBERTO

Dio vegli su loro.

MINA

Povero padre mio... perdona a questa

disgraziata donna

che lo seguì fuggente

da' luoghi ove punita fu cotanto.

EGBERTO

Non più... Qui posa, o Mina... Tergi il pianto.

(la fa seder sopra un sasso, e va a picchiar alla porta)

Scena quinta

Detti ed Aroldo.

AROLDO

(dall'interno)

Chi v'ha?...

EGBERTO

Accordate asilo al viandante.

AROLDO

(comparendo sulla soglia)

Ben giunga lo straniero al tetto mio.

MINA

(Qual voce mai!...)

AROLDO

(avanzandosi)

Chi geme?

MINA

Un'infelice...

(correndo a' suoi piedi)

AROLDO

Mina!...

MINA

Aroldo!

TUTTI

Oh dio!...

AROLDO

Ah da me fuggi, involati,

né t'appressar più mai...

I cari miei, la patria,

tutto per te lasciai...

Qui volli in pace vivere,

sottrarmi al disonore,

e tu vi giungi a schiudermi

novello incendio al core?...

Va'... Non volermi astringere

a maledirti ancor.

EGBERTO

La patria legge vindice

il sangue mio chiedeva.

E me fuggente ed esule

Mina seguir voleva;

delle tempeste l'impeto

la trasse a' piedi tuoi...

Aroldo, se più moglie

nomarla tu non puoi,

ancora ell'è mia figlia.

Rispettala, signor.

MINA

Pace, mio padre, calmati.

Ripartiremo or ora;

lo stesso tetto accogliere

non puote entrambi ancora.

(ad Aroldo)

Sì, troppo fui colpevole,

indegna ne son io;

ma se al tuo piè qui trassemi

alto voler di dio,

un solo accento, l'ultimo,

ascolta, Aroldo, ancor.

Scena ultima

Detti e Briano dalla casa.

MINA

Allora che gli anni avran domo il core,

e bianco il mio crine sarà pe 'l dolore;

allor che questi occhi fien muti di pianto,

e alfin l'ora estrema suonare m'udrò...

non torni la speme, la speme soltanto

che allora perdonata almeno morrò.

AROLDO

(Ah troppa è la prova!... Non regge il mio core!...

Commosso mi sento da tanto dolore!)

EGBERTO

Quel pianto che sgorga pentito sincero

nell'alma ti scenda di pace foriero.

BRIANO

Il giusto un dì ha detto: il sasso scagliato

sia primo da quegli ch'è senza peccato;

e allor perdonata la donna si alzò.

EGBERTO E BRIANO

Perdona.

AROLDO

(Le lacrime frenare non so!)

MINA

Aroldo!... Che veggo!... Ah spero in quel pianto!...

EGBERTO E BRIANO

Ti placa, deh cedi...

MINA

Io pur piansi tanto...

EGBERTO E BRIANO

Aroldo!...

MINA

Perdona.

AROLDO

(come ispirato)

Sì, sei perdonata.

MINA

Ah grazie, gran dio!...

(s'abbracciano)

MINA E AROLDO

Per sempre al mio cor.

TUTTI

Oh istante sublime!

MINA

Oh gioia insperata!

TUTTI

Trionfi la legge divina d'amor!

Fine del libretto.

Generazione pagina: 14/01/2016
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Locandina Atto primo Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Atto secondo Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Atto terzo Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Atto quarto Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena ultima