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Arianna

ARIANNA

Intreccio scenico musicale a cinque voci.

Versione sintetica a cura di www.librettidopera.it.

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Libretto di Vincenzo CASSANI.
Musica di Benedetto MARCELLO.

Prima esecuzione: inverno 1726, Venezia.


Personaggi:

ARIANNA figliuola di Minosse re di Creta

soprano

FEDRA figliuola di Minosse re di Creta

contralto

TESEO figliuolo d'Egeo re d'Atene innamorato di Fedra

tenore

BACCO

basso

SILENO

basso


Coro di Marinai, Bessaridi, Satiri, Fauni, Villanelle e Seguaci di Bacco.

Il luogo è l'isola di Dia, o sia Nasso.

Argomento

Essendo Teseo col mezzo d'Arianna figliuola di Minosse re di Creta, innamorata di lui, uscito dal Labirinto, e rimasto vincitore del Minotauro, ed avendo a quella data la fede di sposo, s'accese poi di Fedra di lei sorella, e per goderne sicuramente, ambe persuase a fuggir seco nascostamente dal padre. Giunti all'isola di Dia, o sia Nasso, mentre Arianna dormiva nel padiglione sopra la spiaggia, fuggì Teseo con Fedra; quindi svegliata Arianna, scuoprendo la nave, in cui partivano lo sposo e la sorella, disperata voleva uccidersi. Ma ivi approdato Bacco che ritornava vincitore dagli Indi, la consolò, e la fece sposa, donandole una corona, dono appunto di Venere, ch'è la stessa la quale in cielo fu poi detta la Corona d'Arianna. Ciò che s'aggiunge per ridurre la favola a filo drammatico non altera punto il fatto, seguendo in fine la partenza di Teseo con Fedra, e restando a Bacco Arianna.

Le parole Fato, Destino, adorare, ecc. sono pure espressioni poetiche, non mai sentimenti di cuore cattolico.

Parte prima

Spiaggia di mare con padiglione socchiuso. Al lato bosco, e rupe che guarda lo stesso mare. Navi alla spiaggia.

Scena prima

Teseo, Fedra, Coro di Marinari.

CORO DI MARINARI

Su, nocchieri sciogliamo le vele,

ché del mare placata è già l'onda;

dileguato ogni nembo crudele,

or ne invita a partir dalla sponda.

TESEO

Fedra, il tempo quest'è: di gigli e rose

adorna il crin l'Aurora

che guida il Sole, e ne precorre i passi.

FEDRA

Ohimè, che da me stessa io mi divido.

TESEO

Guarda, se non t'affretti,

di non pianger per sempre un tal momento.

FEDRA

Su questo lido solitario ed ermo,

dovrò lasciar la mia germana? E teco

fuggir? E lunge andar dagli occhi suoi?

TESEO

E nulla men, se sposo tu mi vuoi.

FEDRA

Permetti, oh dio, che un bacio almen le porga.

TESEO

Come? S'ella si desta

dal grato sonno in cui riposa e giace,

quando n'andrem più mai soli, e sicuri?

FEDRA

Mi si conceda un solo guardo.

TESEO

E poi

tosto partiam. La vedi in sulle piume

giacer negletta, e con la bianca destra,

e con la guancia eburna,

(cui tu sola al par vai)

de' lini il bel candor vincer d'assai?

FEDRA

Dal padiglion la veggo.

TESEO

Ah! non destarla.

FEDRA

Addio germana.

TESEO

Piano.

FEDRA

Il ciel t'assista.

Parto: quando saprai ch'io t'ho tradita

ti priego, per pietà, perdona il fallo.

Dormi, né fia ch'io vegga il tuo dolore,

e del nostro destino incolpa amore.

So quanto piangerai

quando vedrai partito

colui che t'ha tradito

con tanta infedeltà.

E più, quando saprai,

ch'io quella, quella fui,

che il tolse agli occhi tuoi

e parte, e seco va.

Scena seconda

Teseo.

Qual mai gran pena a un cor dover a forza

di chi non puote amar fingersi amante!

Ma pure alfin non mi vedrò più al fianco

quel volto a me noioso.

Con l'adorata Fedra

andrò lontano: fremerà Arianna;

ma il suon de' suoi lamenti,

ch'io non udrò, disperderanno i venti.

Se appagar volesse il cielo

le querele degli amanti,

quanti, quanti

vibreria dall'alto i fulmini

contro noi di sdegno armato.

Ma di rado ei scaglia il telo

benché spesso ne minaccia;

poi con faccia

tutta luce, e pien di giubilo,

s'apre a noi vago, e placato.

Scena terza

Bacco, Sileno, Coro di Bessaridi, di Satiri, e Fauni.

BACCO

A terra, a terra. A ristorarsi alquanto

fermiamo in quest'arena.

Già ne invitò da lunge

il vago orror de l'isoletta amena.

CORO DI SATIRI

Ebbre bessaridi,

e fauni, e satiri,

suonate cembali,

e trombe, e timpani;

or che arriva

con lieto viva

il domatore dell'oriente.

DUE BESSARIDI

Miratelo che scende

dal carro d'or che splende,

e poi le tigri sciolte,

l'asta, e il tirso trattar con man possente.

DUE FAUNI

Mirate qual si smalta

di rose, gigli, e calta,

e tutto ameno ride

all'apparir del nume, il suol repente.

TUTTO IL CORO

Ebbre bessaridi,

e fauni, e satiri,

suonate cembali,

e trombe, e timpani;

or che arriva

con lieto viva

il domatore dell'oriente.

Scena quarta

Arianna, ch'esce svegliata dal padiglione, Bacco e Sileno in disparte.

ARIANNA

Qual suono strepitoso

mi toglie il sonno? e che sarà? ma dove

è Fedra la germana?

Come dal fianco mia tacita, e cheta

si tolse? è gita forse

al legno dov'è Teseo? ah, gelosia

come fuor del dovere, e a mio dispetto

tenti d'entrarmi in petto?

Ma ohimè, che sciolto il pino a gonfie vele

irne già veggo. Teseo... Fedra... o dio;

non v'è chi mi risponda.

Germana... Sposo...

BACCO

Alta ventura è questa.

ARIANNA

Misera, ognuno è sordo al par dell'onda.

SILENO

Temo che gridi invan...

ARIANNA

Così mi lasci

sposo crudel? dove te n' vai? Che, forse

m'abbandoni? ah spietato! E tal si lascia

del regnante di Creta

l'augusta prole?

BACCO

È Fedra, od Arianna?

ARIANNA

Con la sorella mia te n' fuggi, ingrato?

SILENO

Mi fa pietà.

ARIANNA

Infelice!

Deh, che farò qui sola, in fra gli orrori

d'una terra diserta? Ah, meglio fia

che finiscan quest'onde

con la mia vita ancor la pena mia.

Scena quinta

Detti.

BACCO

Ferma, che tenti? Principessa vivi,

e da me spera aita.

ARIANNA

Ah, che per me ogni speme,

misera, è già sparita.

BACCO

Al mio poter tutto ubbidisce, chiedi.

ARIANNA

Che chiederti poss'io, se non che torni

Teseo l'infido?

BACCO

Teseo?

ARIANNA

Egli mi diede

la fé di sposo, ed ora

con Fedra fugge in su volante prora.

BACCO

Con Fedra, a te germana?

Ed ancor l'ameresti?

ARIANNA

Non mai; ben di vederlo io bramerei

sol per rimproverarle i torti miei.

BACCO

S'altro non chiedi, ecco, lo traggo al lido.

ARIANNA

Veggiamlo, e se ciò sia, del suo delitto

farò che a me ragion renda l'infido.

BACCO

Re de' venti

dalle rupi tue profonde,

scuoti l'onde,

e di turbini stridenti

empi l'aria, agita il mar.

E quel legno

ch'io t'addito,

(qual partì da questo lido),

tratto a forza dal tuo sdegno

qui ritorni a naufragar.

ARIANNA

Ah, che vegg'io? Qual nera

procella insorge? Urla per ogni parte

l'instabile elemento: ah, vedi il pino,

qual mai guerra gli fa l'ira de' venti?

Ma già volge la prora a questa sponda.

Come sembra che voli! o come presto...

BACCO

Forza del mio potere.

SILENO

Attendi il resto.

ARIANNA

Che più?

BACCO

Frangers'il legno.

ARIANNA

E il caro sposo?

BACCO

E puoi amarlo ancora?

ARIANNA

E la cara germana?

BACCO

Quella che t'odia, e col tuo sposo or fugge?

Se n'hai pietà, riedasi al mar la calma,

e spiri al pino ancor l'aura seconda.

ARIANNA

No, tornino alla sponda.

SILENO

E poi?

ARIANNA

E poi sfogato

lo sdegno del mio cor contro l'ingrato,

l'aborro, e l'abbandono.

BACCO

Con tal fede ubbidisco, e pago io sono.

ARIANNA

Eccolo ormai vicino.

BACCO

Dietro di questa rupe

ascondiamci a goder del suo naufragio.

ARIANNA

O dio!

BACCO

Salvo e sicuro

resterà l'uno, e l'altra, io te lo giuro.

SILENO

Oh, come di costei

sì presto è innamorato il mio signore!

Dunque di Bacco anche trionfa Amore?

È più tenace

di vischio, o rete,

il crine, il guardo

d'una beltà.

Fugge da quegli

talor l'augello,

ma se da questi

un cor è colto,

non fia mai sciolto,

non mai n'uscirà.

Scena sesta

Teseo, Fedra.
Arianna, e Bacco in disparte.

TESEO

Miseri noi! L'abete è infranto, e l'onda

entra per ogni parte, e lo profonda.

FEDRA

Teseo, mio Teseo, aita.

TESEO

Non ti lascio, mia vita.

Ma, qual portento? Il mar già torna in calma.

FEDRA

E a sormontar le arene

la nave, che sdruscì, ponte diviene.

TESEO

Siamo in salvo.

FEDRA

Ma, o dio,

che dirà la germana

se avvista fia di nostra fuga?

TESEO

A lei

direm, che dalla sponda

furia ne trasse d'improvviso vento.

Quel che mi pesa, è di dover pur anco

rivederla con pena,

e il frutto perder de' tuoi dolci amori.

FEDRA

Quanto infelice io nacqui!

TESEO

Non paventar, saprà additarne il fato

altro mezzo a fuggir...

Scena settima

Esce Arianna furiosa, e detti.

ARIANNA

No, scellerato!

FEDRA

O dio, che veggio?

ARIANNA

Una regal donzella

tal s'abbandona in solitaria riva?

E tu Fedra crudele a me rapisci

chi era l'anima mia? quel che mi diede

la marital sua fede!

FEDRA

Che posso dir?

ARIANNA

Tu non rispondi, ingrato?

Hai sì tosto obliato

il tuo dover, la mia prestata aita,

la fuga mia dal padre!

TESEO

Arianna, t'accheta: a te mi rendo

pentito, e fido. (Fingerò.)

FEDRA

(Son morta.)

ARIANNA

Pentito? Sii pur fido a quella indegna

con cui fuggisti, a lei ti lascio: vanne,

traditor, menzognero,

da me lontan.

TESEO

(Dicesse almen davvero.)

ARIANNA

Incauta farfalletta

che scherza intorno al lume

v'accende al fin le piume, e perde il volo.

Un giorno de' tuoi rai

al foco anch'io scherzai

e senza paventar ne ho pena, e duolo.

Scena ottava

Fedra, Teseo.

FEDRA

O mio rossor, non oso

articolar più voce,

né rimirar la suora mia tradita.

TESEO

Chi sa? L'offesa, e il torto,

dal suo core m'han tolto, e a te mi cesse.

FEDRA

Credi, che da ver dica? Ha favellato

lo sdegno in lei, la gelosia, il furore;

aspetta che favelli indi l'amore.

TESEO

Sordo sarò, qual aspe ad ogn'incanto.

FEDRA

Come potrai dal pianto

difenderti?

TESEO

Il petto mio è di diamante.

FEDRA

Chi resister mai puote a donna amante?

TESEO

Occupata è già l'alma

nell'amor tuo, più paventar non puoi.

FEDRA

Caro Teseo, tem'io... di che mai temo?

Di te, della germana, e di me stessa;

ma in qualunque mia sorte

sarai sempre 'l mio cor, l'anima mia,

e se tua non sarò, sarò di morte.

Se viver non poss'io

con te bell'idol mio

voglio spirar per te.

Allor comprenderai,

che morta mi vedrai,

del cor la salda fé.

Scena nona

Bacco, Sileno, Teseo.

BACCO

Teseo non dubitar, ama pur Fedra,

ché tua sarà.

TESEO

Ma tu chi sei?

BACCO

Quel sono

cui piacque di salvarti in questo lido

dalla fremente orribile procella.

TESEO

Tanto puote operar solo chi è nume!

BACCO

Son io chi sono; altro saper non déi

se non ch'amo Arianna, e mia la voglio.

SILENO

Eccoc'in nuovo scoglio.

TESEO

L'abbi.

BACCO

Dunque la cedi?

TESEO

E quanto lieto!

BACCO

L'impegno osserva; e s'ella poi tentasse

rinovellar l'affetto?

TESEO

D'ascoltarla neppure, a te prometto.

O quante volte sentito avrai

qualche augelletto che in mesti lai

l'ardor d'amore che in petto sente

a un faggio intorno spiegando va.

E in lui con note dal duol formate

destar vorrebbe qualche pietate;

ma sordo il faggio che non lo sente

un solo accento poi dar non sa.

Scena decima

Bacco, Sileno.

SILENO

Come sì presto divenisti amante?

BACCO

Tu sai che i numi, a cui tutto è presente,

la forza degli affetti

sentono al primo istante.

SILENO

Ma un domator de' popoli...

BACCO

Chi regge

un genio marziale ama più ch'altri.

SILENO

Ah che in un forte core

remora ad alte imprese è sempre amore.

Scena undicesima

Arianna, Bacco, Sileno.

BACCO

Vieni Arianna: hai con l'amante infido

sfogata l'ira?

ARIANNA

Non ancor, mi resta

a vendicarmi.

BACCO

Ed in qual guisa?

ARIANNA

Il core

la vendetta matura, ove lo sdegno

con tutto il suo poter scuote la face.

SILENO

Sai qual vendetta vuol? Far seco pace.

ARIANNA

Pace con un crudel?

BACCO

Che a me ti cesse.

ARIANNA

Cedermi a te? Ma con qual dritto?

BACCO

Eh cara,

pensa ad amarmi, esser tu mia già déi.

ARIANNA

Ma dimmi, e tu chi sei?

SILENO

Oh se il sapessi!

BACCO

Quel che torti a' tuoi mali

vorria, presso di cui non è che un'ombra

il regno di Minosse:

che può tue forme belle

far eterne, ed alzar sopra le stelle.

Tra gli astri splenderà

la tua gentil beltà

se almeno un guardo sol mi volgerai.

E se del rio dolor

che per te soffre il cor pietade avrai.

Scena dodicesima

Arianna, Sileno, Coro di Seguaci di Bacco.

ARIANNA

Deh scuoprimi, o Sileno,

di così forte eroe la patria, e 'l nome.

SILENO

Egli a me vieta il dirlo.

ARIANNA

È prence, è nume?

SILENO

Altro da me non sai;

ma da quel ch'io dirò m'intenderai.

Nel paese dove il sol esce fuora

migliaia d'uomini

col forte braccio

fece in pezzi, abbatté, sconquassò.

Poco dopo veggendol l'Aurora

su destrier nobile

in veste candida

sulla sponda del Gange ei trionfò.

ARIANNA

Che favellar è il tuo? Meglio desio...

SILENO

Di più scuoprir non posso, e no 'l degg'io.

ARIANNA

Palesar non sia colpa il tuo signore

che dice d'amarmi, e da me chiede amore.

Ma già scoperti

d'amor i crud'inganni

gli aspri tormenti

e i dolorosi affanni

ad uomo infido

non voglio dar più fede.

Ed s'or nel petto

è libera quest'alma

non ha diletto

di perder più la calma

per ottenerne

così crudel mercede.

SILENO

Se no 'l conosci ancora

meglio lo scoprirai da' suoi seguaci:

tu intanto ascolta, e ben gli osserva, e taci.

CORO DI SEGUACI DI BACCO

Viva il forte, viva il grande

vincitor dell'Indie dome.

Che d'intorno il suono spande

de' suoi fasti, e del suo nome.

DUE DEL CORO

Quel che primo mari incogniti

DUE ALTRI DEL CORO

nuovi fiumi, e lidi inospiti

con coraggio insuperabile

TUTTI

vide, scorse, ed iscuoprì.

DUE DEL CORO

Quel che l'indomite

tigri d'Ircania,

ed i terribili

forti leoni

con invincibile

e formidabile

braccio atterrò.

DUE ALTRI DEL CORO

Quel che all'olmo la vite in stretto nodo

pronubo accoppia, e i pampini feconda;

e con ricca vendemmia al villanello

le fatiche compensa, e 'l cor ricrea.

Quello che vinse con eterne lodi

la terra, il mare, i mostri in strani modi.

TUTTI

Viva dell'indie,

viva de' mari

viva de' mostri

il domator.

QUATTRO DEL CORO

Viva dell'olmo,

e della vite

l'almo fecondo

sostenitor.

TUTTI

Viva dell'indie,

viva de' mari

viva de' mostri

il domator.

Parte seconda
Scena prima

Arianna, Fedra.

ARIANNA

Invan mi fuggi.

FEDRA

O dio mi lascia; indegna

di mirar mi confesso il tuo sembiante.

So conoscer il mio fallo, e detestarlo,

ma non posso di men di non amarlo.

ARIANNA

Cotanto ardisci?

FEDRA

E che dir deggio? Incolpa

l'influsso rio di qualche stella avversa.

ARIANNA

Sapevi pur, che destinata sposa

a Teseo m'era.

FEDRA

Il seppi, mi difesi

dall'acceso desio sin che potei.

Ma che pro? Le lusinghe, i vezzi, e l'atti

di quel, dirlo conviene, amabil volto

ogni poter m'han tolto.

ARIANNA

So, che l'infido il genio tuo sedusse.

FEDRA

I primi semi ei sparse

della mia infedeltà; ma il mio volere

se ne fece poi gloria, indi piacere.

Non è colpa del mio core,

ma delitto è sol d'amore

se t'offendo,

e mi rendo a te infedele.

Deh perdona il fallo mio:

ch'è tormento assai più rio

il sentir che mi condanni

d'ogni affanno più crudele.

Scena seconda

Teseo, Arianna.

TESEO

Arianna.

ARIANNA

Ancor vieni a me dinante?

TESEO

Teco a gioir me n' vengo

del tuo novello amante.

ARIANNA

Tanto t'inoltri? mi dileggi ancora?

TESEO

Arde per te d'amor, qual non so dirti

gran prence, o nume.

ARIANNA

E come, e donde il sai?

TESEO

Perch'ei il suo cor m'aperse, e a me ti chiese.

ARIANNA

Tu allor che rispondesti?

TESEO

Al suo disegno

con gioia corrisposi.

ARIANNA

Ah sposo indegno.

Tu dispor di mie voglie? In questa guisa

doppiamente tradita, e vilipesa

la figlia di Minosse?

TESEO

In che t'offendo?

Un amante ti tolsi, un te ne rendo.

ARIANNA

Così, così mi tratti?

Non fui quell'io, che la tua patria sciolsi

dal gravoso tributo? e che ti tolsi

con l'arte mia dal Minotauro orrendo?

Crudel, da te ingannata, ah ben lo sai

per abbracciarti sposo

il regno, e sino il padre abbandonai.

TESEO

N'ho gran dolor, ma...

ARIANNA

Che? Teseo adorato

ritorna al seno mio, senza te moro.

Eccomi a te prostrata. Il tuo abbandono

più mi pesa che morte,

che padre, patria, trono.

Deh ritorn'al mio seno:

e se mi nieghi amore

come tu vuoi, teco mi guida almeno.

Come mai puoi

vedermi piangere

senza che frangere

il cor ti senta?

Come mai spenta

è in te pietà?

Morta mi vuoi?

Crudel m'esanima.

Togli a quest'anima

la pena amara,

che da te cara

la morte avrà.

Scena terza

Bacco, Sileno, Arianna, Teseo.

BACCO

È questa la vendetta

che fai di lui che traditore appelli?

L'odio quest'è, che senso tal mostronne

il tuo tradito cor?

SILENO

Credete a donne.

ARIANNA

(Oh mio scorno, e vergogna!)

TESEO

Io n'ho pietade.

ARIANNA

Pietà, crudel, dopo che m'hai tradita,

vilipesa, schernita?

BACCO

T'accheta, o bella: è il mal senza riparo.

ARIANNA

Senza riparo? come? ei di che teme?

Mio sposo esser non può?

SILENO

Questo le preme.

TESEO

Confesso, e con rossor, che a te degg'io

gloria, consiglio, e libertade, e vita.

Tutto farei per te, ma l'amor mio...

ARIANNA

Ma non mi amasti? e promettesti il core?

TESEO

Gratitudine fu, ma non amore.

ARIANNA

E la fede di sposo?

TESEO

O, questi è il mio

fallo maggior, non t'adirar s'io il dico,

ma Fedra non avea veduta ancora.

E che rammento adesso

de' miei casi la serie? Io senza lei

morir dovea; che avrebbe a te giovato

la morte mia? Meglio non è ch'io viva?

E senza più querele,

ch'io resti a Fedra sposo

e ad Arianna ancor servo fedele?

Conosco il mio fallo,

e chiedo perdono:

se indegno ne sono

dimando pietà.

Se brami ch'io pianga

di pianger prometto,

ma lascia al mio affetto

la sua libertà.

Scena quarta

Arianna, Bacco, Sileno.

BACCO

Possibile, Arianna,

che veder non ti possa alfin placata?

ARIANNA

Non si può, sono amante, e disprezzata.

BACCO

E all'amor mio nulla tu pensi?

ARIANNA

Nulla.

BACCO

Non mi dicesti pria

di non amar più mai quell'incostante?

ARIANNA

Pensier di donna amante

è come flutto in mar, ch'or parte, or torna.

BACCO

Io t'amerò fedele!

ARIANNA

Eh, s'uom pur sei,

dispensar non ti puoi dal tuo costume.

BACCO

Ma, s'io mi fossi un nume?

ARIANNA

Ah, per pietade

non mi schernir. Mi lascia

nella mia doglia acerba, e dispietata.

Sento svellermi il cor, son disperata.

Spero di vendicarmi,

e forse d'oltraggiarmi

l'empio si pentirà.

E per suo grave affanno

vedrà qual fiero danno

arrech'infedeltà.

Scena quinta

Bacco, Sileno.

BACCO

Qual mai gran doglia entro del petto aduna?

SILENO

E rallegrarla tu, signor, non puoi?

BACCO

Come?

SILENO

L'invada il tuo divin furore!

BACCO

Ad altro penso.

SILENO

Il so, trarla vorresti

a Tebe teco, o a Nisa.

BACCO

Non bene appaga l'alme

piacer d'amore da rigor forzato.

SILENO

Di gusto non son io sì delicato.

BACCO

Come mai ti compiaci

d'un volto, che sdegnoso

bieco ti guardi, e non ti sia pietoso?

Nave, che solca

profondo mare,

se la molesta

cruda tempesta

al fine scorgesi

a naufragar.

Così un amante,

benché costante,

se prova irata

bellezz'amata

mai calma placida

non può sperar.

Scena sesta

Fedra, Teseo.

FEDRA

Stelle, voi che reggete

le vicende de' miseri mortali,

dite, s'hanno i miei mali

termine alcuno, o pur rimedio ancora;

ma temo che il destin voglia ch'io mora.

TESEO

Idolo mio sta' lieta.

La fortezza del cor vincerà alfine

un ostinato, un disperato amore.

FEDRA

Arianna resiste.

TESEO

Io più di lei.

FEDRA

Han gran forza le lagrime: una stilla

che a lungo cade, anche un macigno spezza.

TESEO

Non sai dell'alma mia l'alta fermezza.

Non è sì forte

la quercia al vento,

e non resiste

superbo scoglio

agli urti, all'onte

d'irato mar.

Qual il mio core

d'ardor ripieno

non ha timore

di venir meno

te in adorar.

Scena settima

Bacco, Fedra, Teseo.

BACCO

Teseo, tempo è che siamo ambo felici.

TESEO

Lo voglia il ciel; ma come esser ciò puote?

BACCO

Mercé dell'opra mia.

TESEO

Si può saper chi sei?

BACCO

Se no 'l sapesti, ora saprai ch'io sia.

Scena ottava

Coro di Villanelle, Bessaridi, Satiri e Fauni.

DUE BESSARIDI

Satiretti

lascivetti,

DUE SATIRI

villanelle

furfantelle,

TUTTI QUATTRO

applaudiamo al dio Lenèo.

CORO

Viva viva Tionèo

Semelèo

Bessarèo

e la bella ch'egli adora

or di lui s'accenda il cor.

DUE DEL CORO

Qual nebbia t'appanna

incaut'Arianna?

Or s'apra in te il lume

conosci quel nume

per te tutto amor.

CORO

Viva viva Tionèo

Semelèo

Bessarèo

e la bella ch'egli adora

or di lui s'accenda il cor.

DUE DEL CORO

Pietà non si niega

a nume che priega.

Ben merta sua fede

in dolce mercede

reciproco ardor.

DUE BESSARIDI

Satiretti

lascivetti,

DUE SATIRI

villanelle

furfantelle,

TUTTI QUATTRO

applaudiamo al dio Lenèo.

CORO

Viva viva Tionèo

Semelèo

Bessarèo

e la bella ch'egli adora

or di lui s'accenda il cor.

FEDRA

Che mai sentiam?

TESEO

A te mi prostro, o nume,

figlio di Giove, e vincitor degl'Indi.

FEDRA

O germana felice

per sì grande amator! Vieni, di queste

gioie a goder, e omai

sgombrin dall'alma tua doglie moleste.

Lascia di più languir.

Cessi dentro al tuo sen

d'affanno il cor ripien

di palpitar.

Se amor già fu crudel

all'alma tua fedel,

ora per te vicende

ei vuol cangiar.

BACCO

Viene appunto Arianna.

Scena nona

Arianna, Bacco, Fedra, Teseo.

ARIANNA

Qual forza ignota a ritornar mi tragge?

TESEO

A riconoscer vieni,

bella, il grande amator, divina prole

di Semele, e di Giove.

FEDRA

Bacco, il nume tebano.

ARIANNA

Degna non son d'un tanto onor sovrano.

Ma chi fede ne fa?

BACCO

L'opre che miri.

Volgi il guardo d'intorno.

ARIANNA

Ah, che vegg'io?

Queste campagne inabitate, ed erme

ecco di viti popolarsi.

TESEO

Il fiume

di rubicondo umor corre spumante.

FEDRA

E le selvagge piante

di pampini, e racemi il crine ornarsi.

ARIANNA

E le frutta mature

spuntar dai dumi in fra la selva sparsi.

TESEO

Latte, e mèle ecco vegg'io

a sudar le querce annose:

germogliar giacinti, e rose

d'improvviso al colle intorno.

Un sussurro, un mormorio

d'augelletti in queste fronde

sento, e dolce a quel risponde

d'amadriadi un coro adorno.

Scena decima

Sileno e tutti gli altri.

SILENO

Signor, questa corona

Venere invia, perché tu l'offra in dono

alla bella Arianna.

ARIANNA

Di tanto onore io degna?

BACCO

In sul bel crine

io te la pongo, o mio adorato bene.

Rendi alla dèa di Cnido

grazie, che al tuo gran merto

sì raro fregio, e a tua beltà destina.

SILENO

Or sì che a te mi prostro

quale a mia potentissima regina.

FEDRA

O bella sorte!

TESEO

O quanto son contento!

ARIANNA

Qual mai diversa or sento

l'anima mia da quel che fu! Dal core

il duol sparì; m'infiamma

un certo nuovo ardor che più non sente

di basso affetto, e di terren desio.

Sopra di me m'innalzo,

e quasi il suolo oblio.

Che dolce foco in petto

oltre l'usato io sento,

che invece di tormento

gioia mi dà, e diletto,

e mi consola.

E se d'un vivo ardore

sento quest'alma piena,

desio, ma senza pena:

amo, ma nel mio core

il duol s'invola.

TESEO

Dunque non m'odi più?

FEDRA

Dunque...

ARIANNA

Il mio petto

or capace non è che di diletto.

TESEO

Sperar poss'io che a te discaro il nodo

non sia meco di Fedra?

ARIANNA

Anzi a me caro, e 'l bramo.

FEDRA

Generosa germana or torno lieta.

BACCO

Anche di me ti caglia.

ARIANNA

Amato nume

perdona, se sì tarda a tue richieste

risposi: in noi mortali

sai quanto il velo degli affetti toglie

il vero ben poter scoprire all'alme.

Or mercé d'un tuo raggio

che penetrommi il cor, di cui m'accendo,

a te, nume immortal, pronta mi rendo.

BACCO

Ecco la destra, amata sposa.

ARIANNA

Oh quanto

caro sposo m'innalzi!

FEDRA

Avea il destino

scritto nel ciel la tua sì gran ventura.

TESEO

Or più che mai contento

con Fedra l'alma mia volo ad Atene.

BACCO

Adorata Arianna, il don conserva

dell'amorosa diva.

Tempo verrà che dopo il regno in terra

questa corona istessa

t'ornerà il crine in cielo;

e con forme più belle

si cangeran le gemme in tante stelle.

FEDRA E TESEO

Grande e possente

nume Lièo

di mostri, e vortici

di terre, e d'uomini

soggiogator.

Tuo fausto guardo

sopra noi stendasi

e tua bontade

applauda a' giubili

del nostro cor.

CORO

Serto di stelle lucide

ad Arianna cinga

le tempie illustri e nobili

che con eterno lume

folgoreggiar si veda.

TESEO

D'un sì gran nume, e così eccelsa diva

stringa Imeneo la maestade, e 'l bello.

SILENO

E de' figli, e nipoti in lungo giro

celebri i fasti la ventura etade.

FEDRA

E di più popoli

concordi cantici

al suon festeggino

de' loro nomi

annoverati

fra semidei.

CORO

Viva Bacco vincitore,

e de' cieli in almo onore

Arianna, e i figli suoi.

Viva pur viva Lièo

viva il nume Bessarèo

gloria al Gange, e gioia a noi.

Fine del libretto.

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Locandina Parte prima Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima Parte seconda Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima